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1 UNIVERSITÀ CA FOSCARI DI VENEZIA FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA Progetto di ricerca: Il genius loci del paesaggio dei borghi nella civiltà umanistico-rinascimentale 1

2 Fuggo la città come ergastolo e scelgo di abitare in un solitario piccolo villaggio, in una graziosa casetta, circondata da un uliveto e da una vigna, dove trascorro i giorni pienamente tranquillo, lontano dai tumulti, dai rumori, dalle faccende, leggendo continuamente e scrivendo. FRANCESCO PETRARCA, lettera a Francesco Bruni, 24 maggio 1371 Frontespizio: fotografia del paesaggio ad Asolo (TV) e particolare del dipinto di GIOVANNI BELLINI, Pala di Pesaro, , Musei Civici, Pesaro; in alto a sinistra RAFFAELLO SANZIO, Ritratto di Pietro Bembo (c. 1504), olio su legno, 54 x 69 cm, Museum of Fine Arts, Budapest; in alto a sinistra TIZIANO VECELLIO, Ritratto del Cardinale Pietro Bembo, olio su tela, 94 x 76 cm, National Gallery of Art, Washington, DC; a destra Statua di Petrarca, sita agli Uffizi; a destra ANDREA DEL CASTAGNO, Francesco Petrarca (c. 1450), 247 x 153 cm, Florence, Galleria degli Uffizi. Il carattere << garamond >> usato nel presente progetto di ricerca, fu inventato da Claude Garamond ( ), tipografo del re di Francia Francesco I. 2

3 Indice: I. Parte descrittiva I.1. Titolo: Il genius loci del paesaggio dei borghi nella civiltà umanisticorinascimentale.. p. 4 I.2. Breve presentazione del tema di ricerca. p. 4 I.3. Status quaestionis... p. 8 II. Parte metodologica e problematica II.1 Illustrazione degli obiettivi della ricerca... p. 12 II.2 Indicazione degli aspetti innovativi della ricerca... p. 13 II.3 Descrizione delle tipologie delle fonti principali. p. 14 II.4 Metodologia storiografica... p. 19 II.5 Esposizione dei risultati attesi e delle possibili utilizzazioni di tali risultati in ambito storiografico e in una prospettiva interdisciplinare... p. 21 II.6 Bibliografia p. 33 3

4 I.1 Il genius loci 1 del paesaggio dei borghi nella civiltà umanistico-rinascimentale. I.2 Breve presentazione del tema di ricerca La ricerca intende indagare ed approfondire il ruolo ricoperto dal paesaggio dei borghi 2, nella vita e nella formazione artistica dei pittori, scultori, architetti, musicisti, attori e poeti nell età umanistico-rinascimentale; se lo studio delle humanae litterae, parve un mezzo indispensabile per la formazione morale e civile dell uomo, il regnum hominis, il contesto paesaggistico nel quale realizzare tali proponimenti, sembrò non essere da meno 3 ; oggetto della ricerca saranno pertanto le sottili o evidenti relazioni che intercorrevano tra gli artisti ed il paesaggio dei borghi, quest ultimo ricercato anche in una veste alternativa a quella delle caotiche città in cui si rischiava, allora come oggi, l alienazione dell individuo ed a proposito delle quali, non manca neppure l accenno all atmosfera inquinata. 4 1 Anticamente Genius loci stava a significare un' entità soprannaturale legata ad un luogo e oggetto di culto nella religione romana. Tale associazione tra Genio e luogo fisico si originò forse dall'assimilazione del Genio con i Lari (spiriti protettori) a partire dall'età augustea. Secondo Servio Mario Onorato, infatti, nullus locus sine Genio (nessun luogo è senza un Genio) G. RAMIRES, SERVIO, Commento al libro IX dell'eneide di Virgilio, con le aggiunte del cosiddetto Servio Danielino, Patron Editore, Bologna 1996; G. DUMÉZIL, La religione romana arcaica, pagg , Rizzoli, Milano 1977; lo spirito del luogo : genius loci è divenuta un'espressione adottata in architettura per individuare un approccio fenomenologico allo studio dell'ambiente, interazione di luogo e identità. Con la locuzione di genius loci si intende quindi individuare l'insieme delle caratteristiche socio-culturali, architettoniche, di linguaggio, di abitudini che caratterizzano un luogo, un ambiente, una città. Un termine quindi trasversale, che riguarda le caratteristiche proprie di un ambiente interlacciate con l'uomo e le abitudini con cui vive questo ambiente. CHRISTIAN NORBERG SCHULZ, Genius loci. Paesaggio ambiente architettura, Electa Mondadori, Paesaggio dalle vie tortuose, ove permane il colore del tempo, con portici angusti e disuguali, torri e mura sbrandellate, ruinose, segni di una nobile vetustà: se ci si entra subito si leva dalle brune e logore pietre, dal fondo del nostro cuore la religione delle memorie; noi comunichiamo subito con l'anima del luogo, presi da un senso intimo di stupore ammirativo, di simpatia riverente; per borgo si intende comunemente un grosso villaggio o quella parte di una città che si sviluppa al di fuori delle mura o che comunque si distacca dal nucleo primitivo; nel marzo del 2001 è nato il club I Borghi più Belli d'italia su impulso della Consulta del Turismo dell' Associazione dei Comuni Italiani (ANCI) 3 Importante in tal senso sarà approfondire il dibattito tra tradizionalisti e innovatori, circa una eventuale superiorità della vita contemplativa, quella cioè trascorsa nel silenzio e nella personale meditazione (ideale della spiritualità medioevale), rispetto alla vita attiva, cioè vissuta in contatto con il mondo esterno; nell aspro dibattito, i maggiori umanisti del XIV e XV non ebbero dubbi sulla preminenza ideale e sulla maggiore dignità morale della vita attiva rispetto a quella contemplativa; << Non credere che fuggire la folla, evitare la vista delle cose belle, chiudersi in un chiostro o segregarsi in un eremo, sia la via della perfezione >> COLUCCIO SALUTATI ( ), Epistolario, II, trad. E. Garin. 4 Valchiusa non fu mai per il Petrarca un luogo interamente estraneo alla vicina Avignone, il mondo agitato e perduto della metropoli getta sovente la sua ombra anche sul borgo campestre. Soprattutto nell ultimo periodo provenzale ( ), si moltiplicano le lamentele: << vicina nimis est Babilon hec occidentalis >> ("è troppo vicina quella Babilonia d Occidente" [Avignone]), la città appesta il villaggio con i suoi miasmi, simbolici e reali, 4

