RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA SU VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI A cura di Alessandro Sbarbada, Guido Dellagiacoma, Roberto Argenta

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1 RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA SU VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI A cura di Alessandro Sbarbada, Guido Dellagiacoma, Roberto Argenta APRILE MESE DELLA PREVENZIONE ALCOLOGICA: L ALCOL PREVENTION DAY A ROMA day-8-milioni-italiani-rischio-allarme-anziani-donne-e-giovanissimi php?uuid=ABQeOWQD ALCOL PREVENTION DAY: 8 MILIONI DI ITALIANI A RISCHIO. ALLARME ANZIANI, DONNE E GIOVANISSIMI Cala il consumo di alcol, aumentano gli astemi, diminuiscono i consumatori e i binge drinkers ma quelli a rischio sono circa 8 milioni: i target vulnerabili sono i minori, i giovani, le donne e soprattutto gli anziani. Sono questi gli ultimi dati dell'istituto superiore di Sanità presentati oggi nell'ambito dell Alcol Prevention Day. Ogni italiano consuma mediamente circa 6 litri di alcol l'anno, soprattutto vino. Questa quota è di certo un rilevante obiettivo di salute pubblica e annovera l'italia tra i Paesi più virtuosi in termini di conseguimento del goal stabilito e concordato nell'ambito delle più importanti strategie globali di contrasto al rischio alcolcorrelato. Tuttavia le fasce d'età che preoccupano di più e che continuano ad essere considerate a rischio sono i giovani e gli anziani. Dei circa 3 milioni e mezzo di binge drinkers mediamente registrati nel corso degli ultimi anni, la quota maggiore si registra costantemente al di sotto dei 25 anni con un picco tra i anni e quote superiori alla media nazionale per le ragazze tra i 16 e 17 anni di età. Birra e alcopops insieme agli aperitivi alcolici sono le bevande acquistate con maggior facilità dai giovani sotto l'età minima legale: i dati disponibili indicano che 1 giovane su 2 le ha consumate in un esercizio e 2 su 3 ha acquistato nei negozi nonostante i divieti. Sulla base dei dati di mortalità prodotti dall'iss è noto che l'alcol causa mediamente morti l'anno e rappresenta la prima causa di mortalità sino ai 29 anni di età: cadute, omicidi, suicidi e altri incidenti, prevalentemente stradali e sotto l'influenza dell'alcol rappresentano la causa più frequente di morte. Il 17% circa di tutte le intossicazioni alcoliche giunte in un pronto soccorso è registrato per ragazzi e ragazze sotto i 14 anni di età. Le nuove linee guida, pubblicate nel 2014 dai nuovi Larn (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) già acquisite dal Ministero della Salute, stabiliscono che per non incorrere in problemi per la salute è consigliato non superare mai quantità di alcol definite a minor rischio low-risk drinking. Secondo i nuovi limiti, difatti, sotto i 18 anni qualunque consumo deve essere evitato. Per le donne adulte e per gli anziani (ultra 65enni) il consumo giornaliero non deve superare una UA (Unità Alcolica) mentre per gli uomini adulti il consumo giornaliero non deve superare le 2 UA al giorno, indipendentemente dal tipo di bevanda consumata. Secondo i dati dell'osservatorio Nazionale Alcol, tra gli ultra 65enni i bevitori definibili a rischio, ossia con un consumo giornaliero di alcol superiore a 1 UA, sono infatti circa il 40% degli uomini e il 10% delle donne, con una frequenza approssimativamente raddoppiata rispetto agli adulti. Inoltre, il numero assoluto di bevitori a rischio oltre i 65 anni è destinato ad aumentare in modo esponenziale a causa del rapido invecchiamento della popolazione. Dei decessi alcolcorrelati l'anno in Italia sono soprattutto gli anziani a registrare le più elevate quote di mortalità. L'alcol, anche a piccole dosi, è responsabile di oltre 200 malattie e di numerosi tipi di cancro tra cui quello più sensibile per le donne è quello al seno. I dati dell'osservatorio Nazionale Alcol dimostrano che in Italia tra tutti i decessi registrabili per neoplasie maligne, il 20% per i maschi e il 6,9% per le donne è attribuibile all'alcol. Le morti per cancro causate dal consumo di alcol (oltre 4000/anno) incidono per 1/3 sul totale del numero di decessi maschili alcol-correlati ponendosi come prima causa di morte parzialmente attribuibile all'alcol tra i maschi. Il 56% delle cirrosi epatiche tra i maschi e il 24% di quelle tra le femmine è attribuibile all'alcol.

