LA PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE EFFICACE: LA DISTANZA FRA EVIDENZE SCIENTIFICHE E REALTA CLINICA. UNA PROPOSTA PER IL SSN
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1 LA PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE EFFICACE: LA DISTANZA FRA EVIDENZE SCIENTIFICHE E REALTA CLINICA. UNA PROPOSTA PER IL SSN LE BARRIERE AL CONTROLLO DEI FATTORI DI RISCHIO: IL SSN Francesco Ripa di Meana Direttore Generale Azienda USL di Bologna Firenze, 12 settembre 2011
2 LE BARRIERE AL CONTROLLO DEI FATTORI DI RISCHIO: IL SSN Eccessiva medicalizzazione/enfasi sulla clinica Scarsa flessibilità/personalizzazione Pochè risorse sulla prevenzione Poca integrazione fra prevenzione e cura Ritardi nella definizione delle politiche E un problema fuori o dentro il SSN?
3 Criticità del Sistema Limitatezza dei budget allocati alla prevenzione nell ambito dei budget per la spesa sanitaria Lunga latenza tra l attuazione degli interventi ed i possibili risultati in termini di outcomes Il Ministero della Salute per la prima volta nel PNP ha incluso tra gli obiettivi la prevenzione cardiovascolare Vocazione storica dei Dipartimenti di Sanità Pubblica / Prevenzione delle ASL verso la prevenzione delle malattie trasmissibili con ridotta attenzione per la prevenzione CV
4 Burden of Disease Mortality 128 million 16 million 8.8 million 59 million 4.3 million 2.9 million All cardiovascular 39 million 30 million Hypertension Hypercholesterolemia Overweight and obesity from Ezzati et al, Plos Med 2005, 2:e133
5 Fattori di rischio di malattia e morte prematura in Europa Decessi DALY* 1. Ipertensione 22% 1. Tabacco 2. Tabacco 19% 2. Ipertensione 12% 9% 3. Colesterolo elevato 11% 3. Sovrappeso, obesità 8% 4. Sovrappeso, obesità 10% 4. Alcol 5. Inattività fisica 5. Colesterolo elevato 6% 6. Poca frutta e vegetali 7. Alcol 5% 6% 3.5% 6. Inattività fisica 0.6% 7. Poca frutta e vegetali2% Azienda USL di Bologna - Le barriere al controllo dei fattori di rischio: il SSN (fonte OMS) 3% 5 *DALY (Disability Adjusted Life Year-Anni di vita al netto di disabilità): unità di misura di un anno di morte prematura o
6 MORTALITA IN ITALIA (ISTAT)
7 Gli italiani e il rischio cardiovascolare: una stima
8 I RISCHI CARDIOVASCOLARI (Base: totale campione; n= ) % 92 Almeno 1 rischio cardiovascolare Sedentarietà 66 (nessuna attività fisica/sport) 55 Consumo alcolici (abituale) Sovrappeso/obesità 41 (BMI > 25) 26 Fumo 13 Ipertensione Colesterolo Diabete Nessun rischio cardiovascolare 8
9 IL NUMERO DI RISCHI CARDIOVASCOLARI (Base: totale campione; n= ) % Nessun rischio cardiovascolare 1 rischio cardiovascolare rischi cardiovascolari 3 o più rischi cardiovascolari 28
