In primo piano. Notizie flash. Economic Outlook. N. 22 Anno III Dicembre 2010 BANCHE / BANKITALIA: DA BASILEA 3 IMPATTO SIGNIFICATIVO MA DILUITO

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1 N. 22 Anno III Dicembre 2010 La Newsletter del Consorzio Camerale SOMMARIO In primo piano BANCHE / BANKITALIA: DA BASILEA 3 IMPATTO SIGNIFICATIVO MA DILUITO FUSIONI E ACQUISIZIONI, COME REAGISCE L ITALIA ALLA CRISI? IL PROJECT FINANCE E IL PARTENARIATO PUBBLICO PRIVATO Notizie flash QUANDO IL PARTNER FINANZIARIO NON SNATURA LA PMI FAMILIARE CINA: A PECHINO APRE LA BORSA PER IL PRIVATE EQUITY TURNAROUND: IN DIFFICOLTA IL 40% DELLE PMI Economic Outlook 1

2 BANCHE / BANKITALIA: DA BASILEA 3 IMPATTO SIGNIFICATIVO MA DILUITO SINTESI DELL AUDIZIONE DI GIOVANNI CAROSIO IN SENATO L'impatto sulle banche delle nuove regole di Basilea 3 sarà "significativo" ma diluito nel tempo. Lo ha affermato il vicedirettore generale della Banca d'italia, Giovanni Carosio, sottolineando che "l'impatto sulle banche, anche su quelle italiane, sarà significativo, ma il lungo periodo di transizione previsto dalle autorità lo diluisce nel tempo e consente l'adozione da parte delle banche di politiche di graduale convergenza ai nuovi standard". "Anche per le banche italiane - ha spiegato Carosio in un'audizione al Senato - l'impatto non sarà trascurabile. Esse mostrano livelli medi di patrimonializzazione che, sebbene in aumento, sono meno elevati nel confronto internazionale, anche in conseguenza dei significativi aiuti pubblici ricevuti da molte banche di altri paesi". Tuttavia, "il basso grado di leva finanziaria e la prevalenza di un modello di business tradizionale, legato al finanziamento dell'economia reale, rendono l'allineamento ai nuovi requisiti meno oneroso che per altri sistemi bancari". Per gli istituti italiani, ha concluso Carosio, "l'impatto più significativo della riforma verrà dalla deduzione delle partecipazioni in società di assicurazione e delle attività per imposte anticipate, generate dai limiti molto restrittivi imposti dalla nostra disciplina fiscale su svalutazioni e perdite su crediti". Il profilo temporale dei nuovi requisiti patrimoniali colloca la parte maggiore dello sforzo di adeguamento negli anni successivi al 2015, cioè in una fase congiunturale presumibilmente diversa da quella attuale". "Peraltro - ha aggiunto il vicedirettore generale della Banca d'italia - va notato, da un lato, che le strategie di molte banche internazionali puntano sulla realizzazione immediata di significativi aumenti di capitale, piuttosto che sul graduale adeguamento del patrimonio attraverso la ritenzione di utili; dall'altro - ha concluso - che difficilmente le banche italiane potranno sottrarsi a una nuova fase di riduzione dei costi, analogamente a quanto sta avvenendo all'estero". Per saperne di più La riforma intende ovviare alle lacune e alle debolezze strutturali dell Accordo emerse con lo scoppio della crisi che, sviluppatasi dapprima sul mercato finanziario americano, si è successivamente propagata all intera economia mondiale. L obiettivo strategico è evitare che squilibri di singoli operatori possano destabilizzare l intero sistema finanziario internazionale, provocando crisi di liquidità e di fiducia sistemiche. I Governatori delle Banche Centrali dei 10 Paesi più industrializzati (G10) hanno approvato, sotto il profilo tecnico, il testo dell accordo il 12 settembre I Capi di Stato e di Governo del G20 hanno discusso il testo, sotto il profilo politico, nel vertice del mese di novembre 2010 a Seoul. BASILEA 3 ENTRERA IN VIGORE IL 1 GENNAIO 2013 MA SARA PIENAMENTE A REGIME A PARTIRE DAL GENNAIO

