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Sandra Zanchetta Associazione Allevatori del Friuli Venezia Giulia Laboratorio analisi QUALITÀ MICROBIOLOGICA DEL LATTE E DIFETTI DEL FORMAGGIO I batteri svolgono un ruolo fondamentale nella vita del nostro pianeta, con azioni benefiche sulla fertilità del suolo, sulla vitalità delle piante, sul benessere dell uomo e degli animali. Alcuni di essi, collettivamente denominati fermenti lattici, intervengono nella trasformazione di materie prime naturali (latte, carni, verdure, insilati, ecc.) in prodotti di notevole valore nutrizionale, quali i formaggi o gli insaccati. Esistono anche batteri che causano nell uomo malattie, alcune delle quali trasmesse attraverso gli alimenti; tali batteri vengono denominati patogeni Nonostante in natura siano presenti molti tipi di microrganismi solo pochi di essi si rilevano negli alimenti e sono costituiti da quelli normalmente presenti nelle materie prime e da quelli che penetrano nell alimento, provenendo dall ambiente esterno durante i processi di raccolta, stoccaggio, e successive trasformazioni. Quindi la presenza quantitativa di un determinato microrganismo dipende dall equilibrio tra proprietà caratteristiche dell alimento (composizione) e condizioni ambientali e/o tecnologiche (tab. 1). Parametri Listeria Salmonella Staphylococcus Escherichia fisici monocytogenes spp aureus coli O157:H7 Min 1 5 10 8 T ( C) Opt 25-30 37 37 37 Max 45 48 45 45 Min 5 4-4,5 5 4,4 ph Opt 6-7 6,5-7,5 6-7 6-7 Max 9 9,5 9 9 Min 0,86-0,93 0,94 0,86-0,90 0,95 Aw Opt - 0,99 0,98 0,99 Max - >0,99 >0,99 - Il latte crudo è normalmente colonizzato da microrganismi che provengono dalla cute dell animale, dall ambiente di allevamento e raccolta del latte (alimenti zootecnici, aria, etc..) e dal contatto con le attrezzature utilizzate durante la mungiture e la stoccaggio. Le specie dominanti sono micrococchi, streptococchi, corinebatteri non patogeni (provenienti dalla cute dell animale), lattobacilli, conformi, enterococchi (di origine ambientale) e germi psicrotrofi che provengono dalle attrezzature soprattutto dai tank refrigerati come Pseudomonas, Alcaligenes e Flavobacterium. Il latte può essere contaminato anche da germi patogeni tra cui Mycobacterium tubercolosis e bovis, Brucella abortus e melitensis, Streptococcus agalactiae, Staphylococcus aureus, Salmonella, Campylobacter jejuni. Tuttavia i trattamenti termici e le buone pratiche igieniche e di lavorazione hanno ridotto il rischio in modo significativo. Molti alimenti sono prodotti tutt oggi sfruttando in maniera non consapevole la crescita di microrganismi utili naturalmente presenti nelle materie prime o nell ambiente di produzione. Questi microrganismi, anche se possono essere inizialmente presenti in basso numero, prendono il sopravvento sugli agenti di deterioramento e sui patogeni perché la formulazione dell alimento o le condizioni di produzione o, ancora, la stessa crescita dei microrganismi utili, rende l ambiente favorevole alla loro crescita a scapito dei microrganismi dannosi. Min - - - - NaCl% Opt - - - 6,5 Max 10 8 20 <8,5 Tab.1 - Patogeni contaminanti latte e derivati

28 I FERMENTI LATTICI In particolare, i fermenti lattici, che fanno parte della microflora di molti alimenti fermentati, abbassano rapidamente il ph degli alimenti producendo acido lattico (ed eventualmente altri prodotti) per fermentazione di carboidrati naturalmente presenti nelle materie prime o aggiunti nella formulazione. Costituiscono un gruppo eterogeneo di microrganismi accomunati da alcune caratteristiche: producono acido lattico per fermentazione degli zuccheri riducendo il ph degli alimenti in cui crescono: i prodotti finali della fermentazioni sono diversi per i fermenti lattici omofermentanti ed eterofermentanti. Mentre i primi in condizioni normali producono quasi esclusivamente acido lattico (>90% dei prodotti di fermentazione), gli altri producono acido lattico (circa il 50% dei prodotti di fermentazione), anidride carbonica ed etanolo o acido acetico. sono anaerobi ossigeno-tolleranti: essendo incapaci di sintetizzare alcuni cofattori necessari per la respirazione non utilizzano normalmente l ossigeno. La maggior parte delle specie però può anche crescere in presenza di ossigeno, anche se è favorita da atmosfere anaerobiche. hanno esigenze nutrizionali complesse: per crescere hanno bisogno di aminoacidi, basi nucleotidiche e vitamine, perché non sono in grado di sintetizzare uno o più di questi fattori di crescita. Questi ultimi però sono in genere disponibili negli alimenti. Moltissime specie di fermenti lattici svolgono un ruolo più o meno importante nella