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- Benedetta Filippi
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1 Elpidio Natale - Antonio Verrilli Compendio di Diritto dell Unione europea (Diritto comunitario) Riferimenti dottrinali e giurisprudenziali
2 Copyright 2013 by Maggioli S.p.A. Maggioli Editore è un marchio di Maggioli S.p.A. Azienda con sistema qualità certificato ISO 9001: Santarcangelo di Romagna (RN) Via del Carpino, 8 Tel. 0541/ Fax 0541/ clienti.editore@maggioli.it Diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi. Ha collaborato alla stesura delle precedenti edizioni, per le parti 3 e 4, Concetta Caccaviello Finito di stampare nel mese di gennaio 2013 dalla Litografia Titanlito s.p.a. Dogana (Repubblica di San Marino)
3 Indice Parte Prima EvoluzioNE del processo di integrazione in EuroPA e principi organizzativi e funzionali Capitolo 1 Dai trattati istitutivi delle Comunità europee all Unione europea 1.1 Le origini dell idea di un Europa unita... pag La creazione della CEE e dell Euratom...» Il compromesso di Lussemburgo ed il trattato sulla fusione degli esecutivi...» L unione doganale e l Atto unico europeo...» Gli accordi di Schengen e la libera circolazione delle persone...» Il Trattato di Maastricht ed i tre pilastri dell Unione europea...» L euro e l unione monetaria...» La Costituzione europea e il Trattato di Lisbona...» Approvazione e abbandono del progetto di Costituzione europea...» La firma e la ratifica del Trattato di Lisbona...» Le principali modifiche del Trattato di Lisbona...» 27 Capitolo 2 La tendenza all espansione dell Unione europea 2.1 Il carattere aperto dell ordinamento europeo...» I requisiti per l adesione di nuovi Stati membri...» I criteri indicati nel trattato...» I criteri di Copenaghen...» Il procedimento...» La sospensione di uno Stato membro e il recesso dall Unione...» La sospensione dei diritti di uno Stato membro...» Il recesso di uno Stato membro...» 34
4 4 Indice 2.5 Le tappe dell allargamento... pag Le possibili nuove adesioni...» La clausola di solidarietà tra gli Stati membri...» 38 Capitolo 3 La natura giuridica dell Unione europea e i rapporti con gli Stati membri 3.1 La natura giuridica dell Unione europea...» Il principio delle competenze di attribuzione e la dottrina dei poteri impliciti...» Il principio di attribuzione nei rapporti tra l Unione e gli Stati membri...» La clausola di flessibilità e i poteri impliciti...» I principi di sussidiarietà e di proporzionalità...» Il principio della leale cooperazione...» Le cooperazioni rafforzate...» Il riconoscimento della personalità giuridica del-l Unione.» 49 Parte Seconda L assetto istituzionale europeo Capitolo 1 Le istituzioni e gli altri organi dell Unione europea 1.1 Quadro complessivo...» Le istituzioni del triangolo decisionale...» Le istituzioni di controllo...» L istituzione finanziaria...» Istituzioni europee e principio di attribuzione...» 58 Capitolo 2 Il Consiglio europeo 2.1 Dai vertici europei ai Consigli europei...» La natura giuridica...» Composizione e regole di funzionamento...» Le competenze...» Le deliberazioni...» 64
5 Indice 5 Capitolo 3 Il Parlamento europeo 3.1 Nozioni introduttive... pag Elezione dei deputati...» Principi comuni in tema di elezioni al Parlamento europeo.» Il sistema elettorale italiano per l elezione dei rappresentanti al Parlamento europeo...» Cessazione dalla carica di parlamentare europeo...» Composizione dell Assemblea...» Ripartizione dei deputati tra gli Stati membri...» La costituzione dei gruppi politici...» Status di membro del Parlamento...» L organizzazione interna...» Il Presidente, i vicepresidenti, i questori e l Ufficio di presidenza...» La Conferenza dei presidenti...» Le commissioni parlamentari...» Il ruolo del Parlamento nell assetto europeo...» Nozioni introduttive...» La funzione politica...» La partecipazione all attività legislativa...» La funzione consultiva...» Il ruolo dei parlamenti nazionali...» 83 Capitolo 4 Il Consiglio dell Unione europea 4.1 Introduzione...» Composizione...» Gli organi...» La presidenza delle formazioni del Consiglio...» Il Segretario e l Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza...» Il Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper)...» Le deliberazioni...» Modalità di votazione...» La maggioranza semplice...» La maggioranza qualificata fino al » La maggioranza qualificata dal » L unanimità...» Le attribuzioni...» 95
