Modelli di gestione. Confederazione Generale Italiana del Lavoro. 3 Sessione. Comunicazione di: Daniela Cappelli. Segreteria regionale Cgil Toscana

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Modelli di gestione. Confederazione Generale Italiana del Lavoro. 3 Sessione. Comunicazione di: Daniela Cappelli. Segreteria regionale Cgil Toscana"

Transcript

1 3 Sessione Modelli di gestione Comunicazione di: Daniela Cappelli Segreteria regionale Cgil Toscana Anche la CGIL Regionale Toscana, in collegamento con la piattaforma della CGIL Nazionale Per il diritto alla salute, un sistema di qualità ha ritenuto opportuno aggiornare il quadro di valutazioni e proposte sulle politiche sanitarie e sociali regionali. Lo scenario è fin troppo chiaro, il tentativo del governo Berlusconi di smantellare il sistema di welfare si concretizza, nelle politiche sanitarie e sociali, attraverso il taglio delle risorse e con una sottostima del Fondo sanitario nazionale, ma anche attraverso l abbandono delle politiche di riforma nazionale come la L. 229 e la L. 328 con l indicazione di un welfare minimo spingendo l offerta di servizi verso il privato (mi riferisco alle proposte del libro bianco sul welfare dove si propongono mutue sanitarie integrative-sostitutive). Queste scelte si aggiungono agli interventi delle ultime leggi finanziarie che hanno pesantemente penalizzato gli enti locali ed i cui effetti e ricadute sul sistema di servizi e sulle condizioni di vita di pensionati e lavoratori sono destinati a farsi sentire in modo negativo quasi immediatamente. Di fronte a questo scenario occorre un salto di qualità nelle politiche socio-sanitarie anche della nostra Regione per contrastare un lento, ma inevitabile degrado. In questo quadro la riforma del titolo V della Costituzione, che attribuisce nuove competenze alle Regioni in materia sociale e sanitaria dovrà essere usata con oculatezza, come strumento che possa consentire alla Toscana di sviluppare e consolidare il proprio sistema di welfare, proponendo nel panorama nazionale altri modelli sanitari e sociali rispetto a quelli disegnati dal Governo Berlusconi. Questo ci appare anche il modo migliore per contrastare la devolution proposta dal governo che diffonde un idea di regionalismo separatista e intende rompere quei principi cardine del federalismo solidale che hanno sempre costituito la base della politica della CGIL. Il modello gestionale della sanità Toscana, fino all approvazione del PSR si basava sostanzialmente sulla L. 502, adeguando l assetto organizzativo al successivo Decreto Bindi (L. 229), con alcune peculiarità, la più importante delle quali era sicuramente il decentramento delle funzioni aziendali con la costituzione di un modello organizzativo intermedio tra l Azienda e il Distretto: la Zona.

2 La Zona, quale livello di programmazione, riuniva anche più distretti, aveva un responsabile e soprattutto una programmazione che si inseriva, contribuiva e diventava parte integrante di quella più generale di Azienda e coinvolgeva la Conferenza dei Sindaci della Zona stessa. Con il Piano Sanitario attualmente in vigore sono state introdotte importanti novità di tipo gestionale, anche se sotto forma di sperimentazione. Le principali finalità dichiarate sono riassumibili in: nuova programmazione attraverso l utilizzo del Piano Integrato di Salute; appropriatezza degli interventi, soprattutto sanitari; continuità del percorso assistenziale (in senso socio-sanitario); maggiore verifica e controllo dell utilizzo e della allocazione delle risorse per raggiungere una maggiore efficacia e possibilmente con un contenimento dei costi. Le vere e proprie novità dal punto di vista organizzativo e gestionale possono invece riassumersi in 5 punti: suddivisione della Toscana di tre Aree vaste (alle quali facevano capo le diverse Aziende Sanitarie ed Ospedaliere collocate nei rispettivi territori di riferimento) tre Consorzi di Area Vasta per le funzioni di supporto all attività sanitaria (acquisti, logistica, legale ) Zone-Distretto Società della Salute Sperimentazioni ex L. 229 A queste possiamo aggiungere una scelta rispetto ai rapporti con il Privato accreditato, di rapporto non più convenzionale, ma di tipo contrattuale, perciò non più legato ad un finanziamento costruito sulla spesa storica, ma dentro ad una logica di programmazione pubblica, vale a dire che il Pubblico definisce le prestazioni di cui ha bisogno e su quelle concorda con il Privato quantità e tipologia delle prestazioni sulla base delle quali sarà definita la relativa spesa. Un altra novità è costituita dal passaggio da un rapporto convenzionale alla costituzione di vere aziende miste tra Università e Ospedale. E quindi non tanto dagli atti e procedure previsti per i piani aziendali delle aziende miste ospedaliere, quanto dai contenuti e dagli obiettivi che questi si pongono: la costituzione di vere e proprie aziende uniche Università/Ospedale consentirà una diretta partecipazione del settore ospedaliero alla ricerca e didattica universitaria oltre alla costituzione di dipartimenti trasversali, con l individuazione di un unica responsabilità (Direttore Generale), al fine di poter garantire al meglio il massimo della continuità assistenziale,

3 prestazionale e terapeutica, in una visione unica (o meglio realmente integrata) fra attività istituzionali del Servizio Sanitario e quelle universitarie. Area Vasta La concertazione di Area vasta è il livello di programmazione strategico per una crescita equilibrata di un sistema a rete, finalizzato al perseguimento degli obiettivi del P.S.R. e quindi lo strumento per una programmazione delle attività dentro una logica di governo unitario dei percorsi assistenziali. Per dare piena operatività alla concertazione di area vasta sono costituiti: 1. i comitati di area vasta 2. i Coordinamenti di area vasta (composti dai presidenti delle Conferenze dei Sindaci delle Aziende Sanitarie di competenza che hanno il compito di esprimere il proprio parere sugli atti di concertazione aventi rilievo di programmazione regionale) fermo restando i compiti attribuiti alle Aziende Sanitarie in merito all attività di base, al fine di garantire la coerenza tra gli atti di programmazione regionale e le scelte Aziendali di sviluppo ed organizzazione dei servizi, la concertazione di area vasta deve in particolare definire e affrontare: le attività relative alle funzioni operative a carattere regionale e le attività specialistiche di alta complessità organizzativa le attività di base laddove possono verificarsi fenomeni di duplicazione delle prestazioni il potenziamento dei servizi dove sono necessari investimenti rilevanti implementazione di procedure innovative e avvio di attività che comportano l uso di nuove tecnologie o ad alto costo. E ovvio che a nostro avviso il risultato finale non dovrà prescindere da una maggiore qualificazione delle prestazioni, dal contenimento della mobilità sanitaria e da un pieno utilizzo in termini di area vasta delle professioni presenti. Un esempio per tutti: all interno di questi obiettivi la Regione toscana ha emanato una propri delibera che tra gli interventi sanitari strategici prevede l obiettivo del passaggio da 4,6 a 3,8 posti letto ogni 100 abitanti vede la nostra organizzazione d accordo nella misura in cui si realizza: coinvolgimento del sistema ospedaliero sviluppo della concertazione e contrattazione con le OO.SS. sia di area vasta che di singole aziende per garantire servizi che rispondano alle esigenze dei cittadini, ma anche per tutelare e valorizzare i lavoratori del settore che sono l elemento discriminante per una vera riorganizzazione di qualità

