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2 1 Sommario 2 L IMPRONTA IDRICA IMPRONTA IDRICA BLU IMPRONTA IDRICA VERDE IMPRONTA IDRICA GRIGIA IMPRONTA IDRICA DELLA PRODUZIONE DI PROTEINE ANIMALI IMPRONTA IDRICA DELLA PRODUZIONE DI PROTEINE VEGETALI CONFRONTO DELL IMPRONTA IDRICA NELLA PRODUZIONE DI PROTEINE DI ORIGINE VEGETALI E ANIMALI IL PROBLEMA DELLA SCARSITA IDRICA IL PROBLEMA DELLE ATTUALI GOVERNANCE LOCALI E GLOBALI DELL ACQUA CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA... 18
3 2 L IMPRONTA IDRICA Mi presento, sono l impronta idrica! Sono un indicatore che ti consente di calcolare l'uso di acqua, prendendo in considerazione sia l'utilizzo diretto sia quello indiretto, del consumatore o del produttore. Il concetto di impronta idrica è analogo a quello di impronta ecologica e impronta di carbonio, ma è riferito all acqua anziché al consumo di suolo o di energia fossile. L impronta idrica di un prodotto è il volume di acqua dolce utilizzata per produrlo nelle sue diverse fasi di lavorazione. Il consumo di acqua si riferisce ad acqua evaporata, incorporata nel prodotto o in qualche modo contaminata durante la lavorazione di questo. 2
4 L impronta idrica è generalmente divisa in tre categorie: 2.1 IMPRONTA IDRICA BLU Io rappresento il prelievo di ac que superfic iali e sotterranee destinate ad un utilizzo per sc opi agric oli, domestic i e industriali. È la quantità di ac qua dolc e c he, nel proc esso produttivo, non torna a valle nel medesimo punto in c ui è stata prelevata o vi torna, ma in tempi diversi. 3
5 2.2 IMPRONTA IDRICA VERDE Io rappresento il volume di acqua piovana che non contribuisce al ruscellamento superficiale e si riferisce principalmente all acqua evaporata e traspirata per un utilizzo agricolo; il consumo di acqua verde esercita un impatto meno invasivo sugli equilibri ambientali rispetto al consumo di acqua blu. 4
6 2.3 IMPRONTA IDRICA GRIGIA Io rappresento il volume di acqua inquinata, cioè il volume di acqua necessario per diluire gli inquinanti al punto che la qualità delle acque torni sopra gli standard di qualità stabiliti dalla legge. 5
7 L impronta idrica dei consumi italiani, (mm/anno) 6
8 Fonte: Mekonnen e Hoekstra (2011) 7
9 3 IMPRONTA IDRICA DELLA PRODUZIONE DI PROTEINE ANIMALI Il maggior contributo all impronta idrica totale delle proteine di origine animale viene dato dalla coltivazione destinata all alimentazione bovina, la fase più lontana dal consumatore finale. Esistono due fattori determinanti per l impronta idrica di un prodotto animale. Il primo è l efficienza di conversione degli alimenti, che misura l ammontare di cibo necessario a produrre una data quantità di carne, uova o latte. Il secondo fattore è la composizione del cibo di cui gli animali si nutrono nei diversi tipi di allevamento. La catena di approvvigionamento inizia con le colture alimentari e finisce con il consumatore. 8
10 Impronta idrica diretta e indiretta nella diverse fasi della catena di approvvigionamento dei prodotti di origine animale. In ogni passaggio della catena c è un impronta idrica diretta, che si riferisce al consumo o contaminazione dell acqua in quello specifico passaggio, ma anche un impronta idrica indiretta, legata a consumo o contaminazione dell acqua avvenuti nel passaggio precedente. Il maggior contributo all impronta idrica totale del prodotto di origine animale finale viene di gran lunga proprio da questo primo passaggio: la coltivazione destinata ad alimentare il bestiame. Questa fase è la più lontana dal consumatore finale. Inoltre, le colture alimentari sono perlopiù localizzate in luoghi completamente diversi da quelli in cui avviene il consumo del prodotto finale. 9