6 6 Indice Capitolo 5 La Commissione europea 5.1 Nozioni introduttive... pag Composizione e procedura di nomina...» Il numero dei membri della Commissione...» La procedura di nomina dei componenti...» Il Presidente della Commissione...» I commissari...» Indipendenza e incompatibilità...» Termine del mandato...» La mozione di censura...» Il principio di collegialità...» I poteri e le competenze della Commissione...» Nozioni introduttive...» Il potere di controllo...» Il potere di iniziativa legislativa...» Il potere di esecuzione e la comitatologia...» Le funzioni di rappresentanza...» 108 Capitolo 6 Le istituzioni di controllo: Corte di Giustizia e Corte dei conti 6.1 Il sistema giurisdizionale europeo...» La Corte di Giustizia...» Ruolo e disciplina normativa...» Giudici e avvocati generali...» Organizzazione e funzionamento...» Il Tribunale...» Ruolo e disciplina normativa...» Composizione...» Organizzazione e funzionamento...» Tribunali specializzati e Tribunale della funzione pubblica.» Ripartizione delle competenze tra la Corte e il Tribunale..» Giurisdizione di secondo grado della Corte e del Tribunale.» La Corte dei conti europea...» Istituzione e composizione...» Competenze...» 122
7 Indice 7 Capitolo 7 La Banca centrale europea (BCE) e la politica monetaria 7.1 La politica monetaria dell Unione e l Eurosistema... pag La Banca centrale europea (BCE)...» Il Sistema europeo delle banche centrali (SEBC)...» L Eurogruppo...» 126 Capitolo 8 Gli altri organi dell ordinamento europeo 8.1 Mediatore europeo...» Banca europea per gli investimenti (BEI)...» Istituzione e compiti...» Posizione della BEI nel contesto dell Unione...» Organizzazione interna...» Comitato economico e sociale...» Composizione e compiti...» Organizzazione interna...» Comitato delle regioni...» Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF)...» Le agenzie...» Il Sistema europeo delle autorità di vigilanza finanziaria (SEVIF) e le autorità europee di vigilanza (AEV)...» 136 Parte Terza le fonti del diritto dell Unione europea Capitolo 1 Le fonti originarie del diritto dell Unione europea 1.1 Le fonti del sistema giuridico dell Unione europea...» Fonti primarie e fonti derivate...» Fonti scritte e fonti non scritte...» I trattati istitutivi e le successive modifiche...» I trattati istitutivi e la loro natura pattizia...» I successivi trattati di modifica e quelli di adesione...» La procedura ordinaria di revisione dei trattati...» Le procedure semplificate di revisione dei trattati...» I principi generali dell ordinamento europeo...» Definizione e nozioni introduttive...» 147
8 8 Indice Principi tratti dagli ordinamenti giuridici nazionali... pag Principi propri dell ordinamento dell Unione...» Principi generali e tutela dei diritti fondamentali...» I diritti fondamentali nel processo di integrazione...» La cittadinanza europea e le disposizioni relative ai principi democratici...» La Carta dei diritti fondamentali dell Unione europea...» La competenza esterna e gli accordi con Stati terzi...» Personalità giuridica e competenza esterna...» Tipologie di accordi che possono essere stipulati dall Unione...» La procedura di approvazione degli accordi internazionali» Rango degli accordi nell ordinamento europeo...» 160 Capitolo 2 Le fonti derivate del diritto dell Unione europea 2.1 Gli atti legislativi e non legislativi dell Unione europea...» I regolamenti...» Definizione...» Caratteristiche...» Le direttive...» Definizione...» Caratteristiche...» Le direttive dettagliate...» Le decisioni...» Definizione...» Caratteristiche...» Gli atti non vincolanti: raccomandazioni e pareri...» Gli atti delegati...» Gli atti esecutivi...» La disciplina dei trattati...» La comitatologia...» Gli accordi interistituzionali...» Altri atti delle istituzioni...» Caratteristiche comuni degli atti...» La diretta efficacia del diritto dell Unione...» Diretta applicabilità e diretta efficacia...» La diretta efficacia delle direttive...» Effetti orizzontali e verticali delle direttive...» 176
