Indicatori di rischio dei disturbi specifici di apprendimento M. Carmen Usai
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1 Indicatori di rischio dei disturbi specifici di apprendimento M. Carmen Usai DiSA - Polo M.T. Bozzo Ricerca e intervento sui disturbi del linguaggio e dell apprendimento Università di Genova
2 I disturbi dell apprendimento: una definizione I Gruppo eterogeneo di disturbi che si manifestano con significative difficoltà nell acquisizione e nell uso di capacità quali la lettura, la scrittura, il ragionamento e il calcolo Tali disordini, che sono intrinseci all individuo, si presume che siano dovuti a disfunzioni del sistema nervoso centrale e interessano tutto l arco della vita. Problemi nell autoregolazione dei comportamenti, nella percezione sociale e nelle interazioni sociali possono coesistere con i disturbi di apprendimento, ma non possono costituire essi stessi una difficoltà di apprendimento. Sebbene le difficoltà di apprendimento possano coesistere con altre condizioni di handicap (ad esempio impedimenti sensoriali, ritardo mentale, disturbi sociali ed emotivi) o con altre condizioni ambientali (come differenze culturali, istruzione insufficiente o inappropriata) esse non sono il risultato di tali condizioni o delle influenze di queste. National Joint Committee on Learning Disabilities, 1988
3 I disturbi dell apprendimento: una definizione II Questa definizione: riconosce la natura eterogenea dei disturbi di apprendimento considera i disturbi di apprendimento non solo in relazione al periodo scolastico ma all intero arco di vita ammette l ipotesi di una disfunzione del sistema nervoso centrale distingue i disturbi di apprendimento specifico e i disturbi di apprendimento associati o conseguenti ad altre condizioni
4 Consensus Conference (2007) Riconosce nella specificità la principale caratteristica dei DSA Individua nella discrepanza tra abilità nel dominio specifico e livello intellettivo generale il principale criterio per l individuazione del DSA Riconosce il carattere neurobiologico dei deficit che caratterizzano i DSA Implicazioni: misure standardizzate esclusione la presenza di altri fattori
5 Il criterio della discrepanza Si riferisce alla differenza fra una stima delle abilità intellettive generali del soggetto e la prestazione in un ambito di apprendimento Tale criterio cerca di caratterizzare il disturbo specifico dell apprendimento scolastico come un problema non attribuibile ad una difficoltà intellettiva generale. Ad esempio: permette di distinguere un bambino con ritardo mentale che non sa leggere da un bambino intellettivamente dotato che ha problemi di lettura (in questo secondo caso è presente una discrepanza fra capacità cognitive generali e apprendimento specifico)
6 I disturbi dell apprendimento Caratteristiche generali Compromissione significativa e persistente della funzione interessata (-2ds) Capacità intellettive nella norma (entro 1ds) Problemi con impatto negativo importante nell area dell apprendimento e dell adattamento scolastico Natura evolutiva del disturbo, con manifestazioni che possono modificarsi nel corso dello sviluppo individuale Comorbilità Assenza di deficit sensoriali Assenza di danno neurologico Assenza di disturbi relazionali (primari) Presenza di normali opportunità educative
7 Cause dei DSA GENOTIPO Fattori di protezione ENDOFENOTIPO Ambiente FENOTIPO Endofenotipo: livello intermedio tra genotipo e fenotipo, rappresenta l insieme dei fattori di rischio per i DSA
8 Modello causale della dislessia evolutiva come disturbo neurocognitivo Livello biologico Fattori genetici Malformazioni corticali (ectopie e displasie perisilviane dell emisfero sinistro) Anomalie attivazioni Pet e fmri Livello cognitivo Difficoltà di elaborazione verbale, visiva, temporale Livello comportamentale Difficoltà nella lettura e scrittura Lentezza sintomo principale nei dislessici italiani Ambiente Contesti socio-culturali ed emotivi inadeguati Tipo di ortografia Metodi di insegnamento inadeguati
9 I disturbi dell apprendimento Altre caratteristiche Familiarità per il disturbo nel 60-70% dei casi Prevalenza accentuata nei maschi Consistente associazione tra i diversi DSA Eterogeneità dei quadri funzionali Eterogeneità dei profili di sviluppo Associazione con altri disturbi psicopatologici
10 I disturbi dell apprendimento. Disturbi di lettura (dislessia) Disturbi dell espressione scritta Disturbo specifico di comprensione del testo scritto Disturbi dell apprendimento matematico Disturbo delle competenze visuo-spaziali dell apprendimento non-verbale) (disturbo Disturbo da deficit di attenzione con/senza iperattività
11 La dislessia evolutiva
12 La Dislessia Evolutiva (definizione della International Dyslexia Association, 2003) La Dislessia Evolutiva è una disabilità specifica dell apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà di effettuare una lettura accurata e/o fluente e da abilità scadenti nella scrittura e nella decodifica. Queste difficoltà tipicamente derivano da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura che può impedire la crescita del vocabolario e della conoscenza generale.
