Russia Update. Focus Economia e Commercio. 21 febbraio 2015

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1 Update Focus Economia e Commercio Le prospettive di miglioramento dell economia russa dopo la recessione attesa nel 2015 condizionate dagli sviluppi delle tensioni geopolitiche e dal ciclo petrolifero. In calo nel 2014 il commercio estero e con l Italia. Barlumi di speranza anche per la ripresa dell economia dopo Minsk II? La caduta dei prezzi del petrolio, la contenuta dinamica dell economia in Area UE e la spirale di sanzioni e contro-sanzioni con i Paesi occidentali, stanno pesando sull andamento corrente e sulle prospettive a breve termine dell economia e del commercio estero (e bilaterale con l Italia) della Russia. I fattori in esame, di natura congiunturale, si aggiungono ad alcuni di natura strutturale, da tempo all attenzione delle Autorità, in particolare la scarsa diversificazione produttiva, il contenuto tasso di accumulazione del capitale, il gap in infrastrutture e nuove tecnologie, il basso tasso di natalità. Dopo la modesta crescita (0,6%) registrata nel 2014, i maggiori centri di ricerca e le stesse Autorità russe prevedono una sensibile caduta del PIL nel Nelle ipotesi di prolungamento del quadro delle sanzioni tra Paesi occidentali e Russia e di un prezzo medio del petrolio tra i 50 e i 60 dollari al barile, il PIL si prevede possa scendere oltre il 4%. Per il 2016 prevale la cautela. FMI e IIF si attendono una ulteriore caduta del PIL, seppure più contenuta rispetto al 2015, anche ipotizzando una ripresa del prezzo del petrolio (64 dollari al barile per il FMI). Il punto cruciale rimane l evoluzione dello scenario geopolitico. Sviluppi in direzione di un graduale allentamento delle tensioni dopo i recenti accordi a Minsk tra Russia, Ucraina, Germania e Francia (ma la prospettiva appare ancora molto fragile) insieme con il parziale recupero atteso del prezzo degli idrocarburi, potrebbero creare le condizioni per un rimbalzo della dinamica del PIL nel 2016, che, con un modesto 0,5%, potrebbe riportarsi in territorio positivo. Da un punto di vista finanziario la Russia non mostra problemi di solvibilità nel breve termine. Nel 2015 il fabbisogno finanziario del Paese, stimato da EIU intorno ai 136 miliardi, è ancora ampiamente coperto dalle riserve in valuta, pari a circa 326 miliardi di dollari a fine dicembre La copertura potrebbe tuttavia assottigliarsi negli anni a venire in presenza di fattori esterni ancora sfavorevoli, come un ciclo avverso del prezzo petrolio per un tempo prolungato e continui deflussi di capitali privati. E in questo contesto che le tre principali agenzie hanno tagliato il rating del debito sovrano russo, seppure con differenze. S&P (a gennaio) e Moody s (in due mosse a gennaio e febbraio) hanno tolto al Paese l investment grade, assegnando allo stesso la valutazione BB+ e, rispettivamente, Ba1, in entrambi i casi con Outlook negativo. Anche Fitch a gennaio ha modificato il rating da BBB a BBB-/N, mantenendolo tuttavia ancora in investment grade, in considerazione dei punti di forza del Paese (basso livello del debito pubblico e apprezzabile posizione finanziaria estera netta). Sui mercati valutari, in parallelo alla caduta del prezzo del petrolio (con il quale è fortemente correlato), all inasprimento delle sanzioni e ai forti deflussi di capitali privati, si è osservata una rapida caduta del rublo verso il dollaro, che nell anno 2014 ha perso circa la metà del valore, da 33 rubli per USD a dicembre 2013 a circa 65 a metà febbraio 2015 con punte che, nelle contrattazioni giornaliere, hanno sfiorato gli 80 e, rispettivamente, i 70 rubli per USD a dicembre 2014 e a fine gennaio Nel breve termine il basso prezzo del greggio e le tensioni geopolitiche continueranno a pesare sulla valuta che, nelle ipotesi alla base dello scenario delineato in questa nota, dovrebbe stabilizzarsi (o leggermente recuperare) nel biennio Europa CIS Scheda Paese Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche International Research Network Indice Barlumi di speranza anche per la ripresa dell economia dopo Minsk II? pag. 1 A cura di Gianluca Salsecci L andamento dell economia pag. 3 A cura di Giancarlo Frigoli Commercio estero, IDE e scambi con l Italia pag. 10 A cura di Wilma Vergi Il deprezzamento del cambio e gli aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari e di alcuni servizi hanno innescato una significativa accelerazione dell inflazione, salita al 15% a gennaio 2015, contrastata dalla Banca centrale con un forte rialzo del tasso di riferimento (portato al 17% a dicembre). Governo e Banca centrale ritengono che il tasso di inflazione possa toccare un picco compreso tra il 15% ed il 17% in primavera per poi frenare gradualmente e chiudere il 2015 attorno al 12% (e portarsi sotto il 10% nel 2016). In presenza di una relativa stabilizzazione dei mercati e nell ipotesi di un rialzo solo temporaneo dell inflazione, la Banca centrale a febbraio ha di nuovo abbassato il tasso di riferimento al 15%. Per importanti comunicazioni si rimanda all ultima pagina.

2 Nel corso del 2014 anche l interscambio commerciale russo ha risentito pesantemente dell effetto congiunto delle sanzioni, del calo del prezzo del petrolio e della modesta dinamica dell economia in Area UE. I dati relativi ai primi dieci mesi del 2014 hanno evidenziato un decremento degli scambi del 3,3% su base annua, con decisa riduzione delle importazioni (-6,1%) e calo delle esportazioni (-1,6%). La diminuzione dell interscambio nei primi dieci mesi del 2014 segue tuttavia al rallentamento delle dinamiche di crescita già intervenuto nei due anni precedenti, al 2,2% nel 2012 ed allo 0,1% nel Dati ancora provvisori sul 2014 segnalano, in parallelo ai dati sul commercio multilaterale, una diminuzione degli scambi anche tra Italia e Russia. I volumi nei primi undici mesi del 2014 sono scesi a 24 miliardi di euro circa, dai 28,2 miliardi di euro nello stesso periodo del 2013 (-15,1%). Il calo ha riguardato sia le importazioni italiane dalla Russia (-17,0%) scese a 15,1 mld nei primi undici mesi del 2014 da 18,2 mld di euro nello stesso periodo del 2013, sia le esportazioni italiane verso la Russia (-11,7%) passate, nei due periodi, a 8,8 mld da 10,0 mld di euro. Confrontando i saldi settoriali italiani nei primi undici mesi del 2014 con quelli dello stesso periodo del 2013, si nota un calo significativo del deficit dei prodotti minerari (da 12,5 a 9,9 miliardi di euro) e, in misura minore, di quello dei prodotti petroliferi raffinati (da 3,3 a 2,5 mld di euro), sui quali ha in parte inciso la discesa del prezzo del petrolio, oltre alla persistente congiuntura negativa italiana. In flessione è risultato tuttavia anche il surplus dei prodotti tessili e dell abbigliamento (da 2,1 a 1,7 mld di euro) e degli apparecchi elettrici ed elettronici, macchinari meccanici e mezzi di trasporto (nel complesso scesi da 4,1 a 3,4 mld di euro), su cui ha pesato la caduta della domanda russa. In aumento invece, seppur marginalmente, il saldo positivo dei prodotti alimentari (nel loro complesso) e degli articoli farmaceutici. In ambito agro-alimentare, i dati sul commercio estero italiano evidenziano un crollo delle esportazioni italiane verso la Russia nei settori colpiti dalle sanzioni (-38% nel periodo gennaionovembre 2014 rispetto allo stesso periodo dell anno precedente), particolarmente sostenuto se si tiene conto che le sanzioni sono state adottate solo a settembre. Si tratta nello specifico dei comparti lattiero caseari, della carne e dell ortofrutta, i quali, presenti nell interscambio italorusso con quote ancora contenute (circa l 1% del totale esportato in Russia nei primi undici mesi del 2014), mostravano prima dell introduzione delle sanzioni spazi interessanti di crescita. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 2

