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Transcript:

UNIVERSITÀ KORE DI ENNA COME FORMIAMO UN IMPRESSIONE SU NOI STESSI? COME ARRIVIAMO A SAPERE CHI SIAMO E COSA PROVIAMO NEI CONFRONTI DI NOI STESSI? PSICOLOGIA SOCIALE lez. 4 Paola Magnano paola.magnano@unikore.it ricevimento: martedì ore 10-11 c/o Studio 16, piano -1 conoscenza di sé le persone costruiscono la conoscenza di sé in maniera molto simile a quella con cui formano le impressioni degli altri, usando tipi di informazione e processi interpretativi analoghi concetto di sé autostima quello che sappiamo di noi stessi quello che proviamo nei confronti di noi stessi concetto di sé è l insieme delle convinzioni che un individuo prova verso le proprie qualità personali; si compone nel tempo, e si basa sull interpretazione di molteplici tipi di informazioni

teoria dell autopercezione il sé riflesso Bem, 1967 in presenza di indizi interni deboli o ambigui, inferenze sulle proprie caratteristiche personali vengono tratte dai propri comportamenti, in particolare quelli che abbiamo scelto di liberamente (motivazione intrinseca) piuttosto che quelli messi in atto per il conseguimento di un fine esterno (motivazione estrinseca) Cooley, 1902 una fonte di conoscenza di sé è data dalle reazioni altrui; queste reazioni sono una sorta di specchio che riflette la nostra immagine in modo che anche noi possiamo vederla agisce come la profezia che si autodetermina influisce maggiormente sui bambini o su coloro che non hanno un saldo concetto di sé conoscenza di sé e conoscenza degli altri teoria del confronto sociale generalmente la conoscenza di sé è più ricca e articolata della conoscenza degli altri Festinger, 1954 le persone apprendono e valutano le proprie qualità personali confrontandosi con gli altri il confronto sociale ci consente di sviluppare il nostro senso di unicità le informazioni che abbiamo su noi stessi sono di più e più variegate generalmente consideriamo noi stessi più mutevoli e flessibili e i comportamenti degli altri maggiormente stereotipati (Baxter, Goldberg, 1987)

conoscenza di sé e conoscenza degli altri molteplicità dei sé generalmente traiamo inferenze diverse - per noi stessi e per gli altri - sulle cause dei comportamenti le persone percepiscono se stesse in un ampia gamma di ruoli e situazioni, quindi la conoscenza di sé è organizzata intorno a molteplici ruoli, attività, situazioni (Marcus, Wurf, 1987) tendiamo ad attribuire le nostre scelte a fattori legati alla situazione, ma a trarre inferenze corrispondenti quando si tratta degli altri differenze attore-osservatore nelle attribuzioni tendenza ad attribuire i propri comportamenti a cause legate alla situazione e quelli degli altri a tratti della loro personalità la maggior parte di noi agisce in modo diverso e prova sentimenti ed emozioni diversi a seconda dei contesti in cui agisce (famiglia, lavoro, gruppo di amici) al variare dei contesti variano anche i confronti sociali e le reazioni degli altri complessità del sé costruzione di un coerente concetto di sé il numero e la diversità degli aspetti del sé che gli individui sviluppano per i diversi ruoli, le diverse attività e i diversi rapporti le persone cercano di costruire le varie componenti della conoscenza di sé in un quadro coerente e stabile (Carver, Scheier, 1981; James, 1890; Rogers, 1981; Stryker, 1980) si rendono inaccessibili i segmenti di conoscenza diversi e incoerenti con il ruolo ricostruiamo al nostra autobiografia cancellando le incongruenze (memoria selettiva) scarsa complessità del sé: pochi aspetti, simili tra loro elevata complessità del sé: molteplici e indipendenti aspetti del sé (Linville, 1985) spieghiamo i nostri comportamenti ritenendoli risposte ragionevoli alle situazioni: comportamenti incoerenti sono il prodotto di circostanze incongruenti e non derivano dall incoerenza del senso di sé costruiamo un senso unificato e permanente del sé enucleando alcuni attributi fondamentali che riteniamo ci caratterizzino in maniera esclusiva rispetto alle altre persone ed in maniera coerente nelle diverse situazioni (schema di sé, Markus, 1977)

differenze culturali nel concetto di sé le culture influenzano il tipo di concetto di sé che le Markus, Nisbett, 1997; Greenfield, 1997; persone elaborano (Fiske, Kitayama,Markus, Kitayama, 1991) North American vs. Japanese indipendenza libertà scelta abilità controllo individuale responsabilità individuale espressione personale successo felicità core cultural concepts autocritica auto-disciplina sforzo perseveranza importanza degli altri vergogna chiedere perdono equilibrio e controllo delle emozioni culture indipendenti e culture interdipendenti caratteristica cultura indipendente cultura interdipendente definizione del sé individuo unico, separato dal contesto sociale individuo connesso agli altri struttura del sé unitaria e stabile; costante attraverso situazioni e rapporti fluida e variabile; muta da una situazione - o relazione - all altra caratteristiche importanti sé privato, interiore (capacità, pensieri, tratti, sé esterno, pubblico (condizioni sociali, sentimenti) ruoli, rapporti) compiti significativi esprimere se stesso promuovere i propri obiettivi essere diretto senso di appartenenza e di adattamento agire in maniera appropriata promuovere obiettivi di gruppo essere indiretto (Markus, Kitayama, 1991) L AUTOSTIMA distorsioni da sopravvalutazione del sé È una valutazione realistica del concetto di sé, dei propri punti di forza e di debolezza Sono una persona di valore Complessivamente sono soddisfatto di me stesso (Rosenberg, 1965) l autostima è la misura dell efficacia con la quale ci adattiamo al nostro mondo sociale qualunque tendenza a raccogliere o interpretare le informazioni concernenti il sé in un modo che produce valutazioni eccessivamente positive tendiamo ad abbandonare le attività che sono fonte di frustrazione le nostre scelte di vita ci portano ad ambiti che ci permettono di esprimerci al meglio

