Direzione di solidificazione. Interfaccia S-L

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Direzione di solidificazione. Interfaccia S-L"

Transcript

1 Solidificazione di metalli puri e leghe Esaminiamo ora le caratteristiche del solido che possono presentarsi quando i metalli puri e le leghe solidificano. Cominciamo ad esaminare il caso più semplice: la solidificazione unidirezionale di un metallo puro. Solidificazione unidirezionale di un metallo puro Solido e liquido hanno la stessa composizione e l interfaccia solido-liquido si muove parallelamente a sé stessa lungo una sola direzione. Il gradiente di T è diretto lungo la navicella che contiene il metallo e per semplicità supponiamo che sia costante nel solido e nel liquido, anche se di diverso valore nelle due fasi per la loro diversa conducibilità termica. Fig.8 schematizza i casi principali che si possono incontrare. T Direzione di solidificazione T M Solido 1 3 O O Liquido Interfaccia S-L x Fig.8- appresentazione schematica dell interfaccia S-L nella solidificazione unidirezionale di un metallo puro e dei possibili andamenti della temperatura nelle due fasi. 1 caso: l andamento della temperatura nelle due fasi è descritto dalle linee 1-2. La temperatura all interfaccia S-L coincide con T M pertanto non esistono le condizioni affinché il fronte di solidificazione possa avanzare (interfaccia stazionaria). 2 caso: l andamento della temperatura nelle due fasi è descritto dalle linee 3-4 (il sistema è raffreddato solo dal lato del solido). L interfaccia si trova ad una temperatura inferiore a T M (ΔT = OO ) e il gradiente di temperatura nel liquido è positivo quindi solo una parte del liquido di fronte all interfaccia è sottoraffreddata. SOL-1

2 3 caso: l andamento della temperatura è rappresentato dalle linee 3-5 (il sistema è raffreddato da ambedue i lati). Come nel 2 caso l interfaccia si trova ad una temperatura inferiore a T M ma qui abbiamo un gradiente di temperatura negativo nel liquido cioè tutto il liquido davanti l interfaccia S-L è sottoraffreddato. In pratica ciò si realizza se la velocità di nucleazione è trascurabile rispetto alla velocità di crescita. La solidificazione procede da sinistra verso destra in entrambi i casi (2 e 3) ma la morfologia del solido che ne risulta è profondamente diversa. Quando il gradiente di temperatura nel liquido è positivo (2 caso) l interfaccia S-L presenta una struttura a terrazze, formata da laminette disposte a gradini con altezza da 1 a 1 m. Sugli spigoli di ciascun gradino possono facilmente trovar posto gli atomi del metallo, cosicché la crescita procede rapidamente per spostamento dell interfaccia S-L, che mantiene la sua forma a terrazze. I piani delle terrazze sono in genere paralleli ai piani atomici di massima densità. Quando il gradiente di temperatura nel liquido è negativo (3 caso) all interfaccia S-L si formano cristalli dendritici, che crescono rapidamente nel liquido. I cristalli dendritici, o dendriti, sono cristalli ramificati con un asse principale che si dispone parallelo alla direzione del flusso termico. La velocità di crescita delle dendriti aumenta con il sottoraffreddamento nel liquido e, in conseguenza dell accrescimento dendritico, si ha nel metallo solidificato un orientazione preferenziale poiché i cristalli dendritici, nei quali la direzione di crescita è parallela al flusso termico, sono in condizione di crescere più rapidamente degli altri. Alla fine della solidificazione si ottiene un insieme di cristalli con la stessa orientazione, ovvero con lo stesso asse cristallografico circa parallelo alla direzione del flusso termico. La fig.9 mostra la struttura a terrazze e quella dendritica mentre fig.1 mostra la formazione di dendriti a partire da una interfaccia S-L piana. SOL-2

3 Fig.9- Struttura a terrazze (alto), struttura dendritica (basso). Fig.1 Sviluppo di una struttura dendritica partendo da un interfaccia S-L piana. Solidificazione delle leghe (sottoraffreddamento costituzionale) Nella solidificazione di una lega il solido ha una diversa composizione da quella del liquido con cui si trova in equilibrio. Una conseguenza tra le più importanti di questa diversa concentrazione di soluto è la possibilità di realizzare un sottoraffreddamento del liquido antistante l interfaccia S-L anche con un gradiente di temperatura positivo. SOL-3

4 Solidificazione monodirezionale di una lega con 2 componenti A e B Essendo diverse le composizioni di solido e liquido in equilibrio, si definisce un coefficiente di distribuzione all equilibrio, K, come il rapporto tra la concentrazione del soluto B nel solido e quella nel liquido. K >1 quando un aumento della concentrazione di B alza il punto di fusione, K < 1 in caso contrario. In fig.11 sono riportati due porzioni di diagramma di stato con le due situazioni descritte. Nei casi presentati qui si mostra l inizio della solidificazione quando da un liquido con composizione C, uguale a quella della lega, si separa il primo solido con composizione K C. T K < 1 K > 1 S L L S A K C C B A C K C B Fig.11 L incremento di soluto B abbassa (K < 1) o innalza (K > 1) il punto di fusione della lega A-B. Distribuzione del soluto B nel liquido davanti all intefaccia S-L avanzante Ci si propone di calcolare l andamento della concentrazione del soluto B nel liquido in funzione della distanza dall interfaccia nel caso di una lega A-B con K <1. Con considerazioni analoghe si tratta il caso K >1. Per semplificare la trattazione analitica si fanno le seguenti ipotesi: a) K è costante, cioè le linee di solidus e di liquidus sono approssimate con rette; b) la diffusione del soluto nel solido è trascurabile rispetto a quella nel liquido; c) all interfaccia S-L è sempre verificata la condizione di equilibrio prevista dal diagramma di stato. Consideriamo la lega fusa di composizione C che solidifica lungo una direzione x. SOL-4

5 Il primo strato di solido che si forma ha composizione K C ; man mano che la solidificazione procede, da un lato aumenta la concentrazione di B nel liquido immediatamente adiacente all interfaccia S-L dall altro aumenta la concentrazione del soluto nel solido, che si deposita dopo il primo straterello. Il continuo rigetto da parte del solido di atomi di soluto B nel liquido all interfaccia fa variare la concentrazione di B, che si porta al valore C L () maggiore di C per cui interviene un processo migratorio nel liquido che tende ad annullare la differenza insorta. Lo stato di stazionarietà viene raggiunto quando la quantità di soluto, rigettato dal solido nel liquido eguaglia, nell unità di tempo, la quantità di soluto che migra nella massa del liquido lontana dall interfaccia, dove la concentrazione di B è rimasta C. Le cause di migrazione di B nel liquido possono essere: 1- la diffusione; 2- i moti convettivi accidentali o imposti; 3- l agitazione meccanica del liquido. In ogni caso esiste sempre uno strato di spessore adiacente all interfaccia S-L in cui opera la sola diffusione. Tale strato può avere uno spessore la cui grandezza può variare da 1m (agitazione meccanica forte) a qualche mm (moti convettivi). E in questo strato liquido che si valuta l andamento della concentrazione del soluto in condizioni di stazionarietà, mentre al di fuori di esso la concentrazione nel liquido è sempre C. Si consideri un volume infinitesimo dv di liquido ad una distanza x dall interfaccia S-L e si esegua il bilancio di materia del soluto B, riferito all unità di tempo, nelle condizioni di stazionarietà (la quantità di B in dv è costante). Il trasporto di soluto B attraverso dv è legato a 2 processi: a) la diffusione di B verso la zona liquida con C = C ; b) il continuo avanzamento dell interfaccia S-L con conseguente espulsione di atomi B nel liquido da parte del solido. SOL-5

6 Esaminiamo ora i due processi separatamente. Processo a) La quantità di soluto riferita all unità di tempo e di superficie (S=1), cioè il flusso di B attraverso una superficie parallela all interfaccia S-L a distanza X è esprimibile secondo la 1 legge di Fick come: J( x) D dcl dx X (25) dove D è il coefficiente di diffusione di B nel liquido. A distanza X + dx sarà: dcl dj J( x dx) D J( x) dx (26) dx dx X dx la variazione di B nel volume dv vale di conseguenza: X 2 d C Ca D 2 dx L X dx (27) SOL-6

7 Processo b) L avanzamento dell interfaccia con velocità comporta un movimento, sempre con velocità, dell intera distribuzione del soluto B. Essendo C L (x) la concentrazione del soluto B nel liquido nel punto x davanti l interfaccia, il flusso J (x) in x vale allora: J(x)=C L (x) (28) Analogamente il flusso J (x + dx) in x + dx è dato da: dc L( x) J( x dx) CL ( x dx) CL( x) dx (29) dx La variazione ΔC b di B nel volume dv vale di conseguenza: X C b dcl( x) J( x dx) J( x) dx (3) dx X In condizioni di stazionarietà la concentrazione del soluto B nel volume elementare dv deve essere costante, pertanto le variazioni dovute ai processi a e b si debbono bilanciare (ΔC a = ΔC b ) cioè: 2 d C D dx L 2 dc dx L (31) La soluzione generale di questa equazione è: C L x D ( x) A Be (32) dove A e B sono costanti da determinare con le condizioni al contorno, che nel nostro caso sono: 1) C L (x) = C per x = SOL-7