3 L andamento dell economia La congiuntura e le prospettive Secondo dati preliminari, nel 2014 il PIL ha registrato un tasso di crescita dello 0,6% in frenata rispetto all 1,3% nel 2013 e al 3,5% nel Hanno pesato sulla dinamica dell economia fattori di natura congiunturale - in particolare il ciclo meno favorevole delle materie prime e la debolezza della domanda interna - ma anche fattori strutturali, in primis la scarsa diversificazione produttiva che espone il Paese al ciclo delle materie prime, oltre alle tensioni geo-politiche per gli effetti sul commercio e sugli investimenti della spirale di sanzioni e contro-sanzioni tra Paesi occidentali e Russia. Nel 4 trimestre del 2014 il PIL è diminuito in termini tendenziali per la prima volta dal 2009, anche se la contrazione, stimata pari allo 0,1%, è stata inferiore al previsto grazie alla corsa ai consumi (volumi di vendita al dettaglio + 5,3% a dicembre) determinata dal timore di successivi forti aumenti dei prezzi a seguito della caduta del rublo. I dati sulle singole voci del PIL (disponibili solo per i primi 9 mesi dell anno) evidenziano, dal lato della domanda, un sostanziale calo degli investimenti (-3,9% nei primi 9 mesi del 2014) mentre i consumi delle famiglie, pur rimanendo su un sentiero positivo, hanno frenato sensibilmente (+1,8% da gennaio a settembre 2014, da +5% negli stessi mesi del 2013). Il commercio estero nel suo insieme ha tuttavia sostenuto il PIL a seguito della caduta delle importazioni (-6,1% nei primi nove mesi del 2014) mentre le esportazioni, pur frenando sensibilmente, hanno continuato a crescere (+0,5%). I dati dell offerta evidenziano nel periodo gennaio-settembre 2014 un buon andamento della produzione manifatturiera (+2,5%) e di alcuni servizi, quali l immobiliare (+2,0%) e i finanziari (+9%), a fronte della caduta delle costruzioni (-2,2%). PIL reale offerta M Peso % Variazione % a/a PIL 100,0 0,8 1,3 3,5 Agricoltura 4,0 2,6 2,0-1,3 Pesca 0,2-2,8 3,9 2,1 Minerario 9,7-0,1 1,0 1,6 Manifatturiero 17,0 2,5 1,1 2,7 Utilities 2,7-2,1-2,1 0,5 Costruzioni 5,7-2,2-2,2 2,7 Servizi 61,3 1,0 2,6 2,1 Commercio 20,6-1,4 1,1 4,2 Trasp. comm. 9,4 0,5 1,0 3,8 Immobiliare 12,1 2,0 1,9 7,3 Finanziari 5,9 9,0 11,5 18,3 Pubb. Amm 5,0-0,3 1,2 0,8 Istruzione 2,5 0,1 0,0 0,3 Comunità 1,3 1,4-1,1-3,5 Hotels 1,0-1,9 2,0 3,8 Salute 3,5 1,7 3,0 3,0 Fonte: GKS.ru PIL reale domanda (dinamica trimestrale) 3tr13 4tr13 1tr14 2tr14 3tr14 Variazione % a/a PIL 1,3 2,0 0,9 0,8 0,7 Cons. privati 4,8 4,1 3,7 0,8 0,8 Cons. Stato 0,4 0,4 0,0-0,1-0,3 Investimenti 0,1 0,5-7,0-2,1-2,6 Esportazioni 7,4 5,6 1,6 1,3-1,8 Importazioni 5,3-0,1-4,5-7,7-6,1 Fonte: GKS.ru Gli indicatori ciclici segnalano più di recente una caduta dell attività economica nei mesi finali del 2014 ed aspettative di deterioramento ulteriore nel Il PMI manifatturiero è sceso a 47,6 a gennaio 2015, il livello più basso dal La caduta del PMI segnala attese di contrazione della produzione manifatturiera dopo la discreta tenuta mostrata anche nel 4 trimestre 2014, con un aumento medio dell 1,6% a/a, grazie ad un processo di parziale sostituzione di produzioni importate con produzioni domestiche. I servizi risentono invece da tempo dell impatto negativo sul potere di acquisto delle famiglie e sulla propensione ad investire delle imprese derivante dalla caduta del rublo e dall accelerazione dell inflazione. Il PMI servizi - che è sceso a 43,9 a gennaio 2014, il livello più basso da oltre cinque anni indica attese di contrazione dell attività nel settore più importante dell economia (con un peso superiore al 60%) per il quarto mese consecutivo. Questi dati segnalano un peggioramento del ciclo recessivo iniziato nel 4 trimestre Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 3

4 Produzione manifatturiera (var. % a/a) 8,0 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0-1,0-2,0-3,0 dic-11 dic-12 dic-13 dic-14 Fonte: Thomson Reuters PMI manifatturiero e servizi manifatturiero servizi 43 gen-12 gen-13 gen-14 gen-15 Fonte: Thomson Reuters Nell anno in corso l economia risentirà negativamente di condizioni esterne meno favorevoli - come il marcato calo dei prezzi del petrolio (tenuto conto dell elevato peso degli idrocarburi nelle esportazioni e nelle entrate fiscali del Paese) e le limitazioni all accesso ai mercarti finanziari internazionali per effetto delle sanzioni occidentali - ma anche di condizioni monetarie e creditizie interne più restrittive, con l aumento dei tassi di riferimento da parte della Banca centrale per contenere l inflazione e stabilizzare i mercati. Gli investimenti sono previsti in particolare contrazione, penalizzati dalla minore disponibilità di capitali a seguito delle sanzioni, dall aumento del costo del denaro e dalle limitazioni all importazione di tecnologie in ambito estrattivo dai Paesi occidentali. Sui consumi privati peseranno, a loro volta, sia il più alto costo del credito, che l erosione del potere d acquisto dovuta all aumento dell inflazione e al deprezzamento della moneta. A gennaio 2015 le vendite di auto sono crollate del 24% mentre i volumi di vendita al dettaglio sono scesi del 4,4%. Un contributo positivo alla dinamica del PIL è previsto dal commercio estero, per una caduta attesa delle importazioni - molto sensibili alla domanda interna di beni durevoli e semi durevoli - e un aumento contenuto delle esportazioni. Vendita al dettaglio volumi (var. % a/a) dic-11 dic-12 dic-13 dic-14 Previsioni crescita PIL Gov. Russo (Min. Fin.- Gen 15) -3,0 FMI (Gen 15) -3,0-1,0 EBRD (Gen 15) -4,8 Capital economics (Gen 15) -5,0 2,0 Banca mondiale (Gen 15) -2,9 0,1 Reuters (Gen 15) -4,2 Banca centrale (Dic 14) -4,5 IIF (Gen 15) -5,8-2,2 Consensus forecast -4,1 EIU -3,5 0,5 Studi ISP -4,5 0,5 Media -4,1 Fonte: EIU, FMI, WB, IIF, Thomson Reuters, EBRD Fonte: Thomson Reuters Tutti i maggiori centri di ricerca e le stesse Autorità russe sono concordi nel prevedere una sensibile caduta del PIL in termini reali nel Lo scenario più probabile vede: a) il conflitto tra Governo centrale e regioni secessioniste in Ucraina ancora congelato e l attuale fase di tensione nei rapporti tra Russia e Occidente prolungata nel 2015 (con conferma delle sanzioni); b) il prezzo medio del petrolio compreso nell anno tra 50 e 60 dollari al barile. In tali ipotesi si prevede nel 2015 una diminuzione del PIL del 4,5% (del 4,1% nella media tra i maggiori previsori e centri di ricerca). Rischi al ribasso vengono da ipotesi di ulteriore inasprimento delle tensioni in Ucraina (e delle sanzioni) e di un prezzo del petrolio più basso rispetto alle ipotesi di base. Secondo il modello della Banca Mondiale, ceteris paribus, una variazione del prezzo del petrolio del 10% in aumento/diminuzione aggiunge/toglie 0,7pp al PIL. Ulteriori sviluppi negativi Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 4