fermentazione di diversi alimenti e la tassonomia di questo gruppo è in continua evoluzione, con la creazione di nuove specie o la riclassificazione di specie esistenti. Ad esempio Streptococcus thermophilus è un microrganismo termofilo (la temperatura ottimale di crescita è fra i 37 e i 42 C, non cresce bene a basse temperature, 18-20 C), termotollerante (può resistere a trattamenti di termizzazione e di pastorizzazione a 62 C per 20-30 min), omofermentante. E presente in molte colture naturali per la produzione di formaggi (Italico Asiago, Montasio, Provolone, Mozzarella, Gruyere, Emmenthal, etc.). Insieme a Lactobacillus delbrueckii subsp. bulgaricus è uno dei due componenti della microflora dello yoghurt. Lactobacillus delbrueckii ssp. bulgaricus è un microrganismo termofilo (la temperatura ottimale di crescita è vicina ai 45 C, non cresce bene a basse temperature), termotollerante (può resistere a trattamenti di termizzazione e di pastorizzazione a 62 C per 20-30 min), omofermentante. Lb. delbrueckii ssp. lactis appartiene alla stessa specie ed è presente nella microflora naturale di formaggi come il Grana, il Parmigiano Reggiano e l'emmentaler. Lactobacillus helveticus è un microrganismo termofilo (la temperatura ottimale di crescita è vicina ai 45 C, ma alcuni ceppi sono in grado di crescere a 48-52 C, non cresce bene a basse temperature), termotollerante (può resistere a trattamenti di termizzazione e di pastorizzazione a 62 C per 20-30 min), omofermentante. E uno dei componenti principali della microflora delle colture naturali in siero utilizzate per la produzione di Grana e Parmigiano Reggiano. Per le sue elevate attività peptidasiche viene oggi spesso utilizzato come coltura integrativa per l accellerazione della maturazione dei formaggi. Lactococcus lactis (e subspecies lactis e cremoris) è un microrganismo mesofilo (temperatura ottimale 28-32 C, non cresce a 42 C), non termotollerante, omofermentante ampiamente diffuso come componente della microflora naturale di molti formaggi, latti e creme fermentate prodotti a temperature relativamente basse (18-32 C). Alcuni ceppi di Lc. lactis ssp. lactis sono in grado di fermentare il citrato, presente nel latte, con produzione di anidride carbonica e sostanze aromatiche, come il diacetile, che dà il tipico aroma di burro. Alcuni ceppi sono in grado di produrre sostanze inibitorie di natura proteica (batteriocine) attive contro patogeni ed agenti di deterioramento. Gli enterococchi (Enterococcus faecium, E. faecalis e E. durans sono le specie più frequentemente isolate dai formaggi) sono dei microrganismi omofermentanti che hanno un ruolo controverso. Mentre sono frequentemente presenti nella microflora di prodotti artigianali dove potenzialmente svolgono un ruolo importante nella determinazione delle proprietà sensoriali contribuendo a lipolisi e proteolisi e per la sicurezza igienica, producendo sostanze inibitorie verso microrganismi patogeni, la presenza in queste specie di ceppi patogeni (responsabili di infezioni nosocomiali, gastroenteriti, endocarditi), talvolta resistenti ad antibiotici, la capacità di produrre amine biogene per decarbossilazione di aminoacidi, rendono questo gruppo in un certo qual modo sospetto. Il genere Leuconostoc comprende specie eterofermentanti di forma coccica o lenticolare, mesofile o psicrotrofiche (in genere crescono meglio a 22-30 C, ma alcune specie possono crescere anche a 4 C). Molte specie sono importanti nelle fermentazioni alimentari. Nei prodotti lattiero-caseari, Leuc. mesenteroides ssp. cremoris e Leuc. lactis sono utilizzati in colture miste o in colture a composizione definita per creme fermentate e formaggi, in associazione con Lc. lactis, per la loro capacità di fermentare il citrato con produzione di sostanze aromatiche. Dal momento che producono anidride carbonica (un gas) per fermentazione degli zuccheri e del citrato, possono determinare una lieve occhiatura nei formaggi. Lactobacillus plantarum è un lattobacillo mesofilo, che non produce gas da carboidrati, importante in molte fermentazioni alimentari. Svolge un ruolo anche nella maturazione dei formaggi. Alcuni ceppi, produttori di batteriocine, sono utilizzati per il controllo biologico di patogeni. Lb. casei e Lb. paracasei sono due specie importanti nella maturazione dei formaggi. Per la loro elevata attività peptidasica e per la capacità di metabolizzare aminoacidi con produzione di composti aromatici vengono utilizzati come colture aggiuntive per l accellerazione della maturazione dei formaggi. I corinebatteri sono un gruppo di microrganismi importanti nella microflora di molti formaggi a maturazione superficiale.