9 Indice Gli atti precedentemente previsti nell ambito del secondo e del terzo pilastro... pag. 176 Capitolo 3 Le procedure di approvazione degli atti giuridici dell Unione europea 3.1 Il ruolo delle istituzioni...» L iniziativa legislativa...» Il monopolio della Commissione...» Le eccezioni previste dai trattati...» La richiesta del Parlamento europeo alla Commissione...» L iniziativa dei cittadini europei...» Il ruolo dei parlamenti nazionali...» La procedura legislativa ordinaria...» Le procedure legislative speciali...» La procedura di approvazione del bilancio dell Unione europea...» Quadro normativo di riferimento...» Il regime delle risorse proprie...» La procedura di approvazione del bilancio...» 189 Parte Quarta Ordinamento dell Unione e ordinamenti degli Stati membri Capitolo 1 Il diritto dell Unione nei rapporti con gli ordinamenti degli Stati membri 1.1 Nozione di adattamento...» L autonomia del diritto dell Unione e l integrazione con gli ordinamenti giuridici nazionali...» Il primato del diritto europeo...» L affermazione del principio...» Il principio del primato nei trattati...» 199 Capitolo 2 L adattamento al diritto originario e la ratifica dei trattati 2.1 La ratifica dei trattati internazionali nell ordinamento italiano...» 201
10 10 Indice 2.2 I trattati istitutivi e il fondamento costituzionale dell adesione italiana: l art. 11 Cost... pag Il rispetto dei vincoli derivanti dall ordinamento europeo nell art. 117, comma 1, Cost...» La teoria dei controlimiti...» 204 Capitolo 3 L adattamento al diritto derivato e le disposizioni della L. 234/ Inquadramento...» La normativa di riferimento...» La struttura di riferimento: il CIAE...» Gli strumenti e le procedure per l adattamento al diritto dell Unione europea...» Nozioni introduttive...» La legge di delegazione europea...» La legge europea...» L adeguamento urgente...» L adattamento ai singoli atti di diritto derivato...» I regolamenti e le decisioni...» Le direttive...» Le sentenze della Corte di Giustizia...» Il ruolo delle Regioni...» Regioni e attività dell Unione...» La partecipazione alla fase ascendente...» La partecipazione alla fase discendente e il potere sostitutivo dello Stato...» Il rango delle norme europee derivate nell ordinamento italiano...» 219 Parte Quinta StrumENti di tutela dell ordinamento EUroPEo Capitolo 1 La tutela giurisdizionale 1.1 Il rinvio pregiudiziale...» Nozione e ambito di applicazione...» Il giudice rimettente...» La nozione di giurisdizione nazionale...» 229
11 Indice Limitazioni alla proposizione di una questione pregiudiziale... pag Rapporti tra Corte di Giustizia e giurisdizioni nazionali...» Gli effetti delle pronunce della Corte...» Il procedimento pregiudiziale d urgenza (PPU)...» Il ricorso per inadempimento...» Nozioni introduttive...» La nozione di inadempimento...» La fase precontenziosa...» La fase giudiziale...» Deroghe al procedimento ordinario...» Il ricorso per inadempimento nella disciplina legislativa italiana...» Il ricorso di annullamento...» Nozioni introduttive e soggetti legittimati...» Gli atti impugnabili...» I motivi di ricorso: i vizi degli atti...» I poteri della Corte ed gli effetti della sentenza di annullamento...» Annullamento degli atti per violazione del principio di sussidiarietà...» Il ricorso in carenza...» Definizione e caratteristiche...» Aspetti procedurali...» Effetti della sentenza...» Responsabilità extracontrattuale dell Unione...» Definizione ed elementi costitutivi...» L elemento soggettivo...» L elemento oggettivo...» Aspetti procedurali...» 255 Capitolo 2 La tutela amministrativa delle posizioni individuali 2.1 I reclami al Mediatore europeo...» Il diritto di petizione al Parlamento europeo...» Il controllo della Corte dei conti...» 262
12 12 Indice Capitolo 3 La responsabilità dello Stato membro e l obbligo di risarcimento del danno 3.1 Inquadramento della problematica... pag La giurisprudenza della Corte anteriore alla sentenza Francovich...» L obbligo del risarcimento del danno nella sentenza Francovich...» Il principio affermato dalla sentenza...» Le condizioni per la richiesta del risarcimento del danno...» Le procedure applicabili per la richiesta del risarcimento..» Gli sviluppi della sentenza Francovich...» Responsabilità dello Stato ed atti dotati di efficacia diretta.» Responsabilità dello Stato ed errata trasposizione di una direttiva...» Responsabilità dello Stato e ripartizione delle competenze a livello nazionale...» Responsabilità dello Stato e attività di un suo funzionario.» Responsabilità dello Stato derivante da atti amministrativi.» Responsabilità dello Stato per atti del potere giudiziario...» Responsabilità dello Stato e decorrenza dei termini di prescrizione...» Responsabilità dello Stato e giudicato interno...» 280 Parte Sesta Il diritto materiale dell Unione europea Capitolo 1 Il mercato interno e le quattro libertà 1.1 La nozione di mercato unico e di mercato interno...» Il principio di uguaglianza, il divieto di discriminazioni e le discriminazioni a rovescio...» Il principio di uguaglianza nell ordinamento europeo...» Il divieto di discriminazioni, in particolare quelle fondate sulla nazionalità...» Le discriminazioni a rovescio...» La libera circolazione delle merci...» La disciplina degli scambi tra Stati membri e i vincoli posti dal trattato...» Il principio del mutuo riconoscimento...» 295
