Come la ricerca può influenzare l organizzazione: Esperienza dell APSS Trento. Stefano Toccoli Stefania Dorigoni

Documenti analoghi
Standard per le dotazioni organiche di personale di assistenza e raccomandazioni. Proposte elaborate da un network di infermieri dirigenti

Gli outcome sensibili all assistenza infermieristica in medicina: risultati preliminari di uno studio multicentrico

LO STUDIO ESAMED sugli outcome sensibili alle cure infermieristiche Luisa Saiani

Intensità di cura: esperienza delle UU.OO di Medicina Interna di Trento e Rovereto

AUSL RIMINI DIREZIONE INFERMIERISTICA E TECNICA U.O. PRONTO SOCCORSO MEDICINA D URGENZA. Gli indicatori di qualità assistenziale in area critica

indicatori di complessità assistenziale

Maria Mongardi. Gli esiti sensibili alle cure infermieristiche attraverso uno studio multicentrico. Quali orizzonti possibili?

Valutazione Servizio di Emergenza Intraospedaliera Senese

VALUTAZIONE E CURA DEL DELIRIUM IN UN GRUPPO DI PERSONE ANZIANE RICOVERATE IN UNA UNITA DI CURE SUB ACUTE

RIORGANIZZAZIONE PER INTENSITA DI CURE IN UNA MEDICINA: S.O.C. Medicina P.O. Gemona

M. Mongardi, L. Sciolino, D. Fortuna, Referenti Regionali Direzione Generale Cura della

La politica degli esiti sull organizzazione e sull assistito: una nuova visione oltre i nursing sensitive outcomes

Prima e dopo l ospedale conoscere i bisogni sanitari e sociali per assicurare la continuità di cura.

V CONGRESSO ANIMO LA DIMISSIONE DEL PAZIENTE IN MEDICINA INTERNA

Quali fattori influenzano il recupero delle attività di vita quotidiana dopo una frattura di femore? Uno studio prospettico multicentrico

quali/quantitativa del personale infermieristico può pratiche assistenziali (ICPA) negli ospedali per acuti

OBIETTIVO DELLA REVISIONE

COMPLESSITÁ ASSISTENZIALE, INSTABILITÁ CLINICA E ATTIVITÁ INFERMIERISTICA IN UNA MEDICINA D URGENZA

La sperimentazione di un setting di Cure Intermedie nella Città di Trento

LA FRATTURA DI FEMORE NEL SOGGETTO ANZIANO: IL PERCORSO ORTOGERIATRIA. Francesco De Filippi

E una particolare opportunità: Il traferimento nel nuovo ospedale

RELAZIONE ANNUALE di RISK MANAGEMENT (ai sensi dell art.2 c.5 legge 8 marzo 2017 n. 24, legge Gelli ) ANNO 2018 IRCCS Neuromed

INTENSITA DI CURE IN TOSCANA

ALLEGATO A. Raccomandazioni per la realizzazione di un programma di Antibiotic Stewardship in ospedale

IL CASE MANAGEMENT NEL PERCORSO DELLA DIMISSIONE PROTETTA IN AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA

L intensità di cura, il panorama nazionale, i possibili percorsi

IL TEAM LEADER INFERMIERISTICO NELL U.O. DI TERAPIA INTENSIVA DELL OSPEDALE S. CHIARA DI TRENTO:

TRASPORTI SECONDARI. Alessandro Quilici S.C.Cardiologia Ciriè-Ivrea

SIPed: definizione, indicazioni, survey

IL PERCORSO ORTOGERIATRICO

Mestre, 12 ottobre 2018

ai sensi dell art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo dell Accordo Stato-Regione del 5 novembre 2009,

L importanza dell informazione nel percorso di dimissione del paziente

MARENGO STEFANIA ai sensi dell art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo dell Accordo Stato Regione del 5 novembre 2009,

Evoluzione della domanda di salute. attuali orientamenti sanitari. l Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca Granda. nuovo modello organizzativo

Gli strumenti operativi per la ri-organizzazione dell ospedale per intensità delle cure e complessità assistenziale 29 Marzo 2012.