5 Figura 1 GIAN PIETRO BIRAGO ( ), miniatura del XV secolo conservata nella Biblioteca Trivulziana di Milano; i principi italiani si preoccupavano che i propri figli, in questa illustrazione Massimiliano Sforza, ricevessero un educazione, specie dal punto di vista letterario, approfondita ed accurata, degna espressione di quel rinnovamento della vita che aveva ormai nella corte un dinamico centro di diffusione e di espressione; degno di nota, proprio ai fini del presente progetto di ricerca, il paesaggio che domina sullo sfondo. << fragor ac fumus >>, sino a rendere impossibile la vita anche a Valchiusa; la netta contrapposizione tra città e campagna (per l avversione alla città, Petrarca risale certamente al filone biblico della città come Babilonia, un tema che sarà varie volte ripreso nel Canzoniere, v. sonetti 114, 137, 138 e 139) viene dichiarata sin dal proemio: vengono palesati tanto gli effetti malefici della prima quanto quelli benefici della seconda: << infelice abitatore delle città >> / << l uomo solitario e libero da affari, sereno >>; il cittadino viene << trascinato, spinto, accusato, diffamato >> / il solitario, allegro, si reca << nel bosco vicino, libero e tranquillo >>, e si ferma << non appena raggiunto un sedile di fiori >> e << prorompe con devozione, nelle quotidiane lodi di Dio (tanto più amabilmente se il lieve mormorio di un ripido torrente o dolci richiami di uccelli si accompagnano ai sospiri devoti) >> F. PETRARCA, De vita solitaria, cit., libro I, cap. II: 25 5

6 Figura 2 ANDREA SALARIO, particolare dell Assunzione della Vergine, Certosa di Pavia. Il naturalismo quattrocinquecentesco, propone un incontro tra uomo e natura che rispecchi soprattutto profonde aspirazioni intimistiche secondo gli ideali e lo stile di vita di una società aristocratica che, desiderosa di silenzio e meditazione, nulla ha a che fare con la tormentata soggezione dell uomo ai ritmi naturali, economici e sociali imposti dalla natura. 5 Gli uomini incominciarono a guardarsi intorno, domandandosi quali fossero le leggi che regolassero la natura e la stessa vita umana: di qui lo spirito naturalistico, che costituisce uno degli elementi portanti della cultura umanistica. Nella comune esaltazione dell uomo e dei suoi valori non poteva certo mancare un vivo interesse per l ambiente: se l uomo doveva vivere con gioia e serenità, anche la sede ove egli operava ed abitava doveva essere adatta alle sue esigenze spirituali. Lo studio intende quindi analizzare i fattori socio-ambientali che hanno favorito quel clima ideale che consentì alla creatività e alla genialità umana di manifestarsi ed esprimersi in tutta la loro grandezza; la ricerca tende a mettere in luce, i legami tra la nascita di un singolare modo di sentire e di intendere la vita, una nuova sensibilità, e la dimensione del paesaggio. Proprio alla luce dell ultima accezione del paesaggio 6, sarebbe importante cogliere, attraverso uno studio approfondito delle fonti che privilegi questo punto di vista, il modo in cui i paesaggi dei borghi, fossero percepiti dagli artisti, e la loro presunta consapevolezza nel ricercarli e desiderarli 7. 5 A. BRANCATI, Civilta' nei secoli, I, La nuova Italia, Firenze 1989, p La Convenzione Europea del Paesaggio, firmata in Italia a Firenze, il 20 Ottobre 2000, definisce il paesaggio: << una determinata parte del territorio così come viene percepita dalla popolazione, il cui carattere deriva dall azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. >>. Tale Convenzione, è stata ratificata con la Legge 9 gennaio 2006 n << Fuggo la città come ergastolo e scelgo di abitare in un solitario piccolo villaggio, in una graziosa casetta, circondata da un uliveto e da una vigna, dove trascorro i giorni pienamente tranquillo, lontano dai tumulti, dai rumori, dalle faccende, leggendo continuamente e scrivendo >> FRANCESCO PETRARCA, lettera a Francesco Bruni, 24 maggio

