ELABORATO 8 Quadro ambientale: SALUTE E BENESSERE DELL UOMO
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- Maurizio Ippolito
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1 Stazione di trasferimento rifiuti non pericolosi Coriano (RN) Valutazione di Impatto Ambientale L.R. 9/99 come integrata ai sensi del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE Nuova ubicazione stazione di trasferimento Rifiuti Solidi Urbani ELABORATO 8 Quadro ambientale: SALUTE E BENESSERE DELL UOMO Approvato WTE G. Sandei Approvato Trasferimenti e PEA F. Salieri Controllato WTE TI D. Mascheroni K. Gamberini Controllato Trasferimenti e PEA D. Bonora Redatto TI A. Fabbri Rev. 00 Data 01/09/2011 Cod. Doc ST 04 RN VA 00 SI SA Pagine 1 di 16
2 SOMMARIO 1 SCOPO STATO LOCALE DI SALUTE E BENESSERE DELL UOMO DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO SU SCALA PROVINCIALE DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO SU SCALA COMUNALE CONDIZIONI ESISTENTI DI ESPOSIZIONE UMANA A RADIAZIONI NON IONIZZANTI EMITTENTI RADIO-TV TELEFONIA CELLULARE DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO DEGLI IMPATTI PER L UOMO DESCRIZIONE DEGLI IMPATTI DA RADIAZIONI NON IONIZZANTI DESCRIZIONE DELLE POSSIBILITÀ DI SVILUPPO DI ORGANISMI FASTIDIOSI O MOLESTI di 16
3 1 SCOPO Con il presente elaborato si vuole effettuare un analisi riguardante gli aspetti demografici principali, come popolazione residente, indice di vecchiaia, mortalità e tasso di occupazione, che possa descrivere maggiormente il contesto nel quale si prevede di realizzare l opera in progetto. Di seguito verrà preso in considerazione lo stato di salute e di benessere sia su scala provinciale che su scala comunale e la possibilità di generare impatti su tali componenti. 3 di 16
4 2 STATO LOCALE DI SALUTE E BENESSERE DELL UOMO 2.1 DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO SU SCALA PROVINCIALE I dati ai quali si fa riferimento ai fini dell inquadramento sullo stato di salute e di benessere su scala provinciale sono quelli riportati nel seguente documento: Quadro demografico dell Emilia-Romagna al 1/1/2007, pubblicato nel novembre 2007, reperibile sul sito internet della Regione Emilia-Romagna. L incremento della popolazione della Regione Emilia-Romagna nel decennio compreso tra il 1/1/1997 e il 1/1/2007 è stato di unità, pari a una crescita del 7,2%. Andamento della popolazione dal 1970 al La crescita, seppur generalizzata, ha avuto intensità diversa sul territorio provinciale. La Provincia in cui si è verificato l incremento più consistente di popolazione è quella di Reggio Emilia, con una crescita percentuale doppia rispetto alla crescita media regionale; a seguire si trovano le province di Rimini e Modena, altri territori per i quali l incremento di popolazione è stato superiore all incremento medio regionale. Per le altre Province gli incrementi sono stati inferiori e si registra una sostanziale invarianza per quanto riguarda la popolazione della Provincia di Ferrara. In particolare, per la Provincia di Rimini si registra un aumento di abitanti, pari al 10,5% in più rispetto al di 16
5 Popolazione residente in Emilia-Romagna per Provincia al 1/1/1997 e al 1/1/2007. Nel confronto con il dato relativo al 1/1/1997 è evidente un aumento differenziato della popolazione residente nei capoluoghi di Provincia e nell insieme dei Comuni non capoluogo con questi ultimi che attirano su di loro la maggior parte dell incremento relativo al territorio provinciale. Considerando la distribuzione della popolazione in base all ampiezza demografica del Comune di residenza al 1/1/1997, si evince che la crescita maggiore ha interessato i comuni tra e abitanti, cresciuti quasi del 14% negli ultimi dieci anni. Valori superiori all incremento medio regionale degli ultimi 10 anni si riscontrano anche nei comuni tra e abitanti e in quelli con popolazione compresa tra le e unità. Nel confronto con il dato relativo al 1/1/1997 è evidente un aumento differenziato della popolazione residente nei capoluoghi di Provincia e nell insieme dei comuni non capoluogo con questi ultimi che attirano su di loro la maggior parte dell incremento relativo al territorio provinciale. Tranne che per le province di Reggio Emilia e Forlì-Cesena, la variazione di popolazione è sempre superiore nei comuni non capoluogo che nel capoluogo di Provincia. In particolare, nel decennio risultano aver perso popolazione i capoluoghi di Provincia di Ferrara e Bologna e in misura minore Piacenza. Il confronto decennale media tutte le fluttuazioni interne al periodo, questo è reso visibile dalle differenze che si ottengono nel confronto della popolazione al 1/1/2007 per comuni capoluoghi e non rispetto all anno precedente. 5 di 16
