LA SORVEGLIANZA DEGLI IMPIANTI A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE

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1 LA SORVEGLIANZA DEGLI IMPIANTI A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE D. Barone Studio db Milano M. Messina ANIA Milano CONVEGNO 3ASI C/O ISA ROMA NOVEMBRE 2005 SOMMARIO Dopo l attentato alle Torri Gemelle di New York nel settembre 2001 ed il recente incidente di Tolosa in Francia è aumentata tra i gestori degli impianti a rischio di incidente rilevante e le Autorità di controllo l attenzione per la sorveglianza. Sono state emesse sia in Italia che negli USA linee guida per la verifica dell adeguatezza dei sistemi di sorveglianza degli impianti petrolchimici e delle raffinerie. In aggiunta a tali linee guida, che riguardano in larga parte gli impianti esistenti, si estende sempre più per i nuovi impianti l utilizzo dei principi di sicurezza intrinseca che consentono in alcuni casi la realizzazione di impianti a prova di attentato o atto doloso. (serbatoi di stoccaggio GPL tumulati o in caverna, terminali di LNG a contenimento totale, doppio contenimento per impianti che trattano gas tossici). D.Barone/M. Messina Pagina 1 di 8 09/12/2005

2 1. - ESPERIENZA STORICA DI INCIDENTI RILEVANTI Dalle banche dati incidenti e dalle registrazioni effettuate è possibile ricavare una casistica di incidenti rilevanti connessi a probabili atti di sabotaggio, attentato esterno e/o interno. Alcuni dei più gravi eventi criminosi verificatisi negli ultimi trent anni nel mondo, all interno di attività a rischio di incidente rilevante sono citati nel documento (1): - Deposito costiero SIOT Trieste Deposito GPL (Piemonte) anni 80 - Impianto Isocianato Metile Bophal (India) Deposito GPL Mexico City (Messico) Deposito prodotti petroliferi Napoli Impianto fertilizzanti Tolosa (Francia) 2001 Dopo l attentato alle Torri Gemelle di New York nel settembre 2001 e le minacce di utilizzo di prodotti chimici, antiparassitari e batteriologici è aumentata tra i gestori degli impianti a rischio di incidente rilevante e le Autorità di Controllo l attenzione per la sorveglianza (security). 2 - ATTIVITA NEGLI STATI UNITI Il Dipartimento di Giustizia USA ha emesso un documento (2) relativo ad un Metodo per la valutazione della vulnerabilità delle aziende chimiche americane nel quale sono illustrate le varie fasi di un analisi di rischio per l individuazione dei punti critici e le misure correttive impiantistiche, procedurali, organizzative. L API (American Petroleum Institute) ed il NPRA (National Petrochemical Rafineries Association) hanno emesso per gli impianti petroliferi e petrolchimici le linee guida (3) per la valutazione della vulnerabilità dei sistemi di sorveglianza negli impianti ad alto rischio. In tali linee guida è riportato quanto di seguito descritto. Gli operatori dovrebbero assicurare la sorveglianza degli impianti e la protezione del pubblico, l ambiente, i lavoratori e la continuità operativa attraverso la gestione dei rischi della sorveglianza. La premessa delle linee guida è che i rischi della sorveglianza dovrebbero essere gestiti con processi di gestione basati sull analisi dei rischi e sull efficacia delle misure adottate. Occorre pertanto identificare ed analizzare i pericoli alla sorveglianza e le relative vulnerabilità e valutare l adeguatezza delle misure di contrasto adottate per mitigare i pericoli. La necessità di miglioramento alla sorveglianza verrà determinata da fattori quali il grado di pericolo, il grado di vulnerabilità, le possibili conseguenze di un incidente e l interesse dell installazione per gli avversari. Nel caso di pericolo di terroristi, gli impianti ad alto rischio sono quelli che hanno un importanza critica, sono di interesse per l avversario, hanno un alto livello di conseguenze ed il livello di vulnerabilità e pericolo è alto. Le analisi di vulnerabilità non sono necessariamente valutazioni di rischio quantitative e spesso sono di rischio qualitativo. D.Barone/M. Messina Pagina 2 di 8 09/12/2005

