OSSERVATORIO WELFARE LOCALE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "OSSERVATORIO WELFARE LOCALE"

Transcript

1 PROVINCIA DI FORLÌ-CESENA POLO SCIENTIFICO-DIDATTICO DI FORLÌ OSSERVATORIO WELFARE LOCALE LA DISABILITÀ NELLA PROVINCIA DI FORLÌ-CESENA: ANALISI DELL OFFERTA DI SERVIZI, DELL UTENZA E DEI PERCORSI FORMATIVI E LAVORATIVI Luglio 2007

2 INDICE Introduzione...3 Cap. 1. Le strutture socio-assistenziali per disabili nella provincia Premessa Caratteristiche strutturali dei presidi Analisi della distribuzione territoriale e dell utenza dei diversi tipi di presidio I Centri socio-riabilitativi residenziali I Centri socio-riabilitativi diurni I Centri socio-occupazionali Le Residenze protette I Gruppi appartamento L utenza in sintesi Cap. 2. I disabili e il mercato del lavoro Quadro normativo di riferimento Il Collocamento Mirato Iscritti, disponibili al lavoro e loro caratteristiche Gli avviati al lavoro Cap. 3. I disabili nei percorsi formativi I disabili nei diversi ordini e gradi di istruzione I disabili nei percorsi formativi Cap. 4. Gli Enti del terzo settore operanti nell area della disabilità...34

3 Introduzione Con il presente Rapporto di ricerca si intende fornire un quadro a livello provinciale della disabilità; più in specifico, si prende in considerazione: con il capitolo 1, l offerta di servizi socio-assistenziali per disabili e la relativa utenza di questi presidi e le sue caratteristiche; con il secondo capitolo, il mercato del lavoro ed in particolare il numero e le caratteristiche dei rapporti di lavoro che hanno coinvolto disabili grazie al collocamento mirato previsto dalla Legge 68/99; con il terzo capitolo, si cerca di giungere ad un primo dimensionamento e caratterizzazione anche dei disabili presenti nei diversi ordini e gradi di scuola, così da avere una proxy seppur parziale dei disabili minori. Per completare il quadro delle politiche formative e attive offerte a livello provinciale, nella seconda parte del capitolo si prende in considerazione il settore della formazione professionale, che, nell ambito del cofinanziamento del Fondo Sociale Europeo Obiettivo 3, prevede appositi percorsi formativi per l inserimento, il reinserimento e il mantenimento lavorativo delle persone disabili e, più in generale, dei soggetti appartenenti alle fasce deboli 1 ; infine, con il quarto capitolo, si fornisce una prima quantificazione ed un primo profilo dell associazionismo e delle cooperative che operano nell ambito della disabilità. Per ciascuno degli ambiti sopra indicati, si è deciso di fare riferimento ai dati più aggiornati che l Amministrazione provinciale ha reso disponibili: per le strutture socio-assistenziali si tratta di due serie di dati: quelli aggiornati al 31 dicembre 2005 e quelli aggiornati al 31 dicembre 2004, che potranno oltretutto essere comparati, in sede di commento, con i dati al 31 dicembre 2003 pubblicati dalla Provincia nel Rapporto Disabili: ospiti e personale di strutture socio-assistenziali. Dati del Sistema Informativo Politiche Sociali al 31 dic. 2003, del maggio 2005; per il mercato del lavoro e il collocamento mirato si fa riferimento ai dati relativi agli anni 2005 e 2006; per l istruzione, i dati sono riferiti agli anni scolastici 2005/06 e 2006/07; per le organizzazioni del volontariato e le cooperative sociali che si occupano di disabilità, i dati sono aggiornati all anno Si coglie l occasione per ringraziare i referenti provinciali ed i Servizi che hanno fornito i suddetti dati e che hanno con ciò offerto un fondamentale contributo per la realizzazione del presente Report. 1 Nulla osta, poi, che i soggetti disabili seguano percorsi formativi non specificamente ad essi rivolti. 3

4 Cap. 1. Le strutture socio-assistenziali per disabili nella provincia 1.1 Premessa Con questo primo capitolo, si pone il focus dell attenzione sui servizi - dunque essenzialmente sull offerta - rivolti a soggetti disabili, cercando di giungere ad una loro prima quantificazione e all individuazione di alcuni caratteri e specificità di questi presidi, per comprendere anche come è articolata l offerta stessa (innanzitutto attraverso quali tipi di struttura), sempre mantenendo in evidenza le differenze fra le diverse aree in cui si articola il territorio della provincia di Forlì- Cesena. Oltre a ciò, si prenderà in considerazione l utenza (dunque la domanda), anche in questo caso allo scopo di giungere ad un suo dimensionamento e alla definizione di un suo profilo. Questo obiettivo sarà perseguito utilizzando i dati dell indagine SIPS Sistema Informativo delle Politiche Sociali, che, come si legge dal sito web della Regione Emilia-Romagna, è «gestito dalla Direzione generale Sanità e Politiche Sociali della Regione Emilia-Romagna e dalle Amministrazioni provinciali» ed «è stato realizzato in collaborazione con la Direzione generale Sistemi informativi e Telematica e rappresenta una risorsa indispensabile per la programmazione e il coordinamento delle attività nel settore delle Politiche Sociali» 2. La raccolta, l'elaborazione e la diffusione delle informazioni utili alla programmazione permette alla Regione di svolgere il proprio ruolo di coordinamento e di indirizzo delle politiche, nonché di facilitatore delle azioni innovative e a forte impatto sulla collettività, mentre alla Provincia «spetta il ruolo di Soggetto gestore della sua articolazione territoriale» 3. Il SIPS prevede la raccolta periodica, a cadenza annuale, l elaborazione, l analisi e la diffusione dei dati relativi alle strutture socio-assistenziali, residenziali e diurne, per le diverse tipologie di utenza. In questa sede ci si concentrerà in specifico, come già evidenziato, su quelle relative all utenza disabile, tramite l analisi e l elaborazione dei dati e delle informazioni aggiornati al 31 dicembre 2005 e al 31 dicembre Caratteristiche strutturali dei presidi Prima di procedere all analisi delle singole tipologie di presidio operanti sul territorio provinciale, si vuole presentare in questa sede un quadro sintetico d insieme 4. In primo luogo, occorre evidenziare quali sono i tipi di strutture rivolti a disabili operanti nella provincia di Forlì-Cesena. I servizi socio-assistenziali per disabili attivi al 31 dicembre 2004 sul territorio provinciale sono di cinque tipi: - i Centri socio-occupazionali; - i Centri socio-riabilitativi diurni; - i Centri socio-riabilitativi diurni residenziali; - le Residenze protette; - i Gruppi appartamento. 2 Cfr. sito web della Regione Emilia-Romagna ( 3 Cfr. Osservatorio Welfare Locale Provincia di Forlì-Cesena, Disabili: ospiti e personale di strutture socioassistenziali. Dati del Sistema Informativo Politiche Sociali al 31 dic. 2003, Provincia di Forlì-Cesena, Alcune considerazioni di sintesi saranno riprese anche in sede di conclusione del presente capitolo. 4

5 Ciascuno di questi tipi di presidio sarà fatto oggetto di specifico approfondimento nei paragrafi che seguiranno, ma fin da ora si vogliono ricordare i tratti essenziali di ognuno di questi: - per Centro socio-riabilitativo residenziale si intende una struttura socio-sanitaria, a carattere residenziale, destinata ad utenti disabili, generalmente di età superiore alla fascia dell obbligo scolastico, che necessitano di assistenza continua e che risultano privi del necessario supporto familiare o per i quali la permanenza nel nucleo familiare è valutata, temporaneamente o definitivamente, impossibile. Si tratta, dunque, delle strutture a più elevata intensità assistenziale. - I Centri socio-riabilitativi diurni sono strutture socio-sanitarie, a carattere diurno, destinate alle persone in età giovane o adulta con gravi disabilità, che al termine del percorso scolastico non riescono ad essere inserite in situazioni di lavoro. Questi presidi offrono un sostegno al soggetto disabile e alla sua famiglia, supportandone il lavoro di assistenza, educazione e riabilitazione. Al loro interno sono realizzati interventi volti all acquisizione dell autonomia individuale nelle attività quotidiane, al mantenimento e potenziamento delle abilità residue e all integrazione sociale dell ospite. - Le Residenze protette consistono in strutture assistenziali residenziali costituite da un complesso di alloggi di diversa tipologia dotate di zone per la vita comunitaria, eventualmente aperte anche ad utenza esterna. - Il Centro socio-occupazionale, detto anche di terapia occupazionale, è un servizio territoriale - a carattere diurno e a bassa intensità assistenziale - riservato a persone con disabilità con lo scopo di attivare interventi di formazione/addestramento lavorativo in ambiente protetto, propedeutici o sostitutivi all inserimento lavorativo in azienda, e di favorire il mantenimento ed il potenziamento delle abilità relazionali ed operative e delle autonomie personali necessarie al soggetto disabile per affrontare il mondo del lavoro. - Il Gruppo appartamento, infine, è una struttura residenziale destinata a soggetti disabili avente la struttura edilizia della casa di abitazione civile con dimensioni adeguate al numero di ospiti. Si tratta in tutti i casi di strutture di medio-piccole dimensioni, che permettono un normale svolgimento della vita quotidiana da parte del soggetto disabile e che evitano di sradicarlo dal suo territorio 5. Per fornire un primo quadro generale sui servizi offerti sul territorio di Forlì-Cesena, dalla tabella 1.1 è possibile evidenziare, in primo luogo, che i presidi operanti in provincia nel 2004 erano 48, 2 in più del 2003, grazie all aggiunta di due nuove Residenze protette, mentre nel 2005 il loro numero cresce ulteriormente, arrivando a 54 strutture, grazie a 4 nuovi Centri socio-riabilitativi diurni e a 2 Gruppi appartamento. Queste 54 strutture sono costituite principalmente da Centri socio-riabilitativi diurni (29, dunque oltre la metà dei presidi operanti sul territorio provinciale), a cui aggiungere 8 Centri residenziali; rilevante anche la presenza di Gruppi appartamento (9 presidi, con due strutture in più rispetto alle 7 che si registravano nei due anni precedenti); completano il quadro 4 Centri sociooccupazionali e 4 Residenze protette. Se si procede alla comparazione con i dati dei due anni precedenti, si osserva come l incidenza percentuale dei Centri socio-riabilitativi diurni sul complesso dei presidi presenti sia rimasta pressochè stabile: infatti, essi costituivano oltre il 54% delle strutture operanti al 31 dicembre 2003, il 52% di quelle operanti alla fine del 2004 e il 53,7% di quelle registrate al 31 dicembre 2005 (cfr. tab. 1.1). 5 Cfr., in merito, M. Anconelli F. Franzoni, La rete dei servizi alla persona. Dalla normativa all organizzazione, Roma, Carocci Faber, 2003, op. cit. 5