Lo sviluppo delle RETI ASSISTENZIALI Uno Strumento Per La Riqualificazione Sostenibile Dei Servizi Sanitari Regionali

IL RUOLO ATTUALE DELL OBI

8 a Conferenza Nazionale GIMBE Evidence, Governance, Performance Bologna, 15 marzo 2013

Quali abilità comunicative nella dimissione del paziente

IL CONTRIBUTO DELL INFERMIERE NELLA PIANIFICAZIONE DELLA DIMISSIONE DIFICILE

8 a Conferenza Nazionale GIMBE Evidence, Governance, Performance

BED MANAGEMENT: MODELLO ORGANIZZATIVO PER LA GESTIONE DEI POSTI LETTO IN AREA MEDICA PER I RICOVERI DA PRONTO SOCCORSO

L ACCOGLIENZA E LA VALUTAZIONE DEL PAZIENTE IN REPARTO

L organizzazione di un Sistema di Risposta Rapida (RRS) per la gestione delle emergenze intraospedaliere:

RIDEFINIZIONE DEI LIVELLI DI CURA DEL NOCSAE

L Assistenza agli anziani con patologie plurime tra ospedali, strutture residenziali ed assistenza domiciliare

Il sottoscritto Alberto Fortini.. ai sensi dell art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo dell Accordo Stato-Regione del 5

con il contributo di Marie Manthey

La scheda di Brass: uno strumento per la valutazione delle dimissioni difficili

G.Chiappini, S.Papiri, A.Falleroni

Strumenti di monitoraggio degli indicatori PNE nella regione del Veneto

Percorso scompenso cardiaco secondo Chronic Care nella zona montana: a che punto siamo, quali sono i problemi e quali le prospettive di sviluppo.

METODI A CONFRONTO NEL PASSAGGIO DELLE CONSEGNE: IL METODO SBAR

La performance di ISMETT: efficienza nell uso delle risorse. Bruno Gridelli

METODO PER LA DEFINIZIONE DEL FABBISOGNO DI PERSONALE DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA ED OSTETRICA (INFERMIERI, INF. PEDIATRICI, OSTETRICHE e OSS)

METODO PER LA DEFINIZIONE DEL FABBISOGNO DI PERSONALE DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA ED OSTETRICA (INFERMIERI, INF. PEDIATRICI, OSTETRICHE e OSS)

12 a Conferenza Nazionale GIMBE Per una sanità al centro dell agenda politica

Il Nursing Case Management

CURE INTERMEDIE BEATO DE TSCHIDERER RELAZIONE A DIECI MESI DI ATTIVITÀ

IL MONITORAGGIO DELLA RETE DEI SERVIZI GERIATRICI RISULTATI

Dotazioni Organiche e Complessita' Assistenziale in Medicina Interna. Dott.ssa Sonia Tonucci

Nursing Minimun data set per la costruzione di una documentazione infermieristica

Programma Nazionale Esiti: quali punti di contatto con gli ESI. Marina Davoli

Il percorso dell assistito con patologie ad elevata complessità assistenziale: IL PUNTO DI VISTA DEL GERIATRA. Angelo Bianchetti

L accreditamento del percorso cure primarie

Ospedale S. Stefano Prato

Gianluca Catania. PhD student Unige U.O. Coordinamento Regionale Cure Palliative A.O.U. San Martino IST Genova

Il Programma di Osservazione degli Esiti

Missed Nursing Care e fattori predittivi in un contesto riabilitativo italiano

I progetti della Regione Toscana sul Paziente Complesso. Paolo Francesconi

Accoglimento Condiviso: Implementazione delle competenze infermieristiche in medicina

The tutorship in hospital. Giuliano Lo Pinto Barbara Fiorini Genova, 23 ottobre 2009

