II. Il tasso d interesse



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II. Il tasso d interesse Alta e bassa preferenza temporale Nella lezione precedente abbiamo introdotto la categoria prasseologica della preferenza temporale, secondo la quale l attore economico, ceteris paribus, preferisce i beni presenti ai beni futuri. Definendola alternativamente, tale legge dice che un essere umano è disposto a posporre nel tempo il godimento di fini presenti solo se in cambio può raggiungere fini futuri di valore soggettivo superiore. Questa categoria si trova definita nella mente d ogni essere umano. Tuttavia, dal punto di vista soggettivo, l intensità con la quale si preferiscono, a parità di circostanze, beni presenti a beni futuri, cambia molto da persona a persona. Inoltre, nel mercato, questa differente valutazione soggettiva si verifica anche all interno di uno stesso essere umano in momenti diversi, in dipendenza delle sue circostanze personali. La presenza di queste differenti valutazioni fa sorgere nel processo di mercato molteplici occasioni di guadagno che possono essere scoperte imprenditorialmente e che permettono di concludere scambi monetari che risulteranno redditizi per entrambe le parti contraenti. Immaginiamo il proprietario di una piccola attività artigianale che si configura come una cooperativa, nella quale egli è al tempo stesso capitalista, imprenditore e unico lavoratore. Tale attore economico ha deciso di intraprendere un processo produttivo di un anno, al termine del quale valuta di poter vendere i beni prodotti per un totale di 10.000 euro. Supponiamo che quest attore economico abbia un altissima preferenza temporale, vale a dire che ha una grande urgenza di conseguire fini prossimi nel tempo, in conseguenza della quale un fine futuro deve avere per lui un valore altissimo perché possa essere interessante. Secondo il suo tasso di valutazione soggettivo, i 10.000 euro fra un anno valgono ad esempio l equivalente di 8000 d oggi (vale a dire un tasso del 25%). Diamo ora entrata ad un secondo attore economico che ha un tasso di valutazione soggettivo più contenuto, vale a dire una preferenza temporale più bassa, che lo porta a stimare il valore attualizzato ad oggi dell attività artigianale a 9000 euro (vale a dire un tasso dell 11%). Immediatamente sorge un opportunità di guadagno. Il secondo attore si rende conto che potrebbe proporsi per l acquisto dell attività per 9000 euro e il primo, valutando soggettivamente che il valore attualizzato ad oggi dell attività è 8000, reputerà conveniente alienare la sua cooperativa e trasformarsi in un dipendente dell impresa. A contratto firmato avranno guadagnato entrambi, ognuno in relazione alla preferenza temporale (alta il primo, bassa il secondo) che avevano al momento della stima. Il Tasso d interesse Il prezzo di beni presenti in relazione a beni futuri si determina come il prezzo di ogni altro bene che si scambia sul mercato, secondo la legge illustrata da Böhm-Bawerk 1. La presenza di differenti gradi di intensità psichica di preferenza temporale fa sorgere nel mercato occasioni di guadagno multiple che daranno luogo ad un processo di competenza bilaterale fra compratori e venditori, per la determinazione del prezzo a cui effettuare lo scambio 2. In concorrenza bilaterale, dove i tassi individuali di preferenza temporale di compratori e venditori s incontrano, il prezzo di mercato dei beni presenti in relazione ai beni futuri viene fissato dalle valutazioni soggettive della coppia marginale e viene denominato tasso d interesse. 1 Anche Rothbard, in Man, Economy and State, riproduce lo stesso schema di concorrenza bilaterale utilizzato da Böhm-Bawerk. 2 Legge basica per la determinazione del prezzo è stata magistralmente illustrata da Böhm-Bawerk, che individua quattro scenari distinti: scambio isolato, concorrenza unilaterale fra compratori (asta), concorrenza unilaterale fra venditori (reverse auction) e concorrenza bilaterale. Eugen von Böhm-Bawerk, Kapital und Kapitalzins, vol. II, libro III, parte B. Edizione inglese: Capital and Interest, Liberty Press, 1959. Prodotto da Liberanimus.org Pag. 1/6

