Università degli Studi di Napoli Parthenope. L area organizzativa. (Capitolo V)
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- Annabella Corradi
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1 Università degli Studi di Napoli Parthenope L area organizzativa (Capitolo V)
2 Sommario: 1. La funzione organizzativa 2. La struttura organizzativa 3. Gli organigrammi 4. Il modello gerarchico 5. Il modello divisionale 6. Il modello a matrice 7. L organizzazione a fiore 8. Le strutture reticolari [02/19]
3 1. La funzione organizzativa Organizzare significa ordinare un sistema di parti interdipendenti e correlate, ciascuna avente una specifica funzione rispetto al complesso; La funzione organizzativa di una impresa definisce: - I centri decisionali, di controllo ed esecutivi - L autorità e le responsabilità di ciascuno di essi - Organigramma e descrizione delle mansioni - Le procedure organizzative [03/19]
4 2. La struttura organizzativa è un insieme di relazioni tra le persone che in essa operano; è la distribuzione dell autorità e delle responsabilità al suo interno, è un insieme di processi elementari con i quali la stessa si costituisce [04/19]
5 Una struttura organizzativa è composta da elementi: 1. Hardware 2. Software Una struttura organizzativa può essere inoltre di tipo: 1- Formale 2- Informale [05/19]
6 3. Gli organigrammi sono delle rappresentazioni grafiche globali, d immediata percezione visiva, della struttura organizzativa formale dell impresa Il loro scopo è di evidenziare gli aspetti fondamentali del funzionamento dell organizzazione, le posizioni strutturali ed i collegamenti tra le diverse funzioni aziendali. [06/19]
7 Esempio di un organigramma [07/19]
8 Limiti degli organigrammi: mancanza di informazioni sull importanza delle posizioni rappresentate; mancanza di informazioni sui rapporti non gerarchici; difficoltà di estrapolare informazioni sull ambiente in cui opera l unita aziendale. [08/19]
9 4. Il modello gerarchico (struttura monofunzionale) Digitare il titolo Digitare il nome Digitare il titolo Digitare il nome Digitare il titolo Digitare il nome Digitare il titolo [09/19]
10 Modello gerarchico l autorità, la responsabilità e le competenze sono massime al vertice dell organizzazione (principio di gerarchia); le funzioni vengono delegate verso il basso (principio di delega); in caso di difficoltà impreviste il problema deve tornare al vertice per la risoluzione (principio di eccezione); ciascuno deve sapere chiaramente da chi prendere ordini e a chi rivolgersi quando non sia in grado di decidere da solo (principio dell unità di direzione). [10/19]
11 Modello gerarchico funzionale (struttura gerarchico funzionale) Struttura gerarchico-funzionale Direttore generale Direzione di marketing Direzione produzione Direzione del personale Direzione contabilità e budget [11/19]
12 In tale modello si ha: l autorità, la responsabilità e le competenze sono massime al vertice dell organizzazione (principio di gerarchia); in caso di difficoltà impreviste il problema deve tornare al vertice per la risoluzione (principio di eccezione); principio della competenza e specializzazione [12/19]
13 5. Il modello divisionale Struttura divisionale Direzione generale Direzione pianificazione e controllo Direzione finanza Direzione R&S Divisione Prod. A Divisione Prod. B Divisione prod. C direz. vendite direz. marketing direz. produzione direz. amministr. direz. personale direz. programmaz [13/19]
14 Il modello divisionale: PREGI: crescita dimensionale, diversificazione produttiva e/o geografica, capacità di rispondere in modo differenziato all ambiente DIFETTI: moltiplicazione delle risorse specialistiche, mancato trasferimento di know-how tra i diversi progetti. [14/19]
15 6. Il modello a matrice DIRETTORE GENERALE FUNZIONI PROGETTI PM1 Progettaz. Marketing Finanziario Altri Resp. progetto PM2 PM3 Resp. funzionale [15/19]
16 Modello a matrice: problemi potenziali conflitti tra manager funzionali e di progetto organizzazione dei progetti separata, rendendo possibile la duplicazione degli sforzi tempi lunghi per la definizione delle politiche e delle procedure all inizio dei progetti la struttura a matrice deve essere mantenuta flessibile ed aperta, intervenendo, nel contempo, allo scopo di evitare l anarchia uno specialista può avere numerosi capi le specializzazioni devono essere integrate al fine di pervenire alla soluzione integrata dei problemi [16/19]
17 7. L organizzazione a fiore E utilizzata per processi di cambiamento organizzativo. Il cambiamento organizzativo è inteso non come formulazione di un nuovo organigramma, ma come modifica delle modalità di funzionamento della struttura. Il cambiamento è un progetto da tutti condiviso. La pianta rappresenta il progetto; essa ha dei fiori che si aprono e si chiudono (i gruppi di progetto), ha un terreno più o meno forte che l accoglie (l organizzazione e la sua cultura), un contesto circostante con cui interagisce e scambia risorse (l ambiente) e un umanità che l aiuta a crescere (il management). [17/19]
18 La struttura per piattaforme: le piattaforme dei costruttori di auto - Piattaforma = serie di prodotti con elevato livello di coerenza e contraddistinti dalla comune origine tecnica del pianale dell autoveicolo - A partire dal pianale viene configurata una specifica struttura organizzativa (fatta di team di sviluppo, di team di prodotto, core team) con il compito di presidiare lo sviluppo di tutti i modelli che rientrano nell ambito di questo raggruppamento. [18/19]
19 8. Le strutture reticolari Entità flessibile, ramificata, adatta ad interagire con l innovazione ed il cambiamento. I due elementi di tale formula organizzativa sono: 1. La flessibilità, ossia capacità di adattarsi velocemente e a costi sostenibili alle modificazioni del contesto ambientale; 2- L integrazione delle proprie competenze ed attività con quelle di altre imprese. [19/19]
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