5 potrebbero portare ad una caduta del PIL del 5% o superiore (previsione di Capital Economics e IIF). Per il 2016 prevale la cautela. FMI e IIF si attendono una ulteriore caduta del PIL, seppure più contenuta rispetto al 2015, anche ipotizzando una ripresa del prezzo del petrolio (64 dollari al barile per il FMI). Il punto cruciale rimane l evoluzione dello scenario geopolitico. Sviluppi in direzione di un graduale allentamento delle tensioni dopo gli accordi di Minsk II tra Russia, Ucraina, Germania e Francia (ma la prospettiva rimane molto fragile) insieme con il parziale recupero del prezzo degli idrocarburi potrebbero creare le condizioni per un rimbalzo della dinamica del PIL nel 2016, che, con un modesto 0,5%, potrebbe riportarsi in territorio positivo. Nel più lungo periodo sul potenziale di crescita continueranno tuttavia a pesare fattori di tipo strutturale, alcuni già richiamati e da tempo all attenzione delle Autorità, quali la scarsa diversificazione della struttura produttiva, il contenuto tasso di accumulazione del capitale, il gap in infrastrutture e nuove tecnologie, il basso tasso di natalità. Conti nazionali ed inflazione F 2015E2016E USD mld Variazione % a/a PIL (*) ,2 4,1 4,3 3,4 1,3 0,6-4,5 0,5 Consumi 980-4,8 5,4 6,6 7,6 5,0 1,6-6,2 0,5 Spesa pubblica 376 0,0-1,2 1,1 4,4 0,6-0,2-2,0-1,0 Investimenti fissi lordi ,7 4,0 9,1 7,7-1,3-3,9-15,9 1,0 Var. scorte 17-7,3 5,5 0,0-0,1-0,5-0,8-4,0 1,5 Esportazioni (merci e servizi) 583-3,3 7,2 0,0 0,5 5,0-0,5 1,7 0,9 Importazioni (merci e servizi) ,9 25,2 21,4 8,8 3,7-6,1-31,1 8,9 Inflazione media (*) 11,6 6,8 8,4 5,1 6,8 7,8 14,0 7,8 (*) ISP. Fonte: EIU L inflazione e la politica monetaria Il deprezzamento del cambio e gli aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari e di alcuni servizi hanno determinato una significativa accelerazione dell inflazione nel corso del Il tasso tendenziale si è portato dal 6,1% a gennaio all 11,4% dicembre 2014 ed il tasso medio è salito dal 6,8% del 2013 al 7,8% nel La persistente debolezza del cambio e le restrizioni causate dalle sanzioni sono attese determinare ulteriori spinte al rialzo sui prezzi nei prossimi mesi. A gennaio 2015 il tasso tendenziale è salito al 15%, quello core al 14,7% (11,2% a dicembre 2014). Fonti ufficiali (Governo e Banca centrale) ritengono che il tasso tendenziale potrebbe toccare un picco tra il 15% ed il 17% in primavera, per poi frenare gradualmente e chiudere il 2015 attorno al 12%. Le Autorità mirano ad un tasso sotto il 10% nel Nel corso del 2014, per contrastare le spinte inflazionistiche e la caduta della valuta, la Banca centrale ha operato ripetuti rialzi del tasso di riferimento, portando lo stesso dal 5,5% a gennaio 2014, prima dell inizio della crisi, al 17% a fine A fine gennaio 2015, a sorpresa, l Autorità Monetaria ha tuttavia tagliato il tasso di 200pb portandolo al 15%. Questa manovra, giustificata nelle ipotesi che il balzo dell inflazione sia di natura temporanea e che i mercati finanziari si stiano stabilizzando, muove da preoccupazioni riguardo le prospettive di crescita. In questo contesto si ritengono probabili nuovi tagli in corso d anno - soprattutto nella seconda metà, quando le pressioni inflazionistiche dovrebbero rientrare in misura significativa. In parallelo con i tassi di riferimento, il tasso MosPrime a 3 mesi è salito in prossimità del 30% a fine dicembre nella fase acuta della crisi valutaria, per poi riportarsi sotto il 18% a metà febbraio. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 5

6 Tasso di riferimento e inflazione Inflazione a/a 14 tasso rif gen-11 gen-12 gen-13 gen-14 gen-15 Fonte: Thomson Reuters Tasso MOSPRIME 3M feb-12 feb-13 feb-14 feb-15 Fonte: Thomson Reuters La politica fiscale Nel 2014 il bilancio dello Stato ha registrato deficit pari allo 0,5% del PIL, in linea con l obiettivo, rispetto ad un surplus dello 0,4% del PIL nel La dinamica delle variabili macro e finanziarie vista negli ultimi mesi ha portato tuttavia ad una sostanziale revisione delle ipotesi e degli obiettivi di bilancio del Il Ministro delle Finanze a metà gennaio ha indicato un deficit pari al 3% del PIL nel 2015, sulla base di un prezzo del petrolio pari a 60 dollari al barile, di un cambio rublo/usd a 51 e di un PIL in calo del 3% in termini reali. Rispetto alle ipotesi di base, l impatto sulle entrate delle quotazioni attuali del cambio (65 medio a gennaio) e del petrolio Ural (55 dollari a gennaio) tende a controbilanciarsi, dato che le entrate di bilancio sono contabilizzate in rubli. A metà febbraio lo stesso Ministro ha comunque rivisto al rialzo la previsione del deficit in rapporto al PIL, al 3,8%. Il Governo russo ha peraltro approvato di recente un piano anti-crisi per sostenere l economia del valore di 35 miliardi di dollari. Il Piano sarà interamente finanziato mediante il ricorso al Fondo ricchezza e/o risparmi su altre voci di spesa: in tali circostanze, non dovrebbe comportare un aumento del deficit. Il piano prevede interventi a favore delle piccole e medie imprese, aiuti alla produzione di beni domestici che sostituiscono prodotti importati, sostegno ai redditi più bassi colpiti dall inflazione, incentivi agli investimenti, interventi a sostegno del sistema bancario. Il debito pubblico in rapporto al PIL è contenuto ( 8,3% nel 2014). Debito pubblico e estero in rapporto al PIL 50 Pubblico Estero Fonte: EIU Fondi Sovrani (USD miliardi) 140 Fondo riserva Fondo ricchezza Fonte: Ministro Finanze Il tasso di cambio Le tensioni geopolitiche insieme al calo del prezzo del petrolio hanno favorito un significativo deprezzamento del rublo. Nel 2014 la valuta russa ha perso l 80% del suo valore vs. il dollaro chiudendo l anno a 60 rubli per 1 dollaro. A fine gennaio 2015, l inatteso taglio dei tassi ha portato il cambio RUB/USD a testare quota 70, per poi ritracciare attorno a 63 a metà febbraio. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 6

