Gli scenari economici e. Relazione Consob: alcuni spunti di riflessione. Prof. Giorgio Di Giorgio Dipartimento di Economia e Finanza

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Transcript:

Gli scenari economici e regolamentari nella Relazione Consob: alcuni spunti di riflessione Prof. Giorgio Di Giorgio Dipartimento di Economia e Finanza LUISS Guido Carli, Roma Roma, 12 maggio 2014 1

Consob 12 maggio 2014 Prof. Giorgio Di Giorgio Agenda 1 Gli scenari economici 2

Consob 12 maggio 2014 Prof. Giorgio Di Giorgio Un quadro macro di lungo termine L accelerazione della crescita nei paesi emergenti parte nel nuovo millennio, quando l inflazione è posta sotto controllo. Real GDP growth '80s '90s '00-'07 '08-'13 '14 estim '15 estim World Economy 3.2 3.1 4.2 2.9 3.6 3.9 Developed countries 3.1 2.8 2.6 0.7 2.2 2.3 Emerging countries 35 3.5 37 3.7 66 6.6 54 5.4 49 4.9 53 5.3 Consumer inflation '80s '90s '00-'07 '08-'13 '14 estim '15 estim World Economy 16.6 18.2 3.9 4.1 3.5 3.4 Developed countries 6.5 2.9 2.1 1.9 1.5 1.6 Emerging countries 43.6 57.0 6.7 6.6 5.5 5.2 Real GDP grow th (source IMF) 10 Consumer inflation (source IMF) 120 emerging countries 8 100 6 80 4 2 60 developed countries 0 emerging countries 40-2 developed countries 20 80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 00 02 04 06 08 10 12 14 16 18-4 80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 00 02 04 06 08 10 12 14 16 18 0 Source: IMF 3

Consob 12 maggio 2014 Prof. Giorgio Di Giorgio Chi guida la crescita globale? Gli emergenti producono oltre il 50% del PIL mondiale e contribuiscono per circa il 70% alla sua crescita Distribution of World GDP (GDP measured at PPP, source IMF) % 70 65 developed countries 63% 50.4% 2013 60 55 50 49.6% 45 emerging countries 40 37% 35 90 92 94 96 98 00 02 04 06 08 10 12 14 16 18 30 4

Consob 12 maggio 2014 Prof. Giorgio Di Giorgio Il ruolo della spesa pubblica Un binomio alta crescita e governi «magri»? Public spending vs GDP grow th - average 2000-2013 CHI (source IMF) 12 11 10 9 IND RUS 8 7 6 5 SAF BRA GER 4 JAP USA UK CAN EUR 3 ITA FRA 2 1 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 42 44 46 48 50 52 54 56 Public spending as % of GDP grow th Per ca apita GDP 5

L Area dell Euro e la «legacy» del 2011 Gli spreads tornano a prezzare il rischio dopo Lehman e la crisi dei debiti sovrani Spread vs Bund (10 year, bps) DEFAULT RISK RE-PRICED Greece The sub-prime and (above all) the Greek crisis have reminded markets of the need Portugal to differentiate among issuers Ireland Spain Italy PRE-SUBPRIME Markets are not pricing the default risk = everything is risk free in the Eurozone RECONVERGENCE Spreads likely to stay well above pre-subprime levels 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 08 09 10 11 12 13 14 0 6

Il ruolo delle politiche monetarie La dimensione del bilancio della BCE è notevolmente cresciuta, ma si sta già contraendo con la restituzione da parte delle banche dei fondi ottenuti con le Long Term Refinancing Operations (LTROs) del 2011-2012. La Fed, al contrario, sta continuando ad espandere il suo bilancio, con il terzo round di Quantitative Easing QE3), oggi in fase di tapering. FED balance sheet (bn $) ECB balance sheet (bn euro) 4,700 3,200 4,300 ECB: 2,168 bn 2,900 3,900 ($ 2,992 bn) 24% of GDP 2,600 3,500 3,100 2,300 2,700 2,000 2,300 FED: $4,340 bn 1900 1,900 1,700 24% of GDP 1,500 1,400 1,100 700 1,100 07 08 09 10 11 12 13 14 07 08 09 10 11 12 13 14 FED and ECB balance sheet as % of GDP 36% 32% ECB 28% 24% FED 20% 16% 12% 8% 07 08 09 10 11 12 13 14 4% 7