7 Figura 3 ANTONELLO DA MESSINA ( ), San Girolamo nel suo studio, c. 1460, olio su legno, 46 x 36,5 cm, National Gallery, London; la lettura silenziosa dello studioso, nella sua solitaria meditazione, si contrappone alla lettura anteriore al XV secolo in cui i libri venivano letti ad alta voce, fu certamente favorita dalla stampa. Nel dipinto ogni cosa sembra mirare alla concentrazione pensosa all interno di un ambiente perfettamente rispondente alle esigenze d uso, dalla spaziosa libreria alla scrivania-leggio, intorno alla quale tutto è silenzio e pace: è paesaggio. 7

8 I.3 Status questionis Se è vero che molti libri di storia riportano i didascalici dipinti del senese Ambrogio Lorenzetti << effetti del buono e del cattivo governo >> 8, glorificati da Emilio Sereni 9 quali importantissime rappresentazioni vedutistiche, documenti storici su uno dei primi paesaggi modernamente intesi nella storia della pittura, se è altresì vero che sono state accuratamente investigate le categorie dell Arcadia, del locus amoenus, e della città ideale, è altrettanto vero che l argomento oggetto della ricerca per l autunno del medioevo 10, deficita strutturalmente di una letteratura appropriata che la supporti con fondamenta solide. Figura 4 Fotografia aerea di Sabbioneta in provincia di Mantova; piccolo centro abitato fatto erigere da VESPASIANO GONZAGA ( ), mecenate illuminato che si attorniò di innumerevoli artisti per costruire la Città Ideale 11: un gioiello di urbanistica ad alto contenuto artistico. Dalla forma d esagono irregolare è protetta da possenti mura; AA. VV., Sabbioneta. Una stella e una pianura, Cinisello Balsamo, Milano Ciclo di affreschi con le Allegorie ed effetti del buono e del cattivo governo in città e nel contado, dipinti da Ambrogio Lorenzetti fra il 1338 e il 1339 nella Sala dei Nove del Palazzo Pubblico di Siena. 9 EMILIO SERENI, Storia del paesaggio agrario italiano, Ed. Laterza, Bari 1961, par. n. 30 Il paesaggio agrario suburbano. 10 J. HUIZINGA, Autunno del Medioevo, Haarlem Se l uomo doveva vivere con gioia e serenità, anche la sede dove egli operava ed abitava doveva essere adatta alle sue esigenze spirituali: progettazione fissata e regolata dall alto, dominata da ampi spazi, da strade perfettamente allineate tra loro, da costruzioni sensibilmente ribassate molto più estese orizzontalmente e aperte alla luce, al sole, all aria, ma soprattutto legata a stretti rapporti geometrici, creatori di quilibrio, di ordine, di straordinaria perfezione e di riposante armonia. Opere monumentali e ad alto effetto scenografico, quali chiese, palazzi pubblici e case private, piazze aperte e regolari, teatri suntuosi, fontane fantasiose, ridenti giardini, strade lastricate e pulite, decorazioni statuarie. 8