6 I risultati, riportati nella tabella seguente, mostrano che mentre per Bologna capoluogo la variazione è negativa sia rispetto al 1997 che al 2006 ciò non è vero per Ferrara capoluogo, per la quale si rileva invece una variazione positiva nell ultimo anno e di entità maggiore che per i comuni non capoluogo della stessa Provincia; a Ferrara si aggiungono anche Ravenna, Forlì e Reggio Emilia quali comuni capoluogo che crescono più che i comuni non capoluogo della stessa Provincia. Una lieve flessione della popolazione si osserva per il comune di Modena, a fronte di un incremento di entità simile alla media regionale per i comuni non capoluogo di questa Provincia. Variazione della popolazione residente in Emilia Romagna nei Comuni capoluogo di Provincia e non Anni 1997, 2006 e La mappa successiva mostra come, a fronte di variazioni positive a livello provinciale (esclusa la provincia di Ferrara), esistano notevoli differenze all interno di tali territori; l incremento del 7,2% registrato a livello regionale viene superato da molti comuni situati soprattutto nelle prime cinture attorno ai capoluoghi (per Reggio Emilia, capoluogo compreso) e nella seconda cintura di Bologna. La provincia di Rimini è quella nella quale le differenze di crescita tra i comuni risultano più limitate. 6 di 16
7 Variazione percentuale della popolazione residente in Emilia Romagna. L analisi della struttura per età e sesso permette di affermare che, rispetto al 1/1/2006, l incremento più consistente interessa la classe di età 0-14 anni (2,2%), la quale rappresenta il 12,6% della popolazione regionale, contro un peso del 10,9% rilevato un decennio fa. Dalla tabella seguente è evidente che l incremento non ha riguardato in modo omogeneo la Regione: mentre nella Provincia di Ravenna si è registrato l incremento massimo della classe di età 0-14 anni, pari a circa il 3%, in quella di Modena si è avuto il valore minimo pari ad 1,7%. Popolazione residente in Emilia Romagna per Provincia di residenza e grandi classi di età al 1/1/ di 16
8 In tutte le province risulta in diminuzione, rispetto al 2006, la classe di età tra i 15 e i 39 anni, fenomeno che si era già osservato relativamente agli anni 2005/2004. Questo dato richiede un approfondimento, se si considera che questa è la classe di età in cui confluisce la maggior parte degli stranieri: il 52,7% degli stranieri residenti al 1/1/2007 in Emilia Romagna ha, infatti, tra i 15 e i 39 anni, a fronte di un incidenza del 30,3% sulla popolazione residente complessiva. In realtà la diminuzione riguarda solo le età tra i 19 e i 39 anni, mentre la classe di età anni risulta in aumento di circa il 2,5%. Questo significa che il decremento osservato è il frutto di un effetto così detto di calendario delle nascite, ovvero del calo delle coorti di nati relative agli anni dal 1968 al 1988, anni di nascita per gli individui che hanno attualmente tra i 19 e i 39 anni. La fase di ritrovata dinamicità che sta vivendo la popolazione dell Emilia-Romagna si riflette sul valore di alcuni indicatori, come ad esempio l indice di vecchiaia (numero di persone di età superiore ai 64 anni su 100 persone di età inferiore a 15 anni), che diminuisce per effetto degli incrementi che hanno caratterizzato la popolazione in età giovanile, più marcati rispetto agli aumenti della popolazione in età senile (figura successiva). Andamento dell indice di vecchiaia in Emilia Romagna dal 1997 al Questo indice è notevolmente diverso se calcolato distintamente per sesso a causa della maggior presenza femminile nelle classi di età estreme: le donne con più di 65 anni sono il 25,7% del totale della popolazione femminile, mentre per i maschi l incidenza sul totale della popolazione 8 di 16