3 I risultati attesi consistono in una stima qualitativa dei rischi ordinati in classi in modo da stabilire priorità per le contromisure. Un assunzione base è che non tutti i rischi di sorveglianza possono essere completamente prevenuti. Gli obiettivi della sorveglianza sono quelli di utilizzare le seguenti strategie di base per minimizzare i rischi: 1. Dissuadere (Deter) 2. Rilevare (Detect) 3. Ritardare (Delay) 4. Rispondere (Respond) I passi fondamentali della metodologia per la valutazione della vulnerabilità della sorveglianza sono riportati nella figura 1. La misure di contrasto previste nella ceck list sono le seguenti: Identificazione dei sistemi di sicurezza fisici: barriere perimetrali, barriere per gli edifici, rilevazione intrusioni, controllo accessi, guardiani, controllo IT. Identificazione dei sistemi di sicurezza del processo: processi critici, piani di emergenza, rilevatori gas, rilevatori incendio, sistemi antincendio, prevenzione e controllo rilasci di sostanze pericolose. Gestione del programma di sorveglianza: organizzazione della sorveglianza, politiche e piani di sorveglianza, risorse, audit, trattamento informazioni sensibili, comunicazione interna. Rilevazione dei pericoli e capacità di valutazione. Un esempio applicativo relativo ad una raffineria, rappresentata nella figura 2, è riportato nell Appendice C1 della linea guida. La raffineria considerata ha alcuni impianti produttivi, una sala controllo, uno stoccaggio di prodotti, un pontile, una sottostazione elettrica, un ingresso principale con relativo sistema di sorveglianza. Nelle tabelle in allegato sono poi riportate le seguenti analisi: Tabella 1 - Criticità impianti, edifici, servizi (uffici, sala controllo, pontile, stoccaggi, unità processo, cabina elettrica, torri raffreddamento, contenitori cloro). Tabella 2 - Pericoli (terroristi, terzi, attivisti, operatori interni) Tabella 3 - Categorizzazione obiettivi (uffici, sala controllo, pontile). Tabella 4 - Scenari (perdita contenimento al pontile). Un altro documento di riferimento (4) per l industria chimica negli USA è quello relativo alle linee guida per la sorveglianza dei siti dell industria chimica. In tale guida sono riportati nella figura 3 i vari anelli protettivi delle attività critiche (anello interno, medio, esterno) e, nella figura 4, il Responsible Care Security Model nel quale sono evidenziati i legami tra le parti più importanti del modello e cioè: D.Barone/M. Messina Pagina 3 di 8 09/12/2005

4 - Coinvolgimento e impegno dell alta direzione - Personale - Tecnologie - Servizi La linea guida contiene inoltre molti esempi di politiche, piani e procedure per: - emergenza per attacchi, disturbi dall esterno - lettere e pacchi sospetti - minaccia di attentato (bomba) - selezione personale - violenza sul luogo di lavoro - violazione norme e procedure sul lavoro - armi - droga e alcool. Sulla base delle linee guida e delle attività connesse da parte delle associazioni di categoria della raffinazione, petrolchimica (API/NPRA) e chimica (ACC) e del Dipartimento per la sicurezza interna (Department of Homeland Security) le associazioni API/NPRA sono molto contrarie all emissione di una legislazione sulla chemical security in corso di esame da parte del Congresso (5) in quanto ritengono che l autoregolamentazione ottenuta non richieda un imposizione di legge ATTIVITA IN EUROPA Per quanto riguarda l Unione Europea è stato recentemente tenuto a Budapest (6) un seminario relativo alla Protezione delle installazioni pericolose da atti ostili intenzionali nel quale sono stati discussi i seguenti temi principali: - identificazioni delle attività Seveso come infrastrutture critiche, - protezione delle installazioni critiche pericolose e prevenzione contro possibili atti terroristici, - preparazione e risposta ad un atto ostile contro installazioni critiche pericolose. Le principali conclusioni emerse sono state: - le installazioni Seveso sono da considerarsi come infrastrutture critiche - è opportuno collegare l esperienza dei servizi informativi e di polizia con le autorità di controllo delle attività Seveso. I requisiti di sicurezza possono aiutare ad identificare i punti vulnerabili degli stabilimenti. I sistemi di sorveglianza adottati possono essere complementari a quelli di sicurezza. - è opportuno avere un unico piano di emergenza che comprenda lo scenario peggiore ( worst case scenario). Alcuni Stati Membri hanno creato particolari unità per rispondere ad attacchi speciali quali chimici, batteriologici, nucleari. D.Barone/M. Messina Pagina 4 di 8 09/12/2005