9 Non esistono pertanto al momento studi esaustivi sull argomento; si possono riscontrare branchie culturali complementari, in parte sopraccitate, ma tale progetto di ricerca ha una forte propensione alla sperimentazione. Il paesaggio dopo alterne vicende, è ora considerato un fenomeno culturale di notevole complessità ed è stato oggetto di studio da parte di numerose scuole di pensiero che diacronicamente ne hanno evidenziato: a) valori puramente estetici intesi come aspetto esteriore della bellezza artistica dei luoghi b) il valore insito principalmente nei beni storico-culturali, beni cioè in grado di conservare le testimonianze come le costruzioni e le sistemazioni agrarie 12, o segni storici e simbolici in generale, c) l insieme geografico in continua trasformazione, con interrelazioni dinamiche significative connotanti i luoghi tra gli aspetti naturalistici con quelli antropici, d) i valori visivamente percepibili costituenti i caratteri della fruibilità del paesaggio, nelle sue proprietà sceniche, quale prodotto dell individuo spettatore-attore. Il percorso giuridico della voce paesaggio nelle leggi che si sono succedute dagli inizi del XX secolo, è stato pertanto tortuoso e denso di elucubrazioni. 13 La novità vera e propria è rappresentata dalla Convenzione Europea del Paesaggio, firmata in Italia a Firenze, presso il Salone di Palazzo Vecchio, il 20 Ottobre , e con la quale si è avviato un nuovo processo di gestione del paesaggio, quale componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell Europa ed elemento fondamentale del benessere individuale e sociale; con la legge 9 gennaio 2006 n. 14, il Parlamento italiano ha dato ratifica ed esecuzione alla Convenzione europea, che 12 La sistemazione nella terminologia agronomica viene definita come quel << complesso coordinato di opere complementari che servono a perfezionare il regime idrico del suolo agrario, al fine di assicurare la difesa idraulica del suolo, e di renderlo atto ad una produzione meno incerta, più varia e intensa >> e come << l opera che più precisamente caratterizza il rinnovamento agrario dell età comunale. >> E. SERENI, Storia del paesaggio agrario italiano, Ed. Laterza, Bari Legge n. 778 del 1922; legge n del 1939 che aveva per la prima volta parlato di piani territoriali paesistici, ed affidato al competente Ministero la facoltà di predisporli per alcune e ben delimitate zone; nel 1948, l articolo 9 della nuova Costituzione stabilì che la Repubblica Tutela il paesaggio ; la legge n. 431 del 1985 (Legge Galasso); ultimo è stato il D.Lgs 42/2004 (Codice Urbani). 14 A livello internazionale la normativa preesistente in merito era costituita da: Convenzione sulla tutela del patrimonio mondiale, culturale e naturale firmata a Parigi il 16 Novembre 1972; la Convenzione relativa alla conservazione della vita selvatica e dell ambiente naturale d Europa firmata a Berna, l 11 Settembre 1979; Convenzione-quadro europea sulla cooperazione transfrontaliera delle collettività o autorità territoriali firmata a Madrid il 21 Maggio 1980 ed i suoi protocolli addizionali; Convenzione per la salvaguardia del pratrimonio architettonico d Europa firmata a Granada il 3 Ottobre 1985; Carta Europea dell autonomia locale firmata a Strasburgo il 15 Ottobre 1985; Convenzione sulla biodiversità firmata a Rio il 5 Giugno del 1992; la Convenzione europea per la tutela del patrimonio archeologico (rivista) firmata a Valletta il 16 Gennaio 1992; Convenzione relativa all accesso all informazine, alla partecipazione del pubblico al processo decisionale e all accesso alla giustizia in materia ambientale firmata ad Aarhus il 25 Giugno

10 introduce elementi innovativi, intendendo il paesaggio non più solo come oggetto di contemplazione estetica, ma come una parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni. Nel corso delle iniziative per la Convenzione Europea del Paesaggio, si è definito infatti il paesaggio come una determinata parte del territorio così come viene percepita dalla popolazione, il cui carattere deriva dall azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. Per questi motivi recentemente si è parlato di democratizzazione del paesaggio, non più visto come elemento elitario e di eccellenza, ma considerato alla portata di una popolazione sensibilizzata ed educata, in grado di partecipare alla scelte riguardanti la sua tutela. Il paesaggio infatti, è uno degli elementi chiave del benessere individuale e sociale; la sua salvaguardia, gestione e pianificazione dovrebbero comportare diritti e responsabilità per ciascun cittadino, che dovrebbe avere quindi parte attiva in merito. Questa dunque è l impostazione emergente, e risultano superate le concezioni strettamente estetizzanti del paesaggio, e sono messe in discussione quelle puramente ecologiste e scientifiche. Il 19 Aprile 2001 è stato emanato inoltre l accordo tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e le Regioni, sull esercizio dei poteri in materia di paesaggio, a cui ha fatto seguito nel 2004 l approvazione definitiva del D.Lgs 42/2004, meglio noto come Codice Urbani, che modifica la disciplina generale in materia di beni culturali e paesaggistici. Con l entrata in vigore del Codice Urbani, 1 Maggio del 2004, le Regioni sono state chiamate a svolgere un ruolo di primo piano in materia di paesaggio; ad esse, infatti, è stato assegnato il compito di identificare i paesaggi regionali, analizzandone i caratteri costitutivi, confrontare le dinamiche di mutamento e di rischio, valutare i paesaggi tenuto conto anche dei particolari valori attribuiti dalle popolazioni e definire gli obiettivi di qualità. La terza parte del Codice è dedicata appunto ai beni paesaggistici e ruota attorno all art. 9 della Costituzione, in forza del quale la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. 10

