Il Mondo dell Economia con gli occhi dei bambini: esperienze di un curricolo in continuità tra la Scuola dell Infanzia e la Scuola Primaria
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- Cornelia Ceccarelli
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1 Il Mondo dell Economia con gli occhi dei bambini: esperienze di un curricolo in continuità tra la Scuola dell Infanzia e la Scuola Primaria
2 Il Progetto Economia La Commissione di Economia del Primo Circolo Didattico di Spinea (VE), funziona dall anno scolastico 2001/2002 e ha, gradualmente coinvolto un numero crescente di insegnanti Oggi coinvolge 16 insegnanti di Scuola dell Infanzia e di Scuola Primaria e circa 300 bambini e bambine dai 3 agli 11 anni Gli insegnanti si riuniscono regolarmente in commissione durante l anno scolastico per programmare, confrontare, discutere sulla base della documentazione che ciascun insegnante o team produce.
3 Finalità Cominciare a costruire il concetto di denaro: funzione economica, storia, significati culturali e sociali Mettere in relazione il denaro con gli altri aspetti del sistema economico: lavoro, produzione, banca, stato, leggi,.. Cominciare a costruire concetti interpretativi indispensabili anche per i curricoli di storia e di geografia (lavoro, produzione, proprietà, mercato, risorse, legge, stato, governo, popolazione,povertà) di matematica (cambio, probabilità, operazione, contabilità..), di scienze e tecnologia (energia, materiali,macchine,..)
4 Metodologia progettazione di una ipotesi di percorso praticabile nel contesto, anche in relazione a piste di altre discipline ricognizione e utilizzo delle idee, delle conoscenze e delle esperienze dei bambini esperienze in continuità tra diversi ordini di scuola Attività discussioni, interviste agli adulti esperti visite di studio (banche, negozi, luoghi di produzione,.) giochi di simulazione attività di calcolo. varie modalità di rappresentazione verbale e grafica
5 Lo strumento della conversazione/discussione è la base del nostro lavoro Far discutere i bambini tra loro per. far emergere le idee, le esperienze, le conoscenze proporre uno stile di collaborazione nelle relazioni sociali e nell apprendimento ragionare insieme per capire il mondo insegnare modalità per dire, spiegare, dare parole alle varie situazioni.
6 Documentare le conversazioni/discussioni perchè nessuna domanda, osservazione, affermazione, dei bambini può essere considerata stupida se è motivata permette agli insegnanti di riflettere sui percorsi cognitivi, sulle relazioni tra le conoscenze, sulle competenze dei bambini in relazione ai temi, concetti e valutare la loro evoluzione nel tempo permette ai bambini di ritornare sui loro percorsi di conoscenza consolidando o approfondendo i vari aspetti dell attività svolta.
7 La continuità didattica per noi significa: Continuità di metodo intesa come attenzione alle modalità di approccio ai temi Interesse e disponibilità degli insegnanti a mettere in comune tempi, attività, metodologie, spazi Coinvolgimento diretto dei bambini sul piano emotivo ed operativo Tra ordini di scuola diversi, e tra classi/sezione Definizione precisa dei tempi Programmazione dettagliata delle attività Smontaggio del compito in parti adeguate alle competenze e motivazioni di bambini anche di diverse età
8 Perché l economia a scuola? I temi economici come spesa, denaro, lavoro, produzione: sono parte del vissuto del bambino offrono spunti concreti e motivanti per ragionare intorno alla complessità del reale possono essere proposti attraverso modalità operative e ludiche consentono ai bambini di riflettere su fenomeni della comunità degli adulti sono adatti a progetti di continuità tra classi
9 Economia e altre discipline Ogni volta che si studia il territorio in relazione all ambiente, e si parla di materie prime, energia, rifiuti, igiene del lavoro,.. servono conoscenze di tipo scientifico da intrecciare con quelle geografiche. in molte occasioni si ha a che fare con i numeri in ogni momento si usa ed esplora la lingua italiana, e si può incrociare quella straniera. ci si misura continuamente con successioni e durate si considerano le trasformazioni avvenute nel tempo serve la complicità di altre discipline ancora.
10 Economia e matematica Gardner, 2001: L economia rappresenta un area di collegamento perché richiede una riflessione matematica applicata sul terreno sociale Bonotto, 2007: Fra gli artefatti culturali.sono tantissimi quelli portatori di informazioni matematiche, a cominciare dal denaro, reale e virtuale, le etichette con prezzi, taglie, misure di capacità, percentuali, gli scontrini,. oggetti quotidiani che possono servire a inserire nel curricolo di matematica problemi non stereotipati che evochino non solo dati numerici con i quali operare in modo meccanico, ma attivino anche conoscenze di tipo realistico, rappresentazioni mentali del contesto sociale in cui collocare problem posing e solving
11 Economia e matematica Nella nostra pratica didattica: i temi economici ci offrono contesti per capire, esplorare i concetti matematici e viceversa la matematica ci offre strumenti per capire gli aspetti economici.
12 Siamo convinte inoltre che cominciare a far intravedere le grandi questioni abbia il significato formativo di far intuire che la conoscenza delle cose non finisce quando si chiude il quaderno e si è risposto al test di verifica, ma continua dentro, fuori e oltre la scuola.
13 Riferimenti Bibliografici AJELLO, A.M. BOMBI, A.S. (1987). Studi sociali e conoscenze economiche.un curricolo per la scuola elementare. Firenze: La Nuova Italia. A.E. BOMBI, A.S. AJELLO, A. Economia e processi di conoscenza. Torino: Loescher NARDI, A.(1989). Alcuni concetti di economia. In Itinerario attività produttive. La produzione delle merci. Per un approccio agli studi sociali dal punto di vista economico. VE-Mestre: CETID Comune di Venezia. PONTECORVO, AJELLO, ZUCCHERMAGLIO (1998) Discutendo si impara. Carrocci GARDNER, H. (2001). Educare al comprendere, Stereotipi infantili e apprendimento scolastico. Milano: Feltrinelli. BONOTTO, C. (2007). Quotidianizzare la matematica. Lecce: La Biblioteca Pensa Multimedia. PATERNO, N. (2009). Geografia economica nella scuola primaria e dell infanzia. Tesi di laurea in Scienze della Formazione, Università di Padova, Relatore L. Rocca
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