PIANO URBANISTICO COMUNALE IN ADEGUAMENTO AL PPR ED AL PAI

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2 COMUNE DI LA MADDALENA PROVINCIA OLBIA TEMPIO PIANO URBANISTICO COMUNALE IN ADEGUAMENTO AL PPR ED AL PAI Valutazione Ambientale Strategica Valutazione di Incidenza Ambientale (ai sensi della Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2001, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente, del suo recepimento nel D.Lgs. 3 aprile 2006 n 152 modificato con D. Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4 "Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale" e L. R. n. 9 del 12 giugno 2006 e della D.G.R. n. 55/41 del 14 dicembre 2010, con cui sono state adottale le più recenti Linee guida per la Valutazione Ambientale Strategica dei Piani Urbanistici Comunali) e D.G.R. 34/33 del Autorità competente: Amministrazione Provinciale di Olbia-Tempio

3 Sommario 1 INTRODUZIONE PIANI DI GESTIONE DEI SITI NATURA PROCESSO DI ADEGUAMENTO DEL PUC AL PPR Natura e contenuti del Piano Urbanistico Comunale Finalità e principi del PPR Efficacia e ambito di applicazione Struttura e contenuti del Piano Paesaggistico Regionale Attuazione del Piano Paesaggistico Regionale Obiettivi del PUC di La Maddalena L ARCIPELAGO, IL COMUNE DI LA MADDALENA ED IL PARCO NAZIONALE IL SIC ARCIPELAGO LA MADDALENA Introduzione HABITAT COSTIERI E VEGETAZIONI ALOFITICHE DUNE MARITTIME ED INTERNE HABITAT D'ACQUA DOLCE MACCHIE E BOSCAGLIE SCLEROFILLE (MATORRAL) FORESTE La classificazione degli habitat a La Maddalena Habitat del Posidonieto HABITAT DEI FONDALI SABBIOSI E ROCCIOSI HABITAT DI SCOGLIERA PALUDI E PASCOLI INONDATI HABITAT DEI SISTEMI LITORANEI DELLE SABBIE E HABITAT DEI SISTEMI RETROLITORANEI SABBIOSI HABITAT VEGETAZIONE RUPICOLA A ROCCIOSITA' PREVALENTE, GARIGHE E MACCHIE DEGRADATE E HABITAT DELLA MACCHIA A JUNIPERUS SPP EFFETTI INDOTTI SULLO STATO DI CONSERVAZIONE DEGLI HABITAT INFLUENZATI, DIRETTAMENTE E INDIRETTAMENTE, DALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO VALUTAZIONE DELL INCIDENZA AMBIENTALE DEL PIANO Analisi delle componenti naturalistico-ambientali Carta degli Habitat Carta della naturalità Carta della sensibilità ambientale Analisi dell incidenza ambientale degli interventi CRITERI DI TRASFORMAZIONE E DI MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI Utilizzazione di risorse naturali e loro consumo MITIGAZIONE degli impatti ambientali: il piano urbanistico Sostenibilità degli interventi di trasformazione trasformazioni edilizia: bilancio ecologico, ciclo del prodotto, SB CONCLUSIONI Minacce e opportunità Possibili minacce: Opportunità Indicazioni per la gestione: LA VALUTAZIONE DELL INCIDENZA AMBIENTALE DEL PUC

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5 1 INTRODUZIONE La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) di piani e programmi è definita dal Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 41 (D.Lgs 4/2008) come un processo finalizzato a garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione, dell'adozione e approvazione di detti piani e programmi assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile. La VAS ha l obiettivo di comprendere quali risultati avranno sul territorio le scelte di programmazione dell Amministrazione locale in termini di modifiche dell ambiente e delle condizioni di sua vivibilità, al fine di comprendere anticipatamente quali effetti saranno prodotti nel lungo periodo dalle decisioni definite dall atto pianificatorio e valutare se esse risultino davvero sostenibili. Nell ambito della procedura di VAS è necessario portare a compimento, parallelamente, la Valutazione di INCidenza Ambientale del Piano Urbanistico Comunale, mirata a valutare l interferenza tra il PUC e gli habitat e le specie floristiche e faunistiche. Ai fini della Valutazione dell INCidenza Ambientale del PUC di La Maddalena, sulla base del DPR n. 120 del 12 Marzo 2003 che ha sostituito integrandolo il DPR n. 357 dell 8 Settembre 1997, ed in particolare dell art. 6 in esso contenuto, che stabilisce che nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico - ambientale dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e delle Zone di Protezione Speciale (ZPS), è stato redatto il presente Studio di Incidenza Ambientale. La sua elaborazione è quindi direttamente discendente dall applicazione delle normative di tutela degli habitat e delle specie di flora e di fauna presenti nei SIC e/o nelle ZPS e al mantenimento delle funzioni ecologiche del sistema ambientale, così come richiesto dalle direttive della UE. Lo studio consente una valutazione ex-ante degli effetti che l attuazione del Piano di Utilizzo dei Litorali potrebbe avere sul settore dei SIC e ZPS, sulla base degli: effetti quali - quantitativi prodotti dalle scelte di piano a breve e a lungo termine, attività e opere connesse, effetti cumulativi derivanti dalla sommatoria delle diverse iniziative presenti. Il fine è quello della fruizione del bene contemperata con la sua conservazione. La valutazione delle interferenza, pur riferita agli effetti su specie ed l habitat tutelati dalle direttive, considera l intero sistema ambientale costiero nel quale tali aree sono inserite in quanto non avulse da una fine e densa rete di interconnessioni ecosistemiche interoperanti in un contesto dotato di elevata sensibilità, interesse naturalistico, qualità ambientale e interesse turistico. 2 PIANI DI GESTIONE DEI SITI NATURA 2000 L obiettivo generale del Piano di Gestione è quello di assicurare la conservazione degli habitat e delle specie vegetali e animali presenti, prioritari e non, a livello comunitario ai sensi della Direttiva Habitat (92/43/CEE) e relative norme nazionali e regionali di recepimento. A tal fine è importante garantire, con opportune azioni di gestione, il mantenimento e/o il ripristino degli equilibri ecologici che caratterizzano gli habitat e che sottendono alla loro conservazione. 4