7 Lo scorso novembre l Autorità Monetaria, dopo aver patito un ulteriore consistente drenaggio di riserve, ha deciso di abbandonare il corridoio di riferimento, lasciando fluttuare liberamente la valuta. Questa manovra ha anticipato un passo che era previsto per inizio Lo sviluppo della crisi ucraina (e quindi il peso delle sanzioni), unitamente all andamento del prezzo del petrolio, costituiscono i principali fattori di rischio per la valuta nel breve periodo. Le debolezze strutturali dell economia, una dinamica meno favorevole dei prezzi delle materie prime e il ruolo meno attivo della Banca centrale nella gestione del tasso di cambio, sono tutti fattori destinati a pesare negativamente sulla valuta e ad aumentare la volatilità. Nel medio/lungo periodo un possibile apprezzamento (al netto della volatilità di breve) potrebbe essere sostenuto da un recupero del prezzo del petrolio. Da gennaio a dicembre 2014 il cambio reale effettivo si è deprezzato di oltre il 30%, passando da una condizione di sopravalutazione (10%, evidenziata dal FMI nell ultimo rapporto Art. IV) a una di potenziale sotto valutazione, la cui ripresa è tuttavia fortemente condizionata da un recupero dei prezzi dei prodotti energetici esportati. Rublo e prezzo petrolio petrolio, scala sinistra USD/RUB, scala destra Feb-09 Feb-11 Feb-13 Feb-15 Fonte: Thomson Reuters Tasso di cambio reale effettivo Dec-08 Dec-10 Dec-12 Dec-14 (*) la riga orizzontale indica la media di lungo periodo Fonte: Thomson Reuters La posizione finanziaria esterna Secondo dati preliminari, nel 2014 il surplus corrente della bilancia dei pagamenti è salito a 56,7 miliardi da 34,1 miliardi nel Questo miglioramento è stato principalmente determinato dalla riduzione del deficit del conto redditi, grazie ai maggiori dividendi degli investimenti all estero. Nonostante il calo delle esportazioni di gas e petrolio in valore, il surplus commerciale si è allargato (a 185,6 miliardi) a seguito del calo delle importazioni. Lo scorso anno si è tuttavia registrato un significativo ampliamento del deficit finanziario, passato da 45,4 miliardi nel 2013 a 167,6 miliardi nel Questo peggioramento è stato dovuto alla sostanziale riduzione dei prestiti in valuta (chiusure nette di posizioni per 40,1 miliardi contro maggiori prestiti per 43,6 miliardi nel 2013), alla diminuzione degli IDE nel Paese (scesi a 18,6 miliardi, oltre un quarto dell ammontare dell anno prima) e ai disinvestimenti di portafoglio da parte di investitori esteri (23,1 miliardi). Secondo dati della stessa Banca centrale, nel 2014 il settore privato ha registrato deflussi netti di fondi per 151,5 miliardi, contro 61 miliardi nel Nel 2014 la bilancia dei pagamenti ha riportato un deficit di 107,5 miliardi rispetto a 22,1 miliardi nel Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 7

8 Bilancia dei pagamenti USD miliardi 2015E Saldo corrente 40,6 56,7 34,1 Commercio 155,6 185,6 181,9 Esportazioni 351,9 493,6 523,3 -petrolio 152,5 173,7 - gas 54,8 67,2 - derivati oil 114,9 109,3 - altri 171,5 173,0 Importazioni 196,3 308,0 341,3 Servizi -46,9-54,6-58,3 Redditi -61,1-65,8-80,3 Trasferimenti -7,1-8,7-9,3 Saldo finanziario -167,6-45,4 IDE in 18,6 61,5 IDE out -47,1-85,4 Portafoglio in -23,1-1,1 Portafoglio out -4,2-2,2 Prestiti -40,1 43,6 Altre voci -71,7-61,8 Errori e omissioni 3,4-10,8 Var riserve(*) 107,5 22,1 Debito estero, riserve e fabbisogno Debito Estero USD miliardi Dic 2014 Dic 2013 Governo Banca centrale Banche Altri settori di cui IDE Totale Riserve valutarie dic ,5 Fabbisogno estero Surplus corrente 2015E 40,6 Debito scadenza 176,6 Fonte: Banca centrale, EIU Flussi settore privato -151,5-61 (*) Il segno (-) indica un aumento delle riserve Fonte: EIU, Capital Economics, Banca centrale A fine 2014 le riserve in valuta ammontavano a 326,5 miliardi, rispetto a 456 miliardi a fine Nel calcolo delle risorse a disposizione delle Autorità per affrontare le pressioni derivanti dalla posizione esterna sono da includere le risorse dei Fondi Sovrani (il Fondo Riserva e il Fondo Riserva Nazionale che a fine dicembre 2014 avevano una capitalizzazione di 166 miliardi di dollari) non impiegate in depositi in valuta presso la Banca centrale. Secondo dati del Ministero delle Finanze, tali depositi erano pari a 142 miliardi di dollari a fine Circa la posizione debitoria del paese a fine 2014, il debito estero della Russia ammontava a 600 miliardi di dollari, in sostanziale calo da 729 miliardi a fine Considerando che, sulla base di dati forniti dalla Banca centrale, quasi un quarto del debito è in rubli, metà circa di questa diminuzione è stata determinata dal deprezzamento del cambio, il resto da rimborsi. Oltre il 60% del debito faceva capo al settore non finanziario e oltre un quarto alle banche. Secondo stime di EIU, nel 2015 verranno a maturazione 176,6 miliardi di questo debito. Nel 2015, un prezzo medio del petrolio (qualità Ural) a 55 dollari al barile (rispetto a 100 nel 2014) comporterebbe, ipotizzando volumi esportati invariati e stesso andamento dei prezzi del gas e del petrolio, minori entrate dalle esportazioni di petrolio, gas e derivati per 140 miliardi. Nello stesso tempo, una contrazione delle importazioni dell ordine del 30% (in volumi secondo le stime EIU) determinerebbe minori esborsi per poco più di 100 miliardi. Il saldo corrente della bilancia dei pagamenti in tali circostanze sarebbe in surplus per circa 40 miliardi (56 miliardi per IIF che prevede un prezzo medio del petrolio di 62 dollari). Togliendo dal debito in scadenza il surplus corrente, si arriva a un fabbisogno estero stimato (nelle ipotesi EIU) di circa 136 miliardi di dollari nel Questo fabbisogno è ampiamente coperto dalle riserve valutarie correnti (326,5 miliardi di dollari ex-oro a fine 2014). Mercati finanziari e agenzie di rating La caduta del prezzo del petrolio, la crisi del rublo, l inflazione in rialzo e il peggioramento delle prospettive di crescita hanno indotto a gennaio tutte e tre le principali agenzie a tagliare il rating del debito sovrano della Russia. S&P (a gennaio) e Moody s (in due mosse a gennaio e febbraio) hanno tolto al Paese l investment grade, assegnando allo stesso la valutazione BB+ da BBB- e, rispettivamente, Ba1 da Baa3, in entrambi i casi con Outlook negativo. Anche Fitch a gennaio ha Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 8