10 Change in U.S. Life Expectancy between 1970 and anni di vita!
11 Explaining the fall in coronary heart disease deaths in Italy Risk Factors worse +3 % Obesity (increase) % Diabetes (increase) % 0 Risk Factors better 58 % Smoking % Cholesterol % Population BP fall % Physical activity (incr.) % Treatments ,927 fewer deaths AMI treatments % Secondary prevention % Heart failure % Community Angina % CABG & PTCA % Unst.Angina: Aspirin etc- 1.0 % Hypertension therapies % Statins 1 prevention % % L. Palmieri, et al Am J Public Health 2009
12 Piano Sanitario Nazionale Piano Nazionale di prevenzione attiva (Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005) Ambiti Programma di prevenzione CV Screening dei tumori Incidenti domestici Vaccinazioni Diffusione della carta del rischio cardiovascolare Prevenzione dell obesità nelle donne in età fertile e nel bambino Prevenzione attiva complicanze del diabete delle Prevenzione delle recidive nei soggetti che già hanno avuto accidenti cardiovascolari
13 Piano Sanitario Nazionale Piano Nazionale di prevenzione attiva (Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005) Ambiti Programma di prevenzione CV Screening dei tumori Incidenti domestici Vaccinazioni Diffusione della carta del rischio cardiovascolare Prevenzione dell obesità nelle donne in età fertile e nel bambino Prevenzione attiva complicanze del diabete delle Prevenzione delle recidive nei soggetti che già hanno avuto accidenti cardiovascolari
14 The Italian Cardiovascular Risk Chart
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17 Prevenzione delle recidive nei soggetti che già hanno avuto accidenti cardiovascolari Obiettivi del Progetto 1. Sviluppo del sistema informativo sugli eventi cardiovascolari acuti e sulle recidive 2. Definizione di percorsi integrati o facilitati ospedale-territorio 3. Counseling 4. Formazione del personale sanitario 5. Informazione ed educazione sulle malattie cardiovascolari 6. Riduzione degli errori di terapia
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19 PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE SECONDARIA complicanze-ricadute Attività fisica Sana alimentazione Peso corporeo ideale Fattori psico-sociali Predisposizione familiare = stili di vita salvacuore Attività fisica Sana alimentazione Peso corporeo ideale Fattori psico-sociali Predisposizione familiare = stili di vita salvacuore PER RIDURRE I FATTORI DI RISCHIO NELLA COMUNITA PRIMARIA alto rischio PER PREVENIRE L INSORGENZA DEI FATTORI DI RISCHIO DALL INFANZIA Azienda USL di Bologna - Le barriere al controllo dei fattori di rischio: il SSN Ital Heart J 2004; 5 (Suppl 8): 122S-135S PROMOZIONE DELLA SALUTE } PR DI IM AL O E R Lipidi Ipertensione Abolizione del fumo Diabete + Stili di vita salvacuore DI CO M NI U TA ASA ACE-I β BLOC Riabilitazione + primaria
20 Barriere al Controllo dei Fattori di Rischio
21 Contesto Concettuale della Prevenzione Cardiovascolare
22 LA PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE COSTA E NON SI PAGA
23 LA PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE COSTA E NON SI PAGA L'idea che "un'oncia di prevenzione vale una libbra di cura (proverbio di Benjamin Franklin) è radicata bene nella psiche umana; rappresenta un eccellente slogan dei media ma raramente è vero. Una raccolta recente di 500 valutazioni economiche relative agli interventi salvavita hanno trovato solo una piccola frazione di casi in cui un programma di prevenzione medica è stato ripagato. Nella maggior parte delle situazioni, un aumento della sopravvivenza ha portato con sé nuovi rischi a lungo termine e dei costi delle risorse aggiuntive che hanno spazzato via ogni risparmio a breve termine attribuibile al programma di prevenzione.
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28 Carta Europea per la salute del Cuore Riduzione dell impatto delle malattie cardiovascolari Riduzione delle diseguglianze e delle differenze dell impatto di queste malattie nei paesi della comunità europea Promuovere e sostenere azioni mirate soprattutto ad intervenire sullo stile di vita per la prevenzione di tali patologie
29 Guadagnare salute Guadagnare salute Rendere facili le scelte salutari 10 Ministeri (agricoltura, trasporti, istruzione, economia ), Istituzioni, Regioni, Aziende sanitarie Locali.