INDICE DI INTENSITA ASSISTENZIALE (IIA( IIA) ESPERIENZA APPLICATA ALL AO AO NIGUARDA

Infermiere dirigente: identità professionale e ruolo manageriale

CLASSIFICAZIONE DEI PAZIENTI PER INTENSITÀ DI CURA IN PRONTO SOCCORSO L. Rossetti; M. Franchini

Nursing Outcome in ambito cardiologico

Quando e come utilizzare il Day Hospital: opportunità limiti organizzativi e normativi

Il ruolo del percorso di cura nella sopravvivenza ad un anno dopo infarto acuto del miocardio

I pazienti con demenza

Dott.ssa Summa Maria Luna

INTRODUZIONE. La rete per l infarto miocardico acuto rappresenta pertanto lo standard di cura attuale per lo STEMI.

Scelte innovative in sanità

LINEE GUIDA REV. 0 Pag. 1 / 5 CRITERI CLINICI PER IL TRASFERIMENTO DEI PAZIENTI ALL O.B.I.E DALL O.B.I.

CRONICITÀ: Il Modello Veneto

Le degenze riabilitative intensive ed estensive: luci e ombre

Buone pratiche di presa in carico integrata: ospedale e territorio senza soluzione di continuità

Corso avanzato di formazione per facilitatori di Audit Clinico e della ricerca valutativa. Ferrara 8 aprile 2011

MANAGEMENT OF PATIENTS WITH SEPSIS IN THE EMERGENCY DEPARTMENT AFTER IN-HOSPITAL EDUCATIONAL PROGRAM: ONE YEAR OBSERVATION

Staffing di cura: il panorama internazionale

Le consegne infermieristiche in Terapia Intensiva: revisione narrativa della letteratura

REGIONANDO 2000 REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA AGENZIA REGIONALE DELLA SANITÀ

Ambulatorio Infermieristico Telemedicina

DELL IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO ASSISTENZIALE PRIMARY NURSING: uno studio pre post

FESTIVAL ECONOMIA di TRENTO «LA SALUTE DISEGUALE» Assistenza agli anziani non autosufficienti. Nicola Pinelli Direttore FIASO

UNDE RS TAF F ING E D E VE NTI AVVE RS I IN TE RAP IA INTE NS IVA: S TUDIO P ILOTA RE TROS P E TTIVO. di: DITARANTO Pier Paolo

L applicazione del modello organizzativo assistenziale per settori nell azienda ULSS febbraio 2010

P.S. per intensità di cure: criteri di invio dei pazienti all area di bassa intensità.

PROCEDURA AZIENDALE APPLICAZIONE DEL MODELLO ASSISTENZIALE NEI SETTING DI DEGENZA LIVELLO 2 PP.OO. PISTOIA, S.MARCELLO, PESCIA

Transcript:

Come la ricerca può influenzare l organizzazione: Esperienza dell APSS Trento Stefano Toccoli Stefania Dorigoni

Il sottoscritto TOCCOLI STEFANO ai sensi dell art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo dell Accordo Stato-Regione del 5 novembre 2009, dichiara che negli ultimi due anni NON ha avuto rapporti diretti di finanziamento con soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario che negli ultimi due anni ha avuto rapporti diretti di finanziamento con i seguenti soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario: -.. -. -..

Il sottoscritto DORIGONI STEFANIA ai sensi dell art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo dell Accordo Stato-Regione del 5 novembre 2009, dichiara che negli ultimi due anni NON ha avuto rapporti diretti di finanziamento con soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario che negli ultimi due anni ha avuto rapporti diretti di finanziamento con i seguenti soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario: -.. -. -..