11 4 IMPRONTA IDRICA DELLA PRODUZIONE DI PROTEINE VEGETALI Le piante hanno bisogno di un ingente quantità d'acqua per sopravvivere. Di tutta l'acqua che esse assorbono dal terreno, la stragrande maggioranza viene rilasciata nell'atmosfera sotto forma di vapore acqueo a causa di un processo noto come traspirazione; di conseguenza le piante devono continuamente rimpiazzare l'acqua che perdono con altra che assorbono dal terreno. Ciò causa la formazione di un continuo flusso di acqua che va dal terreno all'atmosfera noto come continuum suolo-piantaatmosfera. 10
12 5 CONFRONTO DELL IMPRONTA IDRICA NELLA PRODUZIONE DI PROTEINE DI ORIGINE VEGETALI E ANIMALI L impronta idrica di qualsiasi prodotto di origine animale è più alta di quella di un prodotto derivante da colture gestite in modo avveduto e di valore nutrizionale equivalente. Si può constatare mettendo a confronto l impronta idrica di due prodotti derivati dalla soia con due equivalenti di origine animale. Ne è emerso che 1 litro di latte di soia prodotto in Belgio ha un impronta idrica di circa 300 litri, laddove l impronta idrica di 1 litro di latte di mucca è più del triplo. Analogamente, un hamburger di soia da 150 grammi prodotto nei Paesi Bassi ha un impronta idrica stimata sui 160 litri, mentre in media quella di un hamburger di manzo dello stesso peso è quasi quindici volte più grande. Impronta idrica per unità di peso (l/kg) Contenuto nutritivo Impronta idrica per unità di valore nutritivo Tipo di alimento Verde Blu Grigia Totale colture da zucchero , ortaggi ,1 1, tuberi ,7 0, frutta ,3 2,8 2, cereali , colture oleose , legumi , frutti in guscio , latte , uova , carne di pollo , burro ,72 0 6,4 carne di maiale , carne di pecora/capra , carne bovina , Calorie (kacl/kg) Proteine (g/kg) Grassi (g/kg) Calorie (litri/kcal) Proteine (litri/g) Grassi (litri/g grasso) 11
13 La tabella mostra l impronta idrica globale media di alcune colture e prodotti di origine animale. I dati indicano che l impronta idrica media per caloria del manzo è venti volte più grande di quella dei cereali e dei tuberi. L impronta idrica per grammo di proteine del latte, delle uova e del pollo è circa 1,5 volte maggiore di quella dei legumi. Per quanto riguarda il manzo, l impronta idrica per grammo di proteine è 6 volte maggiore di quella dei tuberi. Il burro ha un impronta relativamente piccola per grammo di grassi rispetto a quella delle colture oleose, ma tutti gli altri prodotti di origine animale hanno valori di impronta idrica per grammo di grassi superiore a queste. L impronta idrica globale per la produzione animale ammonta a miliardi di metri cubi l anno (87% verde, 6% blu, 7% grigia). Un terzo di questo totale è riferito ai bovini da carne, un altro 19% ai bovini da latte (Mekonnen e Hoekstra, 2012). Impronta idrica proteine vegetali ed animali 12
14 Composizione dell impronta idrica del consumatore italiano medio,
15 6 IL PROBLEMA DELLA SCARSITA IDRICA L impronta idrica di un prodotto misura l acqua dolce totale impiegata durante l intera catena di produzione di esso. A causa di questo ingente consumo, la disponibilità d acqua è critica, soprattutto in alcune aree del nostro pianeta. Uno stesso prodotto ha un impatto ambientale diverso se coltivato in un area ricca o povera di acqua. Le aree del globo terrestre possono essere suddivise in zone più o meno umide, caratterizzate cioè da climi e disponibilità d acqua blu e verde diverse. L International Water Management Institute distingue le zone del mondo in due grandi macro-aree : quelle in cui le risorse sono abbondanti (aree blu) e quelle in cui le risorse sono scarse (aree arancioni, rosse e viola). Fonte: International Water Management Institute,
