nostro parere questa nuova metodica di taglio ad ultrasuoni potrà trovare in futuro uno spazio sempre maggiore in ambito otorinolaringoiatrico e
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- Geraldo Mariotti
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1 ONCOLOGY Piezosurgery in head and neck oncological and reconstructive surgery: personal experience on 127 cases Utilizzo della piezosurgery nella chirurgia oncologica e ricostrittiva del distretto cervicocefalico: nostra esperienza su 127 casi E. Crosetti, B. Battiston 1, G. Succo ENT Department, Martini Hospital; 1 Orthopedic Department, CTO Hospital, Turin, Italy La chirurgia ossea piezoelettrica, nota semplicemente con il nome di piezosurgery o piezochirurgia, è una nuova tecnica di osteotomia ed osteoplastica, che prevede l impiego di microvibrazioni di scalpelli a frequenza ultrasonica. Il principio di funzionamento della piezosurgery è una trasduzione ultrasonica, ottenuta mediante la contrazione e l espansione di una ceramica piezoelettrica. Le vibrazioni così prodotte sono amplificate e trasferite sull inserto di un trapano che, applicato rapidamente e con lieve pressione sul tessuto osseo, determina, in presenza di irrigazione con soluzione fisiologica, il fenomeno della cavitazione, con un azione meccanica di taglio esclusiva sui tessuti mineralizzati. La nostra esperienza personale di utilizzo della piezosurgery nella chirurgia maggiore (oncologica e non) e ricostruttiva del distretto cervicocefalico è relativamente recente, essendosi sviluppata negli anni Abbiamo impiegato la piezosurgery in 127 casi; le impressioni preliminari risultano interessanti e passibili di miglioramenti nell auspicabile fase di sviluppo di inserti a geometria specifica per le caratteristiche dei vari interventi chirurgici ORL. Nella nostra esperienza, la chirurgia piezoelettrica ci ha consentito di eseguire linee di osteotomia precise, micrometriche e curvilinee in assoluta sicurezza, soprattutto in prossimità dei fasci vascolo-nervosi e di altre strutture nobili del massiccio facciale (dura madre). Indubbiamente la piezosurgery rappresenta, a nostro avviso, una nuova opzione chirurgica per eseguire osteotomie nell ambito della chirurgia cervico-cefalica, anche se ulteriori miglioramenti dovranno essere apportati per consentire alla metodica di diffondersi e raccogliere consensi. Indubbiamente la piezochirurgia è una metodica di taglio innovativa, pertanto richiede una differente curva di apprendimento rispetto alle altre tecniche. Infatti il corretto utilizzo della piezosurgery prevede il superamento di ostacoli di ordine psicologico e di manualità chirurgica. In virtù della nostra casistica e della relativa potenza dello strumento, l analisi delle complicanze, del tempo intraoperatorio (che sembra mediamente più lungo del 20%) e quindi della morbilità, dimostrano potenzialità interessanti della metodica. A
2 nostro parere questa nuova metodica di taglio ad ultrasuoni potrà trovare in futuro uno spazio sempre maggiore in ambito otorinolaringoiatrico e maxillo-facciale, specie migliorando potenze e geometrie degli inserti, con possibili applicazioni anche nel campo della neurochirurgia, della chirurgia pediatrica e dell ortopedia, discipline in cui un azione selettiva sui tessuti mineralizzati risulta fondamentale.
