Il Piano regionale della prevenzione, indicazioni degli obiettivi e indicazioni organizzative
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- Bernadetta Innocenti
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1 Il Piano regionale della prevenzione, indicazioni degli obiettivi e indicazioni organizzative I materiali destinati agli operatori con le indicazioni organizzative e gli obiettivi sugli interventi attivati con il Piano regionale della prevenzione -seconda parte, presentati nella riunione del 21 aprile Indice materiali: prevenzione delle patologie indotte dall ambiente costruito prevenzione delle recidive nei soggetti che già hanno avuto problemi cardiovascolari sorveglianza e prevenzione dell obesità sorveglianza e prevenzione degli incidenti stradali sorveglianza e prevenzione degli incidenti domestici
2 Il Piano Regionale della Prevenzione della Patologia indotta dall ambiente costruito Assessorato Politiche per la Salute Regione Emilia-Romagna Presentazione della II Parte del Piano Regionale della Prevenzione Bologna 21 Aprile 2006
3 I Determinanti della Patologia Cronico-degenerativa Uomo Comportamento Ambiente costruito Ambiente fisico
4 L Ambiente Costruito: la morfologia determina la funzione Scarsa sicurezza = nessuna utilizzazione Alta sicurezza = forte utilizzazione
5 L Ambiente Costruito: la morfologia determina la funzione Bassa pedonabilità Alta pedobabilità
6 I Determinanti della Patologia Cronico-degenerativa I determinanti relativi all ambiente costruito possono essere aggrediti perché: le evidenze epidemiologiche dimostrano la loro rilevanza; sono già state osservate correlazioni tra forme dell ambiente costruito e patologie; in Regione Emilia-Romagna il tema è oggetto di studio da parte del SSR da tempo.
7 Motivi della presentazione del Piano di Prevenzione delle Patologie indotte dall Ambiente Costruito BUROCRATICO: le tessere inserite nei singoli Piani rischiano di perdere la loro efficacia se poste in un contesto burocraticoamministrativo troppo vago; di CONTENUTO: per non perdere significati e interrelazioni, nel rapporto tra ambiente costruito e salute, chiaramente intelligibili solo all interno di un quadro globale; di COMUNICAZIONE: l esposizione dei contenuti uno di seguito all altro ha un potere di comunicare il reale significato sanitario della materia certamente maggiore di quanto non possa l esame di singole tessere.
8 Il World Health Report 2002 stima che l inattività fisica causi 1,9 milioni di morti ogni anno nel mondo. In totale si stima che causi il % dei casi di cancro della mammella, e del colon, il % dei casi di diabete e circa il 22 % dei casi di malattie cardiache ischemiche.
9 L attività fisica può anche migliorare la salute dell apparecchio osteo-scheletrico, controllare il peso corporeo, ridurre i sintomi della depressione. Sono stati già dimostrati in un gran numero di studi i possibili benefici effetti sulle condizioni osteoscheletriche, sul mal di schiena, l osteoporosi e le cadute, come sull obesità, la depressione, l ansia e lo stress.
10 Al di là dei benefici medici diretti, aumentare l attività fisica attraverso un programma integrato che tiene conto dei trasporti e della politica di pianificazione urbanistica produce altri più ampi effetti, aumenta l interazione sociale per tutto il corso della vita, procura una ricreazione piacevole, riduce la violenza e l inquinamento e la congestione del traffico urbano
11 L Ambiente Costruito: le esigenze per una vita sana Controllo Rumorosità Sicurezza degli Ambienti Mobilità e sue conseguenze Pratica esercizio fisico Capitale sociale Spazi verdi e spazi collettivi Accessibilità degli ambienti Qualità dell arria
12 Gli Obiettivi specifici A) Stesura, sperimentazione ed adozione formale di Linee Guida per la valutazione generale dei contenuti igienicosanitari degli strumenti di pianificazione territoriale; B) Stesura, sperimentazione ed adozione formale di Linee Guida specifiche per la valutazione dei contenuti igienicosanitari degli strumenti di pianificazione territoriale in tema di: esercizio fisico, incidentalità stradale, accessibilità, verde pubblico e spazi di socializzazione; C) Stesura e sperimentazione di Linee Guida specifiche per la valutazione dei contenuti igienico-sanitari degli edifici in tema di esercizio fisico, socializzazione e prevenzione degli incidenti domestici.
