18/01/2013. Il profilo economicoaziendale. aziende non profit LE ORIGINI PRIMA DELL UNIFICAZIONE LEGGE 6972/1890 DOPO L UNIFICAZIONE

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1 TERZO SETTORE: AZIENDE NON PROFIT, PRIVATO SOCIALE E OPPORTUNITÀ DI LAVORO CAMPUS DI MACCHIA ROMANA 9 GENNAIO 212 AULA MAGNA FACOLTÀ DI ECONOMIA POTENZA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA BASILICATA ORE TERZO SETTORE: AZIENDE NON PROFIT, PRIVATO SOCIALE E OPPORTUNITÀ DI LAVORO CAMPUS DI MACCHIA ROMANA 9 GENNAIO 212 AULA MAGNA FACOLTÀ DI ECONOMIA POTENZA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA BASILICATA ORE Il profilo economico-aziendale delle aziende non profit Dott.ssa Caterina Ferrone Università degli Studi di Salerno Testimonianze: Il centro di servizi per il volontario della Basilicata: la realtà locale e le opportunità di lavoro Il profilo economicoaziendale delle aziende non profit Dott. Leonardo Vita Presidente CSV Basilicata L Associazione Potentialmente : storia, mission e attività Dott. Giuseppe Calabrese Presidente Dott. Gianluca Meccariello Consigliere Dott.ssa Caterina Ferrone Università degli Studi di Salerno LE ORIGINI PRIMA DELL UNIFICAZIONE Il non profit in Italia ha una tradizione antica, talvolta plurisecolare, molto spesso di gran lunga preesistente al costituirsi dello stato moderno Sin da epoca medioevale la grande tradizione cristiana e la dottrina canonica diedero l impulso e fornirono la base teorica e giuridica per la costituzione di numerosissime associazioni, fondazioni, opere, sia religiose sia laiche Le leggi piemontesi prescrivevano l'assoluto divieto di accumulare patrimoni nelle mani di organizzazioni private non profit, introducendo l obbligo di richiedere l autorizzazione statale per qualsiasi acquisto immobiliare, accettazione di lasciti o donazioni da parte degli enti morali 3 4 DOPO L UNIFICAZIONE Il Parlamento promulgò la c.d. Grande Legge sulle Opere Pie (L. 753/1862), precedenti storici delle attuali IPAB (Istituti Pubblici di Assistenza e Beneficenza) Questa rappresenta una prima vera e propria disciplina completa in materia di organizzazioni non profit Sanciva una grande libertà di azione per le Opere Pie: principio di indipendenza degli istituti di beneficenza da ogni ingerenza e controllo statale 5 LEGGE 6972/189 Negli anni successivi all entrata in vigore della legge sulle Opere Pie si registrò un cambiamento del clima politico e prevalse la tesi di chi sosteneva il primato dell intervento dello Stato La Legge 6972/189, infatti, sancì la trasformazione delle Opere Pie da istituzioni private ad istituzioni pubbliche Nella stessa legge, vengono disciplinati gli ECA (Enti di Carità e Assistenza), sancendo la nascita della beneficenza pubblica statale Sancisce, inoltre, la soppressione di oltre la metà delle Opere Pie: passaggio del controllo del patrimonio dalla Chiesa allo Stato 6 1

2 RIFORMA DEL CODICE CIVILE DEL 1865 LA COSTITUZIONE: 1948 Nei primi decenni del Novecento viene avviata la procedura di revisione dei codici risalenti al secolo precedente. In particolare la riforma del Codice Civile del 1865 porta alla formazione di un regime generale sulle associazioni e le fondazioni che viene tradotta nel Codice Civile del La Carta Costituzionale riconosce la dignità e la necessità delle formazioni sociali per la libera espressione della personalità umana (art. 2 Cost.) Le organizzazioni non profit ed in particolare le associazioni non riconosciute divengono il fulcro di numerose attività 7 8 ANNI SETTANTA Viene avviato un processo di depubblicizzazione D.P.R. 616/1977: dispone la privatizzazione degli enti di assistenza integrativa, la soppressione degli enti pubblici senza funzioni residue, il mantenimento e la privatizzazione degli enti con struttura a base associativa e la cessazione di ogni pubblica contribuzione o sovvenzione per tutti gli enti privati operanti in materie regionali ANNI OTTANTA E NOVANTA Si caratterizzano per il recupero del ruolo produttivo da parte delle aziende non profit aumenta il numero di le aziende non profit impegnate nella produzione diretta di servizi socio-assistenziali Si assiste ad una crisi del sistema pubblico di welfare, sempre più incapace di soddisfare una domanda di servizi crescente ed eterogenea, che porta allo sviluppo di associazioni non riconosciute e poi al proliferare delle cooperative. sentenza della Corte Costituzionale n. 396 del 1988: afferma la piena legittimità di istituzioni private che svolgono attività di interesse pubblico 9 Necessità di un riordino legislativo: Legge 266/91: legge quadro sul volontariato Legge 381/91: legge sulle Cooperative Sociali 1 ANNI OTTANTA E NOVANTA DAL WELFARE STATE ALLA WELFARE SOCIETY L affermarsi dei diversi ruoli delle aziende non profit Imposte contributi Stato Produzione Servizi pubblici 1. Ruolo di advocacy: tutela dei diritti delle fasce deboli di popolazione 2. Ruolo di ri-allocazione di risorse Sussidi defiscalizzazione 3. Ruolo produttivo 11 Donazioni volontariato organizzazioni non profit produzione, riallocazione advocacy 12 2