4 correlazione tra riorganizzazione ospedaliera e un piano di ampliamento e potenziamento di strutture alternative alla ospedalizzazione e di servizi domiciliari e residenziali sul territorio condizioni, queste, che riteniamo indispensabili per evitare che la riduzione dei posti letto si trasformi in una accentuazione di difficoltà dei malati e delle loro famiglie su cui verrebbero a scaricarsi la carenza di strutture e di programmi di assistenza domiciliare. Appare evidente che in virtù di tutto ciò la riorganizzazione degli ospedali deve essere vista non come mera riduzione di spesa, ma piuttosto di un ottica di recupero di risorse da indirizzare alla deospedalizzazione delle attività e una qualificazione delle strutture e dei servizi. Per le Aree Vaste possiamo dire che la nostra Organizzazione ha seguito e segue con molta attenzione le già avviate sperimentazioni nella convinzione che vi siano gli elementi utili e positivi per raggiungere effettivamente e gradualmente gli obiettivi concordati nel PSR. I confronti nel merito cominciano a dare qualche risultato di razionalizzazione nell utilizzo delle risorse. Ciò non vuol dire che non esistano elementi di criticità da non sottovalutare, primo fra tutti che l allocazione delle risorse e l individuazione delle funzioni e la loro collocazione all interno dell area vasta avvengano secondo criteri di efficacia per i cittadini e non di comodità professionale e/o geopolitica. Consorzi di Area Vasta Altra novità è la costituzione da parte delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere di Consorzi di Area vasta (ad oggi Enti strumentali senza propria dotazione organica e quindi che operano con personale assegnato che mantiene rapporto di dipendenza con l azienda sanitaria), ai quali le stesse aziende possono attribuire (in termini graduali) proprie funzioni in particolare nell ambito delle attività di supporto tecnico-amministrativo con l obiettivo di una gestione più razionale dell insieme delle risorse. Per quanto riguarda la prima attività che le aziende sanitarie hanno delegato ai rispettivi Consorzi, gli approvvigionamenti gli obiettivi consistevano in: 1. aumentare il potere contrattuale 2. ridurre i prezzi di acquisto 3. centralizzare le funzioni di acquisto a livello di area vasta consentendo una riduzione dei costi 4. riduzione del numero di gare e relativi costi 5. avvio di un modello estendibile ad altre funzioni di supporto Dobbiamo dire che a questo fine i risultati in termini di utilizzo razionale delle risorse e di risparmi termini di acquisti sono ad oggi apprezzabili. Zona Distretto La Zona-distretto nelle previsioni programmatorie dovrebbe essere il livello di base dal quale parte sia la rilevazione della domanda e dei bisogni, che è il primo contatto con tutto il sistema sociosanitario.

5 È quindi l elemento cardine anche per il percorso assistenziale integrato, nonché il livello territoriale di sperimentazione della Società della Salute. Società della Salute, che al di là del nome, sarà un consorzio esclusivamente tra Enti Pubblici (Comuni e ASL). Società della Salute Rispetto alle Società della salute l ampio dibattito che si è sviluppato anche al nostro interno ormai negli ultimi due anni, ruota intorno alla esigenza di assunzione da parte di Comuni di un ruolo di programmazione e di corresponsabilità del governo della sanità attraverso il coinvolgimento delle comunità locali nei servizi sociali e sanitari territoriali. Fermo restando che le ASL e i Comuni sono e rimangono i soggetti che, con i loro atti, fanno la programmazione dei servizi, la SdS che si può costituire a livello di zona-distretto, dovrà, o dovrebbe, il condizionale è d obbligo, provvedere alla realizzazione una maggiore integrazione socio-sanitaria, maggiore qualità ed efficienza del servizio da parte dei soggetti erogatori, nonché razionalizzazione e governo della spesa. E la discussione sul regolamento per le SdS si è a lungo concentrata sui modelli organizzativi e sul nodo del rapporto tra il ruolo delle Aziende Sanitarie e quello dei Comuni nel governo dell assistenza sanitaria territoriale. La SdS, prevista dal PSR, sul quale si è sviluppato un ampio confronto con le OOSS, è regolata da un atto di indirizzo del Consiglio Regionale che ha introdotto delle novità, ma preferirei chiamarle ambiguità, rispetto a quanto invece concertato con la Giunta Regionale. La più rilevante di queste novità e criticità è la possibilità di richiedere la gestione diretta delle attività da parte della SdS stessa, anche durante la fase di sperimentazione prevista per la durata di due anni con il rischio attraverso l attribuzione di funzioni gestionali di andare ad una rottura del gestore unico e di fatto della continuità assistenziale tra ospedale e territorio. Su questo punto abbiamo espresso il nostro dissenso e continuiamo a farlo. Riteniamo che debbano essere promosse sperimentazioni di qualità con l obiettivo di affermare un ruolo diretto dei sindaci sulla programmazione e sul governo della spesa sanitaria territoriale, in particolare nella sua integrazione con la spesa sociale per l attuazione dei relativi interventi (per esempio, anziani, handicap, salute mentale, disabili.). Che la sperimentazione sia una vera sperimentazione, con una durata certa di almeno 2 anni, che tenga conto delle particolarità del territorio cui fa riferimento e che preveda verifiche periodiche. Contemporaneamente alla sperimentazione della SdS, che riguarderà solo una parte delle Zonedistretto, abbiamo rivendicato nei confronti della Regione l emanazione di direttive al fine di affermare in tutta la rete distrettuale un modello organizzativo omogeneo per le diverse situazioni presenti nella regione e che si definiscano le modalità con le quali la Conferenza zonale dei Sindaci assume gli atti deliberativi in merito ai piani territoriali di salute e le attività di integrazione socio-sanitaria (accordi di programma tra comuni e ASL, monitoraggio, ecc.).

