STRATEGIE DI INTERVENTO EDUCATIVO in AMBULATORIO a CASA e a SCUOLA con minori con autismo

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1 Semplice mente Genitori Onlus Viareggio 17 settembre 2011 comunic.a.a. chi ha detto che non ho niente da dire..! Corso di Comunicazione Aumentativa e Alternativa STRATEGIE DI INTERVENTO EDUCATIVO in AMBULATORIO a CASA e a SCUOLA con minori con autismo Dott.ssa Clea Terzuolo Pedagogista NPI A.S.L. CN1 Mondovì

2 Comportamenti inappropriati Comportamenti ripetitivi o compulsivi Stereotipie Rigidità Difficoltà a comprendere le situazioni sociali Difficoltà di adattamento Difficoltà ad accettare i cambiamenti Aggressività Odorare, annusare, leccare Mancanza di adeguatezza sociale Mancanza di senso del pudore Interessi specifici e ossessioni Ristretta scelta di interessi Disturbi dell umore

3 E problemi sottostanti Problemi sensoriali e attentivi Iposensorialità, ipersensorialità, Focalizzazione dell attenzione Problemi cognitivi legati all affettività Teoria della mente, selettività Problemi legati all immaginazione Iperealismo, Interessi ristretti

4 I disturbi dello spettro Autistico hanno in comune Compromissione qualitativa dell Interazione sociale Compromissione qualitativa della Comunicazione Modalità di comportamento Interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati

5 Comprendere le situazioni sociali TEORIA DELLA MENTE: L abilità di attribuire credenze e desideri agli altri al fine di predirne i comportamenti (Frith 1985)

6 LA COERENZA CENTRALE (o interna) E la naturale tendenza dei processi cognitivi umani a ricondurre l'insieme degli stimoli e delle rappresentazioni mentali verso un livello unitario e centrale, che ne garantisce la visione organica e d'insieme, in cui risiede la mentalizzazione. (S.Baron-Cohen, U.Frith)

7 Deficit della COERENZA CENTRALE Il profilo cognitivo del bambino autistico permette di rilevare una serie di elementi caratterizzanti, rappresentati da: -un incapacità di cogliere lo stimolo nel suo complesso; -un elaborazione segmentata dell esperienza; -una difficoltà di accedere dal particolare al generale; -una polarizzazione esasperata su frammenti di esperienza. TALI ELEMENTI HANNO INDOTTO A FORMULARE L IPOTESI DI UNA DEBOLEZZA DELLA COERENZA CENTRALE

8 Deficit della COERENZA CENTRALE Una debolezza in suddetta capacità porta il bambino autistico a rimanere ancorato a dati esperenziali parcellizzati, con incapacità di cogliere il significato dello stimolo nel suo complesso.

9 Deficit delle Funzioni Esecutive. Molti dei comportamenti autistici sarebbero l espressione di un deficit di tali abilità, per esempio: l impulsività, Per l incapacità di inibire le risposte inappropriate; l iperselettività, per l incapacità di cogliere il tutto senza rimanere ancorato al particolare; la perseverazione, per l incapacità di ridirezionare in maniera flessibile l attenzione. NPI-AZIENDA SANITARIA REGIONALE A.S.L. n 8 Dott.ssa G.Gattero-Dott. Alessandro Mariani

10 PROGETTARE L INTERVENTO La Strutturazione dello spazio fisico facilita l attenzione del bambino e favorisce l interazione e la collaborazione. Usare uno stile concreto. Gli oggetti presenti parlano più delle parole La COMUNICAZIONE VISIVA rappresenta un canale privilegiato

11 COSA FARE Organizzare compensa le difficoltà di comprensione dei messaggi e del significato delle situazioni trasformare indicazioni verbali e astratte in indicazioni concrete, fatte di oggetti, materiali e arredi, eliminando elementi ridondanti e semplificando le richieste e le situazioni agire sullo spazio fisico e/o sulla sequenza di azioni necessarie per lo svolgimento dell attività.