6 Il Territorio Comunale di La Maddalena è interessato dal SIC Arcipelago de La Maddalena. Nell ambito delle modificazioni alla pianificazione urbanistica vigente nel settore del SIC, non sono previste significative variazioni, in quanto gran parte delle aree sono anche fascia di tutela paesaggistica di 150 m dal mare. 5

7 3 PROCESSO DI ADEGUAMENTO DEL PUC AL PPR 3.1 Natura e contenuti del Piano Urbanistico Comunale La Legge Regionale 22 dicembre 1989, n. 45 Norme per l'uso e la tutela del territorio regionale, e sue modifiche e integrazioni, ad oggi rappresenta il principale riferimento normativo per la elaborazione del Piano Urbanistico Comunale. L articolo 4 definisce gli Ambiti di competenza degli strumenti di governo del territorio e stabilisce che il comune, con il piano urbanistico comunale o intercomunale: assicura la equilibrata espansione dei centri abitati in coerenza con le direttive e i vincoli regionali in conformità alle previsioni del piano urbanistico provinciale regola l'uso del territorio agricolo e delle parti destinate allo sviluppo turistico e produttivo industriale artigianale detta norme per il recupero e l'uso del patrimonio edilizio esistente, per una adeguata dotazione di servizi sociali e di carattere infrastrutturale del territorio comunale. Il piano urbanistico comunale prevede inoltre, ai sensi dell art. 19, la prospettiva del fabbisogno abitativo, la rete delle infrastrutture e delle principali opere di urbanizzazione primaria e secondaria, la normativa di uso del territorio per le diverse destinazioni di zona, l'individuazione degli ambiti da assoggettare alla pianificazione attuativa, da sottoporre a speciali norme di tutela e di salvaguardia ed ove si renda opportuno il recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente, le norme e le procedure per misurare la compatibilità ambientale dei progetti di trasformazione urbanistica e territoriale, ricadenti nel territorio comunale. Il Piano Paesaggistico Regionale conferisce alla pianificazione urbanistica comunale contenuti di valenza paesaggistica. I comuni, con gli strumenti urbanistici di propria competenza, provvedono a individuare i caratteri connotativi della propria identità e delle peculiarità paesaggistiche, analizzando le interazioni tra gli aspetti storico-culturali dell ambiente naturale e antropizzato e promuovere il mantenimento e la valorizzazione ed a definire le condizioni di assetto necessarie per realizzare un sistema di sviluppo sostenibile a livello locale. In riferimento ai caratteri paesaggistici individuati dal PPR, i comuni devono stabilire le modalità per la valorizzazione ambientale e paesaggistica del proprio territorio, individuare i fattori di rischio e gli elementi di vulnerabilità del paesaggio, determinare le proposte di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni urbanistiche, coerentemente con il quadro delle azioni strategiche promosse dal PPR. Al fine di ottimizzare e mitigare la pressione del sistema insediativo sull ambiente naturale e di migliorare la qualità dell ambiente urbano e dei valori paesaggistici riconosciuti, il PPR delinea alcuni obiettivi e orientamenti progettuali, quale riferimento per la pianificazione comunale, volti a limitare il consumo delle risorse, al mantenimento delle morfologie, degli elementi costitutivi e dei materiali costruttivi tipici, al riequilibrio ed alla mitigazione degli impatti negativi dell attività antropica, al potenziamento delle infrastrutture e delle dotazioni ecologiche ambientali che concorrono a migliorare la qualità dell ambiente urbano. 3.2 Finalità e principi del PPR Con il piano paesaggistico la Regione riconosce i caratteri, le tipologie, le forme e gli innumerevoli punti di vista del paesaggio sardo, costituito dalle interazioni della naturalità, della storia e della cultura delle popolazioni locali, intesi come elementi fondamentali per lo sviluppo, ne disciplina la tutela e ne promuove la valorizzazione. Il PPR assicura la tutela e la valorizzazione del paesaggio del territorio regionale e si pone come quadro di riferimento e di coordinamento degli atti di programmazione e pianificazione regionale, provinciale e locale, per lo sviluppo sostenibile del territorio, fondato su un rapporto equilibrato tra i bisogni sociali, l attività economica e l ambiente e perseguibile mediante l applicazione dei principi della sostenibilità. I 6

8 principi contenuti nel PPR, assunti a base delle azioni da attuare per il perseguimento dei fini di tutela paesaggistica, costituiscono il quadro di riferimento e coordinamento per lo sviluppo sostenibile del territorio regionale, coerentemente con la Convenzione Europea del Paesaggio e con lo Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo. I principi concernono il recupero di paesaggi degradati da attività umane. 3.3 Efficacia e ambito di applicazione Le disposizioni del PPR sono cogenti per gli strumenti urbanistici dei Comuni e delle Province e sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti urbanistici. L ambito di applicazione del PPR riguarda l intero territorio regionale sebbene l attuale livello di elaborazione del PPR riguardi il primo ambito territoriale omogeneo, l area costiera, così come individuata dagli Ambiti di paesaggio costieri identificati dal piano stesso. 3.4 Struttura e contenuti del Piano Paesaggistico Regionale Il Piano Paesaggistico Regionale contiene l analisi delle caratteristiche ambientali, storico-culturali e insediative dell intero territorio regionale, l analisi delle dinamiche di trasformazione del territorio, la determinazione delle misure per la conservazione dei caratteri connotativi e degli indirizzi per gli interventi di valorizzazione paesaggistica degli immobili e delle aree dichiarati di notevole interesse pubblico e delle aree tutelate per legge. Il PPR individua, ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, le categorie di immobili e di aree da sottoporre a specifiche misure di salvaguardia, di gestione e di utilizzazione, in quanto beni paesaggistici o beni identitari della cultura sarda, la previsione degli interventi di recupero e riqualificazione degli immobili e delle aree significativamente compromessi o degradati. Il piano prevede le misure necessarie al corretto inserimento degli interventi di trasformazione del territorio nel contesto paesaggistico nonché le norme di salvaguardia applicabili in attesa dell adeguamento degli strumenti urbanistici al PPR. Il Piano Paesaggistico Regionale ha contenuto descrittivo, prescrittivo e propositivo ed articola due principali dispositivi di piano. Gli Ambiti di Paesaggio, in cui convergono fattori strutturali naturali e antropici, contenuti nella Parte I, Titolo secondo, relativo alla disciplina generale del PPR; l Assetto territoriale, articolato in ambientale, insediativo e storico-culturale, contenuto nella Parte II delle norme del piano. Il PPR articola i seguenti assetti territoriali. Sulla base della ricognizione dei caratteri significativi del paesaggio, per ogni assetto vengono individuati i beni paesaggistici, i beni identitari e le componenti di paesaggio e la relativa disciplina generale costituita da indirizzi e prescrizioni. Gli indirizzi e le prescrizioni, da recepire nella pianificazione sottordinata, regolamentano le azioni di conservazione e recupero e disciplinano le trasformazioni territoriali, compatibili con la tutela paesaggistica e ambientale. 3.5 Attuazione del Piano Paesaggistico Regionale Le previsioni contenute nel Piano Paesaggistico Regionale si attuano attraverso: la pianificazione provinciale e comunale; i Piani delle aree protette di cui all articolo 145, comma 4, del D.Lgs. 157/2006; le intese tra Regione, Province e Comuni interessati. Le intese tra Regione, Province e Comuni sono orientate alla definizione di azioni strategiche preordinate a disciplinare le trasformazioni ed il recupero urbanistico del territorio e ad indirizzare gli interventi ammissibili verso obiettivi di qualità paesaggistica basati sul riconoscimento delle valenze storico culturali, ambientali e percettive dei luoghi. Il raggiungimento dell intesa può rappresentare una condizione necessaria per l adeguamento degli strumenti urbanistici alle nuove prescrizioni del PPR. L adeguamento della disciplina urbanistica comunale al Piano Paesaggistico Regionale è regolato ai sensi dell art. 107, delle NTA del PPR. 7

