Trattamento in età evolutiva. del livello fonetico-fonologico del linguaggio. Log. Luisa Degasperi

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1 Trattamento in età evolutiva del livello fonetico-fonologico del linguaggio Log. Luisa Degasperi

2 COMPONENTE FONETICA UDITIVO-PERCETTIVA: permette la discriminazione dei suoni e la categorizzazione degli stessi; NEUROMOTORIA-ARTICOLATORIA: responsabile della pianificazione ed esecuzione dei gesti articolatori associati con la produzione dei suoni delle parole;

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4 ANALISI Indipendente Relazionale COMPILAZIONE INVENTARIO FONETICO ANALISI CONTRASTIVA ANALISI IN PROCESSI

5 ANALISI Indipendente COMPILAZIONE INVENTARIO FONETICO

6 Profilo normativo

7 ANALISI INTEGRATIVE Consentono di approfondire la valutazione mettendo in luce quale, fra le componenti percettiva e motoria, risulta essere maggiormente responsabile dell assenza di suoni dall inventario del bambino in esame.

8 Analisi integrative Identificazione e discriminazione uditivo-percettiva Ripetizione di sillabe e non-parole Suono assente Suono sostituto Suono assente Stimoli CV, VCV, CVCV privi di significato Stimoli CV, VCV, CVCV, privi di significato

9 Giulio (4 anni 2 mesi) Inventario fonetico non completo Mancano i fonemi /K/ e /g/ Che sono sostituiti rispettivamente da /t/ e /d/ Integrazione della valutazione

10 Tommaso (3 anni e 4 mesi) Inventario fonetico non completo Manca il fonema /s/ che viene sostituito dal fonema /t/ Integrazione della valutazione

11 ANALISI Relazionale ANALISI CONTRASTIVA ANALISI IN PROCESSI

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13 Trattamento in età evolutiva del livello fonetico-fonologico del linguaggio

14 BERSAGLI DELL INTERVENTO Il programma di intervento dovrebbe essere rivolto a cambiare quegli aspetti della pronuncia del bambino che sono stati identificati come i maggiori responsabili dell inadeguatezza comunicativa. I risultati dell analisi fonologica approfondita della produzione del bambino in esame ed il loro raffronto con il profilo evolutivo normale mettono in luce a che livello sono le maggiori limitazioni.

15 Nella realizzazione fonetica dei suoni Se le difficoltà emergono nella realizzazione fonetica il primo indice sarà un inventario fonetico ridotto rispetto al profilo evolutivo normale; e quindi risulterà necessario approfondire la valutazione con la proposta delle analisi integrative che metteranno in luce quale, tra le componenti percettiva e motoria è maggiormente responsabile dell assenza di suoni dall inventario del bambino in esame. I bersagli del primo intervento saranno rivolti a completare l inventario fonetico ampliando la gamma dei suoni e delle sequenze che il bambino produce. Si effettuerà un training uditivo-percettivo e/o motorio a seconda del minor numero di risposte corrette ottenuto nelle valutazioni integrative delle diverse capacità.

16 Nell uso contrastivo dei suoni Se le difficoltà emergono nell uso contrastivo dei suoni il bambino non usa contrastivamente alcune opposizioni, cioè non gli è chiaro che suoni diversi veicolano significati diversi. I bersagli del primo intervento saranno rivolti allo sviluppo del sistema dei contrasti fonologici e all espansione di questo sistema in tutte le strutture di parola e di sillaba possibili. Si effettuerà, quindi, un training di tipo cognitivolinguistico.

17 Nell uso delle regole fonologiche Se le difficoltà emergono nell uso delle regole fonologiche significa che quei suoni che il bambino produce ed usa contrastivamente non li sa programmare in sequenza, non riesce ad ordinarli in parole di diversa lunghezza e/o complessità ed in determinate posizioni o contesti frasali per cui subentrano dei processi di semplificazione delle parole che possono essere di due tipi, di sistema e di struttura. I bersagli del primo intervento saranno rivolti a sopprimere quei processi fonologici che sono più devianti e/o più distruttivi delle potenzialità comunicative del soggetto. In particolare i processi idiosincratici, l uso variabile di processi e la presenza di quei processi che contribuiscono alla preferenza sistematica di un suono vengono indicati come prioritari nel primo intervento (Bortolini, 1995b).

18 FASI DELL INTERVENTO Nell intervento fonologico, come in ogni trattamento, si possono individuare tre fasi: l impostazione la generalizzazione il mantenimento

19 IMPOSTAZIONE Nella prima fase, quella dell impostazione, si preferisce in genere il rapporto individuale col bambino anche perché è estremamente difficile avere nello stesso momento in trattamento più bambini con lo stesso tipo di difficoltà; generalmente sono necessarie, soprattutto in questa fase, scelte dei bersagli altamente specifiche e procedure fortemente individualizzate. Durante l impostazione sia che venga effettuato un training percettivo-motorio che cognitivo-linguistico le attività da svolgere sono le medesime (tra le tante viene effettuata una scelta a seconda dell età e dell interesse del bambino), cambiano invece gli stimoli a seconda del bersaglio scelto.