11 Nel comma 1 dell articolo 131 del Codice Urbani si recepisce proprio la definizione contenuta nella già citata Convenzione Europea: Ai fini del presente codice per paesaggio si intende una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalla reciproche interrelazioni. Nel pianificare il paesaggio ora, non si potrà che aver più cura della cultura e della storia che esso esprime e tale progetto di ricerca si inquadra proprio in quest ottica. Figura 5 Pianta dell isola di Belvedere (Ferrara), distrutta al principio del secolo XVII per la costruzione di una fortezza; ameno giardino che sorgeva in mezzo al Po per una lunghezza di circa un chilometro, fu, fino al momento della su distruzione il centro della vita mondana della città nonché punto di richiamo per nobili di altre terre che rimanevano estasiati al suo cospetto. Perciò non a caso questa "Delizia Estense" fu tanto decantata da Ludovico Ariosto nell'orlando Furioso e da molti altri poeti e scrittori, fino ad essere considerata la più bella isola conosciuta sulla terra. 11

12 II.1 Illustrazione degli obiettivi della ricerca L obiettivo principale della ricerca è quello di carpire le sottili relazioni che intercorrevano tra il paesaggio dei borghi e quella floridezza culturale, tipica dell età umanistico-rinascimentale; quanto e fino a che punto era desiderato 15 il paesaggio nell età umanistico-rinascimentale? La ricerca risponderà a simili interrogativi. Figura 6 Ambito veneto, Pagina miniata, F. PETRARCA, Rerum vulgarium fragmenta, f.114r, ANTONIO GRIFIO, Inc. G.V.15, Biblioteca Queriniana, Brescia; l Umanesimo esige che la nuova cultura porti l uomo a non rinunciare al proprio mondo e alla sua bellezza, come accadeva spesso per la spiritualità medioevale, bensì a vivere in esso, ad immedesimarsi nella natura e ad esercitarvi un dominio pieno ed incontrastato. 15 Sant Agostino rivolgendosi al Petrarca: << Tu ti glori di sfuggire le città e di desiderare le selve [ ] >> F. PETRARCA, Secretum. 12

13 II.2 Indicazione degli aspetti innovativi della ricerca << La storia si fa, senza dubbio, con documenti scritti. Quando ce n è. Ma si può fare e si deve fare senza documenti scritti, se non ne esistono. Per mezzo di tutto quello che l ingegnosità dello storico gli consente di utilizzare per fabbricare il suo miele, in mancanza dei fiori normalmente usati. Quindi con parole. Con segni. Con paesaggi e con mattoni. >> 16 ; il progetto di ricerca, in armonia con la nuova metodologia storica, intende indagare la realtà, studiandola attraverso le suggestioni e le indicazioni culturali offerte da tutte le scienze sociali, in particolar modo dalla sociologia dell arte 17, dalla geografia e dalla antropologia. << L arte è una fonte di conoscenza non solo in quanto essa prosegue immediatamente l opera della scienze e completa la loro scoperte, in particolar modo quelle della psicologia, bensì anche in quanto addita i limiti oltre i quali la scienza fallisce, subentrandole lì dove si possono acquisire ulteriori conoscenze soltanto seguendo vie che al di fuori dell arte sono impercorribili. Grazie all arte noi perveniamo a conoscenze che ampliamo il nostro sapere, sebbene esse non abbiano alcun carattere astratto-scientifico; infatti seppure, tanto per fare un esempio, la spiegazione dei rapporti spaziali oppure delle stereometriche dovuta alla pittura non regge sempre in senso scientifico, essa però, per quel che concerne la concezione della visualità, contiene nondimeno informazioni il cui valore supera di molto il significato della dottrina della prospettiva centrale o della struttura cubista degli oggetti. >> L. FEBVRE, Problemi di metodo storico, Einaudi, Torino La sociologia dell'arte, nata alla fine dell'800, ha per scopo quello di comprendere l'arte come un aspetto della vita umana e sociale e, in particolare, di studiare l'influsso dell'arte sull'individuo e sulla società. ARNOLD HAUSER, 1974, Soziologie der Kunst, München, Oscar Beck; tr.it. Sociologia dell arte, Torino, Einaudi, 1979; CARLO BORDONI, Introduzione alla sociologia dell'arte, Liguori, Napoli 2005; M. BAXANDALL, Pittura ed esperienze sociali nell Italia del Quattrocento, Einaudi, Torino 1978; NATHALIE HEINICH, La sociologia dell arte, Il Mulino - Universale Paperbacks, Bologna 2004; A. L. TOTA, Sociologie dell'arte, Carocci, Roma ARNOLD HAUSER, Soziologie der Kunst, München, Oscar Beck 1974; tr.it. Sociologia dell arte, Torino, Einaudi,