3 LE RIFORME PIÙ RECENTI LA WELFARE SOCIETY Nella welfare society la produzione e l'offerta di servizi sociali e sanitari è incentrata sulla pluralità dei soggetti Tale pluralità che non è solo numerosità ma anche varietà di tipologie organizzative, molteplicità dei contributi offerti Legge 328/2: sistema integrato di interventi e servizi sociali Legge 118/25: impresa sociale PREMESSA LE PRINCIPALI FORME ORGANIZZATIVE DEL NON PROFIT FORMA ORGANIZZATIVA FORMA GIURIDICA Forma organizzativa: ha a che fare con le modalità con le quali i singoli fattori della produzione sono posti in relazione di interdipendenza all interno dell azienda Forma giuridica: dipende da come la legge ha disciplinato un determinato fenomeno 15 La nostra attenzione si concentrerà soprattutto sulle forme organizzative 16 La definizione di azienda non profit La definizione di azienda non profit nella dottrina italiana esistono diverse espressioni che indicano la realtà in oggetto: Capaldo In base all attività prevalente Aziende di autoproduzione Aziende filantropiche Non profit (not for profit organizations) Imprese sociali Terzo settore Privato sociale Aziende e amministrazioni pubbliche Airoldi In base alla capacità di coprire i costi con i contributi dei destinatari Aziende non autosufficienti Aziende autosufficienti Fondazioni si differenziano da Imprese 17 Cavalieri imprese non imprese Competizione attenuata Pubbliche amministrazioni Cooperative 18 Fondazioni e associazioni 3

4 Le caratteristiche distintive soggetto economico privato imprenditorialità autonomia ANALISI ECONOMICA DELLE DIFFERENZE TRA AZIENDE NON PROFIT E AZIENDE FOR PROFIT AZIENDA NON PROFIT Finalità fondamentale: fine sociale Reinvestimento degli eventuali profitti nell attività d impresa Soddisfacimento diretto del bisogno AZIENDA FOR PROFIT Finalità fondamentale: conseguire un profitto Attitudine a remunerare, con i ricavi conseguiti, tutti i fattori produttivi impiegati in maniera almeno congrua Soddisfacimento del bisogno mediato dalla presenza del profitto Limitato rapporto di scambio con il mercato, o solo a monte, o solo a valle Rapporto con il mercato sia in fase di approvvigionamento, sia in fase di scambio 19 ECONOMICITA 2 FATTORI DI SVILUPPO: Le caratteristiche identificative Criteri identificativi: Macro-economici legati alla crisi del Welfare state, cioè dello Stato come soggetto capace di assicurare una rete di protezione minima a tutti i cittadini, soprattutto a quelli in stato di bisogno, in ambiti come l istruzione, la sanità, etc Economici-sociali connessa ai fattori quali l incremento della ricchezza e del tempo libero che spingono molti individui a partecipare ad attività sportive, ricreative, culturali svolte in forma associata. Legislativi legati al fatto che l evoluzione normativa ha agevolato l operato delle istituzioni non lucrative favorendo la nascita di nuove organizzazioni e lo sviluppo di quelle esistenti. costituzione formale natura giuridica privata autogoverno assenza di distribuzione del profitto presenza di lavoro volontario Le principali tipologie di aziende non profit previste dall ordinamento Le principali tipologie di aziende non profit previste dall ordinamento Associazioni non riconosciute Art. 36 e ss. C.C. Associazioni riconosciute Art. 14 e ss. C.C. Atto costitutivo e statuto struttura aperta autonomia patrimoniale attività finanziata con contributi degli associati, donazioni, attività commerciali limitate delega della gestione ad una o più persone fisiche estinzione per scadenza, delibera, mancanza di associati devoluzione dei residui costituzione per atto pubblico riconoscimento personalità giuridica iscrizioni in appositi registri stesse caratteristiche delle ass. non ric. 23 Fondazioni Art C.C. Associazioni di promozione sociale (ex IPAB) L. 383/ Comitati non previsti dall ordinamento riconoscimento come per le ass. ric. costituzione per atto pubblico o testamento patrimonio vincolato a scopi non lucrativi attività di utilità sociale contributi di aderenti, privati, enti pubblici, donazioni e lasciti, proventi diversi struttura aperta fondi raccolti per un iniziativa struttura chiusa scopo a rilevanza esterna patrimonio costituito con contributi dei soci responsabilità illimitata 24 4