20 GENERALIZZAZIONE Nella seconda fase, quella della generalizzazione, può essere di aiuto la creazione del piccolo gruppo, costituito in genere da 3, massimo 4 bambini che si dimostra una risorsa importante sia perché aiuta il bambino a sdrammatizzare le sue difficoltà che sono condivise da altri sia perché consente maggiormente di allenare l uso dei suoni che il bambino non era in grado di produrre o percepire all interno di parole, frasi e rende più facile il loro utilizzo nella conversazione.

21 MANTENIMENTO Nella terza fase, quella del mantenimento, c è un coinvolgimento della famiglia del bambino che mantiene il bambino in allenamento con materiali che si individuano come idonei al mantenimento del risultato ottenuto. Questo è estremamente importante perché ci consente una certa tranquillità anche nei periodi in cui non vediamo il bambino in terapia così da poterlo controllare ciclicamente per valutare il momento opportuno per l eventuale continuazione dell intervento con la scelta, dove necessario, dei bersagli successivi al primo.

22 INTERVENTO Nella pratica clinica difficilmente si trova quello che viene definito caso puro, in genere l interessamento non è altamente selettivo ma è maggiormente comune un coinvolgimento, anche se con importanza diversa, di più componenti, quindi sia percettiva che neuromotoria che linguistica. Per alcuni bambini, infatti, non risulta sufficiente il completamento dell inventario fonetico per risolvere le difficoltà di linguaggio ma è necessario intervenire anche sulla padronanza delle regole fonologiche perché il bambino attua ancora delle semplificazioni.

23 TIPI DI TRAINING L intervento fonologico consente 2 tipi di allenamento: TRAINING PERCETTIVO-MOTORIO TRAINING COGNITIVO-LINGUISTICO

24 TRAINING PERCETTIVO-MOTORIO L obiettivo di questo training è quello di allenare il bambino a percepire e produrre i suoni bersaglio indipendentemente dalle parole in cui è abituato a sentirli. Il materiale per la realizzazione di questo tipo di allenamento consiste in coppie di sillabe, bisillabe reduplicate e non parole prive di significato.

25 TRAINING COGNITIVO-LINGUISTICO Lo scopo di questo allenamento è di rendere il bambino consapevole che suoni e sequenze diverse veicolano significati diversi e che, quindi, ad una stessa parola, pronunciata in modo diverso ottiene risposte differenti da chi lo circonda rispetto a c ciò che desidera. Il materiale per la realizzazione di questo tipo di allenamento si avvale principalmente di coppie minime, cioè parole dotate di significato che si differenziano per alcune caratteristiche.

26 GRADUALITA NELL INTERVENTO Per entrambi i tipi di training presentati è importante seguire una gradualità di proposte al bambino durante l iter riabilitativo.

27 Per ottenere il migliore risultato possibile l iter riabilitativo consigliato prevede il seguente percorso: Sillabe Non-parole Parole Frasi Racconti Conversazione

28 TRAINING PERCETTIVO L obiettivo di questo training è quello di allenare il bambino a percepire i suoni bersaglio indipendentemente dalle parole in cui è abituato a sentirli. Per questo si utilizzano coppie minime di non-parole monosillabiche e/o bisillabiche la cui unica differenza è nei fonemi bersaglio che vogliamo allenare. Per l allenamento si scelgono i fonemi assenti dall inventario fonetico del bambino (fonemi bersaglio) e si contrappongono ai fonemi con cui vengono più frequentemente sostituiti o che dall analisi in tratti emergono come maggiormente adatti al contrasto, dando la priorità ai suoni maggiormente responsabili della difficoltà del bambino, cioè che sono in maggior misura responsabili dell inintellegibilità della sua pronuncia o quelli che nel profilo evolutivo normale vengono acquisiti prima. Questi fonemi nell allenamento percettivo vengono inseriti inizialmente in posizione iniziale di sillaba CV o in bisillabe piane con reduplicazione della sillaba iniziale CVCV.

29 ESEMPIO Per fare un esempio pratico se il fonema assente dall inventario è /v/ che viene sostituito con /f/, grazie all analisi in tratti noi sappiamo che questi due fonemi si distinguono per un solo tratto (rispettivamente +/-sonoro) perciò il bersaglio del nostro intervento sarà la discriminazione del tratto sordo/sonoro e utilizzeremo come stimoli i fonemi sostituito /v/ e sostituto /f/ in sillabe prive di significato (VA-FA) in tutti i contesti vocalici (VE-FE, VI-FI, VO-FO, VU-FU).