14 II.3 Descrizione delle tipologie delle fonti principali Le manifestazioni artistiche, siano esse pittoriche, letterarie, musicali, possono risultare efficaci strumenti di conoscenza, pur nella soggettività sia dell autore, sia di chi le vede, le osserva, le esamina; saranno pertanto le principali fonti oggetto di tale ricerca. Allo stesso modo, verranno analizzati e studiati a fondo gli odierni paesaggi dei borghi, per la parte in cui si sono conservati nelle loro atmosfere metafisiche, con cui le personalità umanistico-rinascimentali si rapportavano. Non si prefigurano in tal senso problematiche circa la reperibilità delle fonti in oggetto. Si cercheranno di individuare i case studies più notevoli, che permettano la formulazione di più ampie ipotesi sulla materia: Arquà Petrarca (PD) 19 e Valchiusa (Avignone) 20, legate alla figura del proto-umanista Francesco Petrarca ( ), sono forse tra gli esempi più felici Il nome di Arquà a partire dal sec. XIV è definitivamente legato a quello di Francesco Petrarca. La pittoresca cittadina di Arquà divenne nel 1868 Arquà Petrarca, proprio in onore dello scrittore che nel Trecento ne aveva spesso cantato lo splendido paesaggio di ulivi e vigneti. Il borgo, fra i colli Euganei, fu il luogo che il Petrarca scelse per fabbricarsi una casa modesta e decente, dove passò in pace gli ultimi anni della sua vita. La casa e l'ambiente naturale che la circondano, rimasti pressoché intatti dai tempi del Poeta, nei secoli hanno attirato migliaia di visitatori Petrarca si recò a Valchiusa nel 1337 e acquistò una casetta presso la Sorga; la necessità del ritiro a 34 anni sorse da motivi personali, che il poeta fece coincidere con la nascita di suo figlio da una donna che rimane sconosciuta e con la morte della donna amata da Gherardo, suo fratello. Le vere ragioni invece sembrano dipendere piuttosto dal bisogno urgente dell otium dedicato alle lettere, di reperire << un luogo di pace adatto alla missione dell intellettuale e dell umanista >>. Il rifugio presso la Sorga, lontano dal chiasso cittadino, si offre al poeta come l unico luogo veramente propizio per il compimento degli studi e per la scrittura, poiché la sua attività letteraria risalente ai vari soggiorni valchiusani è impressionante (Africa, Bucolicum Carmen, Epystole, De viris illustribus, De vita solitaria, De otio religioso, Rime). 21 La ricerca esemplare del paesaggio di Francesco Petrarca a Valchiusa ed Arquà Petrarca, sarà assunta come exemplum, in cui la ricerca è non solo verso l erudizione, ma verso una formazione dell uomo nella sua interezza, nella sua realtà cioè di spirito e materia e quindi non solo nella sua tensione verso Dio e verso l infinito, ma anche nella sua dimensione terrena. 14

15 ARTISTA PAESAGGIO FRANCESCO PETRARCA ( ) ARQUÀ PETRARCA (PD) Figura 7 SCUOLA DI ALTICHIERO, Ritratto di Francesco Petrarca, 1379, disegno, "De Viris Illustribus", ms. lat.6069 f, Bibliothèque Nationale, Parigi Figura 8 Fotografia del paesaggio del borgo d Arquà Petrarca (PD) Secondo Petrarca nulla è più caro alle Muse che il ritiro nei boschi, << in luoghi verdeggianti e in riva a un gorgogliante ruscello >> 22. Di conseguenza, garantita sempre dall autorità degli antichi, Petrarca propone la propria alleanza tra bellezza dei luoghi e bellezza dell anima, un compromesso ideale perché l uomo possa realizzare le sue più autentiche aspirazioni, perché possa liberarsi dall alienazione e possa sentirsi più vicino a Dio e a se stesso. Se il paesaggio di Valchiusa viene circoscritto nel De vita solitaria in quanto giardino, sempre in questa direzione vanno varie altre definizioni estratte dai suoi scritti: "orto pieno di fiori" (Epistole metriche, III, 3); "questo mio orticello", "mio orto" (Epistole metriche, III, 1); "piccolo ombroso giardino" (Le Familiari, VI, 3). La più stupenda esaltazione del suo rifugio ci viene tuttavia da un altra epistola (I, 4) mandata a Dionigi da Borgo di San Sepolcro, col motivo di invitarlo a visitare Valchiusa. La lettera offre la più sostenuta descrizione del paesaggio, nella quale, anche se ci sarà una forte stilizzazione della natura, si avverte paradossalmente anche la grande scoperta protoumanistica e umanistica del paesaggio. Petrarca, grazie alle rendite ed ai favori dei signori, conduce vita agiata, ha il privilegio di risiedere nei luoghi più ameni e incantevoli, propizi al raccoglimento interiore dell attività intellettuale (Valchiusa, Selvapiana presso Parma, Arquà). In Petrarca spesso le componenti del paesaggio sono quelle abituali del topos classico e medievale del locus amoenus, acqua limpide, erbe fiorite, aria serena, rami da cui piovono fiori. 22 F. PETRARCA, De vita solit., cit., cap. VII:

16 ARTISTA PAESAGGIO PIETRO BEMBO ( ) ASOLO (TV) 23 Figura 9 RAFFAELLO SANZIO, Ritratto di Pietro Bembo olio su legno - Szépmüveszéti Museum Budapest - 720x1022x16.7. Figura 10 Fotografia del paesaggio d Asolo (TV) Sciretti Alberto 2005 Tutti i diritti riservati Memorie storiche e panorami naturali, scorci medioevali e ville palladiane si fondono nella realtà unica del paesaggio che circonda Asolo. Adagiata dolcemente sui profili dei colli circostanti, Asolo è incoronata dalle forme morbide ed accoglienti di uno scenario mediterraneo di ulivi, viti e cipressi. La posizione splendida, tra le meravigliose colline disseminate di cipressi, e la vita oziosa che vi conduceva la regina di Cipro Caterina Cornaro ( ), che nel Rinascimento pose qui la sua corte di poeti e umanisti, fece venire in mente al letterato Pietro Bembo il verbo asolare. Tra il 1497 ed il 1498 il Bembo attendeva alla stesura degli Asolani, un trattato dialogico in tre libri sull amore, pubblicato nel 1505 con una galante dedica a Lucrezia Borgia. Si immagina che le conversazioni avvengano per tre giornate consecutive nel Castello di Asolo (Treviso), appartenente a Caterina Cornaro, che era stata regina di Cipro. Nel Cinquecento, soprattutto ad opera di Pietro Bembo, il supremo arbitro del gusto rinascimentale, Petrarca fu assunto come modello supremo della lirica volgare, nonché come perfetto esemplare di lingua poetica. L importanza del Bembo consiste anche, storicamente, nell aver dato vita al fenomeno del petrarchismo 24 che venne detto anche bembismo : in particolare nel trattato dialogico Gli Asolani, si approfondirà all interno del dialogo quei componimenti poetici strettamente legati all imitazione del Petrarca e il tentativo di concepire la << bellezza >> come uno stato di << grazia >>, che cerca nelle cose non i contenuti, ma soprattutto le forme: la << proporzione >>, la << convenenza >> e l << armonia >>, parole-cardine della misura e dell equilibrio rinascimentali Fenomeno letterario caratteristico specie del Cinquecento, che pone a modello di poesia lirica il Canzoniere di Francesco Petrarca, e da lui prende direttamente il nome. Si basa sulla fruizione del testo petrarchesco inaugurata dall'edizione critica di Pietro Bembo (Venezia, Aldo, 1501) che faceva giustizia dell'erudizione che aveva caratterizzato la fortuna del poeta nel secolo precedente e proponeva il testo nella sua purezza filologica e atemporale, come modello squisitamente lirico; è sempre Bembo, con le Prose della volgar lingua a indicare in Petrarca il modello assoluto per la poesia lirica: con queste caratteristiche destoricizzate e universali il testo petrarchesco fornisce tema, lingua, immagini alla rimeria classicistica cinquecentesca e costituisce un punto di riferimento obbligato, anche grazie a tutta una serie di sussidi che l'editoria continuamente produce. PIETRO BEMBO, Crin d oro crespo e d ambra tersa e pura: << il sonetto è forse l esempio più famoso del petrarchismo del Bembo, anche per quanto riguarda i limiti di questa maniera poetica, quando si riduca a un calco prevalente e a una meccanica applicazione nei confronti del modello. >> G. BALDI - S.GIUSSO -M.RAZETTI -G.ZACCARIA, Dal testo alla storia. Dalla storia al testo, II tomo primo, Paravia, Torino 1993, p

17 ARTISTA G. BOCCACCIO,A.POLIZIANO, LORENZO IL MAGNIFICO PAESAGGIO FIESOLE (FI) Figura 11 DOMENICO GHIRLANDAIO ( ), Ritratto di Angelo Poliziano, Zaccaria nel tempio, dettaglio, Santa Maria Novella, Tornabuoni Cappella, Florence, Italy. Figura 12 Fotografia del paesaggio di Fiesole (FI) Giovanni Boccaccio mostra nella sua opera di considerare le pendici della collina fiesolana luogo ameno e teatro ideale per l'immaginario mitologico. Celebrata da Poliziano, frequentata da Lorenzo il Magnifico e da Pico della Mirandola, Fiesole a partire dal Rinascimento viene scelta per la residenza o la villeggiatura delle famiglie benestanti fiorentine e più tardi anche straniere. La stessa modalità della descrizione del giardino-locus amoenus sarà ripresa poi da Poliziano nel suo giardino di Venere. La differenza che lo separa da Petrarca si palesa al livello delle sfumature. Anche le personificazioni di Poliziano celano i fiori del giardino Narciso, Clizia, Adone -, però denotano allo stesso tempo il loro statuto di vittime d amore. 17

18 ARTISTA PAESAGGIO L. LAURANA,FRANCESCO DI GIORGIO MARTINI, PIERO DELLA FRANCESCA,PAOLO URBINO UCCELLO,BRAMANTE, RAFFAELLO. Figura 13 PIERO DELLA FRANCESCA, Federico da Montefeltro 1465, olio su tavola, Galleria degli Uffizi, Firenze. Figura 14 Fotografia del paesaggio prossimo ad Urbino 18