5 In Italia linea guida per la sorveglianza degli impianti chimici sono in corso di elaborazione presso Federchimica. 4. MISURE PER RIDURRE I RISCHI Per le attività a rischio di incidente rilevante le più efficaci misure per far fronte ad atti ostili esterni e/o interni sono quelle collegate all adozione dei principi di sicurezza intrinseca riportati nel documento (7). Essi sono i seguenti: - Eliminazione di sostanze pericolose - Minimizzazione (minore quantità di sostanze pericolose con intensificazione del processo) - Sostituzione (di sostanza pericolosa con altra meno pericolosa) - Attenuazione (limitazione dell energia disponibile, modificazione pressione temperatura) - Semplificazione (dei processi e delle sostanze coinvolte) Nel suddetto documento viene indicato un Metodo per la identificazione del criterio di sicurezza intrinseca applicabile alle varie situazioni di rischio individuate quali rilasci tossici e/o infiammabili, esplosioni, incendi. Per ogni rischio individuato si associa uno dei criteri di sicurezza intrinseca della colonna 1 ad uno dei parametri della colonna eliminazione quantità minimizzazione pressione sostituzione temperatura attenuazione energia semplificazione apparecchiatura reazione non voluta I criteri di sicurezza intrinseca sono applicabili sia ai nuovi impianti sia a quelli esistenti per eventuali piani di miglioramento. Esempi di criteri di sicurezza intrinseca applicabili agli stoccaggi e/o processi che trattano sostanze pericolose sono i seguenti: - Installazione delocalizzata cioè lontano da insediamenti abitativi e/o produttivi. - Riduzione della quantità di sostanze pericolose nelle apparecchiature di processo. - Doppio contenimento per le sostanze liquide pericolose per l ambiente e/o per gli operatori. - Doppio contenimento per impianti che trattano gas tossici. - Stoccaggi refrigerati a pressione atmosferica e doppio contenimento per le sostanze infiammabili ( GPL, LNG, ) e/o tossiche (CVM, CLORO, AMMONIACA). - Rivestimento antifuoco o tumulazione stoccaggi GPL per evitare il BLEVE e per evitare il collasso termico delle strutture. D.Barone/M. Messina Pagina 5 di 8 09/12/2005