30 GUADAGNARE SALUTE rendere facili le scelte salutari (DPCM 4 maggio 2007) PREVENIRE LE MALATTIE CRONICHE SVILUPPARE, CONDURRE E SOSTENERE INTERVENTI STRATEGICI PER FAVORIRE SCELTE DI VITA SALUTARI OBIETTIVI FUNZIONI FAVORIRE CORRETTA ALIMENTAZIONE DEFINIRE POLITICHE INTERSETTORIALI AUMENTARE L ATTIVITA FISICA FAVORIRE LE SINERGIE LOCALI CONTRASTARE L ABUSO DI ALCOL SVILUPPARE LA COMUNICAZIONE RIDURRE L ABITUDINE AL FUMO AZIONI (2007) INTESA CON LA SCUOLA INTESE CON PRODUTTORI E CONSUMATORI CAMPAGNE INFORMATIVE ATTIVAZIONE SISTEMI DI INDAGINI
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32 ( 190 mg/dl) ( 115 mg/dl)
33 Livelli di colesterolo sierico e rischio coronarico Multiple Risk Factor Intervention Trial 150 (MRFIT) (n= ) Eventi cardiovascolari ogni pazienti Decessi per coronaropatia in 10 anni per pazienti Studio di Framingha m (n=5.209) Colesterolemia (mg/dl) Stamler J et al. JAMA 1986;256: Castelli WP et al. JAMA 1986;256: Colesterolemia (mg/dl) 295
34 Farzadfar F et al. Lancet 2011;377:578-86
35 Trends in mean total cholesterol between 1980 and 2008 Farzadfar F et al. Lancet 2011;377:578-86
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37 Modalità di Prevenzione Cardiovascolare a Confronto Approccio individualizzato: interventi variabili da paziente a paziente in relazione agli specifici fattori di rischio, indirrizzati a correggerli specificatamente con interventi mirati terapia personalizzata Approccio di popolazione: interventi che riducano simultaneamente molti fattori di rischio nella popolazione senza tener conto del profilo di rischio dei singoli individui terapia standard
38 Strategie di prevenzione STRATEGIA population based patie nt based INTERVENTO Agire su tutti i soggetti indipendentemente dai loro livelli di esposizione al fattore di rischio single risk factor strategy Agire solo sui soggetti caratterizzati da alti livelli di esposizione ad un determinato fattore di rischio high baseline risk strategy Agire solo sui soggetti caratterizzati da un mix di esposizione a diversi fattori di rischio comportante un livello di rischio globale alto
39 PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE Prevenzione Clinica Medico Generale Misura Rischio Globale Assoluto Persone anni Intervento educativo e/o farmacologico Obesità Sovrappeso Pressione A Interventi sul Sistema Sociale Programmi Educativi Alimentazione Colesterolo Attività Fisica Diabete II Fattori Fumo Prevenzione di Comunità Meno Rischio Cardiovascolare Meno Eventi Cardiovascolari Trombogenici Meno Morti39
40 CVD events and incidence rates by 10-year CVD risk deciles; MEN ages y. 160 Number of CVD events 75% 93% % of events 7% of persons of events of persons ,433 1, Population by 10-year CVD risk deciles Ital Heart J 2004; 5 (Suppl 8): 122S-135S Incidence rates in 10 years, % 180
41 CVD events and incidence rates by 10-year CVD risk deciles; WOMEN ages y % of events 4% of events % of persons 1% of persons ,331 1, Population by 10-year CVD risk deciles Ital Heart J 2004; 5 (Suppl 8): 122S-135S Incidence rates in 10 years, % Number of CVD events 180
42 Popolazione % STRATEGIE DI POPOLAZIONE Kenian Nomads 80 London civil servants Systolic BP Cardiologia di Comunità from Geoffrey Rose s strategy of prevention 200 mmhg
43 Legge Sirchia, 10 Gennaio 2005 Divieto di fumo in tutti i luoghi chiusi pubblici e posti di lavoro) (locali
44 NEGLI ULTIMI TRE ANNI HANNO SMESSO DI FUMARE 1 MILIONE E 660 MILA PERSONE Il 26,4% di essi è stato influenzato molto o abbastanza dall introduzione della legge sui divieti di fumare nei luoghi pubblici e sul posto di lavoro OSSFAD-Indagine DOXA-ISS 2007