13 I Gruppi di Lavoro Gruppo di lavoro Commissione Tecnica Regionale Strumenti Urbanistici Funzione Coordinamento tecnico degli Obiettivi A e B Servizio Sanità Pubblica della RER Coordinamento tecnico dell Obiettivo C
14 Risorse e attività richieste ai DSP per l esecuzione del Piano Disponibilità del personale componente i Gruppi di lavoro; Partecipazione alle scelte delle AUSL presso cui si svolgeranno le sperimentazioni; Esecuzione delle sperimentazioni (se tra le AUSL scelte) di concerto con il Gruppo di Coordinamento tecnico; Aggiornamento del personale Applicazione delle Linee Guida nella pratica quotidiana
15 Applicazione delle Linee Guida nella pratica quotidiana Le Linee Guida saranno studiate per offrire: Indirizzi regionali per lo sviluppo della regolamentazione locale (RUE, PUT, ecc.); Indirizzi regionali sul metodo di approccio e di pesatura dei contenuti igienico-sanitari degli Strumenti di Pianificazione Territoriale (PSC, POC, ecc.); Punti di riferimento culturali per le decisioni locali in materia di Salute e Ambiente.
16 Risultati attesi nei DSP dall esecuzione del Piano Aggiornamento del personale; Miglioramento delle conoscenze sul rapporto tra ambiente costruito e salute; Approfondimento delle capacità di lettura del territorio (es. fenomeni da osservare, unità di misura, ecc.); Riposizionamento del Casa e Città al centro delle questioni di salute; Esecuzione della prevenzione su di un Determinante chiave di salute con metodi e strumenti aggiornati
17 PREVENZIONE DELLE RECIDIVE ACCIDENTI CARDIOVASCOLARI Regione Emilia-Romagna Piano regionale prevenzione Intesa Stato-Regioni e Province autonome 23 marzo 2005
18 TARGET Persone dimesse da strutture di ricovero Con diagnosi di I.M.A. Con diagnosi di altre forme acute e subacute di malattie ischemiche del cuore Dopo interventi di rivascolarizzazione
19 OBIETTIVO GENERALE: diminuire l incidenza degli eventi cardiovascolari secondari PUNTI CRITICI SU CUI AGIRE Continuità di cura fra ospedale e territorio Qualità della cura e appropriatezza degli interventi Comunicazione e relazioni tra operatori sanitari Sviluppo dell attività di counselling
20 COORDINAMENTO DEL PIANO A livello regionale istituzione di un gruppo di lavoro multidisciplinare con la partecipazione di: D.G. Sanità e Pol. Soc. (Sanità Pubblica. Presidi Ospedalieri, Politica del farmaco, Assistenza distrettuale) Agenzia sanitaria regionale (Area Governo clinico) Cardiologi MMG Farmacisti Infermieri Esperti in analisi statistica ed epidemiologica
21 COORDINAMENTO DEL PIANO A livello di ogni Azienda USL istituzione di un gruppo di lavoro multidisciplinare con le medesime figure professionali previste nel gruppo regionale
22 OBIETTIVI SPECIFICI Sviluppo di un sistema informativo in tema Definizione di percorsi integrati tra ospedale e territorio Organizzazione di attività di counselling Formazione del personale sanitario Attività di educazione e informazione sulle malattie cardiovascolari Riduzione degli errori di terapia
23 OBIETTIVO 1 sviluppo di un sistema informativo su eventi c.v. acuti e recidive Criticità da superare Va definito un indicatore di incidenza Va migliorata la stima delle recidive e della prevalenza E necessario attivare un gdl con la partecipazione di esponenti della Commissione Cardiochirurgica reg.le, dell ASR e di alcune U.O. di Epidemiologia delle AUSL
24 OBIETTIVO 5 informazione ed educazione sulle malattie cardiovascolari Obiettivo trasversale a molte attività del Piano reg.le Prevenzione Raccogliere, selezionare e utilizzare il materiale divulgativo già pubblicato per veicolare informazioni sull adozione di stili di vita e comportamenti favorevoli al mantenimento o al recupero dello stato di salute Attivazione Laboratori del cittadino competente