6 Tab. 1.1 Numero presidi, numero utenti nei servizi per disabili, provincia di Forlì-Cesena, 2003, 2004 e 2005 Presidi Utenti Centro socio-occupazionale Centro socio-riabilitativo diurno Centro socio-riabilitativo residenziale Residenza protetta Gruppo appartamento Totale I 54 presidi coinvolgono complessivamente 598 utenti; si evidenzia, dunque, come l incremento delle strutture operanti sul territorio passate, come si ricordava poc anzi, da 48 a 54 si sia tradotto in una espansione anche dell utenza reale, che aveva, oltretutto, registrato un considerevole incremento fra il 2003 ed il 2004, pur a fronte di una sostanziale stabilità nella struttura dell offerta in quel primo biennio considerato (a parte l istituzione di nuove Residenze protette). Se quindi, fra il 2003 ed il 2004, a fronte della crescita di due sole unità del numero di presidi, si registra un sensibile incremento dell utenza, passata da 486 unità ad appunto 519 6, con un aumento pari al 6,8% in un solo biennio, fra il 2004 ed il 2005, con un aumento di altre 6 unità del numero di presidi, si registra una crescita dell utenza superiore al 15%; questa tendenza accomuna tutti i diversi tipi di presidi, ad esclusione dei Centri socio-riabilitativi residenziali, che conservano pressoché lo stesso numero di utenti a fronte di un numero di presidi che rimane costante (8 strutture in tutti i tre anni presi in esame). Oltre alla comparazione diacronica con gli anni precedenti, è rilevante considerare i dati disaggregandoli per i due Circondari territoriali della provincia di Forlì-Cesena (cfr. tabb. 1.2). In termini di offerta generale di servizi e di utenza complessivamente raggiunta, si rileva, per il 2005, un certo equilibrio fra i due Circondari: i presidi operanti nell ambito circondariale di Forlì sono 31 e quelli di Cesena 23, con un complesso di assistiti pari, rispettivamente, a 356 e 242 utenti (cfr. tab. 1.2a). Tab. 1.2a Numero di Presidi e di utenti per circondario, 2005 Presidi Utenti Forlì Cesena Provincia Forlì Cesena Provincia Centro socio-occupazionale Centro socio-riabilitativo diurno Centro socio-riabilitativo residenziale Residenza protetta Gruppo appartamento Totale Dalla tabella 1.1, è possibile evincere che questo incremento non è determinato esclusivamente dalla attivazione di due nuove Case protette, i cui utenti passano meramente da 21 a 27, ma dall incremento rispetto all anno precedente del numero degli utenti di diversi tipi di presidio che già operavano sul territorio provinciale l anno precedente. Infatti, si nota come i 4 Centri socio-occupazionali presenti a livello provinciale vedano crescere la propria utenza da 43 a 55 assistiti, così come i Centri socio-riabilitativi diurni la incrementano di 10 unità e gli otto Centri socio-riabilitativi residenziali complessivamente di 4 unità. Evidentemente, è corretto parlare di aumento complessivo perché si tratta di un dato di stock, che confronta l utenza registrata per il totale dei presidi di un tipo in un anno e nell anno successivo e che non permette pertanto di evidenziare le dinamiche relative a ciascuna struttura, con alcune che potranno anche aver registrato un calo dell utenza ed altre una crescita, ma che nel complesso mostrano, appunto, le tendenze a cui ci si riferisce. 6

7 Se si confronta il dato appena analizzato con quello relativo all anno 2004 (cfr. tab. 1.2b), si notano alcune rilevanti differenze, ma anche una certa stabilità dei dati; in primo luogo, il circondario di Forlì, nel 2004 così come nel 2005, sopravanza quello di Cesena sia in termini di numero di presidi che di utenti coinvolti. Fra i dati riferiti al 2004 e quelli del 2005, si rileva una crescita, per i Centri socio-riabilitativi residenziali, del peso, in termini di utenti coinvolti, delle strutture del comprensorio forlivese: se nel 2004 queste strutture concentravano il 52,6% del totale degli utenti di questo tipo di presidio, mentre nel 2005 questa percentuale sale oltre il 60%. Di converso, i Gruppi appartamento del territorio di Forlì raccoglievano nel 2004 oltre due terzi dell utenza di questo tipo di struttura, mentre nel 2005 ne concentrano solo il 57,8%; dunque, sebbene continuino ad essere preminenti, il gap, in termini di utenti, tra i due territori si è considerevolmente ridotto in merito a questo tipo di struttura. Se si considera l insieme delle strutture, invece, come già evidenziato, il rapporto fra i due comprensori rimane pressoché stabile. Tab. 1.2b Numero di Presidi e di utenti per circondario, 2004 Presidi Utenti Forlì Cesena Provincia Forlì Cesena Provincia Centro socio-occupazionale Centro socio-riabilitativo diurno Centro socio-riabilitativo residenziale Residenza protetta Gruppo appartamento Totale Ad evidenze altrettanto rilevanti si giunge se, come con le tabelle 1.3a e 1.3b, si procede al calcolo delle percentuali di colonna, che indicano, per ciascun ambito, la percentuale di presidi (e di utenti) afferenti ad un determinato tipo di presidio, fatto 100 il totale di presidi (e di utenti) presenti sul territorio di riferimento. Tab. 1.3a Presidi e utenti per circondario per Circondario, 2005 Presidi Utenti Forlì Cesena Provincia Forlì Cesena Provincia Centro socio-occupazionale 9,7 4,3 7,4 12,4 6,2 9,9 Centro socio-riabilitativo diurno 54,8 52,2 53,7 62,9 62,0 62,5 Centro socio-riabilitativo residenziale 16,1 13,0 14,8 12,4 12,0 12,2 Residenza protetta 3,2 13,0 7,4 2,0 8,7 4,7 Gruppo appartamento 16,1 17,4 16,7 10,4 11,2 10,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 N Si nota così, ad esempio, la maggiore incidenza in termini sia di numero di presidi che di utenti che si registra a Cesena, nel 2005 così come nel 2004, per le Residenze protette (in termini di strutture, 13% del totale dei presidi esistenti sul territorio cesenate a fronte del 3,2% che si registra a Forlì, con un gap ancor più evidente nel 2004), così come, all opposto, il maggior peso dei Centri socio-occupazionali e dei Centri socio-riabilitativi residenziali nel Circondario forlivese. 7

8 Tab. 1.3b Presidi e utenti per circondario per Circondario, 2004 Presidi Utenti Forlì Cesena Provincia Forlì Cesena Provincia Centro socio-occupazionale 11,1 4,8 8,3 15,1 4,8 10,6 Centro socio-riabilitativo diurno 48,1 57,1 52,1 56,7 62,3 59,2 Centro socio-riabilitativo residenziale 18,5 14,3 16,7 13,7 15,8 14,6 Residenza protetta 3,7 14,3 8,3 2,1 9,2 5,2 Gruppo appartamento 18,5 9,5 14,6 12,4 7,9 10,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 N La tabella 1.3a evidenzia altresì la diversa distribuzione del tipo di presidi che, anche a livello provinciale, si registra a seconda che si prenda in considerazione il numero di strutture piuttosto che quello degli utenti. In termini di strutture, ad esempio, dalla tabella si evidenzia che i Centri socioriabilitativi diurni ne concentrano il 53,7%, mentre si rileva che raccolgono oltre il 62% dell utenza; ma anche che i Gruppi appartamento costituiscono quasi il 17% del totale dei presidi operanti sul territorio provinciale e che raccolgono meno dell 11% dell utenza, a causa essenzialmente del fatto che si tratta di strutture che per poter essere efficaci devono operare con un numero molto limitati di utenti. Proprio per comprendere, almeno in termini di utenza, il diverso posizionamento dei diversi tipi di presidio anche rispetto ai due ambiti circondariali si rimanda alla figura 1.1, che evidenzia innanzitutto il numero assai più elevato dell utenza coinvolta dai Centro socio-riabilitativi diurni, ma anche come, per alcuni tipi di struttura, vi sia un certo squilibrio, in termini di assistiti, fra le due realtà provinciali ed infine le differenze che si registrano, in termini di utenti coinvolti, fra il 2004 ed il Ciò risulta di particolare evidenza per i Centri socio-riabilitativi diurni, che vedono certamente una consistente crescita, in termini di utenti, per Forlì (e il conseguente spostamento verso destra lungo l asse delle ascisse del simbolo corrispondente) ed anche un leggero incremento per Cesena (e il conseguente spostamento in figura verso l alto), ma anche per i Gruppi appartamento, che registrano una leggera crescita dell utenza dei presidi cesenati (da 18 a 27 unità e conseguentemente spostamento verso l alto del corrispondente simbolo) ed una stabilità per le strutture forlivesi. 8

9 Fig. 1.1 Numero di utenti per tipo di presidio e circondario, 2004 e Centro socio-riabilit. diurno Centro socio-riabilit. diurno Cesena Centro socio-riabilit. resid. Gruppo appartamento Centro socio-riabilit. resid. Resid. protette 20 Gruppo appartamento Centro socio-occupaz. Resid. protette Centro socio-occupaz Forlì Con i prossimi paragrafi, si prenderà in considerazione singolarmente ciascun tipo di presidio, per un analisi non soltanto della distribuzione sul territorio provinciale, ma anche per esaminare le caratteristiche dell utenza rispetto alle principali variabili socio-demografiche, quali il genere, l età e il tipo di disabilità. 9

10 1.3 Analisi della distribuzione territoriale e dell utenza dei diversi tipi di presidio I Centri socio-riabilitativi residenziali Come si è già spiegato in precedenza, il Centro socio-riabilitativo residenziale è una struttura sociosanitaria a carattere residenziale destinata a cittadini portatori di handicap di età di norma non inferiore ai 14 anni. In presenza di soggetti che rientrano per età nella fascia d obbligo scolastico, ne deve essere garantita la frequenza scolastica. Con la tabella 1.4 viene presentato l elenco dei Centri socio-riabilitativi residenziali presenti sul territorio provinciale al 31 dicembre : si tratta, come già evidenziato in precedenza, di 8 presidi, di cui 5 operanti nell ambito forlivese e 3 in quello cesenate. La tabella 1.4 offre anche un maggiore dettaglio territoriale, fornendo il comune in cui ha sede il presidio, permettendo così di evidenziare una certa distribuzione sul territorio, con il coinvolgimento di altri 4 Comuni oltre ai due capoluoghi. Quanto alla natura giuridica dell ente titolare, si rileva una preminenza di cooperative sociali (5 casi su 8), oltre a due fondazioni e ad una I.P.A.B. Tab. 1.4 Centri socio-riabilitativi residenziali. Denominazione, Comune, Ente titolare e natura giuridica, 2004 Denominazione Comune Denominazione ente titolare Natura giuridica Circondario di Forlì Centro socio-riabilitativo residenziale Dovadola O.p. Spedale G. Zauli da Montepolo I.P.A.B Fondazione Opera Don Pippo Onlus Forlì Fondazione Opera Don Pippo Onlus Fondazione Centro socio-riabilitativo Forlì Coop. Soc. Il Cammino Coop. soc. Coop. Integrazione e ricerca L.Valli Forlimpopoli Cooperativa sociale Lamberto Valli Coop. soc. Centro residenziale e semiresid. Kara Bobowski Modigliana Coop. Kara Bobowski Coop. soc. Circondario di Cesena Centro diurno e Comunità Cils Fabio Abbondanza Cesena C.i.l.s. Scarl Coop. soc. Opera Don Dino Onlus Cesena Opera Don Dino Onlus Fondazione Csrr Gatteo Istituto Don Ghinelli Opera Don Guanella Coop. soc. Relativamente all utenza, la tabella 1.5 fornisce una pluralità di informazioni. In primo luogo, guardando alla riga di totale provinciale, è possibile evidenziare come nel complesso si registri un elevato equilibrio rispetto alla variabile di genere: il 46,2% dei 78 utenti complessivi sono uomini e il 53,8% donne. Rispetto a questo valore medio provinciale, si trovano due realtà leggermente differenti a livello circondariale, con l ambito cesenate che mostra una leggera preponderanza maschile (55,3%), mentre quello forlivese una più marcata predominanza femminile (62,5% di donne contro 37,5% di uomini). L articolazione per genere varia considerevolmente anche secondo il tipo di disabilità, come mostrano le percentuali di riga per maschi e femmine presentate in tabella Se nella prima parte del presente capitolo, al fine di un dimensionamento globale dell offerta dei servizi e per avere un quadro sintetico il più possibile aggiornato si è fatto riferimento ai dati sia al 31 dicembre 2004 che al 31 dicembre 2005, ora, per l analisi delle caratteristiche dell utenza e dei servizi di ciascuna tipologia, si è deciso di tenere a riferimento il solo dato al 31 dicembre 2004, in quanto ritenuto maggiormente completo e affidabile; si ritiene, inoltre, di poter aggiungere che da un anno all altro non possano registrarsi modificazioni di particolare rilievo circa i fenomeno in questa sede presi in esame. 10