In questo mercato del tempo, i venditori di beni presenti sono coloro che precedentemente avevano risparmiato e quindi possono offrire una parte del reddito non consumato. In poche parole, i venditori sono i risparmiatori, vale a dire i capitalisti, e rappresentano gli agenti con una bassa preferenza temporale. I compratori di beni presenti, invece, sono tutti coloro che domandano beni o servizi immediati (che di conseguenza hanno una alta preferenza temporale) e principalmente si materializzano nei lavoratori dipendenti. Nel mercato non si proibisce ad alcun lavoratore di trasformarsi in lavoratore autonomo, esponendosi così all incertezza di un reddito che riceveranno se condurranno correttamente le loro valutazioni imprenditoriali. Tuttavia l esperienza dimostra che la maggioranza dei lavoratori non è disposta a preferire fini futuri in cambio della soddisfazione di fini presenti, perciò preferiscono che gli sia anticipato il frutto del loro lavoro dall imprenditore, che a sua volta ha ricevuto i finanziamenti necessari del capitalista. Esistono, senza dubbio, persone che istituiscono una cooperativa, incorporandosi in questo modo allo stesso tempo come lavoratori, imprenditori e capitalisti, ma la maggior parte dei lavoratori preferisce il rapporto dipendente. Nella categoria dei venditori di beni presenti si situano anche i proprietari delle risorse naturali o proprietari di beni capitali. Il mercato del tempo non è costituito solamente dal mercato dei prestiti. Il mercato del tempo estremamente più importante per un economia di mercato è quello costituito da tutta la struttura produttiva della società, nella quale i risparmiatori continuamente rinunciano al consumo immediato e offrono beni presenti ai proprietari dei fattori originari di produzione (lavoratori e proprietari delle risorse naturali) in cambio di alienare la proprietà del prodotto finale. Dal punto di vista giuridico, il contratto di vendita di beni presenti per beni futuri si plasma in differenti forme: i. cooperativa: uno stesso agente economico si configura allo stesso tempo come capitalista e come lavoratore, assumendo la proprietà del processo di produzione e ottenendo la totalità del valore del prodotto finale. Come abbiamo detto, a nessun lavoratore, nel mercato, si proibisce di seguire tale corso d azione. ii. Lavoratore dipendente: la maggioranza dei lavoratori ha un alta preferenza temporale, perciò preferisce non essere soggetta all attesa della terminazione del processo produttivo e, di conseguenza, opta per accettare un anticipazione del valore del prodotto finale futuro. Si tratta certamente del tipo di contratto più importante, in termini di volume. iii. Contratto di credito o di prestito: il mercato dei prestiti a corto 3, medio 4 e lungo 5 rappresenta solo un sottoinsieme comparativamente molto più piccolo di un mercato più generale che è il mercato del tempo. L immensa maggioranza del mercato del tempo è costituito dalla struttura produttiva, nella quale milioni e milioni di risparmiatori anticipano continuamente ai lavoratori beni presenti, in cambio di ottenere la proprietà del prodotto finale di quello che producono. Esiste un tasso d interesse che si determina nel mercato della struttura produttiva, che si differenzia da quello che si stabilisce nei tre tipi di mercato dei prestiti che abbiamo menzionato. Di fatto, si potrebbe concepire una società senza il mercato dei prestiti, nella quale tutte le transazioni che contemplano beni presenti per beni futuri si effettuano direttamente nella struttura produttiva, tramite l autofianziamento delle imprese che reinvestono una parte dei loro utili. Componenti del tasso d interesse Il mercato del prestito è utile perché permette di identificare visivamente il tasso d interesse. La stessa cosa non succede nel mercato del tempo della struttura produttiva, nel quale il tasso d interesse non è direttamente osservabile, essendo indistinguibilmente mescolata con altri 3 Mercato monetario (money market): lettere di cambio, titoli a breve emessi da imprese, pagherò di imprese e o bancari, etc. 4 Da uno a tre anni: obbligazioni o titoli dello stato, prestiti di casse di risparmio, etc. 5 Mercato dei capitali: contempla prestiti fino a 20, 30 o 40 anni. Ad esempio l emissione di obbligazioni da parte di imprese, etc. Prodotto da Liberanimus.org Pag. 2/6

componenti. Gli unici tassi d interesse osservabili sono i tassi lordi del mercato creditizio e sono composti di tre componenti: 1. Tasso d interesse originario o tasso d interesse naturale Corrisponde al tasso sociale di preferenza temporale, tale come l abbiamo definito, e nel mercato viene stabilito delle valutazioni soggettive della coppia marginale. 