8 2) C L (x) (1-K ) + D dc L dx per x = La 2 condizione esprime la conservazione del soluto nel liquido all interfaccia (la quantità di B rigettata dal solido eguaglia la quantità di B portata via dalla diffusione). I valori di A e B, che si ricavano, sono: K 1 K A C B C K ( 1 K)exp( ) K (1 K)exp( ) D D Sostituendo i valori di A e B otteniamo: C L K (1 K )exp( x) ( x) C D (33) K (1 K )exp( ) D Ora siamo in grado di determinare la concentrazione di B nel liquido all interfaccia. Poniamo x = ed otteniamo: C L () K C (1 K )exp( ) D (34) Le equazioni considerate assumono una forma particolarmente semplice nel caso in cui, cioè nel caso in cui la sola causa di omogeneizzazione sia la diffusione nel liquido. K (1 K )exp( x) C ( x) C D L (35) K da cui = C. C K C L (). Dalla definizione di K possiamo scrivere C S = C L () K SOL-8

9 Le condizioni dello stato stazionario si raggiungono quando la concentrazione di B nel solido all interfaccia diventa uguale a C. Condizione per avere sottoraffreddamento costituzionale Una volta determinato l andamento della concentrazione del soluto nel liquido in funzione della distanza x dall interfaccia nel caso che sia K <1 (eq.35), osserviamo che la temperatura di liquidus T L corrispondente a C L (x) è: T L = T M A mc L (x)=t M A -m C K (1 K K )exp( D x) (36) dove con m si è indicato il coefficiente angolare della linea di liquidus e con T A M la temperatura di fusione del metallo A puro. Fig.12 mostra come variano C L (x) e T L in funzione di x. L andamento della temperatura nel liquido è imposta dalla condizione di sottrazione del calore; confrontando l andamento reale della temperatura con gli andamenti di T L calcolati, possiamo capire la formazione di tipi diversi di struttura (vedi fig.13). Se il gradiente di temperatura è tale da essere inferiore al coefficiente I angolare della retta tangente alla curva T L (x) nel punto iniziale T L, allora la temperatura di liquidus è superiore alla temperatura effettiva, di conseguenza esiste una zona in cui il liquido è sottoraffreddato. Questo sottoraffreddamento, riscontrabile solo nelle leghe, si chiama sottoraffreddamento costituzionale. La distribuzione effettiva della temperatura nel liquido si può esprimere come: T= T I L +G L x (37) essendo G L il gradiente di temperatura. SOL-9

10 C / K K <1 K >1 C C L C C L x C / K x T K <1 T K >1 T M A mc T M A mc T L T L T L I T L I x x Fig.12 Concentrazione C L del soluto B nel liquido di fronte all interfaccia S-L per K <1 e K >1 (alto) e corrispondente temperatura di liquidus T L (basso). T Terrazze Celle Celle+dendriti Dendriti T L T L I x Fig.13 Strutture di solidificazione in funzione del gradiente di temperatura imposto al liquido di fronte all interfaccia S-L. SOL-1

11 Derivando eq.(36) rispetto a x otteniamo: dt dx L x D mc o 1 K K exp D x x D mc o 1 K K (38) Perché si abbia sottoraffreddamento costituzionale deve essere: G L mco ( 1 K) (39) DK o Quando c è sottoraffreddamento costituzionale la struttura a terrazze, simile a quella presente nella struttura di solidificazione di un metallo puro, viene progressivamente sostituita da una struttura cellulare. La struttura cellulare è composta da elementi paralleli a forma di bacchette, a sezione esagonale più o meno regolare, dirette nella direzione di solidificazione. Le celle non costituiscono grani diversi ma debbono piuttosto essere considerate come irregolarità di crescita di un unico cristallo. Consideriamo una lega A-B con K <1 ed immaginiamo che cause accidentali diano luogo ad una protuberanza nell interfaccia S-L. Il soluto B viene rigettato nel liquido lungo tutta la superficie della protuberanza, che si trova circondata da una zona di liquido sottoraffreddato. Il soluto in particolare si addensa alla base della sporgenza a causa della diffusione laterale. Questo accumulo di soluto B abbassa localmente la temperatura di solidificazione di equilibrio (T L ), il materiale non risulta essere più sottoraffreddato così la crescita laterale viene rallentata. La protrusione cresce e altre si formano nelle zone adiacenti alla zona arricchita di B dove la solidificazione è stata rallentata. In questo modo si forma una struttura cellulare. Aumentando ulteriormente il sottoraffreddamento costituzionale, ad esempio diminuendo G, la struttura a celle viene sostituita prima da una struttura mista (celle + dendriti) ed infine da una struttura completamente dendritica. Struttura di solidificazione tridimensionale Come mostrato in fig.14, normalmente nella sezione di un getto si possono distinguere 3 zone: SOL-11

12 a- una zona con piccoli cristalli equiassici (esterna), b- una zona con cristalli colonnari (intermedia), c- una zona con grossi cristalli equiassici (centrale). La prima zona si forma per nucleazione eterogenea sulle pareti della lingottiera per il forte sottoraffreddamento termico causato dal rapido smaltimento di calore da parte del primo strato di metallo a contatto con la parete fredda. La zona con cristalli colonnari prende origine dalla crescita preferenziale di alcuni cristalli della prima zona favorevolmente orientati. In questa zona può venire a mancare il sottoraffreddamento termico, mentre il sottoraffreddamento costituzionale è sempre presente. Fig.14- La struttura di un lingotto è formata da 3 zone con diverse caratteristiche. Sull origine della zona centrale con grandi cristalli equiassici ci sono varie ipotesi: 1- ad un certo istante della solidificazione il liquido rimasto ha raggiunto un tale grado di sottoraffreddamento costituzionale per cui si formano numerosi nuclei davanti all interfaccia S-L, che ostacolano un ulteriore crescita colonnare. 2- La nucleazione avviene solo all inizio, cioè a contatto con le pareti della lingottiera; la crescita di cristalli equiassici nella zona centrale è dovuta a nuclei portati là dai moti convettivi del liquido. 3- I nuclei, portati nella zona centrale, sono frammenti di dendriti, che si distaccano. SOL-12

13 La differenza tra la prima ipotesi e le altre consiste nelle diversa importanza attribuita al sottoraffreddamento costituzionale nella porzione centrale del liquido. Sperimentalmente si è visto che la transizione da cristalli colonnari a cristalli equiassici dipende dal prodotto G L -1/2. Pertanto, se le condizioni di solidificazione sono scelte opportunamente, si può variare la proporzione tra cristalli colonnari e cristalli equiassici. Controllo delle strutture di solidificazione Le proprietà di un materiale metallico ottenuto per colata dipendono dalla sua struttura dopo solidificazione in quanto non tutti i difetti possono essere eliminati con la successiva lavorazione a caldo. La presenza di variazioni significative di composizione chimica all interno del lingotto ed inclusioni possono costituire problemi molto seri. Fig.15 mostra alcune strutture di solidificazione. La struttura c) è quella che si incontra più spesso nelle leghe allo stato di getto. La struttura d) presenta cristalli equiassici ed è in generale la situazione migliore perché produce un materiale microscopicamente isotropo e di composizione chimica omogenea. FIG.15- Strutture di solidificazione. La struttura a) e c) raramente sono omogenee e le impurità si trovano segregate al centro. Questo tipo di macrosegregazione può essere molto costosa quando si ripercuote su prodotto finito. Le condizioni che favoriscono la crescita di una zona centrale equiassica a spese della zona colonnare, sono le seguenti: a) basso gradiente di temperatura nel liquido, b) ampio intervallo di solidificazione della lega, c) aumento del numero dei centri di nucleazione, d) diminuzione delle dimensioni del lingotto, SOL-13

