La comunicazione verbale
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- Arnaldo Palla
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1 La comunicazione verbale Corso di Psicologia delle Comunicazioni Sociali Docente del corso: Annarita Celeste Pugliese U N I V E R S I T À D E L M O L I S E
2 SUCCESSI E INSUCCESSI COMUNICATIVI Interazioni comunicative: VALIDAZIONE, quando l interlocutore accoglie e rinforza l atto comunicativo del parlante OPPOSIZIONE, quando l interlocutore accoglie, ma si oppone all atto comunicativo del parlante DISCONFERMA, quando l interlocutore non accoglie l atto comunicativo del parlante, e lo ignora
3 TURBATIVE DEL COMUNICARE ASCOLTATORE MALINTESO SQUALIFICAZIONE CONTENUTO RELAZIONE INEFFICIENZA DOMINIO PARLANTE (Mininni, 2000)
4 Responsabilità dell ascoltatore: Non ha sufficienti strumenti per cogliere il contenuto (MALINTESO) Vuole attentare alla relazione con il parlante (SQUALIFICAZIONE) Responsabilità del parlante: Non ha sufficienti strumenti per rappresentare il contenuto (INEFFICIENZA) Vuole attentare alla relazione con l ascoltatore (DOMINIO)
5 PROBLEMATICITÀ DEL COMUNICARE Disturbo intrinseco: i limiti dei codici Disturbo autorizzato: lapsus, trasgressioni di regole, squalifiche Deficit personale: fatica Manomissione intenzionale: per scopi di affiliazione (la bugia pietosa ) o di controllo (la bugia machiavellica ) Differenza culturale: diversità dei repertori interpretativi Inquadramento ideologico: diversità dei posizionamenti nello spazio socio-politico (Zani, 1994)
6 LINGUAGGIO E AFFETTIVITÀ Ammutolì per l emozione Le scrisse una lettera d amore Il suo discorso appassionato lo persuase COMUNICAZIONE EMOZIONALE Il parlante lascia trasparire negli enunciati i suoi stati d animo non intenzionalmente (Racconti di storie d amore tra amici) COMUNICAZIONE EMOTIVA Il parlante lascia trasparire negli enunciati i suoi stati d animo intenzionalmente, con lo scopo di coinvolgere l interlocutore (Spot pubblicitari; discorsi politici)
7 TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI Il punto di vista pragmatico considera la comunicazione come azione e come fare La teoria degli atti linguistici: dire è fare cose (Austin, 1962) Dire significa adoperare frasi per realizzare un effetto intenzionale, entro un preciso contesto relazionale Il dire esprime perciò molto più di quanto i semplici enunciati significhino letteralmente Infatti con il dire si compiono diversi tipi di azioni: atti locutori (atti di dire qualcosa) atti illocutori (atti nel dire qualcosa) atti perlocutori (atti con il dire qualcosa)
8 GLI ATTI LOCUTORI Indicano l azione di dire un enunciato seguendo le regole del linguaggio In particolare, l azione consiste nella combinazione di suoni (atto fonetico), parti del discorso (atto fàtico) e significato (atto rètico) GLI ATTI ILLOCUTORI Indicano le azioni esplicitamente intraprese parlando Esempi: Giudico, stimo, lodo [illocutori verdettivi] Licenzio, battezzo, ordino [illocutori esercitivi] Prometto, scommetto [illocutori commissivi] Benedico, mi scuso [illocutori espressivi] Affermo, so, nego [illocutori espositivi] GLI ATTI PERLOCUTORI Producono effetti intenzionalmente voluti su sentimenti, pensieri e azioni dell interlocutore Si riferiscono alle conseguenze dell atto linguistico nei confronti degli ascoltatori: persuasione, spavento, intimazione
9 IL DISCORSO POLITICO Forza illocutoria, effetti perlocutori Comunicazione emotiva L uso di procedure enunciative di embrayage: io, noi, voi Strategie di identificazione: l uso del NOI come dispositivo retorico per l influenza sociale NOI/LORO: inclusione ed esclusione sociale (Serino & Pugliese, 2006) Teoria dell Identità Sociale (Tajfel, 1978; Turner et al., 1987) Modello dell Identità Comune (Gaertner & Dovidio, 2000) Modello della Proiezione dell Ingroup (Mummendey & Wenzel, 1999; Reicher & Hopkins, 1996) Afghanistan 1 109/111: Anche se siamo convinti che lo stesso vigore con cui l Islam afferma la sua identità deve dare a NOI, CITTADINI DELL OCCIDENTE, la coscienza e l orgoglio dei nostri valori, delle nostre conquiste democratiche, delle nostre radici spirituali. Berlusconi
10 MILITANTI DI AN SUL FORUM DEL PARTITO un colpo nello stomaco # /02/03 05:31 PM Chi ha militato per anni, chi ha lottato anche da solo nelle piazze di provincia, visto con diffidenza, ha sventolato per anni una fede, resta esterrefatto dalle esternazioni del suo leader. Pur tuttavia comprendo quanto detto ma nonostante ciò resta inconfutabile lo stato di confusione, di sbandamento, che quanto esternato produce. Si può sapere oggi NOI CHI SIAMO, AN CHI È? dove si colloca? So per certo io chi sono, da dove provengo e a cosa credo! Non sono più sicuro che la squadra che ho sempre sostenuto sia ancora uguale a me... delusione e incredulità #912-11/28/03 06:10 PM Il partito deve andare avanti ma non deve perdere la sua ferrea (almeno sino a qualche tempo fa) IDENTITÀ. NOI CI DIFFERENZIAMO DAGLI ALTRI PROPRIO PER QUESTO. Siamo contrari a questo modo di fare. :scioccato:
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