2 La frazione alcol-attribuibile dei decessi per incidenti stradali è del 37% per i maschi e del 18% per le donne; 1 decesso su 3 per gli uomini e 1 su 5 per le donne potrebbe essere evitato non ponendosi alla guida dopo aver bevuto. I consumatori definiti dannosi, coloro cioè che assumono oltre 5 bicchieri di bevande alcoliche al giorno (60 grammi di alcol) sono circa tra i maschi e circa tra le donne che eccedono quotidianamente i tre bicchieri di bevande alcoliche (40 grammi). Sono questi i livelli che l'oms identifica come fascia ad alto rischio che include ed è assimilabile all'alcoldipendenza e come tale in necessità di trattamento. I servizi di alcologia e comunque di recupero dell'alcoldipendenza hanno in carico oltre utenti. La quota prevalente di persone affette da alcohol use disorder, insieme di patologie alcolcorrelate conseguenti all'uso rischioso e dannoso di alcol, e che richiederebbero una qualunque forma di trattamento, non è intercettato dalle strutture e dalle competenze professionali del SSN. In base agli studi europei (AMPHORA) indicano che una forma di trattamento è dispensata in Italia agli alcolisti in carico ai servizi nel 29% dei casi e che se questa percentuale arrivasse al 40% contribuirebbe a diminuire del 13% la mortalità degli alcoldipendenti. ABBATTIAMO UN FALSO MITO: L ALCOL FA BENE? NO Oggi 14ma edizione dell Alcohol Prevention Day. I dati sui consumi in Italia. I pericoli per anziani e giovanissimi. Le polemiche su un padiglione dell Expo dedicato a vino e bimbi 16/04/2015 FABIO DI TODARO C è chi lo fa per gusto e chi per uscire dagli schemi, soprattutto il sabato sera. Sono circa otto milioni i consumatori di bevande alcoliche a rischio in Italia, con una maggiore prevalenza tra gli anziani (oltre tre milioni tra gli over 65) e i giovani (1,6 milioni gli under 25). A confortarli, talvolta, sono anche le dichiarazioni di alcuni specialisti: «Uno o due bicchieri di vino al giorno proteggono la salute cardiovascolare». L evidenza scientifica, in realtà, è molto più articolata e il messaggio non può essere generalizzato. Un bicchiere di bevanda alcolica può provocare diversi danni alla salute. Non ci sono dubbi, infatti, circa il potenziale cancerogeno dell etanolo e di un suo metabolita, l acetaldeide. OGGI GIORNATA DEDICATA ALLA PREVENZIONE Oggi si celebra la quattordicesima edizione dell Alcohol Prevention Day. Si partirà da un mito ormai quasi da sfatare: quello dell alcol che fa bene. Alcol che fa bene? Un mito da sfatare «L effetto dipende dalla quantità e dalla frequenza dei consumi - si legge sul sito dell Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro -. Bere più di un bicchiere al giorno per le donne o più di due negli uomini aumenta il rischio di ictus, insufficienza cardiaca e malattia coronarica. Più si beve, più alto è il rischio». E si arriverà al legame tra alcol e tumori, per cui il parere diffuso dal braccio dell Organizzazione Mondiale della Sanità che detta le linee guida in ambito oncologico è perentorio. «Se si vuole prevenire il cancro, è meglio non bere». Alcol e cancro, legame molto stretto Diversi le sedi che possono essere colpite da un cancro, nelle persone che consumano alcol in eccesso: si va dal cavo orale alla faringe, dall esofago allo stomaco, dal fegato al colon. Fino alla mammella. Expo e vino: una polemica sul padiglione per i bambini Soprattutto per ragioni culturali, gli effetti negativi indotti dall alcol sulla salute sono stati spesso sottaciuti. O comunque di rado portati alla luce con la stessa chiarezza che contraddistingue le campagne antifumo. Prova ne è anche la polemica scaturita a ridosso di Expo, all interno di cui ci sarà un padiglione in cui i bambini impareranno a conoscere il vino. Secondo Aniello Baselice, presidente dell Associazione Italiana dei Club Alcologici Territoriali, «si tratta di un operazione di manipolazione culturale che contrasta con i principi e le evidenze scientifiche condivise a livello internazionale. Questa iniziativa risponde a una logica di marketing economico che intende frenare il trend negativo del mercato del vino». Alcuni dati, in effetti, sono inconfutabili. Vale la pena ribadirli. L alcol è responsabile di quasi - in media -