14 e) aumento della turbolenza del liquido durante la solidificazione. Scegliendo le condizioni si può variare in modo opportuno il prodotto finale. Se vogliamo, per esempio, un getto con spiccate caratteristiche di anisotropia conviene partire da una struttura colonnare. Aumentiamo il gradiente di temperatura nel liquido mantenendo calda la testa del lingotto mediante aggiunta di polveri esotermiche, diminuendo la turbolenza del liquido. Se vogliamo una zona centrale con grani equiassici per avere proprietà meccaniche uniformi dobbiamo far sì che tutto il getto sia uniformemente sottoraffreddato ed inoltre è bene aggiungere agenti che favoriscono la nucleazione. Nel caso di Al si aggiungono piccoli quantitativi di Ti, che reagendo con il contenitore di grafite forma carburi che agiscono come centri di nucleazione. Bisogna prestare attenzione ad aggiungere un agente che sia nucleante selettivo, cioè solo in un certo intervallo di temperatura. In caso contrario il getto presenterebbe una grande porosità dovuta al fatto che non si è lasciato tempo al gas presente nel liquido di andarsene. Se l agente nucleante è selettivo il fronte di solidificazione è preceduto da una banda di nucleazione che, se sufficientemente ristretta, annulla la crescita colonnare ma non crea problemi di intrappolamento dei gas. SOL-14

15 Segregazione La segregazione è una disomogeneità di composizione che si osserva in una lega metallica come conseguenza del fatto che la solidificazione non avviene secondo una successione di stati di equilibrio. A titolo di esempio, consideriamo il caso di completa miscibilità di A e B allo stato liquido e allo stato solido(fig.16). La lega di composizione C venga raffreddata dal punto S. Alla temperatura T 1 la retta S -C incontra la curva di liquidus e si separa il primo solido di composizione C 1. La composizione dell ultimo solido che si forma è C S =C. Se la solidificazione avvenisse in tempi estremamente lunghi, il sistema passerebbe attraverso una serie di stati di equilibrio; in questo caso le concentrazioni del solido seguirebbero la linea di solidus e la solidificazione terminerebbe a T 3 =T s. I tempi dovrebbero essere tali da permettere sempre la omogeneizzazione del solido. Siccome tale condizione non è verificata, la concentrazione del solido segue la linea C 1 -S, che si trova a sinistra della linea di solidus, e la solidificazione termina a T=T S (con T S < T S ). La composizione chimica del solido al termine della solidificazione varia, nella direzione di solidificazione, da C 1 a C S in modo continuo dando luogo ad una lega monofasica di composizione media C. Fig.16 Sistema con completa miscibilità di A e B allo stato liquido e solido. SOL-15

16 Distribuzione del soluto nella solidificazione monodirezionale La composizione media di una lega solidificata con segregazione varia tra due valori C 1 e C S. Vogliamo stabilire per una lega A-B (K <1) l andamento della composizione lungo la barra solidificata con segregazione. Per semplicità ci riferiamo a solidificazione monodirezionale e consideriamo 2 casi limite: 1) L omogeneizzazione del liquido è lenta in quanto dovuta alla sola diffusione. 2) L omogeneizzazione è assicurata pressoché istantaneamente da una efficace agitazione meccanica. C S Nessuna agitazione del liquido Completa agitazione del liquido Caso reale C K C x Fig.17 Concentrazione del soluto nel solido solidificato unidirezionalmente in diverse condizioni. Nel caso di omogeneizzazione dovuta a sola diffusione, giunti allo stato stazionario, la concentrazione di B nel solido sale rapidamente dal valore K C fino alla concentrazione C e rimane costante finché l interfaccia non raggiunge la parte finale della barra. Nel tratto finale c è una rapida ascesa in quanto lo stato stazionario non può mantenersi essendo insufficiente alla diffusione la piccola porzione di liquido che ancora deve solidificare. Nel caso di omogeneizzazione dovuta ad agitazione meccanica la distribuzione del soluto B nella barra solidificata non presenta di fatto un tratto costante corrispondente alla concentrazione C ma solo un andamento crescente. I due casi sono molto diversi e sono ovviamente ideali. L andamento reale si avvicina di più alla situazione in cui l omogeneizzazione è ottenuta per mescolamento meccanico. In tutti i casi la porzione di barra, che solidifica per ultima, è più ricca di soluto B rispetto alla porzione iniziale. Su questo fatto si basa il metodo SOL-16

17 della fusione a zone, che si esegue spostando lungo una barra solida una piccola zona fusa da un capo all altro più volte. Ad ogni passata il soluto B viene sempre più spinto verso una delle 2 estremità ed il restante metallo risulta sempre più puro. Il metodo della fusione a zone permette di ottenere metalli con un elevato grado di purezza. Le impurezze, dopo alcune passate, rimangono concentrate ad una estremità della barra, che alla fine sarà rimossa. Macrosegregazione e microsegregazione Il fenomeno della segregazione può presentarsi su diversa scala. Quando la disomogeneità di composizione chimica interessa zone le cui dimensioni sono confrontabili con quelle del getto, si parla di macrosegregazione. Quando invece le disomogeneità riguardano zone grandi come i grani cristallini (1m), si parla di microsegregazione. La causa del fenomeno è la stessa in ambedue i casi. La macrosegregazione si può presentare in 3 modi diversi: a) segregazione normale: le sue caratteristiche sono quelle illustrate nel paragrafo precedente con riferimento alla solidificazione unidirezionale di una barra metallica. b) segregazione inversa: è osservata in alcune leghe che presentano una concentrazione di soluto più alta nella parte esterna del lingotto piuttosto che in quella interna. Esempio tipico è il sudore dello stagno cioè la comparsa di gocce di liquido ad alta concentrazione di stagno sulla superficie esterna dei lingotti di bronzo (leghe Cu-Sn). Affinché ci sia segregazione inversa è necessario che la lega diminuisca di volume durante la solidificazione. Infatti i canali interdendritici si riempiono di liquido arricchito di soluto B, che viene poi risucchiato verso l esterno per la contrazione dovuta alla solidificazione. Il fenomeno è tanto più sviluppato quanto più il liquido può stazionare nei canali interdendritici, cioè quanto più esteso è l intervallo di solidificazione (basso valore di K ). Spesso la segregazione inversa è accompagnata da porosità se ci sono gas disciolti nel metallo liquido. Segregazione inversa localizzata alla superficie si ha quando si verifica il distacco dalla lingottiera e la frattura del primo strato solidificato. c) segregazione per gravità: i costituenti solidi e liquidi si separano per il loro diverso peso specifico. Esempi tipici sono le leghe antifrizione Pb-Sn- Sb. SOL-17

18 La microsegregazione dipende dalle strutture di solidificazione; fondamentalmente si osservano 3 situazioni diverse: a) segregazione intercellulare, b) segregazione interdendritica, c) segregazione intergranulare. SOL-18

19 Porosità La porosità, che si può osservare in un getto, è riconducibile a 3 cause principali: a) fratture che si formano a seguito delle tensioni che insorgono perché differenti sezioni del getto si raffreddano con velocità diverse; b) diminuzione di volume che accompagna la solidificazione della maggior parte dei metalli; c) sviluppo di gas durante il raffreddamento. I principali gas con cui i metalli entrano in contatto sono biatomici (O 2, N 2, H 2 ). A differenza di altri soluti, la solubilità dei gas dipende in modo significativo dalla pressione. Ad una certa temperatura, la solubilità C g di un gas in un metallo in funzione della pressione del gas P è descritta dalla legge di Sievert: C g k P (4) dove k è una costante. La legge, che descrive la linearità tra C g e P, vale sia per lo stato liquido che solido. Tuttavia, come mostrato in fig.18 nel caso di H 2 in Mg, la pendenza della retta aumenta al crescere della temperatura ed è maggiore per il liquido che per il solido. Fissata la pressione, la solubilità aumenta rapidamente al crescere della temperatura (vedi esempio in fig.18) ed è descritta da una relazione di Arrhenius: C g Be Q T (41) dove B è una costante e Q è l energia di attivazione, cioè il lavoro che deve essere fatto per introdurre una mole di atomi di gas nel metallo. SOL-19

20 Fig.18- Solubilità di idrogeno in magnesio liquido in funzione della radice quadrata della pressione P. Per un prefissato valore di P la solubilità è maggiore a temperatura più alta. affreddando un metallo la solubilità subisce una caduta repentina, in particolare quando il liquido si trasforma in solido, perciò il gas comincia a segregare e nelle zone in cui la sua concentrazione supera il valore critico di saturazione si possono formare delle bolle. Per la nucleazione e crescita delle bolle si possono fare le stesse considerazioni termodinamiche viste per la trasformazione di fase liquido-solido. Le bolle nucleano di preferenza sulle pareti del contenitore o all interfaccia S-L. Un aspetto caratteristico invece di questa trasformazione è legato alla pressione: un abbassamento di P favorisce la nucleazione delle bolle, un innalzamento di P ha l effetto contrario. Per questa ragione i processi di fonderia, come pressofusione e squeeze-casting, in cui una forte pressione è applicata sul metallo mentre sta solidificando, permettono di ottenere getti con minor porosità residua. Anche in questi processi, tuttavia, ci può essere formazione di bolle a causa del ritiro da solidificazione, che può far cadere la pressione soprattutto se il liquido è circondato da un guscio già diventato solido. Una volta che una bolla ha superato la dimensione critica, la crescita diventa progressivamente sempre più facile. Questo può esser compreso considerando la seguente relazione: SOL-2