25 OBIETTIVO 5 informazione ed educazione sulle malattie cardiovascolari Azione specifica: definire apposite istruzioni di comportamento per i soggetti cardiopatici in relazione alle condizioni di inquinamento atmosferico Raccordo con il sito Liberiamo l aria
26 PIANO DELLA PREVENZIONE in Regione Emilia-Romagna Servizio Veterinario e Igiene degli Alimenti Regione Emilia- Romagna 21 aprile 2006
27 SORVEGLIANZA E PREVENZIONE DELL OBESITA
28 Obiettivo 1 SORVEGLIARE IL FENOMENO Azione a) Monitoraggio del rischio obesità nell età evolutiva Monitoraggio delle abitudini alimentari, motorie e degli stili di vita della popolazione infantile e adolescenziale e relative famiglie
29 Obiettivi PROGETTO REGIONALE SORVEGLIANZA NUTRIZIONALE Completamento rilevazione dati nelle diverse fasce di età per ottenere fotografia rappresentativa della popolazione regionale Dati antropometrici (peso, altezza) Abitudini alimentari (questionari)
30 Azioni PROGETTO REGIONALE SORVEGLIANZA NUTRIZIONALE 2006 socializzazione dati 2005 e predisposizione strumenti operativi per successiva raccolta dati 2007 raccolta ed elaborazione dati 13 anni socializzazione dati 2008 raccolta ed elaborazione dati 17 anni socializzazione dati
31 Obiettivo 2 IL MONDO DELLA SCUOLA Azione Realizzazione di interventi rivolti al mondo della scuola per il miglioramento della qualità nutrizionale nella ristorazione scolastica e per la promozione di corretti stili di vita
32 Obiettivi Prevenzione precoce Linee guida regionali per orientare la programmazione del servizio di ristorazione scolastica Miglioramento della tipologia di prodotti presenti nei distributori automatici Realizzazione di campagna educativa-informativa nelle scuole per raggiungere anche le famiglie
33 Azioni Miglioramento della qualità nutrizionale nella ristorazione scolastica 2006 elaborazione e stesura linee guida regionali per la ristorazione scolastica 2007 anagrafe servizi ristorazione scolastica miglioramento offerte nei distributori automatici 2008 realizzazione di campagna educativainformativa con logo riconoscibile
34 Obiettivo 3 COMUNICARE ED EDUCARE Azione Interventi di comunicazione ed educazione nutrizionale e promozione di sani stili di vita
35 Obiettivi Diffusione dati e informazioni Dossier Pagine Web Convegni Aggiornamento MMG e PLS Articoli Opuscoli
36 Obiettivi Banca dati interventi Scheda informatica Raccolta tutti progetti Aggiornamento continuo su web
37 Azioni 2006 dossier dati 6 e 9 anni scheda informatica per censimento 2007 materiale scientifico e divulgativo creazione Banca Dati 2008 dossier dati 13 anni aggiornamento continuo su web
38 Obiettivo 4 COMINCIARE SUBITO Azione La donna in gravidanza Promozione dell allattamento al seno e dell adozione di un corretto stile alimentare
39 Obiettivi Incrementare allattamento al seno Sostegno allattamento Informazione ai professionisti Informazione ai genitori
40 Azioni 2006 gruppo multidisciplinare per promozione allattamento al seno indagine su allattamento 2007 piano di implementazione allattamento archivio di documentazione esperienze 2008 monitoraggio interventi strumenti informativi per i genitori
41 Obiettivo 5 MUOVERSI Azione Incidere sui processi di organizzazione della città per rendere facile ed accessibile a tutti lo svolgimento di una regolare attività fisica
42 Obiettivi Valutare i progetti di Pianificazione Territoriale Valutazione impatto sull attività fisica Promozione attiva dell attività motoria Stesura linee guida
43 Azioni 2006 tavolo di coordinamento 2007 stesura linee guida proposte aggiornamento agli ordini professionali 2008 valutazione della promozione dell attività fisica in ogni progetto di pianificazione territoriale
