PAROLE, TESTI E STORIE. 3 Modulo PENSARE PER STORIE

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1 PAROLE, TESTI E STORIE 3 Modulo PENSARE PER STORIE E OGGI COSA MI RACCONTI? ASCOLTA.E LA MIA STORIA Settembre

2 Indice Tra le Indicazioni per il Curricolo 07e gli Orientamenti 91 Il pensiero narrativo L utilizzo del pensiero narrativo Gli script La grammatica della storia Un esempio di storia Le proprietà indispensabili a una storia 2

3 Il binomio bambino-storie Bibliografia consigliata Brainstorning 3

4 Dalle Indicazioni per il curricolo La promozione dell apprendimento linguistico si costituisce, insieme alla competenza lessicale, fonologica e morfo-sintattica, alla competenza narrativa sottende a una serie di capacità che hanno un ruolo fondamentale nell apprendimento di lettura e scrittura: 4

5 - comprensione della coerenza interna alle storie; - riconoscimento dei legami temporali e causali; - capacità di attribuire stati d animo ai personaggi e collegarli alle azioni compiute. 5

6 ma dagli Orientamenti del 1991 Il racconto, il resoconto e l'invenzione di storie contribuiscono a far acquisire, nelle forme del pensiero narrativo, gli strumenti per comprendere il mondo naturale e sociale e per costruire la propria identità. 6

7 Che cosa si intende per Narrazione? NARRARE da gnarignare,gnarare, gnarus, da-gna (conoscere, rendere noto) per cui il narrare comporta : - transitività (si narra qualcosa); - finalità (si narra per qualcosa). Di conseguenza si narrano storie per trasmettere conoscenza. 7

8 J.Bruner e il pensiero narrativo Un autore che ha contribuito in modo rilevante alla conoscenza delle proprietà e caratteristiche della narrazione è stato Bruner (psicologo cognitivista -N.Y.1915-) che ne ha fatto, del pensiero narrativo, l oggetto privilegiato della propria ricerca. 8

9 A cosa serve la narrazione? Per Bruner, la narrazione rappresenta il primo strumento interpretativo (si spiegano gli eventi, le azioni e le situazioni che accadono) e conoscitivo (orientano il suo agire) di cui l uomo ne fa uso per le sue esperienze di vita. in quest ottica la narrazione ha funzione epistemica perché permette e sostiene processi di elaborazione, interpretazione e comprensione di fatti, accadimenti. 9

10 Bruner ha richiamato l attenzione su quell importante distinzione che già V.J.Propp nel 1926 (-San Pietroburgo linguista e antropologo russo) aveva formulato più di settanta anni fa, tra fabula (come insieme di avvenimenti narrati nel loro succedersi cronologico e causale) e intreccio(ovvero l insieme degli elementi concreti dislocati secondo la prospettiva spazio-temporale del narratore). 10

11 Per Bruner, la narrazione per eccellenza si costituisce di: - Intreccio; - Equiparazione tra mondo esterno e mondo interno (è la dialettica tra i 2 piani, quello della realtà e quello della coscienza). 11

12 Compito del pensiero narrativo, attraverso la narrazione, è quello di coordinare tra loro questi due piani, quello della successione degli eventi e quello qualitativamente più complesso rappresentato da pensieri, sentimenti, emozioni, intenzioni posseduti dai personaggi del racconto e dal narratore stesso (Bruner, 1986). 12

13 . e in Italia cosa succede? In Italia molti sono i lavori, svolti soprattutto dal gruppo di ricerca di Clotilde Pontecorvo, presso l Università di Roma nel dipartimento di Psicologia dell Educazione. Gli studi sono volti verso la scoperta e lo sviluppo della lingua scritta e all interpretazione del testo nel bambino. 13

14 Pensiero Narrativo (interpretativo,soggettivo,spontaneo, emozionale,..) opposto al Pensiero Scientifico (laboratoriale,oggettivo,sperimentale, razionale,..) 14

15 La narrazione a scuola Modalità didattica per l impiego di storie e racconti; Modalità pedagogica perché si educa narrando. L educazione non è solo costituita da spiegazioni e trasmissione di conoscenza ma anche invito all ascolto reciproco tra soggetti narranti, ad ognuno si richiede il doppio ruolo di narratore e uditore 15

16 Un laboratorio per giocare con le storie Anche bambini di 3/4 anni, dopo l ascolto di una storia, sono in grado di rievocare l intero brano. La presenza di schemi, richiamati al momento dell ascolto, consentono di incorporare la storia capendone il significato. 16

