La scuola e gli studenti di origine immigrata Prospettive romano-laziali

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1 La scuola e gli studenti di origine immigrata Prospettive romano-laziali Ricerca commissionata dalla Regione Lazio al Centro Studi e Ricerche Idos/Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes Rapporto finale - giugno 2008 Equipe di ricerca Idos/Dossier Statistico Immigrazione: Redattori: Luca Di Sciullo, Ginevra Demaio, Delfina Licata, Maria Paola Nanni, Antonio Ricci e Franco Pittau (coordinatore) Ha collaborato Luca Cerniglia Elaborazioni statistiche: Maria Pia Borsci e Alberto Colaiacomo Segretaria di redazione: Claudia Mancosu

2 INDICE Introduzione: motivi e articolazione della ricerca Importanza della scuola e necessità di una lettura in profondità Il piano della ricerca I figli degli immigrati a scuola: il panorama nazionale Uno sguardo di insieme ai figli degli immigrati a scuola: il panorama nazionale La scolarizzazione dei figli degli immigrati in una recente indagine del Cnel Gli esiti dei figli degli immigrati e il difficile obiettivo delle pari opportunità Le differenze regionali della dispersione scolastica analizzate con metodo comparativo I figli degli immigrati nelle scuole dell area romano-laziale L incidenza dei ragazzi stranieri in diversi gradi di scuola e la posizione intermedia del Lazio I figli degli immigrati nelle scuole del Comune e della Provincia di Roma Uno studio esplorativo sui minori immigrati nelle scuole di Anzio, Nettuno e Ardea Il fenomeno dell immigrazione nell area romano-laziale L immigrazione degli immigrati nell area romano laziale L opinione dei testimoni privilegiati - L integrazione: come si definisce e come si promuove - Lingua e scuola - Differenze tra la prime e la seconda generazione - Una situazione accettabile ma non del tutto soddisfacente Le condizioni di vita e di lavoro degli immigrati nell area romana: le risposte dei diretti interessati Conclusioni: l immigrazione e i nodi problematici della scuola Tabelle regionali

3 Rapporto finale

4 La scuola e gli studenti di origine immigrata Prospettive romano-laziali Ricerca commissionata dalla Regione Lazio al Centro Studi e Ricerche Idos/Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes (Rapporto finale - giugno 2008) INTRODUZIONE: MOTIVI E ARTICOLAZIONE DELLA RICERCA Importanza della scuola e necessità di una lettura in profondità L ONU, con la Dichiarazione del Millennio (firmata a New York nel 2000), prese l impegno solenne di conseguire 8 obiettivi entro il 2015: tra di essi figura quello di Fare in modo che tutti i bambini e le bambine completino il ciclo scolastico primario. Non si insiste mai tanto sull importanza della scuola che, essendo chiamata a educare alla convivenza, è la struttura che si accredita come laboratorio privilegiato di inclusione sociale. È stato scritto al riguardo che Si tratta di assumere la diversità come paradigma dell identità stessa della scuola nel pluralismo, come occasione per aprire l intero sistema a tutte le differenze (di provenienza, genere, livello sociale, storia scolastica). 1 Proprio al fine di garantire il normale sviluppo di tutti i minori, in Italia seppure con qualche recente divergenza per quanto riguarda la sua applicazione presso le scuole comunali dell infanzia, che pure godono della parità scolastica e dei relativi finanziamenti si è insistito sul diritto e sul dovere di iscrizione a scuola dei minori stranieri, indipendentemente dalla regolarità o meno del soggiorno dei loro genitori. Su questa presenza, che ormai si registra da molti anni e in misura crescente, la Regione Lazio Assessorato all Istruzione e alla Formazione Professionale ha inteso condurre un analisi in profondità, partendo dai dati statistici in quanto riferimento dovuto di sicuro affidamento ma volendo anche leggerli in profondità per scoprire aspetti soddisfacenti, lacune e dinamiche di un area così rilevante come quella romano-laziale. Il Centro Studi e Ricerche Idos, che raggruppa i redattori del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes, ha risposto alle esigenze così prospettate, innanzi tutto con una analisi organica delle statistiche disponibili, che impone di interpretare i dati sulla realtà romanolaziale alla luce dei dati nazionali e di quanto avviene negli altri contesti territoriali; in secondo luogo ha ritenuto che quanto avviene nella scuola rischia di essere letto superficialmente se non si fa il punto sul contesto societario. Possiamo definire l approccio seguito in questa ricerca di natura integrata, in quanto i dati sulla presenza degli immigrati a scuola, pur costituendo l oggetto principale di riflessione, vengono presentati alla luce della condizione giuridica, occupazionale e familiare dei genitori, come anche sulla base delle caratteristiche dei contesti di accoglienza, che ovviamente condizionano il significato e l evoluzione della presenza e dell inserimento dei ragazzi di origine straniera. Il piano della ricerca 1 Ministero della Pubblica Istruzione, La via italiana per la scuola interculturale e l integrazione degli alunni stranieri, ottobre 2007.

5 In un grande paese di immigrazione, qual è diventata l Italia, che si confronta con una provenienza policentrica da tutte le parti del mondo, l integrazione risulta essere un obiettivo suggestivo ma anche difficile da conseguire. Essa è innanzi tutto riconducibile alle condizioni materiali di inserimento, come prima accennato; inoltre, bisogna collocarsi anche a un livello superiore per favorire il confronto e il dialogo tra le diverse culture nell ottica di un reciproco arricchimento e, naturalmente, nel rispetto delle leggi del paese ospitante. Il discorso sulla scuola, la più grande agenzia formativa, responsabile della mentalità delle future generazioni, fa pensare all intreccio tra questi molteplici piani di riflessione. La ricerca si struttura in tre parti. 1.I figli immigrati a scuola: il panorama nazionale. Si inizia con la presentazione dei dati sulla presenza dei figli degli immigrati a scuola per provenienza, grado di scuola e territorio, evidenziando gli aspetti più caratteristici anche in rapporto alla popolazione studentesca italiana e fornendo i riferimenti fondamentali sulle province del Lazio. Una recente panoramica sulle prassi seguite e sulle difficoltà riscontrate nelle scuole italiane viene presentata sulla base di una recente indagine del CNEL, il cui quadro non presenta toni allarmistici. Più preoccupante è, invece, la riflessione sugli esiti scolastici, rispetto ai quali i ragazzi immigrati si presentano molto più svantaggiati e che, letti secondo una metodologia differenziale, mostrano il cammino che resta da fare tanto nel Lazio che in altre regioni. 2. I figli degli immigrati nelle scuole dell area romano-laziale. Facendo perno sull incidenza dei ragazzi stranieri nei diversi gradi di scuola si mostra come risulti intermedia la situazione scolastica che si riscontra nel Lazio, come peraltro avviene anche per altri aspetti dell immigrazione. Continuando gli approfondimenti, si scende maggiormente nello specifico quando si parla dei figli degli immigrati nelle scuole della Provincia di Roma e del Comune di Roma, con riscontri che in parte confermano il panorama nazionale e in parte se ne discostano Si riporta, quindi, uno studio esplorativo condotto su circa 400 minori immigrati nelle scuole di Anzio, Nettuno e Ardea, mostrando con maggiore dovizia di particolari cosa può facilitare o meno la riuscita nel percorso scolastico. 3. Il fenomeno dell immigrazione nell area romano-laziale. Tra la scuola e la società sussiste uno stretto binomio e la realtà scolastica abbisogna di questa particolare ottica per essere interpretata in tutta la sua portata. Perciò, la panoramica dell immigrazione nell area romano laziale pone in evidenza diversi aspetti sociali che esercitano il loro impatto anche sul mondo della scuola. Dopo il quadro tracciato sulla base degli archivi ufficiali seguono due indagini sul campo, condotte nell area romana espressamente per completare con maggiori particolari il quadro ufficiale, facendo parlare nella prima i testimoni privilegiati e, nella seconda, i diretti interessati. La riflessione sulla presenza scolastica di questi alunni, come era negli intenti, è tornata utile, oltre che a fini conoscitivi, per verificare quanto l integrazione scolastica delle nuove generazioni sia effettiva e se sia stata perseguita su tutto il territorio nazionale la realizzazione del diritto allo studio e all educazione per tutti i minori. Proprio per questo le riflessioni conclusive sono dedicate alle criticità, che caratterizzano il sistema scolastico rispetto ai figli degli immigrati e sono di natura pedagogica, finanziaria, formativa, relazionale, mostrando così che allo studente di origine immigrata, così come all immigrato tout court, a seconda dell ambito ci si deve avvicinare con una preparazione specifica ma sempre con un approccio globale.