13 Indicatori precoci e predittori della dislessia familiarità per i disturbi di apprendimento presenza di un disturbo del linguaggio conoscenza delle lettere dell alfabeto velocità di denominazione (RAN) consapevolezza fonologica
14 Difficoltà al termine della prima classe (Consensus Conference, 2007) difficoltà nell associazione grafema-fonema e/o fonema-grafema; mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura; eccessiva lentezza nella lettura e scrittura; incapacità a produrre le lettere in stampato maiuscolo in modo riconoscibile.
15 La Dislessia Evolutiva Profilo clinico caratteristico Quoziente intellettivo nella norma Lettura ad alta voce molto stentata Difficoltà ortografiche nella scrittura Difficoltà col sistema dei numeri e del calcolo A volte sono presenti: difficoltà di comprensione del testo difficoltà nel linguaggio orale instabilità motoria disturbi di attenzione Ha un pattern di espressività che si modifica nel tempo
16 La Dislessia Evolutiva Come si manifesta Le prime fasi (inizio elementare) Difficoltà e lentezza nell acquisizione del codice alfabetico e nella applicazione delle corrispondenze Grafema-Fonema e viceversa Controllo limitato delle operazioni di analisi e sintesi fonemica con errori che alterano in modo grossolano la struttura fonologica delle parole lette o scritte Accesso Lessicale limitato o assente anche quando le parole sono lette correttamente Capacità di lettura come riconoscimento di un numero limitato di parole note
17 La Dislessia Evolutiva La fase successiva (2-4 elementare) Graduale acquisizione del codice alfabetico delle corrispondenze Grafema-Fonema che non sono pienamente stabilizzate Possono persistere difficoltà nel controllo delle mappature ortografiche più complesse L analisi e la sintesi fonemica restano operazioni laboriose e scarsamente automatizzate Migliora l accesso lessicale anche se resta lento e limitato alle parole più frequenti
18 La Dislessia Evolutiva La fase successiva (scuola secondaria) Padronanza quasi completa del codice alfabetico stabilizzazione delle corrispondenze Grafema- Fonema L analisi, la sintesi fonemica e l accesso lessicale cominciano ad automatizzarsi, almeno con le parole di uso più frequente Limitato accesso al Lessico Ortografico Scarsa integrazione dei processi di decodifica e comprensione ; La lettura può diventare piuttosto corretta ma rimane lenta
19 Dislessia nell adolescenza e nella vita adulta I problemi evolutivi relativi alla lettura e alla scrittura risultano persistenti nel corso degli anni scolastici e anche oltre (Maughan et al., 2009). Tali difficoltà tendono a essere piuttosto stabili a partire dall adolescenza. l'esposizione alla lingua scritta costituisce un importante predittore dei precoci progressi in lettura (Cunningham e Stanovich, 1997); l esposizione continua a esperienze educative e le sollecitazioni all utilizzo della lingua scritta nel posto di lavoro sono associate a progressi continui nella capacità di comprensione in lettura. La presenza di difficoltà di lettura influenza la scelta delle attività, così, per esempio, i cattivi lettori, in genere, evitano le situazioni in cui sono richieste competenze alfabetiche di alto livello e sono più propensi a scegliere passatempo che non richiedono l impiego della letto-scrittura (Snowling, Muter e Carroll, 2007). Durante l infanzia l esposizione alla letto-scrittura è principalmente dovuta a fattori ambientali Successivamente, il ruolo dei fattori genetici riacquista una posizione rilevante nel caratterizzare le manifestazioni di difficoltà. Sollecitare negli adolescenti con difficoltà di lettura la motivazione a continuare a esercitare le abilità di letto-scrittura, poiché ciò risulta vantaggioso.
20 Contatti: M. Carmen Usai Polo Bozzo IDEE (Intervento sui Disturbi dell Età Evolutiva)
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