6 - Serbatoi di stoccaggio interrati o in caverna per il GPL, LNG. - Sale controllo bunkerizzate a prova di esplosione e/o incendio esterno. Un esempio di serbatoio di stoccaggio LNG a doppio contenimento totale (full containment) è riportato nella Figura 5. Un esempio di sfera di stoccaggio GPL (sfera) tumulato con materiale inerte e ricoperto con vegetazione è riportato nella Figura 6. Qualora i sistemi di sicurezza intrinseca non siano applicabili possono essere utilizzati, per minimizzare le conseguenze di un rilascio di sostanze pericolose, i sistemi di sicurezza di tipo attivo quali ad esempio: - Valvole telecomandate di sezionamento per le apparecchiature critiche - Rilevatori di gas tossici e/o infiammabili, - Sistemi antincendio per il raffreddamento e/o lo spegnimento di incendi, per il confinamento e/o diluzione di gas (barriere di acqua o vapore). Tali sistemi di sicurezza di tipo attivo sono meno efficaci di quelli a sicurezza intrinseca in quanto possono essere soggetti ad azioni ostili di terzi. Nei documenti (8) e (9) vengono illustrati diversi esempi di miglioramento della sicurezza a) attraverso l aggiunta di barriere di emergenza quali cortine di acqua, trincee di cui occorre valutare l efficacia. Ad esempio a Bhopal le varie barriere di sicurezza erano fuori servizio. b) attraverso l utilizzo di barriere all accesso di cui occorre valutare l efficacia. Ad esempio la barriera utilizzata può impedire l impatto di un aereo sequestrato, di un proiettile di un fucile a lunga gittata su un serbatoio di stoccaggio? c) attraverso l espansione delle zone di rispetto con la rilocazione delle attività o residenze limitrofe. Occorre valutare il costo della rilocazione e confrontarlo con quello della riduzione dello stoccaggio. Gli operatori dell impianto rimangono in una situazione di rischio LA SICUREZZA INTEGRATA ( Security & safety) Per raggiungere il miglior grado di difesa degli insediamenti industriali ed in particolare di quelli a rischio di incidente rilevante occorre adottare sistemi di security (barriere concentriche meccanoelettroniche) e sistemi di safety (sicurezza intrinseca, passiva ed attiva)integrati allo scopo di rendere l installazione resistente ad atti ostili esterni e/o interni e ridurre al minimo le conseguenze in caso di attuazione degli stessi con pronte ed efficaci azioni di risposta. Le caratteristiche principali degli impianti elettronici di allarme antiintrusione, i criteri di protezione delle zone critiche interne allo stabilimento, gli apparati di segnalazione, gli impianti di video sorveglianza digitale, la gestione degli allarmi e della sequenza degli eventi sono riportati in dettaglio nel documento (1). D.Barone/M. Messina Pagina 6 di 8 09/12/2005

7 6. - CONCLUSIONE L adozione di linee guida, per la verifica dell adeguatezza dei sistemi di sorveglianza degli impianti pertrolchimici e delle raffinerie, adottate negli Stati Uniti ed in Europa, ha permesso di evidenziare le situazioni critiche e gli eventuali provvedimenti correttivi per minimizzare i rischi connessi ad attentati e/o sabotaggi. La Sicurezza Integrata (Security & Safety) basata su sistemi di sorveglianza e di sicurezza di tipo intrinseco, attivo e passivo, consente di rendere le attività a rischio di incidente rilevante resistenti ad atti ostili esterni e/o interni e di ridurre al minimo le conseguenze in caso di attuazione degli stessi con pronte ed efficaci azioni di risposta. D.Barone/M. Messina Pagina 7 di 8 09/12/2005

8 7. - BIBLIOGRAFIA (1) La Prevenzione degli atti criminosi nelle aziende industriali a rischio rilevante Michele Messina ISA Roma maggio 2005 (2) A method of assess the Vulnerabilty of US Chemical Facilites - US Department of Justice Nov 2002 (3) Security Vulnerability Assessment Methodology for the Petroleum and Petrochemical Industry Second Edition 2004 API/NPRA (4) Site Security Guidelines for the US Chemical Industry ACC/CI/SOCMA 2001 (5) Hearing on preventing Terrorist Attacks on America s Chemical Plant API/NPRA June, 2005 (6) Joint workshop on the protection of hazardous installations from intentional adversary act Budapest April 2005 (7) Inherently safe chemical process Royal Society of Chemistry (UK) 2000 (8) The Safe Home Town Guide - If vulnerabilties remain, reassess back up safety and security factors (9) The Safe Home Town Guide Executive Summary D.Barone/M. Messina Pagina 8 di 8 09/12/2005

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