9 modificato il rating da BBB a BBB-/N, mantenendolo tuttavia ancora in investment grade, in considerazione dei punti di forza del Paese (basso livello del debito pubblico e posizione finanziaria estera netta apprezzabile). L azione delle agenzie è intervenuta in parallelo ad un balzo del CDS spread, salito a ridosso dei 600pb a gennaio 2015 (a inizio novembre 2014 lo stesso era inferiore a i 300 pb). A metà febbraio lo spread è tuttavia ridisceso attorno ai 500pb. Il mercato azionario della Russia, con un ribasso di oltre il 45% per l indice RTS nel 2014, è in coda alla classifica delle performance tra tutte le principali piazze mondiali. Riserve valutarie (USD miliardi) dic-10 dic-11 dic-12 dic-13 dic-14 Fonte: Thomson Reuters Russia CDS 5a feb-13 ago-13 feb-14 ago-14 feb-15 Fonte: Thomson Reuters Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 9

10 Commercio internazionale, IDE e scambi con l Italia Il commercio Russia-Mondo L interscambio commerciale della Russia con il resto del mondo è cresciuto nel quinquennio mediamente di circa il 30% nominale annuo, superando nel 2008 i 735 miliardi di dollari. Dopo la crisi internazionale del 2009, che ha causato una contrazione dell interscambio del 36% a/a portandolo a 473 miliardi di dollari, già a partire dal 2010 si è registrata una ripresa che ha spinto gli scambi nel 2013 a oltre 842 miliardi di dollari (+16,6% medio annuo). Occorre precisare però che mentre nel biennio il tasso di crescita è risultato decisamente elevato (+32% medio annuo circa), a partire dal 2012 si è osservato un brusco rallentamento che ha contenuto gli incrementi annui al 2,2% nel 2012 ed allo 0,1% nel I dati relativi ai primi dieci mesi del 2014 hanno evidenziato una flessione degli scambi del 3,3% su base annua, penalizzati dal calo del prezzo del petrolio e dagli effetti delle sanzioni legate alla crisi ucraina. In particolare si è riscontrata una decisa riduzione sulle importazioni, la cui flessione è stata del 6,1% a/a, mentre le esportazioni sono calate dell 1,6% a/a. Il surplus, che era sceso a poco più di 130 miliardi di dollari nel 2009, è ritornato intorno ai 210 miliardi di dollari nel 2013 (180,7 miliardi di dollari nei primi dieci mesi del 2014 con un incremento di oltre il 5% su base annua). Andamento scambi commerciali e quota su totale mondiale Mld di dollari Media G/O 2013 G/O 2014 Import (cif) 112,2 267,1 170,8 228,9 306,1 316,2 314,9 258,0 242,3 Export (fob) 242,1 468,0 301,8 397,1 517,0 524,8 527,3 430,0 423,0 Saldo 129,9 200,9 131,0 168,2 210,9 208,6 212,3 171,9 180,7 Totale Commercio 354,3 736,1 472,6 626,0 823,1 841,0 842,2 688,0 665,3 Crescita % Commercio 29,3 33,2-35,7 32,4 31,5 2,2 0,1-0,4-3,3 Crescita % import 34,2 33,7-36,0 34,0 33,7 3,0-0,4-0,3-6,1 Crescita % export 27,2 32,9-35,5 31,6 30,2 1,5 0,5-0,5-1,6 Quota Import su mondo 1,03 1,6 1,3 1,5 1,7 1,7 1, Quota Export su mondo 2,29 2,9 2,4 2,7 2,9 2,9 2, Quota Comm. su mondo 1,65 2,26 1,89 2,07 2,28 2,32 2, Fonte: ITC Comtrade Storicamente, il dettaglio merceologico delle esportazioni evidenzia una netta prevalenza nella quota dei minerali (oltre il 70% nel 2013), in particolare energetici, dei metalli e in misura minore dei prodotti chimici e dell agro-alimentare, delle pietre, vetro e ceramica. Tra i prodotti energetici si ritrovano petrolio e gas non raffinati, petrolio raffinato, carbone e gas di idrocarburi, e tra i metalli, ferro e acciaio, oro grezzo o semilavorato, alluminio e articoli in alluminio, rame e suoi semi-lavorati. Tra i prodotti chimici spiccano i fertilizzanti e i prodotti della chimica inorganica. Tra i prodotti dell agro-alimentare risultano relativamente importanti anche le esportazioni di grano e di prodotti ittici. Tra le importazioni sono rilevanti i macchinari (circa il 32%), in particolare quelli meccanici ed elettrici. Nel dettaglio si trovano in queste due categorie gli apparecchi per la telefonia, macchinari per l elaborazione di dati e processori, livellatori e scavatori, valvole, parti di televisori, generatori, trasformatori, oltre a macchinari ottici e medicali. La Russia importa anche mezzi di trasporto (16%), prodotti agro-alimentari (14%), prodotti chimici (11%), metalli (7%). Tra i mezzi di trasporto spiccano gli autoveicoli e i loro componenti, tra gli agro-alimentari spiccano la carne, la frutta e i latticini. Le medicine e i prodotti cosmetici sono le voci più importanti tra i prodotti chimici. Nei metalli si evidenziano gli articoli in ferro e acciaio. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 10

11 Dettaglio merceologico import Dettaglio merceologico export ,0 32,3 80,0 71,5 30,8 66, ,0 60, ,6 20,0 16,3 13,7 12,5 10,7 40,0 8,7 11,0 10,0 6,9 6,5 20,0 7,7 4,64,5 3,11,8 3,01,2 0,0 0,0 Macchinari Fonte: ITC Comtrade Mezzi di trasporto Prodotti agro alimentari Prodotti chimici Metalli Minerali Fonte: ITC Comtrade Metalli Prodotti chimici Prodotti agro alimentari Pietre vetro e ceramica Il saldo netto è largamente positivo per i minerali, i metalli, le merci varie, il legno e la carta, le pietre, il vetro e la ceramica, mentre è negativo per i macchinari, i mezzi di trasporto, i prodotti chimici e quelli dell agro-alimentare, il tessile e l abbigliamento, la gomma e la plastica, i mobili. Saldi netti per settori merceologici Mld di dollari Gomma e plastica -6,8-9,9 Legno, carta e stampa 5,0 4,4 Macchinari elettrici -24,8-30,6 Macchinari meccanici -38,8-48,1 Macchinari ottici, medici, di precisione -7,1-7,7 Merci varie 20,3 0,4 Metalli 34,2 19,2 Mezzi di Trasporto -46,4-37,7 Minerali 303,8 370,2 Mobili -2,5-4,2 Pietre, vetro e ceramica 1,8 10,7 Prodotti agricoli, alimentari e tabacco -25,0-26,9 Prodotti chimici -1,9-9,4 Tessile, abbigliamento, calzature e pellami -11,0-18,0 Fonte: ITC Comtrade Il principale partner commerciale nel 2013 è stata l Unione Europea, con una quota sul totale dell interscambio russo del 45%, seguita dall Asia con il 28% e dai Paesi CIS con una quota di circa il 12% (con l Ucraina al 4,7%). La Cina è lo stato più importante per gli scambi russi, con una quota superiore al 10%, seguita dall Olanda (9%), dalla Germania con il 7% e dall Italia (4 partner commerciale) con oltre il 5%. Tra i maggiori fornitori si annoverano oltre alla Cina, alla Germania e agli Stati Uniti, anche l Ucraina, l Italia e la Francia, che forniscono macchinari, mezzi di trasporto, metalli e prodotti agro-alimentari. Tra i principali mercati di destinazione, oltre a Olanda, Italia e Germania, vi sono Cina e Giappone. Dettaglio geografico aree import Dettaglio geografico aree export Quote % Quote % Africa 0,8 0,9 Africa 1,3 1,4 Americhe 9,2 9,2 Americhe 4,6 3,8 Asia 32,1 33,3 Asia 17,8 25,2 di cui: Cina 13,0 16,9 di cui: Cina 4,5 5,5 Europa 57,9 56,5 Europa 76,3 56,9 di cui: EU28 43,8 42,6 di cui: EU28 56,8 45,8 Italia 4,1 4,6 Italia 9,0 12,8 CSI 13,7 12,2 CSI 14,8 11,4 di cui: Ucraina 6,1 5,0 di cui: Ucraina 2,2 3,3 Altro 0,02 0,07 Altro 0,004 12,8 Fonte: ITC Comtrade Fonte: ITC Comtrade Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 11

