Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
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1 Università degli Studi di Napoli "L'Orientale" Facoltà di Lingue e Letterature Straniere African American Vernacular English Analisi linguistica di file audio e testimonianze real talk di una varietà sovraregionale di Alessandra Micco Relatore: Siria Guzzo 2009/2010
2 1.1 Speech community e social factors La Sociolinguistica è definita da Aitchison (1995: ) come lo studio del linguaggio e della società. Questa scienza unisce i fondamenti della linguistica ai fattori sociali che danno vita a variazioni e differenze comunicazionali nell ambito di una stessa lingua. La prima questione da affrontare è sicuramente quella di definizione di lingua. La spiegazione meno equivoca ed universalmente accettata è quella che descrive la lingua come il mezzo di comunicazione di una comunità che ne condivide le norme e l uso. Per comunità linguistica si intende il complesso delle persone che hanno in comune una lingua materna e cioè un determinato sistema linguistico nelle sue diverse varietà dialettali e che sono unite da una qualche forma di aggregazione politico-sociale. In senso più ampio ci si riferisce ad un gruppo di persone unite da vincoli linguistici che nelle loro interazioni fanno uso di un medesimo repertorio linguistico. Ciò che è interessante notare è che nell ambito di uno stesso linguaggio esistono dei fattori che favoriscono delle variazioni nella maniera in cui si comunica. Questi fattori riguardano principalmente la posizione geografica, l occupazione, lo stato sociale, l etnia ed il sesso del parlante Si parla quindi di variazione linguistica stratificata in maniera diastatica, diatopica, diafasica, diacronica e diamesica. La diastratia riguarda lo strato sociale del parlante ed è valutata secondo vari parametri: censo, istruzione, attività lavorativa intellettuale o manuale. La diatopia considera la variazione della lingua rispetto al luogo in cui è parlata. In questo caso si prendono in considerazione soprattutto i dialetti e le varianti linguistiche esistenti in un territorio. La varietà diafasica si riferisce alla situazione comunicativa: distingue registro aulico, colloquiale e dimesso che variano a seconda della situazione o dell interlocutore o dell argomento. La diacronia considera l evoluzione fonologica, morfologica e sintattica di una lingua nel tempo. Infine la variazione diamesica si riferisce ai cambiamenti linguistici che dipendono dal mezzo usato per l atto comunicativo (telefono, , parlato, scritto etc)(graffi, 2002: ). Fattori sociali, come l età, il sesso, la stratificazione sociale e il livello di istruzione sono altrettanto rilevanti per la differenziazione linguistica e fanno si che il linguaggio vari da persona a persona (idioletto) e da 4
3 posto a posto (dialetto). Ogni individuo nell atto comunicazionale adatta il suo linguaggio a vari fattori così elencati: 1. Al contesto situazionale (formale ed informale) 2. Allo stato sociale dell emittente e del ricevente 3. Al rapporto che intercorre tra emittente e ricevente (amici, estranei) 4. Allo scopo della conversazione 5. All argomento La capacità che i parlanti hanno di utilizzare la lingua nei modi più appropriati alle varie situazioni si chiama competenza comunicativa. Un esempio pratico di competenza linguistica è il code-switching. Quest ultimo consiste in una commutazione di codice che il parlante effettua nell ambito di una stessa conversazione. Il code switching avviene quando un interlocutore alterna in uno stesso discorso una o più lingue, o diversi livelli, in termini di variazione diafasica (formale/informale), diatopica (standard/dialetto) o diastatica (standardpopolare/gergale) (Poplack: 1995, ). Questa commutazione del codice può riguardare solo poche frasi o singole parole ed è un fenomeno che si riscontra soprattutto nelle comunità o famiglie bilingui. Alcuni studi distinguono il codeswitching, limitandolo ai casi in cui in un enunciato si ha il passaggio da un codice all altro, dal code-mixing, dove si ha invece continua alternanza tra i due codici, e che ha come risultato un enunciato multilingue. Esistono anche altre tipologie di commutazione di codice come ad esempio la diglossia. Come spiega Janet Holmes, docente di linguistica presso la University of Wellington della Nuova Zelanda, questo termine indica la compresenza di due lingue o dialetti in uno stesso territorio che si alternano in differenti situazioni sociali. In maniera più specifica si può sostenere che nel caso della diglossia, una comunità utilizzi due distinte varietà di linguaggio per diversi domini: una per contesti formali e l altra per situazioni informali. Entrambe le varietà posseggono distinte funzioni e sono correntemente utilizzate dai parlanti. Si parla invece di diglossia mediale quando si ha un alternanza tra dialetto e lingua standard in funzione del canale di comunicazione, scritto o orale. 5
4 1.2 L Inglese e le sue varietà nel modo: standard nazionali L inglese conta un miliardo e cinquecento milioni di parlanti nel mondo se consideriamo i native-speaker (NL),i non-native speaker (NNV), l inglese usato come second language (ESL), e come foreign language (EFL) (Crystal: 1995, ). La sua crescente diffusione a livello mondiale è probabilmente dovuta dal suo uso, come lingua veicolare, nei commerci e negli scambi internazionali. È anche definita lingua pluricentrica in quanto il suo uso si articola autonomamente in diversi stati e territori come lingua nazionale ufficiale. Le sue norme, la sua codificazione linguistica, la pronuncia e l ortografia quindi non sono uniformi, ma possono variare nei diversi centri. Ciò significa che le varianti linguistiche di un determinato centro nazionale non vengono considerate come eccezioni ma sono varietà standard altrettanto valide. Altri paesi anglofoni importanti sono: Gli stati Uniti, il Canada, L