2. Premio di rischio E importante non confondere la nozione di rischio con il concetto d incertezza. Il primo appartiene al mondo naturale mentre il secondo deriva dall azione umana e quindi si riferisce all atto imprenditoriale. Il rischio si riferisce ad una classe di fenomeni, all interno della quale ignoriamo totalmente il comportamento individuale degli elementi la compongono. Ad esempio, se lanciamo 1000 volte una moneta, otterremo più o meno 500 volte testa e 500 volte croce. In altre parole conosciamo il comportamento della classe, ma non possiamo assolutamente prevedere, all effettuare un solo tiro, il risultato che otterremo. La maniera con cui articoliamo quest incertezza è affermando che esiste una probabilità del 50% che esca testa e 50% che risulti croce. Altro esempio: sappiamo che il tasso di mortalità delle persone di 40 anni è di 3 ogni 1000, una classe di fenomeni che si compie, putroppo, con precisissima regolarità. Questo non significa che se consideriamo un insieme di 1000 quarantenni, saremo in grado di identificare esattamente quali di questi verranno a mancare. In sostanza, conosciamo il comportamento di una classe di fenomeni, ma non il comportamento dei suoi elementi individuali. La stessa cosa accade nel contratto di prestito. I prestatori sono imprenditori che in una determinata maniera possono discriminare il rischio relativo ai loro clienti determinando statisticamente la percentuale di questi che risulteranno morosi. Come dice Mises, il rischio definito in questa maniera è tecnicamente assicurabile, in questo modo i prestatori possono assicurarsi davanti a tale rischio diluendo su tutti i contratti di prestito che realizzano (dato che, ex ante, non possono conoscere l identità di chi non potrà fare fronte alle sue obbligazioni) una componente aggiuntiva che permette di farvi fronte. Il premio di rischio rappresenta appunto tale componente. 3. Premio per l inflazione (deflazione) attesa Nel mercato, possiamo interpretare ogni transazione che si realizza in concorrenza bilaterale nel modo contrario a quello convenzionalmente considerato. I venditori rappresentano compratori di denaro e il prezzo del denaro corrisponde al suo potere d acquisto. E possibile che, nel mercato del tempo, il valore della moneta oggi non corrisponda al valore della stessa quantità di moneta fra un anno. Basta pensare ad una società soggetta ad un processo inflazionario, dove aumenta continuamente la quantità di denaro in circolazione. All aumentare dell offerta di denaro, il suo potere d acquisto diminuisce. Nel caso d inflazione, si addiziona quindi una componente compensatoria positiva che tiene conto delle variazioni del potere d acquisto della moneta. Nel caso di società nelle quali si verifica un processo deflazionarlo, come ad esempio quella giapponese, il valore della moneta aumenta e quindi questa componente sarà negativa. Per articolare visivamente con un esempio, vediamo come potrebbe risultare il tasso d interesse lordo di mercato nei due casi: in presenza di inflazione e di deflazione: Inflazione (Europa) Deflazione (Giappone) 1. tasso d interesse originario 2% 2% 2. premio di rischio 1% 1% 3. premio per l inflazione (deflazione) 2% -0,5% Totale 5% 2,5% Prodotto da Liberanimus.org Pag. 3/6

Benefico contabile, beneficio imprenditoriale puro e tasso d interesse Il tasso d interesse lordo di mercato è una grandezza osservabile. Esiste solamente un altro elemento osservabile nel grande insieme del mercato dei beni: il beneficio contabile lordo che ottiene un impresa che opera nella struttura produttiva. L unica misura obbiettiva che possiamo ottenere deriva dall osservazione del Conto Profitti e Perdite (Net Income) di ogni impresa concreta corrispondente ad ogni tappa del processo di produzione. Il beneficio contabile è il risultato finale dell esercizio dell impresa ed è composto da due componenti: l interesse lordo di mercato più (o meno) il beneficio (o la perdita) imprenditoriale pura. La seconda sorge grazie all innata capacità creativa dell essere umano che, rendendosi conto di una opportunità di guadagno, ne approfitta. Esiste una tendenza nel mercato affinché benefici e perdite imprenditoriali puri si annullino. Se la società raggiungesse lo stato finale di risposo, dove tutte le opportunità di guadagno e gli squilibri sociali che esse sottendono sono stati risolti, tutti i benefici imprenditoriali scomparirebbero. All azzerarsi questa componente, il Conto Profitti e Perdite delle imprese andrebbe a coincidere con il tasso d interesse di mercato. Molti economisti parlano erroneamente di un presunto tasso di beneficio imprenditoriale, ma non esiste nulla del genere. Quello che abbiamo certamente è un tasso d interesse al quale i benefici contabili tenderebbero una volta che i benefici imprenditoriali puri fossero esauriti. Tuttavia i benefici contabili non coincideranno mai con il tasso d interesse, perché il processo imprenditoriale non si esaurisce mai. Non esiste uno stato in cui tutti gli squilibri sociali sono stati coordinati e le opportunità di guadagno esaurite, perché il processo imprenditoriale, quando coordina uno squilibrio sociale, genera simultaneamente nuova informazione che suggerisce ad altri attori nuovi corsi d azione e da luogo a