12 L intervento educativo: PREREQUISITI per l Apprendimento ABILITA Cognitive e didattiche ABILITA Sociali e Relazionali ABILITA di Autonomia

13 La Valutazione Funzionale informale (Terzuolo-Gonella 2008 Terzuolo2010) La diagnosi funzionale, essendo finalizzata al recupero del bambino autistico, deve tenere conto delle potenzialità registrabili nelle Aree: AREA Relazione-Sociale AREA Autonomia AREA Cognitiva AREA Motoria AREA Comunicazione AREA Espressiva Emotiva

14 Osservare le diverse aree Funzionali per identificare - Quali aspetti dell attuale livello di funzionamento e comportamento del bambino POSSIAMO ragionevolmente cambiare - Quali aspetti I GENITORI desiderano cambiare - Quali risorse hanno: il bambino-i genitori-la comunità per contribuire al raggiungimento del cambiamento (E.Shopler R.J. Reichler M. Lansing1997)

15 1.AREA RELAZIONE SOCIALE -Imitazione -Imita 3 posture guardando la foto -Fa l impronta nel pongo seguendo il modello -Riproduce con il lego una successione -Attenz.congiunta -Contatto di sguardo -Alternanza di turni -Richiesta di aiuto -Scambio di pallina a l tavolo -guarda in viso chi gli parla -mantiene il contatto di sguardo -segue con lo sguardo l acqua colorata nella bottiglia -Fa a turno a mettere i cubetti in un contenitore Forza 4 -Mostra immaginazione giocando con le marionette -Richiede l aiuto per aprire la scatola di 1 gioco o per prendere le bolle

16 2.AREA AUTONOMIA - di Base - Sociale - Lavoro -Vestirsi - svestirsi -Andare in bagno autonomamente -Lavarsi le mani. -Saluta/Risponde al saluto -Chiede aiuto -Richiede un oggetto lontano -Indica un oggetto con il dito. -Lavora al tavolo -Porta a termine un lavoro - Svolge compiti in sequenza.

17 3.AREA COGNITIVA -Verbale/Preverbale -Gioco simbolico -Si orienta al suono del campanello -Esegue incastri/puzzle -Trova un oggetto nascosto -Copia un O X /\ -Osserva un libro -Scrive il suo nome.. -Fa finta di mangiare/telefonare -Mima 3 animali -gioco in assenza di oggetti. -Schema corporeo -Ricostruzione della figura -Indicare le parti del corpo su di sé -Classificazioni -Didattica -Lettura -Scrittura -Calcolo e quantità -per forma/colore -Per categoria -suddivide cubetti e palline -Abbina oggetto a disegno

18 4.AREA MOTORIA - Grosso-motoria -Cammina avanti e indietro -Lancia,afferra, calcia la palla -Trasferisce gli oggetti da 1mano all altra - Fino-motoria -Mette la pasta col cucchiaio nel sacchetto -Infila-sfila -colora all interno dei contorni -Infila anelli nei bulloni

19 5.AREA COMUNICAZIONE -Non verbale -Comprende i gesti e li usa -Guarda negli occhi -Comprende con supporti visivi -Indica le bolle / indica le foto -Verbale -Dice Grazie, sì, no -Dice il suo nome -Risponde a:chi-cosa-dove-quando -Comprende alcune consegne: aspetta- chiudi - metti nella scatola -Osserva figure di animali e verbalizza -Nomina 5 figure di oggetti -Usa gesti o parole per chidere aiuto -Rappresenta una storia

20 6.AREA ESPRESSIVA EMOTIVA - Cerca di collaborare con l esaminatore - Mostra iniziativa con l esaminatore - Mostra manierismi adeguarti all età - La prestazione è influenzata da ricompense sociali