3 diciottomila morti all anno e il 17% di tutte le intossicazioni alcoliche che giungono in un pronto soccorso annovera adolescenti con meno di 14 anni. ANZIANI A RISCHIO: MOLTI BEVONO OGNI GIORNO Sono diverse le ragioni per cui occorre moderare il consumo di alcol. Tra i soggetti più a rischio, ci sono gli anziani. Come dimostra uno studio appena pubblicato su BMC Medicine, nella popolazione inglese circa la metà degli uomini che si avvicinano alla vecchiaia beve ogni giorno. I numeri riguardanti l Italia Dati simili si osservano anche in Italia, dove un over 65 su due alza troppo spesso il gomito con rischi acclarati per la salute: dall aumento di insorgenza di diversi tumori a un più alto rischio di degenerazione dei neuroni. Senza trascurare le possibili interazioni tra l alcol e i farmaci che possono vanificare le terapie, oltre a danneggiare il fegato. Al cospetto di un paziente anziano, i medici diffondono gli stessi limiti fissati per i giovani: non più di dieci grammi di alcol al giorno, pari a un bicchiere scarso (ne contiene 12). GIOVANI: IL PERICOLO DAGLI 11 AI 29 ANNI. MOLTI MORTI PER INCIDENTE Nei ragazzi, tra 11 e 29 anni, il consumo di alcol è la prima causa di morte ed è spesso alla base di diversi incidenti stradali, se un decesso su tre (tra i giovani) potrebbe essere evitato non rimettendosi alla guida dopo aver bevuto. «Le bevande alcoliche vengono presentate come qualcosa di irrinunciabile per gli adolescenti: perché disinibiscono, fanno superare la timidezza e favoriscono le relazioni sociali», afferma Emanuele Scafato, direttore dell Osservatorio nazionale alcol dell Istituto Superiore di Sanità e presidente della Società italiana di Alcologia. La moda delle abbuffate alcoliche: i binge drinking Nel 2013 i binge drinkers - ovvero coloro che praticano le abbuffate alcoliche, consumando cinque (o più) drink in una sera - costituivano il 6,3% della popolazione di 11 anni e più (10,4% tra i maschi e 2,5% tra le femmine). Il fenomeno, come documenta l Istituto Superiore di Sanità, è in calo rispetto agli anni precedenti (6,9% nel 2012, il 7,5% nel 2011), ma consolidato nella fascia di età anni (di cui rappresenta la quasi totalità rispetto al fenomeno nazionale). A preoccupare è il mancato rispetto delle leggi che vieterebbero ai minorenni - i maschi preferiscono la birra, le ragazze gli aperitivi - l acquisto di bevande alcoliche. «Investire in prevenzione e identificazione precoce con screening specifici è la chiave per vincere una sfida che necessita di competenze idonee a ripristinare il rispetto della legalità e a regolamentare pubblicità e disponibilità degli alcolici in particolare nei luoghi di aggregazione giovanile». QUANTO ALCOL CONSUMIAMO NEL NOSTRO PAESE Secondo i più recenti dati dell Organizzazione Mondiale della Sanità, il consumo medio pro capite di alcol puro in Italia è pari a 6,10 litri, contro una media della Regione europea di 9,82 litri. Un dato tendenzialmente positivo, ma che non permette di abbassare la guardia. Tra le categorie della popolazione più a rischio ci sono le donne in gravidanza, esposte al rischio di aborto e all insorgenza di difetti congeniti e ritardi nello sviluppo del neonato. Particolarmente