Temi per il 2014: primi segnali di recupero per il settore manifatturiero in Europa Confidence in the manufacturing sector (PMI surveys) GER FRA ITA SPA 65 60 55 50 45 40 35 * above 50 industrial activity expanding below 50 contracting 08 09 10 11 12 13 14 30 25 8 8

L Italia e i suoi problemi strutturali Bassa produttività Bassa competitività Mercato del lavoro e mercato dei beni inefficienti Peso eccessivo delle PMI, e in particolare delle micro-imprese i Burocrazia eccessiva, settori dei servizi altamente regolati e protetti Servizi pubblici locali costosi e inefficienti Inadeguatezza delle infrastrutture (materiali e immateriali) Alti costi della politica e troppi livelli decisionali (con coordinamento inefficiente) Mancanza di procedure di valutazione e intervento t sulla spesa pubblica Troppe leggi, scarso enforcement Giustizia lenta e inefficiente Elevata pressione fiscale su famiglie e imprese Bassa spesa sociale, se si escludono le pensioni l Italia ha perso diverse posizioni nel ranking Doing Business della World Bank 9

Dinamiche del PIL pro-capite nel lungo periodo (variazioni percentuali) Italy Euro Area USA France Germany UK Spain Japan 1951-60 5.4 4.3 1.8 3.7 7.1 2.3 3.5 7.6 1961-70 4.9 3.7 3.0 4.4 3.5 2.2 6.3 8.9 1971-80 3.1 2.4 2.2 2.7 2.7 1.8 2.4 3.3 1981-90 2.4 1.8 2.4 1.9 2.0 2.9 2.6 4.1 1991-00 1.6 1.4 2.2 1.6 1.5 2.8 2.5 0.9 2001-10 0.0 0.4 0.7 0.5 1.0 1.1 0.6 0.7 2011-13 -1.5 0.0 1.4 0.3 2.0 0.1-1.0 1.0 10

Aumentare l occupazione femminile, giovanile e nel Sud Employment rates (source Eurostat, 2013 figures) GER FRA ITA SPA 73 64 56 54 78 68 65 59 69 60 47 50 TOTAL MALE FEMALE Italy: employment rates (source Istat, Q4 '13 figures) North Center South Italy: employment rates, youngs 15 and 24 years (source Istat, Q4 '13 figures) North Center South 64 61 72 68 53 57 53 42 30 20 23 16 18 11 14 17 14 8 TOTAL MALE FEMALE TOTAL MALE FEMALE 11

Un problema di incentivi-disincentivi? Efficienza e competitività dipendono da innovazioni di prodotto e di processo In Italia, la spesa del settore privato (più ancora di quella del settore pubblico) in R&S è molto inferiore rispetto ad altri paesi industrializzati Il sistema produttivo ha resistito al cambiamento e alle necessarie trasformazioni settoriali, rimanendo pericolosamente esposto alle pressioni competitive dai paesi emergenti La piccola dimensione delle imprese italiane (che certamente ha un impatto su R&S e limita il peso sui settori high-tech) è forse una risposta razionale alla struttura esistente di incentivi creati dal sistema, più che un segnale di un capitalismo miope Infatti, le piccole imprese hanno ricevuto sistematicamente sussidi e sono state protette da una legislazione e da pratiche favorevoli e biased in materia di fisco e contabilità, mercato del lavoro, sostegno al credito; inoltre, sono state frequentemente esentate da controlli e monitoraggi ordinari Interventi di policy sono quindi possibili e necessari 12