16 È interessante notare che la scarsità idrica sia valutata non solo dal punto di vista fisico-naturale, ma anche dal punto di vista economico (nel caso cioè in cui gli scarsi mezzi economici non permettano di sfruttare le risorse presenti in natura). Il prelievo di acqua e il commercio di acqua virtuale avrà quindi un peso maggiore nella valutazione del suo impatto locale a seconda delle zone di sua provenienza: com è evidente guardando la mappa riportata in figura, ha un significato ben diverso esportare prodotti irrigui dal Nord-Est dell America o dal Nord Africa. Per quanto riguarda la provenienza dell acqua virtuale dall Italia, la produzione di beni agricoli, destinati sia a mercati interni sia esteri, rappresenta un potenziale rischio per le risorse idriche locali in diverse aree, i cosiddetti punti caldi. Naturalmente essi sono localizzati nelle zone più aride del Paese, quelle meridionali/insulari, e interessano il traffico commerciale sud-nord e sudestero. Dalla lettura delle mappe idrogeologiche del nostro Paese, dove una maggiore irrigazione si sovrappone al sovrasfruttamento delle falde e al rischio desertificazione, è possibile identificare le zone a rischio, cioè quelle in cui la produzione agricola irrigua comporta un alto impatto ambientale sulle acque più critiche. Queste aree sono localizzate in Sicilia, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna. In queste regioni, a causa dell utilizzo intensivo e spesso insostenibile delle falde acquifere (sia rinnovabili sia non rinnovabili) aumenta inoltre il rischio di desertificazione. Mentre per Sicilia, Sardegna e Calabria le zone a più alto sfruttamento di falda coincidono anche con le più dense zone irrigue, per la Puglia troviamo invece nelle zone di alta densità di irrigazione un minor sfruttamento sotterraneo. Questa differenza è data della presenza di una grande opera di canalizzazione, l Acquedotto Pugliese, che irriga la regione con acque di superficie provenienti al di fuori della regione. In sintesi, è nelle zone qui identificate come zone a rischio che vengono prodotti i beni a maggior impatto ambientale per le nostre acque. Se a queste considerazioni aggiungessimo quelle relative alla condizione sociale dei lavoratori migranti che prestano servizio in queste aree, il quadro generale ne uscirebbe ulteriormente aggravato. Il fenomeno dello spreco nei campi (Segrè e Falasconi, 2012), tanto comune in queste aree, è un altro esempio di quanto ci sia di controverso nei meccanismi di produzione e distribuzione del cibo in Italia. 15
17 6.1 IL PROBLEMA DELLE ATTUALI GOVERNANCE LOCALI I E GLOBALI DELL ACQUA I problemi di scarsità idrica e di inquinamento si manifestano sempre a livello locale e in determinati periodi dell anno. Tuttavia, ricerche sul rapporto tra consumo, commercio e risorse idriche sviluppate nello scorso decennio hanno chiarito come la protezione delle risorse d acqua dolce non possa più essere considerata come una questione interna alle singole nazioni o bacini fluviali. Benché in molti paesi la maggior parte del cibo consumato abbia tuttora origine all interno di queste stesse nazioni, volumi considerevoli di cibo, mangimi e prodotti di origine animali sono scambiati a livello internazionale. Il risultato è che tutte le nazioni importano ed esportano acqua in forma virtuale, per esempio sotto forma di prodotti agricoli (Hoekstra e Chapagain, 2008; Allan, 2011). Fino a oggi l acqua è stata prevalentemente considerata come una risorsa locale o regionale, da gestire preferibilmente a livello di bacino idrografico o di bacino di utenza. Tuttavia, questo approccio trascura il fatto che molti problemi legati all acqua hanno origine dal consumo che se ne fa altrove. I problemi legati alle risorse idriche fanno intrinsecamente parte della struttura di un economia mondiale in cui la scarsità d acqua non si traduce in costi tanto per i produttori quanto per i consumatori; il risultato è che vi sono molti luoghi in cui le risorse idriche sono esaurite o inquinate con produttori e consumatori lungo la catena di approvvigionamento che traggono benefici a danno delle comunità locali e degli ecosistemi. È del tutto improbabile che questi consumi e commerci siano sostenibili se producono esaurimento delle risorse o inquinamento da qualche parte lungo la catena di approvvigionamento. Ma la crescente complessità del nostro sistema alimentare in generale e del sistema dei prodotti di origine animale in particolare, nasconde i legami esistenti tra il cibo che compriamo, l uso di risorse e gli impatti a esso associati. 16
18 7 CONCLUSIONI L interesse verso l impronta idrica nel settore agroalimentare sta crescendo rapidamente, nello stesso tempo però, la maggior parte delle aziende restringe tale interesse all impronta idrica dei propri cicli di produzione, trascurando quella riferita all intera catena di approvvigionamento. Scarso interesse verso questo tema è stato finora dimostrato dai settori della produzione di carne e di latticini: un fatto sorprendente, dal momento che proprio questi settori contribuiscono per un quarto dell impronta idrica globale dell umanità. Anche da parte dei governi è raro trovare la benché minima attenzione verso la relazione tra i prodotti di origine animale e le risorse idriche. Non c è al mondo alcun piano nazionale di gestione delle acque che affronti il fatto che carne e latticini sono tra i prodotti di consumo a maggiore intensità d acqua, se si escludono alcune politiche nazionali che in qualche modo impegnano su questi aspetti i consumatori o le industrie. Le politiche sull acqua sono perlopiù focalizzate sulla produzione sostenibile, ma raramente toccano il tema del consumo sostenibile, rivolgendosi al tema dell uso efficiente dell acqua in agricoltura (più raccolto per ogni goccia d acqua utilizzata) e molto difficilmente al tema dell efficienza dell uso dell acqua nel sistema agroalimentare nel suo insieme (più calorie prodotte per ogni goccia d acqua utilizzata). Il vantaggio di coinvolgere l intera filiera è che si creerebbe una leva enormemente potente a favore del cambiamento. Il concetto di acqua virtuale rappresenta un nuovo paradigma per la comprensione delle complesse dinamiche relative all utilizzo delle risorse idriche da parte dell uomo. L utilizzo di tale indicatore consente di evidenziare il ruolo principale dell agricoltura nel consumo delle risorse e permette, inoltre, di riconoscere come la gestione delle risorse idriche sia ormai da intendersi come un problema da affrontare su scala planetaria, e non solo su scala locale come spesso è avvenuto in passato. 17
19 8 Bibliografia Antonelli M., Greco F. (2013), L acqua che mangiamo Ercin A.E., Aldaya M.M., Hoekstra A.Y. (2011), The water footprint of soy milk and soy bur- ger and equivalent animal products, Value of water research report series n. 49, UNESCO-IHE Hoekstra A.Y., Mekonnen M.M. (2012), The water footprint of humanity, Proceedings of the national academy of sciences, v. 109, n. 9, pp Mekonnen M.M., Hoekstra A.Y. (2011), National water footprint accounts: the green, blue and grey water footprint of production and consumption, Value of water research report series n. 50, UNESCO-IHE Sarni W. (2011), Corporate water strategies, Earthscan, Londra Virtual Water Blog London Water Research Group Water Footprint Network Virtual Water: Tackling the Threat to Our Planet s Most Precious Resource Tony Al- lan (2011) 18
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