3 ONCOLOGY Surgical management of parapharyngeal space tumours: results of 10-year follow-up Il trattamento chirurgico dei tumori dello spazio parafaringeo: risultati di 10 anni di followup F. Bozza, M.G. Vigili 1, P. Ruscito 2, A. Marzetti 1, F. Marzetti( ) 2. Department of Maxillo-Facial Surgery, San Filippo Neri Hospital, Rome; 1 Department of Otorhinolaryngology, San Carlo - IDI Hospital, Rome; 2 Department of Otolaryngology, Head & Neck Surgery, National Cancer Institute Regina Elena, Rome, Italy Sebbene i tumori primitivi dello spazio parafaringeo (TSP) siano rari, rappresentando solo lo 0,5 % delle neoplasie cervico-facciali, essi costituiscono una vera sfida per il chirurgo, sia per le difficoltà della stadiazione preoperatoria che per la scelta del corretto approccio chirurgico. Lo studio è una analisi retrospettiva di 12 pazienti (8 maschi e 4 femmine, età media 49 anni), trattati per tumori dello spazio parafaringeo da parte dello stesso team chirurgico dal 1992 al 1998 e seguiti nel follow-up per almeno 10 anni. Otto (66,6%) erano tumori benigni e 4 (33,4%) maligni. La valutazione preoperatoria basata su studio RM e citologia agoaspirativa è stato attuato in 8/12 casi. Il valore predittivo dell agoaspirato è stato dell 87,5 globalmente, del 75% per i tumori benigni (3/4) e del 100% (4/4) per quelli maligni. Gli approcci chirurgici utilizzati sono stati i seguenti: transcervicale-transmandibolare in 5 casi (41,6%); transparotideo-transcervicale in 4 pazienti (33,4%) affetti da tumori del lobo profondo pre stiloidei inferiori a 4 cm; transorale in 2 pazienti (16,6%) con un piccolo adenoma pleomorfo del lobo profondo della parotide; in un solo caso di metastasi da carcinoma papillifero della tiroide è stato praticato un approccio transcervicale. Le complicanze postoperatorie si sono manifestate in 3/12 pazienti: 2 casi di sindrome di Horner ed un caso di deficit del ramo marginalis del facciale. La radioterapia postoperatoria è stata effettuata in 3 dei 4 pazienti affetti da neoplasia maligna. Il protocollo del follow-up prevedeva per ogni paziente uno studio ecografico ogni 6 mesi e uno studio con Tomografia computerizzata o Risonanza Magnetica una volta l anno per 10 anni. Undici pazienti (91,4%) sono risultati vivi liberi da malattia a 10 anni dal trattamento. Un paziente affetto da adenocarcinoma recidivo della parotide è deceduto per metastasi a distanza 4 anni dopo la chirurgia. La scelta dei diversi approcci chirurgici è stata effettuata in base alla diagnosi istopatologica di natura, alla sede (pre o post stiloidea) ed alle dimensioni (±4 cm) della
4 neoplasia. I risultati della nostra esperienza nel trattamento dei tumori dello spazio parafaringeo conferma la necessità di seguire una accurata strategia preoperatoria per poter pianificare il trattamento chirurgico più appropriato a garantire l asportazione radicale della neoplasia, riducendo nel contempo le complicanze, i deficit estetico funzionali ed il rischio di recidive.
5 ONCOLOGY Contact endoscopy of the larynx as an auxiliary method to the surgical margins in frontolateral laryngectomy Endoscopia da contatto: una metodica per la definizione dei margini nella laringectomia frontolaterale R.A. Dedivitis, E.G. Pfuetzenreiter Jr., A.V. Guimarães Postgraduation Course on Health Sciences, Hospital Heliópolis, São Paulo; Service of Head and Neck Surgery, Departments of Head and Neck Surgery, Ana Costa Hospital and Irmandade da Santa Casa da Misericórdia de Santos, Santos/SP, Brazil La microlaringoscopia per contatto è un esame microscopico in vivo della mucosa laringea, associata alla laringoscopia con strumento rigido è una tecnica non invasiva che consente la valutazione sistematica di molti dettagli in una vasta area delle corde vocali. Scopo di questo lavoro è valutare l utilità dell endoscopia rigida e per contatto nella definizione dei margini di resezione nei pazienti da sottoporre a laringoscopia frontolaterale. Sono stati considerati 10 pazienti sottoposti a laringectomia frontolaterale tra il 2000 ed il Otto pazienti erano stati stadiati T1bN0M0, mentre gli altri T2N0M0. Durante l approccio frontolaterale, la lesione e i suoi limiti sono stati accuratamente studiati, i margini di resezione chirurgica sono stati stabiliti sotto controllo endoscopico e mediante l utilizzazione di endoscopia per contatto dopo colorazione con Blu di Metilene. E stato eseguito sia l esame estemporaneo che l esame istologico dei margini di resezione, e i risultati sono stati confrontati con i riscontri chirurgici ed endoscopici. La regione sottoglottica ed i margini di resezione sono risultati liberi da malattia in tutti i casi, ed è stata riscontrata una correlazione del 100% con l esame istopatologico. In conclusione, la laringoscopia rigida e per contatto risulta essere una metodica efficace nella determinazione dei margini chirurgici liberi da malattia nei pazienti sottoposti a laringectomia frontolaterale.