9 maschile scende al 19,6%. L indice risulta comunque in diminuzione su entrambe le componenti di popolazione. Dalla tabella seguente è possibile valutare il calo che ha interessato l indice di vecchiaia, combinazione di un aumento leggero per quanto riguarda la compagine anziana (che passa dal 21,45% nel 1997 al 22,76% nel 2007) e di un aumento più marcato per la quota di popolazione con meno di 15 anni (che passa dal 10,9% nel 1997 al 12,6% del 2007). Queste variazioni si riflettono su un valore dell indice che passa da 196,7 anziani su 100 giovani nel 1997 a circa 180 anziani su 100 giovani nel Indice di vecchiaia in Emilia Romagna per Provincia. Anni Il ringiovanimento evidenziato dall indice è essenzialmente dovuto alla componente straniera che, oltre ad avere influenza diretta, in quanto gli immigrati hanno un età media più bassa della popolazione autoctona, ha anche un influenza indiretta, producendo più nati. Nella figura successiva viene rappresentato l indice di vecchiaia nei vari comuni. I valori più contenuti si registrano in una vasta area della provincia di Reggio Emilia (dove maggiore è stato l incremento di popolazione), nella prima cintura del comune di Modena e nella seconda cintura del comune di Bologna nonché nella provincia di Rimini. Persiste il forte invecchiamento della popolazione della zona montana, ma si nota anche una vasta zona di invecchiamento che va dalla provincia di Ferrara all Appennino forlivese attraversando la provincia di Ravenna in una ideale linea parallela alla costa adriatica. 9 di 16
10 Indice di vecchiaia della popolazione residente in Emilia Romagna al 1/1/2007. Le dinamiche di una popolazione sono determinate dalla sua componente naturale in combinazione con quella migratoria. La dinamica naturale è ben colta dal saldo naturale che, rappresentando la differenza tra nati vivi e morti, permette di valutare la capacità di auto ricambio di una popolazione. Saldo naturale della popolazione residente nei Comuni dell Emilia Romagna Media triennio La figura precedente mostra il saldo naturale nei Comuni dell Emilia-Romagna ed evidenzia come all interno dei territori provinciali vi sia una forte variabilità: le Province di Reggio Emilia e Modena, ad esempio, pur mostrando un saldo naturale provinciale positivo, hanno ancora ampie zone soprattutto montane dove il saldo naturale persiste fortemente negativo. Meno disomogenea risulta la distribuzione del saldo naturale nei comuni della Provincia di Rimini. Aldilà di questa Provincia e delle cinture attorno ai capoluoghi di Reggio Emilia e Modena, il saldo naturale in Emilia-Romagna continua a essere negativo, anche se, come osservato in precedenza, lo scarto tra nati vivi e morti va riducendosi grazie all aumento del numero di nati annuale. 10 di 16
11 2.2 DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO SU SCALA COMUNALE Ai fini dell inquadramento sullo stato di salute e di benessere dell uomo su scala comunale si fa riferimento a quanto riportato sul sito con i dati aggiornati al 31/12/2010. Dalla tabella sottostante si nota come la popolazione sia cresciuta continuamente dal 1861, raggiungendo il massimo numero di abitanti nel decennio Alla data del 31/12/2010 (dati ISTAT) i residenti erano , al 31/12/2009 erano , mentre nel 2001 erano circa L incremento della popolazione è stato determinato per il 2010 dalle tendenze favorevoli del movimento migratorio e dal saldo positivo del movimento naturale, seppur minimo. Per quanto riguarda la suddivisione in base alle classi di età (ogni 5 anni) si riportano qui sotto la tabella e il relativo grafico (aggiornati al 01/01/2010): 11 di 16
12 Si nota subito che le più alte concentrazioni di abitanti si hanno nelle fasce dai 35 ai 49 anni, con significative percentuali anche dai 30 ai 34 e dai 50 ai 64 anni. Sono invece più basse le percentuali della popolazione più giovane (fino ai 30 anni), che si assestano intorno al 27,2%. 12 di 16
13 La popolazione, a livello di stato civile, è così suddivisa (al 01/01/2010): Sul totale della popolazione, il 47,2% è coniugato, il 42,5% è celibe/nubile, mentre a percentuali nettamente inferiori si trovano vedovi/e (7,6%) e divorziati/e (2,6%). I dati ISTAT relativi al censimento del 2010 segnalano che il numero delle famiglie è di e il reddito medio sulla popolazione totale nel 2009 è all anno. 13 di 16
