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Transcript:

Parte Prima L Unione Europea 1 Che cos è e come nacque la CECA? Il 18 aprile 1951 a Parigi i sei paesi aderenti firmarono il Trattato istitutivo della Comunità europea del Carbone e dell Acciaio (CECA); firmarono altresì un protocollo sui privilegi e le immunità della Comunità, un protocollo sullo statuto della Corte di giustizia ed un protocollo sulle relazioni con il Consiglio d Europa. Il trattato entrò in vigore il 23 luglio 1952; essendo stato firmato per un periodo di 50 anni è scaduto il 23 luglio 2002 e non è stato più rinnovato (le competenze della CECA sono state nel frattempo assorbite dalla Comunità europea oggi Unione europea). Vennero in tal modo gettate le basi dell Europa comunitaria, intesa come aggregazione associativa tra Stati con possibilità di espansione, di potenziamento, di stabilizzazione e, nel tempo, di integrazione con vincoli sempre più stretti. La CECA rappresentava non solo la prima reazione concreta alle forze disintegratrici scatenate dalla guerra, ma anche la prima ricerca del benessere del singolo Stato nazionale nello sviluppo della Comunità europea nonché una embrionale reazione alle politiche di rigido isolamento. Questa organizzazione faceva sì che ciascuno degli Stati aderenti abdicasse alla propria sovranità in un settore limitato (quello carbo-siderurgico), conservando inalterate le proprie prerogative in altri settori. Di qui la sua configurazione come struttura sovranazionale e non già internazionale, dotata di poteri propri e di una propria Assemblea munita di poteri consultivi e di controllo politico.

8 Parte Prima 2 Che cosa prevedevano i Trattati CEE e EURA- TOM? In occasione della Conferenza di Messina (1 giugno 1955) in cui i ministri degli esteri dei paesi membri della CECA ebbero un incontro, furono delineate le tappe del processo d integrazione europea, partendo da una base costituita da due settori che si consideravano interdipendenti, quello del mercato comune e quello dell energia nucleare. Si abbandonò la precedente politica d integrazione europea per settori (cui restava fedele soltanto la Francia) e si cominciò ad operare in vista della cd. integrazione orizzontale, cioè l unione economica dell Europa nel suo insieme da realizzare mediante la creazione di un mercato comune in cui avrebbero avuto libera circolazione i vari fattori della produzione (lavoro, capitali, merci e servizi). Il 30 maggio 1956 i ministri degli esteri dei sei paesi membri della CECA si riunirono a Venezia per negoziare veri e propri trattati: si proponeva l istituzione di una Comunità economica europea (CEE) e di una Comunità europea per l energia atomica (CEEA/Euratom). I negoziati si protrassero fino al febbraio del 1957 (Conferenze di Bruxelles e Parigi) e, finalmente, il 25 marzo dello stesso anno si giunse alla firma a Roma dei Trattati istitutivi della CEE e dell Euratom; i due trattati entrarono in vigore il 1 gennaio 1958. I Trattati CEE ed Euratom gettavano le basi per la creazione di un unione doganale, che implica anche l adozione di una tariffa doganale comune nei confronti dei paesi terzi. L obiettivo dell instaurazione dell unione doganale fu raggiunto nel 1968 allorché fu fissata una tariffa doganale comune (TDC); dopo questa data tutti gli sforzi dei paesi membri furono indirizzati alla realizzazione di una unione economica, cioè di uno spazio interno in cui fosse assicurata la piena libertà di circolazione delle merci, dei servizi, dei capitali e delle persone, nonché il perseguimento di politiche economiche comuni. 3 Qual è la differenza tra un area di libero scambio e un unione doganale L area di libero scambio implica l abolizione dei dazi doganali interni e la soppressione di qualunque limitazione all importazione e all espor-

