Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VII. Linguaggio e comunicazione

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2 In questo capitolo passeremo in rassegna alcune delle ipotesi sull origine, le funzioni e la variabilità storica del linguaggio in quanto strumento di comunicazione interpersonale, per poi analizzare le caratteristiche della comunicazione di massa, l influenza che i vecchi e nuovi media esercitano sulla società e le principali interpretazioni sociologiche di questi fenomeni. 2

3 Prima questione: origini del linguaggio ipotesi monogenetica le lingue attuali sono prodotte per differenziazione da un unica lingua ipotesi poligenetica sostiene la pluralità dei ceppi linguistici originari oggi processo di differenziazione linguistica ipotesi unitaria 3

4 Seconda questione: il linguaggio è innato? acquisito? 4

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7 Teoria della natura innata della conoscenza. Aristotele: Ogni mutamento della natura è quindi un passaggio dalla potenza alla realtà, in virtù di un'entelechia, di una ragione interna che struttura e fa evolvere ogni organismo secondo leggi sue proprie. Cartesio: il cogito, come capacità di autocoscienza appartiene solo agli uomini dotati di un corpo che funziona meccanicamente come una macchina; gli animali invece privi di coscienza sono delle semplici macchine. L'incapacità di parlare degli animali non dipende dal fatto che essi non abbiano gli organi appositi per farlo, come ad esempio le corde vocali, ma dalla loro incapacità di ragionare. 7

8 Se ammettiamo come plausibile l ipotesi unitaria del linguaggio, si rafforza anche la tesi di coloro che sostengono che il linguaggio è innato nella specie umana, una sorta di caratteristica del patrimonio biologico della specie umana formatasi gradualmente nel corso del processo di evoluzione. Quanto estesa sia questa base, quanto ci sia di innato e quanto di acquisito nelle competenze linguistiche, è una questione a cui, allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile dare una risposta. 8

9 Noam Chomsky le analogie strutturali, che si riscontrano in tutte le lingue, fanno ritenere che vi sia una grammatica universale innata, fatta di regole che permettono di collegare il numero limitato di fonemi, che gli organi vocali della specie umana sono in grado di produrre. Sulla base di questa sintassi-grammatica universale si svilupperebbero poi, per processi secondari di differenziazione, le grammatiche delle singole lingue particolari. 9

10 Chomsky: è riluttante ad attribuire un fondamento biologico alla capacità umana di generare una grammatica universale e di formulare la sua teoria nei termini della teoria della evoluzione; mentre i biologi evoluzionisti considerano il linguaggio come un processo di selezione naturale, che avrebbe fornito alla specie umana un decisivo vantaggio evolutivo rispetto ad altre specie animali. 10

11 Lieberman il linguaggio è un invenzione dell homo sapiens. Vantaggi evolutivi: tratti che pongono coloro che li posseggono in una posizione di vantaggio, aumentandone le probabilità che riescano a sopravvivere ed a riprodursi. 11

12 Pinker studiando alcuni disturbi del linguaggio ha riscontrato la loro ereditarietà (ORDINE MENDELIANO) ed ha avvalorato l ipotesi che ci siano determinati geni, alla cui presenza è da attribuire l acquisizione di determinate competenze linguistiche. Gregor Mendel (Heinzendorf, 22 luglio 1822 Brno, 6 gennaio 1884) è stato un biologo, matematico e un frate agostiniano ceco, considerato il precursore della moderna genetica per le sue osservazioni sui caratteri ereditari. 12

13 Il linguaggio svolge due importanti funzioni: cognitiva pensare il mondo verbalmente o mentalmente = stabilire un rapporto tra un significante e un significato: raggruppare, enumerare, assegnare, applicare, usare comunicativa comunicare ad altri il nostro pensiero e ricevere dagli altri i messaggi nei quali è formulato il loro pensiero. La comunicazione (dal latino cum = con, e munire = legare, costruire) non è soltanto un processo di trasmissione di informazioni (secondo il modello di Shannon-Weaver). 13

14 Affinché abbia luogo un atto comunicativo devono essere presenti alcuni elementi: - un emittente - un ricevente - un canale - un codice - un messaggio - un feedback (Severino, 2011) 14

15 codifica Informazione interpretazione decodifica decodifica Interpretazione Informazione codifica 15