21 P g 2 PL (42) r P g e P L sono la pressione del gas nella bolla e la pressione esercitata sul liquido (dine cm -2 ), γ la tensione superficiale liquido-gas (dine cm -2 ) e r il raggio della bolla (cm). Se il raggio r aumenta, la pressione differenziale P g P L diminuisce quindi dalla legge di Sievert la bolla è in equilibrio con concentrazioni di gas nel liquido via via decrescenti. Inoltre deve essere considerato il fatto che assorbendo gas la bolla ne impoverisce la porzione di liquido che la circonda. Questo innesca un processo diffusivo con un flusso di atomi di gas dalle zone a più alta concentrazione (lontano dalla bolla) verso quella a minor concentrazione (attorno alla bolla). L effetto della formazione di bolle di gas sulla qualità del getto dipende dal numero di bolle che rimangono intrappolate nel solido e dalla loro dimensione. In genere le bolle che crescono rapidamente riescono a liberarsi, risalgono verso la superficie dove, se trovano il metallo già solidificato, danno luogo ad una grossa cavità altrimenti si rompono rilasciando gas. E più facile che rimangano intrappolate dal solido le bolle che crescono più lentamente. Fig.19 mostra due tipologie diverse di porosità con dimensione macroscopica. Fig.19- Porosità macroscopica: blowholes (A) e wormholes (B). Le soffiature (blowholes) hanno forma sferica e si formano quando le bolle crescono molto lentamente. Per eliminare questo difetto, se le superfici SOL-21

22 interne delle bolle non si sono ossidate, può esser sufficiente sottoporre i getti a laminazione a caldo. Se invece non avviene la saldatura dei due lembi della superficie interna delle bolle, le soffiature si trasformano in difetti allungati, detti ripiegature. Nell altro esempio di fig.19 invece le bolle presentano una forma allungata tubolare (wormholes). Questa morfologia è tipica di bolle che crescono con velocità intermedie seguendo il fronte di solidificazione. Una porosità molto più fine, microscopica, è quella che si osserva tra i rami delle dendriti o per effetto congiunto di sviluppo di gas e ritiro del metallo oppure solo per ritiro del metallo. Una struttura dendritica molto ramificata comporta una serie complessa di canali che contengono metallo liquido incapsulato dal solido. Quando infine anche questo liquido si trasforma, la diminuzione di volume genera questo tipo di porosità. A volte si sfrutta lo sviluppo di gas e la conseguente formazione di bolle per compensare il ritiro di solidificazione dei grossi lingotti. Per esempio, questo è quanto viene fatto nel rimming, cioè nella colata in lingottiera di acciai con alto tenore di ossigeno (acciai effervescenti). L ossigeno, il cui contenuto deve essere strettamente controllato, si combina col carbonio dell acciaio formando CO durante il raffreddamento. Le soffiature sono poi eliminate con la laminazione a caldo. Naturalmente un alto tenore di ossigeno comporta la presenza di molti ossidi nel prodotto finito. In molti acciai la presenza di ossidi può esser tollerata, mentre non può esser tollerata negli acciai a cui si richiedono alte prestazioni e che hanno un contenuto di carbonio maggiore di.3%, come per esempio quelli per organi meccanici sottoposti a forti tensioni in esercizio. Questi acciai, che vengono disossidati prima di essere colati, sono detti acciai calmati (killed steels). Un problema tipico degli acciai calmati è la formazione di una cavità centrale nel lingotto dovuta al ritiro da solidificazione. Per evitare questo difetto bisogna alimentare liquido nella zona centrale mentre progredisce il processo di solidificazione e si fà mediante serbatoi di liquido sistemati in punti opportuni dello stampo, che per questa ragione viene ad assumere una forma complicata e ad essere piuttosto costoso. SOL-22

SOLUZIONE ESERCIZIO 1.1

SOLUZIONE ESERCIZIO 1.1 SOLUZIONE ESERCIZIO 1.1 La temperatura di fusione ed il coefficiente di espansione termica di alcuni metalli sono riportati nella tabella e nel diagramma sottostante: Metallo Temperatura di fusione [ C]

Dettagli

I differenti materiali differiscono per le caratteristiche meccaniche e fisiche.

I differenti materiali differiscono per le caratteristiche meccaniche e fisiche. MATERIALI COMPOSITI I differenti materiali differiscono per le caratteristiche meccaniche e fisiche. I METALLI hanno forma cristallina e forti legami molecolari (legame metallico), che danno loro resistenza

Dettagli

La mobilità degli elementi chimici

La mobilità degli elementi chimici La mobilità degli elementi chimici Gli ioni contenuti nella parte sinistra del diagramma sono quelli che in soluzione si presentano sotto forma di cationi semplici. Gli ioni nella parte centrale del diagramma

Dettagli

LA MOLE LA MOLE 2.A PRE-REQUISITI 2.3 FORMULE E COMPOSIZIONE 2.B PRE-TEST

LA MOLE LA MOLE 2.A PRE-REQUISITI 2.3 FORMULE E COMPOSIZIONE 2.B PRE-TEST LA MOLE 2.A PRE-REQUISITI 2.B PRE-TEST 2.C OBIETTIVI 2.1 QUANTO PESA UN ATOMO? 2.1.1 L IDEA DI MASSA RELATIVA 2.1.2 MASSA ATOMICA RELATIVA 2.2.4 ESERCIZI SVOLTI 2.3 FORMULE E COMPOSIZIONE 2.4 DETERMINAZIONE

Dettagli

L equilibrio dei gas. Lo stato di equilibrio di una data massa di gas è caratterizzato da un volume, una pressione e una temperatura

L equilibrio dei gas. Lo stato di equilibrio di una data massa di gas è caratterizzato da un volume, una pressione e una temperatura Termodinamica 1. L equilibrio dei gas 2. L effetto della temperatura sui gas 3. La teoria cinetica dei gas 4. Lavoro e calore 5. Il rendimento delle macchine termiche 6. Il secondo principio della termodinamica

Dettagli

Produzione di titanio metallico puro.

Produzione di titanio metallico puro. Leghe di Titanio Produzione di titanio metallico puro. Il titanio e le sue leghe sono classificati in tre grandi categorie in base alle fasi predominanti presenti nella microstruttura a temperatura ambiente.

Dettagli

Corso di Meccanica, Macchine e Impianti Termici CAPITOLO 5 TERMODINAMICA

Corso di Meccanica, Macchine e Impianti Termici CAPITOLO 5 TERMODINAMICA Anno Scolastico 2009/2010 Corso di Meccanica, Macchine e Impianti Termici CAPITOLO 5 TERMODINAMICA Prof. Matteo Intermite 1 5.1 LEGGE DEI GAS I gas sono delle sostanze che in determinate condizioni di

Dettagli

Corso di Laurea in FARMACIA

Corso di Laurea in FARMACIA Corso di Laurea in FARMACIA 2015 simulazione 1 FISICA Cognome nome matricola a.a. immatric. firma N Evidenziare le risposte esatte Una sferetta è appesa con una cordicella al soffitto di un ascensore fermo.

Dettagli

GAS IDEALI E MACCHINE TERMICHE. G. Pugliese 1

GAS IDEALI E MACCHINE TERMICHE. G. Pugliese 1 GAS IDEALI E MACCHINE TERMICHE G. Pugliese 1 Proprietà dei gas 1. Non hanno forma né volume proprio 2. Sono facilmente comprimibili 3. Le variabili termodinamiche più appropriate a descrivere lo stato

Dettagli

Dipartimento Scientifico-Tecnologico

Dipartimento Scientifico-Tecnologico ISTITUTO TECNICO STATALE LUIGI STURZO Castellammare di Stabia - NA Anno scolastico 2012-13 Dipartimento Scientifico-Tecnologico CHIMICA, FISICA, SCIENZE E TECNOLOGIE APPLICATE Settore Economico Indirizzi:

Dettagli

Energia elettrica. L atomo nel suo complesso è neutro perché ha l equilibrio tra protoni ed elettroni presenti nello stesso numero.