6 I FIGLI DEGLI IMMIGRATI A SCUOLA: IL PANORAMA NAZIONALE Uno sguardo d insieme alla presenza dei figli degli immigrati a scuola Gli alunni stranieri, nell anno scolastico , sono di 191 nazionalità. Essi sono raddoppiati nel corso di quattro anni, con l aumento di unità l anno. Riportiamo alcune tra le principali caratteristiche di questa presenza, che serviranno poi come termine di paragone quando passeremo ad approfondire la situazione laziale. L incidenza degli studenti non italiani a scuola è in media del 5,6% sulla popolazione studentesca totale ( ), con un punto percentuale in più tanto nelle scuole elementari che nelle medie, e un incidenza percentuale di due punti inferiore nelle superiori: su queste incidenze si ritornerà nel successivo paragrafo per trarne delle chiavi di lettura. Quanto alla concentrazione per gradi di scuola, quella più elevata si riscontra nella primaria (38,0%), mentre negli altri gradi di scuola si tratta all incirca di presenze, pari a quasi il 20% del totale (un po più bassa nella scuola d infanzia e un po più alta nella scuola secondaria di I grado). La totalità degli iscritti presenta la stessa concentrazione percentuale nella scuola d infanzia, quote più basse nelle scuole elementari e medie (pari al 60% del totale delle presenze, 10 punti percentuali in più rispetto agli italiani) e notevolmente più alte nelle secondarie di secondo grado (pari al 20%, 10 punti percentuali in più rispetto agli stranieri). Questi dati, riscontrabili a grandi linee anche a livello regionale, attestano che la forza propulsiva della scolarizzazione dei figli degli immigrati sta nei gradi più bassi, che di per sè col tempo dovrebbero trovare un riscontro anche nella scuola secondaria di secondo grado se non vi si frapponessero gli ostacoli che incontrano i figli degli immigrati a quel livello. Nonostante tali ostacoli, negli ultimi cinque anni l incidenza degli studenti non italiani in questo grado di scuola è triplicato. ITALIA. Presenza degli studenti stranieri per grado di scuola (anno scolastico ) Grado scuole Studenti stranieri % verticale Totale studenti % verticale Inc. % stranieri Infanzia , ,5 5,7 Primaria , ,6 6,8 Second. I grado , ,4 6,5 Second. II grado , ,5 3,8 Totale , ,0 5,6 Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati del Ministero dell Interno e dell Istat Circa il 65% degli studenti di origine immigrata si trova nel Nord, il 24% nel Centro e appena il 10% nel Meridione. Le regioni con il più elevato numero di studenti sono la Lombardia ( ), il Veneto (61.891), l Emilia Romagna (58.521) e, quindi, il Lazio (49.601), quasi appaiato con il Piemonte (48.430). Invece, è differente la graduatoria delle regioni per l incidenza degli alunni stranieri sul totale degli studenti: Emilia Romagna (11%), Umbria (10%) e Lombardia (9%), mentre il Lazio (6,0%) si colloca poco al di sopra della media. Quanto alle province, si trovano ai primi posti per incidenza: Mantova (14%, 1 ogni 7 iscritti), Prato, Piacenza e Reggio Emilia (13%), Modena e Brescia (12%), Alessandria, Cremona, Asti e Treviso (11%). Nella Provincia di Roma l incidenza è solo del 6,7% (1 ogni 15 iscritti) e si abbassa nelle altre province laziali: Viterbo 6,5%, Rieti 5,4%, Latina 3,9% e Frosinone 2,9%. I comuni primi in graduatoria sono Milano, Prato e Alessandria (14%), mentre in comuni di più ridotta grandezza si arriva anche al 20%. Sono i comuni (300 in più rispetto al precedente anno scolastico) nei quali l incidenza dei figli degli immigrati superano il 10%. Nel comune di Roma l incidenza degli studenti stranieri, calcolata complessivamente su tutti i gradi di scuola, è del 6,6%. La piccola Albania, con alunni (1 ogni sei iscritti stranieri) continua a superare sia la Romania che il Marocco, che si fermano a quota : il primato sembra destinato a durare per poco tempo, stante il sostenuto ritmo d aumento della popolazione romena, che tende a fermarsi in

7 Italia in maniera più stabile e a farsi raggiungere dai propri figli. Seguono, molto distaccate, le altre nazionalità: Cina , Jugoslavia e Ecuador , Tunisia , Filippine e Macedonia Nel Lazio, invece, i romeni (16.548) sono quattro volte più numerosi degli albanesi (3.472) e quasi sette volte di più dei polacchi (2.486). In generale i soggiornanti provenienti da Polonia, Filippine, Ucraina, Bangladesh, Egitto, India, così come dagli Stati membri dell UE a 15, conoscono una incidenza di adulti (lavoratori) preponderante rispetto a quella dei minori (iscritti a scuola). Paesi invece come Albania, Perù, Marocco, Cina Popolare, Moldavia e Ecuador presentano un incidenza più consistente di alunni scolarizzati che di lavoratori regolari, attestando così una maggiore stabilità dei nuclei familiari 2. Nella Regione Lazio, rispetto al totale regionale ( alunni esteri), la Provincia di Roma catalizza l 80,4% degli alunni non italiani, mentre le quote delle altre Province sono meno consistenti: Latina 6,9%, Viterbo 5,5%, Frosinone 4,7%, Rieti 2,4%. A Viterbo si registra l incidenza di stranieri più alta, pari al 6,5% (che raggiunge l 8% nelle primarie), mentre a Frosinone la più bassa (2,9%). Inoltre, in tutte le Province diverse da Roma, si riscontra un minore peso statistico della secondaria di secondo grado, a favore di quella di primo grado. ITALIA. Studenti stranieri iscritti a scuola nell anno scolastico Regione Studenti % vert. Incid. % Regione Studenti % vert. Incid. % Valle d Aosta ,2 5,9 Rieti ,2 5,4 Piemonte ,7 8,5 Roma ,9 6,7 Lombardia ,2 9,2 Viterbo ,5 6,5 Liguria ,0 7,9 Centro ,5 9,3 Nord Ovest ,1 8,9 Abruzzo ,6 4,2 Trentino A. Adige ,2 6,8 Molise 746 0,1 1,5 Veneto ,3 9,0 Campania ,2 1,0 Friuli V.G ,4 7,8 Puglia ,8 1,3 Emilia Romagna ,7 10,7 Basilicata ,2 1,1 Nord Est ,5 9,3 Calabria ,3 1,8 Toscana ,9 8,4 Sud ,3 1,5 Umbria ,4 10,1 Sicilia ,4 1,3 Marche ,9 8,8 Sardegna ,5 1,1 Lazio ,9 6,0 Isole ,9 1,3 Frosinone ,4 2,9 Latina ,6 3,9 ITALIA ,0 5,6 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione. Elaborazioni su dati del Ministero dell Istruzione La scolarizzazione dei figli degli immigrati in una recente indagine del CNEL È opportuno completare quanto desunto dagli archivi statistici con quanto rilevato direttamente sul campo sulla base di un osservazione che ha inteso offrire una fotografia della vita scolastica dei figli degli immigrati in tutta la sua complessità. Ci riferiamo a un recente rapporto del CNEL, curato dal Censis, dedicato ai risultati di un indagine condotta mediante interviste nel mese di maggio 2004 a 404 docenti di 105 istituti scolastici (64 scuole elementari e 41 secondarie inferiori, delle quali un certo numero romanolaziali) e 608 mamme, ripartite secondo la consistenza degli alunni stranieri per aree territoriali come anche del grado di scuola e dei paesi di provenienza 3. I criteri per l inserimento degli studenti vengono seguiti dalla maggior parte dei docenti per quanto riguarda l iscrizione alla classe corrispondente alla fascia di età, il non superamento di un 2 Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes 2007, Edizioni Idos, Roma, 2007 p Sul crescente insediamento dei romeni in Italia, cfr. Antonio Ricci, Caratteristiche dell immigrazione romena in Italia, prima e dopo l allargamento, in Caritas Italiana, Romania. Immigrazione e lavoro in Italia. Edizioni Idos, giugno 2008, pp ; e, con riferimento anche ai minori, Delfina Licata, Franco Pittau, Le donne romene tra famiglia e lavoro, in op.cit., pp CNEL/ONC, Vissuti ed esiti della scolarizzazione di origine immigrata. Sintesi dei risultati, Roma 12 febbraio 2008

