L INTERVENTO EDUCATIVO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE Dott.ssa Clea Terzuolo Ambulatorio Autismo ASLCN1 Mondovì (Cn)
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1 L INTERVENTO EDUCATIVO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE Dott.ssa Clea Terzuolo Ambulatorio Autismo ASLCN1 Mondovì (Cn) Interventi Educativi di tipo cognitivo e comportamentale precoci, coerenti e continuativi, conducono ad un miglioramento sostanziale della qualità della vita e richiedono azioni strutturate, formazione permanente, trattamenti individualizzati volti ad incontrare le carenze relazionali e a favorire l intenzionalità comunicativa. In questa ottica riabilitativa le linee di intervento si avvalgono di strategie educative specifiche tra cui la concordanza luogo-attività, la comunicazione stabile, l azione prevedibile, l organizzazione del tempo e dello spazio il cui scopo è quello di compensare le difficoltà di comprensione dei messaggi eliminando gli elementi ridondanti e semplificando le richieste e le situazioni. Le tecniche di educazione che fanno ricorso alla comunicazione aumentativa e ai supporti visivi, alla valorizzazione delle abilità presenti o emergenti, al lavoro di rete con la scuola e la famiglia, che vengono da anni applicate nella maggior parte dei paesi europei e negli USA, sono attualmente riconosciute dalla comunità scientifica internazionale come supporto più efficace dell educazione dei bambini con autismo. Per la specificità dei tratti di personalità e le caratteristiche proprie dei disturbi generalizzati dello sviluppo, l educazione permanente si realizza attraverso il lavoro della rete di servizi, la capillarizzazione delle metodologie e degli insegnamenti nei diversi contesti di vita, il massimo coinvolgimento dei genitori e la loro condivisione delle scelte metodologiche e degli indirizzi terapeutici. Un programma di trattamento psicoeducativo inizia con un efficace valutazione delle abilità funzionali (PEP-R PEP3, Profilo psicoeducativo) e prosegue con la stretta collaborazione tra i professionisti e i genitori che assumono il ruolo di co-terapeuti attraverso l apprendimento delle tecniche di educazione speciale secondo i bisogni del proprio figlio (Reichler e Schopler, 1976.) Tra i modelli riabilitativi cognitivo-comportamentali effettuati nella pratica dell intervento educativo trova spazio quello dell educazione strutturata che si avvale della comunicazione aumentativa alternativa e che attinge alcuni contenuti, adattandoli alla realtà presente in Italia, dal Programma della Division TEACCH (Treatment and Education of Autistic Related Communication Handicapped Children) dell Università del North Carolina, un metodo riconosciuto a livello mondiale come uno dei più efficaci e che tiene conto di tutte le risorse che ruotano attorno alla persona con autismo, dalla famiglia alla scuola. Il Programma TEACCH racchiude una grande competenza di Educatore, e consiste in una valutazione individualizzata e in un Progetto educativo tagliato su misura (Schopler E., 1991) e gli interventi interessano terapie integrate e programmate in relazione all area che si intende sviluppare e vengono effettuati all interno di diversi contesti: individuale, di gruppo, familiare e scolastico.