45 Impatto delle Leggi antifumo Nazionali sull'incidenza dei ricoveri ospedalieri per attacco cardiaco Due evidenze recenti Impact of the Irish smoking ban on the rate of admission to hospital with ACS Cronin E, ESC 2007 Congress - 11% reduction Effect of the Italian smoking ban on population rates of acute coronary events Cesaroni G et al, Circulation % reduction
46 Cardiovascular Effects of Smoking Ban in Public Places Meyers DG et al, J Am Coll Cardiol 2009;54:
47 BMJ 2009; 339:
48 Salt Intake and Stroke
49 Salt Intake and Cardiovascular Disease
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51 Potential cumulative impact of four simple secondary-prevention treatments Treatment RRR 2-Year Event Rate --- 8% Aspirin 25% 6% Beta-blockers 25% 4.5% Lipid lowering 30% 3.0% ACE-inhibitors 25% 2.3% None If all four drugs are used: cumulative RRR is about 75%!! Yusuf S. Lancet 2002; 360: 2
52 Sopravvivenza Post-infarto vs Numero di Farmaci MITRA Registry Sopravvivenza dopo IMA French Registry 4 farmaci farmaci 95 solo BB 90 solo statina 85 solo ASA 2 farmaci 1 farmaco 0.8 nessuno ASA + BB + statina Mesi dalla dimissione Schuster S et al, Z Kardiol 1997; 86: Giorni dalla dimissione Danchin N, Am Heart J 2005; 150:
53 BMJ 2003; 326:
54 Can the polypill save the world from heart disease? Christopher P. Cannon, Lancet, 2009; 373: Such appeal could have broad applicability in areas of the world with less access to medical treatment. But the polypill could also fit well into more modern medical systems, in which large proportion of patients with risk factors are untreated.
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57 Can the Polypill save the world from heart disease? Christopher P Cannon Cannon CP Lancet 2009; 373:
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59 ~ Polymeal ~ Vino Cioccolato fondente Mandorle Frutta & Verdura Aglio Pesce
60 Polymeal vs Polypill Complessivamente: - 76 % rischio CV
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62 I ve also been treating the high cholesterol and then I stopped the medicine because I got my cholesterol down low. And I had in the past, a little problem (blood pressure), which I treated and then I got it down Former U.S. president Clinton, awating coronary bypass surgery, calls into Larry King live from his hospital bed, posted Friday, Sept 3, 2004;23:31 h EST
63 Studio INTERHEART Popolazione studiata casi e controlli Valutati per 9 fattori di rischio coronarico: fumo, ipertensione, diabete, obesità, dieta, attività fisica, alcool, fattori psicosociali e dislipidemia Yusuf et al, Lancet J 2004; September 11
64 Studio INTERHEART Lancet 3 settembre 2004 Nove fattori di rischio, facilmente misurabili, spiegano oltre il 90% degli infarti miocardici Questi fattori sono: 1) Fumo, 2) Ipertensione, 3) Diabete, 4) Dislipidemia, 5) Obesità addominale, 6) Stress, 7) Inattività fisica, 8) Scarsa assunzione di frutta e verdura, 9) Nulla assunzione di alcol L associazione di più fattori di rischio moltiplica enormemente la probabilità di infarto: chi presenta tutti i nove fattori ha una probabilità di infarto che è più di 330 volte superiore quella di alchi non ne diha nessuno!!!!!! Azienda USL di a Bologna - Le barriere controllo dei fattori rischio: il SSN
65 Studio INTERHEART Fattori Predittivi Diabete Fumo Colesterolemia Ipertensione Indice psicosociale Obesità m d Fattori Protettivi Frutta/Vegetali Esercizio Vino Yusuf et al, Lancet J 2004; September 11