Tab. 2 - La fermentazione del lattosio FERMENTAZIONE ESITO AROMI o DIFETTI lattica acido lattico aroma di formaggio fresco MICRORGANISMI E AROMI propionica acido lattico dal lattosio tipico aroma dei formaggi cotti; Propionibacterium spp. acido propionico ed formaggi occhiati. anaerobi acetico dai lattati; CO 2 butirrica acido acetico e butirrico dai lattati; aroma putrido, Clostridium butiricum, CO 2 e idrogeno gusto piccante; C. tyrobutiricum gonfiore tardivo dei formaggi duri alcolica Produzione di glucosio e galattosio; utili nella stagionatura Lieviti che idrolizzano etanolo e composti aromatici gonfiore precoce dei formaggi; il Lattosio da enterobatteri da lattosio: acido lattico, aromi particolari acido acetico, idrogeno e CO 2 Alcuni microrganismi responsabili di aromi tipici sono denominati secondari perché la loro azione si esplica dopo che la fermentazione lattica si è avviata. Tra questi ci sono i batteri propionici ed i micrococchi, ma anche altri microrganismi come muffe e lieviti. I batteri propionici, dei quali il più utilizzato è P. freudenreichii, sono i responsabili della tipica occhiatura, nonché del gusto del formaggio tipo Emmental. La produzione di gas, di acido acetico e propionico è la principale azione svolta da questi batteri, ma molto importante è anche la loro capacità di formare acidi grassi liberi e volatili, che conferiscono il tipico ed intenso aroma al prodotto. Possono inoltre agire sulla caseina già destrutturata dai batteri lattici, modificando ulteriormente il substrato. I microstafilococchi sono microrganismi capaci di tollerare concentrazioni elevate di cloruro di sodio, da 7,5% a 15%, aerobi stretti (Kocuria, Micrococcus) o anaerobi facoltativi (Staphylococcus), poco tolleranti i bassi ph, che hanno un ruolo importante nella maturazione di formaggi a maturazione superficiale (Taleggio, Brick, Limburger). Svolgono le seguenti funzioni: prevengono l irrancidimento dei grassi decomponendo l acqua ossigenata prodotta da altri microrganismi e creando un ambiente riducente per riduzione dei nitrati; hanno una maggiore attività lipolitica e proteolitica rispetto ai fermenti lattici e sono in grado di metabolizzare aminoacidi e acidi grassi producendo composti importanti per il sapore e l aroma; alcuni ceppi sono in grado di produre sostanze inibitorie per microrganismi patogeni; alcune specie sono pigmentate e contribuiscono alla determinazione dell aspetto della superficie di formaggi a maturazione superficiale GLI STARTER NELLA CASEIFICAZIONE I lieviti, ma soprattutto le muffe, sono fondamentali per la produzione di formaggi erborinati tipo Gorgonzola e Roquefort (Penicillium roqueforti). Alcune muffe sono presenti sulla superficie dei formaggi a pasta cruda o semicotta e a crosta fiorita, con una elevata percentuale di acqua che permette il loro sviluppo tipo Camembert o Brie (Penicillium camembertii, Geotrichum candidum). Esse sono responsabili della maturazione centripeta dovuta alla diffusione dei loro enzimi dalla crosta verso l'interno della pasta. Tuttavia, affidarsi alla contaminazione naturale delle materie prime con microrganismi utili diventa sempre più difficile soprattutto nei casi in cui la microflora necessaria può essere assente in latti resi paucimicrobici o dismicrobici a seguito di pratiche di produzione o dai trattamenti termici. I microrganismi presenti potrebbero non essere presenti in numero sufficiente da prendere rapidamente il sopravvento sui microrganismi dannosi, o svilupparsi in ritardo, rallentando il processo di produzione (ad esempio nella produzione di paste filate, come la Mozzarella, non è possibile filare la pasta prima di aver raggiunto un ph sufficientemente basso). La comprensione del ruolo dei microrganismi nelle fermentazioni ha portato alla nascita dell industria delle colture starter.