8 tetto massimo di alunni stranieri e l accoglienza delle domande di iscrizione in tutte le fasi dell anno. Vi è però una quota, tutt altro che inconsistente (un sesto degli intervistati), che non dà seguito a queste disposizioni, per cui non si può dire che i criteri standard vengano sempre rispettati e, piuttosto, si è di fronte a un modello volontaristico in cui l insegnante, o, nel migliore dei casi, la singola scuola, affrontano in totale isolamento le problematiche che l arrivo degli immigrati hanno posto. Nelle scuole medie, che coincidono con la fase della pubertà, viene percepita la necessità di un maggiore equilibrio tra maschi e femmine nella composizione delle classi, come anche è abbastanza diffusa, come segno di riguardo nei confronti dei nuovi arrivati, la costituzione di una commissione di accoglienza e anche la formulazione di un protocollo di accoglienza, sollecitando la partecipazione dell intera classe e dei genitori di tutti gli alunni. Per coinvolgere i genitori stranieri è invalsa anche l abitudine di ricorrere a fogli informativi plurilingue, anche perché solitamente i rapporti dei docenti sono più soddisfacenti con gli alunni e non con i loro genitori. Anche i rapporti degli alunni stranieri con gli alunni italiani sono per lo più soddisfacenti, più delle discriminazioni sono ricorrenti le aggressioni verbali e l isolamento; invece, sono meno soddisfacenti i rapporti tra i rispettivi genitori. È stata rilevata nell indagine una palese sperequazione, nel senso che solitamente le famiglie degli alunni stranieri nutrono meno pregiudizi nei confronti dei genitori italiani di quanto questi nei abbiano nei loro confronti. La situazione che viene dipinta non è esente da aspetti problematici, tuttavia non drammatici, e richiama l importanza del collegamento con le famiglie dei ragazzi immigrati per assicurare una vita scolastica più distesa e più fruttuosa. Ciò non è, però, l equivalente di un soddisfacente conseguimento delle pari opportunità, come evidenzia una specifica riflessione sugli esiti scolastici nella quale le risultanze hanno valore tanto a livello nazionale che per l area romano-laziale. PROVINCIA ROMA-COMUNE ROMA-ITALIA. Provenienza alunni stranieri. Primi 15 paesi ( ) Provincia di Roma Comune di Roma Italia Cittadinanza Totale % paese Cittadinanza Totale % paese Cittadinanza Totale % Romania ,2 Romania ,3 Albania ,6 Filippine ,8 Filippine ,8 Romania ,7 Polonia ,3 Perù ,3 Marocco ,6 Albania ,1 Polonia ,8 Cina ,9 Perù ,6 Ecuador ,4 Serbia Mont ,2 Ecuador ,2 Cina ,2 Ecuador ,2 Ucraina ,9 Bangladesh 967 3,8 Tunisia ,7 Cina ,9 Ucraina 810 3,2 Perù ,5 Moldavia ,9 Albania 774 3,0 Filippine ,5 Bangladesh ,5 Moldavia 737 2,9 Macedonia ,5 Egitto 866 2,2 Egitto 729 2,8 Ucraina ,5 Marocco 757 1,9 Serbia e Mont ,0 India ,4 Bulgaria 662 1,7 Marocco 448 1,8 Moldavia ,1 Serbia e Mont ,6 Brasile 429 1,7 Polonia ,9 Brasile 610 1,5 Colombia 385 1,5 Brasile ,4 Totale ,0 Totale ,0 Totale ,0 FONTE: Caritas/Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Elaborazioni su dati Ufficio Studi e Programmazione MPI Gli esiti scolastici dei figli degli immigrati e il difficile obiettivo delle pari opportunità Il termine esito scolastico, che può essere inteso anche in maniera molto ampia, in un senso più ristretto viene riferito solo al tasso di promozione. Avviene in tutti i paesi europei, seppure in misura differenziata, che i figli degli immigrati accusino maggiori ritardi rispetto agli studenti del posto. Non è detto, però, che la presenza di alunni stranieri debba necessariamente condizionare in negativo gli esiti scolastici, come è stato messo in evidenza dallo stesso Ministero dell Istruzione:

9 Nei settori scolastici di base (primaria e secondaria di I grado) è abbastanza generalizzata la situazione di più elevati tassi di promozione nelle scuole con presenza di alunni stranieri rispetto alle scuole che registrano solamente la presenza di alunni italiani. Nella scuola secondaria di II grado, invece, gli esiti negli istituti con alunni stranieri (84,65%) sono leggermente inferiori a quelli dove vi sono solamente studenti italiani (Ministero dell Istruzione, Direzione Generale Sistemi Informativi e Direzione Generale dello Studente, Indagine sugli esiti degli alunni con cittadinanza non italiana, anno scolastico , Roma gennaio 2005, p. 5). Cercando di capire le ragioni per cui si riscontrano questi risultati differenziati, è stata avanzata l ipotesi che probabilmente negli istituti di grado superiore si tiene meno conto delle condizioni personali degli studenti, alle quali invece si presta maggiore attenzione nelle fasi iniziali del percorso scolastico. Dallo stesso rapporto del Ministero dell Istruzione si ricava che per i diversi ordini di scuola gli alunni stranieri sembrano ottenere maggiore successo quando sono ridotti di numero (op. cit., p. 5), per cui è consigliabile evitare un eccessiva densità di studenti di origine straniera nella stessa classe. Invece, l elemento di complessità rappresentato dalla presenza di diverse cittadinanze non italiane nelle scuole sembra non coincidere con elementi negativi finali degli alunni stranieri. Gli esiti scolastici consentono di rendersi conto se gli alunni stranieri godono in concreto di pari opportunità. Il successo è chiaramente condizionato da fattori tanto interni alla scuola che esterni ad essa. Si riscontra, di fatto, un notevole divario tra italiani e stranieri, che per giunta tende ad aumentare con il tempo. Colpisce il fatto che il divario vada aumentando al passaggio di questi studenti ai gradi superiori di scolarità. Nella scuola elementare tra gli italiani non viene promosso 1 ogni scrutinati (un caso rarissimo, quindi), mentre tra gli stranieri si tratta di 36 non promossi ogni scrutinati, ovvero 1 ogni 28, con un divario così accentuato che non abbisogna di ulteriori commenti. Nella scuola secondaria di primo grado tra gli italiani non vengono promossi 27 ogni scrutinati (1 ogni 37), mentre tra gli stranieri si tratta di 95 ogni (1 ogni 10). Infine, nella scuola secondaria di secondo grado, tra gli italiani non vengono promossi 36 ogni (1 ogni 28) e tra gli stranieri 280 ogni (1 ogni 4). La disaggregazione degli istituti della scuola secondaria superiore quanto alle promozioni e alle bocciature, mostra che la maggiore divaricazione tra gli studenti italiani e quelli stranieri si attua nei licei (1 bocciato ogni 12 scrutinati tra gli italiani e 1 ogni 5 tra gli stranieri); si collocano nel mezzo gli istituti d arte e gli istituti tecnici e, infine, negli istituti professionali queste due categorie sono meno distanti, anche se per entrambe è molto elevato il numero dei bocciati (1 ogni 4 per gli italiani e 1 ogni 3 per gli stranieri). Contrariamente a quello che a prima vista si potrebbe pensare, a far registrare la maggior percentuale di alunni stranieri promossi (80,3%), analogamente del resto a quanto avviene tra gli italiani seppure con valori percentuali più elevati, sono i licei classici, scientifici e magistrali, mentre la percentuale dei promossi si abbassa di 12 punti negli istituti professionali (67,9%), dove peraltro i ragazzi immigrati maggiormente si indirizzano: per gli italiani, il livello delle promozioni (77,1%) per quanto più basso rispetto agli altri ordini di scuole secondarie, è caratterizzato da 10 punti in più. Tenuto conto che i figli degli immigrati s indirizzano in prevalenza verso le scuole professionali, è facile immaginare la falcidia che si determina in fase di scrutinio. ITALIA. Tassi promozione degli alunni italiani e stranieri per grado di scuola (anno scolastico ) Grado scolastico Totale alunni -non italiani -italiani Insuccesso ogni scrutinati Tra gli stranieri Tra gli italiani Scuola primaria ( ) 99,7 96,4 99, Scuola sec. I grado ( ) 96,8 90,5 97, Scuola sec. II grado ( ) 85,8 72,0 86, Licei classici, scientifici, ex 92,4 80,3 92, magistero -Istituti professionali 76,2 67,9 77, Istituti arte e licei artistici 83,2 74,5 83, Istituti tecnici 82,2 71,6 82,