11 Tab. 1.5 Centri socio-riabilitativi residenziali. Utenti per genere, tipo di disabilità e Circondario, 2004 M F Totale N % colonna Circondario Forlì Utenti con handicap fisico 20,0 80,0 100,0 5 12,5 Utenti con handicap plurimo 37,5 62,5 100,0 8 20,0 Utenti con handicap psichico 40,0 60,0 100, ,5 Utenti con handicap sensoriale 50,0 50,0 100,0 2 5,0 Totale 37,5 62,5 100, ,0 Circondario Cesena Utenti con handicap fisico 50,0 50,0 100,0 4 10,5 Utenti con handicap plurimo 44,4 55,6 100, ,1 Utenti con handicap psichico 100,0 0,0 100,0 7 18,4 Totale 55,3 44,7 100, ,0 Provincia Forlì-Cesena Utenti con handicap fisico 33,3 66,7 100,0 9 11,5 Utenti con handicap plurimo 42,9 57,1 100, ,9 Utenti con handicap psichico 53,1 46,9 100, ,0 Utenti con handicap sensoriale 50,0 50,0 100,0 2 2,6 Totale 46,2 53,8 100, ,0 Al di là delle differenze di genere per tipo di disabilità, occorre tuttavia concentrare l attenzione proprio sul tipo di handicap dell utenza dei Centri socio-riabilitativi residenziali. Le percentuali di colonna presentate in tabella mostrano, a livello provinciale, una prevalenza di disabili con handicap plurimi (44,9%), seguiti da quelli con disabilità psichica (41%), mentre minoritari sono gli utenti con disabilità fisica (11,5%) e, soprattutto, con handicap sensoriale (2,6% e presenti solo nei presidi del forlivese). È rilevante notare come, anche rispetto alla distribuzione per tipo di disabilità dell utenza di questo tipo di presidio, notevoli siano le differenze fra i due territori: nel Circondario di Forlì l incidenza degli utenti con disabilità psichica è ben più elevata di quella che si registra per il Circondario cesenate (62,5% a fronte di 18,4%), mentre in quest ultimo territorio più consistente è il peso percentuale dell utenza con handicap plurimo (71% contro 20%). Procedendo nell analisi dell utenza, un altra variabile che deve essere presa in considerazione è l età. Dalla tabella 1.6 si evince chiaramente come prevalga un utenza non giovane: oltre la metà (52,6%) degli assistiti ha fra i 45 ed i 64 anni, a cui aggiungere un 38,5% di casi con età compresa tra i 25 e i 44 anni; da evidenziare che nella fascia di età più elevata dell utenza si concentrano precipuamente donne (su 100 utenti donne 60 circa hanno fra i 45 ed i 64 anni, mentre su 100 uomini questo dato scende a 44). Del tutto minoritaria la presenza di giovani: 2,6% i 15-17enni (tutti uomini) e 6,4% i disabili di età compresa fra i 18 ed i 24 anni. Tab. 1.6 Centri socio-riabilitativi residenziali. Utenti per genere ed età, 2004 M F totale ,0 0,0 0, ,6 0,0 2, ,8 9,5 6, ,2 31,0 38, ,4 59,5 52,6 65 e oltre 0,0 0,0 0,0 Totale 100,0 100,0 100,0 N

12 1.3.2 I Centri socio-riabilitativi diurni Il Centro socio-riabilitativo diurno, come si è già evidenziato nelle pagine precedenti, è il tipo di presidio più rilevante dal punto di vista del numero di strutture operanti sul territorio ed anche in termini di utenza effettivamente coinvolta; si ricorda che si tratta di una struttura socio-sanitaria a carattere diurno destinata a cittadini portatori di handicap. L accoglienza di utenti di età inferiore alla fascia dell obbligo scolastico è da considerarsi eccezionale e comunque non possono essere accolti soggetti di età inferiore ai 14 anni. Tab. 1.7 Centri socio-riabilitativi diurni. Denominazione, Comune, Ente titolare e natura giuridica, 2004 Denominazione Comune Denominazione ente titolare Natura giuridica Circondario di Forlì Centro socio riabilitativo diurno Forlì O.p. Spedale G. Zauli da Montepolo I.p.a.b. Coop. sociale Il cammino Forlì Coop. Soc. Il cammino Coop. soc. Centro Max-ten - centro diurno socio Forlì C.a.d. Coop assistenza domiciliare Coop. soc. riabilitativo Centro socio-riabilitativo "Luigi Lago" Forlì Coop. Paolo Babini Coop. Centro riabilitativo diurno Forlì Comune di Forlì Comune Centro socio riabilitativo diurno Forlì Cooperativa solidarietà intrapresa Coop. soc. Fondazione Opera Don Pippo onlus Forlì Fondazione Opera Don Pippo Onlus Fondazione Centro Moby dick Centro s.r. diurno Forlì C.a.d. Coop assistenza domiciliare Coop. soc. Centro socio-riabilitativo Forlì Coop. Soc. Il cammino Coop. soc. Coop. Integrazione e ricerca L.Valli Forlimpopoli Cooperativa sociale Lamberto Valli Coop. soc. Centro diurno Casa Nostra Signora di Fatima Meldola Assoc. Silenziosi Operai della croce Enti relig.. Centro residenziale e semiresid. Kara Bobowski Modigliana Coop. Kara Bobowski Coop. soc. Centro socio-riabilitativo diurno Santa Sofia Comune di Forlì Comune Circondario di Cesena Centro s. R. Diurno sperimentale c'entro anch'io Bagno di Azienda Usl di Cesena AUSL Romagna Centro di formazione - settore ceramica Cesena En.a.i.p. Forlì-Cesena Associazione Centro di formazione - settore pelle Cesena En.a.i.p. Forlì-Cesena Associazione Centro di formazione-settore legnoassemblaggio Cesena En.a.i.p. Forlì-Cesena Associazione Centro socio-riabilitativo Il parco Cesena Azienda Usl di Cesena AUSL Centro socio educativo assistenziale La fiorita Cesena Coop. A r.l. C.i.s.a. Anffas Coop. Centro socio-occupazionale educativo Cesena Cooperativa solidarietà intrapresa Coop. soc. Comunità diurna di condivisione Cesena Comunità Papa Giovanni XXIII Enti relig.. Centro diurno e comunità Cils Fabio Cesena C.i.l.s. Scarl Coop. soc. Abbondanza Centro socio-occupazionale ed educativo Cesena Cooperativa solidarietà intrapresa Coop. soc. C.s.r.d. Parsifal - Opera Don Guanella Gatteo Istituto Don Ghinelli Opera don Enti relig. Guanella Centro di socializzazione Sarsina Coop. A r.l. C.i.s.a. Anffas Coop. Dalla tabella 1.7 si evidenzia, innanzitutto, che questo tipo di presidio è presente nel territorio di Forlì-Cesena con 25 strutture, pressoché equidistribuite fra i due ambiti circondariali: 13 in quello di Forlì e 12 in quello cesenate. In entrambi i territori, il comune capoluogo registra una considerevole concentrazione di presidi: 9 su 13 per il forlivese e 9 su 12 per l area cesenate. Quanto alla natura giuridica degli enti, come già per i Centri socio-riabilitativi residenziali, si evidenzia una prevalenza di cooperative sociali (10 casi), a cui aggiungere anche 3 cooperative e 3 associazioni (queste ultime concentrate esclusivamente nel territorio cesenate). Da evidenziare, 12

13 inoltre, sempre con 3 strutture, il ruolo giocato dagli enti religiosi o confessionali, così come la presenza delle AUSL (2 casi, entrambi nel Circondario di Cesena) e di 2 presidi il cui titolare risulta essere il Comune di Forlì (cfr. tab. 1.7) Questi 25 presidi, come già in precedenza rilevato, raccolgono complessivamente, al 31 dicembre 2004, 307 utenti, pressoché equidistribuiti rispetto alla variabile di genere: il 55% è costituito da uomini e il restante 45% da donne (cfr. tab. 1.8), con valori piuttosto simili per i due circondari, anche se per Cesena si registra una leggermente più marcata predominanza maschile (58,5%). Tab. 1.8 Centri socio-riabilitativi diurni. Utenti per genere, tipo di disabilità e Circondario, 2004 M F Totale N % colonna Circondario Forlì Utenti con handicap fisico 66,7 33,3 100, ,9 Utenti con handicap plurimo 53,6 46,4 100, ,9 Utenti con handicap psichico 43,9 56,1 100, ,0 Utenti con handicap sensoriale 64,3 35,7 100,0 14 8,5 Altro 54,5 45,5 100,0 11 6,7 Totale 52,1 47,9 100, ,0 Circondario Cesena Utenti con handicap fisico 92,9 7,1 100,0 14 9,9 Utenti con handicap plurimo 87,5 12,5 100,0 8 5,6 Utenti con handicap psichico 66,7 33,3 100, ,1 Utenti con handicap sensoriale 47,2 52,8 100, ,7 Altro 100,0 0,0 100,0 1 0,7 Totale 58,5 41,5 100, ,0 Provincia Forlì-Cesena Utenti con handicap fisico 78,1 21,9 100, ,4 Utenti con handicap plurimo 57,8 42,2 100, ,8 Utenti con handicap psichico 51,0 49,0 100, ,3 Utenti con handicap sensoriale 49,5 50,5 100, ,6 Altro 58,3 41,7 100,0 12 3,9 Totale 55,0 45,0 100, ,0 Rispetto al tipo di disabilità, si rileva un quadro assai differente rispetto a quello visto per i Centri socio-riabilitativi residenziali: se in quel caso i soggetti con disabilità plurima rappresentavano quasi il 45% degli assistiti, nel caso dei Centri socio-riabilitativi diurni essi rappresentano meno del 21% del totale degli utenti; leggermente meno rappresentati in questo caso sono anche i disabili con handicap psichico (31,3% a fronte del 41% che si registrava per i Centri residenziali); rimangono pressoché costanti, in termini di incidenza percentuale, i disabili fisici, mentre assai più consistente è il peso dei disabili sensoriali nei Centri diurni: essi costituiscono, a livello provinciale, oltre un terzo degli utenti di questo tipo di struttura, mentre ne rappresentano solamente il 2,6% di quella dei Centri residenziali, appunto generalmente rivolti ad utenza con disabilità grave, tendenzialmente di tipo psichico o plurima. Dai dati disaggregati per Circondario presentati in tabella 1.8 deve essere poi notato che la netta maggioranza dei disabili sensoriali fa riferimento a strutture del cesenate, dove costituiscono quasi il 63% del complesso dell utenza (mentre per le strutture di Forlì rappresentano l 8,5%). Relativamente all età, si registra, rispetto ai Centri residenziali, una minor polarizzazione: innanzitutto, va notato, fra gli utenti dei Centri socio-riabilitativi diurni non sono presenti persone con meno di 18 anni, anche in virtù di quanto previsto a livello normativo; inoltre, se per i Centri 13

