Commissione Problemi Economici e Monetari RELAZIONE. Dialogo monetario con Mario Draghi, Presidente della Banca centrale europea.
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- Bartolommeo Sacchi
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1 TITOLO LUOGO E DATA ORGANIZZATORE Riunione Commissione ECON Lunedì 15 giugno 2015 Parlamento Europeo Rue Wiertz 60, 1040 Bruxelles Commissione Problemi Economici e Monetari RELAZIONE Dialogo monetario con Mario Draghi, Presidente della Banca centrale europea. Il Governatore della BCE ha iniziato il suo intervento dando una serie di dati macroeconomici, dando prova che il risanamento economico ha iniziato il suo processo, seppur in maniera moderata. Per quanto riguarda l inflazione, il target del mandato dell attuale governance della BCE si raggiungerà nel 2017, quando il tasso dell aumento dei prezzi toccherà quota 2%, senza però superarne la soglia. Questo obiettivo verrà raggiunto anche grazie alla continuazione del programma di acquisto degli attivi per 60mld di, che la BCE ha intenzione di continuare fino alla fine del I consumi degli alimentari stanno crescendo, come anche gli investimenti. Quest ultimo fattore è stato fortemente favorito dalla diminuzione del prezzo del petrolio, che è arrivato a toccare quota 40$ al barile. Per quanto riguarda il settore bancario, nell ultimo trimestre si è visto un rafforzamento dal punto di vista patrimoniale. Il livello dei prestiti bancari non è ancora soddisfacente, anche se in lieve miglioramento. Draghi ha sottolineato come l inizio di un programma di allentamento monetario come il Quantitative Easing, ha fisiologicamente portato all aumento della volatilità nel mercato, dato che i tassi sono stati inevitabilmente spinti verso il basso. L incertezza deriva dal fatto che gli agenti economici non sanno quanto questi tassi scenderanno ancora e per quanto tempo (il tasso composito dei prestiti delle banche è diminuito di 25 punti base in aprile, rispetto al giugno 2014). Col continuo acquisto degli attivi, il Governatore della BCE ha ripetuto che bisognerà evitare molteplici effetti collaterali: l instabilità dei prezzi; l acquisto di attività con qualità patrimoniale insufficiente; la non appropriata diversificazione nell acquisto dei vari assets. Draghi si è poi dilungato nel dare qualche informazione in merito al mercato immobiliare, osservato speciale da quando la bolla speculativa su di esso, mise a repentaglio l intero sistema finanziario mondiale. Attualmente il livello dei prezzi non è particolarmente elevato; ad ogni modo la BCE sta monitorando questi con molta attenzione, per garantirne la stabilità nel lungo termine. Ci si è concentrati poi sul caso Grecia. La BCE ha dichiarato che a essa vengono applicate le stesse normative che verrebbero applicate a qualunque altro Paese membro. Draghi ha inoltre ribadito l indipendenza politica della banca, che come unica possibilità di operare ha l applicazione dei regolamenti preesistenti.
2 L Eurosistema, a oggi, ha dato sostegno alle banche greche con liquidità pari a 118mld di euro. La partecipazione, in termini relativi, al debito pubblico greco, è la più alta rispetto a tutti gli Stati membri. Per quanto riguarda ulteriori esborsi, la decisione spetterà all Eurogruppo, non alla BCE, che fornirà sempre però le adeguate valutazioni. Il Presidente della BCE ha chiuso il suo intervento augurandosi che un accordo venga al più presto raggiunto, nell interesse dell intera Europa, che come ente economico mondiale, dovrà dimostrare una resilienza nella sua architettura, oltre che nelle politiche monetarie e di bilancio. Il presidente della Commissione ECON Roberto Gualtieri (S&D), aprendo l aula al dibattito, ha dato inizialmente la parola all oratore Burkhard Balz (PPE). Questi ha chiesto se i 118mld di euro dati in prestito alle banche greche, si avvicinino al tetto massimo consentibile. Inoltre ha chiesto delucidazioni riguardo alla situazione del settore assicurativo, e dei tassi d interesse ai quali questo reinveste parte dei propri fondi. Draghi ha risposto che non esiste nessuna normativa che imponga un tetto massimo, per quanto riguarda i prestiti alle banche greche. Fino a che queste avranno da offrire in contropartita delle garanzie patrimoniali adeguate, la BCE potrà erogarvi prestiti. Per quanto riguarda il settore assicurativo, la BCE ha visto che questo si sta