16 L emittente deve tradurre quello che vuole comunicare in una serie di segni o suoni, seguendo le prescrizioni del codice del canale utilizzato, e confezionare così il messaggio. 16

17 Scopo della comunicazione: Capitolo VII. Linguaggio Che cosa e ci comunicazione spinge a comunicare: Far pervenire agli altri il nostro messaggio Vogliamo che qualcuno faccia qualcosa Quali competenze devo acquisire? 1. Saper ascoltare 2. Saper conquistare l attenzione 3. Saper dialogare Come deve essere la comunicazione efficace in un gruppo? Finalizzata Pragmatica Trasparente Situazionale In un gruppo mi permetto di: Interagire informare - trasformare Vogliamo che qualcuno prenda coscienza di un comportamento La comunicazione efficace Gli assiomi della comunicazione: Non si può non comunicare; il contenuto e la relazione; La punteggiatura ;verbale,paraverbale,non verbale; Scambi simmetrici e complementari Le regole della comunicazione: 1. Il feedback mi dice se ho centrato l ob 2. Il focus è sull altro 3. Se l altro non capisce dipende da me. Di che cosa devo essere consapevole per comunicare bene? 1. Del mio verbale, paraverbale, no verbale, prossemica (C. INTERPERSONALE) 2. Dei miei stat d animo, delle intenzioni, delle rappresentazioni (C.INTRASPICHICA) Qual è il mio stile di comunicazione? Aggressivo passivo - assertivo Quali sono i miei bisogni e quelli degli altri? COME GESTISCO I CONFLITTI e COSTRUISCO IL CONSENSO? 17 Come organizzo le informazioni che assumo? Il mio sistema rappresentazionale prevalente

18 Il concetto di condivisione del codice indica che il linguaggio: è una convenzione sociale un patto implicito stabilito all interno di una comunità ha un carattere normativo è formato da un insieme di norme (regole), che definiscono quali sono i modi ammissibili di confezionare i messaggi, affinché questi possano essere recepiti con successo dal ricevente 18

19 Tacita, esplicita, formale, informale, arbitraria, convenzionale, relativa, simbolica, digitale, analogica, sincrono, asincrono, segno, segnale, codice, verbale, non verbale, paraverbale, simmetrica, complementare, bidirezionale, regolativa, empatica, repertorio, feedback, ecc. 19

20 ll ricevente, a sua volta, deve possedere un codice analogo per decifrare il messaggio: verifica la cui responsabilità appartiene all emittente. 20

21 PERTANTO perché ci possa essere comunicazione, il codice deve essere condiviso da emittente e ricevente. 21

22 L acquisizione delle competenze linguistiche è un fenomeno abbastanza misterioso. Non sappiamo bene come avvenga, ma sappiamo per certo che l acquisizione del linguaggio richiede un assidua, prolungata e costante interazione sociale. 22

23 Tutte le lingue presentano caratteristiche strutturali comuni. Le strutture grammaticali e sintattiche sono quelle che presentano la maggiore stabilità nel tempo e uniformità nello spazio. 23

24 La linguistica La semantica è quella parte della linguistica che studia il significato delle parole (semantica lessicale), degli insiemi delle parole, delle frasi (semantica frasale) e dei testi." 24

25 La linguistica La sintassi è la branca della linguistica che studia le regole o le relazioni modulari che stabiliscono il posto che le parole occupano all'interno di una frase, come i sintagmi si compongano in frasi, e come le frasi si dispongano a formare un periodo." Nella tradizione scolastica, la sintassi è distinta dalla grammatica (che comprende fonologia e morfologia)." 25

26 La linguistica La grammatica è una disciplina della linguistica che raccoglie, per ogni diversa lingua naturale, una serie di regole utili alla corretta costruzione di frasi, sintagmi e parole." 26

27 La linguistica La morfologia è la parte della linguistica che ha per oggetto lo studio della struttura grammaticale delle parole e che ne stabilisce la classificazione e l'appartenenza a determinate categorie come il nome, il pronome, il verbo, l'aggettivo e le forme della flessione, come la coniugazione per i verbi e la declinazione per i nomi distinguendosi dalla fonologia, dalla sintassi e dal lessico." 27