14 residenziali prevalevano soggetti di età compresa fra i 45 ed i 64 anni (52,6%), per i Centri diurni questa fascia di età rappresenta meno di un quarto dei casi, che risultano piuttosto concentrati nella fascia più giovane dei 25-44enni (61,6%). Tab. 1.9 Centri socio-riabilitativi diurni. Utenti per genere ed età, 2004 M F totale ,0 0,0 0, ,0 0,0 0, ,0 14,5 13, ,7 56,5 61, ,7 28,3 24,1 65 e oltre 0,6 0,7 0,7 Totale 100,0 100,0 100,0 N Da notare, infine, come la distribuzione per età non risenta della differenza di genere e, dunque, che le distribuzioni nelle diverse fasce di età di uomini e donne sono fra loro assai simili (cfr. tab. 1.9) I Centri socio-occupazionali Il Centro socio-occupazionale, detto anche di terapia occupazionale, è un servizio territoriale diurno, a bassa intensità assistenziale, riservato a persone disabili, avente la finalità di attivare interventi di formazione/addestramento lavorativo in ambiente protetto, propedeutici o sostitutivi all inserimento lavorativo in azienda, e di favorire il mantenimento ed il potenziamento delle abilità relazionali ed operative e delle autonomie personali dei proprio ospiti; ciò attraverso, appunto, lo svolgimento di attività lavorative atte a favorire lo sviluppo delle autonomie personali, la coscienza e l'apprezzamento del lavoro svolto, nonché il rafforzamento e la crescita dell autostima. Il servizio è generalmente rivolto ad adolescenti e adulti in età post-scuola dell'obbligo o post-percorso formativo professionale. Come già si evidenziava nel paragrafo 1.2 e come si evince dalla tabella 1.10, i Centri sociooccupazionali presenti sul territorio provinciale al 31 dicembre 2004, così come l anno precedente, sono 4, di cui 3 operanti nel Circondario forlivese e 1 in quello cesenate. I tre presidi dell ambito forlivese due con sede nel capoluogo ed uno nel comune di Meldola presentano tutti come titolare la medesima cooperativa sociale Tangram, mentre il presidio cesenate ha Enaip come titolare. 14

15 Tab Centri socio-occupazionali. Denominazione, Comune, Ente titolare e natura giuridica, 2004 Denominazione Comune Denominazione ente titolare Natura giuridica Circondario di Forlì Lab. Lapis Coop. Soc. Tangram Forlì Coop. Tangram Coop. sociale Unita'Operativa Forli' Forlì Coop. Tangram Coop. sociale Unita'Operativa Valle del Bidente Meldola Coop. Tangram Coop. sociale Circondario di Cesena Centro di terapia occupazionale Cesena Enaip Forlì-Cesena Associazione I Centri socio-occupazionali coinvolgono nel 2004 complessivamente 55 utenti (cfr. tab. 1.11), concentrati, in linea con quanto evidenziato in tabella 1.10 circa la distribuzione territoriale dei presidi stessi, nel Circondario di Forlì (44 a fronte degli 11 di Cesena) 8. La netta maggioranza (92,6%) di questi utenti e la totalità di quelli del Centro cesenate presenta una disabilità psichica, con una prevalenza di uomini (62%). Da evidenziare, con l aiuto delle percentuali di riga presentate in tabella 1.11, che per gli utenti con altri tipi di disabilità si registra addirittura la presenza esclusivamente di uomini. Tab Centri socio-occupazionali. Utenti per genere, tipo di disabilità e Circondario, 2004 M F Totale N % colonna Circondario Forlì Utenti con handicap fisico 100,0 0,0 100,0 1 2,3 Utenti con handicap plurimo 100,0 0,0 100,0 3 6,8 Utenti con handicap psichico 66,7 33,3 100, ,6 Utenti con handicap sensoriale 100,0 0,0 100,0 1 2,3 Totale 70,5 29,5 100, ,0 Circondario Cesena Utenti con handicap fisico ,0 Utenti con handicap plurimo ,0- Utenti con handicap psichico 45,5 54,5 100, ,0 Utenti con handicap sensoriale ,0- Totale 45,5 54,5 100, ,0 Provincia Forlì-Cesena Utenti con handicap fisico 100,0 0,0 100,0 1 1,9 Utenti con handicap plurimo 100,0 0,0 100,0 3 5,6 Utenti con handicap psichico 62,0 38,0 100, ,6 Utenti con handicap sensoriale 100,0 0,0 100,0 1 1,9 Totale 66,7 35,2 100, ,0 La tabella 1.12 permette poi di evidenziare che la netta maggioranza degli assistiti ha fra i 25 ed i 44 anni (80% del totale), a cui sommare un 18,2% di casi con età compresa tra i 45 ed i 64 anni. Fra gli uomini, si presenta anche un utente di anni, pari all 1,8% del totale degli assistiti. 8 Si tratta di un dato del tutto in linea con quello registrato al 31 dicembre 2003, quando si rilevavano 53 utenti, di cui 43 nel Circondario di Forlì e 10 in quello di Cesena. Cfr. Osservatorio Welfare Locale Provincia di Forlì-Cesena, Disabili: ospiti e personale di strutture socio-assistenziali. Dati del Sistema Informativo Politiche Sociali al 31 dic. 2003, op. cit. 15

16 Tab Centri socio-occupazionali. Utenti per genere ed età, 2004 M F totale ,0 0,0 0, ,0 0,0 0, ,8 0,0 1, ,4 100,0 80, ,8 0,0 18,2 65 e oltre 0,0 0,0 0,0 Totale 100,0 100,0 100,0 N Le Residenze protette Le residenze protette sono strutture residenziali ad alta intensità assistenziale, per disabili generalmente medio-gravi, non autosufficienti e/o non autonomi. Questo tipo di struttura, come già evidenziato in precedenza, è presente in entrambi i circondari territoriali della provincia, con un presidio a Forlì e 3 nell ambito cesenate, di cui 2 a Cesena e 1 a Longiano (cfr. tab. 1.13). Deve essere poi ricordato che al 31 dicembre 2003 risultavano operanti sul territorio esclusivamente 2 strutture. Tab Residenze protette. Denominazione, Comune, Ente titolare e natura giuridica, 2004 Denominazione Comune Denominazione ente titolare Natura giuridica Circondario di Forlì Il Parco Forlì L'oasi - Piccola Società Coop.va Sociale a.r.l. Coop. sociale Circondario di Cesena Comunità residenziale Renzo Navacchia Cesena C.i.l.s. Scarl Coop. sociale Porta Fiume Cesena L'oasi - Piccola Società Coop.va Sociale a.r.l. Coop. sociale Il Colle Longiano L'oasi - Piccola Società Coop.va Sociale a.r.l. Coop. sociale Interessante rilevare come 3 di queste 4 strutture presentino la medesima cooperativa sociale come soggetto titolare; fa eccezione solamente la Comunità Renzo Navacchia, che ha come titolare la società cooperativa C.i.l.s. Il maggior numero di presidi, passati da 2 a 4, si traduce anche in un incremento dell utenza effettiva, che passa dai 21 assistiti del 2003 ai 27 del Anche in questo caso, come per i Centri socio-occupazionali, si registra una netta prevalenza di utenti maschi, che per le Residenze protette costituiscono oltre il 70% degli assistiti (cfr. tab. 1.14). Anche per questo tipo di struttura si rileva una prevalenza di utenti con disabilità psichica (63% del totale degli assistiti a livello provinciale), a cui si aggiunge esclusivamente un certo numero di disabili fisici, 8 casi, pari a circa il 30% dell utenza complessiva, ma che rappresentano il totale degli assistiti della Residenza protetta di Forlì, che registra, appunto, 6 utenti, tutti con disabilità fisica (cfr. tab. 1.14). 16

17 Tab Residenze protette. Utenti per genere, tipo di disabilità e Circondario, 2004 M F Totale N % colonna Circondario Forlì Utenti con handicap fisico 66,7 33,3 100, ,0 Utenti con handicap plurimo ,0 Utenti con handicap psichico ,0 Utenti con handicap sensoriale ,0 Totale 66,7 33,3 100, ,0 Circondario Cesena Utenti con handicap fisico 100,0 0,0 100,0 2 9,5 Utenti con handicap plurimo ,0 Utenti con handicap psichico 64,7 35,3 100, ,0 Utenti con handicap sensoriale 0 0,0 Altro 100,0 0,0 100,0 2 9,5 Totale 71,4 28,6 100, ,0 Provincia Forlì-Cesena Utenti con handicap fisico 75,0 25,0 100,0 8 29,6 Utenti con handicap plurimo ,0 Utenti con handicap psichico 64,7 35,3 100, ,0 Utenti con handicap sensoriale ,0 Altro 100,0 0,0 100,0 2 7,4 Totale 70,4 29,6 100, ,0 Fra gli utenti, non è presente alcun caso di età inferiore ai 25 anni e circa tre quarti sono rappresentati da disabili di età compresa fra i 25 ed i 44 anni, a cui sommare il restante 25,9% di casi di anni. Dalla tabella 1.15, rispetto alla distribuzione appena descritta, non si ravvisano differenze di genere. Tab Residenze protette. Utenti per genere ed età, 2004 M F totale ,0 0,0 0, ,0 0,0 0, ,0 0,0 0, ,7 75,0 74, ,3 25,0 25,9 65 e oltre 0,0 0,0 0,0 Totale 100,0 100,0 100,0 N

18 1.3.5 I Gruppi appartamento Il Gruppo appartamento è una struttura residenziale destinata a disabili che presenta la tipologia edilizia della abitazione civile, atta ad assicurare una vita di relazione simile al modello familiare. Tali comunità residenziali hanno una capacità limitata di posti e devono rispettare i requisiti strutturali previsti dalla normativa in materia di edilizia residenziale pubblica. La tabella 1.16 evidenzia che al 31 dicembre 2004 operavano sul territorio provinciale 7 Gruppi appartamento 9, di cui 5 nel Circondario di Forlì (e più precisamente 4 nel comune capoluogo e 1 a Meldola) e 2 in quello cesenate (1 a Bagno di Romagna e 1 a Gatteo). Si tratta delle medesime strutture rilevate dalla rilevazione dell anno precedente. Tab Gruppi appartamento. Denominazione, Comune, Ente titolare e natura giuridica, 2004 Denominazione Comune Denominazione ente titolare Natura giuridica Circondario di Forlì Centro socio - riabilitativo residenziale Forlì Coop. Soc. Il Cammino Coop. soc. Centro socio - riabilitativo residenziale Forlì Coop. Soc. Il Cammino Coop. soc. Casa Don Francesco Ricci Forlì Cooperativa solidarietà Intrapresa Coop. soc. Residenza familiare Madonna del Fuoco Forlì Cooperativa solidarietà Intrapresa Coop. soc. Gruppo appartamento Nostra Signora di Meldola Assoc. Silenziosi Operai della Croce Ente religioso Fatima Circondario di Cesena Gruppo appartamento Alto Savio Bagno di Azienda Usl di Cesena AUSL Romagna Gruppo app. Centro Don Ghinelli Gatteo Istituto Don Ghinelli Opera Don Guanella Ente religioso Per quanto concerne i presidi di Forlì, 4 presentano come titolari due cooperative sociali che già in precedenza si erano rilevate per altri tipi di strutture, mentre il presidio di Meldola ha come titolare un ente religioso ed ecclesiastico; anche nel Circondario di Cesena, e per la precisione per il presidio di Gatteo, si ha un ente titolare di emanazione religiosa o ecclesiastica, mentre l altro presidio, quello di Bagno di Romagna, ha come titolare l Azienda USL di Cesena (cfr. tab. 1.16). Questi sette presidi concentrano complessivamente, al 31 dicembre 2004, 54 utenti, di cui il 61% rappresentati da disabili maschi (cfr. tab. 1.17). Anche per questa tipologia di presidio, come per le precedenti, prevale un utenza con disabilità psichiatrica, per questo tipo di struttura pari al 65% circa (35 casi su 54). In realtà, questo segmento di utenza è assai più rappresentata per le due strutture di Cesena (83,3%) che per le cinque di Forlì, dove incide per il 55,6% e in cui assai più consistente è il peso percentuale degli assistiti con handicap plurimi (41,7%). Da evidenziare, inoltre, che per tutte le tipologie di disabilità prevalgono gli utenti maschi. 9 Sebbene i primi due presidi in tabella presentino la stessa denominazione e lo stesso soggetto titolare, vanno trattati come due centri distinti, come dimostra il fatto che per la rilevazione Istat presentano due distinti codici Istat. 18