30 Il training proseguirà proponendo l identificazione del fonema bersaglio in altre configurazioni, quali le seguenti: CV VCV CVCV CCV CCVCV VCCV CVCCV va/fa ava/afa vava/fafa vra/fra vrata/frata alva/alfa talva/talfa Ovviamente queste configurazioni saranno subito associate ad oggetti che si differenziano in genere per il colore (ad esempio VA viene associata ad una macchinina rossa e Fa ad una macchinina blu).

31 STIMOLI Nell intervento come primo stimolo è da preferire l uso di sillabe con il bersaglio in posizione iniziale e di struttura CV rispetto alle sillabe reduplicate CVCV perché queste ultime spesso nella nostra lingua hanno un significato proprio(per fare qualche esempio: PEPE, PIPI, POPO,TATA, TUTU, COCO etc.). Questo allenamento viene proposto tramite attività il più possibile coinvolgenti ed interessanti per il bambino che variano a seconda dell età, del gradimento da parte del bambino coinvolto e della fase dell intervento in cui ci troviamo.

32 Esempi di giochi e materiali Giochi per l allenamento percettivo-motorio

33 ATTACCO VERTICALE ORIZZONTALE CICLICO Fey, 1996

34 QUALCHE ESEMPIO.

35 Alessia (4 anni 7 mesi) Inventario fonetico non completo Mancano tutti i fonemi sonori, sostituiti dai fonemi sordi della stessa coppia Mancano i gruppi consonantici sp-st-sk sia iniziali che mediani Allenamento percettivo

36 Christian (4 anni e 3 mesi) Inventario fonetico non completo Mancano i fonemi /ts/ e /dz/ che sono sostituiti rispettivamente da /t/ e /d/ Allenamento percettivo

37 Giulio (4 anni 2 mesi) Inventario fonetico non completo Mancano i fonemi /K/ e /g/ Che sono sostituiti rispettivamente da /t/ e /d/ Allenamento percettivo

38 TRAINING MOTORIO Si tratta di un allenamento alla produzione dei fonemi bersaglio in stimoli di diversa complessità. Per l allenamento viene utilizzato il suono assente dall inventario. Inizialmente verranno utilizzati stimoli mono o bisillabici e il bersaglio verrà proposto in posizione iniziale; gli stimoli saranno necessariamente sillabe e non-parole che verranno identificate a dei colori, delle forme o dei personaggi.

39 E lo scambio dei ruoli nell interazione di gioco che consente l allenamento motorio.

40 I bersagli precedentemente allenati in sillabe e non-parole con diversa struttura (CV-VCV-CVCV-CCV-CCVCV-VCCV-CVCCV) saranno, appena possibile, allenati in parole reali di diversa lunghezza e/o complessità e nelle varie posizioni (iniziale, mediana, gruppo consonantico iniziale e mediano) per consentire la generalizzazione d uso dei suoni allenati. Verranno poi proposte le parole reali in frasi, le frasi in racconti per arrivare al dialogo e quindi all uso nel linguaggio spontaneo in tutti i contesti quotidiani.

41 QUALCHE ESEMPIO.

42 Christian (4 anni e 3 mesi) Inventario fonetico non completo Mancano i fonemi /ts/ e /dz/ che sono sostituiti rispettivamente da /t/ e /d/ Allenamento motorio

43 Christian (4 anni e 3 mesi) Inventario fonetico non completo Mancano i fonemi /ts/ e /dz/ che sono sostituiti rispettivamente da /t/ e /d/ Allenamento alla generalizzazione

44 Serena (6 anni 1 mese) Allenamento del loop fonologico (dalla percezione uditiva alla pianificazione senza aggancio lessicale alla produzione) Stimoli: non-parole

45 IMPOSTAZIONE

46 SPA..STA SCA ASPA..ASTA ASCA

47 GENERALIZZAZIONE

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54 TRAINING COGNITIVO-LINGUISTICO (contrastivo) Si tratta di un allenamento che ha lo scopo di rendere il bambino consapevole che suoni e sequenze diverse veicolano significati diversi e che quindi ad una stessa parola pronunciata in modo diverso ottiene risposte differenti da parte di chi lo circonda rispetto a ciò che desidera.

55 Questo tipo di allenamento si avvale principalmente dell uso delle cosiddette coppie minime o semiminime, cioè parole dotate di significato che si diversificano per la presenza o meno della consonante iniziale (ago-lago), del gruppo consonantico (cane-carne), per la presenza di un suono invece di un altro (tavolo-cavolo), per la mancanza di sequenze più o meno lunghe e più o meno complesse di suoni rispetto alla loro presenza nella parola (banana-nana).