9 3.6 Obiettivi del PUC di La Maddalena L Amministrazione Comunale di La Maddalena individua un primo set di obiettivi, suddivisi in generali e specifici con riferimento a distinti ambiti territoriali. Tali obiettivi, riportati nella tabella seguente, saranno sottoposti a verifica di coerenza con i Criteri di Sostenibilità Ambientale che saranno definiti nella fase di redazione del Rapporto Ambientale. Sulla base del quadro territoriale rimandato dalle analisi conoscitive, sistematizzate e rese disponibili sul Sistema informativo Territoriale, la redazione del PUC in adeguamento alla nuova pianificazione paesaggistica regionale, deve sostanzialmente proporsi e risolvere problemi di: - Salvaguardia, conservazione, valorizzazione dell ambiente naturale e del paesaggio; - Sviluppo economico sociale e sostenibile; - Qualità (strutturale, formale, funzionale) dell'insediamento attraverso il progetto urbanistico e il controllo dei processi di attuazione; - Fruizione del paesaggio promossa da un progetto fondato sui principi e orientamenti delle politiche internazionali, attento alla percezione della comunità locale e turistica. Gli scenari proposti in sede di determinazione del documento di indirizzo sono: SCENARIO 1 Entità di trasformazione minima Riconoscimento del grande valore del sistema paesaggistico ambientale perseguendo ne la conservazione e la rinaturalizzazione SCENARIO 2 Entità di trasformazione massima Orienta la pianificazione urbanistica in vista del sostegno economico da fornire alla popolazione. Fa riferimento alle norme che sono state consentite ai comuni costieri er conseguire le stesse possibilità di sviluppo. SCENARIO 3 - Continuità amministrativa Prevede aggiustamenti della pianificazione vigente. Assume come base di riferimento il quadro dimensionale e programmatico del PUC vigente con l'introduzione delle varianti quali-quantitative essenziali e necessarie per l adeguamento secondo lo spirito del PPR. SCENARIO 4 Priorità della qualità insediativa Divenire dell'identità: ridefinizione dell'assetto insediativo in riferimento a regole morfo-tipologiche Propone la riformulazione dell assetto insediativo come evoluzione dei principi identitari della matrice storica orientato alla costituzione di un sistema integrato sostenibile SCENARIO 5 Nuova idea di paesaggio Esplora e definisce le potenzialità e la sostenibilità dello sviluppo a partire da nuove ipotesi di fruizione culturale e turistica (progetto di paesaggio) Sulla base di questi scenari proposti, l amministrazione ha deciso che l'adeguamento dovrà tener conto: delle condizioni di base: - situazione fisica - paesaggistica ambientale - geologica 8

10 - infrastrutturale -socio-economica -demaniale > statale e regionale delle pianificazioni esistenti o in corso di attuazione: - piano del centro storico - piano strategico comunale - piano regolatore del porto - piano di utilizzo dei litorali delle emergenze critiche - occupazionali e di sostegno all'attività economica - disagio abitativo - aree artigianali a mare e a servizio dell insediamento - rete infrastrutturale Il piano dovrà inoltre tener conto, dopo averle analizzate e valutate, delle numerose istanze, talvolta accompagnate da proposte progettuali, dei cittadini su invito dell'amministrazione l obiettivo della amministrazione e la definizione di un puc che sulla base della reale situazione paesaggistica di La Maddalena, Santo Stefano, Caprera e dell intero arcipelago, - non necessariamente coincidente con il quadro analitico descrittivo proposto dal PPR - predisponga le basi, in accordo con il piano strategico, per le necessità di una economia basata prevalentemente sul turismo - inteso come industria - e non come sommatoria di interventi occasionali. il piano dovrà definire una filiera produttiva composta dal giusto mix di alberghiero, extralberghiero, residenziale e da un sistema integrato di servizi (per lo sport, per lo svago, per il benessere, la salute, la cultura, l'artigianato, la piccola industria etc..) per pervenire ad un reale e condiviso sviluppo sostenibile in grado di consolidare e possibilmente elevare la qualità dell'arcipelago. 9