10 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati del Ministero dell Istruzione In linea generale, le Regioni con esiti migliori da parte degli allievi stranieri sono quelle del Centro-Nord, rispetto a quelle del Meridione. Una ricerca condotta dal Cles (Centro studi e ricerche del lavoro, dell economia e dello sviluppo) sulla dispersione scolastica nel Comune di Roma e nel resto della Provincia ha evidenziato, rispetto a una analoga rilevazione effettuata nel , che, grazie a specifiche iniziative lanciate dal Comune e dalla Provincia per contrastare questo fenomeno (cui ha fatto seguito la creazione dell Osservatorio regionale sull abbandono e la dispersione scolastica), l indice di dispersione è diminuito sia nelle scuole primarie che nelle secondarie di primo grado, passando nel primo caso dal 3,9% al 2,3% e nel secondo dal 9,2% al 6,6%, mentre nelle secondarie di secondo grado la tendenza è invertita, con una crescita dell indice dello 0,6%. Questi dati collocano l area romana in una posizione più favorevole, sia rispetto al tasso di abbandono medio nazionale (0,5% rispetto all 1,5%) che rispetto al tasso di bocciatura, del 10% a Roma e dell 11,4% a livello nazionale (Ginevra Demaio, I figli dell immigrazione nelle scuole di Roma e Provincia, in Caritas di Roma, Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Terzo Rapporto, Edizioni Idos, Roma 2008, p. 61). Le differenze regionali della dispersione scolastica analizzate con un metodo comparativo Ritorniamo sul concetto di dispersione scolastica per condurre un approfondimento basato su un metodo di comparazione statistica messo a punto nell ambito di un Rapporto annuale sugli indici di integrazione degli immigrati in Italia che, da sei anni, il Consiglio Nazionale dell Economia e del Lavoro commissiona all èquipe del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes e perfezionata, da ultimo, in un progetto di ricerca europeo denominato MITI (Migrants Integration Territorial Index) cofinanziato attraverso il programma comunitario INTI. Uno dei momenti più cruciali del percorso scolastico degli alunni di origine immigrata è il termine del ciclo della scuola media, soprattutto quando esso rappresentava come ancora nell anno scolastico qui preso in esame la fine della scuola dell obbligo e il potenziale passaggio alla scuola superiore facoltativa. Il fatto di non venire ammessi all esame finale dopo lo scrutinio di fine anno, venendo così bocciati, rappresenta un contraccolpo in grado di ripercuotersi in modo particolarmente negativo, in termini di dispersione scolastica, sulla carriera formativa dei ragazzi e, in generale, sul loro futuro socio-occupazionale, soprattutto se si tratta di stranieri. Seguendo un metodo differenziale basato sulla comparazione tra il dato degli immigrati a livello regionale con quello degli italiani, è stato possibile costruire due graduatorie delle regioni d Italia, basate l una sullo scostamento dalla media degli autoctoni nella stessa regione di riferimento e l altra dalla media nazionale degli stessi; graduatorie stilate, in entrambi i casi, collocando al primo posto la regione con lo scostamento minore e procedendo, in ordine, fino alla regione con lo scostamento maggiore, all ultimo posto. In questo modo, sulla base dei dati relativi alla fine dell a.s. 2005/2006, si rileva che, rispetto alla percentuale nazionale di non ammessi italiani (2,0%), la rispettiva quota di stranieri è, in Italia, quasi 5 volte superiore (9,5%, pari a 7,5 punti percentuali in più): ciò vuol dire che mentre tra gli italiani non viene ammesso, in media, un alunno scrutinato ogni 50, tra gli alunni di nazionalità estera il rapporto si allarga a uno ogni 10, a indicare un coinvolgimento nel rischiodispersione assai più elevato per questi ultimi, già a un tale livello intermedio di istruzione. In particolare, tra le regioni che presentano gli scostamenti più ridotti dalla media nazionale degli italiani se ne trova una del Nord (Trentino Alto Adige, terzo con un tasso di non ammissione tra gli stranieri del 6,4%, pari a un gap di 4,4 punti rispetto al dato italiano complessivo), una del Centro (l Umbria, seconda con 5,5% e scostamento di 3,5 punti) e ben sei del Meridione: la Puglia (prima con 5,0% e 3,0 punti di scostamento), la Campania (quarta con 6,7% e 4,7 punti), l Abruzzo (quinto con 6,9% e 4,9 punti), il Molise (sesto con 7,5% e 5,5 punti), la Sicilia (settima con 7,7% e 5,7 punti) e la Sardegna (ottava con 7,9% e 5,9 punti). D altro canto, con uno scostamento superiore a quello medio rilevato a livello nazionale si collocano, in fondo alla graduatoria, ben sette regioni,

11 delle quali molto significativamente quattro sono del Nord (si tratta, nell ordine, di Lombardia, con 7,5 punti di gap, Friuli Venezia Giulia, con 8,3 punti, Veneto, con 10,1 punti, e all ultimo posto della Valle d Aosta, con ben 17,6 punti percentuali di scarto tra la propria percentuale di alunni stranieri non ammessi e la media nazionale dei non ammessi italiani) mentre due sono i maggiori contesti del Centro: Lazio (con 7,7 punti di scarto) e Toscana (8,9 punti). 2.4a - ITALIA. Indice di stabilità sociale: indicatore di dispersione scolastica nella scuola secondaria inferiore (a.s. 2005/06) N. ord. Regioni % non ammessi a esame di lic. media su tot. scrutinati: diff. imm.-mnit* Regioni % non ammessi a esame di lic. media su tot. scrutinati: diff. imm.-mrit** 1 Puglia 3,0 Sardegna 1,9 2 Umbria 3,4 Puglia 3,4 3 Trentino A. A. 4,3 Sicilia 3,6 4 Campania 4,7 Umbria 4,5 5 Abruzzo 4,9 Trentino A. A. 4,7 6 Molise 5,5 Campania 4,8 7 Sicilia 5,6 Abruzzo 5,7 8 Sardegna 5,9 Molise 6,3 9 Emilia Romagna 6,5 Liguria 6,5 10 Basilicata 6,8 Piemonte 7,0 11 Marche 6,8 Lazio 7,4 12 Liguria 6,9 Emilia R. 7,6 13 Piemonte 7,1 Marche 7,9 14 Lombardia 7,5 Basilicata 7,9 15 Lazio 7,7 Friuli V. G. 8,0 16 Friuli V. G. 8,3 Lombardia 8,2 17 Toscana 8,9 Toscana 9,6 18 Veneto 10,1 Veneto 11,0 19 Calabria 12,1 Calabria 12,8 20 Valle d'aosta 17,6 Valle d'aosta 13,3 ITALIA 7,5 ITALIA 7,5 * Media nazionale degli italiani ** Media regionale degli italiani. Fonte: Progetto MITI. Elaborazione su dati Ministero dell'istruzione Se si passa ad analizzare di quanti punti percentuali il tasso di non ammissione degli alunni stranieri si discosta da quello degli alunni italiani nella stessa regione, ci si accorge che nelle prime sette posizioni si ritrovano ben sei delle regioni di testa sopra segnalate: la Sardegna, con uno scarto di appena 1,9 punti tra il dato degli stranieri (7,9%) e quello degli autoctoni (6,0%), guida in questo caso la graduatoria, ponendosi come la regione più egualitaria tra tutte e scalzando, dal gruppo delle prime sette, il Molise, che, con 6,3 punti di scostamento (7,5% contro 1,2%) in questo caso scende all ottavo posto. Significativo è che anche le regioni con gli scostamenti superiori a quello medio nazionale restano, in fondo alla graduatoria, sostanzialmente le stesse osservate nel caso precedente, con l inserimento di Emilia Romagna, Marche e Basilicata che in questo gruppo rilevano il Lazio, mentre agli ultimi quattro posti si ripropongono esattamente le stesse regioni della graduatoria precedente: Toscana, Veneto, Calabria e Valle d Aosta, con scostamenti compresi tra 9,6 punti della prima (10,9% di non ammessi stranieri contro appena l 1,4% dei italiani) e ben 13,3 punti dell ultima (19,6% contro 6,3%). ITALIA. Dispersione scolastica degli alunni stranieri e italiani per regioni: scuole medie inferiori (a.s. 2005/06) Regioni % alunni non ammessi all'esame di licenza media Italiani Immigrati Abruzzo 1,2 6,9 Basilicata 1,0 8,8