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67 Prevenzione cardiovascolare fattori genetici prevenzione primaria fattori di rischio abitudini di vita gravidanza nascita prevenzione secondaria evento cardiovascolare educazione trattamento tecnologia decesso
68 Competenze necessarie Assetto informativo Feed-back educazionale Criterio soddisfatto Tutela della salute Gestione di popolazione Obiettivo Guarigione paziente Gestione dell individuo Modello di gestione sanitaria Competenze mediche Memoria individuale Profilo longitudinale ASSISTITO Efficacia produttiva Competenze miste Dati di popolazione Conoscenza epidemiologica Efficacia distributiva
69 Allocazione di risorse 1 Spesa Spesa farmaceutica farmaceutica territoriale territoriale Senza Senza precedenti precedenti eventi eventiacuti acuti Spesa Spesaassistenza assistenza ospedaliera ospedaliera Non Nontrattati trattati Ipertesi Ipertesitrattati trattati complianti complianti Ipertesi Ipertesitrattati trattati NON complianti NON complianti Popolazione Popolazione Non Nontrattati trattati Con Con precedenti precedenti eventi eventiacuti acuti Ipertesi Ipertesitrattati trattati complianti complianti Ipertesi Ipertesitrattati trattati NON complianti NON complianti Spesa Spesa assistenza assistenzalungo lungo degenti degenti Lesione Lesione cerebrale cerebrale Decesso Decesso Lungo Lungo degenza degenza ospedaliera ospedaliera Altro Altro evento evento Disabilità Disabilità Lungo Lungo degenza degenza domiciliare domiciliare Scompenso Scompenso cardiaco cardiaco Stato Stato Normale Normale Dialisi Dialisi Malattia Malattia coronarica coronarica Insufficienza Insufficienza renale renale
70 Il Sistema Pubblico non basta..
71 Lo sport organizzato perde quote di mercato Associazioni auto organizzati privati
72 Le barriere all attività fisica cambiano in funzione dell età Associazioni auto organizzati privati
73 E saggio investire tutto sui servizi sportivi tradizionali? Associazioni auto organizzati privati
74 Fonti EURISKO
75 Gli italiani e il rischio cardiovascolare: una stima
76 I RISCHI CARDIOVASCOLARI (Base: totale campione; n= ) % 92 Almeno 1 rischio cardiovascolare Sedentarietà 66 (nessuna attività fisica/sport) 55 Consumo alcolici (abituale) Sovrappeso/obesità 41 (BMI > 25) Fumo Ipertensione 92.0 Colesterolo Diabete 4 Nessun rischio cardiovascolare Fonte Eurisko 2004
77 IL NUMERO DI RISCHI CARDIOVASCOLARI (Base: totale campione; n= ) % Nessun rischio cardiovascolare 1 rischio cardiovascolare rischi cardiovascolari 3 o più rischi cardiovascolari 28 Fonte Eurisko 2004
78 Le condizioni di efficacia della comunicazione di prevenzione
79 PREMESSA Per raggiungere i suoi scopi la comunicazione prevenzione dev essere socialmente competente di ovvero rinunciare all ipotesi ingenua di una comunicazione come semplice diffusione di conoscenze mediche fra la gente rispondere - in sede di progettazione - a tre fondamentali quesiti: cosa comunicare? a chi? come?
80 COSA COMUNICARE? SELEZIONARE UNO SCOPO (DEFINIRE UN INTENZIONE COMUNICATIVA) Informare? (come trasformare il sapere medico-scientifico nel sapere comune?) Modificare atteggiamenti/ rappresentazioni/ sistemi di credenze? Dare modelli di comportamento?
81 L efficienza/efficacia di una campagna di comunicazione è, in generale, diversa rispetto ai tre obiettivi possibili ma, soprattutto, nessuna campagna può comunicare tutto in una sola volta Definire un percorso comunicazionale. Identificare/circoscrivere ad ogni fase obiettivi prioritari.