19 Tab Gruppi appartamento. Utenti per genere, tipo di disabilità e Circondario, 2004 M F Totale N % colonna Circondario Forlì Utenti con handicap fisico 100,0 0,0 100,0 1 2,8 Utenti con handicap plurimo 60,0 40,0 100, ,7 Utenti con handicap psichico 55,0 45,0 100, ,6 Utenti con handicap sensoriale ,0 Totale 58,3 41,7 100, ,0 Circondario Cesena Utenti con handicap fisico 100,0 0,0 100,0 1 5,6 Utenti con handicap plurimo 50,0 50,0 100,0 2 11,1 Utenti con handicap psichico 66,7 33,3 100, ,3 Utenti con handicap sensoriale ,0 Totale 66,7 33,3 100, ,0 Provincia Forlì-Cesena Utenti con handicap fisico 100,0 0,0 100,0 2 3,7 Utenti con handicap plurimo 58,8 41,2 100, ,5 Utenti con handicap psichico 60,0 40,0 100, ,8 Utenti con handicap sensoriale ,0 Totale 61,1 38,9 100, ,0 La tabella 1.18 permette poi di analizzare gli utenti anche rispetto all età; è così possibile notare che più della metà dei casi (53,7%) ha una età compresa fra i 25 ed i 44 anni e il 44% circa dai 45 ai 64 anni; completa il quadro una disabile di età compresa fra i 18 ed i 24 anni. Tab Gruppi appartamento. Utenti per genere ed età, 2004 M F Totale ,0 0,0 0, ,0 0,0 0, ,0 4,8 1, ,6 47,6 53, ,4 47,6 44,4 65 e oltre 0,0 0,0 0,0 Totale 100,0 100,0 100,0 N L utenza in sintesi Per concludere l analisi relativa alle diverse strutture socio-assistenziali per disabili operanti nella provincia, con la figura 1.2 si riprende e si sintetizza quanto visto nei paragrafi precedenti relativamente al tipo di utenza presente in ciascun tipo di presidio. La figura 1.2 evidenzia la distribuzione per tipo di disabilità dei diversi tipi di presidio, ma permette innanzitutto di guardare alla distribuzione complessiva del totale dell utenza, costituita in tutto da 521 unità: oltre il 44% dei casi è costituito da disabili psichici, il 22,8% da disabili plurimi e il 20% da disabili sensoriali, questi ultimi concentrati, quasi nella totalità dei casi, nei Centri socioriabilitativi diurni. I disabili fisici costituiscono meno del 10% del totale degli assistiti e costituiscono quasi il 30% degli utenti delle Case protette. 19

20 Fig. 1.2 Utenza per tipo di disabilità e tipo di presidio Centri socio-riab. residenz. Centri socio-riab. diurni Centri socio-occupazion. Residenze protette Gruppi appartamento Totale 0,0% 20,0% 40,0% 60,0% 80,0% 100,0% fisico plurimo psichico sensoriale altro Se si procede invece, come in tabella 1.19 al calcolo delle percentuali nell altra direzione rispetto a quella utilizzata per la figura 1.2, si evidenzia che i disabili fisici sono inseriti nel 61,5% dei casi nei Centri socio-riabilitativi diurni. Alla stessa maniera, dalla lettura delle percentuali di colonna presentate in tabella 1.19, si nota come anche la metà circa dei disabili con handicap plurimo sia assistita da Centri diurni, mentre per l utenza psichica assai più frequente è il ricorso ai Centri socio-occupazionali. Dalla figura 1.2, del resto, si evince, come già ricordato, che sono proprio i disabili psichici a costituire il segmento di utenza maggiormente presente (oltre il 44% del totale degli utenti) e che essi rappresentano l utenza precipua, appunto, dei Centri socio-occupazionali (92,6% del totale dell utenza di questo tipo di presidio), dei Gruppi appartamento (quasi 65% del totale degli utenti per questo tipo di struttura) e delle Residenze protette (63%). Nei Centri socio-riabilitativi diurni, invece, sono meno (31%) rispetto ai disabili sensoriali (33,6%), così come nei Centri socioriabilitativi residenziali (41%) rispetto ai soggetti con disabilità plurima (45%). Tab Utenza per tipo di presidio e tipo di disabilità Fisico Plurimo Psichico Sensoriale Altro Gruppi appartamento 3,8 14,3 15,1 0,0 0,0 Residenze protette 15,4 0,0 7,4 0,0 14,3 Centri socio-occupazion. 2,0 2,6 22,0 1,0 0,0 Centri socio-riab. diurni 61,5 53,7 41,6 97,1 85,7 Centri socio-riab. residenz. 17,3 29,4 13,8 1,9 0,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 N

21 Cap. 2. I disabili e il mercato del lavoro 2.1 Quadro normativo di riferimento Per quanto concerne i disabili e il loro rapporto con il mercato del lavoro, a partire dalla Legge 104 del 1992, «Legge quadro per l assistenza, l integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate» 10, che pone l accento sulla prevenzione e la lotta all emarginazione garantendo il pieno rispetto per la persona disabile 11, ed anche dalla Legge 328/2000, si è giunti ad una prima e condivisa definizione di disabilità ed è divenuta sempre più evidente la necessità, anche per i disabili, di interventi di sostegno nella ricerca del posto di lavoro, di servizi di incontro tra domanda ed offerta (matching), di formazione e riqualificazione professionale e di sostegno al lavoro autonomo. Tutto ciò nella consapevolezza che l inserimento lavorativo del disabile, pur non essendo sempre realizzabile e comunque non costituendo necessariamente l elemento esclusivo del progetto di vita della persona, ne rappresenta certamente un momento fondamentale e conclusivo del percorso educativo-formativo - realizzato nell infanzia e nell adolescenza - e degli eventuali interventi riabilitativi successivi 12. È essenzialmente a partire dagli anni Novanta, anche in virtù delle riforme sopra richiamate, che si rafforza un approccio all integrazione sociale ed economica dei disabili che prevede anche forme di sostegno all inserimento lavorativo. In particolare, in questo ambito, si deve ricordare la Legge 68 del 1999, che introduce la chiamata nominale e il cosiddetto collocamento mirato, di cui si parlerà nelle prossime pagine, e che pertanto si inserisce in questa prospettiva di maggior attenzione alle dimensione sociale della persona disabile e di ridefinizione del ruolo di quest ultimo nel mercato del lavoro Il Collocamento Mirato La L. 68/99, come si ricordava poc anzi, ha introdotto il Collocamento Mirato, sottolineando che a minorazione fisica, psichica e/o sensoriale non deve necessariamente corrispondere una riduzione delle capacità lavorative; infatti, attraverso una «serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto di lavoro adatto, attraverso analisi dei posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzione di problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione» 14, è possibile inserire la persona disabile al posto di lavoro più adatto 15. La normativa prevede la creazione di specifici fondi nazionali e regionali «per il diritto all occupazione dei disabili», volti a finanziare programmi regionali di integrazione occupazionale 10 Quasi a testimonianza il mutato approccio nei confronti dei disabili, si ricorda che questa Legge-quadro ha introdotto una prima definizione di disabile, non specificata nei precedenti testi legislativi, e ha incluso misure per promuovere l'integrazione dei disabili nel mercato del lavoro, tra cui l estensione del sistema a quote per includere individui con difficoltà psicologiche; la partecipazione per i disabili ai concorsi pubblici con la necessaria assistenza e con tempo aggiuntivo, etc. 11 Cfr. M. Anconelli F. Franzoni, La rete dei servizi alla persona. Dalla normativa all organizzazione, Roma, Carocci Faber, 2003, op. cit. 12 Ibidem. 13 Sull argomento, cfr. anche Iress, Rapporto sulla non autosufficienza nella provincia di Modena, progress Report, L. 68/99, art Cfr. ATI IRS Ismeri Europa, Le politiche per l inserimento lavorativo dei disabili in Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna,

Le strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie nella provincia di Piacenza

Le strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie nella provincia di Piacenza Provincia di Piacenza Osservatorio del sistema sociosanitario Le socio-assistenziali e socio-sanitarie nella provincia di Piacenza I dati riassuntivi di seguito esposti sono elaborati dal Settore Sistema

Dettagli

5 La popolazione disabile

5 La popolazione disabile 5 La popolazione disabile Problematiche inerenti alle fonti dei dati sulla disabilità L Osservatorio per le politiche sociali dell Amministrazione Provinciale ha intrapreso un complesso lavoro di censimento

Dettagli

ALLEGATO 1 BANDO DI GARA PER LACREAZIONE DI UNA SHORT LIST DI FORNITORI DI SERVIZI DI CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO DELLE DONNE

ALLEGATO 1 BANDO DI GARA PER LACREAZIONE DI UNA SHORT LIST DI FORNITORI DI SERVIZI DI CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO DELLE DONNE ALLEGATO 1 BANDO DI GARA PER LACREAZIONE DI UNA SHORT LIST DI FORNITORI DI SERVIZI DI CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO DELLE DONNE SERVIZI RIPARTITI PER TARGET DI RIFERIMENTO Centro diurno per

Dettagli

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni.

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni. La situazione occupazionale dei giovani in provincia di Piacenza Premessa Una categoria di soggetti particolarmente debole nel mercato del lavoro è rappresentata, di norma, dai lavoratori di età più giovane

Dettagli

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato Premessa Corso-concorso ordinario L età dei vincitori La presenza femminile Corso-concorso riservato L età dei vincitori La presenza femminile Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

Dettagli

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE Definizione obiettivi: descrizione degli obiettivi di piano riferiti agli obiettivi generali

Dettagli

D.M. 21 maggio 2001, n. 308 Requisiti strutture a ciclo residenziale Preambolo, Art.1, Art.2, Art. 3, Art. 4, Art. 5, Art. 6, Art. 7, Art. 8, Art.