3 FUSIONI E ACQUISIZIONI: COME REAGISCE L ITALIA ALLA CRISI? L EVOLUZIONE DEL MERCATO IN ITALIA SECONDO GLI OSPITI DELLA NOVA CONFERENCE Che impatto ha avuto la crisi economica sulle fusioni, le acquisizioni e gli investimenti nel settore del private equity in Italia? Se ne è parlato nei giorni scorsi durante il ciclo di conferenze nell'ambito dell XI edizione di Nova Conference, organizzata dalla Columbia Business School e Stern School of Business sul tema Italy 2020: inspiring our future insieme a Nova, l'associazione di studenti italiani che hanno frequentato un MBA negli Stati Uniti. Viene descritto uno scenario poco promettente, con una netta flessione delle acquisizioni e delle fusioni che riflette la crisi finanziaria del Nel 2001 in Italia erano state portate a buon fine 671 negoziazioni per un valore di 48 miliardi di dollari che rappresentava il 2,9% delle fusioni e delle acquisizioni a livello mondiale, mentre nel 2010 il numero degli accorsi è sceso a 249 per un valore di soli 14 miliardi di dollari, ovvero l'1% del mercato mondiale. Le fusioni e le acquisizioni sono le leve fondamentali per la ripresa in Italia, viene detto durante la conferenza, dove il sistema economico è basato sulle piccole e medie imprese, che da sole non riescono ad incidere in maniera decisiva sul mercato. In una situazione di salute del mercato il 3% del PIL dovrebbe essere investito in Ricerca&Sviluppo e innovazione, in Italia si investe solo l' 1 %. Ci sono comunque spiragli per pensare positivo, sostengono gli esperti. Il settore bancario, che fino a pochi mesi fa era rigido nella concessione di credito, si sta riaprendo a supportare le operazioni di fusione e acquisizione e l'attività di due diligence sta diventando una pratica comune in molte aziende. Non bisogna comunque dimenticare le importati fusioni con gruppi internazionali che sono avvenute negli anni passati. Per rilanciare l'economia italiana sarà importante portare avanti operazioni di fusione e acquisizione con partner stranieri. Secondo alcuni esperti del settore, in questo periodo un forte interesse verso l'italia proviene da paesi come Francia, Russia, Cina e Medio Oriente. L'Italia, che finora non ha investito molto nei paesi emergenti, non deve restare indietro in questa partita data la vivacità che queste nazioni hanno mostrato nel mercato delle fusioni e delle acquisizioni. Cina, India, Russia e Brasile rappresentavano l'8% del mercato nel 2000, 18% nel 2007 e ben il 32% nel Il numero di acquisizioni internazionali a livello mondiale è cresciuto del 91% rispetto all'anno scorso, si è trattato per la maggior parte di acquisizioni in contanti, secondo la tendenza a comprare cash quando il prezzo delle azioni è in ribasso e a comprare in azioni quando il mercato è in crescita. 3

4 Lo scenario italiano appare dunque in linea con le tendenze globali, dopo la paralisi del 2008 ci sono pallidi segnali di ripresa con numerose trattazioni in corso, ma per valori poco significanti a livello macroeconomico. A detta degli esperti, la ricetta per uno sviluppo sostenibile è legata alla capacità di attirare capitali stranieri e investire nelle aziende estere che operano nello stesso campo e con strutture aziendali similari, per evitare la crescita dei costi è sconsigliato in questo periodo diversificare durante gli investimenti. Per approfondimenti IL PROJECT FINANCE E IL PARTENARIATO PUBBLICO PRIVATO Il project finance è un operazione di finanziamento di una specifica iniziativa economica, realizzata tramite un entità costituita ad hoc, in cui i flussi di cassa derivanti dalla gestione rappresentano la fonte primaria per la copertura del servizio del debito. Con il termine project finance, dunque, si intende il finanziamento di uno specifico progetto imprenditoriale in cui i finanziatori valutano il merito di credito sulla base dei flussi di cassa generati durante la fase di gestione del progetto e non sull affidabilità economico patrimoniale degli sponsor (i soggetti che realizzano e gestiscono il progetto). Il project finance si è sviluppato inizialmente nel settore privato per il finanziamento di iniziative economiche caratterizzate da elevati fabbisogni di risorse finanziarie, le prime operazioni sono state avviate negli Stati Uniti (anni 50) per il finanziamento di impianti per la produzione di energia elettrica, in particolare di impianti per l estrazione del petrolio. Dopo essere stato utilizzato con successo nel settore privato, negli ultimi anni ha trovato un ambito elettivo di applicazione anche nel finanziamento delle opere pubbliche o di pubblica utilità. Il project finance, infatti, è una modalità di finanziamento che può essere utilizzata in alcune operazioni di Partenariato Pubblico Privato. Con il termine di Partenariato Pubblico Privato (o Public Private Partnership) ci si riferisce a forme di cooperazione tra le autorità pubbliche e il mondo delle imprese private finalizzate al finanziamento, costruzione o rinnovamento, gestione, manutenzione di un'opera pubblica o alla fornitura di un servizio pubblico (Libro Verde relativo ai partenariati ed al diritto comunitario degli appalti pubblici e delle concessioni presentato dalla Commissione Europea il 30/04/2004). 4