82 A CHI? DEFINIRE UN TARGET I fattori di rischio sono prevalenti in segmenti della popolazione diversi per: caratteristiche socio-culturali generali stili di vita e di salute disponibilità/capacità di capitalizzare la comunicazione.
83 LA GRANDE MAPPA: ORIENTAMENTI SOCIOCULTURALI GENERALI ELITES Uomini e donne Giovani-adulti Reddito e istruzione elevati Professionisti, imprenditori, manager Impegno culturale e professionale Successo / leadership CASALINGHE Donne Adulte Istruzione medio-bassa Centrate sulla casa Elites Contesti adulti femminili Contesti giovanili Marginalità socioculturale DONNE ANZIANE Reddito e istruzione bassi Bisognose Casa e TV UOMINI ANZIANI Reddito e istruzione bassi Pensionati Resistenza Azienda USL di Bologna - Le barriere al controllo dei fattori diall innovazione rischio: il SSN Contesti ADOLESCENTI Teen-agers Studenti Sport e divertimento adulti maschili LAVORATORI Uomini Giovani-adulti Reddito e istruzione bassi Piaceri e divertimento Lavoro e famiglia Operai e lavoratori autonomi Fonte Eurisko 2004
84 LA GRANDE MAPPA: LE CULTURE DELLA SALUTE PROGETTO Uomini e donne Giovani-adulti Reddito e Istruzione elevata Professionisti, Imprenditori Salute=armonia ed equilibrio Autocura competente Pratiche per il benessere Esploratività Prevenzione primaria (fatto controlli solo per vedere se ero in salute) INIZIATIVA PROGETTO BENESSERE DISATTENZIONE MALESSERE MALATTIA MALATTIA Prevalentemente donne Età avanzate Reddito e istruzione bassi o mediobassi Pensionati e casalinghe Malattie croniche e disturbi Concezione sogliare della salute (=non malattia) Fatalismo Dipendenza dal medico generico Prevenzione secondaria (per tenere sotto controllo problemi esistenti) DISATTENZIONE INERZIA Prevalentemente uomini Età centrali e avanzate Reddito e istruzione medio-bassi Operai e lavoratori autonomi Buona forma (fisica e mentale) Salute = efficienza Autocura (al bisogno) e disimpegno Fonte Eurisko 2004
85 I RISCHI CARDIOVASCOLARI: PROIEZIONE SULLA GRANDE MAPPA SEDENTARIETÀ CONSUMO ALCOLICI (nessuna attività fisica/sport) (abituale) SOVRAPPESO/OBESITÀ FUMA SIGARETTE (BMI > 25) INIZIATIVA PROGETTO Elites BENESSERE DISATTENZIONE MALESSERE Azienda USL di Bologna Le barriere al controllo dei fattori di rischio: il SSN Fonte Eurisko Contesti adulti femminili Contesti giovanili MALATTIA INERZIA Marginalità socioculturale Contesti adulti maschili
86 LE PATOLOGIE ASSOCIATE : PROIEZIONE SULLA GRANDE MAPPA IPERTENSIONE COLESTEROLO DIABETE INIZIATIVA PROGETTO Elites BENESSERE DISATTENZIONE MALESSERE Contesti giovanili MALATTIA INERZIA Azienda USL di Bologna Le barriere al controllo dei fattori di rischio: il SSN Fonte Eurisko Contesti adulti femminili Marginalità socioculturale Contesti adulti maschili
87 IL NUMERO DI RISCHI CARDIOVASCOLARI: PROIEZIONE SULLA GRANDE MAPPA 1 RISCHIO 2 RISCHI 3 O PIÙ RISCHI INIZIATIVA PROGETTO Elites BENESSERE DISATTENZIONE MALESSERE Contesti giovanili MALATTIA INERZIA Azienda USL di Bologna Le barriere al controllo dei fattori di rischio: il SSN Fonte Eurisko Contesti adulti femminili Marginalità socioculturale Contesti adulti maschili