44 Obiettivo 6 SUPPORTARE I SOGGETTI A RISCHIO Azione Sperimentazione di percorsi e interventi di supporto nutrizionale per gruppi di bambini/adolescenti obesi
45 Obiettivi Rete di collaborazioni Modalità operative di intervento Strutturare offerta terapeutica
46 Azioni 2006 analisi dell esistente 2007 indicazioni operative sperimentazione in ambiti locali 2008 emanazione Linee Guida per strutturazione rete di percorsi di presa in carico
47 Obiettivo 7 VIGILARE Azione Verifica qualità nutrizionale dei prodotti Corretta informazione consumatore
48 Obiettivi Concertare strategie con produzione, distribuzione e consumatori Verificare caratteristiche qualitative nutrizionali degli alimenti commercializzati
49 Azioni 2006 tavoli di confronto con i consumatori definizione programma di controllo 2007 controllo analitico dei prodotti alimentari verifiche per corretta etichettatura 2008 maggiore offerta e riconoscibilità di alimenti salubri Comunicare esiti ai consumatori
50 Il Piano Regionale della Prevenzione degli Incidenti Stradali Assessorato Politiche per la Salute Regione Emilia-Romagna Presentazione della II Parte del Piano Regionale della Prevenzione Bologna 21 Aprile 2006
51 Le dimensioni del fenomeno In Emilia-Romagna nel 2004 vi sono stati: incidenti stradali con feriti 596 morti
52 Gli Obiettivi generali del Piano di Prevenzione degli Incidenti Stradali 1. Migliorare le conoscenze del fenomeno 2. Diminuire il numero degli incidenti e la gravità delle loro conseguenze
53 Caratteristiche Anagrafiche I Determinanti degli Incidenti Stradali Uomo Comportamento Abilità Giovani Anziani Uso dei DPI Uso di Alcol e sostanze Giovani Stranieri Caratteristiche insediamenti Ambiente Caratteristiche infrastrutture
54 Caratteristiche Anagrafiche Gli Obiettivi specifici di Sorveglianza Uomo Comportamento Abilità Giovani Anziani Uso dei Uso di Giovani DPI Alcol e sostanze Stranieri A) Sistema di sorveglianza degli outcome basato sui dati del SSR B) Analisi epidemiologica sull uso dei DPI C) Approfondimento conoscenze su popolazioni target
55 Caratteristiche Anagrafiche Gli Obiettivi specifici di Prevenzione Uomo Comportamento Abilità Giovani Anziani Uso dei Uso di Giovani Stranieri DPI Alcol e sostanze A) Alleanze con le FF. OO. per la repressione del non utilizzo dei DPI B) Informazione Educazione sull uso dei DPI C) Alleanze con le FF. OO. per la repressione della guida in s. di ebbrezza D) Informazione Educazione per ridurre la guida in s. di ebbrezza E) Miglioramento della qualità delle certificazioni di idoneità alla guida G) Collaborazione con l Osservatorio per l educazione alla guida sicura nelle scuole e nelle autoscuole
56 Gli Obiettivi specifici di Prevenzione F) Valutazione della Sicurezza Stradale in ogni progetto di Pianificazione Territoriale ed infrastrutturale Caratteristiche insediamenti Ambiente Caratteristiche infrastrutture
57 Tipologie di Obiettivi specifici di Sorveglianza 1) Predisposizione di Strumenti: Obiettivo specifico A Sorveglianza dell outcome 2) Messa a punto di un indagine e sua esecuzione su di un campione rappresentativo: Obiettivo specifico B Misurazione dell uso dei DPI Obiettivo specifico C Approfondimento conoscenze su popolazioni target
58 Tipologie di Obiettivi specifici di Prevenzione 1) Predisposizione di Strumenti: Obiettivo specifico A Alleanze con le FF. OO. per la repressione del non utilizzo dei DPI ; Obiettivi specifico C Alleanze con le FF. OO. per la repressione della guida in s. di ebbrezza 2) Messa a punto di una attività e sua esecuzione su tutto il territorio: Obiettivo specifico B Informazione Educazione sull uso dei DPI Obiettivo specifico E Miglioramento della qualità delle certificazioni di idoneità alla guida ; Obiettivo specifico F Valutazione della Sicurezza Stradale in ogni progetto di Pianificazione Territoriale ed Infrastrutturale ; Obiettivo specifico G Collaborazione con l Osservatorio nella campagna di educazione nelle scuole