21 COME PASSARE DALLA VALUTAZIONE FUNZIONALE ALL INTERVENTO ABILITATIVO INDIVIDUALIZZATO?

22 Un esempio: dalla valutazione all INTERVENTO individualizzato Dalla valutazione emerge che: Il bambino sa abbinare l oggetto alla relativa immagine (PEP) Il bambino porge un oggetto se richiesto attraverso la foto (e non se richiesto verbalmente) (valutazione informale) Il bambino si ferma al tavolo se vede la successione delle attività che dovrà svolgere (valutazione informale) Il bambino comprende poco/è oppositivo se gli viene richiesto di fare qualcosa (Scala Vineland Comunicazione ricettiva) Il bambino collabora nel prepararsi la cartella se gli si porge un libro per volta (Scala Vineland Abilità domestiche)

23 Le priorità PRIORITÀ 1: migliorare la comprensione del bambino PRIORITÀ 2: aumentare il livello di autonomia del bambino

24 Obiettivi e modalità di intervento 1. Favorire la comprensione affiancando alle consegne verbali l immagine (in ambulatorio) 2. Aumentare l autonomia nello svolgimento di attività diverse usando un agenda con immagini in sequenza e una strutturazione sinistra/destra del compito (a scuola) 3. Aumentare la collaborazione (a casa) Es.Preparare il tavolo

25 Strategie dell Intervento: Strutturazione e adattamento dello SPAZIO L organizzazione dell ambiente fisico L organizzazione dei compiti e del materiale Strutturazione e adattamento del TEMPO L organizzazione delle attività giornaliere Intervento sulle COMPETENZE attraverso La motivazione L imitazione e il sostegno La sperimentazione in Ambul. e la generalizzazione a CASA e a SCUOLA

26 LE COSE CHE IL BAMBINO FA CON AIUTO COSTITUISCONO GLI OBIETTIVI EDUCATIVI Trovare l aiuto sensibile con il quale il bambino risponde Rinforzare e Allontanarsi

27 I PROGRAMMI EDUCATIVI 4 punti della seguente presentazione con video 1. Migliorare l adattamento Organizzazione degli Spazi e Sistemi di lavoro 2. Adattare le attività Comprensione dei compiti 3. A Casa Autonomia e tempo libero 4. Integrazione a Scuola Strutturare dentro la classe Preparare il passaggio nella nuova scuola

28 1. Migliorare l adattamento Organizzare CAPIRSI costruendo una comunicazione fatta di oggetti, materiali e arredi ABILITA E INTERESSI

29 Creare alleanze Partendo dagli interessi dei bambini Divertimento Gioco interattivo Attenzione condivisa Flessibilità Imitazione

30 GLI INTERESSI La sorpresa, la motivazione scaturiscono da forme estremamente creative di vivere gli oggetti e le sensazioni

31 CAPIRSI VOCABOLARIO CHIARO Comunicazione STABILE Cosa? Quando? E dopo? COSE DA FARE COSE FINITE

32 L AGENDA DI CARTA OGGETTI FOTO SIMBOLI SCRITTE

33 Agende delle attività Prima lavoro al tavolo Poi faccio merenda Poi gioco sul tappeto rosso Poi gioco con il computer SCAFFALE CON OGGETTI

34 Lo spazio parla: CAPIRE PREDISPONE QUI GIOCO CONCORDANZA LUOGO=ATTIVITA QUI LAVORO

35 Organizzare IL LAVORO INDIPENDENTE Aumenta la motivazione La sequenza crea routine positive e aiuta a capire la fine e l inizio delle attività

36 Cose da fare Cose fatte Lavoro Lo spazio parla

37 2. ATTIVITA Comprensione del compito Segue il video delle attività: cognitive, motorie,tempo libero, percezione

38 INSEGNARE A GENERALIZZARE Acquisire abilità e saperle usare in diversi contesti e situazioni

39 LE COSE CHE IL BAMBINO FA CON AIUTO COSTITUISCONO GLI OBIETTIVI EDUCATIVI Prova? Fa da solo? il problema è motorio? Se non lo esegue e io metto due pezzi lui mette gli altri due? Osservare per trovare l aiuto sensibile con il quale il bambino risponde