6 Riteniamo quindi che rispetto alle SdS debba essere maturato il percorso individuato con la Giunta Regionale: 1. sperimentazione di due anni 2. attenta ed efficace verifica 3. apertura della concertazione per definire gli eventuali sviluppi delle SdS 4. rispetto delle norme e procedure di contrattazione e concertazione per quanto riguarda il personale. Questo strumento, la Società della salute, dovrebbe offrire delle opportunità per il miglioramento dei servizi, ma non è alieno da rischi. Il primo è che di fronte ad una maggiore integrazione socio-sanitaria territoriale si possa verificare un maggior scollamento tra territorio e ospedale. Naturalmente non esistono automatismi né in un senso né nell altro, crediamo che una vera e completa sperimentazione possa dare le corrette indicazioni per un organizzazione e per delle modalità operative che possano avere sbocchi positivi. A condizione che tutti si assumano non solo le rispettive responsabilità, ma che tutti si approccino al problema con una vera mentalità sperimentale: cioè la disponibilità alle eventuali e necessarie modifiche e cambiamenti anche profondi e radicali. Sulle sperimentazioni ex L. 229 il discorso è molto complicato ed esistono volontà e possibilità anche di segno diverso. Naturalmente si parla di sperimentazioni che possono prevedere forme di collaborazione anche societaria tra Pubblico e Privato. Alcune di piccole/medie dimensioni sono già in atto nel campo della riabilitazione (anche cardiologica) e bisognerà fare una verifica del loro funzionamento sia sotto il profilo della qualità/quantità dei servizi offerti, che dei costi/benefici. Altre sono in stato di studio da parte della Regione nel campo dell oculistica (e vi assicuro che le nostre perplessità non mancano) nonostante la prevista SpA sia per l 80% pubblica. Le perplessità a cui facevo riferimento si riferiscono: ad una totale assenza di verifica di sinergie tra le strutture pubbliche esistenti per una ottimizzazione dei servizi (a nostro parere possibile) e la criticità derivante dalla possibile cessione da parte delle aziende pubbliche sanitarie e ospedaliere di un intero ramo di attività quale quello dell oculistica. Elementi, questi, che hanno portato la nostra organizzazione ad esprimere profonde criticità.

7 Partendo poi dalla presenza in Toscana di un concentramento della attività privata prevalentemente nel capoluogo di Regione, costituita da micro aziende e da una crisi che caratterizza attualmente il settore (che in questi ultimi mesi si sta evidenziando con riassetti proprietari), la Regione ha avanzato una proposta, ancora in fase di studio per la possibilità di costituzione di società miste con l ingresso anche del pubblico in quote di attività che fino ad oggi erano svolte dal privato accreditato nell ambito della lungodegenza e della medicina/chirurgia. Anche in questo caso stiamo ponendo molta attenzione perché ad una intenzione iniziale positiva e condivisibile non si sostituisca, poi, un percorso inverso, vale a dire che parte di attività oggi gestite dal pubblico non possano confluire nelle costituende aziende miste. Personale Ultimo, ma non per importanza, vorrei porre l accento sul personale. Credo converremo che qualsiasi processo di riorganizzazione dei servizi sociali e sanitari, così come una maggiore qualità nelle prestazioni si realizza solo con una seria politica di valorizzazione del personale, risorsa fondamentale del sistema, che passa attraverso: 1. valutazione delle necessità di organico delle varie strutture garantendo gli standard necessari (per esempio superando le ormai note carenze di infermieri) 2. governo della flessibilità superando gli elementi di precarizzazione dei rapporti di lavoro, che nel frattempo si sono consolidati nella P.A., in modo da offrire maggiori garanzie sia ai lavoratori che alla qualità dei servizi svolti (tenendo conto della delicatezza dell utenza). Mi corre l obbligo di dire che abbiamo su questo punto già avviato un confronto con la Regione per riportare a legittimità le diverse tipologie di rapporto di lavoro attivate. 3. valorizzazione della formazione sia in fase di preparazione che durante lo svolgimento del servizio, magari con una maggiore integrazione tra i settori interessati per programmazione, programmi formativi e svolgimento dei tirocini. In questo senso occorrerà superare le difficoltà create dalla mancata attuazione dell art. 12 L. 328 per quanto attiene alla definizione dei profili professionali sociali omogenei su tutto il territorio nazionale e dalla riforma del titolo V che da alle regioni la potestà sulla formazione incentivando iniziative regionali difformi spesso anche superando il confronto con le organizzazioni sindacali. Le misure di carattere organizzativo, oltre alla definizione della rete ospedaliera che negli anni 90 ha consentito di passare da 90 presidi ospedalieri a circa 45, hanno consentito nella nostra regione di chiudere sostanzialmente i bilanci in pareggio negli anni passati, non introducendo (almeno fino al 2003) ticket aggiuntivi su farmaci e ricette e tasse regionali. Sicuramente il 2004 si prospetta con ulteriori criticità.

8 Il taglio dei trasferimenti e la non copertura finanziaria dei rinnovi contrattuali determineranno nel 2004 anche per la Toscana elementi di forte problematicità e di fronte alla attivazione dei più svariati interventi che ho appena descritto riteniamo che solo l adeguamento dei trasferimenti possa garantire e confermare l esperienza avviata fino ad oggi in maniera sostanzialmente positiva.

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 DEL 10.12.2008

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 DEL 10.12.2008 REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 Oggetto: LR 20/ 97, art. 3. Finanziamento di progetti d intervento a favore di persone con disturbo mentale e di persone con disabilità intellettive.