14 3 CONDIZIONI ESISTENTI DI ESPOSIZIONE UMANA A RADIAZIONI NON IONIZZANTI La Terra è caratterizzata da un fondo elettromagnetico naturale le cui sorgenti sono la Terra stessa, l atmosfera e il Sole. Al naturale livello di fondo si sono aggiunti, come conseguenza del progresso tecnologico, i campi prodotti dalle sorgenti legate all attività antropica, campi che hanno provocato un notevole innalzamento di tale fondo naturale. La problematica relativa all inquinamento elettromagnetico, ormai comunemente indicato elettrosmog, riguarda le radiazioni non ionizzanti comprese nel range di frequenza GHz, che in genere sono emesse da impianti di radio telecomunicazione e dal sistema di produzione, distribuzione e utilizzo finale dell energia elettrica (linee elettriche, cabine di trasformazione, elettrodomestici, ecc.). La corrente elettrica nel nostro Paese viene distribuita a una frequenza industriale costante pari a 50 Hz; le onde elettromagnetiche generate dagli impianti per radiotelecomunicazione (radio, TV, telefoni cellulari, radar) hanno frequenze molto più alte, dell ordine di grandezza che va dai 10 3 Hz ai 10 9 Hz. Dal momento che le onde elettromagnetiche presentano caratteristiche diverse a seconda della frequenza, le sorgenti di campo elettromagnetico vengono suddivise in due categorie: sorgente di campi a frequenza estremamente bassa (ELF Extremely Low Frequency); sorgente di campi ad alta frequenza, che comprendono le radiofrequenze (sorgente RF) e le microonde (sorgenti MW). Le infrastrutture necessarie alla trasmissione dei segnali e alla distribuzione dell energia sicuramente modificano il paesaggio naturale e urbano e le effettive conseguenze sanitarie e ambientali dei campi elettromagnetici sono ancora in parte sconosciute, soprattutto per quanto riguarda gli effetti a lungo termine. Di seguito si riportano mappe relative alla distribuzione delle emittenti radio-tv, delle antenne per telefonia cellulare e dei principali elettrodotti. 14 di 16
15 3.1 EMITTENTI RADIO-TV IMPIANTO Estratto mappa interattiva tematica provinciale (ARPA Emilia Romagna) Campi elettromagnetici. 3.2 TELEFONIA CELLULARE IMPIANTO Estratto mappa interattiva tematica provinciale (ARPA Emilia Romagna) Campi elettromagnetici. 15 di 16
16 4 DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO DEGLI IMPATTI PER L UOMO Dalla verifica dei potenziali fattori di impatto effettuata in relazione all esercizio dell opera in oggetto, possono ritenersi in prima battuta meritevoli di analisi, in relazione alla salute e al benessere dell uomo, i seguenti aspetti: diffusione in atmosfera di polveri e odori; inquinamento acustico. In merito ai potenziali impatti dell opera sulla componente atmosfera dovuti alle emissioni di polveri e odori, si rimanda a quanto riportato all Elaborato 4 del presente Studio di Impatto Ambientale; si ritiene di poter escludere la presenza di situazioni critiche in relazione alla salute e al benessere dell uomo. Inoltre la valutazione di impatto acustico, riportata all Elaborato 7 del presente Studio di Impatto Ambientale, esclude l esistenza di situazioni critiche in termini di rumore prodotto durante l esercizio dell impianto. 5 DESCRIZIONE DEGLI IMPATTI DA RADIAZIONI NON IONIZZANTI L aspetto è da ritenersi non significativo in relazione alla natura dell opera in progetto. 6 DESCRIZIONE DELLE POSSIBILITÀ DI SVILUPPO DI ORGANISMI FASTIDIOSI O MOLESTI L area oggetto di studio, essendo localizzata in una zona industriale adibita al trattamento rifiuti, può essere soggetta al popolamento da parte di specie moleste quali ratti, mosche e zanzare. Si ritiene in ogni caso di limitare tale fenomeno grazie all adozione di accorgimenti impiantistici quali la realizzazione del sistema di aspirazione e trattamento dell aria; questo sistema ha la funzione di ridurre la diffusione di odori molesti che comportano un richiamo per insetti potenzialmente pericolosi (quali zanzare). Sono inoltre previste campagne periodiche di derattizzazione per eliminare la possibilità di popolamento dell area da parte di roditori. Infine la breve durata delle operazioni di trasbordo impedisce la proliferazione di popolazioni batteriche nella matrice rifiuto all interno del capannone. 16 di 16
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