sempre più andando alla ricerca di rendimenti migliori, quindi con rischi superiori. Per l economia reale questo è un fattore positivo, in quanto questi capitali entreranno nel sistema economico, non rimanendo quindi a stagnare in titoli si Stato a volatilità nulla con rendimenti esigui. Udo Bullmann (S&D) ha domandato cosa si aspetta la BCE nel caso in cui uno degli Stati membri dovesse dichiarare il default, e di come si agirebbe in questo caso. Rispondendo alla domanda, il Governatore ha dichiarato che la Banca Centrale Europea agisce in base alle regole, quindi non da considerarsi come un istituzione politica. Il caso di un default aprirebbe uno scenario ignoto, data l inesistenza di un precedente. La parola è passata poi a Esther De Lange (PPE), il quale ha chiesto come agirebbe la BCE, se i suoi obiettivi di mandato venissero raggiunti prima del previsto che cosa accadrebbe al programma di QE. L immediata risposta di Draghi, è stata che l unico obiettivo dell attuale mandato della BCE è il raggiungimento della stabilità dei prezzi, a prescindere dal come e dal quando. Dovesse il programma di QE essere più efficace del previsto, si valuterà in itinere il da farsi. Cambiando tema, l onorevole Jonas Fernandez (S&D) ha fatto notare che cinque Stati membri (Croazia, Romania, Polonia, Repubblica Ceca e Svezia) al di fuori dell Unione Monetaria, avrebbero i requisiti per potervi rientrare. Poiché i trattati impongono una convergenza monetaria, una volta verificata la possibilità, come mai non si sta lavorando su questo fronte? L opinione della BCE è che bisogni rispettare la decisione politica dei vari Stati membri. Se questi non hanno ancora adottato l Euro è perché evidentemente manca ancora qualcosa dal punto di vista della volontà. L intervento di Pablo Zalba (PPE) si è concentrato sulla possibilità di ristrutturazione del debito greco, cosa sulla quale Draghi non ha avuto intenzione di esprimersi, dato che il suo ruolo è solamente quello di dare sostenibilità al bilancio greco. In media, i finanziamenti concessi allo Stato Ellenico hanno una durata di 30 anni al tasso dello 0,7%. Da questa base sta partendo la ricerca della crescita. L ultimo deputato ad intervenire è stato Hugues Bayet (S&D), il quale ha chiesto quale è stato il ruolo del QE nello spingere i tassi di interesse addirittura in negativo, per alcuni titoli di debito pubblico. Draghi ha risposto che l attuale livello dei tassi di interesse presenti nella maggioranza dei paesi europei, è il risultato congiunto delle riforme che sono state avviate, delle condizioni attuali del mercato (su tutte il crollo del prezzo del greggio) e l applicazione
3 del QE. Quest ultimo fattore, nel breve termine, risulta sicuramente molto incidente, ma se si vorranno dei tassi bassi anche in futuro, solamente attraverso le riforme strutturali necessarie si potranno ottenere risultati. Riforme a incentivo della crescita nel medio/lungo termine. Le politiche monetarie portano solamente a effetti ciclici. Fondi strutturali e di investimento europei e sana gestione finanziaria: orientamento attuazione art.23 del regolamento recante disposizioni comuni. Questo punto dell ordine del giorno, ha visto come relatore Georgios Kyrtsos (PPE). L obiettivo dichiarato è stato quello di trovare un accordo tra le varie parti, riguardante gli emendamenti che andranno in votazione il 25/06 dell art 23 (Regolamento 1303/2013). Il relatore ombra Jonas Fernandez (S&D) ha detto che dal loro lato, i socialisti vorrebbero approfondire due temi: lo stabilire limiti chiari, nel caso in cui si possa utilizzare l art.23 per tagliare l accesso ai fondi di coesione ai Paesi membri; stabilire la procedura con la quale applicare l art.23 in caso di necessità. L intervento dell onorevole Stanislaw Ozog (Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei), ha voluto evidenziare che l accesso ai finanziamenti per le autorità locali e regionali è di vitale importanza. I beneficiari dei fondi, infatti, devono risultare questi enti e non le autorità centrali degli Stati membri. La parola è poi passata a Sven Giegold (ALDE), che continuando il discorso sulla falsa riga del collega precedente, ha sottolineato il fatto che l attuazione dell art.23 può dare solamente come risultato l aggravio di una situazione già palesata in difficoltà. Dovessero essere tolti i finanziamenti attraverso i fondi di coesione a quei