L INDUSTRIA ITALIANA COSTRUTTRICE DI MACCHINE UTENSILI, ROBOT, AUTOMAZIONE 2 L INDUSTRIA MONDIALE DELLA MACCHINA UTENSILE 8



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Transcript:

L INDUSTRIA ITALIANA COSTRUTTRICE DI MACCHINE UTENSILI, ROBOT, AUTOMAZIONE 2 I DATI RELATIVI AL 2011 2 LE ESPORTAZIONI 4 LE CARATTERISTICHE STRUTTURALI 6 La macchina utensile 6 La robotica 7 L INDUSTRIA MONDIALE DELLA MACCHINA UTENSILE 8 L ANDAMENTO 2011 8 I paesi leader 9 Gli altri paesi 10 Contact: Claudia Mastrogiuseppe, Coordinatrice Direzione Relazioni Esterne e Ufficio Stampa, 0226 255.299, press@ucimu.it Raffaella Antinori, Ufficio Stampa Tecnica, 0226 255.244, technical.press@ucimu.it Cinisello Balsamo, 26 giugno 2012

L INDUSTRIA ITALIANA COSTRUTTRICE DI MACCHINE UTENSILI, ROBOT, AUTOMAZIONE I DATI RELATIVI AL 2011 Nel 2011, il contesto in cui ha operato l industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione è stato caratterizzato dal rallentamento dell economia mondiale, cresciuta molto meno (+3,7%) che nel 2010 (+5,2%). Più positivo il bilancio dell industria mondiale della macchina utensile, che ha registrato la significativa crescita di produzione (+27,7%) e consumo (+27,5%). Nel settore, l Italia, grazie alle competenze eccezionali che ne fanno il partner tecnologico preferito da utilizzatori di tutto il mondo, ha mantenuto il quarto posto della classifica dei produttori e la terza posizione tra gli esportatori. La produzione italiana di macchine utensili, robot e automazione si è attestata a 4.762 milioni di euro, per un incremento del 13,5% rispetto al 2010. Il consumo è cresciuto, del 3,4%, a 2.551 milioni, per effetto dell incremento delle importazioni (+19,9%, 1.049 milioni): la quota di mercato coperta da macchinari stranieri è risultata pari a 41,1%. Le consegne sul mercato interno sono, invece, calate, del 5,7%, a 1.502 milioni. Positiva la performance delle esportazioni, cresciute, del 25,2%, a 3.260 milioni: il rapporto export su produzione è salito, dal 62,1% del 2010, al 68,5%. Il saldo della bilancia commerciale è aumentato del 27,9%, attestandosi a 2.211 milioni. La ripresa dell industria italiana del settore si è riflessa sul livello di utilizzo della capacità produttiva, la cui media annua è cresciuta, dal 68,7% del 2010, al 79,6%. In aumento anche il carnet ordini, attestatosi a 5,7 mesi di produzione assicurata, contro i 4,8 mesi del 2010. I prezzi delle macchine sono cresciuti dello 0,6%. 2