L Unione Europea tazione dei prodotti tra gli Stati membri, l unione doganale, implica anche l adozione di una tariffa doganale comune nei confronti dei paesi terzi, in aggiunta alle misure prima citate. 4 Quali motivi spinsero la Francia ad adottare la cosiddetta politica della sedia vuota? Una grave crisi scoppiò nel 1965 allorché la Commissione presentò una proposta per il finanziamento della politica agricola per gli anni successivi. La diffidenza verso un eccessivo rafforzamento dei poteri della Commissione e del Parlamento, unitamente al timore che il voto a maggioranza potesse portare all approvazione di misure non gradite, indussero la Francia a disertare i lavori della Comunità per ben sette mesi (dal giugno 1965 al gennaio 1966). Veniva così inaugurata quella che poi sarà definita la politica della sedia vuota, cioè l assenza e il boicottaggio delle sedute del Consiglio, con conseguente arresto dell attività della Comunità. 5 Quale rapporto sussiste tra l approvazione del Libro bianco sul completamento del mercato interno e l Atto unico europeo? Dopo la crisi mondiale che caratterizzò gli anni settanta ed il rallentamento del processo d integrazione comunitario che ne seguì, era unanimamente avvertita l esigenza di ridare nuovo slancio e vigore alla cooperazione europea. L impulso decisivo venne dalla Commissione presieduta da Delors, che nel giugno 1985 presentò un Libro bianco per il completamento del mercato interno. In questo documento venivano analizzati tutti gli ostacoli che si frapponevano ad una completa realizzazione dell unione economica tra gli Stati della Comunità e si avanzavano proposte volte a superare tali ostacoli. In particolare i tre obiettivi principali del programma erano: integrare i mercati nazionali della Comunità per trasformarli in un immenso mercato unico; 9

10 Parte Prima rendere questo mercato unico un mercato in espansione, estremamente dinamico; garantire la necessaria flessibilità, al fine di canalizzare al meglio le risorse umane, materiali e finanziarie verso i settori di utilizzazione ottimali I problemi e le soluzioni individuate nel Libro bianco, costituirono la base della Conferenza intergovernativa che si riunì a Lussemburgo il 9 settembre 1985 e nella quale furono predisposte le strategie per il rilancio del processo di integrazione europeo. I lavori della Conferenza, infatti, ebbero termine con l adozione dell Atto Unico europeo: il Trattato fu firmato da 9 dei 12 Stati membri, a Lussemburgo il 17 febbraio 1986 mentre Danimarca, Grecia e Italia procedettero alla firma soltanto il successivo 28 febbraio; è entrato in vigore il 1 luglio 1987 a seguito della ratifica dei Parlamenti degli Stati membri (in Italia con la L. 23 dicembre 1986, n. 909). L obiettivo più importante dell Atto Unico era la realizzazione, entro il 31 dicembre 1992, del mercato unico, cioè di uno spazio senza frontiere interne nel quale è assicurata la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali. 6 Che cosa ha comportato la realizzazione del mercato unico europeo? Il periodo che va dall entrata in vigore dell Atto Unico europeo alla data del 1 gennaio 1993, fissata per l avvio del mercato unico, è stato caratterizzato da una intensa attività per le istituzioni comunitarie. La necessità di procedere ad una completa armonizzazione delle diverse legislazioni degli Stati membri, al fine di eliminare tutte le barriere (fisiche, tecniche e fiscali) che si frapponevano al processo di integrazione, ha reso necessario un lungo e paziente lavoro da parte della Commissione. Nonostante le inevitabili difficoltà l obiettivo è stato comunque centrato e, a partire dal 1 gennaio 1993, tra i Paesi membri della Comunità europea sono caduti tutti gli ostacoli di natura burocratica e tariffaria che ostacolavano la circolazione dei beni e dei servizi. Preso atto dell imminente raggiungimento dell obiettivo 1993, le istituzioni comunitarie avviarono già dal 1988 i contatti che sarebbero sfo-