2 PROGRAMMI EDUCATIVI 1. Valutazione funzionale (PEP-3 Profilo psicoeducativo) Abilità emergenti Sviluppo di potenzialità 2. Migliorare l adattamento Comprensione delle proposte. Prevedibilità. Condivisione e Indipendenza 3. Migliorare la comprensione delle situazioni sociali Potenziamento delle abilità sociali. Gioco e Attenzione condivisa 4. Adattare le attività: scolastiche e di tempo libero Comprensione dei compiti Abilità cognitive Lavoro in piccolo gruppo A Casa Integrazione a Scuola Colloqui con la famiglia Gestione dei comportamenti problema Organizzazione del tempo libero Intervento educativo dentro la classe. Preparazione del passaggio di livello scolastico Lavoro individuale. Sviluppo di abilità cognitive e comportamentali Sviluppo dell Intersoggettività e delle capacità di comunicazione Sviluppo delle autonomie Sviluppo di abilità di generalizzazione
3 Azioni di gioco sociale relazionale e simbolico, imitazione, pensiero creativo e astratto. Attenzione condivisa. Terapia per affinare la motricità fine e globale e per migliorare la coordinazione oculo-manuale Facilitazione degli apprendimenti in ambito didattico e scolastico Terapie volte a favorire l espressione e la decodifica di bisogni ed emozioni Gestione di situazioni problematiche e sviluppo del comportamento adattivo Una strategia operativa importante è quella di rendere attraente il momento del lavoro, rilassante la gestione di una situazione scolastica che generalmente è fonte di stress. Occorre creare un ambiente empatico con il bambino attraverso un gioco che lo coinvolga e lo motivi a stare seduto o a guardarci negli occhi come, ad esempio, le bolle di sapone, il polistirolo sbriciolato che scende in una bottiglia trasparente, un oggetto dalla forma o dal suono interessante. Comprensione delle proposte Motivazione Il tempo è uno strumento fondamentale: occorre concederlo e saperlo organizzare trasformandolo in un segnale di lettura immediata. Alcuni bambini con autismo affrontano con fatica l abbandono di un attività o l inizio di un nuovo compito e la collaborazione che possono offrire nei confronti di una consegna scolastica è maggiore se è comprensibile e chiaro il tempo di impiego e ciò che segue. L ordine di esecuzione delle attività deve essere adattato alle prestazioni individuali iniziando dalle richieste più semplici e proseguendo con le più complesse che richiedono maggior concentrazione ed impegno.
4 Partecipare alla costruzione del Programma. La partecipazione del bambino alla costruzione di un piano di lavoro ha lo scopo di favorire la prevedibilità di tempi e azioni. L attesa di un attività piacevole aumenta il livello di motivazione e la collaborazione. Le indicazioni offerte possono essere oggetti, figure o scritte che il bambino è in grado di interpretare. Il sistema immagine- parola costituisce un vocabolario stabile. L essenziale è comprendere, capirsi. La scelta e il rifiuto Le attività. L attività più adatta è quella che si comprende, che ha un buon livello di gratificazione in relazione all esecuzione del compito, che risponde ai requisiti di un progetto individualizzato. La finalità è ottenere qualcosa di utile per la vita e per il benessere del bambino. La linea delle abilità emergenti (ciò che il bambino sa fare con aiuto) tracciata dal Test di valutazione funzionale Pep-R aiuta l Educatore ad orientare la scelta delle attività da proporre in relazione al Progetto riabilitativo (Schopler et. Al., 1980). In alcuni casi è indispensabile adattare le attività favorendone la comprensione e l indipendenza nella realizzazione. Le proposte finalizzate all esercizio di abilità cognitive, del pensiero logico-astratto, al raggiungimento dell autonomia nel percorso procedurale, al potenziamento della coordinazione fino-motoria e delle sociale richiedono passaggi graduali di difficoltà, verifiche intermedie e chiarezza nell espressione della proposta. L utilizzo di contenitori a scomparti può agevolare l esecuzione indipendente e favorire la comprensione del concetto di