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi

Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi Rel. sig. Giancarlo Cavallin Volontarinsieme Coordinamento delle Associazioni di volontariato della provincia di Treviso. Gruppo Salute, ospedale

Dettagli

REGIONE DEL VENETO AZIENDA UNITA LOCALE SOCIO SANITARIA N. 6 VICENZA PROVVEDIMENTO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE

REGIONE DEL VENETO AZIENDA UNITA LOCALE SOCIO SANITARIA N. 6 VICENZA PROVVEDIMENTO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE REGIONE DEL VENETO AZIENDA UNITA LOCALE SOCIO SANITARIA N. 6 VICENZA PROVVEDIMENTO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE Servizio Risorse Umane e Relazioni Sindacali delegato dal Direttore Generale dell Azienda con

Dettagli

Bozza di disegno di legge delega in materia di gestione e sviluppo delle risorse umane ex art.22 Patto per la salute

Bozza di disegno di legge delega in materia di gestione e sviluppo delle risorse umane ex art.22 Patto per la salute IPOTESI A Bozza di disegno di legge delega in materia di gestione e sviluppo delle risorse umane ex art.22 Patto per la salute Art. 1. Al fine di garantire la nuova organizzazione dei servizi sanitari

Dettagli

Indicazioni operative per la predisposizione della proposta di budget per l anno 2010.

Indicazioni operative per la predisposizione della proposta di budget per l anno 2010. 1 OGGETTO PREDISPOSIZIONE DEL BUDGET QUESITO (posto in data 3 marzo 2010) Indicazioni operative per la predisposizione della proposta di budget per l anno 2010. RISPOSTA (inviata in data 5 marzo 2010)

Dettagli

L esperienza dell Università di Bologna

L esperienza dell Università di Bologna PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E Capacità Istituzionale Obiettivo specifico 5.1 Performance PA Linea 2 WEBINAR Ciclo delle Performance nelle Università: La programmazione della formazione e il

Dettagli

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni L art. 1, comma 86, della l. n. 56/2014 ha elencato le funzioni fondamentali delle Province non comprendendo tra queste il servizio idrico integrato;

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

Il processo di riorganizzazione amministrativa dell Università di Catania

Il processo di riorganizzazione amministrativa dell Università di Catania Il processo di riorganizzazione amministrativa dell Università di Catania La riorganizzazione amministrativa deve essere concepita come parte di un più ampio processo che riguarda il governo dell Ateneo,

Dettagli

Regolamento 27 maggio 2008, n.14. Regolamento relativo alla presentazione e valutazione di progetti

Regolamento 27 maggio 2008, n.14. Regolamento relativo alla presentazione e valutazione di progetti Regolamento 27 maggio 2008, n.14 Regolamento relativo alla presentazione e valutazione di progetti volti al miglioramento della produttività e del servizio Art. 1 Oggetto del regolamento 1. Al fine di

Dettagli

L ALTRA PA. STRATEGIE DI INNOVAZIONE PER LA QUALITA NELL ENTE LOCALE

L ALTRA PA. STRATEGIE DI INNOVAZIONE PER LA QUALITA NELL ENTE LOCALE Convegno L ALTRA PA. STRATEGIE DI INNOVAZIONE PER LA QUALITA NELL ENTE LOCALE Catania, 5 dicembre 2002 SINTESI INTERVENTO DR. GAETANO SCOGNAMIGLIO Corporate Governance tradotto letteralmente significa

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE

DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE REGIONE TOSCANA DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE AREA DI COORDINAMENTO POLITICHE DI SOLIDARIETA' SOCIALE E INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA SETTORE TUTELA DEI MINORI, CONSUMATORI

Dettagli

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 36 DEL 27-11-2006 REGIONE PIEMONTE. Autorizzazione ed accreditamento dei soggetti operanti nel mercato del lavoro regionale.

LEGGE REGIONALE N. 36 DEL 27-11-2006 REGIONE PIEMONTE. Autorizzazione ed accreditamento dei soggetti operanti nel mercato del lavoro regionale. LEGGE REGIONALE N. 36 DEL 27-11-2006 REGIONE PIEMONTE Autorizzazione ed accreditamento dei soggetti operanti nel mercato del lavoro regionale. Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE PIEMONTE N. 48 del

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA TRA LA REGIONE TOSCANA, LE UNIVERSITA DI FIRENZE PISA E SIENA E LE AZIENDE OSPEDALIERO-UNIVERSITARIE

PROTOCOLLO D INTESA TRA LA REGIONE TOSCANA, LE UNIVERSITA DI FIRENZE PISA E SIENA E LE AZIENDE OSPEDALIERO-UNIVERSITARIE PROTOCOLLO D INTESA TRA LA REGIONE TOSCANA, LE UNIVERSITA DI FIRENZE PISA E SIENA E LE AZIENDE OSPEDALIERO-UNIVERSITARIE PER LA IMPLEMENTAZIONE DELL ATTIVITA DI DIDATTICA E DI RICERCA ALL INTERNO DELLE

Dettagli

I Contratti di servizio come strumento di governance delle politiche di welfare locale

I Contratti di servizio come strumento di governance delle politiche di welfare locale I Contratti di servizio come strumento di governance delle politiche di welfare locale Raffaele Tomba Ponzano Veneto, 20 maggio 2011 Agenzia sanitaria e sociale regionale Area innovazione sociale 1 Fasi

Dettagli

REGOLAMENTO del Sistema Integrato di Valutazione

REGOLAMENTO del Sistema Integrato di Valutazione REGIONE TOSCANA REGIONE TOSCANA Azienda USL3 di Pistoia REGOLAMENTO del Sistema Integrato di Valutazione - AREA della DIRIGENZA MEDICA e VETERINARIA - 1 Finalità La gestione degli incarichi e delle verifiche

Dettagli

Il Volontariato e i piani di zona 2011-2015: attività e prospettive

Il Volontariato e i piani di zona 2011-2015: attività e prospettive Il Volontariato e i piani di zona 2011-2015: attività e prospettive Fattori da considerare: Guardando al futuro Il Libro bianco 2009 sul futuro del welfare promette di essere un punto di svolta nel sistema

Dettagli

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 13 del 30/12/2008 Approvato dalla Provincia di

Dettagli

L infermiere al Controllo di Gestione

L infermiere al Controllo di Gestione L infermiere al Controllo di Gestione Una definizione da manuale del Controllo di gestione, lo delinea come l insieme delle attività attraverso le quali i manager guidano il processo di allocazione e di

Dettagli

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili.