Quali quesiti? Come definire lo staff ottimale, lo staff minimo ed il mix di competenze da assicurare per garantire cure costo-efficaci? Raccomandazioni e standard italiani per dotazioni infermieristiche ospedaliere sicure: esiti di una consensus conference (2011) Esporre i pazienti a diverse quantità/dosi di assistenza infermieristica e a diversa qualità (formazione e competenza infermieristica) modifica gli esiti sui pazienti? Studio E.S.A.Med Ricerca multicentrica sugli Esiti Sensibili all Assistenza in Medicina (2011-2013)

Quali quesiti? Quale modello organizzativo/assistenziale determina migliori esiti su pazienti e personale? Implementazione di un modello organizzativo per Intensità di Cura nella U.O. di Medicina Interna dell Ospedale di Trento S.Chiara (dati 2014-2016)

Raccomandazioni consensus: standard minimi di personale di assistenza Minuti totali di assistenza al giorno Skill Mix (infsupp) Minuti/die Infermiere Minuti/die personale di supporto N pazienti per infermiere N pazienti per personale di supporto Standard di riferimento 220 60% - 40% 132 88 10,9 16,4 Limite di sicurezza 200 70% - 30% 140 60 10,3 24

Raccomandazioni consensus Si raccomanda,.di sviluppare piani di cure che, pur variando in base ai contesti e ai profili clinici, garantiscano standard assistenziali sicuri ed efficaci per: la mobilizzazione il posizionamento e le cure igieniche dei pazienti allettati il comfort e la prevenzione dei rischi da pressione l idratazione e l alimentazione personalizzata la sorveglianza sistematica dei pazienti la prevenzione del rischio di cadute il monitoraggio pianificato per la prevenzione delle complicanze

Raccomandazioni consensus Si raccomanda di adottare modelli organizzativi che: consentano la presa in carico dei pazienti da parte di un infermiere (team nursing, primary nursing) favoriscano l integrazione con il personale di supporto mantenendo responsabilità, supervisione e coordinamento del processo assistenziale consentano di affidare a ciascun infermiere gruppi di pazienti bilanciati per numerosità, complessità clinica ed assistenziale, ma anche per disponibilità di risorse di supporto presenti e competenze disponibili.

Raccomandazioni consensus Si raccomanda, infine, di sviluppare ricerca per valutare gli effetti sui pazienti esposti a diverse dotazioni qualiquantitative, ricercando specifici esisti sensibili alle cure infermieristiche e la loro occorrenza Ricerca multicentrica Esiti Sensibili all Assistenza in Medicina STUDIO E.S.A.Med

Studio E.S.A.Med Aziende coinvolte Azienda Provinciale Servizi Sanitari di Trento Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona Azienda ULLS 9 Treviso Azienda ULSS 6 Vicenza Azienda ULSS 16 Padova Fondazione Poliambulanza Istituto Ospedaliero di Brescia Istituto Europeo di Oncologia di Milano Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Bologna Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine Azienda per i Servizi Sanitari 2 Isontina Gorizia Azienda per i Servizi Sanitari 4 Medio Friuli Università degli studi di Verona Università degli studi di Udine Università degli studi di Bologna

Obiettivi dello studio Obiettivo primario Esplorare se pazienti gestiti in medicine ad elevata quantità assistenziale/die vs medicine con una contenuta quantità di assistenza (minuti/paziente/die) dimostrano un occorrenza diversa negli esiti Obiettivi secondari Descrivere caratteristiche, soddisfazione, intention to leave e composizione dei team assistenziali delle medicine Descrivere profilo pazienti delle medicine Descrivere occorrenza cure infermieristiche perse come percepite da infermieri e da OSS Studio ESAMed

Framework dello studio Caratteristiche delle medicine Dose assistenziale/die Skill mix (Inf/OSS) PROCESSO ASSISTENZIALE Caratteristiche dello staff Esiti negativi lesioni da decubito cadute contenzione confusione infezioni (ICPA) Esiti positivi autonomia ADL soddisfazione paziente mortalità durata degenza riammissione a 30 gg.