6 RHINOLOGY Antrochoanal polyp: analysis of 200 cases Polipo antrocoanale: analisi di 200 casi P. Frosini, G. Picarella, E. de Campora Department of Otorhinolaryngology, University of Florence, Italy Il polipo antrocoanale fu descritto dal Professor Gustav Killian nel 1906 (102 anni fa), che gli attribuì una specificità tra le varie forme di poliposi. Esso rappresenta il 4-6% di tutti i polipi nasali ed ha analogie e differenze con le poliposi nasali bilaterali. Si tratta di una lesione benigna che origina dalla mucosa del seno mascellare, si accresce attraverso l ostio accessorio verso il meato medio e successivamente si estende posteriormente verso la coana e il rinofaringe. L escissione incompleta del polipo antrocoanale è destinata ad una sicura recidiva. Per questa ragione ci siamo chiesti in modo provocatorio se il polipo antrocoanale sia da considerare un tumore benigno o meno. Abbiamo studiato la più ampia casistica di polipi antrocoanali presenti in letteratura composta da 200 pazienti trattati consecutivamente presso la Clinica Otorinolaringoiatrica dell Università di Firenze, analizzando molti dati clinici ed eziologici di questi 200 pazienti curati tra il gennaio 1988 e l aprile La valutazione dei nostri dati presenta alcune analogie e alcune differenze con i risultati delle altre casistiche. Sulla base dei dati in nostro possesso e sulle nostre considerazioni posiamo ipotizzare che i polipi antrocoanali si sviluppino a causa di un aumento pressorio all interno dell antro di Hyghmoro, causato da alterazioni flogistico-anatomiche a livello del complesso ostio-meatale/meato medio, in pazienti con una preesistente cisti antrale silente, successivamente forzata ad erniare attraverso l ostio mascellare accessorio.
7 OTOLOGY Tragal cartilage in tympanoplasty: anatomic and functional results in 306 cases L utilizzo della cartilagine del trago nella timpanoplastica: risultati anatomici e funzionali su 306 casi M. Cavaliere, G. Mottola, M. Rondinelli, M. Iemma Department of Otorhinolaryngology, S. Giovanni di Dio e Ruggi d Aragona Hospital, Salerno, Italy La cartilagine rappresenta l innesto di scelta nelle patologie complicate dell orecchio medio, mentre le indicazioni per un suo utilizzo di routine rimangono ancora controverse a causa dei presunti effetti negativi sui risultati uditivi. In questo studio riferiamo la nostra esperienza nella timpanoplastica con cartilagine del trago modellata a scudo (Cartilage Shield). Viene riportata la nostra esperienza su 306 pazienti (236 procedure primarie e 70 revisioni, da gennaio 2003 a giugno 2007). Il follow-up post-operatorio medio è stato di 37 mesi (range, 1-66 mesi). Abbiamo valutato i seguenti parametri: attecchimento dell innesto, modifiche del gap medio via aerea via ossea prima e dopo l intervento, complicanze postoperatorie. L attecchimento dell innesto è stato ottenuto in 304 pazienti (99,35%) e non si sono registrate complicanze postoperatorie immediate. Il gap medio complessivo via aerea via ossea prima e ad un anno dopo l intervento è stato rispettivamente di 43,79 ± 7,07 db e di 10,43 ± 5,25 db (p < 0,0001). Miglioramenti significativi sono stati osservati fino a 5 anni dopo l intervento. Questo studio dimostra che la tecnica della timpanoplastica con cartilagine del trago modellata a scudo è affidabile sia per l alto tasso di attecchimento dell innesto sia per i soddisfacenti risultati uditivi. Inoltre la cartilagine si è rivelata un adeguato materiale di innesto perché è facilmente accessibile, adatta al modellamento, resistente alle pressioni negative dell orecchio medio, stabile, elastica, ben tollerata, resistente al riassorbimento. Per tutti questi motivi raccomandiamo l utilizzo della cartilagine anche nelle
8 patologie meno severe dell orecchio medio, laddove l aspettativa di un buon risultato funzionale è maggiore.