delicato è il primo trimestre, in cui la donna può non sapere di essere incinta. ECCO UNO DEI TANTI ARTICOLI CHE INGANNANO I LETTORI. IL VINO È SALUTE! Il vino mi piace, non sono astemia, anche se non lo bevo quasi mai, ad eccezione delle occasioni in cui si esce al ristorante o si pranza o cena con gli amici. Faccio male perché moltissimi studi dimostrano ormai che il vino fa bene alla salute(*), a patto che il consumo sia costante ma moderato. Le dosi consigliate(**) sono di 2-3 bicchieri al giorno per gli uomini e di 1-2 per le donne che lo metabolizzano con maggior fatica. Naturalmente nel consumo non va calcolato l'eventuale vino utilizzato per cucinare perché con il calore molti antiossidanti vengono distrutti. E' comunque un alleato prezioso in cucina: serve a marinare la carne per renderla più tenera e saporita; serve a cuocere la carne, come nel brasato, per darle sapore e ridurre i grassi;

4 serve a sfumare il risotto per dargli un aroma particolare; serve a profumare la frutta cotta per esaltarne i profumi e attenuarne la dolcezza. I benefici del vino per il cuore sono ormai noti da tempo: un bicchiere al giorno diminuisce il rischio di malattie cardiovascolari del 32%.(***) Infatti riduce la formazione delle placche nelle arterie, abbassa il colesterolo, rende il sangue più fluido, accresce il livello degli omega-3. Tutto ciò grazie ai polifenoli come il resveratrolo(****), antiossidante venti volte più potente della vitamina E. Il resveratrolo si trova nella buccia dell'uva, soprattutto di quella nera e quindi nel vino rosso.(*****) Anche il vino bianco però ha proprietà salva-cuore grazie alla presenza di monofenoli; inoltre protegge da fenomeni infiammatori responsabili di varie malattie. Meno conosciuti sono i benefici del vino su altre patologie, per esempio neurologiche: riduce il rischio di ictus, morbo di Alzheimer e demenza senile. Il vino è anche amico delle donne in menopausa perché protegge dall'osteoporosi e ha gli stessi effetti dei fitoestrogeni sulle vampate. Che dire a questo punto? Che oggi stapperò una bottiglia! Cin cin, amici!...e buona giornata! (*)NOTA: quali studi? Il vino è un prodotto cancerogeno in quanto contiene alcol etilico! (**)NOTA: le dosi consigliate dall O.M.S. non sono quelle: leggere gli articoli precedenti. (***)NOTA: Sebbene questa relazione tra bassi livelli di consumo di alcol e la riduzione del rischio di cardiopatia coronarica risulti da molti studi, non la si riscontra nella totalità delle ricerche. Inoltre, l azione protettiva riguarderebbe solo la popolazione oltre i 35 anni5. In ogni modo, nonostante alcuni limitazioni metodologiche e nonostante la non univocità dei risultati, a oggi possiamo affermare che una quota rilevante di lavori scientifici è a favore di un effetto protettivo di alcol (circa 10 g/die) nei confronti della patologia ischemica coronarica. In realtà la valutazione costo-beneficio ci indica come il rischio minimo di mortalità è pari a 0 g/die al di sotto dei 34 anni sia per i maschi sia per le femmine, intorno ai 5 g/die per gli uomini di mezza età e meno di 10 g/die per quelli oltre i 65 anni. Per le donne, invece, è prossimo a 0 g/die per un età inferiore di 65 anni e meno di 5 g/die oltre i 65 anni5,6. È noto come gli stessi dosaggi accettati, o addirittura consigliati, favoriscano parallelamente 60 patologie differenti e in particolare, nel settore cardiologico, l ipertensione arteriosa e le aritmie in modo dose-dipendente, con un incremento del rischio sin da modiche quantità. (Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by IP Tue, 29 Apr 2014, 11:14:43 Alcol, prevenzione cardiovascolare e cancro Gianni Testino1,2, Silvia Leone1,2, Valentino Patussi2,3, Emanuele Scafato2,4) (****) NOTA: probabilmente l autrice o non conosce la bufala del resveratrolo o fa finta di non conoscerla! (*****)NOTA: ammesso che il resveratrolo abbia delle proprietà antiossidanti, nel vino ce n è una quantità così insignificante che non produce nessun effetto! ECCO UN ALTRO ARTICOLO CHE TRATTA DI ALCOL E CANCRO C'è anche l'alcol dietro al cancro Sebbene sia sulle nostre tavole fin dalla notte dei tempi, ormai è dimostrato che anche le bevande alcoliche possono favorire lo sviluppo dei tumori