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili. Comune di Sondrio LINEE GUIDA PER LA SPERIMENTAZIONE del coordinamento territoriale per l integrazione dei servizi a favore dell inclusione scolastica degli alunni con disabilità PREMESSA Il Comune di

Dettagli

Il sistema di governo della programmazione. Ruoli, compiti, responsabilità e funzioni dei soggetti coinvolti nel processo programmatorio

Il sistema di governo della programmazione. Ruoli, compiti, responsabilità e funzioni dei soggetti coinvolti nel processo programmatorio Il sistema di governo della programmazione Ruoli, compiti, responsabilità e funzioni dei soggetti coinvolti nel processo programmatorio Gli organismi coinvolti nel processo programmatorio Assemblea Distrettuale

Dettagli

IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Come indicato nel Piano Annuale della Performance (P.A.P.), predisposto a partire dall anno 2015, l Azienda annualmente esplicita gli obiettivi,

Dettagli

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici DISEGNO DI LEGGE Art. 1. (Obiettivi e finalità) 1. La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere

Dettagli

I consultori familiari: una risorsa preziosa per le nostre comunità

I consultori familiari: una risorsa preziosa per le nostre comunità I consultori familiari: una risorsa preziosa per le nostre comunità di Antonio Bucz I consultori familiari sono nati più di 30 anni fa per dare concrete risposte alle nostre popolazioni in termini di salute,

Dettagli

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE un PROTOCOLLO D INTESA tra CONSIGLIERA PARITÀ PROVINCIALE DONNE

Dettagli

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca di concerto con il Ministro dell Economia e delle Finanze Classificazione della spesa delle università per missioni e programmi VISTI gli articoli

Dettagli

1. Oggetto e struttura del disegno di legge

1. Oggetto e struttura del disegno di legge Delega al Governo per l attuazione dell articolo 117, secondo comma, lettera p) della Costituzione, per l istituzione delle Città metropolitane e per l ordinamento di Roma Capitale della Repubblica. Disposizioni

Dettagli

FORUM P.A. SANITA' 2001

FORUM P.A. SANITA' 2001 FORUM P.A. SANITA' 2001 Azienda Sanitaria Locale della provincia di Como Direzione Sanitaria, Dipartimento Attività Socio Sanitarie Integrate (A.S.S.I.) Dipartimento Servizi Sanitari di Base, Staff Educazione

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA TRA

PROTOCOLLO D INTESA TRA PROTOCOLLO D INTESA TRA Provincia di Roma Dipartimento III - Servizio I Politiche del Lavoro e Servizi per l Impiego - SILD e Dipartimenti di Salute Mentale della ASL della Provincia di Roma e Associazioni

Dettagli

LINEE GUIDA PER I PIANI DI ZONA

LINEE GUIDA PER I PIANI DI ZONA Milano Milano LINEE GUIDA PER I PIANI DI ZONA La legge 328/00 attribuisce agli enti locali, alle regioni ed allo Stato il compito di realizzare la programmazione degli interventi e delle risorse del sistema

Dettagli

Ulss n.6 Vicenza Dipartimento/progetto dei Servizi per il Territorio VERSO UN DISTRETTO FORTE

Ulss n.6 Vicenza Dipartimento/progetto dei Servizi per il Territorio VERSO UN DISTRETTO FORTE FORUMPA SANITA' 2001 Ulss n.6 Vicenza Dipartimento/progetto dei Servizi per il Territorio VERSO UN DISTRETTO FORTE Parte 1: Anagrafica Titolo del Progetto: VERSO UN DISTRETTO FORTE Amministrazione proponente:

Dettagli

Tabella 1: dettaglio costi assicurazioni

Tabella 1: dettaglio costi assicurazioni Pedemontana sociale Bilancio sociale 2008 Tabella 1: dettaglio costi assicurazioni Tabella 2: dettaglio costi consulenze Tabella 3: dettaglio costi automezzi 46 Bilancio sociale 2008 I RICAVI Pedemontana

Dettagli

L ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ AMMINISTRATIVE E GESTIONALI NEGLI ENTI LOCALI

L ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ AMMINISTRATIVE E GESTIONALI NEGLI ENTI LOCALI E GESTIONALI NEGLI ENTI LOCALI 1 ultimo aggiornamento: febbraio 2002 Le leggi di riforma dell ordinamento degli Enti Locali e più in generale della Pubblica Amministrazione che si sono succedute in modo

Dettagli

DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE

DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE PROPONENTE Settore Politiche Sociali DIRETTORE GROSSI dott.ssa EUGENIA Numero di registro Data dell'atto 1227 27/08/2015 Oggetto : Presa d'atto della convenzione sottoscritta

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino In un contesto normativo e sociale caratterizzato da una costante evoluzione, al Comune,

Dettagli

Legge Regionale 23 Novembre 2006, n. 20. Istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza. (BUR N. 34 del 9 dicembre 2006)

Legge Regionale 23 Novembre 2006, n. 20. Istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza. (BUR N. 34 del 9 dicembre 2006) Legge Regionale 23 Novembre 2006, n. 20. Istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza. (BUR N. 34 del 9 dicembre 2006) Art.1 (Oggetto e finalità) 1. La Regione con la presente legge, in armonia

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d 32 Oggetto: Istituzione della rete di cure palliative della d Regione Sardegna. L Assessore dell'igiene e Sanità e dell'assistenza Sociale ricorda che la legge 15 marzo 2010, n. 38, tutela il diritto del

Dettagli

Legge accesso disabili agli strumenti informatici

Legge accesso disabili agli strumenti informatici Legge accesso disabili agli strumenti informatici da Newsletter Giuridica: Numero 81-26 gennaio 2004 Pubblicata sulla Gazzetta la Legge in materia di accesso dei disabili agli strumenti informatici, approvata

Dettagli

L Assessorato alla Sanità della regione Marche ed il Coordinamento Regionale del Tribunale per la Tutela dei diritti del Malato CONVENGONO E STIPULANO

L Assessorato alla Sanità della regione Marche ed il Coordinamento Regionale del Tribunale per la Tutela dei diritti del Malato CONVENGONO E STIPULANO PROTOCOLLO D INTESA tra l Assessorato alla Tutela della salute, volontariato, veterinaria, acque minerali termali e sorgenti della Regione Marche ed il Movimento Cittadinanzattiva Tribunale per i Diritti