paesi non rispettanti gli obiettivi di macrocondizionalità, come può essere un contenuto rapporto di debito/pil, si cadrebbe nella contraddizione. Se si sta cercando di combattere l austerità, l applicazione di sanzioni sarebbe deleteria. La sospensione del pagamento di coesione, a detta del deputato, dovrebbe mantenersi possibile solamente nei casi di mal utilizzo dei fondi e/o frode. Un ulteriore incongruenza sollevata, è che si andrebbero a punire autorità locali con magari gestioni finanziarie sane, a causa della situazione di indebitamento del corrispondente Stato Centrale. In chiusura della discussione è intervenuto il Rappresentante della Commissione, il quale ha sottolineato che un revisione dell art.23 andrà fatta tenendo conto della stabilità e del mantenimento dei costi amministrativi di riprogrammazione. Bilancio e prospettive del regolamento dell UE in materia di servizi finanziari: impatto e via da seguire per un quadro più efficiente ed efficace dell UE in materia di regolamentazione finanziaria e per un Unione dei mercati dei capitali. Questo punto dell agenda ha avuto come relatore Burkhard Balz (PPE). Questi ha iniziato il suo intervento dichiarando che la crisi finanziaria ha palesato dei problemi a livello normativo all interno dei settori finanziario e bancario. Quello a cui bisogna puntare è una regolamentazione più efficace, che abbia come obiettivo primario la copertura adeguata dei rischi. Nell accrescere la regolamentazione, bisognerà stare attenti a non far perdere competitività al sistema europeo. Il raggiungimento di unione dei mercati finanziari, potrà anche avere come conseguenza il miglioramento dell attuazione dei meccanismi regolatori già esistenti, secondo il relatore. Analizzando il puzzle di normative, non bisognerà perdere di vista quello che è il quadro
4 generale che si vuole ottenere. Il relatore ombra Paul Tang (S&D) è intervenuto per ricordare che si vuole dare un sistema finanziario al servizio dell economia reale. Questo obiettivo potrà essere raggiunto incentivando gli investimenti in assets con un rischio leggermente più alto rispetto a quello che si sta facendo al momento (iniettando, di fatto, liquidità nel sistema). La nuova normativa dovrà essere a protezione del consumatore, che potrà e dovrà diventare il valore aggiunto del sistema economico. Il relatore ombra Kay Swinburne (Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei) ha definito l unione del mercato dei capitali come l unione monetaria del futuro. Nel realizzare un nuovo testo normativo, bisognerà stare attenti a dove permettere le corrette esenzioni, come ad esempio le direttive sui requisiti patrimoniali minimi per i fondi pensionistici. L onorevole Marco Zanni (EFDD) è intervenuto per dire che fino ad oggi ci si è adoperati per regolamentare il sistema in maniera da limitare gli effetti catastrofici della crisi finanziaria. Ad oggi il compito è differente: agire sulle cause che hanno permesso lo scoppio della crisi. Il deputato ha fatto presente che il sistema europeo è diverso da quello statunitense, dove vi è una forte concentrazione di grandi imprese, con una cultura finanziaria raffinata. Gunnar Hokmark (PPE), ha voluto porre l accento sul fatto che l economia reale non esisterebbe senza finanza, anche se in molti paiono alienati da quest ultima. Quello che bisogna tenere a mente, è che al giorno d oggi si ottengono finanziamenti con maggior difficoltà rispetto al passato, senza andare a ricadere in discorsi banali. Il sistema bancario non è l unico colpevole, da questo punto di vista. Bisogna infatti chiedersi come mai il sistema Europa si sia sviluppato esclusivamente intorno agli istituti di credito. L ultimo intervento è stato compiuto da Antonio Tajani (PPE), il quale si è augurato di non vedere in futuro duplicazioni normative o doppi oneri amministrativi, dalla stesura dei nuovi regolamenti.con l applicazione delle nuove regole di Basilea III, alle banche che finanzieranno le PMI per un certo ammontare, verrà concesso uno sconto del 25% sulla ponderazione dei fattori di rischio, che di fatto sarebbe come aumentare le riserve, a parità di finanziamenti. LINK: COMMITTEE-ECON COMMITTEE-ECON Eseguito da: Francesco Girotto UNIONCAMERE DEL VENETO Delegazione di Bruxelles Av. de Tervueren 67 - B Bruxelles Tel Fax bruxelles9@bruxelles.ven.camcom.it
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