Energia elettrica. L atomo nel suo complesso è neutro perché ha l equilibrio tra protoni ed elettroni presenti nello stesso numero. Energia elettrica Si fonda sulla costituzione dell atomo che è costituito da particelle più piccole : neutroni (carica neutra) e protoni (carica +) che costituiscono il nucleo ed elettroni (carica negativa)

Dettagli

Il trasporto di materia. Principi di Ingegneria Chimica Ambientale

Il trasporto di materia. Principi di Ingegneria Chimica Ambientale Il trasporto di materia Principi di Ingegneria Chimica Ambientale 1 Considerazioni preliminari Il nostro studio sarà limitato a: miscele binarie miscele diluite (ossia in cui la frazione molare di uno

Dettagli

Esercitazioni di statistica

Esercitazioni di statistica Esercitazioni di statistica Misure di associazione: Indipendenza assoluta e in media Stefania Spina Universitá di Napoli Federico II stefania.spina@unina.it 22 ottobre 2014 Stefania Spina Esercitazioni

Dettagli

Esempio prova di esonero Fisica Generale I C.d.L. ed.u. Informatica

Esempio prova di esonero Fisica Generale I C.d.L. ed.u. Informatica Esempio prova di esonero Fisica Generale I C.d.L. ed.u. Informatica Nome: N.M.: 1. Se il caffè costa 4000 /kg (lire al chilogrammo), quanto costa all incirca alla libbra? (a) 1800 ; (b) 8700 ; (c) 18000

Dettagli

Massimi e minimi vincolati in R 2 - Esercizi svolti

Massimi e minimi vincolati in R 2 - Esercizi svolti Massimi e minimi vincolati in R 2 - Esercizi svolti Esercizio 1. Determinare i massimi e minimi assoluti della funzione f(x, y) = 2x + 3y vincolati alla curva di equazione x 4 + y 4 = 1. Esercizio 2. Determinare

Dettagli

Tecnologia Meccanica prof. Luigi Carrino. Diagrammi di stato

Tecnologia Meccanica prof. Luigi Carrino. Diagrammi di stato Diagrammi di stato Introduzione Fase: regione in un materiale che è diversa per struttura e funzione da altre regioni. Diagramma di stato: rappresenta le fasi presenti nel metallo in diverse condizioni

Dettagli

4 FORZE FONDAMENTALI

4 FORZE FONDAMENTALI FORZA 4! QUANTE FORZE? IN NATURA POSSONO ESSERE OSSERVATE TANTE TIPOLOGIE DI FORZE DIVERSE: GRAVITA' O PESO, LA FORZA CHE SI ESERCITA TRA DUE MAGNETI O TRA DUE CORPI CARICHI, LA FORZA DEL VENTO O DELL'ACQUA

Dettagli

PARTE PRIMA ASPETTI GENERALI Capitolo 1 STRUTTURA E PROPRIET DEI MATERIALI 1. STRUTTURA DEI MATERIALI 1.1. Macrostruttura 1.2. Microstruttura 1.3.

PARTE PRIMA ASPETTI GENERALI Capitolo 1 STRUTTURA E PROPRIET DEI MATERIALI 1. STRUTTURA DEI MATERIALI 1.1. Macrostruttura 1.2. Microstruttura 1.3. PARTE PRIMA ASPETTI GENERALI Capitolo 1 STRUTTURA E PROPRIET DEI MATERIALI 1. STRUTTURA DEI MATERIALI 1.1. Macrostruttura 1.2. Microstruttura 1.3. Struttura atomica o molecolare 1.4. Complementarita degli

Dettagli

I laureati scuole di provenienza, durata degli studi, votazioni ed età

I laureati scuole di provenienza, durata degli studi, votazioni ed età I laureati scuole di provenienza, durata degli studi, votazioni ed età Il campione in esame comprende gli 11450 laureati presso l Università di Lecce nel periodo maggio 1997 aprile 2004, corrispondente

Dettagli

LAVORAZIONE DEI POLIMERI I processi per trasformare granuli e pastiglie in prodotti finiti sono numerosi.

LAVORAZIONE DEI POLIMERI I processi per trasformare granuli e pastiglie in prodotti finiti sono numerosi. LAVORAZIONE DEI POLIMERI I processi per trasformare granuli e pastiglie in prodotti finiti sono numerosi. Generalmente i polimeri non vengono trasformati allo stato puro, ma miscelati con additivi che

Dettagli

7 Esercizi e complementi di Elettrotecnica per allievi non elettrici. Circuiti elementari

7 Esercizi e complementi di Elettrotecnica per allievi non elettrici. Circuiti elementari 7 Esercizi e complementi di Elettrotecnica per allievi non elettrici Circuiti elementari Gli esercizi proposti in questa sezione hanno lo scopo di introdurre l allievo ad alcune tecniche, semplici e fondamentali,

Dettagli

La pressione è una grandezza fisica, definita come il rapporto tra la forza agente normalmente su una superficie e la superficie stessa.

La pressione è una grandezza fisica, definita come il rapporto tra la forza agente normalmente su una superficie e la superficie stessa. Pressione La pressione è una grandezza fisica, definita come il rapporto tra la forza agente normalmente su una superficie e la superficie stessa. E originata dallo scambio di forze fra le molecole del

Dettagli

Domanda e Offerta. G. Pignataro Microeconomia SPOSI

Domanda e Offerta. G. Pignataro Microeconomia SPOSI Domanda e Offerta Domanda e Offerta Il meccanismo di mercato Variazioni dell equilibrio di mercato Elasticità della domanda e dell offerta Elasticità di breve e di lungo periodo 1 Domanda e offerta La

Dettagli

L H 2 O nelle cellule vegetali e

L H 2 O nelle cellule vegetali e L H 2 O nelle cellule vegetali e il suo trasporto nella pianta H 2 O 0.96 Å H O 105 H 2s 2 2p 4 tendenza all ibridizzazione sp 3 H δ+ O δ- δ+ 1.75 Å H legame idrogeno O δ- H H δ+ δ+ energia del legame

Dettagli

Lezione 12 Argomenti

Lezione 12 Argomenti Lezione 12 Argomenti Costi di produzione: differenza tra costo economico e costo contabile I costi nel breve periodo Relazione di breve periodo tra funzione di produzione, produttività del lavoro e costi

Dettagli

Agostinetti Piero (425902/IM)

Agostinetti Piero (425902/IM) UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PADOVA FACOLTA DI INGEGNERIA Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica LABORATORIO DI ANALISI STRUTTURALE CON ANSYS 5.6: VERIFICHE STRUTTURALI PER IL BILANCERE DELLA PIATTAFORMA

Dettagli

AUTODIFFUSIONE Autodiffusione

AUTODIFFUSIONE Autodiffusione DIFFUSIONE ATOMICA La diffusione è un processo importante che influenza il comportamento di un materiale alle alte temperature (creep, trattamenti termici superficiali, tempra chimica del vetro, ricristallizzazione,

Dettagli

MURI DI SOSTEGNO. a cura del professore. Francesco Occhicone

MURI DI SOSTEGNO. a cura del professore. Francesco Occhicone MURI DI SOSTEGNO a cura del professore Francesco Occhicone anno 2014 MURI DI SOSTEGNO Per muro di sostegno si intende un opera d arte con la funzione principale di sostenere o contenere fronti di terreno

Dettagli

MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITÀ, DELLA RICERCA SCUOLE ITALIANE ALL ESTERO

MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITÀ, DELLA RICERCA SCUOLE ITALIANE ALL ESTERO Sessione Ordinaria in America 4 MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITÀ, DELLA RICERCA SCUOLE ITALIANE ALL ESTERO (Americhe) ESAMI DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO Sessione Ordinaria 4 SECONDA PROVA SCRITTA

Dettagli

Esercizi sulla conversione tra unità di misura

Esercizi sulla conversione tra unità di misura Esercizi sulla conversione tra unità di misura Autore: Enrico Campanelli Prima stesura: Settembre 2013 Ultima revisione: Settembre 2013 Per segnalare errori o per osservazioni e suggerimenti di qualsiasi

Dettagli

TRASFORMAZIONI TERMODINAMICHE

TRASFORMAZIONI TERMODINAMICHE TRASFORMAZIONI TERMODINAMICHE Le trasformazioni termodinamiche sono le modificazioni della materia di natura chimica o fisica, reversibili o irreversibili, prodotte da una variazione di temperatura. Le

Dettagli

I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo

I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo diverse metodologie. 1 La tempra termica (o fisica) si basa

Dettagli

Climatizzazione - riscaldamento e raffrescamento

Climatizzazione - riscaldamento e raffrescamento Climatizzazione - riscaldamento e raffrescamento La più grande innovazione delle tecniche di risparmio energetico si concentra nelle soluzioni di riscaldamento e raffrescamento. Il passaggio di calore

Dettagli

3 Variabile intensiva coniugata alla quantità di moto 1

3 Variabile intensiva coniugata alla quantità di moto 1 EQUILIBRIO ERMODINAMICO LOCALE Contents 1 Variabili termodinamiche locali 1 2 Quantità di moto 1 3 Variabile intensiva coniugata alla quantità di moto 1 4 Densità delle variabili estensive 2 5 Equilibrio

Dettagli

METODI DI CONVERSIONE FRA MISURE

METODI DI CONVERSIONE FRA MISURE METODI DI CONVERSIONE FRA MISURE Un problema molto frequente e delicato da risolvere è la conversione tra misure, già in parte introdotto a proposito delle conversioni tra multipli e sottomultipli delle

Dettagli

Cosa decidete di fare?