Dettagli

Comune Capofila : VETRALLA

Comune Capofila : VETRALLA PROGETTI DI INTERVENTI E SERVIZI PER LE ESIGENZE DEI PICCOLI COMUNI APPARTENENTI AL DISTRETTO SOCIALE VT 4 -Anno 2010- Comune Capofila : VETRALLA Comuni di : Barbarano Romano Villa San Giovanni in Tuscia

Dettagli

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 Protocollo d intesa Costituzione di un Centro regio nale per la promozione e lo sviluppo dell auto

Dettagli

Modifiche e Integrazioni al D. Lgs. 118/2011 inerenti l introduzione della Contabilità Economico-Patrimoniale nelle Regioni

Modifiche e Integrazioni al D. Lgs. 118/2011 inerenti l introduzione della Contabilità Economico-Patrimoniale nelle Regioni Modifiche e Integrazioni al D. Lgs. 118/2011 inerenti l introduzione della Contabilità Economico-Patrimoniale nelle Regioni ROBERTA SCOLA Staff e Affari Giuridici della Direzione Centrale Risorse Strumentali,

Dettagli

Convegno SItI CURE PRIMARIE TRA MITO E REALTA : IL RUOLO DEI PROFESSIONISTI 13 novembre 2009 Bergamo

Convegno SItI CURE PRIMARIE TRA MITO E REALTA : IL RUOLO DEI PROFESSIONISTI 13 novembre 2009 Bergamo Convegno SItI CURE PRIMARIE TRA MITO E REALTA : IL RUOLO DEI PROFESSIONISTI 13 novembre 2009 Bergamo L esperienza dell Azienda Sanitaria Locale della provincia di Varese ALCUNE CONSIDERAZIONI La creazione

Dettagli

Determina Personale Organizzazione/0000194 del 12/12/2014

Determina Personale Organizzazione/0000194 del 12/12/2014 Comune di Novara Determina Personale Organizzazione/0000194 del 12/12/2014 Area / Servizio Area Organizzativa (05.UdO) Proposta Istruttoria Unità Area Organizzativa (05.UdO) Proponente Monzani/Battaini

Dettagli

CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA

CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA La Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

MARKETING, COMUNICAZIONE, DEONTOLOGIA: il biglietto da visita del libero professionista

MARKETING, COMUNICAZIONE, DEONTOLOGIA: il biglietto da visita del libero professionista MARKETING, COMUNICAZIONE, DEONTOLOGIA: il biglietto da visita del libero professionista Bologna 24 novembre 2013 Roberta Arbellia Indagine Nursind e Cergas Bocconi ottobre 2013 Infermieri forte orgoglio

Dettagli

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti

Dettagli

OGGETTO STRUTTURE SEMPLICI DIPARTIMENTALI E STRUTTURE SEMPLICI

OGGETTO STRUTTURE SEMPLICI DIPARTIMENTALI E STRUTTURE SEMPLICI 1 OGGETTO STRUTTURE SEMPLICI DIPARTIMENTALI E STRUTTURE SEMPLICI QUESITO (posto in data 31 luglio 2013) pongo un quesito relativo alla organizzazione gerarchica delle strutture operative semplici e semplici

Dettagli

IL RETTORE. VISTO lo Statuto di autonomia dell Università del Salento ed in particolare l art. 29;

IL RETTORE. VISTO lo Statuto di autonomia dell Università del Salento ed in particolare l art. 29; OGGETTO: Emanazione del Regolamento per la formazione del personale tecnicoamministrativo novellato dalla delibera del Consiglio di Amministrazione in data 22/12/2010. IL RETTORE D.R. N. 1 VISTO lo Statuto

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 30/7 DEL 29.7.2014

DELIBERAZIONE N. 30/7 DEL 29.7.2014 Oggetto: Assegnazione all Azienda ASL n. 8 di Cagliari dell espletamento della procedura per l affidamento del servizio di realizzazione del sistema informatico per la gestione dell accreditamento dei

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE 2 OGGETTO: Approvazione Linee guida per la predisposizione dei Piani triennali di ambito sociale obiettivi 2005-2007 LA VISTO il documento istruttorio, riportato in calce alla presente deliberazione, predisposto

Dettagli

Linee guida per la realizzazione degli Uffici di Promozione sociale

Linee guida per la realizzazione degli Uffici di Promozione sociale G I U N T A R E G I O N E M A R C H E DIPARTIMENTO SERVIZI ALLA PERSONA E ALLA COMUNITÅ SERVIZIO SERVIZI SOCIALI Linee guida per la realizzazione degli Uffici di Promozione sociale Ancona, maggio 2003

Dettagli

REGOLAMENTO DI ATENEO PER LA DISCIPLINA DELLE INIZIATIVE E DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE

REGOLAMENTO DI ATENEO PER LA DISCIPLINA DELLE INIZIATIVE E DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE REGOLAMENTO DI ATENEO PER LA DISCIPLINA DELLE INIZIATIVE E DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE NELL AMBITO DI PROGRAMMI E PROGETTI FINALIZZATI ART.1 AMBITO DI APPLICAZIONE Il presente Regolamento definisce e disciplina

Dettagli

L organizzazione del lavoro all interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha subito negli ultimi anni una modifica, sia per rispondere a

L organizzazione del lavoro all interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha subito negli ultimi anni una modifica, sia per rispondere a Ordinamento Professionale L organizzazione del lavoro all interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha subito negli ultimi anni una modifica, sia per rispondere a nuovi compiti istituzionali

Dettagli

Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali

Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali INTERPELLO N. 65/2009 Roma, 31 luglio 2009 Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali DIREZIONE GENERALE PER L ATTIVITÀ ISPETTIVA Al Consiglio Nazionale dell Ordine dei Consulenti del

Dettagli

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA PROTOCOLLO DI INTESA per la non discriminazione e le pari opportunità attraverso il pieno riconoscimento del diritto alla mobilità e all accessibilità PREMESSO TRA Comune di Terni Provincia di Terni l

Dettagli

DIREZIONE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE SALVI ALESSANDRO

DIREZIONE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE SALVI ALESSANDRO REGIONE TOSCANA DIREZIONE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE SETTORE INNOVAZIONE SOCIALE Il Dirigente Responsabile: SALVI ALESSANDRO Decreto soggetto a controllo di regolarità amministrativa e