88 COME? LE FONTI DI INFORMAZIONE SULLA SALUTE( ) % ( ) (milioni) Medico generico Medico specialista Farmacista Televisione Stampa Familiari Conoscenti, amici Altro CIRCUITO ESPERTO CIRCUITO MASS MEDIA CIRCUITO PROSSIMALE Fonte: Health Care 97 Dati basati sulle risposte degli intervistati alla domanda: Da dove le arrivano le conoscenze/competenze che ha oggi cura? ; N = Azienda USL nell area di Bologna -della Le barriere al controllo dei fattori di rischio: il SSN
89 IDENTIFICARE E COORDINARE I CIRCUITI DELLA COMUNICAZIONE Circuito esperto? medico farmacista Circuito mass media? carta stampata TV Circuito prossimale? familiari amici
90 PROIEZIONE SULLA GRANDE MAPPA DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE CIRCUITO ESPERTO vs. 1 RISCHIO 2 RISCHI 3 O PIÙ RISCHI MEDICO GENERICO MEDICO SPECIALISTA INIZIATIVA PROGETTO Elites BENESSERE DISATTENZIONE MALESSERE Azienda USL di Bologna Le barriere al controllo dei fattori di rischio: il SSN Fonte Eurisko Contesti adulti femminili Contesti giovanili MALATTIA INERZIA Marginalità socioculturale Contesti adulti maschili
91 PROIEZIONE SULLA GRANDE MAPPA DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE CIRCUITO MASS MEDIA vs. 1 RISCHIO 2 RISCHI 3 O PIÙ RISCHI STAMPA TV INIZIATIVA PROGETTO Elites BENESSERE DISATTENZIONE MALESSERE Azienda USL di Bologna Le barriere al controllo dei fattori di rischio: il SSN Fonte Eurisko Contesti adulti femminili Contesti giovanili MALATTIA INERZIA Marginalità socioculturale Contesti adulti maschili
92 PROIEZIONE SULLA GRANDE MAPPA DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE CIRCUITO PROSSIMALE vs. 1 RISCHIO 2 RISCHI 3 O PIÙ RISCHI AMICI/CONOSCENTI FAMILIARI INIZIATIVA PROGETTO Elites BENESSERE DISATTENZIONE MALESSERE Azienda USL di Bologna Le barriere al controllo dei fattori di rischio: il SSN Fonte Eurisko Contesti adulti femminili Contesti giovanili MALATTIA INERZIA Marginalità socioculturale Contesti adulti maschili
93 LE LOGICHE DELLA COMUNICAZIONE: UNO SCHEMA FINALE COMUNICAZIONE vs. 1 RISCHIO 2 RISCHI 3 O PIÙ RISCHI MULTIMEDIALITÀ BASSA ESPOSIZIONE INIZIATIVA PROGETTO Elites BENESSERE DISATTENZIONE MALESSERE Azienda USL di Bologna Le barriere al controllo dei fattori di rischio: il SSN Fonte Eurisko Contesti adulti femminili Contesti giovanili MALATTIA INERZIA Marginalità socioculturale Contesti adulti maschili
94 Per concludere 1- Il rischio cardiovascolare è diffuso nella popolazione generale. 2- Appare giustificata l ipotesi di un azione di prevenzione primaria basata su una comunicazione sociale massa ). allargata ( di
95 3- Nella realizzazione della comunicazione appare indispensabile: I definire un percorso comunicazionale : quali obiettivi prioritari? quali contenuti da trasferire? informare? persuadere? cambiare comportamenti?
96 II orientare le iniziative di comunicazione in funzione: delle culture dei segmenti a rischio ( costruzione del messaggio) delle esposizioni mediali dei segmenti a rischio ( mezzi della comunicazione).
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