11 4 L ARCIPELAGO, IL COMUNE DI LA MADDALENA ED IL PARCO NAZIONALE Il territorio dell Arcipelago è costituito dalla gran parte delle isole presenti in fronte alla costa settentrionale della Sardegna. Il sistema, conosciuto già dai Romani col nome di Insulae Cuniculariae, definito poi nell 700, delle Isole Intermedie, è costituito dalle isole maggiori La Maddalena e Caprera e dalle isole minori di Santo Stefano, Spargi, Razzoli, Budelli e Santa Maria. Mappa I limiti del Parco Nazionale in rapporto ai limiti amministrativi (in fucsia) ed alle perimetrazioni ufficiali delle aree di tutela Le isole principali sono attorniate da un corteo di isolotti e scogli variamente disposti, originati dall emersione di lembi di rilievo granitico costituenti la prosecuzione delle forme delle altre terre emerse. Alcuni di questi cortei di isolotti e scogli sono posti in prossimità della costa, mentre altri giacciono a distanze significative. Le isole più prossime alla costa sono state oggetto di contenzioso amministrativo con il comune di Arzachena. Al sistema del comune di La Maddalena, afferisce anche il piccolo arcipelago di Mortorio, Soffi e 10

12 le Camere, posto nel braccio di mare in fronte alla Costa Smeralda. Il territorio del Parco Nazionale è confinato in ambito strettamente Maddalenino, anche se una parte delle perimetrazioni a mare parrebbero estendersi verso il territorio di Arzachena (Cappuccini, Nibani e Bisce). Mappa I limiti amministrativi e le tutele naturalistiche vigenti ad esclusione dei limiti del Parco Nazionale Le sue adiacenze amministrative, costituite invece dalla costa prospiciente, non sono date dal solo territorio del comune di Arzachena, ma anche da Palau, Santa Teresa, Olbia e Golfo Aranci. L Arcipelago di La Maddalena è ubicato nell area settentrionale della Sardegna, in prossimità della costa E, nell area sud orientale del canale fra la Corsica e la Sardegna, noto come Bocche di Bonifacio, ed è compreso all incirca fra le latitudini N (isola La Presa) e (Isola di Soffi), e le longitudini E (Spargiotto) e (Scoglio di Mortoriotto) in piena area mediterranea. I limiti esterni del Parco coincidono in gran parte con il SIC e la ZPS, ma dimenticano di comprendere l isola di Cappuccini e gli isolotti in fronte a Romazzino Punta Capaccia. 11

13 L intera area della costa antistante è parte del Parco Geominerario Storico e ambientale della Sardegna ed al suo interno è compreso il sito puntuale, non perimetrato, di Cala Francese, definito nella sua interezza Bene dell Umanità. Il sistema delle isole è invece variamente interessato dalle tutele della ex L.R. 31/89 (isole maggiori salvo Caprera), delle Oasi Permanenti di Protezione Faunistica (Barrettini, Corcelli, Santo Stefano, Spargi, Pecora e Porco) e di Riserva Naturale Orientata (Caprera). SIC e ZPS lasciano fuori dalla loro perimetrazione la parte meridionale dell isola di La Maddalena ed il canale di avvicinamento verso Palau. 12

14 5 IL SIC ARCIPELAGO LA MADDALENA 5.1 Introduzione L arcipelago della Maddalena è da sempre considerato uno dei paesaggi naturali più importanti del Mediterraneo. In conseguenza di ciò la gran parte del suo territorio è stato censito come Sito di Interesse Comunitario (SIC) e quindi tutelato Direttiva comunitaria 92/43/CEE. Tutta l area del Comune di La Maddalena ricade attualmente nel Sito Bioitaly ITB000008, denominato Arcipelago La Maddalena. L area del SIC, come si può vedere in figura, ricade anche oltre il territorio comunale di La Maddalena, interessando anche un parte di territorio insulare ricadente in Comune di Arzachena. Mappa - Il perimetro del Sito Bioitaly ITB Arcipelago di La Maddalena Gli altri SIC prossimi a quello in esame sono i seguenti: 13

15 I siti Bioitaly più prossimi Codice SIC ITB ITB ITB ITB Denominazione Capo Testa Monti Russu Capo Figari e Isola Figarolo Isole Tavolara, Molara e Molarotto La Direttiva comunitaria 92/43/CEE, sinteticamente definita direttiva "Habitat", rappresenta lo strumento più recente e più caratterizzante di un nuovo approccio capace di individuare azioni coerenti che consentano l'uso del territorio e lo sfruttamento delle risorse, in una logica di sviluppo sostenibile per il mantenimento vitale degli ecosistemi. La Direttiva fornisce indirizzi concreti per le azioni e per la costituzione della rete europea NATURA 2000, costituita da siti rappresentativi per la conservazione del patrimonio naturale di interesse comunitario. Lo scopo della direttiva "Habitat" 92/43/CEE è quello di contribuire a salvaguardare, tenuto conto delle esigenze economiche, sociali e culturali locali, la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio comunitario. Per habitat di interesse comunitario (elencati nell'allegato I della predetta direttiva) si intendono quegli habitat che rischiano di scomparire dalla loro area di ripartizione, quelli che hanno un'area di ripartizione ristretta o ridotta a causa della loro regressione. Sono di interesse comunitario anche gli habitat che costituiscono esempi notevoli delle caratteristiche tipiche di una o più delle cinque zone biogeografiche interessate dalla direttiva, fra le quali la zona mediterranea che è quella che riguarda la nostra Isola. Le specie di interesse comunitario (elencate nell'allegato II, IV e V della direttiva) sono suddivise in base alla loro consistenza numerica o al livello di minaccia di estinzione, e quindi la suddivisione è così articolata: specie in pericolo, vulnerabili, rare ed endemiche. Se nel sito si intendono realizzare nuove opere, piani o progetti, si dovrà effettuare una valutazione dell'incidenza di tali azioni rispetto agli obiettivi di conservazione prefissati. Se tale valutazione porta alla conclusione che l'attività prevista non arreca danno essa potrà essere realizzata dietro autorizzazione della competente autorità nazionale. Se poi l'opera, il piano o il progetto, pur arrecando un danno devono comunque essere realizzati per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi i motivi di natura sociale o economica, lo Stato membro è tenuto ad adottare le misure di compensazione del danno (ad esempio la ricostituzione dell'habitat danneggiato in un'area adiacente) tali da garantire che sia tutelata la coerenza globale di Natura Nel caso in cui l'attività debba essere svolta in un sito che ospita habitat o specie la cui conservazione è considerata prioritaria a livello europeo, essa potrà essere realizzata solamente in considerazione di motivi connessi alla salute dell'uomo, alla sicurezza pubblica o, previo parere della Commissione Europea, per altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico. (Articolo 6 della direttiva Habitat e articolo 5 del Regolamento di attuazione). Attualmente le tabelle di classificazione dei SIC e i limiti geografici sono in fase di rielaborazione e in attesa di approvazione da parte della Commissione Europea. Per motivi di completezza verranno di seguito indicate le precedenti indicazioni del SIC e a seguire le norme attuali, evidenziando le differenze fra le due individuazioni. II SIC era in precedenza individuato nel seguente modo: 14