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

CGIL CISL UIL. Gli Enti Bilaterali emanazione delle parti sociali (alle quali resta la competenza delle politiche. 00198 Roma Corso d Italia, 25

CGIL CISL UIL. Gli Enti Bilaterali emanazione delle parti sociali (alle quali resta la competenza delle politiche. 00198 Roma Corso d Italia, 25 Particolare rilievo è posto alla questione della formazione professionale continua che si evidenzia come un importante strumento per il rafforzamento del patrimonio di conoscenze dei lavoratori, per il

Dettagli

Riunione del Comitato di gestione Monitoraggio APQ - 18/12/03

Riunione del Comitato di gestione Monitoraggio APQ - 18/12/03 Riunione del Comitato di gestione Monitoraggio APQ - 18/12/03 Roma, 18 dicembre 2003 Agenda dell'incontro Approvazione del regolamento interno Stato di avanzamento del "Progetto Monitoraggio" Prossimi

Dettagli

Ambito Distrettuale 6.1

Ambito Distrettuale 6.1 Ambito Distrettuale 6.1 Piano di Zona 2013-2015 AREE DI INTERVENTO: OBIETTIVI STRATEGICI, PRIORITA DEL PDZ, AZIONI, TEMPI E RISORSE 4.2 AREA DISABILITA PREMESSA. Negli ultimi anni l azione progettuale

Dettagli

Ai Capi Ufficio. e p.c. Al Direttore Amministrativo LORO SEDI. Oggetto: Applicazione dell Iva ai contributi erogati per la realizzazione di progetti.

Ai Capi Ufficio. e p.c. Al Direttore Amministrativo LORO SEDI. Oggetto: Applicazione dell Iva ai contributi erogati per la realizzazione di progetti. Direzione Area Contabile Servizio Affari Fiscali Viale Gallipoli 49-73100 Lecce Tel. 0832/293392 - Fax. 0832/293042 Lecce, lì 18 luglio 2003 Prot. 15971 Ai Direttori dei Centri di Spesa Ai Responsabili

Dettagli

OGGETTO SPECIALISTA AMBULATORIALE O MEDICO DIPENDENTE PROSPETTIVE PROFESSIONALI ED ECONOMICHE A CONFRONTO

OGGETTO SPECIALISTA AMBULATORIALE O MEDICO DIPENDENTE PROSPETTIVE PROFESSIONALI ED ECONOMICHE A CONFRONTO 1 OGGETTO SPECIALISTA AMBULATORIALE O MEDICO DIPENDENTE PROSPETTIVE PROFESSIONALI ED ECONOMICHE A CONFRONTO QUESITO (posto in data 4 luglio 2014) Ho un contratto da specialista ambulatoriale a tempo indeterminato

Dettagli

PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA

PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA 14. CITTA MULTIETNICA SUPPORTARE INSERIMENTO IMMIGRATI Confermando il ruolo che il Centro Servizi per Stranieri ha assunto all interno delle politiche per l immigrazione,

Dettagli

Accreditamento: I requisiti La qualificazione del personale La qualificazione dei soggetti

Accreditamento: I requisiti La qualificazione del personale La qualificazione dei soggetti Accreditamento: I requisiti La qualificazione del personale La qualificazione dei soggetti Raffaele Fabrizio Direzione Sanità e politiche sociali Regione Emilia-Romagna a. REQUISITI vigenti (DGR 1378/1999):

Dettagli

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione

Dettagli

Dall evidenza all azione. Politiche di governance per una scuola sana

Dall evidenza all azione. Politiche di governance per una scuola sana Dall evidenza all azione Politiche di governance per una scuola sana Un mandato impegnativo Risulta ormai evidente che per conciliare e soddisfare i bisogni di salute nel contesto scolastico, gli orientamenti

Dettagli

LINEE GUIDA PER IL POTENZIAMENTO DELL'ASSISTENZA AI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

LINEE GUIDA PER IL POTENZIAMENTO DELL'ASSISTENZA AI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE Delibera di Giunta - N.ro 2004/1016 - approvato il 31/5/2004 Oggetto: LINEE GUIDA PER IL POTENZIAMENTO DELL'ASSISTENZA AI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE Prot. n. (SAM/03/27628) LA GIUNTA DELLA REGIONE

Dettagli

Raccolta di domande di ogni tipo (partendo dalle iscrizioni alle scuole ed alle università);

Raccolta di domande di ogni tipo (partendo dalle iscrizioni alle scuole ed alle università); Protocollo Operativo d Intesa tra il Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e Poste Italiane per il servizio di consegna dei libri di testo alle famiglie degli alunni della scuola secondaria

Dettagli

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE Definizione obiettivi: descrizione degli obiettivi di piano riferiti agli obiettivi generali

Dettagli

PROTOCOLLO DI RELAZIONI SINDACALI TRA CGIL CISL UIL Piemonte ANCI Piemonte - LEGA DELLE AUTONOMIE LOCALI Piemonte

PROTOCOLLO DI RELAZIONI SINDACALI TRA CGIL CISL UIL Piemonte ANCI Piemonte - LEGA DELLE AUTONOMIE LOCALI Piemonte PROTOCOLLO DI RELAZIONI SINDACALI TRA CGIL CISL UIL Piemonte ANCI Piemonte - LEGA DELLE AUTONOMIE LOCALI Piemonte Premessa Le politiche delle Amministrazioni locali, ed in particolare le politiche di bilancio,

Dettagli

POLITICA DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE CIVILE

POLITICA DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE CIVILE POLITICA DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE CIVILE 1. Che cos è la formazione La formazione è il processo attraverso il quale si educano, si migliorano e si indirizzano le risorse umane affinché personale

Dettagli

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CATANIA

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CATANIA D.R. 7675 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CATANIA IL RETTORE - Vista la Legge del 19 novembre 1990, n.341 e in particolare gli articoli 6 e 7, concernenti la riforma degli ordinamenti didattici universitari;

Dettagli

Descrizione dettagliata delle attività

Descrizione dettagliata delle attività LA PIANIFICAZIONE DETTAGLIATA DOPO LA SELEZIONE Poiché ciascun progetto è un processo complesso ed esclusivo, una pianificazione organica ed accurata è indispensabile al fine di perseguire con efficacia