13 Indice La libera circolazione delle persone... pag Le disposizioni dei trattati istitutivi...» Libera circolazione delle persone e cittadinanza europea..» Il diritto di stabilimento...» Definizione e soggetti beneficiari...» La regola del trattamento nazionale...» Diritto di stabilimento a titolo principale e secondario...» La libera circolazione dei servizi...» Le disposizioni del trattato e la regola del trattamento nazionale...» Libera circolazione dei servizi e direttiva Bolkestein...» La libera circolazione dei capitali...» 305 Capitolo 2 Il diritto della concorrenza 2.1 La disciplina della concorrenza...» Nozioni introduttive...» La normativa di riferimento...» Il divieto di intese pregiudizievoli per la concorrenza...» L abuso di posizione dominante...» L incidenza del diritto dell Unione sulle imprese pubbliche e su quelle che esercitano diritti speciali o esclusivi...» Gli aiuti di Stato...» Nozione...» Deroghe al principio di incompatibilità degli aiuti di Stato.» Procedura di verifica della compatibilità...» 321 Capitolo 3 Gli altri settori di intervento dell Unione europea 3.1 L ampliamento della sfera di competenza europea...» La politica agricola comune (PAC)...» Finalità della politica agricola...» L organizzazione comune dei mercati...» Strumenti di finanziamento...» La politica comune dei trasporti...» Il coordinamento delle politiche economiche e la politica monetaria...» Le disposizioni dei trattati e il Patto di stabilità...» 328
14 14 Indice Il sostegno agli Stati dell area euro: il Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF) e il Meccanismo europeo di stabilità (ESM)... pag Il rafforzamento dei vincoli di bilancio e il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell unione economica e monetaria...» La politica commerciale comune...» La politica di coesione economica, sociale e territoriale...» Finalità della politica di coesione...» Finanziamento della politica di coesione e fondi strutturali.» La politica sociale e dell occupazione...» Le disposizioni dei trattati...» La Strategia di Lisbona e la Strategia Europa » La politica ambientale...» La politica estera e di sicurezza comune (PESC) e la politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC)...» Le finalità della PESC...» La gestione della PESC...» La politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC)...» Lo spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia...» Nozioni introduttive...» Le politiche relative ai controlli alle frontiere, all asilo e all immigrazione...» La cooperazione giudiziaria in materia civile...» La cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale.» 350
15 Capitolo 1 Le istituzioni e gli altri organi dell Unione europea Percorso di lettura Scopo di questo capitolo introduttivo è quello di fornire un quadro complessivo dell assetto istituzionale europeo (che sarà dettagliatamente sviluppato nei successivi capitoli di questa parte), tracciando la distinzione tra le istituzioni e gli altri organi e organismi previsti dai trattati. La prima istituzione ad essere esaminata sarà quella che in realtà ha ricevuto tale status soltanto con l entrata in vigore del Trattato di Lisbona, ossia il Consiglio europeo, del quale sarà illustrato il peculiare e fondamentale ruolo che svolge nella promozione del processo di integrazione. Nell ambito delle altre istituzioni, poi, sarà evidenziata l attività di quelle che appartengono al cosiddetto triangolo decisionale (Parlamento, Commissione e Consiglio dell Unione), quelle che esercitano una funzione di controllo (Corte di Giustizia e Corte dei conti) e il ruolo della Banca centrale europea. 1.1 Quadro complessivo Ai sensi dell articolo 13 TUE «l Unione dispone di un quadro istituzionale che mira a promuoverne i valori, perseguirne gli obiettivi, servire i suoi interessi, quelli dei suoi cittadini e quelli degli Stati membri, garantire la coerenza, l efficacia e la continuità delle sue politiche e delle sue azioni». La stessa disposizione precisa che le istituzioni dell Unione sono: il Parlamento europeo; il Consiglio europeo; il Consiglio (da intendersi come Consiglio dell Unione europea o Consiglio dei ministri); la Commissione europea; la Corte di Giustizia dell Unione europea; la Banca centrale europea (BCE); la Corte dei conti.