L Unione Europea ciati nella firma del Trattato di Maastricht, che ancora una volta sottolineava l ottica nella quale si muove il processo di integrazione della Comunità: periodicamente vengono fissate delle scadenze, raggiunte le quali, si passa ad una nuova fase di collaborazione e vengono delineati nuovi e più ambiziosi traguardi. Quello del Trattato di Maastricht ha portato ad una completa unione economica e monetaria. 7 Che cosa s intende con il riferimento alla struttura a pilastri del Trattato sull Unione europea del 1992? La struttura del Trattato, cosi come delineata nel testo, è tripolare ed è collocata in una dimensione nuova e più grande, denominata Unione europea della quale le Comunità diventano parti integranti. I tre pilastri che compongono il figurato tempio dell Unione sono: la dimensione comunitaria, disciplinata dalle disposizioni contenute nei Trattati istitutivi delle Comunità europee (cd. primo pilastro); la politica estera e di sicurezza comune (PESC) disciplinata dal titolo V del Trattato sull Unione europea (cd. secondo pilastro). Con il Trattato di Lisbona il secondo pilastro è eliminato e il titolo V articolato in due capi contiene «Disposizioni generali sull azione esterna dell Unione e disposizioni specifiche sulla politica estera e di sicurezza comune»; la cooperazione nei settori della giustizia e degli affari interni (CGAI) contemplata anch essa nel Trattato sull Unione europea, al titolo VI, divenuta, in seguito alle modifiche introdotte dal Trattato di Amsterdam, cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale (cd. terzo pilastro). Tale politica con il Trattato di Lisbona è assorbita e modificata nel Trattato CE (nella nuova denominazione di Trattato sul funzionamento dell Unione europea), il titolo VI del TUE viene quindi ad essere interamente abrogato. 11

12 Parte Prima 8 Qual era la differenza tra metodo comunitario e metodo intergovernativo? Con il cd. metodo comunitario, il ruolo dei governi nazionali era marginalizzato a favore delle istituzioni europee. I governi degli Stati membri, infatti, potevano intervenire soltanto nelle forme e secondo le procedure previste dai trattati, bilanciando il loro ruolo con quello delle altre istituzioni. Con il metodo intergovernativo, era attribuito tutto il potere decisionale agli Stati membri 9 Quali sono le più importanti novità introdotte dal Trattato di Amsterdam? Il Trattato di Amsterdam è stato ufficialmente firmato il 2 ottobre 1997 ed è entrato in vigore il 1 maggio 1999 (l Italia ha provveduto alla ratifica con L. 16-6-1998, n. 209). Per quel che riguarda l assetto istituzionale il Trattato di Amsterdam è intervenuto sui seguenti aspetti: il Parlamento europeo diventa un vero e proprio co-legislatore allo scopo di snellire il processo decisionale le ipotesi nelle quali il Consiglio vota a maggioranza qualificata (e non all unanimità) sono estese anche ad altri settori; allo scopo di snellire il processo decisionale, le ipotesi nelle quali il Consiglio vota a maggioranza (e non all unanimità) sono estese anche ad altri settori; il Presidente della Commissione assume un ruolo sempre più incisivo, come figura di guida e impulso dell operato dell istituzione. Nel settore della politica estera e di sicurezza comune furono introdotte le seguenti novità: adozione di strategie comuni per le azioni da intraprendere nell ambito della politica estera, fissando gli obiettivi, la durata e i mezzi che gli Stati membri devono mettere a disposizione per il perseguimento dell azione fissata; introduzione del principio dell astensione costruttiva, che può consentire una più efficace azione da parte degli Stati membri; le missioni umanitarie, di soccorso e di mantenimento della pace. Le più importanti novità del Trattato di Amsterdam sono state sicuramente quelle che hanno radicalmente trasformato il settore relativo alla cooperazione in materia di giustizia e affari interni, trasferen-