12 Calabria 1,4 14,1 Campania 1,9 6,7 Emilia Romagna 1,0 8,6 Friuli Venezia Giulia 2,4 10,4 Lazio 2,3 9,7 Liguria 2,4 8,9 Lombardia 1,4 9,6 Marche 1,0 8,8 Molise 1,2 7,5 Piemonte 2,1 9,1 Puglia 1,6 5,0 Sardegna 6,0 7,9 Sicilia 4,0 7,7 Toscana 1,4 10,9 Trentino Alto Adige 1,6 6,4 Umbria 1,0 5,5 Valle d'aosta 6,3 19,6 Veneto 1,2 12,1 ITALIA 2,0 9,5 Fonte: Progetto MITI. Elaborazioni su dati Ministero dell'istruzione I FIGLI DEGLI IMMIGRATI NELLE SCUOLE DELL AREA ROMANO-LAZIALE L incidenza dei ragazzi stranieri nei diversi gradi di scuola e la posizione intermedia del Lazio 4 L incidenza media degli alunni stranieri in Italia (5,6%, 1 ogni 18 iscritti) è calcolata tenendo conto della loro presenza in tutti i gradi di scuola. Rispetto ad essa abbiamo valori più alti nei gradi iniziali del percorso scolastico e più bassi nelle secondarie superiori. Ciò significa, da una parte che l inserimento di alunni stranieri non è di così vecchia data da aver potuto esercitare la sua influenza anche sulla scuola secondaria di secondo grado, e d altra parte che non tutti i ragazzi che terminano la scuola dell obbligo continuano a frequentare la scuola superiore. Possiamo trarre alcune regole interpretative dalla constatazione statistica appena riportata. Nelle regioni, nelle quali l incidenza percentuale degli alunni stranieri sul totale degli iscritti alla scuola dell infanzia è superiore alla media nazionale, si prefigura un futuro caratterizzato da un incremento dei figli degli immigrati, più o meno consistente a seconda dello scostamento dalla media nazionale verso l alto o verso il basso. Lo scostamento è di 3/3,5 punti percentuali verso l alto nell Emilia Romagna e nella Lombardia e di poco meno nel Veneto e nel Piemonte. Sia il Nord Ovest che il Nord Est superano, nel loro insieme, l incidenza del 9% in questo grado di scuola, invece tra le regioni del Centro si avvicinano al Nord la Toscana, le Marche e l Umbria (anzi, in questa ragione troviamo l incidenza più alta, pari all 11,1%, 1 ogni 9 iscritti, esattamente il doppio rispetto alla media), mentre il Lazio si trova distaccato da quelle regioni ma, a sua volta, sopravanza tutte le regioni del Sud e le Isole. 4 Ginevra Demaio,!I figli dell immigrazione nelle scuole di Roma e Provincia, in Caritas di Roma, Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Terzo Rapporto, Edizioni Idos, Roma marzo 2008, pp.60-68

13 È questa la tipica posizione intermedia della Regione Lazio, un area fortemente toccata dai flussi migratori, che però riesce a trattenere solo in parte, essendo anche crocevia di passaggio e di smistamento. Proprio per questa ragione l inserimento di minori stranieri nella scuola dell infanzia nel Lazio (incidenza del 5,1%, 1 ogni 20 iscritti) è consistente ma non così elevata come nelle altre regioni del Centro-Nord. Il Lazio nei confronti delle altre regioni del Meridione (incidenza dell 1,2%, 1 ogni 83 iscritti) mantiene una distanza di 4 punti percentuali, che è più elevata di quella che il Centro-Nord ha nei suoi confronti. PROVINCE DEL LAZIO. Alunni non italiani e loro incidenza per grado scolastico ( ) Provincia Totale Infanzia Primaria I grado II grado Stranieri Inc. % Stranieri Inc. % Stranieri Inc. % Stranieri Inc. % Stranieri Inc. % Roma , , , , ,6 Latina , , , , ,8 Viterbo , , , , ,4 Frosinone , , , , ,7 Rieti , , , , ,6 Italia , , , , ,8 FONTE: Caritas/Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Elaborazioni su dati Ufficio Studi e Programmazione MPI Questa regola interpretativa si ripete anche nei due gradi nei quali si sostanzia la scuola dell obbligo (quella elementare e quella media): l Italia risulta divisa in due tronconi, con il Centro Nord collocato al livello più alto (circa il 9% nel Centro e il 10% nel Nord) e il Meridione ai valori più bassi (poco meno del 2%), mentre il Lazio raggiunge il 7% (1 ogni 14 iscritti). Per il Meridione, complice una situazione occupazionale tutt altro che soddisfacente, è riconosciuto che il territorio esercita solo parzialmente (secondo le proprie limitate capacità di assorbimento occupazionale) una funzione di trattenimento degli immigrati, mentre gli altri si trasferiscono col tempo in altre parti d Italia. Per il Lazio il discorso è più complesso, perché specialmente l area romana (e, su scala molto più ridotta, anche l area agricola di Latina) si presenta come un mercato occupazionale continuamente bisognoso di nuova forza lavoro, come attestato dai flussi registrati negli ultimi anni a partire dalla regolarizzazione del A determinare questo andamento sono in prevalenza settori che di per sé non agevolano la costituzione delle famiglie o la loro ricomposizione. Si pensi al settore edile, nel quale la diffusa pratica del lavoro nero impedisce a molti lavoratori immigrati di acquisire o mantenere un regolare permesso di soggiorno, del resto anche i regolari sono dissuasi dal far venire la famiglia per l alto costo degli affitti in città, che un lavoro instabile, e per giunta non sempre pagato secondo i livelli contrattuali, non consente di affrontare. Ancora meno soddisfacente è la situazione nel settore dell assistenza alle famiglie. Per occupare i posti di collaboratrici familiari o badanti le donne straniere vengono da sole e, quando non vanno ad abitare presso la famiglia da accudire, solitamente cercano una sistemazione a buon mercato (anche una semplice camera), che permette di spendere poco e risparmiare più consistenti somme da inviare ai familiari rimasti in patria. Discorsi analoghi, che possono essere fatti anche per altri settori, consentono di concludere che l anomalia dell area romana, e in misura minore degli altri comuni della stessa provincia e delle altre province laziali, consiste nell avere bisogno stabilmente di lavoratori immigrati, senza però riuscire ad assicurare in maniera soddisfacente la stabilizzazione delle loro famiglie. PROVINCIA ROMA-COMUNE ROMA-ITALIA. Provenienza alunni stranieri. Primi 15 paesi ( ) Provincia di Roma Comune di Roma Italia Cittadinanza Totale % paese Cittadinanza Totale % paese Cittadinanza Totale % Romania ,2 Romania ,3 Albania ,6 Filippine ,8 Filippine ,8 Romania ,7 Polonia ,3 Perù ,3 Marocco ,6 Albania ,1 Polonia ,8 Cina ,9 Perù ,6 Ecuador ,4 Serbia Mont ,2