16 54 Parte Seconda L assetto istituzionale europeo Nell ambito delle 7 istituzioni prima richiamate è possibile distinguere tra: il foro nel quale sono definite le strategie politiche di fondo dell Unione (il Consiglio europeo), chiamato a dare all organizzazione gli impulsi necessari al suo sviluppo e a definirne gli orientamenti e le priorità politiche generali, senza esercitare competenze legislative (art. 15, par. 1, TUE); quelle appartenenti al cosiddetto triangolo decisionale, ossia il Parlamento europeo, il Consiglio dell Unione europea e la Commissione. Ad esse spetta il compito di definire e perseguire le politiche comuni, approvare le necessarie disposizioni normative e gestire il bilancio europeo. Tali istituzioni sono assistite da un Comitato economico e sociale europeo (CESE) e da un Comitato delle regioni (CdR), cui sono attribuite funzioni consultive; quelle che esercitano funzioni di controllo, vale a dire la Corte di Giustizia e la Corte dei conti. Alla prima spetta il compito assicurare «il rispetto del diritto nell interpretazione e nell applicazione dei trattati» (art. 19 TUE), mentre alla seconda è conferita la funzione di verificare la corretta gestione delle risorse finanziarie dell organizzazione; un organismo finanziario (la BCE) cui è devoluto il compito di gestire la politica monetaria dei Paesi aderenti all area dell euro. La novità più evidente, rispetto all ordinamento previgente all entrata in vigore del Trattato di Lisbona, è il riconoscimento del rango istituzionale del Consiglio europeo e della Banca centrale europea. Per quanto riguarda il primo ciò è anche la conseguenza della scomparsa della distinzione tra Comunità europea e Unione europea che aveva portato a prevedere il cosiddetto assetto con un quadro istituzionale unico. Con questa formula si affermava il principio per cui l Unione europea non disponeva di istituzioni proprie, ma si avvaleva di quelle che operavano in ambito comunitario, seppur con competenze notevolmente diverse. Secondo quanto stabilito dal precedente testo dell art. 3 TUE, infatti, «l Unione dispone di un quadro istituzionale unico che assicura la coerenza e la continuità delle azioni svolte per il perseguimento dei suoi obiettivi, rispettando e sviluppando nel contempo l acquis comunitario». Con l istituzione dell Unione, pertanto, fu deciso di non procedere alla creazione di nuovi organi ai quali affidare la gestione delle politiche del secondo e del terzo pilastro, ma di demandare tale compito a quelli che già operavano nel pilastro comunitario. Ad un attenta lettura delle disposizioni in materia di PESC e cooperazione in materia penale risultava, però, evidente come vi fosse una sostanziale centralità del ruolo del Consiglio dell Unione e una marginalizzazione delle competenze attribuite al Parlamento, alla Commissione e alla Corte di Giustizia. In linea con la prevalente impostazione intergovernativa delle politiche perseguite, in questo contesto esercitavano un ruolo fondamentale gli Stati membri, sia singolarmente sia attraverso gli organismi più direttamente rappresentativi dei loro interessi, vale a dire il Consiglio europeo e il Consiglio dei ministri. Il primo, infatti, affiancava al suo compito di definire «gli orientamenti politici generali» della Comunità e dell Unione, quello più specifico di stabilire i principi e gli orientamenti generali della politica estera e di sicurezza comune nonché le strategie comuni (art. 13
17 Capitolo 1 Le istituzioni e gli altri organi dell Unione europea 55 TUE). Il Consiglio dell Unione, invece, aveva il monopolio degli atti da adottare per promuovere la cooperazione nel settore penale. Con Lisbona queste bizantine distinzioni sono quasi del tutto superate. 1.2 Le istituzioni del triangolo decisionale Il Parlamento europeo, il Consiglio dell Unione europea e la Commissione sono indicate come istituzioni rientranti nel cosiddetto triangolo decisionale; ciò perché la loro attività è volta prevalentemente all approvazione delle più importanti decisioni sulla definizione e sulla gestione delle politiche comuni e all adozione degli atti che concorrono a formare l ordinamento giuridico europeo. Con riferimento a quest ultimo profilo è importante operare una distinzione tra: attività svolta dalla Commissione. Si traduce, fondamentalmente, nel potere di iniziativa legislativa e nelle funzioni esecutive. Il TUE (art. 17) prevede che un atto legislativo dell Unione possa essere adottato solo