insieme, di classe, di maggiore e minore e attraverso il fare pragmatico e la lettura visiva si favorisce il processo di generalizzazione. L interpretazione di concetti astratti avviene più facilmente rispetto all utilizzo di parole verbali o schede didattiche che richiedono l abilità di classificare significati con l ausilio di associazioni mentali. Il bambino autistico ha una risorsa che in alcuni casi può trasformarsi in un limite: è iperealistico, attento al particolare, poco incline ad allusioni, sorprese e metafore di tipo convenzionale spesso contenute nelle indicazioni delle schede operative scolastiche (unire con una freccia o un simbolo il sole al mare, la neve al cappello ) Occorre quindi modificare l espressione del compito ( metti in un cerchio o in una scatola gli indumenti che usi al mare e nell altra gli abiti che si indossano quando fa freddo ), adattando senza allontanarsi dalla finalità dell azione didattica. Utilizzando strumenti di lavoro visibili e toccabili è possibile constatare che il bambino è in grado di eseguire il
5 compito e che la difficoltà risiede nella forma della presentazione e nella difficile comprensione di essa. In altri casi può essere utile l uso della C.A.A., parole scritte ed immagini, indicazioni gestuali o sonore, tutto ciò che consente di trasformare istruzioni astratte in comunicazione concreta, semplificando il significato della richiesta, agendo sullo spazio fisico e sulla sequenza delle azioni necessarie per lo svolgimento del compito. Migliorare la relazione Attenzione congiunta Guardarsi negli occhi, toccarsi, condividere emozioni Classificazione Semplificare Emozioni Oggetti Aumentare abilità didattiche Potenziare abilità di vita quotidiana
6 Lavoro in piccolo gruppo. I deficit di comunicazione e di comprensione sociale sono alla base della maggior parte dei problemi di comportamento frequenti nell autismo, che ostacolano talvolta non solo l apprendimento, ma anche la presenza in classe o addirittura nella scuola del bambino autistico. (Frith, U. 1996) La principale finalità del lavoro in piccolo gruppo consiste nel facilitare le relazioni sociali favorendo la condivisione di esperienze, la reciprocità sociale e la comprensione di regole di comunicazione verbale e non verbale attraverso simulate, giochi di scambio e attenzione congiunta, racconto spontaneo con mediazioni oggettuali, indicazioni cartacee stabili, elaborazione di testi. L analisi del compito con rinforzo visivo potenzia abilità di svolgimento di azioni procedurali in sequenza (fare la spesa, cucinare un dolce, raccontare una fiaba.) Gioco di finzione e simbolico, leggere le fiabe con parole e frasi ad immagini La rete dei servizi L esperienza di apprendimento deve essere sperimentata simultaneamente in tutti i contesti di vita del bambino per consentire la condivisione e l utilizzo delle metodologie educative specifiche nella struttura riabilitativa, nella scuola e in famiglia. CASA SCUOLA NPI Le strategie di lavoro specifiche, finalizzate ad attività di autonomia personale e scolastica: prepararsi la cartella, preparare il tavolo, organizzare il proprio tempo libero a casa, condividere il materiale di gioco con un coetaneo, comprendere le consegne scolastiche in classe, eseguire i compiti, organizzate e predisposte per rispondere ai bisogni che derivano dai deficit di attenzione e di percezione, possono essere trasportate nella scuola, a casa e nelle attività di tempo libero.