17 Lo script o copione Termine proposto da Roger C. Schank (psicologo statunitense e autore di importanti studi nel settore dell Intelligenza Artificiale). Lo script è uno schema mentale che si riferisce al modo in cui un individuo si rappresenta ciò che usualmente accade in un contesto (es. andare al ristorante, compiere un viaggio in treno,..). 17

18 Il bambino e gli script Lo script riguarda una struttura di azioni che sono organizzate in vista di un obiettivo con un forte grado di condivisione sociale. I bambini dimostrano di saper cogliere, molto presto, il valore degli script apprezzando il rispetto di certe routine compiute a scuola come a casa. 18

19 Dagli script al pensiero narrativo Che cosa sono le storie se non violazione della regolarità scriptica, tanto da creare uno stato singolare di attesa negli ascoltatori che aspettano di sapere come è andata a finire? 19

20 Il modello della storia ben formata Un racconto, per essere compreso, ricordato e rievocato deve essere ben formato deve possedere quelle parti costituenti ossia quelle categorie canoniche che formano ed organizzano la struttura di una storia. 20

21 La grammatica della storia Stein e Glenn (1978) -ricercatrici statunitensi di Psicologia Socialehanno elaborato un tipo di grammatica delle storie rappresentata da sei categorie: 1) ambientazione si verificano gli eventi della storia, si presenta il protagonista; 21

22 2) evento iniziale descrive un cambiamento inatteso dalla categoria precedente; 3) risposta interna reazione emotiva che implica la decisione del protagonista di adottare un certo comportamento; 22

23 4) tentativo del personaggio finalizzato alla risoluzione della situazione inaspettata/imprevista creatasi precedentemente; 5) diretta conseguenza evento che segna il raggiungimento dell obiettivo indicato nella categoria precedente; 23

24 6) reazione risposta interna che esprime i sentimenti del protagonista sul risultato delle sue azioni ed eventi che conseguono al raggiungimento dell obiettivo. 24

25 Una storia ben fatta 1) AMBIENTE. C'era una volta una grande pesce grigio di nome Albert. Egli viveva in un grande stagno ghiacciato vicino al margine di una foresta. 2) EVENTO INIZIALE. Un giorno, Albert stava nuotando tutt'intorno allo stagno, quando scorse un grosso verme succoso a fior d'acqua. 3) RISPOSTA INTERNA. Albert sapeva quanto fossero deliziosi i vermi. 25

26 Volle mangiare proprio quello per cena. 4) TENTATIVO. Così egli nuotò molto vicino al verme e poi lo inghiottì. 5) CONSEGUENZA. Improvvisamente,,Albert fu sollevato dall'acqua dentro a una barca: era stato catturato da un pescatore! 6) REAZIONE. Albert si sentì triste. Pensò che sarebbe stato meglio se fosse stato più attento. 26

27 Perché ci sia una storia Sono necessarie tre categorie: Evento iniziale Tentativo La conseguenza dalle quali possono essere inferite le categorie mancanti. 27

28 Ovvero Le proprietà minime richieste perché si possa dire che un certo testo è una storia sono che un personaggio principale, che si trova di fronte ad una situazione nuova, inattesa, problematica o non desiderata, metta in atto delle azioni per fronteggiarla e pervenga a uno stato di risoluzione del problema iniziale Levorato (Racconti,storie e narrazioni1988, p ) 28

29 Ancora gli Orientamenti sui percorsi di narrazione E compito dell insegnante fornire ai bambini degli ancoraggi perché il loro narrare non sia un esporre in libertà, ma un dire intorno a nuclei centrali. 29

30 A un bambino che cosa rimane di una storia? Ricerche hanno dimostrato che le categorie dell Albofiaba, che hanno probabilità di essere ricordate, sono: -ambiente; -evento iniziale; -conseguenze. Le meno ricordate sono: tentativi e risposte interne. 30

31 Il binomio bambini-storie Il fascino dell affabulazione è sicuramente foriero di fecondi sviluppi sul piano, non solo, cognitivo e linguistico, ma anche sul piano del rafforzamento di sé e della propria identità. Diventare grandi è investire nei saperi, è aiutare a comprendere facendo viaggiare la nostra mente! 31

32 Bibliografia consigliata J.Bruner La cultura dell educazione, Feltrinelli, milano, Groppo, Ornaghi, Grazzani e Carruba La psicologia culturale di Bruner, Raffaello Cortina, Milano, Articolo di A.Grossi Un laboratorio per giocare con le storie, per Scuola Materna, 10 Febbraio 2000, Editrice La Scuola, Brescia. 32

33 L.Cisotto e Gruppo RDL Infanzia Prime competenze di letto-scrittura. Proposte per il curricolo di scuola dell infanzia e primaria, Erickson, Trento,

34 Grazie per l attenzione 34

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