5 Pur riconoscendo che non esiste ancora una definizione condivisa a livello comunitario di queste modalità di collaborazione, la presenza di determinate caratteristiche permette di contraddistinguere un operazione di public private partnership: Pur riconoscendo che non esiste ancora una definizione condivisa a livello comunitario di queste modalità di collaborazione, la presenza di determinate caratteristiche permette di contraddistinguere un operazione di public private partnership: La creazione di una relazione di durata mediamente lunga, che preveda una cooperazione tra il soggetto pubblico ed il partner privato; La compartecipazione al finanziamento del partner privato che eroga la maggior parte dell importo necessario, anche attraverso un sistema di legami contrattuali tra diversi soggetti; Per saperne di più Le caratteristiche distintive del project finance possono essere ricondotte ai seguenti elementi: Self-sustaining. La capacità del progetto di generare flussi di cassa sufficienti a coprire i costi di investimento e i costi operativi, a rimborsare il servizio del debito e a remunerare il capitale di rischio investito. Ring fence. La separazione giuridica ed economico-patrimoniale tra il progetto e i suoi sponsor mediante la costituzione di una società ad hoc chiamata Società di progetto o Special Purpose Vehicle (S.P.V.) al fine di isolare i flussi di cassa e gli asset del progetto dalle altre attività imprenditoriali degli sponsor. Risk sharing. La ripartizione ottimale dei rischi di progetto tra i diversi soggetti coinvolti nell iniziativa, ossia l allocazione dei rischi in capo ai soggetti che hanno le competenze per mitigarli nel modo più efficiente ed efficace. La ripartizione dei compiti tra il soggetto pubblico che definisce obiettivi e standard dei servizi offerti e soggetto privato che partecipa direttamente alle varie fasi del progetto (progettazione, realizzazione, attuazione, finanziamento) La suddivisione dei rischi tra il settore pubblico ed il partner privato, in base al principio secondo il quale ogni tipologia di rischio viene allocata sul soggetto che è maggiormente in grado di valutarlo, controllarlo e gestirlo. Il Libro verde relativo ai Partenariati Pubblico Privati ed al diritto comunitario degli appalti pubblici e delle concessioni distingue due categorie di partenariati: partenariato contrattuale, ossia una collaborazione basata su un legame contrattuale tra il soggetto pubblico e il soggetto privato; partenariato istituzionalizzato, ossia una collaborazione basata sulla creazione di una società partecipata congiuntamente dal soggetto pubblico e dal soggetto privato. 5