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LE ESPORTAZIONI Dopo la timida ripresa del 2010 (+2,6%), nel 2011, la crescita delle esportazioni italiane di (sole) macchine utensili è risultata impetuosa: le vendite all estero hanno toccato, in virtù dell incremento del 24,7%, i 3.070 milioni, valore secondo soltanto a quello record stabilito nel 2008. L andamento trimestrale evidenzia la continuità del trend positivo, con picco in valore (973 milioni) nel quarto trimestre. Principale sbocco estero della produzione italiana si è confermata la Cina (13,7% del totale), davanti a Germania (11,8%), USA (9,2%), Francia (5,8%) e Brasile (5,8%). In rapporto al consumo dei mercati di sbocco, le vendite italiane sono sensibilmente cresciute in Brasile (12,4%) e USA (5,9%), rimaste stabili in Germania (7,2%), diminuite in Cina (1,5%). L export in Unione Europea, che ha coperto il 38% del totale venduto all estero, è tornato a crescere (+30,7%), attestandosi a 1.160 milioni. Primo mercato comunitario si è confermata la Germania (362 milioni, +40,6%), seguita da Francia (179 milioni, +30,9%) e Polonia (106 milioni, +33,4%); meno brillanti le vendite in Spagna (+8%) e Austria (-29,1%). Molto positivo il risultato ottenuto nel resto del continente europeo, dove le esportazioni sono aumentate, del 39%, a 383 milioni, grazie al successo del made by Italians in Russia (144 milioni, +22,6%), Turchia (118 milioni, +69,9%) e Svizzera (58,7 milioni, +16,6%). In controtendenza l export in Africa, calato, del 6,5%, a 90,6 milioni, in ragione dei negativi riscontri delle vendite in Egitto (-50%) e Tunisia (-19%), non compensati dagli incrementi delle esportazioni in Marocco (+100%), Algeria (+70%) e Sud Africa (+6,8%). L export in Nordamerica è aumentato, del 77,3%, a 360 milioni, in buona misura originati dalle vendite in USA (282 milioni, +97,3%); in crescita anche le esportazioni in Messico (+33,5%) e Canada (+22,5%). Molto positivo l andamento (+34%) dell export in Sudamerica (238 milioni), trascinato da quello in Brasile (177 milioni, +53,4%). Le vendite di macchine utensili italiane in Asia sono cresciute soltanto del 2,4%, attestandosi a 811 milioni. Nonostante le vendite in Corea del Sud abbiano patito una flessione del 5,7% (46 milioni), l export in Asia Orientale è aumentato, del 19,2%, a 501 milioni, in virtù del +20,2% registrato in Cina (421 milioni). Le esportazioni nell area meridionale del continente asiatico sono rimaste sul valore (144 milioni) 2010, appesantite dal calo delle vendite in India (-1,5%, 136 4

milioni). Nell area ASEAN, l export è diminuito, dello 0,9%, a 52,1 milioni, in ragione dei negativi risultati ottenuti in Malesia (-12,4%) e Thailandia (-53,2%), non compensati dalla crescita delle vendite in Indonesia (+46%).In Medio Oriente, la diffusione del made by Italians è calata, del 34,8%, a 114 milioni, a causa del crollo delle vendite in Iran (-81%, 18,5 milioni), a fronte del quale, poco hanno potuto i buoni risultati ottenuti in Emirati Arabi (+42,2%), Arabia Saudita (+23,8%) e Israele (+44%). Diminuite anche le vendite in Oceania (-7,5%, 26,6 milioni). Il rapporto tra esportazioni e produzione è ulteriormente cresciuto, attestandosi al 72,2%, poiché il deludente andamento della domanda domestica ha indotto le imprese a spostare l attenzione sul più dinamico estero. L analisi dell export italiano non può, d altra parte, non tener conto che le vendite nei paesi dell area dell euro si propongono come dato statistico mediano tra esportazioni vere e proprie e vendite sul mercato interno. In questo senso, la produzione italiana 2011 si è tradotta, per il 28% in consegne interne, per il 20% in vendite verso i paesi euro, per il 52% in esportazioni dirette fuori dell eurozona. 5