5 Le principali tipologie di aziende non profit previste dall ordinamento Organizzazioni di volontariato L.266/91 attività prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite l organizzazione Profili fiscali Onlus D. Lgs. 46/97 Art. 1 Cooperative Legge Basevi L.59/92 Art C.C. Cooperative sociali L.381/91 Imprese sociali D. Lgs. 155/6 mutualità/solidarietà; indicazione del numero minimo di soci ; variabilità dei soci; limite di partecipazione alle quote o azioni della cooperativa; variabilità del capitale; unicità del voto. cooperative di tipo A: servizi socio-sanitari cooperative di tipo B: inserimento lavoratori attività economica di produzione di beni 25 e servizi di utilità sociale diretta a realizzare finalità di interesse generale attività con finalità sociale nei settori definiti assistenza sociale e socio-sanitaria; assistenza sanitaria; beneficenza; istruzione; formazione; sport dilettantistico; tutela, promozione e valorizzazione delle cose d'interesse artistico e storico tutela e valorizzazione della natura e dell'ambiente, promozione della cultura e dell'arte; tutela dei diritti civili; ricerca scientifica onlus di diritto e onlus per scelta 26 UNA SOLA ESPRESSIONE PER TANTE REALTÀ DIVERSE Associazioni Fondazioni Comitati La gestione acquisitrice: l approvvigionamento di risorse monetarie Fonti pubbliche Fonti private Società di mutuo soccorso (L. 3818/1886) IPAB (L. 6972/189, L. 328/2) Organizzazioni di volontariato (L. 266/1991) Cooperative sociali (L. 381/1991) ONG (L.47/1987) Associazioni di promozione sociale (L. 383/2) Imprese sociali (D.Lgs 155/26) Fondazioni di diritto speciale (familiari, bancarie, scolastiche, di culto, liriche, militari) Onlus (D.Lgs 46/1997) 27 Finanziamento pubblico nazionale Finanziamento pubblico nazionale e internazionale Finanziamento pubblico in logica di fornitura di beni e servizi Funzione di fund-raising Volontari Clienti esterni Clienti interni Sostenitori : Imprese Royalties Campagne di promozione Percentuali sugli incassi Banche e fondazioni bancarie 28 La gestione acquisitrice: l approvvigionamento di risorse monetarie La gestione acquisitrice: l approvvigionamento di risorse non monetarie Prodotti finanziari etici: fondi comuni d investimento etici conti correnti etici affinity cards Lavoratori volontari Beni e servizi acquisiti dietro corrispettivo Beni e servizi acquisiti senza corrispettivo

