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- Marcellino Pugliese
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1 CENTRO AMBULATORIALE DIPREVENZIONE E RIABILITAZIONE DELL ETA EVOLUTIVA - Impresa Sociale - Via Alassio, 3r Genova Voltri Tel.: centro.cucciolo@tiscali.it 19 Aprile 2016 CANEPA LARA Terapista della Neuro e Psicomotricità dell Età Evolutiva FOSSATI SERENA Psicologa Cognitivo-Comportamentale
2 La Diagnosi DSM- V Disturbi dello Spettro Autistico Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell interazione sociale come manifestato da almeno 3 dei seguenti punti: Deficit nella reciprocità socio-emotiva Deficit nei comportamenti comunicativi non verbali usati per l interazione sociale Deficit nello sviluppo e mantenimento di relazioni, appropriate al livello di sviluppo (non comprese quelle con i genitori e i caregiver) Comportamenti e/o interessi e/o attività ristretti e ripetitivi come manifestato da almeno 2 dei seguenti punti: Linguaggio, movimenti motori, uso di oggetti stereotipato e/o ripetitivo Eccessiva aderenza alla routine, comportamenti verbali o non verbali ritualizzati, eccessiva resistenza ai cambiamenti Fissazione per interessi altamente ristretti con intensità o attenzione anormale Iper-reattività e/o ipo- reattività agli stimoli sensoriali o interessi inusuali rispetto a certi aspetti dell ambiente
3 ESORDIO NELLA PRIMA INFANZIA L insieme dei sintomi deve limitare e compromettere il funzionamento quotidiano Tre Livelli di Gravità: 1. Richiede supporto molto sostanziale 2. Richiede supporto sostanziale 3. Richiede supporto
4 CONTINUUM AI CUI POLI SI SITUANO OPPOSTI LIVELLI DI FUNZIONAMENTO Bambini verbali/ non verbali Bambini con molteplici stereotipie/ stereotipie scarse o assenti Bambini con buon quoziente intellettivo/ basso quoziente intellettivo (Q.I. sopra o sotto di 70) : si parla di Alto o Basso Funzionamento
5 Funzioni Esecutive ALTRE AREE COINVOLTE Scansione del tempo e degli eventi Memoria Area sensoriale (ipo/ipersensibilità) Abilità motorie Emotività
6 INTERVENTO RIABILITATIVO PRECOCE INTENSIVO MULTIDISCIPLINARE GENERALIZZATO in tutti i contesti di vita quotidiana
7 PRINCIPALI STILI DIAPPROCCIO RIABILITATIVO A.B.A. (Applied Behavioral Analysis) - tradotto in maniera letterale, significa analisi applicata del comportamento. A.B.A. costituisce l applicazione pratica dei principi e delle A.B.A. costituisce l applicazione pratica dei principi e delle tecniche individuati dal comportamentismo. Il principio centrale è quello di rinforzo: la frequenza e la forma di un determinato comportamento possono essere influenzate da ciò che accade prima o dopo il comportamento stesso (modificazione del comportamento attraverso un condizionamento classico).
8 T.E.A.C.C.H. (Treatment and Education of Autistic and Related Communication Handicapped Children) ovvero Trattamento ed Educazione dei Bambini Autistici e con Disturbi Correlati della Comunicazione. T.E.A.C.C.H. comprende attività di ricerca, formazione ed un organizzazione di servizi che prevede interventi lungo tutto il corso della vita delle persone, proponendosi di: -Modificare l ambiente in funzione delle esigenze individuali. -Sviluppare al massimo grado le autonomie del soggetto autistico tramite uno specifico programma individualizzato basato sui punti di forza e sulle abilità emergenti di questi individui (attraverso un condizionamento operante). -Migliorare la qualità di vita del bambino e dei suoi familiari.
9 DENVER MODEL E un modello di presa in carico per bambini con disturbi dello spettro autistico in età prescolare, promosso dagli inizi degli anni Ottanta da Sally Rogers e coll. all interno dei programmi per le Disabilità dello sviluppo dell Università del Colorado Health Sciences Center (UCHSC) attraverso il gioco come uno dei mezzi più potenti di apprendimento cognitivo e sociale a disposizione del bambino. Modello basato sull "approccio evolutivo" in cui l intervento è centrato sul bambino per favorire la sua iniziativa, la sua motivazione e la sua partecipazione.