14 Ecuador ,2 Cina ,2 Ecuador ,2 Ucraina ,9 Bangladesh 967 3,8 Tunisia ,7 Cina ,9 Ucraina 810 3,2 Perù ,5 Moldavia ,9 Albania 774 3,0 Filippine ,5 Bangladesh ,5 Moldavia 737 2,9 Macedonia ,5 Egitto 866 2,2 Egitto 729 2,8 Ucraina ,5 Marocco 757 1,9 Serbia e Mont ,0 India ,4 Bulgaria 662 1,7 Marocco 448 1,8 Moldavia ,1 Serbia e Mont ,6 Brasile 429 1,7 Polonia ,9 Brasile 610 1,5 Colombia 385 1,5 Brasile ,4 Totale ,0 Totale ,0 Totale ,0 FONTE: Caritas/Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Elaborazioni su dati Ufficio Studi e Programmazione MPI I figli degli immigrati nelle scuole del Comune e della Provincia di Roma Gli studenti di origine immigrata sono presenti in maniera diffusa in tutti i Comuni della Provincia e non solo nella Capitale, è anzi proprio nei Comuni più piccoli che l apporto di questi studenti permette di mantenere ancora dinamico lo scenario scolastico. La Provincia di Roma è la seconda in Italia, dopo quella di Milano, per numero assoluto di alunni stranieri, iscritti (di cui il 47,4% di sesso femminile). Non lo è però per incidenza di questi sul totale degli studenti, il 6,7%, valore che supera di un punto percentuale il 5,6% registrato a livello nazionale, ma al contempo è il più basso tra le prime 15 Province italiane per numero di alunni stranieri. In termini invece di ripartizione nazionale, a Roma è iscritto il 7,9% di questa fascia di popolazione. Il numero più alto di iscritti frequenta la scuola primaria, dove gli alunni di origine immigrata sono ; seguono la secondaria di secondo grado, con iscritti, la secondaria di primo grado (8.890) e la scuola dell infanzia (6.051). Se però si osserva il rapporto tra iscritti italiani e iscritti stranieri, i gradi scolastici in cui l incidenza di questi ultimi è maggiore sono la scuola primaria e la secondaria di primo grado, con il 7,8%, il che attesta una prevalenza di minori nella fascia di anni. Nelle scuole superiori di secondo grado, a fronte di un incidenza del 3,8% a livello nazionale, rileviamo il 5,6% nella Provincia di Roma e il 6% nel Comune di Roma tra gli studenti figli di immigrati. Quanto alla ripartizione tra i diversi gradi, il 78,1% (media nazionale) risulta iscritto a un istituto tecnico o professionale, mentre nel Comune e nella Provincia di Roma si tratta solo di circa il 70%, ed è più elevata la frequenza nei licei scientifici e in quelli classici: peraltro, è notorio che gli europei dell Est, predominanti nell area, sono quelli che maggiormente frequentano i licei. Questa maggiore rilevanza della scuola secondaria di secondo grado, con la presenza nell area di un decimo di questa categoria di studenti, dipende dal fatto che, essendo il territorio romano di più antica immigrazione, i figli di immigrati degli immigrati che sono riusciti a stabilizzarsi hanno raggiunto un età più elevata che in altre aree. COMUNE ROMA-PROVINCIA ROMA-ITALIA. Stranieri nelle secondarie di II grado per istituto ( ) Tipologia istituto Com. Prov. % di colonna Incid. Stranieri su tot. Roma Roma Com. Roma Prov. Roma Italia Com. Roma Prov. Roma Italia Liceo classico ,7 6,5 3,5 1,9 2,0 1,2 Liceo linguistico ,4 0,4 0,4 4,3 3,3 2,3 Liceo e scuola magistrale ,1 5,2 5,2 5,6 5,3 2,4 Liceo scientifico ,4 15,4 9,9 3,0 3,2 1,7 Istituto d'arte ,9 1,3 1,7 4,6 4,2 3,1 Liceo artistico ,2 1,6 1,1 4,8 4,7 2,6 Istituti tecnici ,0 38,6 37,4 9,3 7,7 4,1 Istituti professionali ,3 30,9 40,7 12,1 10,4 7,5 Totale ,0 100,0 100,0 6,0 5,6 3,8 FONTE: Caritas/Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Elaborazioni su dati Ufficio Studi e Programmazione MPI

15 In Provincia di Roma, il continente europeo, con iscritti, pari al 60,1% ( dei quali dell Europa centro-orientale), è la prima area di origine degli studenti, quattro volte più rappresentata di Asia (5.928 e 14,9%) e America (5.663 e 14,2%), e quasi otto volte di più del continente africano (3.418 e 8,6%); invece, nel Comune di Roma la quota europea scende al 49,4% a favore di Asia e Africa. Gli alunni provenienti dall Europa, in molti comuni della Provincia, superano l 80% del totale. Il paese più rappresentato a scuola è la Romania. L incidenza degli alunni romeni sul totale degli stranieri tocca il picco massimo nella scuola primaria (37,9%) e il valore più basso nelle secondarie di secondo grado (26,9%), invece i filippini e i bangladesi hanno l incidenza più alta nella scuola dell infanzia (rispettivamente 7,6% e 4,2%), e i peruviani nella secondaria di secondo grado (7,6%). Nella Provincia di Roma, il Comune con il più alto numero di iscritti, dopo la Capitale, è Guidonia, con 865 alunni; con presenze intorno alle 700 unità seguono Ladispoli e Tivoli; tra le 680 e le 600 unità si collocano Fiumicino, Pomezia, Anzio e Monterotondo. In alcuni Comuni, seppure il numero degli iscritti di origine immigrata non sia molto alto, è molto elevata la loro incidenza: Marcellina e Trevignano Romano raggiungono un quinto del totale (rispettivamente, 21,3% e 19,7%). PROVINCIA DI ROMA. Primi 10 Comuni per alunni stranieri e primi 10 per incidenza stranieri ( ) Comune Graduatoria in v. a. Comune Graduatoria per incidenza % Roma Civitella San Paolo 26,0 Guidonia 865 San Polo Dei Cavalieri 24,4 Ladispoli 754 Sant'angelo Romano 21,9 Tivoli 731 Marcellina 21,3 Fiumicino 680 Magliano Romano 20,8 Pomezia 677 Trevignano Romano 19,7 Anzio 671 Castel San Pietro Romano 17,1 Monterotondo 608 Sacrofano 17,0 Velletri 433 Monteflavio 15,3 Fonte Nuova 396 Vicovaro 13,8 Totale Totale 6,7 FONTE: Caritas/Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Elaborazioni su dati Ufficio Studi e Programmazione MPI Nelle scuole della Capitale, un area di più antico insediamento migratorio, sono gli iscritti non italiani (i due terzi di quelli di tutta la provincia e circa i tre quarti di quelli iscritti alle secondarie di secondo grado). Le bambine e le ragazze, in media il 47,4%, nella scuola dell infanzia sono il 48,1% e nelle secondarie di secondo grado raggiungono il 50,5%. La distribuzione tra i gradi scolastici vede il 35% (9.046 alunni) frequentare la scuola primaria, il 28,5% (7.373) la secondaria di secondo grado, il 21,1% (5.451) la secondaria di primo grado e il 15,5% (3.998) la scuola dell infanzia. COMUNE DI ROMA. Prime 30 scuole per iscritti stranieri distribuite per Municipio ( ) Municipio infanzia primaria I grado II grado Totale stran. % stran. % stran. % stran. % Municipio stranieri % I 38 3,7 60 2, , ,4 I ,0 II - 0,0-0,0 66 2,9-0,0 XX ,5 III - 0,0-0,0-0,0-0,0 VIII ,3 IV 30 2,9 92 4,1-0,0-0,0 VI 825 9,7 V 26 2,5-0, ,2 96 3,2 VII 770 9,0 VI 87 8, , ,4-0,0 XIX 562 6,6 VII , , ,3-0,0 IX 465 5,5 VIII , , , ,6 XV 326 3,8 IX 59 5,8 79 3, , ,6 X 296 3,5 X 28 2,7 58 2, ,9 73 2,5 XVIII 283 3,3 XI - 0,0 0,0-0, ,0 XIII 254 3,0 XII - 0,0 58 2, ,1 77 2,6 XII 252 3,0 XIII 28 2, ,5 59 2,6-0,0 V 242 2,8