Cosa decidete di fare? Immaginate di aver trovato un lavoretto estivo in un bar All inizio lavorate 5 ore al giorno (5 giorni alla settimana) a 8 euro l ora Poi il padrone del bar impazzisce e vi raddoppia la paga (16 euro all

Dettagli

INDICAZIONI PER LA RICERCA DEGLI ASINTOTI VERTICALI

INDICAZIONI PER LA RICERCA DEGLI ASINTOTI VERTICALI 2.13 ASINTOTI 44 Un "asintoto", per una funzione y = f( ), è una retta alla quale il grafico della funzione "si avvicina indefinitamente", "si avvicina di tanto quanto noi vogliamo", nel senso precisato

Dettagli

Disegno di Macchine. corso per I anno della laurea in ing. meccanica Docente: ing. Francesca Campana

Disegno di Macchine. corso per I anno della laurea in ing. meccanica Docente: ing. Francesca Campana Disegno di Macchine corso per I anno della laurea in ing. meccanica Docente: ing. Francesca Campana Lezione n 13 I processi di lavorazione per compone nti meccanici. Cenni sui processi di fonderia e di

Dettagli

Esercizi sui Circuiti RC

Esercizi sui Circuiti RC Esercizi sui Circuiti RC Problema 1 Due condensatori di capacità C = 6 µf, due resistenze R = 2.2 kω ed una batteria da 12 V sono collegati in serie come in Figura 1a. I condensatori sono inizialmente

Dettagli

MATERIALI CERAMICI Classificazione e caratteristiche generali

MATERIALI CERAMICI Classificazione e caratteristiche generali MATERIALI CERAMICI Classificazione e caratteristiche generali I materiali ceramici sono materiali inorganici non metallici, costituiti da elementi metallici e non metalici legati fra loro prevalentemente

Dettagli

Problemi ad alta temperatura: Creep (scorrimento viscoso a caldo) Ossidazione

Problemi ad alta temperatura: Creep (scorrimento viscoso a caldo) Ossidazione Problemi ad alta temperatura: Creep (scorrimento viscoso a caldo) Ossidazione Acciai al carbonio Possono essere impiegati fino a 450 C C 0.20% Mn 1.6% Si tra 0.15 e 0.50% S e P 0.040% Per combattere invecchiamento

Dettagli

Tecniche di Analisi Termica e Diffrazione di Raggi X

Tecniche di Analisi Termica e Diffrazione di Raggi X ESERCITAZIONI DI CHIMICA FISICA A.A 2010/2011 I MODULO 6 crediti (Anna Corrias) Tecniche di Analisi Termica e Diffrazione di Raggi X Analisi Termica Cenni teorici Descrizione esperienze di laboratorio

Dettagli

Convenzioni di rappresentazione

Convenzioni di rappresentazione Convenzioni di rappresentazione Ogni elemento grafico su un elaborato deve avere un preciso ed inequivocabile significato, secondo le convenzioni di seguito illustrate. In particolare: Disegno tecnico:

Dettagli

Esercizi sui Motori a Combustione Interna

Esercizi sui Motori a Combustione Interna Esercizi sui Motori a Combustione Interna 6 MOTORE 4TEMPI AD ACCENSIONE COMANDATA (Appello del 08.0.000, esercizio N ) Un motore ad accensione comandata a 4 tempi di cilindrata V 000 cm 3, funzionante

Dettagli

Insegnare relatività. nel XXI secolo

Insegnare relatività. nel XXI secolo Insegnare relatività nel XXI secolo E s p a n s i o n e d e l l ' U n i v e r s o e l e g g e d i H u b b l e La legge di Hubble Studiando distanze e moto delle galassie si trova che quelle più vicine

Dettagli

Lezione di Combustione

Lezione di Combustione Lezione di Combustione Introduzione Da un punto di vista chimico-fisico la combustione è un processo reattivo fortemente esotermico Generalmente le temperature in gioco sono particolarmente elevate e dipendono

Dettagli

CMR - Centro di Medicina Riabilitativa. Relazione tecnico-diagnostica

CMR - Centro di Medicina Riabilitativa. Relazione tecnico-diagnostica CMR - Centro di Medicina Riabilitativa Telefono: 0942.794510 - Fax: 0942.797103 - E-mail: info@cmr-marchese.it Prove in situ per il monitoraggio periodico dell umidità a seguito dell installazione di tecnologia

Dettagli

La distalizzazione molare con l ausilio del Treppiedi

La distalizzazione molare con l ausilio del Treppiedi La distalizzazione molare con l ausilio del Treppiedi Dott. Paolo Pasquali Libero professionista a Macerata Il Treppiedi, ideato nel novembre del 98 dal sottoscritto e realizzato presso il laboratorio

Dettagli

Il Metodo Scientifico

Il Metodo Scientifico Unita Naturali Il Metodo Scientifico La Fisica si occupa di descrivere ed interpretare i fenomeni naturali usando il metodo scientifico. Passi del metodo scientifico: Schematizzazione: modello semplificato

Dettagli

SCUOLA PRIMARIA DI MAGGIATE Classe terza

SCUOLA PRIMARIA DI MAGGIATE Classe terza SCUOLA PRIMARIA DI MAGGIATE Classe terza Anno scolastico 2012-2013 TERRE ACQUE Osservando il nostro pianeta possiamo notare che la maggior parte della superficie è occupata dalle acque. Infatti esse occupano

Dettagli

p atm 1. V B ; 2. T B ; 3. W A B 4. il calore specifico a volume costante c V

p atm 1. V B ; 2. T B ; 3. W A B 4. il calore specifico a volume costante c V 1 Esercizio (tratto dal Problema 13.4 del Mazzoldi 2) Un gas ideale compie un espansione adiabatica contro la pressione atmosferica, dallo stato A di coordinate, T A, p A (tutte note, con p A > ) allo

Dettagli

Offerta in concorrenza perfetta: Cap.6

Offerta in concorrenza perfetta: Cap.6 Offerta in concorrenza perfetta: il lato dei costi Cap.6 Curva di offerta Per capire meglio le origini della curva di offerta consideriamo ora una impresa che debba decidere quale livello di produzione

Dettagli

TERMOMETRIA E PROCESSI TERMICI

TERMOMETRIA E PROCESSI TERMICI TERMOMETRIA E PROCESSI TERMICI SISTEMA parte di materia e/o spazio, idealmente isolata, su cui si concentra ntra l attenzione dell osservatore AMBIENTE ESTERNO tutto ciò che sta al di fuori, ma pur sempre

Dettagli

1)Quale tra i seguenti elementi è un gas nobile? a. Si b. Mo c. Ge d. He. 2) L'acqua è:

1)Quale tra i seguenti elementi è un gas nobile? a. Si b. Mo c. Ge d. He. 2) L'acqua è: 1)Quale tra i seguenti elementi è un gas nobile? a. Si b. Mo c. Ge d. He 2) L'acqua è: a. una sostanza elementare b. un composto chimico c. una miscela omogenea d. una soluzione 3) Quale dei seguenti elementi

Dettagli

Lezione 15 metodi di analisi termici legati alla separazione di fase. Separazione di fase. Fasi della materia: solido, liquido, gas

Lezione 15 metodi di analisi termici legati alla separazione di fase. Separazione di fase. Fasi della materia: solido, liquido, gas Lezione 15 metodi di analisi termici legati alla separazione di fase Separazione di fase Fasi della materia: solido, liquido, gas SOLIDO Scioglimento solidificazione LIQUIDO evaporazione condensazione

Dettagli

Illustrazione 1: Telaio. Piantanida Simone 1 G Scopo dell'esperienza: Misura di grandezze vettoriali

Illustrazione 1: Telaio. Piantanida Simone 1 G Scopo dell'esperienza: Misura di grandezze vettoriali Piantanida Simone 1 G Scopo dell'esperienza: Misura di grandezze vettoriali Materiale utilizzato: Telaio (carrucole,supporto,filo), pesi, goniometro o foglio con goniometro stampato, righello Premessa

Dettagli

Le proprietà periodiche degli elementi LA LEZIONE

Le proprietà periodiche degli elementi LA LEZIONE Le proprietà periodiche degli elementi LA LEZIONE Le proprietà degli elementi mostrano delle tendenze che possono essere predette usando il sistema periodico ed essere spiegate e comprese analizzando la

Dettagli

Si tratta di una breve spiegazione per iniziare ad avvicinarsi a capire questo, straordinario metodo di saldatura.