9 CASE REPORT Cervical vagal schwannoma. A case report Schwannoma del tratto cervicale del nervo vago M.G. Chiofalo, F. Longo, U Marone, R. Franco 1, A. Petrillo 2, L. Pezzullo Department of Surgical Oncology, 1 Department of Pathology, 2 Department of Radiology, National Cancer Institute, Naples, Italy Lo schwannoma del nervo vago è una neoplasia molto rara. Questo tumore in genere insorge tra la terza e quinta decade di vita, non mostra predilezione di genere e spesso si presenta come una tumefazione laterocervicale indolore a lenta crescita. Il trattamento di scelta è la completa escissione con preservazione dell integrità della via nervosa quando questo sia possibile. Tali tumori, infatti sono quasi sempre benigni e la maggior parte degli autori raccomandano un approccio chirurgico conservativo. Riportiamo un caso di neurinoma del nervo vago cervicale in un uomo di 33 anni con pregressa storia clinica di linfoma. Vengono discussi le caratteristiche cliniche, la diagnosi, il management e gli aspetti istologici dello schwannoma del nervo vago cervicale.
10 CASE REPORT Bronchogenic cysts of the neck: a rare localization and review of the literature Cisti broncogena del collo: una rara localizzazione e revisione della letteratura U. Moz, P. Gamba, U. Pignatelli, G. D Addazio, F. Zorzi, S. Fiaccavento, F. Milesi Department of Otolaryngology - Head and Neck Surgery, Poliambulanza Foundation Hospital, Brescia, Italy Presentiamo la nostra esperienza riguardante due pazienti, adulto e bambino, affetti da cisti broncogena. Entrambi i pazienti presentavano massa del collo diagnosticata come cisti broncogena. Lo scopo del presente articolo è quello di definire, mediante la citologia, l istopatologia e l imaging, le caratteristiche cliniche della cisti broncogena, discutendo i fattori che la distinguono da altre cisti cervicali. Il trattamento definitivo richiede l escissione chirurgica.
11 CASE REPORT Solitary fibrous tumour of the laterocervical spaces Tumore fibroso solitario a localizzazione laterocervicale M. Sbrocca 1, N. Mevio 1, M. Mullace 1, M. Cazzaniga 2, E. Mevio 1 Otorhinolaryngology 1 and Anatomopathology Unit 2, Fornaroli Hospital, Magenta, Italy Il tumore fibroso solitario (SFT) è una rara neoplasia d origine mesenchimale. La sua localizzazione più comune è a livello pleurico, abbastanza infrequenti sono le localizzazioni in altri distretti. Alcune recenti segnalazioni in letteratura descrivono casi di interessamento del distretto cervico-facciale con coinvolgimento del naso e dei seni paranasali o degli spazi parafaringei. Gli Autori presentano un caso di tumore fibroso solitario interessante gli spazi laterocervicali. Il tumore fibroso solitario solleva una interessante problematica anatomopatologica soprattutto al riguardo dei parametri che possono consentire una valutazione della sua aggressività. Le tecniche immunoistochimiche recentemente adottate si sono rivelate basilari per la diagnostica. Normalmente la completa escissione chirurgica si rivela risolutiva e solo in casi in cui l asportazione radicale risulti impossibile viene proposta una radio-chemioterapia complementare. Di estrema importanza è un prolungato follow-up per la tendenza dello tumore fibroso solitario alle recidive a distanza.
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