16 XV 65 6, , ,7-0,0 XI 176 2,1 XVI - 0,0-0,0-0,0-0,0 XVII 153 1,8 XVII - 0,0-0,0-0, ,2 IV 122 1,4 XVIII 26 2,5 59 2,6 55 2, ,8 II 66 0,8 XIX 79 7,7-0, , ,8 III - - XX , , , ,4 XVI - - Totale , , , ,0 Totale ,0 FONTE: Caritas/Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Elaborazioni su dati Ufficio Studi e Programmazione MPI Nella città di Roma il continente più rappresentato è l Europa (48,9%), seguito da Asia (21%), America (17,7%), Africa (9,6%) e Oceania (0,1%), quindi, rispetto all intera Provincia, si riscontra una minore caratterizzazione europea e una maggiore presenza asiatica. Si trova in città il 52,9% degli alunni di origine europea, vi studia invece il 72,7% degli africani, l 80,8% degli americani e il 91,6% degli asiatici. Per alcune collettività, come Filippine, Bangladesh e Cina, la concentrazione dei loro studenti nel Comune di Roma supera il 90% e per altre collettività (Perù, Ecuador ed Egitto), il valore è di poco al di sotto; invece, si collocano a un livello notevolmente inferiore rispetto alla media bulgari (27%), albanesi (38,3%), macedoni (42,3%) e romeni (49,1%). I Municipi, più contrassegnati da questa frequenza scolastica (I, XX e VIII) sono gli stessi che aprono la graduatoria per numero di residenti stranieri nel Comune. Le zone urbanistiche più interessate risultano essere, per il Municipio I, l Esquilino, Testaccio, Porta Pia, V.le Manzoni; per il Municipio XX, la via Cassia nella zona dell Olimpico, come anche la via Farnesina e le zone di Tomba di Nerone, La Storta, Cesano; per il Municipio VIII, Torre Angela, Tor Vergata, Torre Nova, Lunghezza, Borghesiana e la via Casilina poco fuori dal raccordo anulare. Una consistente presenza di alunni di origine immigrata si trova anche nei Municipi VI e VII, nei quartieri Casilino, Prenestino, Centocelle, Tor Sapienza e Tor Pignattara. Nelle prime 30 scuole per numero di ragazzi stranieri la loro incidenza oscilla tra un minimo del 13% e un massimo del 69,9%. Uno studio esplorativo sui minori immigrati nelle scuole di Anzio, Nettuno e Ardea Nel corso del 2007 è stato condotto uno studio esplorativo sul tema dell inserimento e del rendimento scolastico dei bambini e dei ragazzi di origine immigrata nelle aree della Provincia di Roma e, specificamente, nella zona del litorale Laziale comprendente i Comuni di Anzio, Nettuno ed Ardea. L iniziativa è stata possibile grazie al coinvolgimento del Lions Club Anzio Nettuno che, aderendo a un progetto del Distretto Lionistico 108 L, ha progettato e portato a temine la raccolta dei dati avvalendosi della collaborazione di scuole elementari e medie presenti sul proprio territorio, dati che poi sono stati affidati all analisi dei redattori del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes e dell Osservatorio Romano sulle Migrazioni, incaricati dalla Regione Lazio di un approfondimento sul rapporto scuola-figli degli immigrati. 5 L iniziativa ha inteso fare luce sulle dinamiche e sui processi di inserimento dei giovani di seconda generazione nei contesti economici, sociali e relazionali del paese di accoglienza, inserimento che per diversi aspetti può presentarsi disomogeneo rispetto al modello proposto loro dai genitori. Le variabili che intervengono nel modulare i processi fra bambini ed adolescenti italiani e stranieri, di prima o seconda generazione sono di complessità sempre crescente. È per questo motivo che lo studio di realtà che possono rappresentare anche molto parzialmente il quadro generale ed il modello socio-psicologico sottostante è parso un mezzo adeguato per iniziare la composizione di un puzzle complicatissimo a partire però dalla fotografia più dettagliata possibile di un singolo piccolo pezzo. Questi ragazzi incontrano maggiori difficoltà, linguistiche e di inserimento, a scuola, proprio per l impatto con un contesto nuovo e perché spesso non padroneggiano ancora gli strumenti di accesso alla società di immigrazione. 5 Luca Cerniglia, I minori immigrati nelle scuole di Anzio, Nettuno e Ardea, Caritas di Roma, Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Terzo Rapporto, cit., pp

17 Il primo obbiettivo ha riguardato l individuazione delle caratteristiche socio-demografiche degli studenti dell area. In secondo luogo sono state analizzate descrittivamente le peculiarità del percorso migratorio (dei ragazzi e/o dei genitori). Infine, si è tentata una correlazione fra alcune delle variabili prese in esame sopra ed il rendimento scolastico dei ragazzi per cercare di individuare quali fattori ne influenzino l esprimersi. La ricerca ha interessato in totale studenti, dei quali circa il 10% stranieri (834). Di questi, il 53% ha deciso di prendere parte a questa esperienza. I 441 soggetti del campione, in leggera prevalenza maschi (52%), di età compresa fra i 4 e i 15 anni, provengono in misura disuguale dalle scuole elementari (225) e medie (186) dei Comuni di Anzio, Nettuno e Ardea. Va precisato che non tutti i ragazzi hanno riposto a tutte le domande contenute in un questionario self-report composto da 17 item a risposta aperta (sintetica o estesa) appositamente predisposto per gli scopi di questo studio, motivo per il quale non sempre i dati elaborati si riferiscono alla totalità degli intervistati; i quesiti relativi alla frequenza scolastica, al rendimento e e ai colloqui dei genitori con i docenti, sono stati sottoposti agli insegnanti e non gli alunni. Dai risultati ottenuti in questo studio pilota è possibile affermare che il rendimento scolastico di bambini e adolescenti di origine immigrata sembra essere mediato da alcuni fattori soprattutto di matrice relazionale e dalle caratteristiche specifiche delle fasi di sviluppo considerate. Infatti, abbiamo visto come i soggetti con un soddisfacente profitto tendono ad essere più numerosi nella fascia di età 8-11 anni. Al fine di ottenere risultati statistici attendibili, così come raccomandato dalla letteratura sui criteri della psicologia dinamica dello sviluppo, i ragazzi sono stati suddivisi secondo tre fasce di età (fanciullezza, pre-adolescenza ed adolescenza): 4-7 anni (88), 8-11 anni (157) e anni (153). Il 36% (156) di questi ragazzi costituisce un esempio di seconda generazione della migrazione, essendo nato nel nostro paese. Sono tre le grandi aree di provenienza dei soggetti non nati in Italia: il 43% (187) è giunto qui da paesi dell Est europeo, il 6% (26) dal Sud-America, il 5% (22) dall Africa ed il restante 11% (49) da altri paesi. Più specificamente, e in ordine decrescente di rappresentatività, il 24% è nato in Romania, il 10% in Bulgaria, il 4% in paesi del Sud-America (come Uruguay, Venezuela, ecc.), il 3% in Albania, il 3% in Ucraina, il 2% in Polonia, un altro 2% in Brasile. La cittadinanza più rappresentata è quella italiana (51%), seguita dalla romena (18%) e dalla bulgara (8%). Quest ultima prevale specialmente al Comune di Nettuno dove, come anche a Colleferro, i bulgari sono la prima collettività tra gli immigrati. Dal punto di vista del rendimento scolastico per la maggior parte dei ragazzi è stato riferito un profitto sufficiente (36%, pari a 105 ragazzi). In molti casi la riuscita negli studi è stata definita buona (33%, 95 in valori assoluti), mentre in un numero più esiguo di casi (12%, cioè 34 ragazzi) è stata descritta come distinta. Il 10% (30 ragazzi) ottiene un ottimo rendimento e l 1% (2) è addirittura brillante. Al polo opposto, l 8% (24) riporta un rendimento insufficiente. Il fattore età è risultato negativamente correlato al rendimento in modo tale che al crescere dell età del ragazzo il profitto decresca. In particolare, si è notato che la fascia di età 8-11 presenta i punteggi in assoluto migliori mentre quella ottiene i voti più bassi. Un maggior profitto è stato ottenuto dalle femmine rispetto ai maschi, soprattutto per la fascia di età È stato notato come l impegno lavorativo, sia da parte del padre che da parte della madre del ragazzo, non sembrano influenzare in maniera significativa i successi nello studio, tanto che moltissimi ragazzi con genitori senza una occupazione mostrano infatti un rendimento medio/alto. Una elevata correlazione positiva è presente invece fra la conoscenza dell italiano da parte del ragazzo ed il suo rendimento scolastico. Questo risultato sembra coerente con l analisi specifica delle difficoltà scolastiche. Infatti, per il 23% di essi si tratta di difficoltà linguistiche (abbiamo visto che la conoscenza della lingua italiana da parte dell alunno è molto fortemente correlata con il suo rendimento).

18 La frequenza scolastica regolare sembra avere un peso, come d altra parte ci si aspetterebbe, sui risultati ottenuti perché le due variabili sono correlate fortemente e positivamente, mentre la frequenza saltuaria farebbe prevedere un minore rendimento. Dal punto di vista relazionale, inoltre, è interessante notare che i ragazzi che mostrano risultati più soddisfacenti riferiscono molto più frequentemente di aver stabilito un legame affettivoamicale con i propri compagni di classe. I colloqui più o meno frequenti dei genitori con il corpo insegnante non sembrano influenzare il rendimento del ragazzo. Un dato interessante, tuttavia a livello descrittivo, è che il 65% dei genitori partecipa sempre agli incontri previsti dalla scuola con gli insegnanti e solo il 9% non vi è mai presente, il che attesta un grande impegno da parte delle famiglie di questi ragazzi nel seguire il percorso scolastico dei propri figli indipendentemente dai risultati che questi ottengono negli studi. Gli interessanti risultati di questo studio preliminare necessitano senz altro di essere approfonditi ed ampliati, anche nel tentativo di sanare alcuni dei limiti che lo caratterizzano. Prima di tutto, come detto, il campione, pur essendo discretamente numeroso e sufficientemente omogeneo per età e genere dei soggetti, non può essere considerato rappresentativo della realtà della Provincia di Roma e necessita di un ampliamento tale da rendere generalizzabili i dati ottenuti. In secondo luogo sembrerebbe interessante mettere a punto uno strumento di indagine che sia maggiormente in grado di valutare dimensioni comuni a ragazzi italiani e di origine immigrata (ad esempio i vissuti riguardanti l esperienza scolastica e con i pari) e che venga quindi somministrato ad entrambe le popolazioni (in questa ricerca solo gli studenti immigrati hanno risposto al questionario). In questo modo potrebbe essere possibile un confronto statistico e teorico fra i due campioni che potrebbe mostrare andamenti ed orientamenti comuni o divergenti alla luce dei quali progettare interventi e aggiornare i modelli di riferimento teorico.