distorsioni da sopravvalutazione del sé il confronto sociale l effetto degli eventi positivi e negativi è amplificato nelle persone con un scarsa complessità del sé anche l autostima dipende dal confronto sociale Tesser, 1988 (Linville, 1985) un evento positivo o negativo ha un effetto diretto solo su pochi aspetti del sé se gli aspetti del sé sono numerosi e indipendenti, solo una piccola parte del concetto di sé verrà influenzata da un evento l effetto del confronto sociale dipende da: vicinanza dell altra persona importanza o centralità che l attributo ha per la persona anche se non sempre scegliamo le persone con cui confrontarci i confronti distorti spesso evitiamo i confronti che ci facciano Tesser, 1988 apparire in una luce negativa lo sviluppo del concetto di sé nei bambini Il self-concept diviene maggiormente differenziato con l aumentare dell età (Shavelson, Hubner e Stanton, 1976) Crescendo, il concetto di sé diviene più strettamente correlato con indicatori esterni di competenza (abilità, raggiungimento degli obiettivi e etero-percezioni degli altri significativi) (Marsh, 1985, 1990) mettiamo distanza tra noi e coloro che hanno successo minimizziamo reciproche similarità evitiamo i rapporti con loro facciamo confronti al ribasso Il concetto di senso di sé globale non si sviluppa prima degli 8 anni di età ed in esso è inclusa la percezione di competenza (Harter, 1983) In uno studio che mette in relazione il concetto di sé e l apprezzamento per la scuola, viene messo in evidenza come i bambini che hanno una migliore valutazione di sé in generale, mostrano anche una percezione più positiva degli insegnanti e un maggiore apprezzamento della scuola (Ireson e Hallam, 2005). Negli alunni di 6-7 anni l autostima è influenzata dalle relazioni con i pari e con gli insegnanti: gli studenti si valutano più positivamente se percepiscono il supporto, nell apprendimento, da parte degli insegnanti e se sperimentano un contesto di apprendimento positivo (Ryan, Stiller e Lynch,1994)

le guide del sé l autostima è influenzata non solo da quello che succede all esterno, ma anche da quello che succede dentro di noi Higgins, 1987 sono canoni personali con cui confrontarsi sé ideale: come vorremmo essere sé imperativo: come sentiamo di dover essere sono la parte del concetto di sé più strettamente connessa alla funzione di regolazione del sé (Higgins, 1996) teorie della discrepanza del sé le persone valutano se stesse sulla base di canoni interiori ideali o imperativi : questo dà luogo a specifiche conseguenze emozionali Higgins, 1987 la differenza tra le guide del sé e ciò che pensiamo di essere influenza il nostro benessere personale e la nostra autostima (Strauman, Higgins, 1988) sé ideale: rappresenta gli esiti positivi che le persone cercano di conseguire o obiettivi di avanzamento sé imperativo: chiama in causa gli esiti negativi che le persone cercano di evitare (obiettivi di prevenzione) depressione, tristezza, delusione in caso di mancato raggiungimento ansia e agitazione in caso di mancato raggiungimento stabilità del concetto di sé una volta che il concetto di sé è stato costruito entra in gioco il principio del conservatorismo e diventiamo meno aperti alle informazioni sul sé ciò consente di creare un senso di identità stabile un consolidato concetto di sé influenza non solo il modo in cui pensiamo a noi stessi, ma anche il modo in cui percepiamo e ricordiamo le informazioni sociali in generale

il sé e le emozioni il sé in azione autoespressione motivazione a scegliere dei comportamenti che esprimono e riflettono il concetto di sé; conferma e rafforza il senso di sé dell individuo e lo comunica agli altri autopresentazione motivazione a scegliere dei comportamenti volti a creare negli altri l impressione di sé che di desidera; serve ad accattivarsi il favore altrui e ad autopromuoversi, cercando di trasmettere un impressione positiva, per ricavarne potere, influenza o approvazione (Jones, Pittman, 1982; Tedeschi, 1981) contrassegnano i momenti più significativi della nostra vita ci segnalano che qualcosa di importante sta accadendo dirigono il comportamento verso uno scopo sono causate da valutazioni cognitive di un oggetto o di un evento rilevante per il sé l interpretazione soggettiva di un evento o di una situazione rilevante per il sé, tale interpretazione guida le risposte emozionali e il comportamento dell individuo che la formula il sé in azione automonitoraggio caratteristica di personalità definita come il grado di sensibilità alle richieste degli eventi sociali in base al quale le persone conformano il loro comportamento a diverse situazioni (Snyder, 1974) scarso automonitoraggio tendenza ad esprimere i propri atteggiamenti e le proprie inclinazioni (preferenza per l autoespressione) elevato automonitoraggio tendenza a conformare i i propri comportamenti alle richieste delle persone e della situazione (preferenza per l autopresentazione)