Australia, l Irlanda, Il sud Africa, la Nuova Zelanda, i Caraibi e l India (Crystal: 1995, 285). Tuttavia l inglese britannico standard è la forma primaria insegnata nell Unione Europea, ma in molte regioni del mondo, l uso dell inglese americano si sta espandendo sempre di più. Stati o nazioni come l America e l Australia posseggono quindi una varietà propria di inglese, riconosciuta a livello mondiale. Quando si parla di standard nazionale ci si riferisce ad una tipologia di lingua certificata legalmente che viene utilizzata nei dizionari, insegnata nelle scuole e usata nei mezzi di comunicazione. Una lingua standard è provvista di regole ortografie, grammaticali e di un vocabolario proprio. Il suo uso è considerato di prestigio ed è anche la varietà più riconosciuta su lunga scala. La creazione di uno standard nazionale rappresenta anche l occasione per un paese di stabilire la propria identità. Questo è probabilmente ciò che è avvenuto alle ex colonie Britanniche, le quali creando delle proprie varietà statali hanno provveduto ad ufficializzare la loro autonomia ed indipendenza sia economica che culturale dall Inghilterra (Crystal: 1995, ). L America ad esempio mosse i suoi primi passi verso il riconoscimento di una propria varietà linguistica attraverso Noah Webster il quale, per primo, pubblicò nel 1828 An American Dictionary of the English Language in cui introduceva delle terminologie scientifiche, tecniche e culturali appartenenti al Nuovo Mondo. Oggi ci si riferisce all inglese parlato in America col termine di 6
5 Standard American English o General American, definito da Walt Wolfram con queste parole: A widely socially accepted variety of English that is held to be linguistic norm and that is relatively unmarked with respect to regional characteristics of English (Wolfram: 2006, ) E proprio nel panorama linguistico americano, che si radica l argomento di questa tesi e cioè la varietà linguistica dell African American Vernacular English. 1.2 Dialetti, accenti, slang e varietà linguistiche sovra regionali All interno di una stessa nazione, comunità ed aria geografica possono svilupparsi delle forme di comunicazioni alternative agli standard ufficiali, riconosciuti a livello politico. In un area così grande, come quella che copre il territorio degli Stati Uniti d America, si possono riscontrare a livello locale delle varietà di linguaggio appartenenti a gruppi di parlanti che ne riflettono delle particolari fattori sociali. La definizione di dialetto si sviluppa da queste premesse. Wolfram un importante linguista americano, presenta questa tematica sostenendo che: the technical definition of dialect simply as a variety of a language typical of a given group of speakers is not rigorous and precise, but it is a sufficient starting point in discussing language variation. (Wolfram: 2006, 2) Il dialetto è quindi una varietà linguistica usata da un gruppo di parlanti all interno di una particolare comunità. Ogni individuo ha la capacità di variare il proprio linguaggio per questioni esterne a se stesso (situazioni e questioni relazionali) ed interne a se stesso che riguardano le peculiarità idiosincratiche del parlante e che danno vita ad idioletti. I dialetti sono infatti gruppi di idioletti che hanno in comune somiglianze di pronuncia, grammatica e vocabolario. Essi hanno una precisa collocazione areale e possono essere varietà linguistiche isolate oppure possono disporsi in un continuum con le altre varietà linguistiche adiacenti. 7
6 Quando un particolare dialetto si evolve nel tempo e aumenta il numero dei suoi parlanti, acquisisce spesso di prestigio e questo può comportare come conseguenza un evoluzione del linguaggio standard. Secondo Labov (1972, 201) ed altri linguisti, i dialetti non sono il tentativo fallito di alcuni parlanti di usare il linguaggio standard ma bensì, lo stesso studioso ha dimostrato che il linguaggio delle inner-city parlato dalla popolazione afroamericana ha allo stesso modo una complessa grammatica che differisce per alcune peculiarità dallo General American e che lo rende a livello linguistico allo stesso modo interessate rispetto agli standard linguistici riconosciuti. Collegata alla tematica del dialetto è legata la definizione di accento. Quest ultimo riguarda la modalità in cui un individuo utilizza una pronuncia particolare del suo repertorio linguistico comunicativo ed è identificabile in delle particolari aree geografiche (accenti regionali) e a questioni sociali e socioeconomiche del parlante. Quando si parla di slang ci si riferisce ad un argomento un po più complesso rispetto alla definizione di accento, che quindi non si riferisce alle peculiarità comunicative riguardanti la sola pronuncia, ma che coinvolge anche altri aspetti linguistici. Lo slang è definito dall Oxford dictionary come: A language of highly colloquial type, considered as below the level of standard educated speech, and consisting either of new words or of current words employed in some special sense. Nel libro The American Language: A preliminary inquiry into the development of English in The United States Mecken sostiene lo slang è il linguaggio di un piccolo e coeso gruppo di parlanti, che ha lo scopo di unire una comunità e distinguerla culturalmente da altre. Sembrerebbe secondo queste parole che lo scopo principale di questa forma di comunicazione sia quella di evidenziare l appartenenza o non di un parlante ad una comunità o ad un gruppo di persone. A volte ci si riferisce a questo termine considerando anche una varietà di linguaggio legata a particolari contesti all interno di un gruppo di parlanti, basti solo pensare allo slang usato dagli adolescenti o dai giovani. A differenza dal dialetto, lo slang è un fenomeno linguistico che evolve in continuazione e perde di validità velocemente. È basato su di un piccolo repertorio di parole, include alcune 8
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