L Unione Europea do materie che in precedenza erano trattate esclusivamente in ambito intergovernativo nel primo pilastro e cioè nell ambito delle disposizioni contenute nei trattati (comunitarizzazione) (rilascio di visti, concessione di asilo, azione comune in materia di immigrazione, cooperazione doganale, cooperazione giudiziaria in materia civile e più in generale tutte le questioni attinenti alla libera circolazione delle persone). Nell ambito delle politiche, la novità rigurdava l impegno assunto per la promozione di un più alto livello occupazionale: nel Trattato istitutivo della Comunità europea era stato, infatti, aggiunto un nuovo titolo interamente dedicato alle problematiche occupazionali. 10 Qual era il principale obiettivo del Trattato di Nizza? Uno dei nodi irrisolti con l approvazione del Trattato di Amsterdam era il nuovo assetto istituzionale da dare all Unione europea in previsione del futuro allargamento. Il problema era quello di dotare le istituzioni di procedure decisionali più semplici ed efficaci. Proprio per dare una risposta a questi problemi il 14 febbraio 2000 fu convocata una conferenza intergovernativa, incaricata di elaborare una bozza di trattato contenente le necessarie modifiche istituzionali in vista dell allargamento dell Unione. I lavori si sono conclusi nel corso del Consiglio europeo del 7-9 dicembre 2000 e gli Stati membri hanno potuto ufficialmente procedere alla firma del Trattato di Nizza il 26 febbraio 2001 (entrato in vigore il 1 febbraio 2003). Il trattato apporta ai trattati preesistenti modifiche estremamente tecniche, ma indispensabili per delineare il nuovo equilibrio istituzionale dell Unione. A differenza dei precedenti trattati non fissa nessun obiettivo di ampio respiro. Tra le novità più significative introdotte dal trattato ricordiamo: la nuova ripartizione del numero dei rappresentanti degli Stati membri nelle istituzioni e negli organi comunitari; 13

14 Parte Prima l ampliamento dei poteri del Presidente della Commissione europea; una drastica riduzione dei casi in cui il Consiglio deve deliberare all unanimità; le modifiche all ordinamento giudiziario comunitario; l introduzione di una procedura di preavviso nel caso in cui siano constatate violazioni dei diritti fondamentali da parte di uno Stato membro. 11 Come si è sviluppato il processo di integrazione monetaria nell Unione? La realizzazione dell unione economica e monetaria rappresenta uno degli obiettivi più significativi del Trattato di Maastricht. Quest ultimo ha scandito il processo di integrazione monetaria attraverso fasi successive che sono culminate nell adozione di una moneta unica europea, l euro. Durante la prima fase, che ha avuto inizio il 1 luglio 1990 e si è conclusa nel 1993, è stato completamente liberalizzato il movimento dei capitali con la conseguente necessità di un maggiore coordinamento tra le politiche monetarie degli Stati membri, obiettivo principale della seconda fase. Dal 1 gennaio 1994 al 31 dicembre 1998, infatti, gli Stati membri hanno cercato di far convergere le loro economie attraverso il rispetto di quattro criteri stabiliti dal protocollo allegato al Trattato di Maastricht: inflazione, finanze pubbliche, tassi d interesse e moneta nazionale. Il controllo del rispetto dei parametri stabiliti dal trattato è stato affidato ad un istituto ad hoc, l IME, che il 25 marzo 1998 ha pubblicato un rapporto sullo stato di convergenza fra i Paesi dell Unione. Sulla base di questo documento, unitamente alla relazione della Commissione europea che ha raccomandato al Consiglio i Paesi che a suo giudizio hanno soddisfatto i criteri di convergenza, durante il vertice dei Capi di Stato e di governo tenutosi a Bruxelles dall 1 al 2 maggio 1998 sono stati scelti gli Stati che potevano adottare la moneta unica sin dall inizio della terza fase. Nella stessa sede si è proceduto anche alla nomina del Presidente della BCE e alla fissazione dei tassi di cambio bilaterali tra le monete degli Stati partecipanti. La terza fase dell UEM è iniziata il 1 gennaio 1999 con la fissazione dei tassi di cambio irrevocabili tra l euro e le valute partecipanti. Da quella data è partita una lunga fase di transizione che si è conclusa il 1 gennaio 2002 quando la nuova moneta unica è entrata materialmente in circolazione.