7 Ogni ausilio specifico diverrà, in seguito ai progressi personali del bambino, meno strutturato, meno indispensabile, lasciando spazio all innovazione e all adattamento a situazioni quotidiane, alla cooperazione in piccolo gruppo. L ambulatorio offre spazi accoglienti e definiti e propone una strutturazione che agevola la comprensione del mondo e delle sue regole, facilita l apprendimento in ambito scolastico e lavorativo e fornisce strumenti per la gestione dell autonomia e del tempo libero, ma l obiettivo bersaglio della terapia è trasportare tecniche e strumenti, abilità e progressi fuori dalle mura della struttura riabilitativa. Il setting terapeutico è quindi una palestra dove è possibile allenarsi a sostenere lo sforzo della comprensione delle consegne, gestire i problemi di comportamento, imparare tecniche di comunicazione e di relazione e sperimentarle nella vita: a casa, nel gioco, a scuola, in piscina, al campo sportivo, nel cortile di casa con i coetanei. Interventi educativi in Famiglia. Il principio che è alla radice dell approccio TEACCH è la collaborazione tra i genitori e gli operatori. I genitori forniscono soluzioni e suggerimenti che offrono ai professionisti indicazioni importanti per un lavoro di cooperazione. In famiglia si evidenziano le priorità educative: autonomia personale (uso del bagno e igiene, indipendenza nelle attività quotidiane), gestione delle relazioni in famiglia, contenimento dell aggressività in relazione ad eventi destabilizzanti (cambiamenti di routine, del tempo e dell ora legale, alterazione dei ritmi sonno e veglia), particolarità dell alimentazione ed eccessiva selezione dei cibi, comportamenti problematici (cambiare canale alla TV, percorrere un nuovo tratto stradale) abilità sociali e relazionali (accettare l invito di conoscenti, uscire fuori a cena, invitare i compagni per la festa di compleanno dei fratelli), gestione del tempo libero (svago, giochi sociali e alternanza di turni con i fratelli). Azioni di cooperazione educativa: Intervento educativo in famiglia (se necessario) Azioni di autonomia: preparasi la cartella, organizzare il tempo libero Organizzazione di spazi di lavoro al tavolo ( attività scolastiche: comprensione e organizzazione delle proposte) Progetti finalizzati alla gestione di specifici problemi di comportamento: difficoltà di contenimento al supermercato, difficoltà ad adattarsi al cambiamento di un percorso stradale Parent training e gruppi di discussione per genitori Territorio: Corsi di formazione per i volontari a sostegno della famiglia
8 Imparare sequenze di azioni ANALISI DEL COMPITO Preparare il tavolo Preparare la cartella da soli Prepararsi il programma per il tempo libero a CASA con l aiuto di una tabella delle scelte Tabella delle scelte Organizzo il mio pomeriggio: prima il puzzle, poi
9 Affrontare un problema SCELTE E RIFIUTI LATTE: Oggi NO BISCOTTI :Oggi NO Tasca delle scelte La merenda LA LISTA DELLA SPESA PANE SCELTA PASTA CARNE ACQUA LATTE SCELTA DI UNA COSA Interventi educativi a Scuola: Nel servizio scolastico, collocato in un sistema integrato con i servizi territoriali e con il contesto familiare, la metodologia esperita in ambulatorio diventa realtà applicativa e
10 l insegnante competente mette a disposizione del bambino con l autismo stili di conduzione e programmi altamente individualizzati, flessibili, creativi e modificabili. Il lavoro educativo è orientato a: - favorire il benessere del bambino nella scuola - fornire consulenza al personale docente: offrire strumenti di comprensione agli insegnanti e consentire strategie educative più adeguate - facilitare l orientamento del bambino autistico all interno della struttura e la comprensione delle consegne scolastiche - adattare i programmi e le attività strutturando lo spazio e il tempo, se necessario - consentire l uso del comunicazione specifica nella classe facendo partecipi compagni ed insegnanti - organizzare momenti di gioco individuale e di gruppo nella scuola materna ed elementare (gioco simbolico, racconto di fiabe) Gioco da solo insieme agli altri Passaggio al Gioco a due Le competenze acquisite con l ausilio di un sistema di lavoro organizzato al tavolo, la comprensione del tempo in riferimento al prima e al dopo, al dove e per quanto tempo lavoro, le competenze cognitive e l apprendimento di abilità didattiche e relazionali che si sperimentano nel setting ambulatoriale all interno di uno spazio privo di distrazione e strutturato, trovano all interno della scuola il loro effettivo completamento. AMBULATORIO ATTIVITA EDUCATIVE CLASSE