28 La linguistica La pragmatica è una disciplina della linguistica che si occupa dell'uso della lingua come azione. Non si occupa della lingua intesa come sistema di segni, ma osserva come e per quali scopi la lingua viene utilizzata. Più in specifico si occupa di come il contesto influisca sull'interpretazione dei significati. " 28

29 Scuola strutturalista Ferdinand de Saussure primato della sintassi sulla semantica = la lingua è un sistema strutturato di parti interdipendenti che rispondono a una serie di regole astratte. In ogni lingua vi sono degli elementi stabili - i tratti fondamentali della grammatica e della sintassi - detti anche universali linguistici e di elementi di natura convenzionale e arbitraria la semantica. Scuola romantica fratelli Grimm primato della semantica sulla sintassi = la lingua è l espressione più genuina dello spirito di un popolo, il fondamento della sua identità collettiva. Occorre evidenziare ciò che differenzia una lingua dalle altre, piuttosto che ciò che le rende simili. 29

30 Linguaggio e stratificazione sociale William Labov ha rilevato nelle sue ricerche differenze sostanziali tra appartenenti alla classe media e appartenenti alla classe operaia in relazione: agli aspetti fonetici il modo col quale le parole vengono pronunciate al lessico utilizzo di c e r t e p a r o l e e d espressioni ricorrenti 30

31 Basil Bernestein ha rilevato una forte discrepanza tra: le forme di comunicazione richieste dalla scuola le pratiche linguistiche spontaneamente adottate dagli alunni A tale discrepanza è imputabile il diverso rendimento scolastico dei bambini di classe operaia e di classe media, indipendentemente dalle capacità intellettive misurate con i test di intelligenza. Le varie classi usano codici comunicativi diversi, acquisiti spontaneamente nell interazione familiare e nei primi stadi della socializzazione infantile e riconducibili al contesto delle relazioni sociali, connesse alla posizione occupata dalla famiglia nella divisione sociale del lavoro. 31

32 La disuguaglianza non è l unica fonte di variabilità sociale del linguaggio. Qualsiasi forma di differenziazione sociale, che porta alla formazione di gruppi, si riflette in altrettante varianti linguistiche, tra questi: maschi/femmine linguaggio maschile/femminile città/campagna linguaggio urbano/contadino gruppi professionali linguaggi tecnici 32

33 Il linguaggio varia tuttavia anche in relazione alla situazione sociale nella quale avviene la comunicazione linguaggio privato fra amici, familiari: ciò che conta è farsi capire linguaggio pubblico rivolto a un pubblico e non a una serie di persone ben individuate: maggiore controllo formale, oppure 33

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36 linguaggio orale presenza di elementi metacomunicativi: forniscono all interlocutore una serie di messaggi aggiuntivi, con i quali interpretare il significato del messaggio verbale (VERBALE, DIGITALE) linguaggio gestuale postura del corpo, movimenti delle braccia e delle mani, direzione dello sguardo, ecc. (NON VERBALE, ANALOGICO) linguaggio scritto maggiore controllo formale, maggiore intenzionalità, differimento temporale, assenza elementi metacomunicativi (DIGITALE) 36

37 Per quanto variabile e soggettiva, la comunicazione verbale segue sempre determinate regole che dipendono: dal contesto nel quale avviene l interazione nei contesti altamente formalizzati vigono regole molto precise su chi ha diritto di iniziare, interrompere, concludere l interazione vi è una netta asimmetria tra gli interlocutori (V ASSIOMA) 37

38 C = f (A, P) But si A v ergo C v = f (A v, P) (Severino, 2008) 38

39 39 (Severino, 2008)

40 dalla posizione sociale relativa degli interlocutori il linguaggio utilizzato varia molto a seconda dello status del nostro interlocutore solo nell interazione tra pari vige una vera reciprocità e l interazione non è deformata dalle differenze di status 40

41 Analisi conversazionale = analisi dell interazione verbale all interno di un gruppo. Essa è in grado di mettere in luce la struttura dei rapporti sociali tra i membri del gruppo, in particolare dei rapporti di potere, l esistenza di regole più o meno implicite, la loro eventuale violazione e le dinamiche che vengono messe in atto per ristabilirle o modificarle. DINAMICHE DI GRUPPO, LEADERSHIP, ECC. 41