su proposta della Commissione, salvo che i trattati non dispongano diversamente. Gli altri atti sono adottati su proposta della Commissione se i trattati lo prevedono. A differenza di quanto avviene negli ordinamenti nazionali, quindi, non sono previsti altri soggetti titolari del potere di iniziativa (salvo limitate eccezioni) e in particolare tale facoltà non può essere esercitata dai parlamentari europei o da gruppi politici in esso presenti. È da sottolineare, tuttavia, che il monopolio dell iniziativa legislativa è stato progressivamente eroso nel corso delle varie revisioni dei trattati. In primo luogo può essere esercitato anche dalla Banca centrale europea, nell ambito dell unione economica e monetaria, e dagli Stati membri, nelle materie dell unione economica e monetaria, della politica estera e di sicurezza comune e dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia. In secondo luogo già con il Trattato di Maastricht fu attribuito al Parlamento europeo il potere di «iniziativa dell iniziativa», confermato anche dopo l entrata in vigore del Trattato di Lisbona. Innovativa è, invece, la previsione dell iniziativa legislativa popolare. Secondo l art. 11, par. 4, TUE, infatti, almeno un milione di cittadini europei possono prendere l iniziativa d invitare la Commissione europea a presentare una proposta appropriata su materie di interesse comuni; in realtà è più corretto parlare anche in questo caso di «iniziativa dell iniziativa» (vedi parte 3, cap. 3, par ). Nell ordinamento successivo all entrata in vigore del Trattato di Lisbona è stato notevolmente rafforzato il ruolo della Commissione quale organo esecutivo dell Unione. In precedenza, l art. 202 TCE attribuiva, sostanzialmente, le competenze di esecuzione al Consiglio, il quale, di regola, le conferiva alla Commissione, ma in casi specifici poteva anche riservarsi di esercitarle direttamente. L art. 290 TFUE attribuisce ora alla Com-
18 56 Parte Seconda L assetto istituzionale europeo missione il potere di adottare gli atti delegati, mentre l art. 291 TFUE, dopo aver precisato che gli Stati membri sono tenuti ad adottare tutte le misure di diritto interno necessarie per l attuazione degli atti giuridicamente vincolanti dell Unione, conferisce tale potere alla Commissione allorché siano necessarie condizioni uniformi di esecuzione, salvo limitate eccezioni (vedi parte 3, cap. 2, parr. 2.6 e 2.7); attività svolta dal Parlamento europeo. Il Trattato di Lisbona ha riformato il procedimento di adozione degli atti legislativi europei, sopprimendo la procedura di cooperazione e generalizzando il ricorso alla codecisione (non a caso definita nel nuovo ordinamento procedura legislativa ordinaria). Ciò ha reso il Parlamento europeo, a tutti gli effetti, il co-legislatore dell Unione e lo ha collocato in una posizione di parità rispetto al Consiglio; si è venuto, così, configurando un sistema bicamerale, nel quale una camera alta (il Consiglio) rappresenta i governi nazionali ed una camera bassa (il Parlamento) è chiamato a rappresentare i cittadini; attività svolta dal Consiglio dell Unione europea. Questa istituzione esercita, congiuntamente al Parlamento europeo, la funzione legislativa e la funzione di bilancio. Inoltre, essa è chiamata a svolgere funzioni di definizione delle politiche e di coordinamento alle condizioni stabilite nei trattati. 1.3 Le istituzioni di controllo La Corte di Giustizia dell Unione europea e la Corte dei conti sono individuate tra le istituzioni di controllo in virtù del loro ruolo di verifica sulla corretta attuazione delle disposizioni contenute nei trattati istitutivi. Nello specifico: alla Corte di Giustizia dell Unione europea (denominazione che ricomprende tutti gli organi giurisdizionali europei) è attribuito il compito di effettuare un controllo di tipo giuridico. Nello svolgimento di tale attività può condannare gli Stati membri che non rispettano le disposizioni europee, può annullare gli atti delle istituzioni che risultano illegittimi e può procedere all interpretazione vincolante delle disposizioni dei trattati affinché i giudici nazionali le applichino in modo uniforme in tutti gli Stati membri; alla Corte dei conti è attribuito il compito di effettuare un controllo di tipo contabile. Ad essa spetta la verifica sulla corretta gestione delle risorse finanziarie europee; a tale scopo esamina i conti dell Unione, nonché le entrate e le spese di ogni organo o organismo creato in ambito europeo.