40 Programmi integrati 3. Lavoro a CASA Problemi di comportamento Gestione del tempo libero Sviluppo di autonomie

41 MI LAVO I DENTI Memorizzare una sequenza di azioni Autonomia

42 LATTE BISCOTTI OGGI NON C E IL LATTE Comportamento problema

43 SABATO LA LISTA DELLA SPESA PANE SCELTA PASTA CARNE ACQUA LATTE SCELTA DI UNA COSA Comportamento problema

44 ORGANIZZARE IL TEMPO LIBERO A CASA

45 Programmi integrati 4. Lavoro a SCUOLA Benessere in classe integrazione Apprendimento Sviluppo di abilità

46 In AULA - Conoscere l Ambiente - Accessibilità del materiale - Chiarezza dei compiti - Lavoro in piccolo gruppo

47 Strutturare in AULA -chiarezza -comprensione delle proposte -prevedibilità -motivazione

48 LAVORO A GRUPPI PICCOLI GRUPPI A SCUOLA Per favorire la reciprocità sociale, le abilità sociali, l attenzione congiunta video IL LAVORO IN PICCOLO GRUPPO NON SI IMPROVVISA Richiede l osservazione del gioco solitario

49 Gioco da solo insieme agli altri Gioco solitario in un ambiente comune Condivisione degli spazi e dei rumori A Scelta: distanza o vicinanza

50 Gioco a due TAPPE Vicini ma ognuno con il proprio materiale Condivisione dei giochi Insieme (reciprocità sociale attenzione congiunta)

51 Gioco in piccoli gruppi Con più bambini Con ausili visivi

52 L intervento EDUCATIVO Programmi integrati per Acquisire abilità e saperle usare in diversi contesti e situazioni

53 IL LAVORO DI RETE CASA SCUOLA NPI AMBULATORIO IN CLASSE

54 A CASA

55 IN OGNI CONTESTO DI VITA

56

57 Carol Gray Il libro delle storie sociali. Ad uso delle persone con disturbi autistici per apprendere le abilità sociali. Vannini Editrice, 2004 Hogdon L. (2000), Strategie visive per la comunicazione. Guida pratica per l'intervento nell'autismo e nelle gravi disabilità dello sviluppo, traduzione a cura di Kozarzewska A., Vannini, Brescia, 2004 Marilena Zacchini, Enrico Micheli Vannini 2004 Verso l autonomia. La metodologia T.e.a.c.c.h. del lavoro indipendente. Cavagnola, P. Moderato, M. Leoni (a cura di) Autismo che fare? Orientarsi tra le teorie e gli interventi - collana Ed. Vannini - Gussago (BS), con scritti di G.M. Arduino, C. Hanau, D. Mariani Cerati, E. Micheli, D. Vivanti. Xaiz Cesarina; Micheli Enrico, Gioco e interazione sociale nell autismo. 2001, Centro Studi Erickson Pianeta autismo: un esperimento di programmazione integrata (del Teacch) a Reggio Calabria Cottini L. (2002) L'integrazione scolastica del bambino autistico. Carocci Roma Rita Jordan e Stuart Powell. Autismo e intervento educativo, comunicazione emotività e pensiero Pernille Dyrbjerg e Maria Vedel., L apprendimento visivo nell autismo. Erickson Gardolo Trento, 2007 Xaiz C, Micheli E., Gioco ed interazione sociale nell autismo.trento, Erickson Buone prassi di Integrazione scolastica (a cura di A. Canevaro e D. Ianes) - Erickson, Trento, 2001 Hogdon L. (2000), Strategie visive e comportamenti problematici Gestire i problemi comportamentali nell autismo attraverso la comunicazione visiva- Vannini, Brescia, 2004

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