56 Se il bambino non usa distintivamente i suoni, il bersaglio del nostro intervento sarà quello di aiutarlo a stabilire un contrasto fonologico. In questo caso è possibile scegliere fra due opposte strategie di intervento: 1- una prevede che i fonemi della coppia scelta come stimolo differiscano per un solo tratto (pollo-bollo), 2- l altra prevede che i fonemi della coppia scelta come stimolo abbiano tra loro una differenza massima, cioè si distinguano per il numero maggiore di tratti possibili (matto-gatto). Bortolini, 1995

57 QUALCHE ESEMPIO.

58 Giulio (5 anni e 7 mesi) Inventario fonetico completo Non problema percettivo-uditivo Valida ripetizione Uso non adeguato del contrasto /t/-/k/ nel 80% delle occorrenze Allenamento contrastivo

59 TRAINING COGNITIVO-LINGUISTICO (processi) Se, invece, il bambino non padroneggia adeguatamente le regole fonologiche, allora l obiettivo del nostro intervento sarà la soppressione dei processi che dall analisi svolta sono stati indicati come i più invasivi dal punto di vista dell intellegibilità del linguaggio del bambino o come quelli che in genere vengono soppressi prima nello sviluppo normale.

60 E preferibile partire allenando in coppia minima le parole rilevate nel campione di linguaggio, mettendo in opposizione la parola corretta alla parola pronunciata dal bambino in maniera semplificata. La coppia minima non sempre è significativa, quindi rappresentabile visivamente, perciò spesso nel trattamento si usa la contrapposizione figura nonfigura. Ad esempio, nel caso di /cipino/ prodotto per /pulcino/ avremo una non-forma a confronto con la rappresentazione del pulcino, così come per /faso/ e /vaso/.

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65 QUALCHE ESEMPIO.

66 Federico (5 anni 7 mesi) Inventario fonetico completo Riduzione gruppo consonantico sp-st-sk Allenamento in coppia minima

67 Esempi di training percettivo-motorio - Manca il fonema /k/ dall inventario fonetico - Risulta sostituito: - nel 70% delle occorrenze dal fonema /t/ - nel 20% delle occorrenze omesso - nel 10% delle occorrenze sostituito con il fonema /p/

68 ANALISI INTEGRATIVE Prova di discriminazione percettivo-uditiva: - 20% di correttezza nella discriminazione del fonema /k/ dal fonama /t/ - si inizia un training percettivo-motorio - gli stimoli scelti sono /k/-/t/ a contrasto in struttura CV (ka-ta) - bombardamento percettivo-uditivo

69 - Attività piacevoli per i bambini sia nel movimento (palloncini, pugni, salti ) sia a tavolino (sfondi, gare ). - L adulto di riferimento pronuncia molte volte gli stimoli scelti in struttura CV associandoli a materiali ed attività differenti. - L adulto di riferimento stimola la produzione degli stimoli stessi per verificare l inizio di una discriminazione k/t. - Quando il bambino pronuncia la struttura CV si varia la vocale, poi si inserisce il suono in vari contesti di non-parola prima e di parola poi iniziando il training motorio. - Alcuni bambini generalizzano spontaneamente.

70 Esempi di training percettivo-motorio - Manca il fonema /k/ dall inventario fonetico - Risulta sostituito: - nel 70% delle occorrenze dal fonema /t/ - nel 20% delle occorrenze omesso - nel 10% delle occorrenze sostituito con il fonema /p/

71 ANALISI INTEGRATIVE Prova di discriminazione percettivo-uditiva: - 90% di correttezza nella discriminazione del fonema /k/ dal fonama /t/ Prova neuromotorio-articolatoria: - Il bambino pronuncia correttamente il fonema /k/ nella parola /Oka/ - si inizia un training percettivo-motorio - lo stimolo scelto è /k/ in struttura VCV (aka)

72 - Dopo aver allenato la struttura VCV (eke)si passa alla stessa struttura anticipata da consonante CVCV (keke) e alle strutture più complesse che ricalcano quelle delle parole con significato (CCVCV-skeke, CVCCV-parke) - Si passa poi all allenamento del fonema /k/ nelle parole con significato della medesima struttura VCV, CVCV, CCVCV,CVCCV.. - Frasi, racconto, conversazione.

73 Esempi di training cognitivo-linguistico (contrastivo) Il fonema /k/ è utilizzato: - nel 20% delle occorrenze correttamente - nel 80% delle occorrenze risulta sostituito (60% con /t/, 20% con /f/) - Problema distintivo - Gli stimoli usati saranno coppie minime di parole che si differenziano per l opposizione k-t in posizione iniziale (kavolo-tavolo ).

74 Esempio di training cognitivo-linguistico (processi) - Il bambino presenta riduzione del gruppo consonantico S+k: - /skala/ diventa /kala/ - /kasko/ diventa /kako/ Sopressione del processo di riduzione del gruppo consonantico. Gli stimoli prevedono parola in coppia minima.

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