6 Correlazione tra finanziamenti e investimenti La gestione produttrice Entrate + denaro + crediti di funz.to - debiti di funz.to Uscite -denaro - crediti di funz.to + debiti di funz.to Settore del denaro e valori assimilati Mercati di collocamento Entrate di denaro Mercati di approvvigionamento Uscite di denaro Settore del denaro Raccolta di mezzi monetari Restituzione di mezzi monetari Donazioni monetarie Finanziamenti (cap. proprio e prestiti) Investimenti (produz. e fin. concessi) Settore 31 delle operazioni Erogazione prodotti Vendita prodotti Ottenimento prodotti Atti di gestione interna Acquisizione dei Donazioni fattori produttivi non monetarie Combinazione produttiva Settore 32 delle operazioni La gestione produttrice L informazione esterna nelle aziende non profit ORGANI DI GOVERNO DONATORI DI RISORSE FINANZIARIE/BENI IN NATURA DIPENDENTI AMMINISTRAZIONE FINANZIARIA FORNITORI DONATORI DI SERVIZI AZIENDE NON PROFIT ENTI PUBBLICI CONVENZIONATI FINANZIATORI E BANCHE ETICHE ENTI PRIVATI CONVENZIONATI 33 FRUITORI DEI SERVIZI COMUNITA MANAGER 34 L informazione esterna nelle aziende non profit MAGGIORI ESIGENZE INFORMATIVE ED OBBLIGHI MORALI VERSO: L informazione esterna nelle aziende non profit RENDICONTO SOCIALE DONATORI DI RISORSE FINANZIARE VANNO INFORMATI CIRCA I FONDI APPORTATI DONATORI DI RISORSE UMANE (LAVORATORI VOLONTARI) VANNO INFORMATI CIRCA IL LAVORO RESO SENZA CORRISPETTIVO FRUITORI DEI SERVIZI SOCIALI VANNO TUTELATI ALMENO QUANTO I CLIENTI DELLE AZIENDE FOR PROFIT documento di carattere quantitativo e qualitativo,in grado di riassumere i risultati raggiunti dalla gestione, attraverso una griglia di indicatori di carattere sociale. ESEMPI numero utenti assunti / totale utenti numero utenti disintossicati / totale utenti

7 RICERCHE ESTERNE OGGI, NEWTON, CORRIERE DELLA SERA, GAZZETTA DELLO SPORT COMUNITA BANCHE GLI STRUMENTI DI COMUNICAZIONE CAMPAGNE TELEVISIVE COMUNICAZIONE FINAZIARIA ALTRE IMPRESE STAKEHOLDERS GRUPPI SPORTIVI SITO INTERNET QUOTIDIANI E SETTIMANALI AVVIENE CON LA PUBBLICAZIONE MENSILE DEI RISULTATI CONSEGUITI, CIO E A GARANZIA DELLA TRASPARENZA STATO (AVIS) ISTITUTI INTERNI DIPENDENTI E MANAGEMENT RAI E MEDIASET RENDICONTO DELLA GESTIONE COMITATO TELETHON AL 3 GIUGNO 22 ONERI ATTIVITÀ TIPICHE ONERI PROMOZIONALI ATTIVITÀ ACCESSORIE ONERI FINANZIARI E PATRIMONIALI ONERI STRAORDINARI ONERI DI SUPPORTO GENERALE RISULTATO GESTIONALE POSITIVO (RISPARMIO) PROVENTI ATTIVITÀ TIPICHE PROVENTI DA RACCOLTA FONDI ATTIVITÀ ACCESSORIE PROVENTI FINANZIARI E PATRIMONIALI PROVENTI STRAORDINARI RENDICONTO DELLA GESTIONE FONDAZIONE TELETHON AL 3 GIUGNO 22 ONERI ATTIVITÀ TIPICHE ONERI PROMOZIONALI ATTIVITÀ ACCESSORIE ONERI FINANZIARI E PATRIMONIALI ONERI STRAORDINARI ONERI DI SUPPORTO GENERALE RISULTATO GESTIONALE POSITIVO (RISPARMIO) PROVENTI ATTIVITÀ TIPICHE PROVENTI DA RACCOLTA FONDI ATTIVITÀ ACCESSORIE PROVENTI FINANZIARI E PATRIMONIALI PROVENTI STRAORDINARI PRINCIPALI ENTRATE DONAZIONI PRINCIPALI USCITE LE USCITE SONO DESTINATE PRINCIPALMENTE AL FINANZIAMENTO DEI PROGETTI DI RICERCA BNL ED ALTRI ISTITUTI DI CREDITO TIM E OMNITEL SMA-GRUPPO RINASCENTE AUTOGRILL FERROVIE DELLO STATO POSTE ITALIANE AVIS RCS P. A.(LOSTESSO COMUNE DI NAPOLI ) ALTRI GRUPPI AZIENDALI ED IL PUBBLICO 41 ISTITUTI INTERNI LE RICERCHE ESTERNE RAI S.P.A POSTEL S.P.A. TELECOM S.R.L. FORNITORI VARI STATO E ISTUTI PREVIDENZIALI SPESE PER IL PERSONALE 42 7

8 NON PROFIT Il non profit è un fiore all occhiello del nostro paese. Oltre alle grandi associazioni che hanno fatto la storia civile del nostro paese (Croce Rossa, Misericordia, Avis, etc.) la grande ricchezza dell italia è quella di un tessuto di oltre 2. associazioni sparse e attive sul territorio. 43 8

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