6 QUANDO IL PARTNER FINANZIARIO NON SNATURA LA PMI FAMILIARE Com'è la vita del private equity nel paradiso europeo del capitalismo familiare? Molto dura, sulla carta. Da un lato la gelosia e il conservatorismo del piccolo imprenditore, dall'altro il know how di un'istituzione finanziaria che si presenta spesso - anche quando è italiana - con terminologie e assonanze anglosassoni. Vale la pena ricordare come qualche anno fa, in un altro paradiso europeo delle PMI, la Germania, i fondi di private equity fossero stati demonizzati dal dibattito politico. Locuste, vennero definite allora su tutti i principali quotidiani e pubblicazioni economiche. Si scomodò una delle piaghe d'egitto per descrivere un'attività che in alcuni casi era risultata "predatoria": mentalità votata al breve termine e concentrata ossessivamente sull'ottimizzazione della redditività. Solo che già allora, era il 2005, le statistiche mostravano come nelle imprese tedesche partecipate da questi fondi il fatturato, ma anche l'occupazione, crescessero a una velocità doppia rispetto alle altre. In Italia l'incontro tra questi due mondi è più frequente di quanto si possa immaginare e i luoghi comuni si stanno progressivamente sfaldando. La crescente necessità di internazionalizzazione delle nostre Pmi è uno dei principali agenti catalizzatori del cambiamento. Molti degli imprenditori che hanno accolto in casa propria un fondo di private equity sono soddisfatte. Normalmente la scelta di accogliere il fondo è data dalla necessità di condividere e finanziare un percorso di crescita e spesso la collaborazione con i fondi porta a migliorare soprattutto la cultura gestionale e previsionale. I consigli di chi ha provato questa esperienza a chi ha intenzione di aprire l azienda ai fondi, in questo periodo di crisi, è quello di prestare attenzione: non è tutto oro quello che luccica! Il consiglio è quello di fare attenzione a non caricare la struttura di troppa leva finanziaria ma di cercare di privilegiare l aumento di capitale. Quando il fondo entra con una quota di maggioranza, per condividere il lavoro con un socio esterno, si devono compiere sforzi per migliorare l organizzazione e il controllo di gestione e questo porta niente meno che ad un miglioramento dell azienda. In conclusione, i fondi permettono alle aziende di crescere, ma è necessario avere ben chiaro il percorso da fare insieme e definire le regole del gioco. 6

7 Per approfondimenti CINA: A PECHINO APRE LA BORSA PER IL PRIVATE EQUITY Sta per diventare operativa a Pechino la prima Borsa del Private Equity (BFAE: Beijing Financial Assets Exchange). Un'associazione internazionale del private banking per rilanciare un settore che sconta, piu' di altri, la recente crisi finanziaria mondiale. L'iniziativa viene dalla China Association of Private Equity ed e' stata sancita nei giorni scorsi ufficialmente a Pechino con la firma di un protocollo che ha visto l'adesione, oltre alle associazioni del settore di Australia, America, Giappone, India e Brasile, anche dell'italiana Aifi. Non e' un caso che la nuova organizzazione sia stata promossa dalla Cina, dove il mercato del private equity, negli ultimi 12 mesi, e' letteralmente esploso con l'annuncio della creazione di nuovi fondi (in yuan) per 100 milioni di euro a fronte di chiusure di fondi per 25 miliardi di euro. Il mercato finanziario della Grande Muraglia, nel 2010, ha registrato circa 300 Ipo di Borsa: un fenomeno che ben si sposa con lo sviluppo del private equity che spesso, tra i propri obiettivi, ha quello di traghettare una societa' fino allo sbarco sul listino. Di qui l'iniziativa di Pechino a livello globale: chissa' che non possa dare davvero linfa a un private equity che, eccezion fatta per le poche operazioni che si stanno chiudendo negli ultimi mesi dell anno, continua a pagare lo scotto della crisi globale Per approfondimenti: TURNAROUND: IN DIFFICOLTA IL 40% DELLE PMI Il 40% delle aziende italiane di piccole e medie dimensioni, alla fine del 2009 aveva seri problemi a sostenere il livello di debito tramite la propria attività. Così non stupisce il fatto che nell ultimo biennio sia aumentato il numero delle operazioni di ristrutturazione di aziende in crisi da parte dei fondi di private equity: nello scorso anno sono state nove, pari al 6% del totale, mentre nel 2008 i turnaround erano stati solo 7 su un totale di 127 operazioni (5%) e nel primo semestre di quest anno sono stati due su 25 (8%). Sono i dati emersi dal primo Rapporto del Turnaround Monitor, l Osservatorio dell Università carlo Cattaneo di Castellanza, che con il contributo del fondo Orlando Italy, ha analizzato le 35 nuove operazioni di ristrutturazione aziendale condotte in Italia da fondi di private equity tra il 2004 e giugno

8 L analisi fotografa un mercato ancora molto concentrato: Orlando Italy e Atlantis Capital hanno realizzato quattro operazioni a testa, mentre due ciascuno sono state firmate da 12Capital, Camelot, Igi sgr, Intesa Sanpaolo, M&C e Sanpaolo Imi sgr. Per approfondimenti: 8

9 ECONOMIC OUTLOOK Statistiche macro-economiche: Paesi del G7 e Emergenti Cambi (dati aggiornati al 29 novembre 2010) Paese PIL Tasso Inflaz. Tasso Disocc. Paese Prezzo Variazione annua Stati Uniti 3,2% 1,2% 9,6% Euro $ USA 1,32-7,5% Eurozona 1,9% 1,9% 10,0% Euro Sterlina 0,85-4,3% Germania 3,9% 1,5% 7,5% Euro Yen 111,331-16,4% Regno Unito 2,8% 3,2% 7,7% Euro Fr. Svizzero 1,33-10,4% Francia 1,8% 1,6% 9,7% Euro Yuan Cina 8,83-9,7% Italia 1,0% 1,7% 8,5% Euro $ Canada 1,35-10,3% Spagna 0,2% 2,3% 19,8% Euro Rublo Russo 41,67-3,3% Giappone 4,4% 0,2% 5,0% Euro Real Brasile 2,29-8,4% Cina 9,6% 4,4% 5,2% Euro - $ Hong Kong 10,28-7,5% India 8,8% 9,8% 7,3% Euro - $ NZ 1,77-10,9% Hong Kong 6,8% 2,6% 4,2% Euro - $ AUS 1,37-14,4% Corea del Sud 4,5% 4,1% 3,6% Brasile 8,8% 5,2% 6,1% Argentina 11,8% 11,1% 7,4% I dati sono annuali e si riferiscono all ultima rilevazione ufficiale. Mercati obbligazionari e immobiliari (dati aggiornati al 29 novembre 2010) Paese Valore Variazione 1 settimana 1 mese YTD JP Morgan 1 3 anni 208,91 0,0% -0,1% 1,2% JP Morgan 1 10 anni 184,38-0,3% -0,6% 2,8% REIT Europa 553,43-0,7% 4,9% 2,7% EIT USA 1.799,50 1,7% 7,7% 17,4% 9 CONSORZIO CAMERALE PER IL CREDITO E LA FINANZA NEWSLETTER MARZO 2010

10 Mercati azionari (dati aggiornati al 29 novembre 2010) Paese Valore Variazione 1 mese YTD YTD ( ) 1 FTSE/Mib Milano ,5% -14,6% -14,6% Dax Francoforte ,8% 15,0% 15,0% Cac 40 Paris ,7% -5,3% -5,3% FTSE London ,1% 4,7% 9,4% Swiss Mkt. Zurich ,2% -1,0% 10,5% IBEX 35 Madrid ,7% -20,0% -20,0% S&P 500 US ,5% 6,7% 15,4% Nasdaq Comp US ,1% 11,0% 20,8% Nikkei ,1% -4,8% 14,0% Hang Seng Index ,9% 4,6% 16,1% RTS Russia ,8% 10,7% 14,3% Shangai Cina ,6% -12,4% -3,0% Bovespa - Brasil ,5% -0,5% 8,6% Materie prime (dati aggiornati al 29 novembre 2010) Commodities Valore Variazione 1 settimana 1 mese YTD Petrolio (WTI) (barile) 83,8 0,8% 1,5% 5,5% Oro (oncia) 1.363,8-2,2% 1,7% 24,3% Argento (oncia) 26,7-1,0% 11,9% 58,3% Platino (oncia) 1.647,5-2,0% -3,3% 12,4% Rame (tonnellata) 8.239,0-0,6% -3,2% 11,7% Mais (bushel) 538,3 0,5% -5,7% 22,1% Frumento (bushel) 648,3 0,0% -6,3% 7,5% 1 Valori espressi in funzione del cambio dell Euro. 10 CONSORZIO CAMERALE PER IL CREDITO E LA FINANZA NEWSLETTER MARZO 2010