12 Dettaglio geografico import Dettaglio geografico export Fonte: ITC Comtrade Fonte: ITC Comtrade Nel dettaglio merceologico con alcuni tra i principali partner europei, gli scambi russi sono concentrati su determinate categorie. La Russia importa dalla Germania soprattutto macchinari, sia meccanici che elettronici ed elettrici, veicoli (data anche la presenza sul territorio russo di alcuni impianti di produzione di case automobilistiche tedesche), prodotti farmaceutici, macchinari elettrici ed elettronici, plastica e prodotti in plastica. Le esportazioni russe dirette verso la Germania sono invece composte da minerali energetici in larga misura, merci varie, metalli (soprattutto ferro, acciaio e rame), macchinari meccanici, elettrici ed elettronici. Dettaglio import Russia Germania 2014* Dettaglio export Russia Germania 2014* Mld $ Valore % su tot Var. a/a Mld $ Valore % su tot. Var. a/a Totale 25,056-8,8 Totale 27,480 1,1 Macchinari meccanici 6,497 25,9-7,9 Minerali energetici 13,541 49,3 6,5 Veicoli 4,375 17,5-19,5 Merci varie 8,885 32,3-15,2 Prodotti farmaceutici 2,040 8,1-1,7 Macchinari meccanici 1,252 4,6 275,6 Macchinari el., elettronici 1,796 7,2-17,7 Rame e articoli in rame 0,963 3,5 13,2 Plastica e articoli in plastica 1,473 5,9 0,3 Macchinari el, elettronici 0,522 1,9 254,4 *Gennaio Settembre. Fonte: ITC Comtrade *Gennaio Settembre. Fonte: ITC Comtrade Gli scambi con l Ucraina sono composti dal lato delle importazioni da ferro e acciaio, macchinari meccanici, prodotti della chimica inorganica, articoli in ferro e acciaio, macchinari elettrici ed elettronici. Le esportazioni sono costituite da minerali energetici, chimica inorganica, macchinari meccanici, fertilizzanti, ferro e acciaio. Da segnalare nel corso dei primi tre trimestri del 2014 il calo marcato delle importazioni (-26% a/a), a fronte di una flessione del 12% a/a dell export. Dettaglio import Russia Ucraina 2014* Dettaglio export Russia Ucraina 2014* Mld $ Valore % su tot Var a/a Mld $ Valore % su tot Var a/a Totale 8,808-25,7 Totale 14,742-11,5 Ferro e acciaio 1,178 13,4-33,9 Minerali energetici 3,902 26,5 4,1 Macchinari meccanici 1,441 16,4-8,2 Chimica inorganica 0,840 5,7-6,1 Chimica inorganica 0,642 7,3-3,4 Macchinari meccanici 0,775 5,3-14,1 Articoli in ferro e acciaio 0,540 6,1-20,2 Fertilizzanti 0,398 2,7-15,1 Macchinari el., elettronici 0,549 6,2-32,5 Ferro e acciaio 0,319 2,2-45,4 *Gennaio Settembre. Fonte: ITC Comtrade *Gennaio Settembre. Fonte: ITC Comtrade Gli investimenti diretti esteri Lo stock di IDE in Russia nel 2013, secondo UNCTAD, ammontava a 578 miliardi di dollari (2,3% del totale mondiale e 26,9% del PIL). I settori che maggiormente hanno beneficiato di IDE, secondo UNCTAD, sono quelli della manifattura (41%), in particolare la lavorazione dei metalli (18%). Seguono i servizi con una quota del 40%, dove spiccano le attività di business con il 16%. Il primario ottiene il 19% grazie alle attività estrattive energetiche con il 16%. I maggiori paesi investitori, secondo dati nazionali, sono Cipro (19%), Olanda (11%), Lussemburgo (9%) e Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 12

13 Isole Vergini Britanniche (8%). L Italia si colloca solo al 23 posto con una quota contenuta allo 0,3%. La Russia è anche un importante investitore all estero: lo stock di IDE outward nel 2013 è stato pari a 501 miliardi di dollari (1,9% del totale mondiale). I principali paesi di destinazione degli IDE russi sono anch essi spesso paesi di transito: Cipro (29%), Isole Vergini Britanniche (20%), Olanda (10%), Svizzera (4%), USA (4%). All Italia sono destinati solo lo 0,6% degli IDE russi (21 posto). Quote stock IDE su PIL (%) Quote stock IDE su mondo (%) 45,0 05 Brasile Cina India Russia Brasile Cina India Russia 35,0 25,0 15,0 5,0 17,4 8,3 9,7 13,0 32,2 10,3 11,8 26, ,85 2,43 1,38 2,85 3,76 0,80 0,89 2,26-5,0 Fonte: UNCTAD IDE/PIL % IDE/PIL % Fonte: UNCTAD Gli scambi dell Italia con la Russia L interscambio dell Italia con la Russia è andato crescendo nel tempo fino al 2008, quando sono stati toccati i 26,5 miliardi di euro. Con la crisi internazionale questo importo è sceso a circa 18,6 miliardi di euro nel 2009, ma è stato ampiamente recuperato negli anni successivi e l interscambio è risalito a 31 miliardi di euro nel Dati ancora provvisori relativi ai primi undici mesi del 2014 vedono un decremento in entrambe le direzioni, più marcato nell import. Quest ultimo ha registrato una contrazione di circa il 17% (a 15,1 mld di euro), mentre le esportazioni hanno visto un calo di quasi il 12% (a 8,8 mld di euro). Interscambio dell Italia con la Russia mld di euro Media G/N 2013 G/N 2014 Import 11,6 16,1 12,1 14,6 16,9 18,3 20,2 18,2 15,1 Export 6,4 10,5 6,4 7,9 9,3 10,0 10,8 10,0 8,8 Saldo -5,2-5,6-5,7-6,7-7,6-8,3-9,4-8,2-6,3 Totale interscambio 18,0 26,6 18,6 22,5 26,2 28,3 31,0 28,2 24,0 Tasso di crescita import 13,2 10,1-24,5 20,5 15,5 8,4 10,2 9,1-17,0 Tasso di crescita export 20,7 9,5-38,6 22,9 17,7 7,2 7,9 8,4-11,7 Tasso di crescita interscambio 15,8 9,9-30,1 21,4 16,3 8,0 9,4 8,9-15,1 Quota Import su tot. Italia 3,7 4,2 4,1 4,0 4,2 4,8 5,6 5,5 4,6 Quota Export su tot. Italia 2,1 2,8 2,2 2,3 2,5 2,6 2,8 2,8 2,4 Quota Interscambio su tot. Italia 2,9 3,5 3,2 3,2 3,4 3,7 4,1 4,1 3,5 Fonte: ISTAT Nel dettaglio settoriale, storicamente l import è rappresentato in larga misura da minerali energetici e prodotti raffinati (rispettivamente il 69% e il 18% sul totale importato nel 2013), oltre che metalli e minerali (6%), prodotti chimici (4%) e alimentari (1%). Le esportazioni italiane hanno riguardato soprattutto macchine e apparecchi meccanici (con una quota nel 2013 pari a circa il 27% del totale), prodotti tessili e dell abbigliamento (22%), seguiti da manufatti vari (8%), da mezzi di trasporto (8%) e da lavorati in metallo (7%). Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 13