19 II.4 Metodologia storiografica La ricerca sposa la teoria dell unicità 25 delle categorie dell Umanesimo e del Rinascimento 26, accomunate da un nuovo modo di sentire e di vivere la realtà dell uomo. I legami tra Umanesimo e Rinascimento sono tanto stretti che, specie fuori dall ambito strettamente letterario, per Rinascimento si intende la civiltà culturale fiorita a partire dalla fine del XIV secolo fino a tutto il XVI, con propaggini nel XVII; nel Cinquecento giunse a compimento quindi il processo culturale iniziatosi con l Umanesimo. Per quanto la storiografia nei suoi recenti sviluppi tenda a dare valore anche alle classi sociali subalterne, oltre che alle grandi personalità o agli uomini di potere, propri della tradizionale storia politica, diplomatica e militare, questa ricerca si appoggia per ovvi motivi alle figure che soprassedettero all attività culturale, poche persone quindi, spesso geniali, con un amore appassionato per le lettere, per l arte e la filosofia. Anche nel periodo umanistico-rinascimentale infatti, la massa della popolazione continuò a vivere nella miseria e nell alfabetismo. 27 << [ ] una considerazione più attenta degli avvenimenti storici ha dimostrato la grandissima importanza della personalità nel corso della storia umana: ecco perché lo storico si sforza di chiarire la psicologia dei più importanti personaggi storici, illuminandone il carattere e le condizioni che contribuirono alla sua formazione.>> Per alcuni critici tale espressione starebbe a significare due tappe ben distinte di un cruciale evento storico: la prima, quella dell Umanesimo sviluppatosi nei secoli XIV e XV, la seconda quella del Rinascimento, conosciuto come un originale rifiorire della cultura italiana del XVI secolo; JULES MICHELET, Histoire de la France au sezième siècle. Renaissance, Paris 1857, GEORG VOIGT, Die Widerbelebung des klassischen Altertums, oder der erstejahrhundert des Humanismus, Berlin 1859, e, soprattutto, JACOB BURCKHARDT, Die Kultur der Renaíssance in Italien, Basel 1860, trad. a c. di E. Garin 1968; J. HUIZINGA, Herbst des Mittelalters, Haarlem Nella storiografia, termine che designa il periodo storico e il movimento di pensiero fioriti in Italia e diffusisi nel resto dell'europa tra la fine del XIV e la metà del XVII secolo, caratterizzati dall'affermarsi di un nuovo ideale di vita e dal rifiorire degli studi e delle arti. In questo periodo la società frammentata di tipo feudale del Medioevo, basata soprattutto sull'economia agricola e su una vita intellettuale e culturale ispirata al pensiero religioso, si trasformò in una società dominata dalle istituzioni politiche centrali, che propugnavano un'economia commerciale di tipo urbano e il patrocinio laico nell'arte e nella letteratura. Il termine "rinascimento" venne usato per la prima volta nel 1855 dallo storico francese Jules Michelet in riferimento alla "scoperta del mondo e dell'uomo" nel XVI secolo. Il grande storico svizzero Jakob Burckhardt, nella sua opera La civiltà del Rinascimento in Italia (1860), ampliò il concetto di Michelet, definendo il Rinascimento come il periodo che nelle arti figurative viene aperto da Giotto e chiuso da Michelangelo, egli definì l'epoca come quella in cui vennero alla luce l'umanità e la coscienza moderne dopo un lungo periodo di decadimento. 27 Motivo per cui la civiltà umanistico-rinascimentale fu sostanzialmente aristocratica, raffinata e riservata a pochi eletti, legata alle corti e alle città e come tale lontana dal popolo. Al di fuori delle sfarzose corti, dove l ideale aristocratico era considerato uno dei motivi essenziali della vita, esisteva una realtà ben diversa: quella del volgo, della plebe, della moltitudine anonima dei salariati e dei ceti rurali, che per la loro miseria e per la loro ignoranza non avevano alcuna possibilità d intervento nel mondo della politica, dell economia, della cultura. 28 M. ROSTOVZEV, Storia del mondo antico, Sansoni, Firenze

20 In tal senso, è prioritario cogliere con questa ricerca, l importanza che ebbe un certo tipo di paesaggio, nella formazione e nella vita di queste personalità geniali. La ricerca, avvalendosi principalmente di opere pittoriche e letterarie come fonti principali, abbraccia completamente il metodo storiografico, che tiene nella massima considerazione le conclusioni raggiunte dalle scienze umane e sociali, privilegiando in particolar modo quelle della sociologia, della geografia, dell antropologia, e della sociologia dell arte. Figura 15 GIUSTO UTENS, La villa del trebbio, Firenze Palazzo Pitti; si noti il contrasto evidente fra il castello e le altre costruzioni che si affacciano su un grande spiazzo a cui è facile accedervi, essendo scomparsi il ponte levatoio, il fossato, e le altre opere di difesa: è il segno della trasformazione, avvenuta progressivamente nel XV secolo, dei turriti castelli, attrezzati per la difesa e per l offesa, in residenze di villeggiatura, ove principi e signori si recano spesso per trascorrere un periodo di distrazione e svago a diretto contatto con la natura. 20

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