nuovi squilibri, in un processo espansivo senza limite (big bang sociale). L equilibrio non si raggiunge mai, il processo imprenditoriale non si esaurisce mai, perciò i benefici imprenditoriali puri non sono nulli nel computo dei benefici contabili. Per questa ragione, l unica grandezza osservabile all interno del mercato del tempo costituito dalla struttura produttiva è il tasso d interesse lordo di mercato. Dobbiamo stare in guardia davanti a quelli economisti che parlano di un tasso di beneficio imprenditoriale che tende al tasso d interesse di mercato nel caso si raggiunga l equilibrio. Si tratta di un grande errore intellettuale perché tale tasso di beneficio imprenditoriale non è osservabile. In Profit, Interest and Investment, Hayek sviluppa la teoria del ciclo spiegando come il tasso di beneficio imprenditoriale tenda ad approssimarsi al tasso d interesse. Si sta riferendo al tasso d interesse del mercato creditizio manipolato dai governi e a come questo affetta il tasso di beneficio imprenditoriale nella struttura produttiva. Si tratta di un imprecisione, perché i benefici non si possono condensare in un tasso unico o nel tasso d interesse. Può accadere che un impresa mostri un beneficio contabile e allo stesso tempo stia incorrendo in gravi perdite imprenditoriali. Supponiamo che un impresa abbia investito un capitale di 1000 milioni di euro. Supponiamo inoltre che il tasso d interesse lordo di mercato sia il 5%, che vale a dire che se si fossero investiti quei 1000 milioni di euro nel mercato creditizio, si avrebbe ottenuto un beneficio di 50.000 euro. Supponiamo infine che il beneficio contabile ottenuto dall impresa sia di 25.000. Chiaramente, nonostante abbia conseguito un beneficio contabile positivo, l impresa sta incorrendo in una grave predita imprenditoriale. Più in generale, tutte le imprese il cui beneficio contabile sia inferiore al tasso d interesse lordo del mercato creditizio (relativo al particolare settore cui appartiene un impresa), stanno conseguendo perdite imprenditoriali, perché il beneficio contabile non raggiunge il compente implicito del tasso d interesse lordo di mercato applicato alle risorse investite dai capitalisti che hanno finanziato l impresa. L interesse come prezzo di mercato Contrariamente a ciò che s insegna nella maggioranza dei libri di testo, il prezzo non è la variabile indipendente, ma costituisce la variabile dipendente. A livello temporale, nel processo Prodotto da Liberanimus.org Pag. 4/6

sociale di compravendita, l azione umana, che imprenditorialmente scopre opportunità di guadagno, è quella che avvia il processo di mercato che si materializza, nella fase finale, nel prezzo di mercato. Gli economisti neoclassici inondano i libri di testo con una posizione diametralmente opposta. Adottando la posizione del piccolo commerciante inglese, homo economicus del secolo XIX, pensano che la viabile indipendente sia il prezzo e sostengono che se il prezzo sale, la domanda diminuisce e, viceversa, che se il prezzo diminuisce la domanda aumenta. Il piccolo commerciante inglese riduceva l asking price in modo da poter vendere di più, ma gli economisti moderni sanno benissimo che non esiste una relazione inversa fra prezzo e quantità domandata. La curva chiama domanda marshalliana è completamente falsa perché stabilisce una relazione inversa fra prezzo e quantità che non ha riscontro con la realtà. Noi non dobbiamo analizzare il processo sociale non dal punto di vista del piccolo commerciante inglese ma dal punto di un economista, che analizza dall alto il processo sociale. Nella relazione genetico causale fra prezzo e quantità, il prezzo è il risultato ultimo del processo di intercambio e per questo rappresenta la variabile dipendente e non quella indipendente. Se aumenta il desiderio soggettivo per un determinato bene, aumenta la domanda e di conseguenza il prezzo, a parità di circostanze, tenderà a salire. Di conseguenza la relazione non è inversa ma diretta. Inoltre, dal punto di vista economico, non c e differenza fra domanda e offerta perché rappresentano le due facce della stessa moneta. Dire domandiamo di più equivale a dire che offriamo meno. Ad un prezzo alto corrisponde una forte domanda o, guardando all altra faccia della moneta, un offerta modesta. Viceversa, un prezzo basso suggerisce la presenza di una bassa domanda, o di una offerta alta. Un prezzo basso non comporta una maggiore domanda, significa che esiste, a parità di circostanze, poca domanda. Con il tasso d interesse accade la stessa cosa. Quanto maggiore è il risparmio, vale a dire quanto maggiore è l offerta, il prezzo dei beni presenti in relazione con i beni futuri sarà più basso. Di conseguenza, in un mercato