Dettagli

REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO

REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO 1 REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO Partenariato del Programma Operativo FESR Basilicata 2014-2020 (art. 5 Regolamento UE n. 1303/2/13; Regolamento Delegato (UE) n. 240/2014; D.G.R. n. 906 del 21 luglio 2014)

Dettagli

Il sistema socio-sanitario del Veneto modello virtuoso in crisi - integrazione ospedale-territorio e pubblico-privato

Il sistema socio-sanitario del Veneto modello virtuoso in crisi - integrazione ospedale-territorio e pubblico-privato Il sistema socio-sanitario del Veneto modello virtuoso in crisi - integrazione ospedale-territorio e pubblico-privato La capillare rete ospedaliera pubblica esistente nel Veneto prima della riforma ospedaliera

Dettagli

Nel 2005 viene istituito l Albo comunale per censire i volontari

Nel 2005 viene istituito l Albo comunale per censire i volontari L Amministrazione di Sostegno. Il Ruolo del Servizio Sociale. Parto dall esperienza del Servizio Sociale dei 4 Ambiti Distrettuali (S. Vito, Pordenone, Cividale e Tarcento), soffermandomi in particolare

Dettagli

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE Non c è mai una seconda occasione per dare una prima impressione 1. Lo scenario Oggi mantenere le proprie posizioni o aumentare le quote di mercato

Dettagli

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Il presente materiale didattico costituisce parte integrante del percorso formativo

Dettagli

CAPITOLO 12 - SISTEMA DEGLI INCARICHI E DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE

CAPITOLO 12 - SISTEMA DEGLI INCARICHI E DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE CAPITOLO 12 - SISTEMA DEGLI INCARICHI E DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE 12.1 Individuazione delle Strutture Semplici e Complesse Nell individuare le strutture complesse di cui all allegato n. 2

Dettagli

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI D.P.C.M. 30 marzo 2001: ATTO DI INDIRIZZO E COORDINAMENTO SUI SISTEMI DI AFFIDAMENTO DEI SERVIZI ALLA PERSONA PREVISTI DALL ART. 5 DELLA LEGGE 8 novembre 2000, n. 328 IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO AMBITO DI APPLICAZIONE TITOLO I PRINCIPI GENERALI Finalità del processo di gestione del patrimonio Fondo stabilizzazione

Dettagli

Programma triennale per la trasparenza e l integrità ANVUR

Programma triennale per la trasparenza e l integrità ANVUR Programma triennale per la trasparenza e l integrità ANVUR 2012-2014 1 1. PREMESSA L art. 2, comma 138, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. Disposizioni in materia di ospedalizzazione domiciliare per i malati terminali N. 2739

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. Disposizioni in materia di ospedalizzazione domiciliare per i malati terminali N. 2739 Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 2739 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato CARLUCCI Disposizioni in materia di ospedalizzazione domiciliare per i malati terminali Presentata

Dettagli

Regione Marche. Linee di intervento PSR: 7.1 Rete ospedaliera

Regione Marche. Linee di intervento PSR: 7.1 Rete ospedaliera Regione Marche Linee di intervento PSR: 7.1 Rete ospedaliera 1 Analisi della realtà regionale, per sistemi e processi Differenziali nel consumo di giornate di degenza tra le diverse aree vaste Scambi interni

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Città di Lecce SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA

Città di Lecce SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA Città di Lecce SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA INDICE 1. Introduzione... 4 2. Sistema di misurazione e valutazione della performance organizzativa... 4 2.1. L Albero

Dettagli

COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 3 del 26.04.2013 1 CAPO I Art.1 Art.2 Art.3 Art.4 PRINCIPI GENERALI

Dettagli

ECM in provincia di Bolzano. Il punto di vista dei medici. Dr Giulio Donazzan, Vicepresidente Ordine dei Medici Commissione Provinciale ECM

ECM in provincia di Bolzano. Il punto di vista dei medici. Dr Giulio Donazzan, Vicepresidente Ordine dei Medici Commissione Provinciale ECM ECM in provincia di Bolzano Il punto di vista dei medici Dr Giulio Donazzan, Vicepresidente Ordine dei Medici Commissione Provinciale ECM Il punto di vista dei professionisti, (prima dell ECM) Aggiornamento

Dettagli

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra Regione Campania SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA fra L Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano La Provincia di Salerno Le Comunità Montane..., La Comunità Montana..., La Comunità Montana..., Ecc

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Protocollo d Intesa per la tutela dei minori Rom, Sinti e Camminanti tra Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e Opera Nomadi VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo

Dettagli

Il sistema di contabilità pubblica in Italia La riforma della contabilità in Italia: la situazione attuale

Il sistema di contabilità pubblica in Italia La riforma della contabilità in Italia: la situazione attuale Progetto di Gemellaggio TR 08 IB FI 02 Improving Data Quality in Public Accounts Workshop internazionale Public accounting data quality and IPSAS implementation strategies in UE countries Istanbul, 3-5

Dettagli

Modalità di acquisizione delle grandi apparecchiature elettromedicali in ambito sanitario Padova, 21.4.2010

Modalità di acquisizione delle grandi apparecchiature elettromedicali in ambito sanitario Padova, 21.4.2010 Agenzia Regionale Socio Sanitaria del Veneto Modalità di acquisizione delle grandi apparecchiature elettromedicali in ambito sanitario Padova, 21.4.2010 Il ruolo della Regione e dell ARSS sul tema degli

Dettagli

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici Legge Regionale 28 aprile 2009, n. 15 Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici ( B.U. REGIONE BASILICATA N.22 del 2 maggio 2009 Articolo 1 Finalità 1. La presente legge, in

Dettagli

MODALITA DI FUNZIONAMENTO E CONSULTAZIONE DEL TAVOLO PERMANENTE DEI SOGGETI DEL TERZO SETTORE DEL DISTRETTO SOCIALE EST MILANO

MODALITA DI FUNZIONAMENTO E CONSULTAZIONE DEL TAVOLO PERMANENTE DEI SOGGETI DEL TERZO SETTORE DEL DISTRETTO SOCIALE EST MILANO Allegato A alla deliberazione n. 11 dell 08/06/2012 MODALITA DI FUNZIONAMENTO E CONSULTAZIONE DEL TAVOLO PERMANENTE DEI SOGGETI DEL TERZO SETTORE DEL DISTRETTO SOCIALE EST MILANO 1. COMPITI E FINALITA

Dettagli