Si tratta di una breve spiegazione per iniziare ad avvicinarsi a capire questo, straordinario metodo di saldatura. www.tigmig.it Parametri TIG 1 Di seguito ho elencato la maggior parte dei parametri che regolano il processo di saldatura TIG nella speranza di aiutare chi si avvicina a questo mondo. Si tratta di una

Dettagli

Proprieta meccaniche dei fluidi

Proprieta meccaniche dei fluidi Proprieta meccaniche dei fluidi 1. Definizione di fluido: liquido o gas 2. La pressione in un fluido 3. Equilibrio nei fluidi: legge di Stevino 4. Il Principio di Pascal 5. Il barometro di Torricelli 6.

Dettagli

La tensione superficiale

La tensione superficiale La tensione superficiale Il fenomeno ha origine dalle forze di attrazione (coesione) tra le molecole del liquido, nel nostro caso l acqua. Sempre nel nostro caso le forze di attrazione tra molecole d acqua

Dettagli

Imposte ed efficienza. La perdita di efficienza associata alla tassazione

Imposte ed efficienza. La perdita di efficienza associata alla tassazione Imposte ed efficienza La perdita di efficienza associata alla tassazione Confronto tra imposte ed effetti economici Imposta proporzionale sul salario Imposta proporzionale sul salario Supponiamo che venga

Dettagli

SESSIONE ORDINARIA 2007 CORSO DI ORDINAMENTO SCUOLE ITALIANE ALL ESTERO - AMERICHE

SESSIONE ORDINARIA 2007 CORSO DI ORDINAMENTO SCUOLE ITALIANE ALL ESTERO - AMERICHE SESSIONE ORDINARIA 007 CORSO DI ORDINAMENTO SCUOLE ITALIANE ALL ESTERO - AMERICHE PROBLEMA Si consideri la funzione f definita da f ( x) x, il cui grafico è la parabola.. Si trovi il luogo geometrico dei

Dettagli

FUNZIONI CONTINUE - ESERCIZI SVOLTI

FUNZIONI CONTINUE - ESERCIZI SVOLTI FUNZIONI CONTINUE - ESERCIZI SVOLTI 1) Verificare che x è continua in x 0 per ogni x 0 0 ) Verificare che 1 x 1 x 0 è continua in x 0 per ogni x 0 0 3) Disegnare il grafico e studiare i punti di discontinuità

Dettagli

Il sistema di sigillatura "ISOLBLOCK" nelle murature refrattarie di sicurezza

Il sistema di sigillatura ISOLBLOCK nelle murature refrattarie di sicurezza Il sistema di sigillatura "ISOLBLOCK" nelle murature refrattarie di sicurezza La società REFRASUD, nel campo delle esperienze maturate sui rivestimenti per siviere acciaio, ha formulato una particolare

Dettagli

SALDATURA CON ELETTRODO RUTILE

SALDATURA CON ELETTRODO RUTILE SALDATURA CON ELETTRODO RUTILE Indicazioni generali L innesco e l accensione di un arco elettrico avvengono per contatto tra un polo positivo ed un polo negativo (cortocircuito). Il calore dell arco elettrico

Dettagli

ESSICCAZIONE E COTTURA DI PIASTRELLE CERAMICHE

ESSICCAZIONE E COTTURA DI PIASTRELLE CERAMICHE ESSICCAZIONE E COTTURA DI PIASTRELLE CERAMICHE Indice Premessa Nota degli autori PARTE PRIMA ESSICCAZIONE E COTTURA: NOZIONI FONDAMENTALI Capitolo 1. INTRODUZIONE Capitolo 2. IL CALORE 1. I principali

Dettagli

Club Alpino Italiano. Commissione Lombarda Materiali e Tecniche

Club Alpino Italiano. Commissione Lombarda Materiali e Tecniche Club Alpino Italiano Commissione Lombarda Materiali e Tecniche L ASSICURAZIONE IN PARETE: L IMPORTANZA DELL ALTEZZA DELLA PRIMA PROTEZIONE E DI UNA CORRETTA ASSICURAZIONE PER RIDURRE I RISCHI DI IMPATTO

Dettagli

OFFERTA DI LAVORO. p * C = M + w * L

OFFERTA DI LAVORO. p * C = M + w * L 1 OFFERTA DI LAVORO Supponiamo che il consumatore abbia inizialmente un reddito monetario M, sia che lavori o no: potrebbe trattarsi di un reddito da investimenti, di donazioni familiari, o altro. Definiamo

Dettagli

PROBLEMI DI SCELTA dipendenti da due variabili d azione

PROBLEMI DI SCELTA dipendenti da due variabili d azione prof. Guida PROBLEMI DI SCELTA dipendenti da due variabili d azione in un problema di programmazione lineare, si ricorda che la funzione obiettivo z=f(x,y)=ax+by+c assume il suo valore massimo (o minimo)

Dettagli

Lezione del 24 Ottobre 2014

Lezione del 24 Ottobre 2014 MECCANISMI MOLECOLARI DEGLI STATI PATOLOGICI MECCANISMI MOLECOLARI DELLE MALATTIE METABOLICHE Lezione del 24 Ottobre 2014 EZIOLOGIA Studia le cause che inducono un turbamento persistente dell omeostasi

Dettagli

Sistemi per serramenti e facciate continue in alluminio. Manuale di posa per serramenti Window & Door Installation Instructions. alsistem.

Sistemi per serramenti e facciate continue in alluminio. Manuale di posa per serramenti Window & Door Installation Instructions. alsistem. Sistemi per serramenti e facciate continue in alluminio Manuale di posa per serramenti Perché qualificare la posa in opera? INDICE GENERALE Perchè qualificare I piani funzionali Nodi con falso telaio PVC/LEGNO

Dettagli

Trasmittanza termica

Trasmittanza termica Trasmittanza termica Che cosa è la trasmittanza termica Trasmissione del calore e trasmittanza termica La trasmittanza termica secondo la norma UNI EN ISO 6946/2008 Il calcolo della trasmittanza secondo

Dettagli

Direzione e Depositi:

Direzione e Depositi: ETROLCHIMICA Sede Legale e Uffici: Via P. Rondoni,1 20146 Milano Tel. 0039 02 42 41 421 Fax 0039 02 47 71 93 72 E-mail: venditemilano@sicamtubi.com Direzione e Depositi: Via Marziana, 21 27020 Parona Lomellina

Dettagli

TECNICHE DI MONTAGGIO

TECNICHE DI MONTAGGIO Anna Jerry Berolo Il montaggio/editing Significato : ordinamento nella composizione Scopo: conferire alla rappresentazione audiovisiva, tramite l unione delle immagini in movimento, significato e logica

Dettagli

LEZIONE 1. Materia: Proprietà e Misura

LEZIONE 1. Materia: Proprietà e Misura LEZIONE 1 Materia: Proprietà e Misura MISCELE, COMPOSTI, ELEMENTI SOSTANZE PURE E MISCUGLI La materia può essere suddivisa in sostanze pure e miscugli. Un sistema è puro solo se è formato da una singola

Dettagli

prof.a.battistelli PROIEZIONI ORTOGONALI

prof.a.battistelli PROIEZIONI ORTOGONALI PROIEZIONI ORTOGONALI PROIEZIONI ORTOGONALI È il disegno delle viste, da davanti, da sopra e di fianco di un oggetto tridimensionale disegnate in un foglio bidimensionale. Trasformiamoci in designer Per

Dettagli

1.3.8.3 Termogravimetro (TG)

1.3.8.3 Termogravimetro (TG) 1.3.8.3 Termogravimetro (TG) Il termogravimetro è un particolare strumento che tramite un'analisi termogravimetrica misura la variazione percentuale di peso di un materiale, quando esso viene riscaldato,

Dettagli

Indicazioni operative per La Misurazione dei fumi e dei gas durante la attività di saldatura

Indicazioni operative per La Misurazione dei fumi e dei gas durante la attività di saldatura Indicazioni operative per La Misurazione dei fumi e dei gas durante la attività di saldatura Scheda n 1 Giugno 2010 1 Norme di riferimento: UNI EN 10882-1:2002: Campionamento delle particelle in sospensione

Dettagli

Circuiti con diodi e resistenze: Analisi e Progetto

Circuiti con diodi e resistenze: Analisi e Progetto Circuiti con diodi e resistenze: Analisi e Progetto Esercizio 1: Calcolare e descrivere graficamente la caratteristica di trasferimento del seguente circuito: 1 D 3 110 KΩ 5 KΩ 35 KΩ V z3 5 V Svolgimento

Dettagli

TECNICHE DI BASE PER LA SEPARAZIONE DEI COMPONENTI DI UNA MISCELA

TECNICHE DI BASE PER LA SEPARAZIONE DEI COMPONENTI DI UNA MISCELA TECNICHE DI BASE PER LA SEPARAZIONE DEI COMPONENTI DI UNA MISCELA CENTRIFUGAZIONE La centrifugazione è un processo che permette di separare una fase solida immiscibile da una fase liquida o due liquidi