D.M. 21 maggio 2001, n. 308 Requisiti strutture a ciclo residenziale Preambolo, Art.1, Art.2, Art. 3, Art. 4, Art. 5, Art. 6, Art. 7, Art. 8, Art. D.M. 21 maggio 2001, n. 308 Requisiti strutture a ciclo residenziale Preambolo, Art.1, Art.2, Art. 3, Art. 4, Art. 5, Art. 6, Art. 7, Art. 8, Art. 9, Preambolo IL MINISTRO PER LA SOLIDARIETA' SOCIALE Visto

Dettagli

STRUTTURE SOCIO-ASSISTENZIALI E SOCIO-SANITARIE PER DISABILI Dati riferiti al 31/12/2010 DISTRETTO DELLA CITTA DI PIACENZA

STRUTTURE SOCIO-ASSISTENZIALI E SOCIO-SANITARIE PER DISABILI Dati riferiti al 31/12/2010 DISTRETTO DELLA CITTA DI PIACENZA DISTRETTO DELLA CITTA DI PIACENZA CASA FAMIGLIA, VIA SCALABRINI 19, 29100 PIACENZA PC - Tel./Fax: 0523/318392; Email aiaspiacenza@yahoo.it GRUPPO APPARTAMENTO - 6 posti (+1 emerg.) Ente gestore: ASSOCIAZIONE

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

SEZIONE V Area disabili

SEZIONE V Area disabili SEZIONE V Area disabili 5.1 indicatori della domanda sociale Tab. 5.1 Servizi e interventi richiesti (anno 2008) DISTRETTO Santa croce C. Monterosso A. Chiaramonte G. Ragusa Aiuto Domestico disabili gravi

Dettagli

Stato di attuazione: Aspetti critici, positivi ecc. N. soci coinvolti N. e tipologia delle attività realizzate

Stato di attuazione: Aspetti critici, positivi ecc. N. soci coinvolti N. e tipologia delle attività realizzate D 1 - ANFFAS LABORATORIO IL FARO : interventi per contrastare l isolamento sociale e favorire la partecipazione attiva delle persone disabili e delle loro famiglie alla vita sociale. Pag. 333 ANFFAS Servizi

Dettagli

ENTE BILATERALE TURISMO Della Regione Lazio OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO NEL SETTORE TURISTICO

ENTE BILATERALE TURISMO Della Regione Lazio OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO NEL SETTORE TURISTICO ENTE BILATERALE TURISMO Della Regione Lazio OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO NEL SETTORE TURISTICO 1 Rapporto 2007 sulla occupazione nelle imprese ricettive, di viaggi e di ristorazione della Provincia

Dettagli

7.2 Indagine di Customer Satisfaction

7.2 Indagine di Customer Satisfaction 7.2 Indagine di Customer Satisfaction Il campione L indagine è stata condotta su un campione a più stadi di 795 clienti TIEMME SpA (errore di campionamento +/ 2%) rappresentativo della popolazione obiettivo,

Dettagli

PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA

PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA 14. CITTA MULTIETNICA SUPPORTARE INSERIMENTO IMMIGRATI Confermando il ruolo che il Centro Servizi per Stranieri ha assunto all interno delle politiche per l immigrazione,

Dettagli

Badanti e Assistenti Familiari Specializzati

Badanti e Assistenti Familiari Specializzati Presidenza della Giunta Regionale Provincia di Catanzaro Provincia di Cosenza Regione Calabria Ass. Formazione Professionale Corso di Formazione gratuito per Badanti e Assistenti Familiari Specializzati

Dettagli

7.2 Indagine di Customer Satisfaction

7.2 Indagine di Customer Satisfaction 7.2 Indagine di Customer Satisfaction Il campione L indagine è stata condotta su un campione a più stadi di 373 clienti di Tiemme Spa sede operativa di Piombino (errore di campionamento +/- 2%) rappresentativo

Dettagli

SERVIZI E INTERVENTI SOCIALI PER BAMBINI, RAGAZZI E FAMIGLIE

SERVIZI E INTERVENTI SOCIALI PER BAMBINI, RAGAZZI E FAMIGLIE SERVIZI E INTERVENTI SOCIALI PER BAMBINI, RAGAZZI E FAMIGLIE Rapporto sui dati delle Zone sociosanitarie/società della salute della Regione Toscana Anni 2007-2009 GENNAIO 2011 INDICE Nota metodologica

Dettagli

Circolare Informativa n 30/2013. Collocamento obbligatorio e Riforma del lavoro

Circolare Informativa n 30/2013. Collocamento obbligatorio e Riforma del lavoro Circolare Informativa n 30/2013 Collocamento obbligatorio e Riforma del lavoro e-mail: info@cafassoefigli.it - www.cafassoefigli.it Pagina 1 di 5 INDICE Premessa pag.3 1) Collocamento disabili e disciplina

Dettagli

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori.

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori. I Servizi Educativi del Comune di Trieste rappresentano una tradizione storica, un patrimonio di tradizione culturale di cui la città e le famiglie vanno orgogliose. Un patrimonio storico che negli anni

Dettagli

Art. 1 (Finalità) Art. 2 (Funzioni della Regione)

Art. 1 (Finalità) Art. 2 (Funzioni della Regione) LEGGE REGIONE MARCHE 11 NOVEMBRE 2008, N. 32 Art. 1 (Finalità) Art. 2 (Funzioni della Regione) Art. 3 (Istituzione del Forum permanente) Art. 4 (Iniziative di prevenzione) Art. 5 (Informazione) Art. 6

Dettagli

PROGETTO Edizione 2015-2016

PROGETTO Edizione 2015-2016 in collaborazione con PROGETTO Edizione 2015-2016 Pag. 1 di 5 Introduzione La Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (di seguito abbreviata in Fondazione), persona giuridica privata senza fini di lucro

Dettagli

INDICI SINTETICI DI PROTEZIONE E TUTELA DELL IMPIEGO

INDICI SINTETICI DI PROTEZIONE E TUTELA DELL IMPIEGO INDICI SINTETICI DI PROTEZIONE E DELL IMPIEGO Analisi comparata Dicembre 2014 SINTETICA LETTURA INTERPRETATIVA Nel 2013 l Italia ha un sistema di tutela e di protezione dei licenziamenti collettivi e

Dettagli

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ;

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ; Consiglio di Amministrazione Deliberazione n. del OGGETTO: RECEPIMENTO DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE N. 79 11035 DEL 17/11/03 Approvazione linee d indirizzo per lo sviluppo di una rete di servizi

Dettagli

AREA della DISABILITA

AREA della DISABILITA AREA della DISABILITA la Società della Salute ed i servizi per le persone disabili in Valdinievole Corso per Amministratore di Sostegno 16.06.2012 Alice Martini RUOTA di PRESENTAZIONE ORIGINI una cosa

Dettagli

INDAGINE ANNUALE OCCUPAZIONALE

INDAGINE ANNUALE OCCUPAZIONALE INDAGINE ANNUALE OCCUPAZIONALE Anno 2014 Parma, giugno 2015 A cura di OSSERVATORIO ECONOMICO UFFICIO STUDI Introduzione La prima edizione dell indagine sull occupazione condotta dell Unione Parmense degli

Dettagli

Indagine conoscitiva 2012 domanda-offerta di trasporto per cittadini disabili

Indagine conoscitiva 2012 domanda-offerta di trasporto per cittadini disabili Assessorato alle Politiche dei Disabili Con la collaborazione di Ambito distrettuale di Trieste, Ambito distrettuale di Muggia, Ambito distrettuale di Duino - Aurisina, Azienda per i Servizi Sanitari n.

Dettagli

FONDAZIONE NUOVI GIORNI ONLUS: UN FUTURO AUTONOMO PER LE PERSONE DISABILI. La nascita e gli obiettivi

FONDAZIONE NUOVI GIORNI ONLUS: UN FUTURO AUTONOMO PER LE PERSONE DISABILI. La nascita e gli obiettivi CARTELLA STAMPA FONDAZIONE NUOVI GIORNI ONLUS: UN FUTURO AUTONOMO PER LE PERSONE DISABILI La nascita e gli obiettivi Fondazione Nuovi Giorni Onlus nasce nel 2010 per iniziativa della Società della Salute

Dettagli

Risultati dell indagine per la rilevazione del grado di soddisfazione del Centro Diurno Disabili del Comune di Calolziocorte

Risultati dell indagine per la rilevazione del grado di soddisfazione del Centro Diurno Disabili del Comune di Calolziocorte Risultati dell indagine per la rilevazione del grado di soddisfazione del Centro Diurno Disabili del Comune di Calolziocorte 01 A cura di Àncora Servizi Premessa metodologica Àncora Servizi, in collaborazione

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 30 DEL 09-09-1998 REGIONE LIGURIA

LEGGE REGIONALE N. 30 DEL 09-09-1998 REGIONE LIGURIA LEGGE REGIONALE N. 30 DEL 09-09-1998 REGIONE LIGURIA RIORDINO E PROGRAMMAZIONE DEI SERVIZI SOCIALI DELLA REGIONE E MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 8 AGOSTO 1994 N. 42 IN MATERIA DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 DEL 10.12.2008

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 DEL 10.12.2008 REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 Oggetto: LR 20/ 97, art. 3. Finanziamento di progetti d intervento a favore di persone con disturbo mentale e di persone con disabilità intellettive.

Dettagli

Le nuove geografie del lavoro di comunità. Università degli Studi di Bergamo Dipartimento scienze umane e sociali 21 ottobre 2013

Le nuove geografie del lavoro di comunità. Università degli Studi di Bergamo Dipartimento scienze umane e sociali 21 ottobre 2013 Le nuove geografie del lavoro di comunità Università degli Studi di Bergamo Dipartimento scienze umane e sociali 21 ottobre 2013 Il contesto nel quale si collocano le politiche di welfare L evoluzione

Dettagli

Regolamento per il servizio di trasporto per minori e adulti disabili, anziani, e persone in temporanea situazione di disagio.

Regolamento per il servizio di trasporto per minori e adulti disabili, anziani, e persone in temporanea situazione di disagio. Regolamento per il servizio di trasporto per minori e adulti disabili, anziani, e persone in temporanea situazione di disagio. Regolamento per il servizio di trasporto per minori e adulti disabili, anziani,

Dettagli

Draft sulla lettura dei risultati italiani dell indagine ALL (Adult literacy and Life skills) Aree geografiche a confronto

Draft sulla lettura dei risultati italiani dell indagine ALL (Adult literacy and Life skills) Aree geografiche a confronto Draft sulla lettura dei risultati italiani dell indagine ALL (Adult literacy and Life skills) Aree geografiche a confronto L indagine internazionale ALL raccoglie elementi importanti che riguardano la

Dettagli

Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014

Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014 Direzione Generale dell Immigrazione e delle Politiche di Integrazione Divisione II Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014 A cura della

Dettagli

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici Legge Regionale 28 aprile 2009, n. 15 Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici ( B.U. REGIONE BASILICATA N.22 del 2 maggio 2009 Articolo 1 Finalità 1. La presente legge, in

Dettagli

I Contratti di servizio come strumento di governance delle politiche di welfare locale

I Contratti di servizio come strumento di governance delle politiche di welfare locale I Contratti di servizio come strumento di governance delle politiche di welfare locale Raffaele Tomba Ponzano Veneto, 20 maggio 2011 Agenzia sanitaria e sociale regionale Area innovazione sociale 1 Fasi

Dettagli

DGR. n. 11496 del 17.3.2010

DGR. n. 11496 del 17.3.2010 DGR. n. 11496 del 17.3.2010 DEFINIZIONE DEI REQUISITI MINIMI DI ESERCIZIO DELL' UNITA' DI OFFERTA SOCIALE "CENTRO RICREATIVO DIURNO PER MINORI". ((PROSECUZIONE DEL PROCEDIMENTO PER DECORRENZA TERMINI PER

Dettagli

LA GIUNTA REGIONALE. VISTA la legge regionale 7 dicembre 2001, n. 32 concernente Interventi a sostegno della famiglia ;

LA GIUNTA REGIONALE. VISTA la legge regionale 7 dicembre 2001, n. 32 concernente Interventi a sostegno della famiglia ; DELIBERAZIONE N.1177 DEL 23/12/2005 Oggetto: L.r. 7 dicembre 2001, n. 32 Interventi a sostegno della famiglia. Individuazione degli interventi prioritari, nonché delle modalità e dei criteri di riparto

Dettagli

RISOLUZIONE N. 10/E. OGGETTO: Interpello Art. 11, legge 27 luglio 2000, n. 212. Attività consultoriale a pagamento - Qualificazione ONLUS.