30 L'uso di starter, specialmente se isolati e selezionati dalla microflora caratteristica di questi formaggi, può rappresentare un notevole interesse per accelerarne ed indirizzarne la maturazione: ciò può addirittura diventare essenziale in condizioni come quelle odierne. Gli starter quindi fanno partire la fermentazione e la indirizzano correttamente, apportando microrganismi utili in quantità sufficienti allo scopo. Con l'aggiunta dell'innesto al latte in caldaia si apportano acidità, micronutrienti, fattori di crescita, enzimi e soprattutto batteri lattici. L'innesto può sopperire alla scarsa attività del latte, favorisce l'attività degli enzimi coagulanti, riduce i tempi di coagulazione, quindi migliora la struttura del coagulo, accelera la sineresi e lo spurgo dei granuli di cagliata e soprattutto apporta batteri lattici vivi. Le colture starter utilizzate per i prodotti lattiero-caseari possono essere classificate come indicato in tabella 3. Tab. 3 - Classificazione delle colture starter 1. Colture miste (mixed strain starter, MSS) Colture tradizionali, a composizione complessa e spesso indefinita (una o più specie diverse, con più ceppi, in rapporti numerici indefiniti) spesso propagate in condizioni non asettiche 1.1. Colture miste naturali o artigianali, riprodotte artigianalmente presso i caseifici e propagate in condizioni non asettiche 1.1.1. Colture naturali risultanti dall incubazione del siero di caseificazione in condizioni più o meno selettive (alta temperatura, basso ph) colture naturali in siero, sieroinnesti, sierofermenti: per la produzione di Grana e Provolone (composte esclusivamente da microrganismi termofili), Mozzarella di bufala (composte da microrganismi termofili e mesofili) scottafermenti: prodotti per incubazione della scotta risultante dalla produzione di ricotta da siero di Pecorino e utilizzati per la produzione di formaggio di tipo Pecorino, composti quasi esclusivamente da specie termofile sieroinnesti con caglio: prodotti macerando abomasi di vitello in siero caldo; composti esclusivamente da specie termofile ed utilizzati per la produzione di formaggi di tipo svizzero (Emmenthal, Gruyere, Sbrinz, etc.) in Svizzera o in Francia (Fettsirtenmagenlab, Présure à la recruite ) 1.1.2 Colture naturali in latte risultanti dall incubazione a temperature elevate (45 C) di latte termizzato: latto innesto, latto-fermento, coltura naturale in latte, madre naturale: composte esclusivamente o prevalentemente da specie termofile 2. Colture miste selezionate Conservate, controllate e riprodotte come colture stock presso industrie specializzate e distribuite sotto varie forme ai caseifici, presso i quali subiscono le ultime fasi della riproduzione, generalmente in condizioni asettiche, utilizzando substrati a base di latte o siero. 2.1 Colture termofile: Rohmischkulturen, colture miste per la produzione di formaggi di tipo svizzero, composte da Str. thermophilus, Lb. helveticus e/o Lb. delbrueckii subsp. bulgaricus. Colture miste per la produzione di formaggi di tipo italiano. 2.2 Colture mesofile: contengono ceppi di Lactococcus lactis (subsp. lactis e/o cremoris) come acidificanti e possono contenere ceppi aromatizzanti (sololactoc. lactis subsp. lactis biovar diacetylactis, colture di tipo D, solo Leuconostoc mesenteroides subsp. cremoris, colture di tipo L, o entrambi, colture di tipo DL) o no (colture di tipo O) 3. Colture a composizione definita (Defined Strain Starters, DSS) Contengono uno o più ceppi (ma in rapporti noti e definiti: 2-4 ceppi, sono ormai rare combinazioni di 5-6 ceppi.) di una o più specie di fermenti lattici, mesofili o termofili. Sono conservate, controllate e riprodotte come colture stock presso industrie specializzate e distribuite sotto varie forme ai caseifici, presso i quali subiscono le ultime fasi della riproduzione, in condizioni asettiche, utilizzando substrati a base di latte o siero.