Dettagli

Università di Pisa Facoltà di Ingegneria. Leghe non ferrose. Chimica Applicata. Prof. Cristiano Nicolella

Università di Pisa Facoltà di Ingegneria. Leghe non ferrose. Chimica Applicata. Prof. Cristiano Nicolella Università di Pisa Facoltà di Ingegneria Leghe non ferrose Chimica Applicata Prof. Cristiano Nicolella Leghe non ferrose Minerali di alluminio L alluminio è uno degli elementi più abbondanti sulla crosta

Dettagli

Esercizi svolti. Elettrotecnica

Esercizi svolti. Elettrotecnica Esercizi svolti di Elettrotecnica a cura del prof. Vincenzo Tucci NOVEMBE 00 NOTA SUL METODO PE LA DEGLI ESECIZI La soluzione degli esercizi è un momento della fase di apprendimento nel quale l allievo

Dettagli

Le analisi chimiche dell acqua del fiume Padrongianus Scienze Integrate Chimica

Le analisi chimiche dell acqua del fiume Padrongianus Scienze Integrate Chimica Le analisi chimiche dell acqua del fiume Padrongianus Scienze Integrate Chimica Nell ambito del Progetto relativo all esame dell ecosistema costituito dal Parco Fluviale del Padrongianus sono stati coinvolti

Dettagli

MATERIALI. Introduzione

MATERIALI. Introduzione MATERIALI 398 Introduzione Gli acciai sono leghe metalliche costituite da ferro e carbonio, con tenore di carbonio (in massa) non superiore al 2%. Attenzione: la normazione sugli acciai è in fase di armonizzazione

Dettagli

C V. gas monoatomici 3 R/2 5 R/2 gas biatomici 5 R/2 7 R/2 gas pluriatomici 6 R/2 8 R/2

C V. gas monoatomici 3 R/2 5 R/2 gas biatomici 5 R/2 7 R/2 gas pluriatomici 6 R/2 8 R/2 46 Tonzig La fisica del calore o 6 R/2 rispettivamente per i gas a molecola monoatomica, biatomica e pluriatomica. Per un gas perfetto, il calore molare a pressione costante si ottiene dal precedente aggiungendo

Dettagli

Simulazione test di ingresso Ingegneria Industriale Viterbo. Quesiti di Logica, Chimica e Fisica. Logica

Simulazione test di ingresso Ingegneria Industriale Viterbo. Quesiti di Logica, Chimica e Fisica. Logica Simulazione test di ingresso Ingegneria Industriale Viterbo Quesiti di Logica, Chimica e Fisica Logica L1 - Come si conclude questa serie di numeri? 9, 16, 25, 36,... A) 47 B) 49 C) 48 D) 45 L2 - Quale

Dettagli

3. Le Trasformazioni Termodinamiche

3. Le Trasformazioni Termodinamiche 3. Le Trasformazioni Termodinamiche Lo stato termodinamico di un gas (perfetto) è determinato dalle sue variabili di stato: ressione, olume, Temperatura, n moli ffinché esse siano determinate è necessario

Dettagli

Calcolo delle perdite di carico

Calcolo delle perdite di carico 9 Calcolo delle perdite di carico 9.1 Canali Il seguente paragrafo sarà dedicato alla descrizione delle perdite di carico nei canali anche se tutto il manuale è dedicato alle tubazioni per il trasporto

Dettagli

Elztrip EZ100 Riscaldatore a irraggiamento a pannello singolo per uffici, negozi, ecc.

Elztrip EZ100 Riscaldatore a irraggiamento a pannello singolo per uffici, negozi, ecc. Elztrip 00 3 600-1500 W 3 modelli Elztrip 00 Riscaldatore a irraggiamento a pannello singolo per uffici, negozi, ecc. Applicazioni 00 è destinato al riscaldamento totale o supplementare e oltre alla protezione

Dettagli

Definizione Dati due insiemi A e B, contenuti nel campo reale R, si definisce funzione reale di variabile reale una legge f : A

Definizione Dati due insiemi A e B, contenuti nel campo reale R, si definisce funzione reale di variabile reale una legge f : A Scopo centrale, sia della teoria statistica che della economica, è proprio quello di esprimere ed analizzare le relazioni, esistenti tra le variabili statistiche ed economiche, che, in linguaggio matematico,

Dettagli

Allegato al foglio tecnico riduttori 5801 10/06/04

Allegato al foglio tecnico riduttori 5801 10/06/04 Gestra Elettronica Industriale - Gruppo A Riduttore di pressione Gestra Mod 501 Edizione 05/0 501 Applicazioni I riduttori autoazionati Gestra 501 vengono utilizzati per mantenere costante la pressione

Dettagli

LA MATERIA MATERIA. COMPOSIZIONE (struttura) Atomi che la compongono

LA MATERIA MATERIA. COMPOSIZIONE (struttura) Atomi che la compongono LA MATERIA 1 MATERIA PROPRIETÀ (caratteristiche) COMPOSIZIONE (struttura) FENOMENI (trasformazioni) Stati di aggregazione Solido Liquido Aeriforme Atomi che la compongono CHIMICI Dopo la trasformazione

Dettagli

Misure di prevenzione primaria per la riduzione del rischio nella saldatura

Misure di prevenzione primaria per la riduzione del rischio nella saldatura SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN MEDICINA DEL LAVORO Direttore: Prof. Massimo Corradi Associazione Parmense dei Medici del Lavoro Seminari monografici di medicina del lavoro Edizione 2016 Rischio cancerogeno

Dettagli

TRATTAMENTI TERMICI IMPORTANZA DI ESEGUIRE IL TRATTAMENTO TERMICO NEL MOMENTO OPPORTUNO DEL PROCESSO DI REALIZZAZIONE DEL PEZZO

TRATTAMENTI TERMICI IMPORTANZA DI ESEGUIRE IL TRATTAMENTO TERMICO NEL MOMENTO OPPORTUNO DEL PROCESSO DI REALIZZAZIONE DEL PEZZO TRATTAMENTI TERMICI IL TRATTAMENTO TERMICO CONSISTE IN UN CICLO TERMICO CHE SERVE A MODIFICARE LA STRUTTURA DEL MATERIALE PER LA VARIAZIONE DELLE SUE CARATTERISTICHE MECCANICHE: RESISTENZA DEFORMABILITA

Dettagli

modulo: CHIMICA DEI POLIMERI

modulo: CHIMICA DEI POLIMERI CORSO PON Esperto nella progettazione, caratterizzazione e lavorazione di termoplastici modulo: CHIMICA DEI POLIMERI Vincenzo Venditto influenza delle caratteristiche strutturali, microstrutturali e morfologiche

Dettagli

Classificazione Singolarità isolate, Serie di Laurent, Residui, Teorema dei residui e applicazioni

Classificazione Singolarità isolate, Serie di Laurent, Residui, Teorema dei residui e applicazioni Classificazione Singolarità isolate, Serie di Laurent, Residui, Teorema dei residui e applicazioni Docente:Alessandra Cutrì Richiamo:Zeri di Funzioni olomorfe (o analitiche) Sia f : A C C A aperto connesso,

Dettagli

MICROECONOMIA. Produzione e costi. Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza

MICROECONOMIA. Produzione e costi. Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza MICROECONOMIA Produzione e costi Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza 1 LE SCELTE DELL IMPRESA ALTERNATIVE DISPONIBILI VINCOLO MERCATO (FORME DI MERCATO) VINCOLO TECNOL. (COME PRODURRE) RICAVI

Dettagli

CdS Ingegneria Industriale: Corso di Chimica

CdS Ingegneria Industriale: Corso di Chimica CdS Ingegneria Industriale: Corso di Chimica Docente : Informazioni generali Candida MILONE cmilone@ingegneria.unime.it Ricevimento Mar e Gio 15:00-17:00 Struttura del corso: Verifiche: 54 ore di lezioni

Dettagli

Evoluzione del clima in Veneto nell ultimo cinquantennio

Evoluzione del clima in Veneto nell ultimo cinquantennio DIPARTIMENTO PER LA SICUREZZA DEL TERRITORIO Centro Meteorologico di Teolo Evoluzione del clima in Veneto nell ultimo cinquantennio Il Veneto si colloca in una zona di transizione confinante a Nord con

Dettagli

PASTIGLIE BREMBO. PER TUTTE LE MOTO, PER TUTTI I MOTOCICLISTI.

PASTIGLIE BREMBO. PER TUTTE LE MOTO, PER TUTTI I MOTOCICLISTI. PASTIGLIE BREMBO. PER TUTTE LE MOTO, PER TUTTI I MOTOCICLISTI. Il segreto di una frenata sicura sta anche nelle pastiglie Brembo, leader mondiale dei freni, integra la propria offerta con una gamma completa

Dettagli