19 Capitolo 1 Le istituzioni e gli altri organi dell Unione europea 57 Vertice politico Triangolo decisionale Istituzioni di controllo Parlamento europeo Condivide con il Consiglio dell Unione il potere normativo. Esercita funzioni di controllo sulla Commissione. LE ISTITUZIONI EUROPEE Corte di Giustizia dell Unione europea (Corte di Giustizia, Tribunale e Tribunale della Funzione pubblica) Funzioni giurisdizionali Consiglio europeo Dà all Unione l impulso necessario al suo sviluppo e ne definisce gli orientamenti politici generali. Commissione europea Funzione esecutiva Iniziativa legislativa Custode dei trattati Consiglio dell Unione europea Condivide con il Parlamento il potere normativo. Gestisce la politica estera dell Unione. Corte dei conti Funzione di controllo sulla gestione finanziaria Politica monetaria area Euro Í Ï Î Ð Banca centrale europea Responsabile della politica monetaria degli Stati che adottano l euro Î Ð
20 58 Parte Seconda L assetto istituzionale europeo 1.4 L istituzione finanziaria Il Trattato di Lisbona attribuisce alla Banca centrale europea una posizione assolutamente peculiare in seno all ordinamento europeo. Il ruolo a sé della Banca emerge, in particolare, dal fatto che essa non svolge alcuna delle funzioni istituzionali classiche (legate, per lo più, all esercizio del potere legislativo esecutivo o giudiziario), ma si occupa esclusivamente di politica monetaria e garantisce, nell area di circolazione dell euro (eurozona), la stabilità dei prezzi. Pur essendo stata elevata al livello di istituzione, la BCE ha mantenuto le caratteristiche che la distinguevano nell assetto previgente. In particolare, ad essere preservata è la sua indipendenza; tale elemento è stato concepito dai trattati istitutivi al fine di garantire la credibilità della politica monetaria europea, impedendo che essa possa subire condizionamenti da parte degli organi politici nazionali ed europei. La Banca centrale europea è l unica istituzione ad essere dotata di personalità giuridica. 1.5 Istituzioni europee e principio di attribuzione Secondo le indicazioni contenute nell art. 13, par. 2, TUE (ex art. 7, par. 1, co. 2, TCE) «ciascuna istituzione agisce nei limiti delle attribuzioni che le sono conferite dai trattati». Si tratta di un estensione del principio delle competenze di attribuzioni già esaminato con riferimento ai rapporti intercorrenti tra Unione europea e Stati membri (vedi parte 1, cap. 3, par ); in quel caso esso può essere definito di tipo verticale, mentre in questo contesto si fa riferimento ad un accezione orizzontale del principio in esame, ossia come criterio di ripartizione delle competenze tra le varie istituzioni che concorrono a formare il sistema istituzionale europeo. Sull argomento la Corte (CGCE, sentenza 22 maggio 1990, Parlamento c. Consiglio, 70/88) ha affermato che i trattati hanno instaurato un sistema di ripartizione delle competenze fra le varie istituzioni secondo il quale ciascuna svolge una propria specifica funzione nella struttura dell Unione e nella realizzazione dei compiti affidatile. Il rispetto dell equilibrio istituzionale comporta che ogni istituzione eserciti le proprie competenze nel rispetto di quelle delle altre. Esso impone altresì che possa essere sanzionata qualsiasi eventuale violazione di detta regola. È compito dei giudici europei garantire il mantenimento di siffatto equilibrio, assicurando la completa applicazione delle disposizioni dei trattati relative alla ripartizione delle competenze.
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