L Unione Europea 12 Che cosa è la Costituzione europea? Nel 2000 in concomitanza con il processo di allargamento, le istituzioni europee e gli Stati membri dell Unione avevano deciso di procedere all approvazione di un vero e proprio testo costituzionale. Il compito di preparare la bozza di tale testo era stato affidato ad un organismo ad hoc la «Convenzione sul futuro dell Europa» che nel 2003 presentò la bozza completa della Carta costituzionale europea firmata, definitivamente, a Roma il 29 ottobre del 2004. La Costituzione europea non è mai entrata in vigore a causa della Francia e dei Paesi Bassi i cui cittadini al momento della ratifica in ben due consultazioni referendarie, nel 2005, avevano espresso voto negativo. 13 Quali sono state le principali modifiche introdotte con il Trattato di Lisbona? Il 13 dicembre 2007 è stato firmato il Trattato di Lisbona che è entrato in vigore il 1 dicembre 2009, dopo un lungo e faticosissimo iter. Ci sono voluti due anni a partire dalla firma (13 dicembre 2007) di tale Trattato perché si completasse la farraginosa procedura delle ratifiche. Procedura terminata solo il 3 novembre 2009, a seguito della sentenza della Corte costituzionale della Repubblica Ceca che si pronunciò a favore della compatibilità del Trattato di riforma con la Carta costituzionale ceca. Il Trattato di Lisbona prevede la profonda modifica del Trattato istitutivo della Comunità europea del 1957 e del Trattato di Maastricht del 1992. I trattati restano due e con lo stesso valore giuridico il TUE e il TCE che ha assunto ora la nuova denominazione di Trattato sul funzionamento dell Unione europea TFUE ma il soggetto giuridico è uno solo: l Unione europea. In sostanza la Comunità europea è assorbita dall Unione europea e il termine Comunità è sostituito con quello di Unione. Il nuovo Trattato sull Unione europea (TUE) conserva la denominazione di Trattato sull Unione europea (o TUE) ed è suddiviso in 6 titoli: disposizioni comuni (titolo I), disposizioni relative ai 15

16 Parte Prima principi democratici (titolo II), disposizioni sulle istituzioni (titolo III), disposizioni su una cooperazione rafforzata (titolo IV), disposizioni generali sull azione esterna dell Unione e disposizioni specifiche sulla politica estera e di sicurezza comune (titolo V) e disposizioni finali (titolo VI). Le novità di maggior rilievo riguarderanno i primi tre titoli. Il primo accoglie un esplicito riferimento ai valori sui quali si fonda l Unione, una chiara ripartizione di competenze tra Unione e Stati membri e un definitivo richiamo ai diritti fondamentali dell uomo che l Unione si impegna a garantire e rispettare. Per quanto riguarda la Carta dei diritti fondamentali dell Unione europea, questo documento diventa giuridicamente vincolante per tutte le istituzioni europee anche se non è incorporato nei nuovi trattati, presentandosi, invece, come un testo separato, esplicitamente richiamato. Nel secondo titolo del TUE, invece, sono inseriti alcuni articoli relativi alla vita democratica dell Unione e, in particolare il principio dell uguaglianza giuridica dei cittadini, della democrazia rappresentativa, sulla democrazia partecipativa e il diritto di iniziativa dei cittadini e il ruolo dei Parlamenti nazionali nell ambito dell Unione. Nel terzo titolo, infine, trovano spazio tutte le principali norme che riguardano le istituzioni europee; particolarmente importante è il pieno coinvolgimento del Consiglio europeo al quale è attribuito uno specifico ruolo istituzionale. Quest organo, infatti, precedentemente non era una vera e propria istituzione europea, ma una semplice riunione dei Capi di Stato e di Governo anche se in quella sede erano prese le decisioni più importanti per il futuro dell Unione europea. Il Trattato sul funzionamento dell Unione europea (TFUE) ha un taglio più operativo e raccoglie tutte quelle disposizioni volte a regolare le competenze e a delimitare il campo d azione dell Unione. In particolare: sono aggiunti nuovi obiettivi (circa un trentina) che l Unione europea deve perseguire. Tra questi si ricordano: la pace, la piena occupazione, lo sviluppo sostenibile, la tutela della diversità culturale, la solidarietà, la coesione e la protezione dei cittadini; sono estesi i settori per i quali si potrà decidere con una votazione a maggioranza qualificata (e non all unanimità) rendendo in tal modo il processo decisionale più semplice;