LE CARATTERISTICHE STRUTTURALI Le caratteristiche strutturali dell industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione sono analoghe a quelle del sistema produttivo nazionale: imprese di ridotta dimensione, forte propensione all export, elevata qualità dell offerta. La macchina utensile Secondo l indagine condotta da UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, nel 2010 (cui sono riferiti i dati più recenti), il 67,8% delle imprese costruttrici di macchine utensili ha fatturato meno di 12,5 milioni di euro, il 71,3% ha occupato meno di 100 addetti. Sono state, però, le imprese più strutturate a fornire il maggior apporto a produzione e esportazioni: quelle con più di 100 dipendenti, che hanno rappresentato soltanto il 28,7% delle unità operanti in Italia, hanno prodotto il 74,9% e esportato il 78,5% del totale. Analogamente, le imprese che hanno fatturato più di 25 milioni (il 14,8% del numero complessivo) hanno realizzato il 59,2% della produzione e coperto il 63,9% delle esportazioni italiane di macchine utensili. Il fatturato per addetto è risultato compreso tra i 111.900 euro delle piccole imprese e i 138.500 di quelle di maggiori dimensioni, che, evidentemente, hanno scelto di esternalizzare un più ampio numero di fasi di lavorazione, concentrandosi sulle attività più strategiche (progettazione, assemblaggio, vendita e servizio post-vendita). La distribuzione geografica del settore è risultata coerente con quella del sistema produttivo italiano, a conferma che, per le imprese costruttrici di macchine utensili, è necessario essere attigue a quelle clienti e fornitrici: la maggior parte delle unità produttive del settore si trova in Lombardia (40,9%), Triveneto (22,6%), Emilia Romagna (15,7%) e Piemonte (15,7%). Alla composizione del fatturato totale la Lombardia ha contribuito per il 40,7%, il Triveneto per il 26,7%, il Piemonte per il 18,7%. Le imprese dell Emilia Romagna vantano la più alta propensione all export (69%, a fronte del 65% che costituisce la media di settore). Principale utilizzatore di macchine utensili (33,9% del totale) si è rivelato l industria dei prodotti in metallo (produzione e prima trasformazione dei metalli, contoterzisti, elementi da costruzione, altri prodotti diversi dai macchinari), seguita da quella automobilistica (21,3%). 6

La robotica Nel settore della robotica, la ripresa del 2010 ha determinato l aumento delle unità produttive di grandi dimensioni (fatturato superiore ai 5 milioni di euro), arrivate a rappresentare il 61% del totale, a discapito di quelle di media (fatturato compreso tra i 2,5 e i 5 milioni) e piccola dimensione (fatturato inferiore ai 2,5 milioni). Il fatturato medio per addetto è diminuito, da 231.500 euro, a 221.800. Le regioni che ospitano il maggior numero di imprese produttrici di robot sono quelle più industrializzate, in ragione della stretta relazione che lega produttore e utilizzatore. La regione a più alta densità di produttori di robot è la Lombardia, dove opera il 50% delle imprese. È il Piemonte, però, a aver registrato la maggior percentuale di fatturato (61,6%) e di addetti (49%). 7

L INDUSTRIA MONDIALE DELLA MACCHINA UTENSILE L ANDAMENTO 2011 Nota metodologica: per analizzare l andamento dell industria mondiale della macchina utensile, UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE fa riferimento alle informazioni rese disponibili dalle associazioni nazionali. Tra queste, la statunitense AMT ha radicalmente rivisto la serie storica dei dati di propria competenza. Nel 2011, la produzione mondiale di macchine utensili è aumentata a 65.200 milioni di euro (+27,7%). Alla composizione del valore totale hanno contribuito, per il 61,1%, l Asia, per il 32,4%, l Europa, per il 6,4%, le Americhe. Nel 2002, la produzione asiatica valeva il 35,7%, quella europea il 53,5%, quella americana il 10,4%. Il consumo è cresciuto del 27,5%, attestandosi a circa 59.000 milioni. Il mercato asiatico ha assorbito il 63,7% del totale mondiale, quello europeo il 22,3%, quello delle Americhe il 13,8%.Rispetto al 2002, la quota del consumo asiatico è raddoppiata, a scapito di quelle dei consumi europeo (era il 45,9%) e americano (era il 21,1%). 8