11 Nell aula ricca di stimoli: disegni, poster, giochi, banchi, libri, lavagne, rumori, finestre, spazi, luci sarà più facile applicarsi se le abilità richieste sono già state sperimentate in un contesto di lavoro privilegiato; è nella scuola che lo sforzo personale del bambino e la tensione progettuale rivelano la loro l efficacia. Lo scopo del training ambulatoriale è quindi quello di trasportare le acquisizioni nell aula, vicino ai coetanei, sul banco scolastico, durante l intervallo, nelle gite e in tutte le esperienze ludiche individuali e di gruppo che il sistema scolastico propone. Si tratta di progettare una scuola ospitale che favorisca il benessere del bambino, l integrazione scolastica e faciliti l apprendimento attraverso alcune linee progettuali: Interventi educativi in classe da parte dell Educatore sanitario: trasporto di tecniche e metodologie sperimentate con il bambino in Ambulatorio dentro l aula Strutturazione spazio/tempo, se necessario Consulenza funzionale sulle strategie educative e sull adattamento delle proposte didattiche Lavori in piccolo gruppo: racconto di fiabe con ausili visivi Preparazione del passaggio di livello scolastico da effettuarsi prima dell inizio dell anno scolastico (maggio): incontri con i Dirigenti scolastici, con i genitori e le future insegnanti, sperimentazione del percorso casa-scuola, lavoro all interno della nuova scuola, strutturazione in aula e conoscenza degli ambienti. Le conoscenze sul trattamento dei bambini autistici portano all'affermazione che il trattamento di elezione è l'educazione. Sappiamo che questa educazione ha notevole efficacia se l insegnamento è precoce ed intensivo, se il percorso è adeguatamente strutturato, se l'ambiente e i modi di insegnare sono adattati alle caratteristiche di funzionamento delle persone con autismo. Dato che nella maggioranza dei casi non c'è una malattia da curare, ma occorre costruire specifiche abilità, bisogna insegnare al bambino le abilità (in campo motorio, cognitivo, comunicativo, linguistico, ecc.) che possono compensare le sue difficoltà; bisogna insegnare al bambino abilità sociali (dalla prossimità e dal contatto con altri alla soluzione dei problemi interpersonali, passando attraverso la riduzione dei comportamenti disturbanti); bisogna insegnare al bambino a usare nell'ambiente reale le abilità apprese. (Schreibmann, 2000). (E.Micheli-Estratto da AUTISMO e il Laboratorio Psicoeducativo Vol. 2, n. 2 maggio 2004 Dott.ssa Clea Terzuolo
12 Bibliografia Carol Gray Il libro delle storie sociali. Ad uso delle persone con disturbi autistici per apprendere le abilità sociali. Vannini Editrice, 2004 Hogdon L. (2000), Strategie visive per la comunicazione. Guida pratica per l'intervento nell'autismo e nelle gravi disabilità dello sviluppo, traduzione a cura di Kozarzewska A., Vannini, Brescia, 2004 Marilena Zacchini, Enrico Micheli Vannini 2004 Verso l autonomia. La metodologia T.e.a.c.c.h. del lavoro indipendente. Cavagnola, P. Moderato, M. Leoni (a cura di) Autismo che fare? Orientarsi tra le teorie e gli interventi - collana Ed. Vannini - Gussago (BS), con scritti di G.M. Arduino, C. Hanau, D. Mariani Cerati, E. Micheli, D. Vivanti. Xaiz Cesarina; Micheli Enrico, Gioco e interazione sociale nell autismo. 2001, Centro Studi Erickson Pianeta autismo: un esperimento di programmazione integrata (del Teacch) a Reggio Calabria Cottini L. (2002) L'integrazione scolastica del bambino autistico. Carocci Roma Rita Jordan e Stuart Powell. Autismo e intervento educativo, comunicazione emotività e pensiero Pernille Dyrbjerg e Maria Vedel., L apprendimento visivo nell autismo. Erickson Gardolo Trento, 2007 Xaiz C, Micheli E., Gioco ed interazione sociale nell autismo.trento, Erickson Buone prassi di Integrazione scolastica (a cura di A. Canevaro e D. Ianes) - Erickson, Trento, 2001
13 Hogdon L. (2000), Strategie visive e comportamenti problematici Gestire i problemi comportamentali nell autismo attraverso la comunicazione visiva- Vannini, Brescia, 2004
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