16 Arcipelago de La Maddalena Area Tipo Sito Provincia Codice Natura 2000 Regione biogeografica ha B (psic disegnato senza relazioni con un altro sito di Natura 2000) SS ITB Mediterranea Mentre attualmente viene identificato nel seguente modo. Arcipelago de La Maddalena Area Tipo Sito ha B (psic disegnato senza relazioni con un altro sito di Natura 2000) Provincia Codice Natura 2000 Regione biogeografica SS ITB Mediterranea Come si può notare anche dalle immagini di seguito inserite, il SIC è stato ampliato integrando alcuni isolotti prima esclusi ed i tratti di mare fra loro interposti, ed estrapolando l area urbana dell isola madre. I Sic della Sardegna Localizzazione dei 114 Siti di Interesse Comunitari così come venivano delimitati geograficamente dal 1996 all aprile 2004; nel riquadro ingrandito il SIC ITB Arcipelago de La Maddalena Per ogni SIC vengono riportate le informazioni relative agli habitat in esso segnalati e per ognuno di essi sono disponibili le seguenti informazioni: 15

17 Mappa La delimitazione dei SIC attuale Codice dell'habitat: codice Natura 2000, identificativo di ogni singolo habitat Percentuale di copertura dell'habitat: Valore di copertura in percentuale dell'habitat calcolato sulla superficie del singolo sito Rappresentatività: grado di rappresentatività del tipo di habitat naturale sul sito, seguendo il seguente sistema di classificazione: A = rappresentatività eccellente; B = buona rappresentazione C = rappresentatività significativa D = presenza non significativa Nei casi in cui la rappresentatività sia significativa (A,B,C) sono disponibili informazioni relative ai seguenti altri campi: Superficie relativa: superficie del sito coperta dal tipo di habitat naturale rispetto alla superficie totale coperta da questo tipo di habitat naturale sul territorio nazionale, secondo la seguente codifica: A: percentuale compresa tra il 15.1% ed il 100% della popolazione nazionale; B: percentuale compresa tra il 2,1% ed il 15% della popolazione nazionale; C: percentuale compresa tra lo 0% ed il 2% della popolazione nazionale; Stato di Conservazione: grado di conservazione della struttura e delle funzioni del tipo di habitat naturale in questione e possibilità di ripristino, secondo la seguente codifica: A = conservazione eccellente; B = buona conservazione; C = conservazione media o ridotta; Valutazione globale: valutazione globale del valore del sito per la conservazione del tipo di habitat naturale, secondo la seguente codifica: A = valore eccellente B = valore buono C = valore significativo Nel SIC ITB Arcipelago de La Maddalena venivano individuati i seguenti habitat: Habitat precedentemente individuati all interno del SIC Sito di interesse Comunitario ITB Arcipelago de La Maddalena Codice % di Superficie Stato di Valutazione Rappresentatività habitat copertura relativa conservazione globale A C A A 16

18 A C A A A C A A D D D D * 15 A C B A *Probabile errore di stampa, nella definizione dei Codici Natura 2000 il codice 5212 non è contemplato Mentre la ridefinizione attuale comprende i seguenti habitat e le relative valutazioni (per una più facile lettura e interpretazione dei dati le differenze rispetto alle definizioni degli Habitat precedenti verranno evidenziate in rosso: Habitat individuati attualmente nel SIC ITB Arcipelago de La Maddalena Codice habitat % di copertura Rappresentatività Superficie relativa Stato di conservazione Valutazione globale A C A A A C A A B C B B A C A A C C C C D D NON INSERITO B C B B C C C C D B C B C 5210** 13 A C B A B C A A B C A A B C B B **L errore di stampa evidenziato nella tabella precedente è stato corretto La rielaborazione dei dati ha quindi incluso ben 8 nuovi habitat mentre è stato escluso l habitat definito dal codice 2220 e che corrisponde alla definizione: La rielaborazione dei dati ha quindi incluso ben 8 habitat mentre è stato escluso l habitat definito dal codice 2220 e che corrisponde alla definizione: 17

19 2 DUNE MARITTIME ED INTERNE 21 DUNE MARITTIME DELLE COSTE ATLANTICHE, DEL MARE DEL NORD E DEL BALTICO 2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria ( dune bianche ) Ma ora vediamo di descrivere più dettagliatamente gli Habitat inseriti nel SIC ITB Arcipelago de La Maddalena. Mappa Raffronto tra vecchio (in verde) e nuovo (in viola) perimetro del SIC HABITAT COSTIERI E VEGETAZIONI ALOFITICHE La vegetazione costiera è molto particolare. E composta prevalentemente da specie che possono tollerare la salinità e che sono largamente diffuse sulle coste, mancando invece all interno, se non dove vi sia un accumulo di locale di sale. Determinati generi sono adattati a queste alte concentrazioni saline ed alcuni come i generi Salsola, Halimione hanno foglie carnose. 18