esente da intervenzione governativa, un tasso d interesse molto ridotto indica che esiste un alto tasso di risparmio. Al contrario, tassi d interesse molto alti indicano, a parità di circostanze, che si risparmia poco. Manipolazione del tasso d interesse Il tasso d interesse indica all imprenditore se è appropriato o meno intraprendere processi di produzione più lunghi. Abbiamo detto che un alto tasso di risparmio da luogo ad un basso tasso d interesse. Questo indica agli imprenditori che possono e devono allungare nel tempo la culminazione dei processi produttivi, che devono posporre ad un futuro più lontano la maturazione del processo produttivo. L imprenditore ha sempre in mente un numero di progetti d investimento tentativi, consistenti nell avviare tappe più lunghe del processo produttivo nell ipotesi che saranno più produttive 6. Ciò che li detiene dall intraprendere questi progetti è la valutazione comparativa che eseguono fra il beneficio imprenditoriale che essi permetterebbero di ottenere e il tasso d interesse dei finanziamenti necessari per avviarli. Se il tasso d interesse è al 5% e l imprenditore visualizza un progetto che gli renderà il 4%, evidentemente non lo avvierà perché questo comporterebbe una perdita imprenditoriale. Il tasso d interesse quindi è un prezzo di mercato chiave. Supponiamo ora che di colpo la gente decide di aumentare il risparmio. Di conseguenza il tasso d interesse scende (ad esempio al 3%) indicando a tutti quegli imprenditori che ora possono intraprendere quei progetti che prima non giudicavano profittevoli. Di conseguenza gli imprenditori si lanciano in nuovi progetti perché esiste risparmio reale nella società. Se, viceversa, la gente improvvisamente decide di risparmiare meno, allora il tasso d interesse aumenterà, cancellando la profittabilità di quei progetti che in precedenza apparivano produrre un beneficio imprenditoriale. Molti imprenditori saranno costretti a chiudere e liquidare i progetti che avevano avviato, perché non esistono risorse reali per mantenere tutti i lavoratori impegnati nell impresa, che ora si trova 6 Se così non fosse, in base alla preferenza temporale, non contemplerebbero l ipotesi di questi progetti. Prodotto da Liberanimus.org Pag. 5/6

lontana dalla fase del consumo. Avevamo visto lo stesso effetto illustrando la necessità di coordinamento intertemporale fra risparmio e investimenti. Il tasso d interesse di mercato è precisamente l elemento che consente questo coordinamento intertemporale. Il tasso d interesse è continuamente oggetto di una grande varietà di manipolazioni esterne, fino al punto che oggi non possiamo affermare quale sia il tasso d interesse di mercato. Questo produce conseguenze tragiche nella società di libero mercato. Le banche centrali, in particolare, decidono arbitrariamente il valore del tasso d interesse. Tanti piccoli ingegneri sociali pretendono risolvere i problemi di disoccupazione e di sottosviluppo forzando un aumento degli investimenti. Per questa ragione sollecitano una diminuzione del tasso d interesse affinché gli imprenditori investano. Come abbiamo detto, il tasso d interesse non è la variabile indipendente, è la variabile dipendente. Inoltre abbiamo visto nel capitolo 4 7 che la banca a riserva frazionaria, grazie ai privilegi che gli sono concessi dai governanti, è capace di aumentare il denaro in circolazione creandolo dal nulla (cioè senza la copertura di risparmio) attraverso un processo di espansione creditizia, vale a dire prestando a tasso d interesse più basso. Il sistema bancario è un sistema piramidale composto da banche private che godono di un privilegio concesso dal legislatore che altera il tasso d interesse. La conseguenza dell alterazione artificiale del tasso d interesse è la creazione di un gravissimo scoodinamento, nel quale gli imprenditori, seguendo questo segnale, si lanciano ad investire in maniera sfuocata mentre che gli altri agenti economici seguono consumando allo stesso ritmo di prima, senza aumentare il risparmio. Ad esempio, durante i felici anni 90, negli Stati Uniti, si registrava un tasso d investimenti del 10% e un tasso di risparmio dello 0%. Un processo di scoordinamento intertemporale gravissimo che si materializzò in una grande bolla speculativa finanziaria, poi in una crisi finanziaria che infine si trasmise all economia reale. Non è possibile manipolare il tasso d interesse per allungare il processo produttivo se non esiste previamente una quota di risparmio che possa giustificare, in forma sostenibile, la rimodulazione della struttura di produzione. 7 Jesus Huerta de Soto, Dinero, credito bancario y ciclos economicos, Union Editorial, 2002. Prodotto da Liberanimus.org Pag. 6/6