14 Composizione merceologica import Italia (% nel ) 100,0 71,6 80,0 69, ,0 40,0 17,7 10,0 13,0 3,8 0,9 20,0 6,0 1,5 0,8 0,0 Fonte: ISTAT Prodotti minerari Prodotti petroliferi raffinati Metalli Prodotti chimici Prodotti alimentari Composizione merceologica export Italia (% nel ) 40,0 27,6 30,0 26,9 23, ,5 20,0 10,6 8,4 7,7 6,9 7,6 10,0 5,6 0,0 Fonte: ISTAT Macchinari meccanici Prodotti tessili, abbigliamento Prodotti vari Mezzi di trasporto Metalli I saldi sono positivi per i prodotti alimentari, le bevande e il tabacco, per il tessile e l abbigliamento, per il legno, per gli articoli farmaceutici e per quelli in gomma e plastica, per gli apparecchi elettronici, ottici e i computer, per gli apparecchi elettrici, per i macchinari meccanici, per i mezzi di trasporto e per i manufatti vari. Risulta invece negativo per i prodotti agricoli, per quelli minerari, per i petroliferi raffinati, per i chimici, per i metalli. Gli importi dei saldi nei primi undici mesi del 2014 hanno subito per alcune categorie merceologiche importanti variazioni. Il calo significativo del deficit dei prodotti minerari e, in misura minore quello dei prodotti petroliferi raffinati, hanno determinato di fatto la contrazione del saldo negativo complessivo. In flessione anche il surplus dei prodotti tessili e dell abbigliamento, degli articoli in gomma e plastica, degli apparecchi elettrici e dei macchinari meccanici, dei mezzi di trasporto. In aumento invece, seppur marginalmente, il saldo positivo dei prodotti alimentari e degli articoli farmaceutici, come il deficit dei metalli. Saldi merceologici 2013 G/N (mln di euro) Pseudo-sottosezioni G/N 2013 G/N 2014 Prodotti agricoli -14,6-17,4-18,4-36,4 Prodotti minerari , , ,5-9941,4 Prodotti alimentari, bevande e tabacco 225,7 426,3 376,8 440,5 Prodotti tessili, abbigliamento 2301,7 2216,8 2090,5 1736,7 Legno e prodotti in legno; carta e stampa 93,7 63,4 56,0 23,3 Coke e prodotti petroliferi raffinati -1586,4-3549,2-3261,6-2462,4 Prodotti chimici 210,6-180,2-158,7-257,4 Articoli farmaceutici 79,1 202,2 190,4 254,4 Articoli in gomma e plastica 539,4 499,4 461,8 419,5 Metalli di base e prodotti in metallo -1305,9-476,9-423,0-580,8 Computer, apparecchi elettronici e ottici 161,4 152,0 137,8 118,2 Apparecchi elettrici 679,9 635,7 583,2 516,6 Macchinari meccanici 2852,5 2882,3 2654,7 2525,5 Mezzi di trasporto 569,8 759,6 726,4 238,4 Prodotti delle altre attività manifatturiere 1093,4 903,7 810,9 734,7 Altro -5,1 17,1-6,3-27,4 Totale -5620,4-9259,1-8228,8-6293,5 Fonte: ISTAT Le limitazioni imposte da Russia e da UE agli scambi commerciali italiani L embargo imposto dalla Russia nei confronti di alcune categorie di prodotti agricoli esportati dall Unione Europea, dagli USA, dal Canada, dall Australia e dalla Norvegia disposto con il decreto presidenziale n. 560 del 6 agosto 2014 dovrebbe mostrare, pur in presenza di casi specifici significativi, un impatto relativamente contenuto sul sistema agro-alimentare italiano nel suo complesso. Sono infatti vietate, a partire dal 6 agosto scorso, per un periodo di dodici mesi, le importazioni russe di pollame, carne suina a bovina, latte e latticini, noci, frutta fresca e lavorata, vegetali freschi, pesce e prodotti ittici (vedi box con dettagli specifici sulle classi delle Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 14

15 merci colpite da queste restrizioni commerciali) mentre non rientrano nell embargo le carni ovine e di coniglio, gli inscatolati di carne, pesce, verdura e frutta, gli animali vivi, le conserve di frutta e di verdura, i succhi e le marmellate, caffè, thè, cacao e lavorati, cioccolato, zucchero, spezie, cereali e loro derivati, quali pasta, pane, pasticceria, prodotti da forno, tutte le bevande alcoliche e non, prodotti derivati da oli vegetali (margarina) e a base di burro, su tutti gli alimenti per l infanzia e per l alimentazione degli animali. L Italia esporta in Russia prevalentemente pasta, vino, latticini, frutta e prodotti dolciari. I dati disponibili sulla struttura delle classi esportate nei primi undici mesi del 2014 evidenziano una spiccata predominanza di alimenti non colpiti sinora dall embargo. Questi prodotti, quali pasta, olio d oliva, cacao e cioccolato, alimenti per animali hanno di fatto visto un andamento particolarmente positivo, con tassi di crescita su anno sostenuti. I dati fanno rilevare che sono stati invece colpiti i settori lattiero caseari, quelli della carne e dell ortofrutta, i quali, presenti nell interscambio con quote ancora contenute, mostravano prima delle sanzioni spazi di crescita interessanti e diverse aziende vi avevano investito risorse per ampliare la penetrazione sul mercato russo. Nei primi undici mesi del 2014 le classi merceologiche colpite dalle restrizioni pesavano circa l 1% sul totale esportato dall Italia in Russia (per un importo di circa 91 milioni di euro) ed hanno subito una contrazione annua del 38%. Al momento le restrizioni commerciali sul comparto tessile sono limitate alle importazioni destinate alle aziende statali russe e non coinvolgono il settore dell abbigliamento, rivolto quasi totalmente ad acquirenti privati. Le imposizioni UE attuate nei confronti della Russia invece (contenute nel documento 32014R0833, Regolamento UE n. 833/2014 del 31 luglio 2014 che attua alcune misure contenute nella decisione 2014/145/PESC e il successivo 2014/659/CFSP dell 8 settembre 2014) riguardano, oltre a misure finanziarie, anche autorizzazioni preventive alla vendita, alla fornitura, al trasferimento o all esportazione, diretta o indiretta, di tecnologie per l industria petrolifera, in aggiunta alla vendita, alla fornitura ed al trasferimento di tecnologia militare, spaziale e per l energia atomica. In particolare sono oggetto di autorizzazione preventiva alla vendita o all esportazione tutte le attrezzature e le tecnologie utilizzate dal settore petrolifero per la prospezione e la produzione di petrolio in acque profonde, nell Artico e per progetti relativi allo scisto bituminoso. E anche vietato fornire, direttamente o indirettamente, vendita o assistenza tecnica ai beni e alle tecnologie militari o a dual utility. Sono esclusi da tale accordo tutte le transazioni stipulate fino al 1 agosto Per l elenco dettagliato dei prodotti e delle merci su cui vengono applicate le limitazioni si veda: Dettaglio delle maggiori classi merceologiche dei prodotti agro-alimentari esportati - Gennaio Novembre mln di euro, variazione annua e quota sul totale export italiano Categorie Export Export Var. % a/a % su % su Mondo 2013 Mondo 2014 Cacao in polvere, cioccolato 44,9 53,8 19,9 3,3 3,8 Vino spumante e altri vini speciali 55,8 50,4-9,7 4,4 3,7 Paste alimentari 44,6 50,1 12,2 2,8 3,1 Vini da tavola e vini di qualità prod. in regioni determ. 45,0 45,6 1,2 1,3 1,4 Tè e caffè 29,7 31,0 4,4 3,1 3,0 Pomacee e frutta a nocciolo 20,8 28,4 36,6 1,8 2,6 Derivati del latte (panna, burro, yogurt) 29,8 27,0-9,5 1,4 1,2 Altre bevande fermentate non distillate 40,7 25,5-37,5 23,8 16,5 Pasticceria fresca 33,9 24,1-28,8 7,1 5,1 Olio di oliva 19,7 23,1 17,1 1,6 1,8 Prodotti per l'alimentazione degli animali da comp. 16,5 22,2 34,5 7,4 9,8 Altri prodotti alimentari n.c.a 12,9 20,5 58,5 2,1 3,1 Totale prodotti agro-alimentari 641,8 577,2-10,1 2,1 1,8 Fonte: ISTAT Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 15