5 Si dice che a scoprirne le qualità sia stato addirittura Noè. Certo è che nella storia dell'umanità le bevande alcoliche hanno sempre accompagnato i pasti e soprattutto i festeggiamenti, che tipicamente prevedono molti brindisi. Ma alzare il bicchiere può essere un importante fattore di rischio per lo sviluppo del cancro, soprattutto se non ci si attiene alle raccomandazioni ufficiali del WCRF/IARC (Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro e International Agency for Research on Cancer). Le prove scientifiche a dimostrazione del rischio Lo IARC, che si occupa anche della valutazione degli effetti degli agenti chimici e fisici sul rischio di cancro, ha infatti classificato l'alcol come agente cancerogeno fin dal L'alcol è stato inserito nel gruppo 1, vale a dire quello in cui sono comprese le sostanze per cui esistono sufficienti prove scientifiche della loro capacità di influenzare l'insorgenza dei tumori. Da allora sempre più ricerche hanno chiarito il legame tra alcol e numerose forme tumorali: quello della bocca, della faringe, dell'esofago, della laringe, del seno, del colon, del fegato, del pancreas. Tra questi la grande indagine EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), i cui risultati relativi alla relazione tra alcol e cancro sono stati pubblicati nel 2011 sul British Medical Journal. Lo studio, a cui hanno partecipato anche ricercatori AIRC, ha evidenziato che il 10% di tutti i tumori che colpiscono i maschi e il 3% di quelli che colpiscono le femmine sono attribuibili al consumo di alcolici. Nel dettaglio, la ricerca ha stimato che l'alcol è responsabile di una quota oscillante tra il 25 e il 44% dei tumori di bocca, faringe, laringe e cavità nasali, del 18-33% di quelli del fegato, del 4-17% dei tumori del colon e del 5% dei tumori al seno femminili. Come l'alcol favorisce l'insorgenza del cancro A oggi non sono noti tutti i meccanismi attraverso cui l'alcol contribuisce alla nascita del tumore. Alcune cose però le sappiamo: ad esempio, l'alcol irrita le mucose impedendo alle cellule danneggiate di ripararsi correttamente. Questo può favorire lo sviluppo dei tumori della bocca e della gola. L'alcol è metabolizzato nel fegato, l'organo che ha il compito di rendere meno tossiche le sostanze che lo attraversano. Nel fegato l'alcol può causare infiammazione e alterazioni alle cellule epatiche che possono con il tempo diventare cellule tumorali. A livello del colon l'alcol agisce con almeno due diversi meccanismi: tramite l'acetaldeide, una sostanza in cui l'alcol è convertito e che è riconosciuta come cancerogena; e poiché riduce la capacità di assorbimento dei folati, dei composti che sembrano proteggere dal cancro del colon e della mammella, e dalle loro recidive. Inoltre l'alcol stimola la produzione di estrogeni e androgeni circolanti nel sangue, ormoni importanti nella crescita e nello sviluppo del tessuto del seno. Se tali ormoni sono in eccesso, aumenta il rischio di cancro. La quantità di alcol conta più del tipo di bevanda Vino a tavola o grappa a fine pasto? Birra o drink? Quanto al legame tra alcol e cancro non esiste differenza tra le diverse bevande: tutti gli alcolici sono un fattore di rischio.