19 IL FENOMENO DELL IMMIGRAZIONE NELL AREA ROMANO-LAZIALE L immigrazione nell area romano-laziale e la dimensione familiare 6 Per inquadrare in un contesto più ampio i dati e le riflessioni sulla presenza dei figli degli immigrati nelle scuole del Lazio nell anno scolastico , è opportuno soffermarsi sulla presenza immigrata regolare nella regione all inizio del 2007, ma anche sulla storia di tale presenza. L area romano-laziale è stata, fin dall inizio dell immigrazione estera in Italia negli anni 70, quella di maggiore insediamento e, seppure non con la stessa incidenza percentuale del passato, è rimasta tale per quanto riguarda la provincia di Roma. Quest area esercita un grande potere di attrazione non solo per il suo grande passato storico, del quale rimangono vestigia dal valore e dall interesse incommensurabile, ma anche in quanto grande centro metropolitano dove la concentrazione di persone e di iniziative a tutti i livelli offre un panorama di opportunità, rilevanti ai fini della convivenza interculturale, che in altri contesti sarebbe difficile trovare. È il fascino tipico delle grandi città sia dell Europa (basti pensare a Parigi o a Londra, ad esempio) che d Oltreoceano (New York). Si tratta di aree globali, che possono essere descritte con la formula delle 4 I (Internazionale, Interculturale, Interreligiosa, Imprenditoriale), aggettivi che ne riflettono fedelmente la grande vivacità. Peraltro da diversi anni si sta realizzando una sorta di contiguità tra la città di Roma, i comuni contigui della stessa provincia e le altre province, dove sia gli immigrati che gli stessi romani vanno continuamente spostandosi tanto per ragioni economiche (essendo il costo della vita e specialmente delle abitazioni più basso nei piccoli centri) quanto perché lì si sperimenta una qualità di vita migliore sotto diversi aspetti (minore caoticità, assetti urbanistici a grandezza d uomo, armonia dei paesaggi, immediatezza dei contatti umani, ecc.). Avviene così sempre più di frequente che gli immigrati di quest area lavorino di giorno nella grande Capitale e passino la restante parte della giornata, come anche le giornate non lavorative, in piccoli agglomerati dove le relazioni umane sono ancora determinanti. L Istat, al 31 dicembre 2006, ha accertato come residenti nel Lazio cittadini stranieri, di cui in Provincia di Roma (84,4%), su un totale nazionale di Il Dossier Caritas/Migrantes, prendendo in considerazione anche gli altri immigrati, venuti regolarmente ma non ancora registrati come residenti, ha stimato che le presenze totali nel Lazio siano mezzo milione su un totale nazionale di , con un aumento regionale annuo di unità. Questa presenza regolare è ripartita per l 86% in Provincia di Roma ( nella Provincia di Roma e nella città di Roma), che è ovviamente l area più importante, e per la restante quota nelle altre province: in Provincia di Latina, nelle Province di Viterbo e di Frosinone e in Provincia di Rieti. La Regione Lazio si caratterizza, rispetto alla media nazionale, per la prevalenza delle donne (54,1%) sugli uomini e per la più ridotta incidenza di minori (pari al 19,6% della popolazione immigrata, rispetto al 22,6% nella media nazionale): i minori di origine straniera nel Lazio sono , mentre la Regione Lombardia ne ha più del doppio ( ) e anche il Veneto (86.757) e l Emilia Romagna (76.112) si collocano al di sopra. Essi aumentano annualmente sia dall esterno che dall interno: infatti, le persone venute per ricongiungimento nel 2006 sono più di (di cui almeno un terzo minori) e sono i nuovi nati da entrambi i genitori stranieri. LAZIO. Residenti e soggiornanti stranieri, minori, donne ( ) Province nuovi nati 2006 Residenti Di cui minori % minori % donne su tot Stima flussi dall'estero Stima totale sogg Luca Di Sciullo, Franco Pittau, Il modello d integrazione laziale e la formazione professionale, in Caritas di Roma, Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Terzo Rapporto, cit., pp

20 Frosinone , Latina ,4 51, Rieti ,4 54, Roma ,4 54, Viterbo ,3 53, Lazio ,6 54, Totale ,6 49, FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni e stima su dati del Ministero dell Interno e dell Istat Volendo conoscere più da vicino le caratteristiche della Regione Lazio, possiamo attuare, per i diversi motivi di soggiorno dei cittadini stranieri, una triplice comparazione (media nazionale, provincia di Roma e regione Lazio) riscontrando i seguenti valori: - motivi di lavoro: 56,5% a livello nazionale e 58,2% tanto a Roma che nel Lazio; - motivi familiari (includendovi anche i minori): 35,6% a livello nazionale, 24,2% a Roma e 25,5% nel Lazio; - motivi di studio: 2,9% a livello nazionale e 2,8% tanto a Roma che nel Lazio; - motivi religiosi: 1,9% a livello nazionale, 12,3% a Roma e 10,8% nel Lazio; - residenza elettiva: 1,4% a livello nazionale e 1,1% tanto a Roma che nel Lazio; - altri motivi: 1,8% sul totale e 1,5% tanto a Roma che nel Lazio. I motivi di maggiore stabilità (lavoro e famiglia) evidenziano il valore del 92,1% nella media nazionale, l 82,4% nella Provincia di Roma e 83,7% nella Regione Lazio. Se si estrapola la Provincia di Roma, che con i quattro quinti della presenza immigrata influenza massicciamente il valore medio regionale, nelle altre province prevale comunque la tendenza all insediamento stabile. Pur dopo aver riscontrato queste differenze tra l area della Capitale e le altre aree, si deve riconoscere che in tutto il territorio laziale vanno da tempo prevalendo i progetti a lungo termine e, molto spesso, anche a carattere definitivo. L area laziale è, quindi, molto dinamica dal punto di vista occupazionale e la percentuale delle presenze per motivi di lavoro (58,2%) supera di due punti percentuali la media nazionale e sarebbe ancora più alta se non venisse ridimensionata dall alta presenza per motivi religiosi. Le dimensioni dell inserimento occupazionale sarebbero statisticamente più consistenti se non fosse così diffuso l impiego in nero dei lavoratori immigrati, alimentando un economia parallela che sfugge alle rilevazioni ufficiali e ne sfasa in qualche modo la portata. Invece, le presenze per motivi familiari (coniugi e figli e, in casi molto limitati, altri parenti) si arrestano al 25,5%, dieci punti percentuali al di sotto della media nazionale. Come ha evidenziato il Rapporto CNEL sugli indici di inserimento degli immigrati (CNEL/Organismo Nazionale di Coordinamento delle politiche di integrazione degli stranieri, Indici di integrazione. IV e V Rapporto, CNEL, giugno 2008), quando le presenze per lavoro non vengono bilanciate da una corrispondente percentuale di presenze per famiglia, si determina un certo squilibrio nel processo di integrazione. Va, tuttavia, presa in considerazione una peculiarità romano-laziale, in quanto centro gravitazionale del cattolicesimo, e cioè l elevata presenza di stranieri venuti per motivi religiosi (circa persone): al netto del numero dei religiosi e delle religiose, l incidenza dei motivi familiari già a Roma aumenterebbe di tre punti percentuali, mentre negli altri comuni della Provincia di Roma e nelle altre province laziali l equilibrio tra motivi lavorativi e familiari risulterebbe ancora più spiccato, il che è molto significativo per quanto riguarda la presenza dei ragazzi immigrati a scuola Strettamente collegato con l inserimento dei ragazzi di origine immigrata a scuola è anche il tema delle condizioni di insediamento dei genitori. Queste generalmente sono per tutti difficili, specialmente nella prima fase, ma lo sono in misura più accentuata in una grande città come Roma,

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