10 DIR MODEL e FLOORTIME Il Floortime, che letteralmente significa "tempo passato a terra sul pavimento", è una tecnica d intervento basata sul gioco e sull interazione spontanea fra adulto e bambino. Consente di attuare un lavoro educativo che, a partire dal gioco simbolico e dall interazione spontanea, si prefigge di creare il contesto all interno del quale possono essere appresi nuovi comportamenti e nuove abilità (approccio evolutivo). Costituisce il versante pratico-applicativo del più generale DIR Model (Developmental, Individual differences, Relationship based), ovvero un modello di valutazione volto ad analizzare il livello di sviluppo emotivo, le differenze individuali biologicamente determinate e le relazioni significative vissute dal bambino nei suoi ambienti di vita (casa, scuola, terapie, ecc.). L emotività che è punto focale dell interazione sociale diviene pertanto la base sulla quale fondare l intervento psico-educativo. La disponibilità e la voglia di partecipare ad un attività ludica diviene motore primario e favorente questo tipo di tecnica.
11 VIDEO (1) Obiettivi: Aggancio visivo e persistenza dello sguardo Triade attenzione/intenzione/emozione condivise come presupposti dell intersoggettività Comunicazione con pointing / dà gestuale Postazione di lavoro : senza elementi distrattori e contenuta Materiale utilizzato: Qualsiasi oggetto/attività catturi l interesse per il bimbo. solitamente palle, cerchi, macchinine, bottiglia con biglie (oggetti che ruotano o con parti che ruotano) e attività a soffio (bolle, lingua di carnevale, palloncino gonfiosgonfio)
12 VIDEO (2) VIDEO (3)
13 VIDEO (4) VIDEO (5) GENERALIZZARE il prima possibile le competenze acquisite in percorso individuale! Obiettivo principale: Utilizzare le proprie competenze a favore di COMUNICAZIONE ed INTERSOGGETTIVITA
14 LA TEORIA DELLA MENTE Anne and Sally - Falsa credenza di 1 ordine - Vedo so/ Non vedo non so - Sento so/ Non sento non so - VIDEO (6)
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16 Falsa credenza di 2 ordine - Doppio inganno - Io penso che tu pensi che X pensi Y Look-prediction (falsa credenza di secondo ordine) Un bambino di nome John e sua sorella Mary stanno giocando con il loro nuovo mazzo di carte nella cameretta di John quando Mary informa il fratello della sua decisione di metter via il mazzo di carte e di riprendere a giocare una volta conclusa la cena. Mary mette le carte nell armadio e si allontana per andare ad apparecchiare la tavola. John decide di fare uno scherzo alla sorellina, così toglie le carte dall armadio e le mette sotto il letto. Mary, però, che ha finito presto di apparecchiare, si incammina verso la stanza e vede John che nasconde le carte sotto il letto. John però non vede Mary. Alla fine Mary, dopo cena afferma di voler andare nella stanza a tirare fuori il mazzo di carte. Dopo alcune domande di controllo per verificare la comprensione della storia, John dove pensa che Mary cercherà il mazzo di carte? Perchè John pensa questo? Say-prediction (falsa credenza di secondo ordine) Ci sono una bambina di nome Jenny e la sua mamma. Domani sarà il compleanno di Jenny e la mamma le ha preso come regalo un cagnolino, che ha nascosto in cantina. Quando Jenny torna a casa da scuola dice alla mamma di desiderare proprio un cagnolino, ma la mamma, per farle una sorpresa, le risponde che non le ha preso un cagnolino, ma un grande giocattolo. Jenny decide allora di andare a giocare con i suoi amici e scende in cantina a prendere i pattini e vede il cagnolino per il suo compleanno. La mamma non vede Jenny scendere in cantina. Dopo alcune domande di controllo, La mamma cosa pensa che Jenny dirà ai suoi amici di ricevere per il compleanno? Perché?