L Unione Europea quasi tutti gli atti europei sono adottati con la procedura di codecisione (la nuova procedura legislativa ordinaria), che prevede un coinvolgimento a pieno titolo del Parlamento europeo; vi è una chiara distinzione tra atti legislativi europei e atti non legislativi; è introdotta una clausola di recesso dall Unione, per cui se uno Stato membro intende abbandonare l organizzazione potrà farlo liberamente seguendo una specifica procedura. 14 Cosa s intende per deficit democratico? Con questa espressione si faceva riferimento agli scarsi poteri attribuiti all istituzione che più direttamente era espressione del corpo elettorale, il Parlamento europeo, mentre maggiore era il peso delle altre istituzioni i cui membri sono nominati dagli Stati, la Commissione ed il Consiglio. Il dibattito su come colmare tale deficit di democraticità si è sviluppato soprattutto in seguito alla prima elezione a suffragio universale diretto del Parlamento nel 1979 ed è stato particolarmente acceso fino all approvazione prima del Trattato di Nizza nel 2001 (atto con il quale il Parlamento ha ottenuto un ampia legittimazione del suo ruolo affiancandosi a pieno titolo al Consiglio nell approvazione degli atti normativi comunitari) e poi con il Trattato di Lisbona. Nel corso del periodo indicato, infatti, le diverse riscritture dei trattati istitutivi hanno progressivamente attribuito maggiori poteri normativi al Parlamento, dapprima con l introduzione della procedura di cooperazione (Atto unico europeo) e successivamente con la generalizzata adozione della procedura di codecisione (Trattati di Maastricht, Amsterdam e Nizza). Un rafforzamento dei poteri del Parlamento si è avuto, da ultimo con il Trattato di Lisbona che ha esteso la procedura di codecisione a nuovi settori diventando la procedura legislativa ordinaria. Tuttavia rimangono alcuni settori dove il Parlamento svolge ancora una funzione consultiva. D altra parte il grado di democraticità dell Unione ha raggiunto un certo livello grazie all incidenza, introdotta dall ultimo Trattato, su una più ampia partecipazione al processo decisionale dei cittadini (cd. iniziativa popolare) e dei Parlamenti nazionali. 17

18 Parte Prima 15 Che cosa cambia nell architettura dei trattati con la riforma di Lisbona? Con la riforma introdotta dal Trattato di Lisbona viene a cadere la distinzione tra Comunità europea e Unione europea e si fa riferimento ad un unico ente: l Unione europea. La stessa, infatti, come recita l art. 1, par. 3 TUE sostituisce e succede alla Comunità europea e le viene attribuita personalità giuridica unica. Alla strutturazione unitaria di un unico soggetto giuridico, tuttavia, non corrisponde l impianto testuale così come disegnato a Lisbona dove i trattati continuano a essere due, integrati e modificati: il Trattato sull Unione europea e il Trattato sul funzionamento dell Unione europea sostitutivo del Trattato CE. I due trattati hanno lo stesso valore giuridico. Mentre il Trattato sull Unione europea diventa un Trattato base (legge fondamentale), contenente le norme essenziali che stabilisce i valori, i principi fondamentali e le competenze, l assetto istituzionale dell Unione, il Trattato sul funzionamento dell Unione europea diventa un trattato applicativo, fissa le regole di funzionamento delle istituzioni, dei suoi organi, disciplina il mercato interno e le politiche, definendone il quadro di riferimento. Ciò che rileva nel Trattato di Lisbona è il richiamo ai valori con cui il nuovo Trattato sull Unione europea apre il titolo I sulle disposizioni comuni. Valori fondamentali e comuni agli Stati membri e che figurano all art. 2 del TUE, anteposti per la prima volta agli obiettivi dell Unione europea: «...il rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini». È su tali valori che l Unione europea, servendo i suoi interessi, quelli dei suoi cittadini e dei suoi Stati membri, persegue i seguenti obiettivi: promuove la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli; offre ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne, in cui sia assicurata la libera circolazione delle persone insieme a misure appropriate;

L Unione Europea instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell Europa; combatte l esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore; promuove la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri; rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo; istituisce un unione economica e monetaria la cui moneta è l euro; nelle relazioni con il resto del mondo contribuisce alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della Terra, alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al commercio libero ed equo, all eliminazione della povertà e alla tutela dei diritti umani, in particolare dei diritti del minore, e alla rigorosa osservanza e allo sviluppo del diritto internazionale, in particolare al rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite. 19