PONTE MORANDI DI GENOVA
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- Virginio Frigerio
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1 PONTE MORANDI DI GENOVA Dopo il crollo, immediatamente è stato tirato in ballo il progettista additandolo come il responsabile. Inoltre, altri ponti solo perché progettati dallo stesso ingegnere, come, ad esempio il ponte per Fiumicino e quello di Benevento sono stati chiusi al traffico. Il ponte è stato progettato oltre cinquanta anni fa quando erano inferiori sia i carichi previsti dalla normativa, sia i volumi di traffico che, nel frattempo, sono aumentati di cinque volte. Figura 1 - aumento del traffico negli anni. Il ponte ha tre cavalletti bilanciati con l impalcato strallato. Evidentemente, il progettista per questioni estetiche, per dare un idea di maggiore leggerezza, ha inserito 1
2 solo due coppie di stralli a cavalletto, avrebbe potuto inserire 4 coppie di dimensioni inferiori, ma ha preferito fare così. Figura 2 - In rosso la parte crollata Per l evidente scopo di proteggere gli stralli dalla corrosione, il progettista ha deciso di rivestirli in cls e dato che questo è soggetto a ritiro (quindi si sarebbe fessurato già naturalmente), le lesioni sarebbero aumentate per via della trazione che è lo sforzo prevalente in questo elemento strutturale. Per ridurre le lesioni del cls, e la tensione di trazione nei trefoli principali dello strallo, il progettista ha inserito degli ulteriori trefoli periferici e due file nella mezzeria, con lo scopo di fornire al cls una precompressione, ridurre, quindi, le lesioni nel cls. Inoltre, i trefoli di precompressione forniscono un notevole contributo ai trefoli dello strallo che, com è evidente, lavorano quasi solo a trazione. Figura 3 - Sezione di uno strallo originario. I cerchietti più piccoli rappresentano i trefoli di precompressionedel cls, i 24 cerchietti più grossi indicano i trefoli di strallatura. 2
3 Dall entrata in esercizio ad oggi, le operazioni di manutenzione hanno portato al rafforzamento degli stralli di un cavalletto, infatti, sono stati rinforzati mediante l aggiunta di dodici di trefoli periferici intorno alla sezione originale, la necessaria incravattatura e il ringrosso in cls. Quindi, anche un leggero degrado dei trefoli di precompressione porta ad un notevole aggravio della trazione nei trefoli che sorreggono l impalcato. Sul ponte appena caduto ognuno ha detto la propria opinione, il progettista è stato accusato, anche da fonte autorevole, di aver sbagliato il calcolo dello scorrimento viscoso, ma questo è nell ordine di qualche mm ogni 10 m di lunghezza dell elemento strutturale in qualsiasi condizione di carico e anche se la curva di deformazione è asintotica, detto fenomeno si considera convenzionalmente esaurito dopo i primi anni di messa in esercizio della struttura. Quindi, con il crollo, lo scorrimento viscoso non ha nulla a che fare. Figura 4 - Sezione di uno strallo rinforzato. Sono visibili i 12 trefoli inseriti su entrambi i lati, il cls di contorno aggiuntivo e la incravattatura periferica in acciaio per il fermo dei nuovi trefoli. È stato anche detto che il cavalletto è collassato in seguito allo sbilanciamento istantaneo dovuto al crollo della soletta centrale che unisce, attraverso giunti, gli impalcati strallati. Ma alla luce delle analisi seguite all osservazione dei fatti, neanche questa ipotesi è da considerarsi verosimile anche perché, se fosse vera, sarebbe dovuto anche collassare il successivo cavalletto e, quindi anche il terzo come delle tessere di 3
4 domino. Anche questa tesi non può essere accettata perché il secondo cavalletto, nonostante sbilanciato per la caduta della soletta centrale, è rimasto al suo posto senza segni di cedimenti ulteriori. Il ponte è stato progettato anche per poter assorbire queste sollecitazioni aggiuntive dovute a sbilanciamenti (anche istantanei), del carico. Dette sollecitazioni si traducono in azioni di compressione e di trazione sulle aste dei cavalletti, azioni che questi elementi strutturali sono in grado di assorbire senza alcun problema. In una struttura strallata, com è noto, gli stralli sono gli elementi che devono essere oggetto di maggiore attenzione da parte dei manutentori. Nel caso del ponte di Genova, all ispezione è risultato un degrado dei materiali degli stralli del 20%. Dato che la materia resistente degli stralli è solo l acciaio, una perdita di efficienza del 20% vuol dire che la corrosione ha aggredito e compromesso già una quantità di materiale del 40%. Inoltre, i trefoli della precompressione sono relativamente sottili, per cui il degrado è molto veloce e sui trefoli a sostegno dell impalcato il carico aumenta sempre di più. È risaputo che la rottura di uno strallo è di tipo fragile, avviene in modo istantaneo e senza preavviso. È proprio quello che è avvenuto al ponte di Genova. Ci sono delle testimonianze attendibili e molto preziose perché confermate dai fatti. Ad esempio, una signora ha dichiarato che ha visto il ponte sollevarsi da un lato. Il ponte è crollato dopo aver subito una lieve rotazione nel verso orario osservando la figura 5, sul cavalletto posto nella mezzeria del tratto di impalcato. Questi due fatti inducono a credere che il crollo sia stato innescato solo dalla rottura di uno dei due stralli indicati nella figura 4 con le lettere B e D. 4
5 La rottura di uno qualsiasi dei due stralli B o D innesca la lieve rotazione visibile nelle foto del satellite scattate nell immediatezza del crollo. Per individuare quale dei due stralli sia collassato per primo, allora occorre affidarsi alle testimonianze o ai filmati. Guardando la figura 5, allora è facile dedurre che se l impalcato è stato visto sollevarsi sul lato destro, allora significa che è collassato lo strallo contrassegnato con la lettera D, altrimenti viceversa, quello indicato con la lettera A. C B A D Figura 5 - La parte del ponte crollata è evidenziata in rosso. La rottura di un solo strallo innesca una torsione nel cavalletto e questo non è stato progettato per assorbire una sollecitazione di tipo torsionale. Infatti, basta solo osservare la geometria dei cavalletti per comprendere che il tipo di struttura che li configura non è adatta ad assorbire questo tipo di azione. Quindi una simile sollecitazione torsionale, per 5
6 quanto piccola possa essere, porta inevitabilmente al collasso immediato dell intero cavalletto. Dai rilievi che sarà possibile effettuare sulle macerie, è probabile che si troveranno due stralli spezzati e due ancora, diciamo così, integri, infatti la rottura di uno strallo porta oltre alla torsione sul cavalletto e al sollevamento dell impalcato dalla parte opposta, anche ad una quasi contemporanea rottura dello strallo gemello, cioè posto dalla stessa parte della campata. Arch. Davide Romei Roma li, 22 agosto
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