Il cambiamento possibile Dato il nostro debito pubblico, il consolidamento fiscale è inevitabile Una riduzione della spesa pubblica è necessaria per poter abbassare la pressione fiscale Serve inoltre una ricomposizione della spesa pubblica: più investimenti in infrastrutture e capitale umano, riduzione di spesa corrente attraverso eliminazione di sussidi e ricerca di efficienza nella PA Per stimolare innovazione e dinamismo necessari più capitale di rischio e una riforma fiscale Queste misure devono essere accompagnate da azioni di supporto alla crescita basate su: Correzione degli incentivi distorti Apertura di spazi di mercato: dismissioni, privatizzazioni, focus sui servizi pubblici locali, con regole chiare e monitoraggio pubblico Migliorare i risultati della PA a parità di costi mobilità inter-istituzionale del lavoro in un raggio di 50km Processi più rapidi, per garantire l enforcement dei contratti Messaggio chiave: utilizzare gli strumenti di politica economica per creare incentivi corretti per le azioni individuali 13

Consob 12 maggio 2014 Prof. Giorgio Di Giorgio Agenda 2 Gli scenari regolamentari 14

Trend globale recente: espansione del ruolo delle banche centrali Tra la fine degli anni 90 e la crisi finanziaria globale del 2008, il successo del modello del regolatore unico aveva indebolito il peso della banca centrale nell architettura istituzionale della vigilanza In diversi paesi avanzati la banca centrale aveva compiti di tutela della macro-stabilità, ma non la vigilanza micro-prudenziale Dopo la crisi del 2008, il trend si inverte: indebolimento del modello del regolatore unico e incremento dei poteri di vigilanza delle banche centrali, sia macro- che micro-prudenziali, inclusa la supervisione delle istituzioni finanziarie sistemiche e, in alcuni paesi, degli intermediari finanziari non-bancari Le banche centrali hanno quindi un ruolo cruciale e crescente nei nuovi assetti della vigilanza, sia in Europa (BCE e BoE) che negli Stati Uniti (FED) 15

Quota di paesi in cui la banca centrale ha poteri di vigilanza micro-prudenziale i (campione di 36 paesi avanzati) 16

Nuovi assetti di regolamentazione e vigilanza sui mercati bancari e finanziari in Europa Nell Unione europea è stato t creato nel 2010 uno European System of Financial i Supervision (ESFS), che include: l European Systemic Risk Board (ESRB), nuovo organismo per la vigilanza macro- prudenziale, gestito dalla BCE tre European Supervisory Authorities (ESA), autorità per la regolamentazione micro-prudenziale, di natura settoriale, costruite sulle tre precedenti autorità di terzo livello : European Banking Authority (EBA) per il settore bancario European Securities and Markets Authority (ESMA) per il settore mobiliare European Insurance and Occupational Pensions Authority (EIOPA) per assicurazioni e fondi pensione Nell Area Euro, radicale trasformazione degli assetti della vigilanza bancaria con il progetto di unione bancaria: nell ambito del Single Supervisory Mechanism la BCE diventa responsabile della supervisione diretta delle banche sistemiche (circa 130), che rappresentano l 85% del totale degli attivi bancari 17

L assetto della vigilanza finanziaria in Italia Modello per finalità Banca d Italia: stabilità Consob: trasparenza Antitrust: concorrenza Permangono tuttavia alcune caratteristiche del modello settoriale IVASS (Banca d Italia): assicurazioni COVIP: fondi pensione Inoltre, micro-autorità (es. APF e OAM) Spazi i per semplificazione i e razionalizzazione: i three-four peaks puro? 18