42 Parte dal presupposto che la conversazione sia in qualche modo socialmente codificata e quindi una forma di interazione in parte prevedibile. Sono di norma previste una registrazione ed una trascrizione della conversazione: sulla base di quest'ultima si sviluppa l'analisi ricercando una struttura nell'interazione verbale. Fanno parte della trascrizione anche le annotazioni di fenomeni non strettamente linguistici come le esitazioni, i ripensamenti ed altre manifestazioni significative come possono essere interruzioni o risate. 42

43 Alcuni concetti base dell'analisi conversazionale sono i seguenti: Turno conversazionale: Gli interventi dai singoli locutori, prodotti ad alternanza, si articolano in turni. Coppia adiacente: I singoli enunciati tendono a raggrupparsi in altre unità di ambito maggiore: per fare un esempio, la coppia domanda-risposta è una tra le manifestazioni più semplici: è una cosiddetta coppia adiacente. Sequenza: I diversi turni conversazionali vengono raggruppati in unità logiche che possono durare quindi per molti turni. Negoziazione Riparazione: Molti fenomeni di disturbo della conversazione (incomprensioni, errori) si verificano inesorabilmente e sono fenomeni perfettamente normali che vengono risolti semplicemente parlando, ricorrendo a semplici rimedi: questi vengono detti interventi di riparazione. 43

44 La comunicazione interpersonale non è l unica forma di comunicazione, e in alcuni casi nemmeno la più preponderante. La diffusione, la pervasività, le logiche della comunicazione di massa hanno prodotto un progressivo interesse sui suoi meccanismi ed effetti. 44

45 codifica Informazione interpretazione decodifica Fonti varie Ideologia FUNZIONE INTUITIVA 45

46 Teoria critica della società Horkheimer e Adorno, Marcuse Critica della cultura di massa e dei mezzi di comunicazione che la veicolano: questi sono visti essenzialmente come strumenti di manipolazione in mano a interessi economici e politici, che se ne servono per fini di profitto, creando falsi bisogni, o di controllo politico, creando un consenso fondato sulla passività. 46

47 Influenza dei media Secondo Harold Lasswell, per descrivere e spiegare un atto comunicativo, è necessario rispondere alle seguenti domande: chi? emittente (who) dice che cosa? contenuti dei messaggi trasmessi (what) attraverso quale canale? mezzo utilizzato e tipo di linguaggio (where) chi? destinatari e loro caratteristiche (when) con quale effetto? le risposte comportamentali dei destinatari (why) 47

48 La ricerca sociologica sulle comunicazioni di massa ha affrontato tutte e cinque queste domande. Ci si è resi conto che gli effetti delle comunicazioni: non variano soltanto a seconda della segmentazione del pubblico lungo le consuete dimensioni sociodemografiche (età, sesso, classe sociale, livello di istruzione, condizione professionale, ecc.) ma anche a seconda delle reti di relazione, nelle quali gli individui sono inseriti: il pubblico non è composto da individui atomizzati, ma da individui che vivono in contesti di relazione (Katz e Lazarsfeld flusso di comunicazione a due stadi) 48

49 Caratteristiche fondamentali dei nuovi media: selettività delle informazioni interattività (non solo ricevere) multimedialità (dei sistemi, ecc.) virtualità (vs reale) 49

50 Versatilità della socializzazione Oggi assistiamo a forme inedite di socialità, generate dai mass media e dalle applicazioni di ultima generazione della telematica, quali elementi imprescindibili del vissuto quotidiano di ogni individuo. Vantaggi: simmetria, basso costo, quantità, anonimato I NEW MEDIA non hanno l intenzionalità educativa costante ed omogenea delle vecchie agenzie, ma di fatto generano esiti Inediti e molto considerevoli 50

51 Disfacimento dei luoghi Non-luoghi, super-luoghi Accelerazione coatta dei ritmi circadiani Web

52 luoghi in cui si creano e si modificano le identità degli individui (Thompson, 1995) spazi ossimorici di piena informazione nei quali si sviluppano rapporti affettivi in dimensione globale (Severino, 2008), 52

53 Comunicazione orizzontale Scambio Reciprocità Condivisione Maggiore conoscenza Basso costo 53

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