Popolazione campione (N = 1464) Giornate di degenza 15966 Età media 74.4 anni Femmine 746 (51%) Stato cognitivo Orientato (%) 1152 (78.7) Disorientato (%) 312 (21.3) Accessi PS ultimi tre mesi Nessuno (%) 903 (61.7) Accessi PS 1 (%) 561 (38.3) Comorbidità da 3 a 5 (%) 538 (36.7) più di 5 (%) 124 (8.4) Farmaci assunti da 3 a 5 (%) 447 (30.5) più di 5 (%) 666 (45.5) Stile comportamentale agitato-confuso-vagabon (%) 219 (15.1)

Popolazione campione (N = 1464) Degenza media 10 giorni (7-12) Rapporto infermiere/paziente Mattino 8 (5-13) Pomeriggio 11 (8-15) Notte 18 (12-30.5) Organizzazione in team e alcune presentano figure i case manager

Dose assistenziale giornaliera media per paziente 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 minuti OSS minuti infermiere livello soglia 200 minuti assistenziali livello soglia 220 minuti assistenziali

Alcuni risultati Il 53.7% dei pazienti non ha avuto alcun evento avverso durante la degenza in ospedale Circa il 6% dei pazienti ha avuto 5 o più eventi avversi Si è rilevata una differenza statisticamente significativa fra dose assistenziale totale (200 min) e numero medio di eventi avversi sviluppati per paziente Si è rilevata una differenza statisticamente significativa fra dose media assistenziale infermiere (130 min) e numero medio di eventi avversi sviluppati per paziente

Non solo minuti Gli infermieri si stanno progressivamente allontanando dal letto del paziente Insitute for Healthcare Improvement (IHI) afferma che gli infermieri trascorrono meno della metà delle loro ore di lavoro in cure dirette sul paziente (Brackett et al. 2013) Si rischia di perdere la funzione di sorveglianza Rivedere i modelli assistenziali e di organizzazione dell assistenza affinché vi sia maggior coincidenza fra complessità del paziente e intensità della risposta I pazienti più complessi devono ricevere la risposta di cura più competente e più intensiva (tempo)

Il modello organizzativo per intensità di cura in APSS nasce in risposta a: 1. Dati epidemiologici: 65% dei ricoveri urgenti da PS gravano sull area Medicina Interna/Geriatria; paziente internistico è polipatologico, fragile, complesso presenta spesso instabilità clinica all ingresso o alto rischio di aggravamento 2. Necessità di migliorare la qualità e la tempestività delle cure al paziente acuto e instabile (33-35% dei decessi avviene nelle prime 72 ore di ricovero) 30 25 20 15 N decessi 2010 2011 2012 2013 2014 3. Necessità di ridistribuire le risorse, in particolare evitando nell assistenza l effetto tetto e pavimento 10-5 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Dati APSS anni 2010-2014 Giornate degenza

Differenzazione dei setting assistenziali con presenza di aree ad alta intensità di cura e aree dedicate a pazienti post-critici con adeguata disponibilità di risorse e ridistribuzione del personale Utilizzo di Early Warning Score come segni di alert precoce di instabilità clinica o aggravamento

La ricerca clinica nella UO di Medicina Interna di Trento Esiti sulla sicurezza e qualità delle cure: Validazione del NEWS e del modello IC

NEWS Scopo dello studio: Validare il NEWS (National Early Warning Score) nel reparto di Medicina Interna dell Ospedale S. Chiara di Trento verificando : 1. la sua utilità come strumento di stratificazione dell instabilità clinica, al fine di prevenire e trattare tempestivamente i possibili aggravamenti (alert) 2. la sua utilità nell allocazione del paziente nel setting più adeguato (triage)

Disegno dello studio Sono stati analizzati tutti i ricoveri presso l UO di Medicina Interna dell Ospedale S. Chiara di Trento avvenuti consecutivamente dal 13 luglio 2013, complessivamente 3134 pazienti Tutti i soggetti sono stati valutati al momento dell arrivo in reparto con il NEWS e conseguentemente allocati nell area di degenza ritenuta più opportuna (AI, MI) Valutazione outcome (mortalità intraospedaliera totale e precoce, trasferimenti urgenti per aggravamento, esiti combianti)

Decessi NEWS Decessi Decessi <72 h Totale 0-4 44 (2%) 5 (0,2%) 2173 5-6 38 (8,4%) 14 (3,1%) 452 7 101 (19,8%) 45 (8,8%) 509 Totale 183 (5,8%) 64 (2%) 3134