RISOLUZIONE N. 10/E. OGGETTO: Interpello Art. 11, legge 27 luglio 2000, n. 212. Attività consultoriale a pagamento - Qualificazione ONLUS. RISOLUZIONE N. 10/E Direzione Centrale Normativa Roma, 23 gennaio 2015 OGGETTO: Interpello Art. 11, legge 27 luglio 2000, n. 212. Attività consultoriale a pagamento - Qualificazione ONLUS. Con l interpello

Dettagli

I quattro ordini di scuola a confronto Elisabetta Malaguti

I quattro ordini di scuola a confronto Elisabetta Malaguti I quattro ordini di scuola a confronto Elisabetta Malaguti Esperienze censite, destinate ad uno o più ordini di scuola. Le esperienze censite nella regione sono 2246. Nella figura che segue è, però, riportato

Dettagli

LINEE GUIDA DEL SERVIZIO DI

LINEE GUIDA DEL SERVIZIO DI AREA WELFARE SETTORE SERVIZIO SOCIALE E SOCIO-SANITARIO LINEE GUIDA DEL SERVIZIO DI ASSISTENZA EDUCATIVA TERRITORIALE RIVOLTA A MINORI E AD ADULTI IN SITUAZIONE DI DISAGIO, NON AFFETTI DA HANDICAP CERTIFICATO

Dettagli

COMUNE DI COGGIOLA VIA GARIBALDI, 24 13863 COGGIOLA REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLA CASA SOGGIORNO ANZIANI DI COGGIOLA

COMUNE DI COGGIOLA VIA GARIBALDI, 24 13863 COGGIOLA REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLA CASA SOGGIORNO ANZIANI DI COGGIOLA COMUNE DI COGGIOLA REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI BIELLA VIA GARIBALDI, 24 13863 COGGIOLA REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLA CASA SOGGIORNO ANZIANI DI COGGIOLA FINALITA DEL SERVIZIO Articolo 1 Il Comune di Coggiola

Dettagli

Modalità e requisiti per la definizione delle forme di partecipazione e rappresentanza nei tavoli di programmazione partecipata inerenti il Piano di

Modalità e requisiti per la definizione delle forme di partecipazione e rappresentanza nei tavoli di programmazione partecipata inerenti il Piano di Modalità e requisiti per la definizione delle forme di partecipazione e rappresentanza nei tavoli di programmazione partecipata inerenti il Piano di Zona delle Politiche sociali dell Ambito territoriale

Dettagli

IL RUOLO DELL ASSISTENTE SOCIALE NEL CONTESTO SOCIO-SANITARIO

IL RUOLO DELL ASSISTENTE SOCIALE NEL CONTESTO SOCIO-SANITARIO IL RUOLO DELL ASSISTENTE SOCIALE NEL CONTESTO SOCIO-SANITARIO - da operatore a promotore sociale - Dott. Marcello Candotto L IDENTITÀ DELL ASSISTENTE SOCIALE L assistente sociale è un operatore sociale

Dettagli

2.3 I SERVIZI SOCIALI

2.3 I SERVIZI SOCIALI 2.3.2 Il Servizio Sociale Apertura: Indirizzo: Recapiti: tel. Il Servizio alla Persona, ha preso avvio il: I servizi socio-assistenziali sono rivolti a tutti i cittadini residenti nel Comune di Pomezia.

Dettagli

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI PREMESSA L art. 3, II comma della Costituzione Italiana recita: è compito

Dettagli

Le strategie di promozione della lettura messe in atto dalla. biblioteca comunale di Soriano nel Cimino risultano abbastanza

Le strategie di promozione della lettura messe in atto dalla. biblioteca comunale di Soriano nel Cimino risultano abbastanza CAPITOLO QUARTO ANALISI DEI SERVIZI DI PROMOZIONE PER UNA VALUTAZIONE DEI BENEFICI 1. Premessa Le strategie di promozione della lettura messe in atto dalla biblioteca comunale di Soriano nel Cimino risultano

Dettagli

La diffusione dell ICF nell inserimento lavorativo dei disabili. Roma, 28 marzo 2012. Modello di Servizio per il Collocamento Mirato

La diffusione dell ICF nell inserimento lavorativo dei disabili. Roma, 28 marzo 2012. Modello di Servizio per il Collocamento Mirato La diffusione dell ICF nell inserimento lavorativo dei disabili Roma, 28 marzo 2012 Modello di Servizio per il Collocamento Mirato Finalità del Collocamento mirato Promozione di politiche attive per accrescere

Dettagli

Progetto Verso una Scuola Amica dei bambini e dei ragazzi

Progetto Verso una Scuola Amica dei bambini e dei ragazzi Progetto Verso una Scuola Amica dei bambini e dei ragazzi IC T. WEISS SCUOLA PRIMARIA GIOTTI SC SEC I GRADO STUPARICH A. SC. 2011/12 LA CONVENZIONE SUI DIRITTI DELL INFANZIA E DELL ADOLESCENZA: Il documento

Dettagli

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE della Regione Art. 1 Costituzione E costituita su delibera della ConVol nazionale la Rete regionale ConVol della Regione come articolazione regionale della ConVol nazionale,

Dettagli

1. IL SERVIZIO I.L.CO.M.

1. IL SERVIZIO I.L.CO.M. REPORT ATTIVITÀ SERVIZIO I.L.Co.M. 2012 1. IL SERVIZIO I.L.CO.M. Il servizio I.L.Co.M., realizzato dalla Società Pubblica Zona Ovest di Torino Srl su incarico dei Comuni di Grugliasco e Collegno in convenzione

Dettagli

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro ISTAT 17 gennaio 2002 Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro Nell ambito dell iniziativa di monitoraggio, avviata dall Istat per analizzare le modalità di conversione

Dettagli

REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE DISABILI

REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE DISABILI SETTEMBRE 2008 AMBITO TERRITORIALE DISTRETTO 5 REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE DISABILI Relazione tecnica Il presente regolamento è lo strumento realizzato dai Comuni del Distretto 5 per

Dettagli

R E G I O N E P U G L I A AREA POLITICHE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE

R E G I O N E P U G L I A AREA POLITICHE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE di R E G I O N E P U G L I A AREA POLITICHE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE DELLE PERSONE E DELLE PARI OPPORTUNITÀ ASSESSORATO AL WELFARE GLI INVESTIMENTI PER QUALIFICARE L OFFERTA DI STRUTTURE PER LE PERSONE

Dettagli

I5 LA FORMAZIONE PROFESSIONALE REGIONALE TRA CONFERME E DISCONTINUITA

I5 LA FORMAZIONE PROFESSIONALE REGIONALE TRA CONFERME E DISCONTINUITA I5 LA FORMAZIONE PROFESSIONALE REGIONALE TRA CONFERME E DISCONTINUITA Sempre più rapidi e articolati sono i mutamenti che in questi anni coinvolgono il sistema della formazione professionale regionale.

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA TRA

PROTOCOLLO D INTESA TRA PROTOCOLLO D INTESA TRA Provincia di Roma Dipartimento III - Servizio I Politiche del Lavoro e Servizi per l Impiego - SILD e Dipartimenti di Salute Mentale della ASL della Provincia di Roma e Associazioni

Dettagli

Alcuni dati sui servizi educativi a favore dei minori stranieri

Alcuni dati sui servizi educativi a favore dei minori stranieri Città di Torino Divisione Servizi Educativi Settore Integrazione educativa Alcuni dati sui servizi educativi a favore dei minori stranieri a cura di Carla Bonino Gli interventi che la Divisione Servizi

Dettagli

I dati sulla disabilità

I dati sulla disabilità I dati sulla disabilità In applicazione alla Legge 104/92 viene effettuato l accertamento della presenza di handicap in situazione di gravità. Complessivamente nell anno 2004 nella U.S.L. 5 sono stati

Dettagli

PROVINCIA DI ROVIGO Assessorato alle Politiche Giovanili

PROVINCIA DI ROVIGO Assessorato alle Politiche Giovanili PROVINCIA DI ROVIGO Assessorato alle Politiche Giovanili OSSERVATORIO SUL DISAGIO GIOVANILE Ser.T. e Associazioni Aggiornamento dei dati - Anno 2007 Si ringraziano per i dati forniti e la cortese collaborazione:

Dettagli

LA PRIMA INDAGINE SULLE SPESE DELLE FAMIGLIE PER L ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE PROFESSIONALE ANNO 2002 SINTESI

LA PRIMA INDAGINE SULLE SPESE DELLE FAMIGLIE PER L ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE PROFESSIONALE ANNO 2002 SINTESI MINISTERO DELL ISTRUZIONE DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA LA PRIMA INDAGINE SULLE SPESE DELLE FAMIGLIE PER L ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE PROFESSIONALE ANNO 2002 SINTESI Nel corso del 2002 si è svolta la

Dettagli

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 13 del 30/12/2008 Approvato dalla Provincia di

Dettagli

RISOLUZIONE N. 34/E. Roma 5 febbraio 2008

RISOLUZIONE N. 34/E. Roma 5 febbraio 2008 RISOLUZIONE N. 34/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma 5 febbraio 2008 OGGETTO: IRAP Art. 11, comma 3, del decreto legislativo n. 446 del 1997 Esclusione dalla base imponibile dei contributi

Dettagli

Il Collocamento Obbligatorio nella Provincia di Padova: Lavoratori disabili e Categorie Protette al 30 giugno 2010

Il Collocamento Obbligatorio nella Provincia di Padova: Lavoratori disabili e Categorie Protette al 30 giugno 2010 Il Collocamento Obbligatorio nella Provincia di Padova: Lavoratori disabili e Categorie Protette al 30 giugno 2010 Osservatorio sul Mercato del Lavoro della Provincia di Padova 1 In sintesi: Prosegue la

Dettagli

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle Trento, 23 gennaio 2012 La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle La popolazione residente in provincia di Trento

Dettagli

Il Sistema di Sorveglianza PASSI D ARGENTO: una risposta ai bisogni di informazione agli operatori di Distretto

Il Sistema di Sorveglianza PASSI D ARGENTO: una risposta ai bisogni di informazione agli operatori di Distretto Il Sistema di Sorveglianza PASSI D ARGENTO: una risposta ai bisogni di informazione agli operatori di Distretto Dr. Luigi Barbero Distretto di Cuneo Borgo San Dalmazzo CARD Piemonte Ma, che cos è il Distretto?