6 Indipendentemente dalla bevanda in cui esso è contenuto, è infatti l'alcol stesso a provocare i danni all'organismo da cui può avere origine un tumore. È quindi la quantità di alcol (e non di bevanda) che conta. Infatti la maggior parte dei tumori associati all'alcol si verifica nelle persone i cui consumi di alcolici superano le soglie raccomandate: 20 g di alcol al giorno (l'equivalente di due bicchieri di vino da 125 ml) per i maschi e 10 g al giorno per le femmine (circa un bicchiere di vino da 125 ml). Proprio nella gradazione alcolica le bevande sono diverse: più è alta, maggiori sono le probabilità che si superino le soglie di consumo di alcol raccomandate. La combinazione tra alcol e fumo Nell'aumentare il rischio di tumori, l'alcol non lavora da solo, ma spesso interagisce con altri fattori di rischio potenziandone gli effetti dannosi. È il caso del fumo. Anch'esso è una delle cause del cancro della bocca, dell'esofago e del fegato (oltre che essere la principale causa di tumore del polmone). Diversi studi hanno evidenziato che il rischio di sviluppare queste forme tumorali non si somma, ma si moltiplica, per chi consuma alcol ed è anche fumatore. Uno studio condotto da ricercatori dell'istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista Alcohol and Alcoholism nel 2013 ha per esempio evidenziato che chi beve alcol, ma non fuma, ha il 32% di probabilità in più di sviluppare un tumore della bocca e della gola rispetto alla popolazione generale. Tuttavia, quando all'alcol si associano anche gli effetti del fumo, il rischio diventa quasi 10 volte più alto. Analoghi risultati sono stati evidenziati in relazione al tumore al fegato da uno studio pubblicato sull'international Journal of Cancer nel In chi consumava più di cinque unità alcoliche al giorno ed era anche un forte fumatore, il rischio di cancro al fegato è risultato essere più di 10 volte più alto che nella popolazione generale. L'alcol durante e dopo le cure per il cancro Si possono bere alcolici durante i trattamenti contro il cancro? Sebbene come raccomandazione generale non sia consigliata l'assunzione di alcol, non esiste una regola specifica in proposito e l'opportunità di berne o meno occasionalmente o in piccole dosi quotidiane varia da paziente a paziente. L'alcol, infatti, potrebbe interagire con alcuni farmaci (per esempio i chemioterapici procarbazina e lomustina) o peggiorare alcuni effetti collaterali delle terapie (per esempio le ulcere in bocca). Per questo è opportuno discuterne sempre con il proprio medico. C'è poi da tenere presente che a oggi la ricerca non ha ancora chiarito se ci sia un nesso, statistico e causale, tra il consumo di alcol e recidive dei tumori in persone che abbiano già affrontato la malattia. Di certo, però, l'alcol, aumentando le probabilità di insorgenza di alcuni tumori, rende più probabile la comparsa di un ulteriore tumore in chi ne ha già avuto uno. ARTICOLI CHE TRATTANO DELL ALCOL PREVENTION DAY Alcol: Iss, 17mila decessi in Italia alcolcorrelati AGI - Agenzia Giornalistica Italia Sono questi gli ultimi dati dell'istituto Superiore di Sanita' presentati oggi nell'ambito dell'alcol Prevention Day. L'alcol, anche a piccole dosi,... Niente alcol, menù islamico, tappeti Il Gazzettino VENEZIA - Niente alcolici nel frigobar, menù rispettosi dei dettami imposti dalla legge coranica, tappetini per la preghiera e, se possibile, indicazioni... Salute: cala il consumo di alcol ma rimangono a rischio 8 milioni di persone

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