17 IMPARARE LE SOCIAL SKILL Obiettivo principale: Rafforzare l intersoggettività ADATTANDOCI al contesto in cui siamo e alle sue regole, cogliendo il più possibile i segnali che le altre persone ci danno per eventualmente modificare il nostro comportamento a favore di una riuscita sociale migliore. VIDEO (7) VIDEO (8) VIDEO (9) VIDEO (10)
18 STRUMENTI UTILI AGENDA VISIVA
19 STRISCIA VISIVA
20 COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA
21 STORIE SOCIALI
22 PREADOLESCENZA PASSAGGIO DALLA RIGIDITA ALLA FLESSIBILITA PENSIERO EMOZIONE COMPORTAMENTO INIZIAMO A LAVORARARE AI PIANI ALTI IL LAVORO SUL CONTESTO IMPORTANZA DEL GRUPPO DI RIFERIMENTO EDUCATIVO INCREMENTO DELLE ASPETTATIVE POSITIVE DEL BAMBINO CON DISABILITA FUNZIONI DEI COMPORTAMENTI PROBLEMA E L INTOLLERANZA ALLA FRUSTRAZIONE SVILUPPO DELLA PROSOCIALITA COME VALORE PREVENTIVO RISPETTO AI COMPORTAMENTI PROBLEMA FAVORIRE UNA COMUNICAZIONE FUNZIONALE PER RAGGIUNGERE OBIETTIVI E RISOLVERE PROBLEMI
23 IL RUOLO DELLA SCUOLA ENTRIAMO PIU NELLO SPECIFICO A SCUOLA PUO PRENDERE PARTE ATTIVAMENTE A QUESTO PERCORSO D INTEGRAZIONE SUL PIANO DELLE COMPETENZA SOCIALI ED EMOTIVE ALL INTERNO DEL GRUPPO CLASSE. OBIETTIVO DI UN INTERVENTO SCOLASTICO: FAVORIRE L INTEGRAZIONE DEI BAMBINI CON DISABILITA INSEGNANDO A TUTTI A MEGLIO CONOSCERE E CONSEGUENTEMENTE GESTIRE LE PROPRIE EMOZIONI ATTRAVERSO UN PROGETTO DI EDUCAZIONE RAZIONALE EMOTIVA.( MARIO DI PIETRO, 2007) LA ERE L EDUCAZIONE RAZIONALE EMOTIVA E UNA PROCEDURA PSICOEDUCATIVA CHE MIRA AD EDUCARE IL BAMBINO AD AFFRONTARE LE PROPRIE EMOZIONI DISFUNZIONALI IMPARANDO A UTILIZZARE E POTENZIARE LA PROPRIA CAPACITA DI PENSARE IN MODO COSTRUTTIVO E RAZIONALE. IN GENERALE, LA MAGGIOR PARTE DEI PROBLEMI EMOTIVI DERIVA DALLA MODALITA DISTORTA CON CUI IL BAMBINO O L ADOLESCENTE RAPPRESENTA MENTALMENTE SE STESSO E GLI EVENTI. SI TRATTA DELLA TENDENZA A ESASPERARE GLI ELEMENTI NEGATIVI ATTRAVERSO MODALITA DIPENSIERO RIGIDE E ASSOLUTISTICHE.
24 OBIETTIVI DELLA ERE UN LAVORO DI ALFABETIZZAZIONE EMOZIONALE APPRENDIMENTO DI ABILITA METACOGNITIVE OBIETTIVI DIFFERENTI IN BASE ALL ETA DEI DESTINATARI LA ERE CON BAMBINI IN ETA PRE-SCOLARE E DELLA SCUOLA PRIMARIA CON BAMBINI PIU PICCOLI E FINO AI DIECI ANNI CIRCA, SI POTRA LAVORARE ESSENZIALMENTE SUI SEGUENTI OBIETTIVI: 1. ESPANSIONE DEL VOCABOLARIO EMOTIVO DEL BAMBINO 2. IDENTIFICAZIONE DELLE EMOZIONI IN MODO CORRETTO 3. DISTINZIONE TRA LE EMOZIONI UTILI E QUELLE DANNOSE 4. DIFFERENZIAZIONI TRA LE EMOZIONI E I PENSIERI 5. INDIVIDUALIZZAZIONE DEL PROPRIO DIALOGO INTERNO IN SITUAZIONI EMOTIVE 6. COLLEGAMENTO DEL DIALOGO INTERNO ALLE EMOZIONI 7. APPRENDIMENTO DI UN REPERTORIO DI PENSIERI UTILI.
25 LA ERE CON PREADOLESCENTI E ADOLESCENTI CON PREADOLESCENTI E ADOLESCENTI POTRANNO ESSERE AGGIUNTI ANCHE OBIETTIVI PIU COMPLESSI CHE RICHIEDONO UNA MAGGIORE COMPETENZA NELL AMBITO DELLA METACOGNIZIONE: 1 RICONOSCIMENTO DELLE PRINCIPALI CATEGORIE DI PENSIERI DANNOSI 2 INDIVIDUAZIONE DI CIO CHE RENDE UN PENSIERO DANNOSO 3 APPRENDIMENTO DELLA MODALITA DI TRASFORMAZIONE DEI PENSIERI DANNOSI 4 TRASFORMAZIONE DEL PROPRIO STILE ESPLICATIVO
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