16 Le categorie di merci per le quali è vietata l importazione in Russia da UE, Norvegia, USA, Canada, Australia sono: - Carne bovina, suina e pollame, fresca, surgelata, salata, essiccata o affumicata e loro derivati quali ad esempio salsicce e salumi. (solo i codici 0201, 0202, 0203, 0207, 0210); - Pesci e crostacei, molluschi (soli i codici 0301, 0302, 0303, 0304, 0305, 0306, 0307, 0308); - Latte e prodotti caseari (solo i codici 0401, 0402, 0403, , 0406); - Vegetali, radici e tuberi commestibili (solo i codici da 0701 a 0714); - Frutta e noci (limitatamente dal codice 0801 a 0811, 0813); - Salsicce e salumi (solo codice 1601); - Estratto di malto (colo codici e ); - Prodotti vari (solo codici , ). Le maggiori regioni italiane esportatrici verso la Russia sono il Piemonte, l Emilia Romagna, la Lombardia e il Veneto. Gli IDE italiani in Russia, secondo il Ministero per lo Sviluppo Economico italiano, ammontano a circa 7 miliardi di euro (dalla somma dei flussi dal 1992 al 2013). Sono attive sul territorio russo circa 490 aziende italiane, operanti nell energia, nelle telecomunicazioni, nei veicoli, nell agroalimentare. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 16

17 Tavola dati macroeconomici Economia reale Popolazione (milioni) 143,1 143,7 142,3 142,9 141,6 PIL pro-capite (dollaro PPP) PIL reale (var. %)^ 7,2 1,3 0,6-4,5 0,5 Inflazione (media) (%) ^ 11,3 6,8 7,8 14,0 7,5 Debito pubblico/pil 11,9 8,1 8,3 9,9 11,6 Saldo Stato/PIL (%) 5,8 0,4-0,5-3,0-2,0 MOSPRIME a 3M (%)^ 7,2 7,3 10,0 17,6 8,0 Cambio valuta locale/dollaro (media)^ 26,9 31,8 38,4 63,0 58,0 Tasso di cambio effettivo reale (1997= 00) 104,7 133,2 119,8 84,6 98,8 Tasso di cambio effettivo reale -4,5 (disallineamento % media lungo periodo) 19,5 21,3 10,0 0,2 Vulnerabilità esterna Saldo corrente (miliardi di dollari) 82,5 34,1 56,7 40,6 61,0 Saldo corrente/pil (%) 8,5 1,6 2,7 3,2 4,1 Debito estero/pil (%) 33,4 34,7 31,6 41,6 33,7 Servizio debito/export (%) 11,6 11,5 26,0 29,1 21,9 Debito estero breve/debito estero totale (%) 0,2 0,1 0,1 0,1 0,1 Riserve (in mesi di importazioni) 15,3 13,0 10,8 10,3 8,5 Prospettive e rischi Ultimo Precedente Political Risk (1=rischio max; 10=rischio min.) 5,1 5,1 Spread (EMBI+ spread, pb) 498 (18 feb 2014) 172 (31 dicembre 2013) Fitch* BBB-/N (gen 2015) BBB/N Standard&Poor's* BB+/N (gen 2015) BBB-/N Moody's* Ba1/N (feb 2015 ) Baa3/N Note: E, F= stime e previsioni EIU (feb 2015); (^) Previsione: Intesa Sanpaolo, Direzione Studi e Ricerche; (*) Rating su debito sovrano a lungo termine in valuta estera. Fonti: EIU, Thomson Reuters-Datastream, Moody's, JPMorgan, IIF, FMI, Banca Mondiale, EBRD, ISI, EC, ICE, Transparency International, Heritage Foundation Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 17

18 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche - Responsabile Gregorio De Felice Tel (3) Tel (6) International Research Network - Responsabile Gianluca Salsecci gianluca.salsecci@intesasanpaolo.com Economista - America Latina, CSI e MENA Giancarlo Frigoli giancarlo.frigoli@intesasanpaolo.com Economista - Asia Emergenti Silvia Guizzo silvia.guizzo@intesasanpaolo.com Economista - CEE e SEE Antonio Pesce antonio.pesce@intesasanpaolo.com Economista - Commercio e Industria Wilma Vergi wilma.vergi@intesasanpaolo.com Economista - Banche e Mercati Davidia Zucchelli davidia.zucchelli@intesasanpaolo.com Certificazione dell analista e altre importanti comunicazioni Gli analisti finanziari che hanno redatto il presente documento dichiarano che le opinioni, previsioni o stime contenute nel documento stesso sono il risultato di un autonomo e soggettivo apprezzamento dei dati, degli elementi e delle informazioni acquisite e che nessuna parte del proprio compenso è stata, è o sarà, direttamente o indirettamente, collegata alla strategia di investimento raccomandata o proposta in questo documento. La presente pubblicazione è stata redatta da Intesa Sanpaolo S.p.A. Le informazioni qui contenute sono state ricavate da fonti ritenute da Intesa Sanpaolo S.p.A. affidabili, ma non sono necessariamente complete, e l'accuratezza delle stesse non può essere in alcun modo garantita. La presente pubblicazione viene a Voi fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, ed a titolo meramente indicativo, non costituendo pertanto la stessa in alcun modo una proposta di conclusione di contratto o una sollecitazione all'acquisto o alla vendita di qualsiasi strumento finanziario. Il documento può essere riprodotto in tutto o in parte solo citando il nome Intesa Sanpaolo S.p.A. La presente pubblicazione non si propone di sostituire il giudizio personale dei soggetti ai quali si rivolge. Intesa Sanpaolo S.p.A. e le rispettive controllate e/o qualsiasi altro soggetto ad esse collegato hanno la facoltà di agire in base a/ovvero di servirsi di qualsiasi materiale sopra esposto e/o di qualsiasi informazione a cui tale materiale si ispira prima che lo stesso venga pubblicato e messo a disposizione della clientela. Intesa Sanpaolo S.p.A. e le rispettive controllate e/o qualsiasi altro soggetto ad esse collegato possono occasionalmente assumere posizioni lunghe o corte nei summenzionati prodotti finanziari. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 18

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