Qualche riflessione sui modelli di regolamentazione e vigilanza Due domande fondamentali: il nuovo assetto europeo di regolamentazione e vigilanza è ottimale? il nuovo assetto europeo di regolamentazione e vigilanza è coerente con gli assetti nazionali? I modelli conosciuti: Settoriale: un autorità per ciascun settore banche, assicurazioni e mercato mobiliare Per finalità: un autorità per la stabilità e un autorità per la trasparenza: twin peaks three peaks se si include l autorità per la tutela della concorrenza Regolatore integrato per settori: un autorità per due dei tre settori (es. banche e assicurazioni banche e mercato mobiliare, etc.) Regolatore unico: autorità unica di vigilanza per l intero mercato finanziario, separata dalla banca centrale oppure collocata all interno della banca centrale Regolatori per funzioni (es. sistema dei pagamenti, pooling e trasferimento di fondi, risk management) o per attività (es. lending, deposit-taking, taking asset management) scarso successo, implementazione complessa 19

Esiste un modello ottimale? Tutti i modelli presentano vantaggi e svantaggi: la crisi ha indicato che nessuno di questi modelli è necessariamente migliore degli altri Prima della crisi del 2008, largo consenso per il «regolatore unico», in particolare per l approccio cross-sector sull intero mercato finanziario e per le possibili economie di scale e scopo. L attribuzione alla banca centrale di poteri micro-prudenziali può comportare benefici ma anche rischi. Prima del 2008 il peso attribuito ai possibili rischi aveva superato quello attribuito ai possibili benefici: vigilanza spesso separata da politica monetaria, anche a livello di area euro BCE responsabile solo per politica monetaria La crisi finanziaria del 2008 ha mostrato lacune e un mismatch nell allocazione delle funzioni i di macro e micro vigilanza: il micro-stabilità non garantisce macrostabilità. D l i i i t d li tti di i il tt tt if i t Dopo la crisi, ripensamento degli assetti di vigilanza, soprattutto con riferimento al ruolo della banca centrale. Enfatizzati i benefici del coinvolgimento delle banche centrali nella vigilanza micro (ma questo non elimina i rischi). 20

La struttura della vigilanza finanziaria nei 18 paesi dell area euro (numero di paesi, 2014) 21

Il nuovo assetto della vigilanza europea è compatibile con i modelli nazionali? La BCE assume uno status unico e un ruolo molto forte nella nuova architettura della vigilanza In 13 dei 18 paesi dell area euro la banca centrale ha compiti di vigilanza il micro: da questo punto di vista la creazione dello strato t europeo di vigilanza micro affidata alla BCE appare coerente con l orientamento prevalente negli stati membri dell area euro I poteri di vigilanza delle banche centrali nazionali saranno drasticamente ridotti a beneficio della BCE ma le banche centrali nazionali partecipano al Supervisory Board con un proprio rappresentante e fanno parte del SSM, come anche i regolatori bancari diversi dalla BCE Manca un autorità europea per la trasparenza che abbia lo stesso peso della BCE, con possibili implicazioni anche «relazionali» per le singole autorità nazionali per la trasparenza 22

Dopo la banking union, una financial union? La sovrapposizione della struttura europea e di quelle nazionali di vigilanza rende il sistema particolarmente complesso auspicabili una semplificazione ed una razionalizzazione L unione bancaria potrebbe evolvere in una financial union, con la creazione di un autorità per la trasparenza e la conduct of business che abbia lo stesso peso della BCE e che svolga anche funzioni di vigilanza paragonabili a quelle della BCE La nuova autorità potrebbe essere costruita ampliando i poteri dell ESMA Verso un modello di vigilanza three peaks? BCE per macro e micro-stabilità, new ESMA per trasparenza e conduct of fbusiness, DG Antitrust t per concorrenza Problemi: mancata coincidenza geografica tra regolamentazione finanziaria a livello UE (EBA/ESMA/EIOPA) e vigilanza a livello di area euro (BCE/ESMA? vigilanza assicurazioni e fondi pensione solo nazionale?); un modello per finalità puro inibito dal divieto nel Trattato per la BCE di vigilare in campo assicurativo.ha senso il doppio livello? Realistico superarlo? Accettabili i costi? Sfide per la nuova legislazione europea 23