20 I tipi principali di vegetazione costiera si sviluppano sulle velme e negli stagni salmastri; negli estuari, nelle pozze e negli acquitrini salmastri; sulle dune e sulle spiagge ciottolose; sulle scogliere. Nell ambito di questi ambienti le comunità vegetali presentano elevate similitudini in tutta Europa, sia nella composizione in specie che nella struttura. A conservare queste similitudini contribuisce, non solo il tipo di ambiente, ma anche il trasporto di semi, frutti e propaguli vegetativi ad opera di maree e delle correnti, così come pure i movimenti delle popolazioni costiere degli uccelli marini. Le specie poi tenderanno a disporsi nell habitat seguendo areali specifici in funzione soprattutto delle zone di influenza del mare e delle mareggiate ACQUE MARINE E AMBIENTI A MAREA Un primo areale si riferisce alle zone che risultano prevalentemente sommerse Praterie di posidonie (Posidonion oceanicae) * 1 percentuale di copertura (Valore di copertura in percentuale dell habitat calcolato sulla superficie del singolo sito) 35% rappresentatività (grado di rappresentatività del tipo di habitat naturale sul sito) ECCELLENTE; superficie relativa (superficie del sito coperta dal tipo di habitat naturale rispetto alla superficie totale coperta da questo tipo di habitat naturale sul territorio nazionale) percentuale compresa tra lo 0% ed il 2% della popolazione nazionale; stato di conservazione (grado di conservazione della struttura e delle funzioni del tipo di habitat naturale in questione e possibilità di ripristino) ECCELLENTE; valutazione globale (valutazione globale del valore del sito per la conservazione del tipo di habitat naturale) ECCELLENTE; Si tratta di un habitat prioritario che ha lo scopo di salvaguardare le condizioni ambientali che permettono la vita di questa particolarissima pianta. La Posidonia oceanica (L.) Delile è una Monocotiledone adattatasi a vivere sui fondali marini. Appartiene alla famiglia delle Potamogetonaceae ed è una specie endemica del Mar Mediterraneo. Si insedia su substrati sabbiosi, detritici o, più raramente, rocciosi a partire da 1 m fino a m di profondità. La sua scomparsa segna il limite inferiore del piano infralitorale nel Mediterraneo, all'interno del quale occupa un area compresa tra il 2 e il 4% dell' intero bacino. La Posidonia è una delle poche fanerogame (piante superiori con produzione di frutti e fiori) marine presenti nel Mediterraneo. Essa è organizzata in radici, rizoma e foglie. Posidonia oceanica 1 L asterisco indica il fatto che si tratta di un habitat prioritario. 19

21 Il rizoma è un fusto modificato che produce nel suo lato ventrale le radici della pianta. La parte più esterna del rizoma va incontro ad un processo di lignificazione che così lo preserva da fenomeni di degradazione. Esso può accrescersi secondo le condizioni ambientali sia in senso orizzontale sia in senso verticale. Le foglie della Posidonia prendono origine dal lato superiore del rizoma, hanno una disposizione a ventaglio, sono larghe circa 1 cm e possono essere lunghe anche un metro, sono di un verde intenso e la loro funzione è prettamente fotosintetica. La foglia della Posidonia è facilmente distinguibile dalle altre fanerogame perché risulta essere più larga e lunga. La Cymodocea nodosa ha una foglia larga 0,5 cm e lunga 30 cm mentre la Zoostera nolti è larga 2-3 mm e lunga 20 cm. La parte più vecchia della foglia rimane sempre attaccata al rizoma. Le varie piante possono svilupparsi in un intreccio così inestricabile da sembrare un tutt uno in cui è difficile distinguere le singole unità. La stolonizzazione, questo è il nome di questo particolare sviluppo, rappresenta anche il meccanismo di riproduzione asessuata della pianta. Insieme alla stolonizzazione la Posidonia presenta anche la riproduzione sessuata. Essa, infatti, presenta fiori ermafroditi in cui sono presenti gli stami (la parte maschile ), organi deputati alla produzione del polline, che circondano i carpelli (la parte femminile del fiore) in cui è contenuta la cellula uovo. I fiori sono di colore verde e sono avvolti da due brattee floreali. I fiori della Posidonia compaiono verso settembre/ottobre nelle praterie superficiali (fino a circa 15 m di profondità) e nell autunno inoltrato nelle praterie profonde (oltre i 15 m). Da rilevare che proprio quest anno si è verificata in Sardegna una abbondante fioritura di Poseidonia, ad indicare un evidente stato di salute dei posidonieti. Il frutto è chiamato oliva di mare per via della sua forma e del suo colore, ed è trasportato dalle correnti marine anche a grande distanza dalla pianta d origine. Questa è una strategia che la pianta usa per colonizzare nuovi spazi. La P. oceanica ha la caratteristica particolare e molto importante di avere un accrescimento in verticale non solo delle foglie ma anche del rizoma. Essa, infatti, attua questo stratagemma per ovviare al continuo insabbiamento dovuto alla sedimentazione continua degli ambienti sabbiosi che essa colonizza; potrà così sfruttare al meglio luce e spazio disponibili. La continua crescita sia in senso orizzontale sia in senso verticale determinano un innalzamento del fondo marino dove la P. oceanica è presente. Questo gradino da essa formato prende il nome francese di matte. La matte è quindi costituita da un complicato intreccio di rizomi, radici, foglie vecchie, sedimento, il tutto molto compattato. L accrescimento della matte è molto lento, mentre l accrescimento fogliare è molto più veloce. In alcuni periodi dell anno, le foglie appaiono lunghe e ricoperte d organismi (che sono detti epifiti poiché si fissano alle foglie) così da apparire leggermente brune nel periodo primaverile estivo. In autunno, complici anche le mareggiate, la P. oceanica perde le foglie più vecchie, per cui assume un colore verde brillante, mentre le foglie si presentano più corte. Le ampie distese verdeggianti formati dalla Posidonia sono chiamate praterie e la loro estensione e morfologia sono influenzate dal tipo di litorale e di fondo marino, dalla trasparenza dell acqua e dal clima. Le praterie di Posidonia possono spingersi fino a 40 m di profondità. La Posidonia si insedia più facilmente in fondi sabbiosi ma non mancano esempi di praterie su fondi grossolani. In ogni caso il fondale sul quale la Posidonia si inserisce viene significativamente modificato, poiché essa cambierà le caratteristiche del moto ondoso presente in quel luogo. In particolare si modificherà il tipo di sedimentazione; la presenza dell alga, infatti, rende la sedimentazione più facile con un effetto di cattura di grosse quantità di particellato. Aumenta così la percentuale di sabbie fini presenti nella zona colonizzata, ma questa non è l unica modificazione all ambiente 20

22 indotta dalle praterie di P. oceanica. Queste, infatti, permettono di ridurre gli effetti del moto ondoso, limitando l impatto delle onde sui litorali, e proprio perciò la Posidonia assume un ruolo così importante nell ambito di tali habitat. Come si è accennato all inizio, le foglie della Posidonia diventano il substrato per l impianto di moltissimi organismi epifiti 2. La colonizzazione è così spinta che già su foglie di un giorno d età si riscontrano microrganismi batterici di un micron. Dopo una settimana inizia la colonizzazione da parte di alghe unicellulari della famiglia delle Diatomee e successivamente incominceranno a crescere alghe e organismi incrostanti visibili anche ad occhio nudo. Ma quello che è più stupefacente è la grandissima varietà di comunità animali che orbitano attorno all ecosistema Posidonia. Vi si trovano forme d invertebrati dai più semplici (Spugne e Celenterati) a forme più complesse ed evolute come Crostacei, Molluschi, Echinodermi, Briozoi e Tunicati, fino ad arrivare naturalmente a Vertebrati quali sono i Pesci. Per rammentare esclusivamente gli organismi riconoscibili ad occhio nudo possiamo citare Gasteropodi appartenenti ai generi Rissoa, Gibbula (la trottola di mare ) e Bittium, Crostacei come i gamberi Hyppolite inermis e Palaemon xiphias. Foto - Thalassoma pavo La fauna che vive invece nella colonna d acqua nelle immediate vicinanze della prateria di Posidonia è principalmente costituita da pesci; uno molto particolare è il pesce ago (Syngnathus typhle rondeleti) egli, infatti, si mimetizza tra le foglie della Posidonia. Si trovano poi salpe, menole, serrani, abbiamo poi i più comuni pinterrè (Coris julis), castagnole e pesci pavone (Tahalassoma pavo), essi prediligono le praterie di Posidonia per cercare cibo e deporvi le uova. Più raramente si riscontra anche la presenza di Cefalopodi quali, le seppie, oppure anche Molluschi Opistobranchi (Aplisella sp.) o vermi con pennacchio come lo spirografo (Spirographis spllanzani) o la bispira (Bispira mediterranea), vi sono poi i gigli di mare (Antedon mediterraneum) Decapodi e Misidiacei; numerose spugne colonizzano le foglie di Posidonia così come numerose Ascidie, come l Halocinthia papillosa; anche i ricci di mare hanno la loro 2 Epifiti = che vivono sulle piante. 21

23 importanza in questo ambiente e sono spesso presenti le specie Paracentrotus lividus (riccio femmina) e Sphaerechinus granularis (riccio canuto), e anche il cetriolo di mare (Holoturia tubulosa) ha un importante presenza. Tutta questa varietà lascia facilmente intravedere la varietà e le interrelazioni dell ecosistema Posidonia. Foto - Spirographis spallanzanii La complessità di questo ambiente è principalmente dato dall alta produttività primaria delle praterie di Posidonia cioè, in pratica, in queste zone vi è un altissima produzione d ossigeno liberato da massicci processi fotosintetici ivi presenti. L alta produzione di tessuto vegetale poi innesca una delle più complesse e lunghe catene alimentari che si conoscano, essa, infatti, parte dai batteri passa per le alghe unicellulari e i piccoli crostacei e arriva fino ai pesci (e quindi indirettamente anche all uomo). Inoltre, la Posidonia, dopo la sua morte continua ad essere fonte d energia: infatti il detrito derivato dalle foglie morte o staccate viene ridotto in pezzetti e successivamente degradato da batteri e funghi i quali a loro volta entreranno a far parte di una nuova catena alimentare. Batteri e funghi verranno poi consumati da animali detritivori, come il cetriolo di mare, il riccio canuto e il Crostaceo Isopode Idotea baltica basteri, molto numerosi in questa nuova catena alimentare. Nella stessa catena innescata dal detrito seguono Crostacei, Anfipodi e Policheti, a loro volta preda di consumatori posti più in alto nella catena alimentare. Inoltre, in praterie dove il detrito è particolarmente abbondante, esso verrà in parte spiaggiato innescando una terza catena alimentare, andando ad alimentare gli organismi detritivori specializzati a vivere nella zona di battigia come per esempio pulci di mare (Anfipodi), insetti e isopodi terrestri. Questa sommaria descrizione delle relazioni tra la P. oceanica e l ambiente e gli organismi ed essa collegata ci da un idea della immensa quantità d energia che essa è capace di produrre e di trasferire anche al di fuori delle sue praterie. Basti pensare che le tre reti trofiche (cioè relazioni alimentari) prima descritte si svolgono: la prima sulla prateria stessa, la seconda (quella del detrito) in mare aperto e la terza (detrito spiaggiato) direttamente sulle coste, tre ambienti diversissimi per caratteristiche fisco-chimiche ma unite da una relazione energetica prodotta direttamente dalla Posidonia. Riassumendo quindi, l importanza fondamentale che una prateria di Posidonia svolge può essere condensata nei seguenti punti: stabilizzazione del fondo marino attraverso l apparato radicale; riduzione dell intensità dei moti ondosi con conseguente mantenimento dell equilibrio delle coste; elevata produzione d ossigeno e di materia organica attraverso il processo fotosintetico; fonte di cibo, diretto e indiretto, per numerosissimi organismi; punto di partenza per complesse reti trofiche; habitat di numerose specie di Pesci, Cefalopodi e Crostacei di pregiato interesse commerciale. 22

24 Scogliere percentuale di copertura (Valore di copertura in percentuale dell habitat calcolato sulla superficie del singolo sito) 4%; rappresentatività (grado di rappresentatività del tipo di habitat naturale sul sito) ECCELLENTE; superficie relativa (superficie del sito coperta dal tipo di habitat naturale rispetto alla superficie totale coperta da questo tipo di habitat naturale sul territorio nazionale) percentuale compresa tra lo 0% ed il 2% della popolazione nazionale; stato di conservazione (grado di conservazione della struttura e delle funzioni del tipo di habitat naturale in questione e possibilità di ripristino) ECCELLENTE; valutazione globale (valutazione globale del valore del sito per la conservazione del tipo di habitat naturale) ECCELLENTE; Le comunità delle piante superiori delle scogliere sono situate sopra la linea delle alte maree equnoziali, ma ricevono comunque costantemente gli spruzzi dell acqua marina. Di conseguenza molte specie sono alofite, cioè tolleranti il sale e sono le stesse che si trovano nelle lagune salmastre ed altrove lungo le coste. Nell Arcipelago è caratterizzata dalla presenza delle seguenti specie botaniche: Beta vulgaris L., subsp maritima Bietola comune Lavatera arborea Malvone maggiore Crythmum maritimum Finocchio marino Reichardia picroides Grattalingua comune SCOGLIERE MARINE E SPIAGGIE GHIAIOSE Le comunità vegetali associate a questi habitat sono formate da un particolare gruppo di specie, molte delle quali sono esclusive di determinate zone di vegetazione. In generale l ambiente è difficile: il substrato è instabile, su gran parte delle scogliere e delle spiagge ghiaiose mancano i nutrienti minerali, il suolo è generalmente arido a causa dell eccessivo drenaggio, e a questi fatti si aggiunge l azione delle onde e del vento. Ne deriva che la formazione di comunità vegetali è spesso molto difficile o impossibile. Comunque l accumulo di detriti portati dalle maree alla sommità della zona intercotidale rende possibile la germinazione e la persistenza delle piante sia sui ciottoli che sulle rocce Vegetazione annua delle linee di deposito marine: percentuale di copertura (Valore di copertura in percentuale dell habitat calcolato sulla superficie del singolo sito) 1%; rappresentatività (grado di rappresentatività del tipo di habitat naturale sul sito) BUONA; superficie relativa (superficie del sito coperta dal tipo di habitat naturale rispetto alla superficie totale coperta da questo tipo di habitat naturale sul territorio nazionale) percentuale compresa tra lo 0% ed il 2% della popolazione nazionale; stato di conservazione (grado di conservazione della struttura e delle funzioni del tipo di habitat naturale in questione e possibilità di ripristino) BUONA; valutazione globale (valutazione globale del valore del sito per la conservazione del tipo di habitat naturale) BUONA; 23

25 Le comunità delle piante superiori sono situate sopra la linea delle alte maree equinoziali, ma ricevono costantemente gli spruzzi dell acqua marina. Di conseguenza molte specie sono alofite, cioè tolleranti il sale e sono le stesse che si trovano nelle lagune salmastre ed altrove lungo le coste Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium ssp. endemici percentuale di copertura (Valore di copertura in percentuale dell habitat calcolato sulla superficie del singolo sito) 4%; rappresentatività (grado di rappresentatività del tipo di habitat naturale sul sito) ECCELLENTE; superficie relativa (superficie del sito coperta dal tipo di habitat naturale rispetto alla superficie totale coperta da questo tipo di habitat naturale sul territorio nazionale) percentuale compresa tra lo 0% ed il 2% della popolazione nazionale; stato di conservazione (grado di conservazione della struttura e delle funzioni del tipo di habitat naturale in questione e possibilità di ripristino) ECCELLENTE; valutazione globale (valutazione globale del valore del sito per la conservazione del tipo di habitat naturale) ECCELLENTE; In bibliografia risulta segnalata la specie endemica di Limonium abortivum (L.) Schwarz, ma l autore afferma testualmente:... specie pur rare, quali Asplenium marinum o Limomonium abortivum per la loro particolare ecologia non corrono alcun pericolo. Infatti l habitat di questa specie endemica non si discosta da quella del più comune e conosciuto Limonium articulatum (Loisel.) O. Kuntze. Normalmente colonizza gli ambienti rupicoli della costa, in terreni sabbiosi e nel terriccio di disgregazione dal granito. Ambienti caratterizzati da una fortissima permeabilità e sterilità del sottilissimo strato di suolo. 24

26 Foto - Limonium articulatum (Loisel.) O. Kuntze PALUDI E PASCOLI INONDATI MEDITERRANEI E TERMOATLANTICI Si tratta di comunità che solo temporaneamente risultano sommerse dall acqua marina, per cui si tratta di vere piante terrestri soprattutto stolonifere capaci di trattenere i particellati accumulati durante il periodo di immersione e di trasformarlo in suolo durante il periodo di emersione Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) percentuale di copertura (Valore di copertura in percentuale dell habitat calcolato sulla superficie del singolo sito) 2%; rappresentatività (grado di rappresentatività del tipo di habitat naturale sul sito) SIGNIFICATIVA; superficie relativa (superficie del sito coperta dal tipo di habitat naturale rispetto alla superficie totale coperta da questo tipo di habitat naturale sul territorio nazionale) percentuale compresa tra lo 0% ed il 2% della popolazione nazionale; stato di conservazione (grado di conservazione della struttura e delle funzioni del tipo di habitat naturale in questione e possibilità di ripristino) MEDIA O RIDOTTA; valutazione globale (valutazione globale del valore del sito per la conservazione del tipo di habitat naturale) SIGNIFICATIVO; Il giunco marittimo è una specie tipica e dominante di questo habitat e normalmente va ad occupare le zone più interne rispetto al mare, circa cm sopra il livello medio dell alta marea. 25

27 Foto - Juncus maritimus Lam. e J. acutus L. In questo giuncheto vivono numerose specie come l Atriplex hastata (Atriplice comune) e l Apium graveolens (Sedano selvatico) Praterie e fruticeti mediterranee e termoatlanitci (Sarcocornetea fruticosi) percentuale di copertura (Valore di copertura in percentuale dell habitat calcolato sulla superficie del singolo sito) 1%; rappresentatività (grado di rappresentatività del tipo di habitat naturale sul sito) NON SIGNIFICATIVA; superficie relativa (superficie del sito coperta dal tipo di habitat naturale rispetto alla superficie totale coperta da questo tipo di habitat naturale sul territorio nazionale) NON INDICATA; stato di conservazione (grado di conservazione della struttura e delle funzioni del tipo di habitat naturale in questione e possibilità di ripristino) NON INDICATA; valutazione globale (valutazione globale del valore del sito per la conservazione del tipo di habitat naturale) NON INDICATA; Si tratta delle prime vere piante terrestri delle velme e degli stagni salmastri. Esse dominano vaste estensioni precluse alle altre specie in virtù della loro eccezionale capacità di sopportare le elevate concentrazioni saline di questi territori. La loro principale caratteristica ecologica è data dalla loro capacità di trattenere il limo intorno ai loro fusti. Di conseguenza esse provocano un lentissimo innalzamento del livello del suolo e rendono possibile la formazione delle comunità successive DUNE MARITTIME ED INTERNE Con il termine di duna marina si indica il settore litoraneo o sublitoraneo normalmente stretto e allungato parallelamente la linea di costa, caratterizzato da rilievi per lo più di modesta entità (in Italia non superano mai i 12 metri, fanno eccezione le maestose dune della Costa Verde) formati dall accumulo di sedimenti incoerenti per azione eolica. 26

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