Dettagli

REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con Determinazione del Direttore Generale n. 244 del 20/07/2010 L importanza di un sistema operativo di valutazione comune e riconoscibile

Dettagli

REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE ANZIANI

REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE ANZIANI SETTEMBRE 2008 REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE ANZIANI Relazione tecnica Il presente regolamento è lo strumento di cui si sono dotati i Comuni del Distretto 5, secondo quanto previsto dalla

Dettagli

Ambito Distrettuale 6.1

Ambito Distrettuale 6.1 Ambito Distrettuale 6.1 Piano di Zona 2013-2015 AREE DI INTERVENTO: OBIETTIVI STRATEGICI, PRIORITA DEL PDZ, AZIONI, TEMPI E RISORSE 4.2 AREA DISABILITA PREMESSA. Negli ultimi anni l azione progettuale

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato ABRIGNANI. Disciplina delle professioni relative alle attività motorie

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato ABRIGNANI. Disciplina delle professioni relative alle attività motorie Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 2914 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato ABRIGNANI Disciplina delle professioni relative alle attività motorie Presentata il 25 febbraio

Dettagli

PRESENTAZIONE LEGGE REGIONALE 20/2002 E RELATIVO REGOLAMENTO

PRESENTAZIONE LEGGE REGIONALE 20/2002 E RELATIVO REGOLAMENTO PRESENTAZIONE LEGGE REGIONALE 20/2002 E RELATIVO REGOLAMENTO La legge regionale n. 20 del 6 novembre 2002, ed il relativo regolamento attuativo (n. 1 dell 8 marzo 2004) come più volte integrato e modificato,

Dettagli

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE SICUREZZA E RISPETTO DELLE REGOLE FINALITA e OBIETTIVI DEL PROGETTO Le direttive comunitarie in tema di salute e sicurezza sul luogo di lavoro sottolineano la necessità

Dettagli

) 21 38060 - NOMI (TN)

) 21 38060 - NOMI (TN) O P E R A R O M A N I (Azienda Pubblica di Servizi alla Persona ) Via Roma, 21 38060 - NOMI (TN) Costituita ai sensi della L.R. 21 settembre 2005, n.7 REGOLAMENTO DEL CENTRO DIURNO PER ANZIANI Gennaio

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della

Dettagli

Rapporto di monitoraggio dell Istruzione degli Adulti Basilicata Anno scolastico 2007/2008

Rapporto di monitoraggio dell Istruzione degli Adulti Basilicata Anno scolastico 2007/2008 Rapporto di monitoraggio dell Istruzione degli Adulti Basilicata Anno scolastico 2007/2008 Indice Introduzione I dati in sintesi 1. Le sedi 1.1. Le tipologie 1.2. La distribuzione dei Centri Territoriali

Dettagli

R e g i o n e L a z i

R e g i o n e L a z i o R e g i o n e L a z i Titolo del Progetto o del programma: Siamo sicuri che si può lavorare sicuri Identificativo della linea o delle linee di intervento generale/i: Prevenzione degli eventi infortunistici

Dettagli

Il 38% delle strutture residenziali per anziani sono a gestione pubblica, il 58% a gestione privata ed il rimanente 4% a gestione mista.

Il 38% delle strutture residenziali per anziani sono a gestione pubblica, il 58% a gestione privata ed il rimanente 4% a gestione mista. In sensibile crescita la domanda di servizi assistenziali da parte degli anziani: in 8 anni il numero degli anziani ospiti dei presidi assistenziali è cresciuto di quasi il 30%. Gli ospiti anziani cui

Dettagli

Pensionati e pensioni nelle regioni italiane

Pensionati e pensioni nelle regioni italiane Pensionati e pensioni nelle regioni italiane Adam Asmundo POLITICHE PUBBLICHE Attraverso confronti interregionali si presenta una analisi sulle diverse tipologie di trattamenti pensionistici e sul possibile

Dettagli

CENTRI SEMIRESIDENZIALI PER DISABILI ADULTI

CENTRI SEMIRESIDENZIALI PER DISABILI ADULTI CENTRI SEMIRESIDENZIALI PER DISABILI ADULTI 2. Progetto già avviato Sì No 3. Tipologia di servizio Istituzionale Servizi Essenziali Altro 4. Area tematica Disabilità 5. Macrotipologia LIVEAS Centri Residenziali

Dettagli

Criteri di selezione del collettivo e definizioni

Criteri di selezione del collettivo e definizioni Appendice A Criteri di selezione del collettivo e definizioni Introduzione L indagine sull integrazione sociale delle persone con disabilità è stata realizzata nell ambito del progetto Sistema di Informazione

Dettagli

VISTI. Il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, Testo unico delle leggi sull ordinamento degli enti locali ;

VISTI. Il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, Testo unico delle leggi sull ordinamento degli enti locali ; PROTOCOLLO OPERATIVO PER LA PROMOZIONE DI PROGETTI DI INSERIMENTO LAVORATIVO E STABILIZZAZIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO DI PERSONE IN STATO DI DISAGIO SOCIALE (PROGRAMMA PARI) VISTI Il Decreto Legislativo

Dettagli

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA SEDE

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA SEDE Consiglio Regionale della Basilicata - Gruppo LB / FRATELLI D ITALIA ALLEANZA NAZIONALE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA SEDE PROPOSTA DI LEGGE ISTITUZIONE DEL SERVIZIO REGIONALE PER

Dettagli

Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore. Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore

Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore. Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore Roberto Felici, Giorgio Gobbi, Raffaella Pico Servizio Studi di Struttura

Dettagli

LA FORMAZIONE PROFESSIONALE

LA FORMAZIONE PROFESSIONALE LA FORMAZIONE PROFESSIONALE I corsi di formazione professionale permettono di integrare le conoscenze scolastiche o di acquisire nuove conoscenze e competenze in ambiti diversi dall indirizzo di studio

Dettagli

LE PROPOSTE DEL FORUM A.S. ALLA XIII COMMISSIONE AGRICOLTURA DELLA CAMERA

LE PROPOSTE DEL FORUM A.S. ALLA XIII COMMISSIONE AGRICOLTURA DELLA CAMERA LE PROPOSTE DEL FORUM A.S. ALLA XIII COMMISSIONE AGRICOLTURA DELLA CAMERA Consegnate alla Commissione agricoltura della Camera dei deputati il 26 aprile 2012 1. Il Forum per una legge nazionale Il Forum

Dettagli

Documento di economia e finanza 2015. Dossier 1 La finanza delle amministrazioni comunali

Documento di economia e finanza 2015. Dossier 1 La finanza delle amministrazioni comunali Documento di economia e finanza 2015 Dossier 1 La finanza delle amministrazioni comunali Audizione del Presidente dell Istituto nazionale di statistica, Giorgio Alleva Commissioni riunite V Commissione

Dettagli

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Il presente materiale didattico costituisce parte integrante del percorso formativo

Dettagli

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Introduzione Il progetto W.In D. (Women In Development) si inserisce nelle attività previste e finanziate

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 06-11-2002 REGIONE MARCHE

LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 06-11-2002 REGIONE MARCHE LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 06-11-2002 REGIONE MARCHE DISCIPLINA IN MATERIA DI AUTORIZZAZIONE E ACCREDITAMENTO DELLE STRUTTURE E DEI SERVIZI SOCIALI A CICLO RESIDENZIALE E SEMIRESIDENZIALE Fonte: BOLLETTINO

Dettagli

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 (art. 14 comma 5 - d.lgs 150/2009) sintesi dati Generali, per Area e tipologia di dipendente Le Amministrazioni pubbliche, nella prospettiva di

Dettagli

Alcune Linee Guida per l affidamento di appalti di servizi e forniture agli organismi della cooperazione sociale

Alcune Linee Guida per l affidamento di appalti di servizi e forniture agli organismi della cooperazione sociale Alcune Linee Guida per l affidamento di appalti di servizi e forniture agli organismi della cooperazione sociale 1. Premessa. A partire dalle indicazione della Giunta Comunale, il Settore Lavori Pubblici

Dettagli

I lavoratori domestici in Friuli Venezia Giulia

I lavoratori domestici in Friuli Venezia Giulia 1 luglio 2015 #lavoro Rassegna Stampa Messaggero Veneto2lug2015 Il Piccolo 2lug2015 TG3 RAI FVG 1lug2015 I lavoratori domestici in Friuli Venezia Giulia Anche in Friuli Venezia Giulia il mercato del lavoro

Dettagli

Nati per Leggere Piemonte. Linee guida per la compilazione del questionario

Nati per Leggere Piemonte. Linee guida per la compilazione del questionario Linee guida per la compilazione del questionario Maggio 2014 Introduzione Gli indicatori e le relative linee guida riportati in questo breve documento sono stati elaborati da Fondazione Fitzcarraldo attraverso

Dettagli

SCUOLA PRIMARIA STATALE 3 CIRCOLO G. CAIATI

SCUOLA PRIMARIA STATALE 3 CIRCOLO G. CAIATI SCUOLA PRIMARIA STATALE 3 CIRCOLO G. CAIATI Analisi dei dati relativi al questionario di valutazione sulla qualità dell integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Progetto ICF Dal modello ICF

Dettagli

COMUNE DI COLOGNO AL SERIO

COMUNE DI COLOGNO AL SERIO COMUNE DI COLOGNO AL SERIO Provincia di Bergamo PIANO TRIENNALE DI AZIONI POSITIVE PER LE PARI OPPORTUNITA TRIENNIO 2015/2017 (Art. 48 del D.Lgs. 198/2006) Approvato con deliberazione della Giunta comunale

Dettagli

Comune di Lecco. DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE Numero 571 Data: 06-09-2013 SETTORE : POLITICHE SOCIALI E DI SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA

Comune di Lecco. DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE Numero 571 Data: 06-09-2013 SETTORE : POLITICHE SOCIALI E DI SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA Comune di Lecco Piazza Diaz, 1-23900 Lecco (LC) - Tel. 0341/ 481111 - Fax 286874 - C.F. 00623530136 N. 571-2013 Reg. DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE Numero 571 Data: 06-09-2013 SETTORE : POLITICHE SOCIALI

Dettagli

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE un PROTOCOLLO D INTESA tra CONSIGLIERA PARITÀ PROVINCIALE DONNE

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 -

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 - PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016-1 1. Introduzione: organizzazione e funzioni del Comune. Con l approvazione del presente Programma Triennale della Trasparenza e dell

Dettagli

REGOLAMENTO PER PRESTAZIONI DI ASSISTENZA DOMICILIARE, TRASPORTO SOCIALE E TELESOCCORSO

REGOLAMENTO PER PRESTAZIONI DI ASSISTENZA DOMICILIARE, TRASPORTO SOCIALE E TELESOCCORSO REGOLAMENTO PER PRESTAZIONI DI ASSISTENZA DOMICILIARE, TRASPORTO SOCIALE E TELESOCCORSO Approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 443 del 11/12/1989. Art. 1 Oggetto del servizio Il presente Regolamento

Dettagli

Progress Report Piano Progetti 2010. IWorkshop di presentazione e valutazione dei risultati PROGETTO RELI

Progress Report Piano Progetti 2010. IWorkshop di presentazione e valutazione dei risultati PROGETTO RELI Progress Report Piano Progetti 2010 IWorkshop di presentazione e valutazione dei risultati PROGETTO RELI Responsabile scientifico: Centro Collaborativo: Giovedì 11 e Venerdì 12 Novembre 2010 Sala Mercede

Dettagli

LIFC - QUALITA DELLA VITA

LIFC - QUALITA DELLA VITA 1 Dando per scontato che la persona con FC è già a conoscenza dei suoi diritti e delle leggi che lo tutelano: 2 Dando per scontato che la persona FC ha concluso il percorso di studi ed è pronto per entrare

Dettagli