Trasferimenti per aggravamento NEWS Trasferimenti Totale 0-4 15 (0,7%) 2173 5-6 6 (1,3%) 452 7 37 (7,3%) 509 Totale 58 3134

NEWS score 5-6 Outcome Odds Ratio 95% CI p-value Decessi < 72 ore 13,86 4,97 38,68 p < 0,001 Decessi totali 4,44 2,84 6,94 p < 0,001 Trasferimenti 1,94 0,75 5,02 n.s. Combinato 1 4,98 2,66 9,34 p < 0,001 Combinato 2 3,86 2,58 5,79 p < 0,001

0,001 NEWS score 7 Outcome Odds Ratio 95% CI p-value Decessi < 72 ore 41,96 16,57 106,28 p < 0,001 Decessi totali 11,95 8,26 17,29 p < 0,001 Trasferimenti 11,25 6,13 20,67 p < 0,001 Combinato 1 20,62 12,51 33,99 p < 0,001 Combinato 2 13,29 9,61 18,38 p <

Our study confirmed the validity of NEWS as simple and low cost and convenient tool to enable the stratification of patients at risk of clinical deterioration in Internal Medicine wards and showed it reliability when is calculated only once at ward admission for triage purposes. The NEWS was a strong predictor of clinical outcomes, including in-hospital mortality and urgent transfers to a higher level of care.

Confronto modelli Scopo dello studio: verificare se vi sono differenze in termini di outcome per il paziente se nella degenza di Medicina Interna viene applicato il modello per intensità di cura (IC), rispetto al modello standard o tradizionale (SC). Sono stati confrontati i dati relativi all anno 2013 (modello SC) con quelli degli anni 2014-2016 (modello IC)

Trasferimenti per aggravamento Esito SC (2013) IC (2014) IC (2015) IC (2016) Dimessi 1323 1409 1581 1460 Trasferimenti 70 (5,0%) 28 (1,9%) 28 (1,7%) 30 (2.0%) Totale 1393 1437 1608 1490 6 5 4 3 2 1 0 Pearson chi 2 p < 0,0001 5,0 1,9 1,7 2,0 2013 2014 2015 2016

Mortalità intraospedaliera Esito SC (2013) IC (2014) IC (2015) IC (2016) Deceduti 100 (7,2%) 111 (7,7%) 109 (6,8%) 91 (6.1%) Deceduti <72 h 47 (3,4%) 40 (2,8%) 31 (1,9%) 30 (2.0%) Totale 1393 1437 1608 1490 Pearson chi 2 p = 0,359 10 8 7,2 7,7 6 6,7 6,1 4 2 0 2013 2014 2015 2016 Mortalità 4 4 3 3 2 2 1 1 0 Pearson chi 2 p = 0,035 3,4 2,7 1,9 2,0 2013 2014 2015 2016 Mortalità < 72 h

Trasferimenti dall UTI per step-down 5% 4% 3% 2,4% 2% 1% 4,3% 4,0% 4,1% 0% 2013 2014 2015 2016

Conclusioni e criticità Il modello organizzativo IC e l utilizzo del NEWS come indice di rischio clinico hanno permesso di migliorare la gestione del paziente internistico acuto, in particolare riducendo significativamente i decessi < 72 ore e il numero di aggravamenti clinici Il modello per funzionare necessita di fluidità (trasferimenti tra le aree) Crescita delle competenze di tutta l equipe, con incremento di skills che erano prerogativa dei soli reparti intensivi (gestione NIV, monitor, farmaci inotropi/vasopressori, ecografia bedside e accessi vascolari eco-guidati periferici e centrali)

Prospettive future I livello: il paziente acuto: Ampliare il modello alle altre UO della Provincia (modello Hub and Spoke) II livello: la fase post-acuta Implementare i setting di cura per i pazienti nella fase sub-acuta, in particolare con lo sviluppo di strutture adibite alle cure intermedie

Grazie a Al direttore della U.O. di Medicina Interna Dott. W. Spagnolli a tutto il personale per l impegno quotidiano all Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento