Il metodo patrimoniale complesso
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- Renata Poggi
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1 Il metodo patrimoniale complesso basati su grandezze flusso M.teorici fondamentali M.semplificati finanziari dividendi reddituali reddituali finanziari Indiretti basati su grandezze stock misti Patr.semplice Patr.complesso M.dei pratici tedeschi M.anglosassone
2 Il metodo patrimoniale complesso:definizione I metodi patrimoniali semplici non consentono di valorizzare quei beni immateriali che, seppure non espressi in bilancio, incidono fortemente sul valore del suo avviamento I metodi patrimoniali complessi si basano sulla teoria del going concern value: un impresa in funzionamento possiede un insieme di valori che dovrebbero essere creati ex novo in caso di costituzione di nuova società Occorre, di conseguenza, spiegare l avviamento valorizzando i beni immateriali non contabilizzati
3 La formula I metodi patrimoniali complessi stimano W come somma del PN rettificato e dei beni immateriali non contabilizzati (aventi o meno un valore di mercato) W=K'±B.I.N.C. dove: K è il patrimonio netto rettificato B.I.N.C. è il valore dei beni immateriali non contabilizzati. Es.: capitale umano, marchio (capitale relazione), tecnologia (capitale strutturale), know how, licenze, portafoglio lavori, raccoltabancaria, testata editoriale, ecc.
4 Il processo di stima Per applicare il metodo patrimoniale complesso occorre: 1) stimare il K 2) individuare i beni immateriali meritevoli di autonoma stima 3) eliminare eventuali sovrapposizioni o duplicazioni 4) individuare e applicare adeguate metodologie per la valutazione dei beni immateriali +
5 I beni immateriali meritevoli di autonoma stima Secondo Brugger, i beni immateriali meritevoli di autonoma stima devono avere le seguenti caratteristiche: essere stati oggetto di flussi di investimenti, ovvero centri di costo per l impresa essere all origine di benefici economici differenziali (devono assicurare un vantaggio competitivo) devono essere trasferibili in via autonoma
6 L eliminazione di eventuali duplicazioni Possono esistere all interno della stessa azienda beni immateriali che si sovrappongono e si duplicano Tali sovrapposizioni o duplicazioni vanno eliminate Es.: capitale umano e rete di vendita Cap. umano 100 Rete di 120 vendita Pertanto, è necessario individuare adeguate metodologie di valutazione dei beni immateriali
7 La stima del capitale umano Nel prosieguo si analizzeranno i metodi più utilizzati per la stima del valore economico dei beni immateriali non contabilizzati Metodi di stima del capitale umano Metodi di stima dei B.I.N.C. Metodi di stima del capitale strutturale (la tecnologia) Metodi di stima del capitale relazionale (il marchio)
8 I metodi di stima del capitale umano Valutare il capitale umano significa stimare l organizzazione del personale, cioè valutare le prestazioni economiche dei dipendenti e dei dirigenti. I metodi sono riassumibili nel presente schema: qualitativi Metodi basati sui costi quantitativi economico-reddituali empirici
9 I metodi qualitativi I metodi qualitativi non mirano ad attribuire un valore monetario al capitale umano, ma ad individuare le variabili e le relazioni che ne determinano il decremento o l incremento Likert classifica le variabili legate all organizzazione umana in 3 classi: Variabili causali: sono le variabili indipendenti gestite dalla direzione per mezzo di decisioni strategiche (struttura decisionale, stile di direzione, ecc.) Variabili intercorrenti: misurano lo stato di salute del gruppo umano (atteggiamento vs. i superiori, comunicazioni, ecc.) Variabili risultanti: riflettono i risultati conseguiti dall organizzazione in un determinato tempo. Derivano dalle variabili causali e intercorrenti
10 I metodi quantitativi I modelli rilevanti ai fini valutativi sono quelli quantitativi in quanto stimano il valore del capitale umano in termini monetari
11 I metodi basati sui costi I metodi basati sui costi si dividono in: Costo storico: il valore di C.U. è pari alla somma dei costi sostenuti per l acquisizione e la formazione del personale Costo storico rivalutato: i costi di acquisizione e formazione vengono espressi a valori correnti Costo di sostituzione: è la sommatoria degli oneri da sostenere per avere un organizzazione omogenea a quella attuale Costo opportunità: rappresenta il costo delle risorse umane in quanto suscettibili di usi alternativi. Secondo Hekimian e Jones, l impresa è un mercato nel quale le risorse umane sono allocate in base al sistema dei prezzi di trasferimento
12 I metodi economicoreddituali Secondo i modelli economico-reddituali il C.U. è stimato pari alla sommatoria attualizzata della parte di redditi futuri attribuibili al capitale umano Si possono distinguere: CU= R CU1 (1+i) 1+ R CU2 (1+i) R CUn (1+i) n Metodo di Lev-Schwartz CU= S 1 (1+i) 1+ S 2 (1+i) S n (1+i) n dove: S è il salario annuo n è la durata del lavoro all interno dell azienda
13 I metodi economicoreddituali(2) Metodo Hermanson dove: S 1 S CU= 2 (1+ROI ) 1+ (1+ROI) (1+ROI) n IEI S n IEI= 15 5( ROI A ROI S)0 +4( ROI A ROI S)1 +3( ROI A ROI S)2 +2( ROI A ROI S)3 +1( ROI A ROI S)4 Nella pratica questi modelli non sono utilizzati e vengono sostituiti dai metodi empirici tra cui il più usato è il modello Zanda-Lacchini
14 Il metodo empirico Zanda-Lacchini Si ispira ad uno studio condotto da Likert, il quale chiese ad un campione di dirigenti americani quanto sarebbero stati disposti a pagare per sostituire interamente la loro organizzazione Secondo il modello di Zanda-Lacchini, il valore del C.U. è pari a un certo coefficiente moltiplicato per il costo totale annuo del lavoro CU=CTAL m
15 Il metodo empirico Zanda-Lacchini(2) Il coefficiente m varia da 0,33 a 2,5 in funzione del profilo aziendale che dipende da: qualità della ricerca, complessità della tecnologia, complessità dei problemi gestionali, stile di direzione. Pertanto, si avrà: Profilo Moltiplicatore Basso 0,33 0,5 Medio Basso 0,51 1 Medio 1,01 1,5 Medio Alto 1,51 2 Alto 2,01 2,5
16 Esempio(1) La valutazione di un calciatore può essere assimilata alla stima del valore dell organizzazione del personale. In formula: CU =CTAL m Il valore del moltiplicatore è dato dalla somma dei valori attribuiti ai singoli fattori qualificanti le caratteristiche di un giocatore. I valori assunti dai singoli parametri sono indicati nella seguente tabella: Fattore qualificante Ruolo Età (anni) Durata residua del contratto (anni) Rendimento attuale (media dei voti dell anno in corso) Profilo del giocatore Caratteristiche Valore del moltiplicatore Attaccante 1 Centrocampista 0,5 Difensore 0,25 Portiere 0, ,5 30 0,8 >30 0,5 1 0,1 2 0,3 3 0,5 4 0,7 5 1 < ,10 > 5 6 0,25 > 6 0,50 Giovane promessa 0,8 Medio 0,3 Alto 0,5 Fuoriclasse 1
17 Esempio(2) Il valore economico del diritto è ricompreso in un range che va da 1 a 4,5 volte lo stipendio lordo pagato al singolo giocatore Tale valore deve essere considerato, comunque, un valore teorico di riferimento da non confondere con il possibile prezzo di cessione del giocatore stesso Kakà Caratteristiche Moltiplicatore Titolo Proprietà Ruolo Centrocampista 1 Stipendio lordo annuo medio 14,3 Età 27 1,5 Durata del contratto 3 0,5 Rendimento (fonte: 6,2 0,5 Profilo del giocatore Fuoriclasse 1 Valore totale moltiplicatore 4,5 Valore del diritto al ,3
18 La stima del marchio Metodi di stima del capitale umano Metodi di stima dei B.I.N.C. Metodi di stima del capitale relazionale (il marchio) Metodi di stima del capitale strutturale (la tecnologia)
19 Il marchio Il marchio è il segno distintivo del prodotto, così come la ditta è il segno distintivo dell imprenditore e l insegna del luogo in cui si svolge l attività dell impresa, in base alla normativa vigente (D.Lgs 4/12/92, n.480) Può essere ceduto: A titolo definitivo A titolo di licenza Franchising: accordo con il quale un impresa concede ad un altra, a fronte di un corrispettivo, il diritto di sfruttare un marchio allo scopo di commercializzare determinati prodotti dello stesso settore merceologico Merchandising: accordo con il quale un impresa concede ad un altra, a fronte di un corrispettivo, il diritto di sfruttare un marchio allo scopo di commercializzare prodotti diversi da quelli del settore merceologico del cedente
20 Il marchio(2) registrato vero lecito nuovo originale non registrato Il marchio può essere: nominativo emblematico misto forte debole
21 I metodi di stima del marchio I metodi utilizzabili per la stima del marchio sono i seguenti: basati sui costi Metodi economico-reddituali Interbrand empirici M. delle royalties
22 I metodi basati sui costi I metodi basati sui costi si dividono in: Costo storico: il valore del marchio è pari alla somma dei costi sostenuti per la realizzazione del marchio (ideazione, design, registrazione, pubblicità) Costo storico rivalutato: i costi di realizzazione vengono espressi a valori correnti Costo di sostituzione: è la sommatoria degli oneri da sostenere per avere un marchio omogeneo a quella attuale Costo della perdita: rappresentano i margini negativi derivanti dalla perdita del marchio
23 I metodi economico-reddituali Stimano il valore del marchio come valore attuale dei redditi differenziali attribuibili al marchio W M = Rd 1 (1+i) 1+ Rd 2 (1+i) Rd n (1+i) n dove: n è il numero di anni (varia da 10 a 20) Rd è la differenza tra il reddito con il marchio e il reddito senza il marchio Nell impossibilità di determinare i redditi differenziali si utilizzano i metodi empirici
24 Il metodo Interbrand Il metodo Interbrand stima il valore economico del marchio come segue: dove: W M =RO m RO è il reddito operativo netto normalizzato riferibile al marchio m è un coefficiente che dipende da 7 fattori: leadership, stabilità, mercato, trend, supporti di marketing, internazionalità, protezione legale
25 Il metodo delle royalties Il metodo delle royalties stima il valore economico del marchio come segue: W M =(F r) a n i dove: F è il fatturato medio normale atteso riferibile al marchio r è il valore delle royalties
26 Il metodo delle royalties(2) Il valore delle royalty è generalmente fissato in un range che oscilla tra il 2% e il 20% dei ricavi di vendita a seconda del settore A titolo di esempio, la seguente tabella riporta i valori delle royalty per alcune categorie di prodotti: Categorie di prodotti Royalty media (%) Range (%) Accessori 7, Abbigliamento 7, Detersivi 6, Elettronica 7, Cibi/bevande 3,1 1 5 Calzature 6, Mobilio 6, Articoli da regalo 8, Cosmetici 7, Casalinghi 6, Prodotti per l infanzia 6, Musica/video 8, Libri 7, Articoli sportivi 6, Cartoleria 8, Giochi/giocattoli 8, Videogiochi/software 8, Media generale 7,3 [1] Nostra elaborazione da The licensing letter, EPM Communications, Inc., 1994.
27 Esempio Stima del marchio della Società XY al Anni Fatturato Rivalutazione F , , , , , , , ,26 Media ,10
28 Esempio(2) Si ipotizzi: r = 0,05 i = 0,1325 n= 20 anni W M =(F r)a n i =( ,10 0,05) a 20 0,05 = = ,46 1 (1+0,1325) 20 = ,63 0,1325 Il valore del marchio al è fatto pari a
29 La stima della tecnologia Metodi di stima del capitale umano Metodi di stima dei B.I.N.C. Metodi di stima del capitale relazionale (il marchio) Metodi di stima del capitale strutturale (la tecnologia)
30 I metodi di stima della tecnologia I metodi utilizzabili per la stima della tecnologia sono i seguenti: Metodi basati sui costi basati sui benefici economici futuri
31 I metodi basati sui costi I metodi basati sui costi si dividono in: Costo storico: il valore della tecnologia è pari alla somma degli oneri sostenuti per le attività di invenzione e applicazione di una determinata tecnologia Costo di riproduzione: è il complesso degli oneri necessari per creare un bene di utilità equivalente alla tecnologia oggetto di stima
32 I metodi basati sui benefici economici futuri I benefici economici possono essere rappresentati da input di partenza più economici, oppure da processi produttivi che consentano un risparmio sui costi o, ancora, da prodotti finiti, aventi migliori qualità. Essi devono essere sempre misurabili in termini di minori costi e/o di maggiori ricavi per l impresa
33 I metodi basati sui benefici economici futuri(2) Il metodo del flusso dei benefici futuri attualizzati stima il valore economico della tecnologia come segue: k W = X C s (1+i) s s=1 dove: C s è il flusso dei benefici o differenziali competitivi apportati dalla tecnologia all impresa in k anni i è il tasso di attualizzazione
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