11 Futures (dati aggiornati al 29 novembre 2010) Paese Valore Variazione attesa su prossima apertura FTSE/Mib Milano ,0 1,64% FTSE London 5.606,5 1,75% S&P 500 US 1.128,2 0,23% Dax Futures 6.300,5 1,44% Nikkei Futures 9.090,0-5,90% Bovespa - Brasil ,0 0,91% Mercato monetario (dati aggiornati al 29 novembre 2010) Costo denaro Banca Centrale Delta Libor 3 mesi Tasso di sconto Europa 0,88% 1,00% -0,12% Regno Unito 0,73% 0,50% 0,23% Stati Uniti 0,29% 0,25% 0,04% Giappone 0,22% 0,10% 0,12% Spreads verso Italia (dati aggiornati al 29 novembre 2010) 2 anni 5 anni 10 anni 30 anni Italia 1,77% 2,79% 3,91% 4,87% Germania -1,00% -1,36% -1,48% -1,82% Francia -0,93% -1,15% -1,13% -1,49% Spagna 0,32% 0,13% 0,22% 0,22% 11 CONSORZIO CAMERALE PER IL CREDITO E LA FINANZA NEWSLETTER MARZO 2010

12 Performance settimanale e da inizio anno delle principali asset class e relative subcategorie (dati aggiornati al 29 novembre 2010) 2 Liquidità Tasso % YTD WTD Alternativi YTD WTD Eonia 0,45% 9,27% 7,95% Global Hedge Fund Index 0,47% 0,50% Euribor 3 mesi 0,88% 25,57% 0,11% Global Commodities 0,46% 0,16% Libor 3 mesi Regno Unito 0,73% 20,61% 0,69% Azionari Indice YTD WTD Libor 3 mesi USA 0,29% 16,33% -0,22% MSCI Mondo 298,5-0,32% 1,60% Libor 3 mesi Giappone 0,22% -19,59% -2,46% MSCI Mondo Value 143,9-1,01% 0,65% Obbligazioni Rend % YTD WTD MSCI Mondo Growth 136,7 0,79% 1,66% Area Euro 2 anni 0,77% -0,08% MSCI Europa 377,0-5,80% 1,71% Area Euro 5 anni 1,43% -0,28% MSCI Nord America ,23% 1,41% Area Euro 10 anni 2,43% -0,25% MSCI Asia 99,8-1,65% 2,44% Area Euro 30 anni 3,05% -1,44% MSCI Mercati Emergenti 319,2-0,11% 1,15% Area USA 2 anni 0,47% 0,20% Energia 192,9-8,15% -0,50% Area USA 5 anni 1,44% 0,59% Industriali 121,8 6,03% 1,57% Area USA 10 anni 2,74% 0,46% Materiali 197,9-0,46% 1,87% Area USA 30 anni 3,90% -1,37% Health care 94,2-3,96% 0,55% JP Morgan 1-3 anni 1,21% -0,05% Finanziari 71,8-2,37% 0,46% JP Morgan 1-10 anni 2,83% -0,27% Tecnologia 74,9-3,49% 3,90% Immobiliare YTD WTD Consumi discrezionali 91,6 7,21% 2,24% REIT Europe 2,74% -0,72% Utilities 103,3-4,68% -1,96% REIT USA 17,45% 1,65% Volatilità Valore YTD WTD Valute Rate YTD WTD Index VIX (Stati Uniti) 22,01 1,52% 0,09% Euro - Dollaro 1,31 0,25% -12,18% Index VDAX (Germania) 19,54-6,24% 0,93% 2 Il colore della casella indica una performance positiva con il verde ed una negativa con il rosso, ma per liquidità e volatilità i criteri sono ovviamente opposti (verde per valori in diminuzione e viceversa). 12 CONSORZIO CAMERALE PER IL CREDITO E LA FINANZA NEWSLETTER MARZO 2010

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