LA MATURAZIONE Con il processo di maturazione avvengono una serie di fenomeni fisici, chimici e microbiologici che conferiscono al prodotto caratteristiche proprie. Infatti nel corso della maturazione avvengono processi di fermentazione del lattosio (e di altri zuccheri); reazioni di proteolisi e di lipolisi Questi processi e reazioni sono catalizzati da enzimi prodotti da batteri lattici; flore microbiche miste, non lattiche, caglio e naturalmente dallo stesso latte. Nei formaggi variamente stagionati possono insorgere alterazioni di origine microbica responsabili di gonfiore precoce o semi-precoce tipico dei formaggi a pasta dura cotti. I principali germi sono microrganismi alteranti gasogeni come Enterobatteri, coliformi e batteri lattici eterofermentanti (per produzione di anidride carbonica e/o idrogeno), ceppi selvaggi da latte crudo (Leuconostoc sp., Lactobacillus multaromaticus, Lb. bifermentans) o ceppi starter mal scelti o inquinati (ad es. Leuconostoc mesenteroides). Nei formaggi a pasta dura cotti il gonfiore tardivo può essere causato dai germi del genere Clostridium e Propionibacterium mentre nei formaggi variamente stagionati variazioni nel sapore come amarore, sapore fruttato, metallico sono soprattutto conseguenza della microflora psicrotrofa del latte crudo (Pseudomonas, Aeromonas, Flavobacterium, Acinetobacter) in grado di produrre proteasi extracellulari, termoresistenti a pastorizzazione e a trattamento UHT, che determinano le modificazioni di sapore. L amarore invece solitamente è dovuto alla produzione di peptidi amari da parte di enzimi proteolitici prodotti da microrganismi presenti nel caglio tra cui Lactobacillus, Lactococcus, Enterococcus, ma anche Bacillus (compreso, a volte, Bacillus cereus). E quindi importante conoscere i vari microrganismi ovvero identificare e valutarne le numerose attività enzimatiche e studiare nuovi innesti, con batteri selezionati, particolarmente adatti ad ogni tipo di lavorazione garantendo nel contempo il mantenimento della tipicità dei formaggi. Da un punto di vista microbiologico il latte e i prodotti caseari che ne derivano costituiscono un esempio di scienza applicata all ecologia degli alimenti rafforzata dalla stretta interdipendenza tra la qualità della materia prima e la qualità del prodotto finale. Bibliografia Alais Ch. Scienza del Latte. Ed. Tecniche nuove, Milano Arques J. L., Garde S., Gaya P., Medina M., Nunez M., 2006. Short Communication: Inactivation of Microbial Contaminants in Raw Milk La Serena Cheese by High-Pressure Treatments. J. Dairy Sci. 89: 888-891 Buyong, Nurliza, Kok, Jan, Luchansky, John B., 1998. Use of a Genetically Enhanced, Pediocin-Producing Starter Culture, Lactococcus lactis subsp. lactis MM217, To Control Listeria monocytogenes in Cheddar Cheese. Appl. Environ. Microbiol. 64: 4842-4845 Caldwell SL, Mc Mahon DJ, Oberg CJ, Broadbent JR., 1996. Development and Characterization of Lactose-Positive Pediococcus Species for Milk Fermentation. Appl. Environ. Microbiol. 62: 936-941 Corgiat Loia G. Microbiologia dei formaggi, Regione Piemonte - Settore Vigilanza e controllo degli alimenti di origine animale. http://www.regione.piemonte.it Corradini C., 1995. Chimica e tecnologia del latte, Ed. Tecniche Nuove, Milano Di Cagno R., De Angelis M., Limitone A., Fox P. F., Gobbetti M., 2006. Response of Lactobacillus helveticus PR4 to Heat Stress during Propagation in Cheese Whey with a Gradient of Decreasing Temperatures. Appl. Environ. Microbiol. 72: 4503-4514 Rodriguez E., Arques J. L., Nunez M., Gaya P., Medina M., 2005. Combined Effect of High- Pressure Treatments and Bacteriocin-Producing Lactic Acid Bacteria on Inactivation of Escherichia coli O157:H7 in Raw-Milk Cheese. Appl. Environ. Microbiol. 71: 3399-3404; Salvadori del Prato O., 2001. I Minicaseifici aziendali, Calderini Edagricole Speck M. L., Koburger J. A., 1962. Activation of Dry Starter Cultures in Milk, Appl. Environ. Microbiol. 10: 496-499 Teuber M., 1986. Starter coltures: fundamental aspects. Milk the vital force. FIL-IDF, XXII Int. Dairy Congr., The Hague, September 29-October 3, 75. Walsh B., Cogan T. M., 1973. Diacetyl, Acetoin, and Acetaldehyde Production by Mixed- Species Lactic Starter Cultures, Appl. Environ. Microbiol. 26: 820-825