59 I Gruppi di Lavoro Gruppo di lavoro Funzione Livello Comitato Tecnico-Scientifico dell Osservatorio Gruppo di Coordinamento c/o la D.G. Sanità e Politiche Sociali Team di Esperti Servizi di Epidemiologia e Comunicazione dei DSP Servizio Sanità Pubblica RER Servizio Presidi Ospedalieri RER Servizio Sviluppo Servizi Sociali RER Servizio Sanità Pubblica RER Servizio Sviluppo Servizi Sociali RER Commisione Tecnica Regionale Strumenti Urbanistici Integrazione delle Politiche 1 Supporto e integrazione le azioni del 2 SSR Coordinamento Generale del Piano Coordinamento tecnico dell Obiettivo A 3 di Sorveglianza * Coordinamento tecnico degli Obiettivi 3 B e C di Sorveglianza * Coordinamento tecnico degli Obiettivi A; B e G di Prevenzione Obiettivo C di Prevenzione 3 Obiettivo E di Prevenzione 3 Obiettivo F di Prevenzione 3
60 Risorse e attività richieste ai DSP per l esecuzione del Piano Disponibilità del personale componente i Gruppi di lavoro; Partecipazione alle scelte delle AUSL presso cui si svolgeranno le sperimentazioni; Esecuzione delle sperimentazioni (se tra le AUSL scelte) di concerto con il Gruppo di Coordinamento tecnico; Aggiornamento del personale Esecuzione delle attività previste dagli Obiettivi che dovranno essere realizzati su tutto il territorio regionale (o sul campione rappresentativo).
61 Risultati attesi nei DSP dall esecuzione del Piano Aggiornamento del personale; Riposizionamento dei DSP nel tavolo degli attori della materia; Miglioramento delle conoscenze sul fenomeno a livello regionale e locale; Esecuzione di attività di prevenzione nuove e incisive.
62 Il Piano Regionale della Prevenzione degli Incidenti Domestici Marinella Natali Servizio Sanità pubblica Assessorato Politiche per la Salute Regione Emilia-Romagna Presentazione della II Parte del Piano Regionale della Prevenzione Bologna 21 Aprile 2006
63 Le dimensioni del problema Multiscopo ISTAT 2002 SINIACA Forlì 2003 e 2004 PASSI ,5% popolazione anno (tutte le età) è vittima di un incidente domestico che dà luogo ad accesso al PS % popolazione anno (18-69 aa) è vittima di un incidente domestico Il Piano Regionale della Prevenzione degli Incidenti Domestici
64 Le esperienze in essere Piani per la salute Indagini conoscitive Informazione e formazione Formazione per progettisti Interventi nelle abitazioni Il Piano Regionale della Prevenzione degli Incidenti Domestici
65 Gli obiettivi Sorveglianza costruzione di un sistema informativo regionale sul fenomeno che consenta l integrazione e l estensione di quanto già esistente Dimensione Impatto sulla salute e costi diretti Determinanti Il Piano Regionale della Prevenzione degli Incidenti Domestici
66 Obtv specifico A: definizione di uno strumento operativo di raccolta dei dati sulle condizioni di salute delle vittime di incidenti domestici applicabile all intero territorio regionale. (team esperti) Obtv specifico B: attivazione in Regione di un secondo punto di rilevazione SINIACA (gruppo di lavoro) Il Piano Regionale della Prevenzione degli Incidenti Domestici
67 Gli obiettivi Prevenzione riduzione del fenomeno sia per incidenza sia per gravità nei bambini e negli anziani (gruppo di lavoro interdisciplinare) Il Piano Regionale della Prevenzione degli Incidenti Domestici
68 Obtv specifico A: Riduzione del rischio di caduta nell anziano fragile al domicilio Obtv specifico B: Riduzione del rischio da aspetti impiantistici e strutturali Obtv specifico C: Riduzione del rischio tramite interventi informativi ed educativi specifici Il Piano Regionale della Prevenzione degli Incidenti Domestici
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