In forte ripresa il commercio mondiale, in ragione del +30,4% delle esportazioni e del +30,7% delle importazioni dei ventotto paesi di cui sono disponibili dati. I paesi leader La Cina, la cui produzione è cresciuta, del 26,1%, fino a sfiorare i 19.900 milioni di euro, ha mantenuto il primato mondiale tra i costruttori. Il gigante asiatico ha affermato la propria leadership anche in termini di consumo, in virtù dell incremento della domanda a oltre 27.500 milioni (+28,3%). Il 34% delle macchine utensili richieste dal mercato è stato acquistato all estero: i 9.400 milioni (+32,2%) delle importazioni hanno confermato la Cina al vertice della graduatoria mondiale. La ripresa delle esportazioni, aumentate, del 22,5%, a oltre 1.700 milioni, ha permesso all industria cinese di conservare la sesta posizione della classifica internazionale. La produzione giapponese è aumentata, del 46%, a quasi 12.000 milioni, secondo valore mondiale. In forte crescita, sia le consegne interne (+51,7%), attestatesi oltre i 3.000 milioni, sia le vendite all estero (+44,1%), che hanno sfiorato gli 8.800 milioni (74% della produzione), ribadendo la leadership del Giappone tra gli esportatori. 9

Molto marcata anche la crescita (+50,3%) del consumo: superando i 3.550 milioni, la domanda giapponese si è rivelata la quinta a livello mondiale. Per altro, meno del 10% della domanda nipponica è stata soddisfatta dalla produzione estera. Dopo la flessione patita nel 2010, la produzione tedesca è cresciuta, del 35,4%, a 9.700 milioni. In virtù dell aumento (+34%) delle vendite all estero, attestatesi a 6.800 milioni, la Germania ha conquistato il secondo posto tra gli esportatori; la propensione all export è risultata pari al 70%. Positiva anche l evoluzione della domanda interna, cresciuta, del 41,5%, a 5.000 milioni, che ha trascinato le importazioni (2.100 milioni, +45,6%). L Italia si è confermata quarta potenza mondiale per produzione (4.250 milioni) e terza per esportazioni (3.070 milioni). In termini di consumo, il mercato italiano, la cui domanda è calata sotto i 2.000 milioni, si è attestato al sesto posto. La Corea del Sud, la cui produzione è cresciuta, del 19,5%, a 4.050 milioni, ha conservato il quinto posto tra i costruttori di macchine utensili. Le esportazioni sono aumentate, del 30,6%, a 1.650 milioni. In crescita (+14,6%) anche la domanda interna, che ha avvicinato i 3.700 milioni, per il 35% generati da importazioni. Taiwan, la cui produzione è aumentata, del 22,9%, a 3.600 milioni, è rimasta al sesto posto della graduatoria mondiale. Con vendite all estero vicine a 2.900 milioni (+28,7%), Taiwan ha mantenuto la quarta posizione tra gli esportatori. La domanda interna è cresciuta, del 5,6%, a quasi 1.300 milioni. L industria statunitense ha mantenuto la settima piazza della classifica dei costruttori, in virtù dell incremento (+18,7%) della produzione a 2.990 milioni. Il balzo della domanda a 4.750 milioni (+46,1%) ha spinto gli USA al terzo posto della graduatoria dei consumatori. Le importazioni (3.100 milioni), che hanno soddisfatto il 65% del consumo, hanno guadagnato addirittura il 62,6%, assicurando al mercato il secondo posto della classifica internazionale. La produzione svizzera, cresciuta, del 37,6%, a 2.490 milioni, è risultata la ottava a livello mondiale. Le esportazioni, che hanno originato l 85% della produzione, hanno superato i 2.100 milioni (+36,6%), portando i costruttori elvetici al quinto posto della graduatoria internazionale. Gli altri paesi In Spagna la produzione di macchine utensili è cresciuta, del 19,9%, a 757 milioni di euro, originati, per l 87% dalle esportazioni (+36,5%). L India, la cui produzione si è attestata a poco più di 400 milioni, si è rivelata settimo mercato consumatore (quasi 1.500 milioni, +30,5%): l 80% della domanda è stato soddisfatto dalle importazioni (1,180 milioni, +33,8%). 10

Il consumo del Brasile, soddisfatto per il 62% da acquisti all estero, è aumentato a 1.430 milioni, ottavo valore mondiale. Al decimo posto tra i consumatori, il Messico, alla cui domanda (978 milioni, +22,2%) hanno risposto quasi per intero (93%) le importazioni. 11