1 IL RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA PREVENZIONE RIVOLTA ALLA POPOLAZIONE Dr. Pier Paolo Mazzucchelli Medico di Medicina Generale Dr. Pier Paolo Mazzucchelli
INFLUENZA: I SINTOMI In Italia, l influenza si manifesta nel periodo invernale (prevalentemente, tra dicembre e marzo) e si risolve nell arco di cinque-sette giorni, anche se tosse e malessere generale possono perdurare per due o più settimane. L influenza è contraddistinta da un repentino manifestarsi di sintomi generali e respiratori: febbre (della durata di circa tre giorni), che si manifesta bruscamente, accompagnata da brividi, dolori ossei e muscolari, mal di testa, grave malessere generale, mal di gola, raffreddore, tosse non catarrale e congiuntivite. La febbre è generalmente più elevata nelle infezioni provocate dai virus del tipo A mentre, in quelle causate da quelli del tipo B, si mantiene a livelli più bassi. Nei lattanti, in genere, la febbre non si manifesta ma si osservano vomito e diarrea. Anche negli anziani (oltre i 75 anni) la febbre rimane bassa, l insorgenza dei disturbi è graduale e comporta soprattutto debolezza, dolori articolari e stato confusionale. La diagnosi di influenza si basa comunemente sui sintomi clinici ma la certezza può essere raggiunta solo con l isolamento del virus influenzale che, però, non viene effettuata se non nell ambito di studi scientifici.
SFATATI I FALSI MITI SULL INFLUENZA Prevenzione e cura dell influenza: la Società Italiana di Medicina Generale sfata tutti i falsi miti
1.Èimportante mangiare in modo sano: FALSO 3.Quando fa freddo èimportante coprirsi bene: FALSO 2.La vitamina C aiuta a guarire: FALSO 4.Lavarsi le mani frequentemente previene il contagio: VERO 5.Evitare i luoghi affollati e gli ambienti comunitari è importante: VERO 6.Stare vicino a chi èmalato mette a rischio: VERO 7.L influenza non si può curare, quindi è inutile prendere medicine: FALSO 8.Quando si prende il raffreddore bisogna mettersi a letto per contrastare l influenza: FALSO 9.Chi dice di sentirsi a pezzi per un po di influenza esagera: FALSO 10.Gli anziani sono più a rischio: FALSO
PREVENZIONE PRIMARIA E PREVENZIONE SECONDARIA
PREVENZIONE PRIMARIA La Prevenzione Primaria ha il suo campo di azione sul soggetto supposto sano, o comunque non malato. Agendo su di esso si propone il fine di mantenere o reintegrare le condizioni di benessere e di evitare, comunque, la comparsa di malattie.
LIVELLI O FASI DELLA PREVENZIONE PRIMARIA La Prevenzione Primaria può considerarsi articolata nei seguenti quattro livelli di intervento: Potenziamento dei fattori utili alla salute. Allontanamento o correzione delle cause di malattia (o meglio dei fattori causali o di rischio). Selezione e trattamento delle condizioni di rischio. Accertamento diagnostico precoce e conseguente trattamento delle malattie in fase iniziale asintomatica.
PREVENZIONE SECONDARIA La Prevenzione Secondaria, attiene a un grado successivo rispetto alla prevenzione primaria, intervenendo su soggetti già ammalati, anche se in uno stadio iniziale. Rappresenta un intervento di secondo livello che mediante la diagnosi precoce di malattie, in fase asintomatica (programmi di screening) mira ad ottenere la guarigione o comunque limitarne la progressione. Consente l identificazione di una malattia o di una condizione di particolare rischio seguita da un immediato intervento terapeutico efficace, atto a interromperne o rallentarne il decorso.
Ma tutta sta roba cosa Vuol dire?
Indice di Charlson: Calcolato per assistito come somma degli indici assegnati alle relative patologie; utile per misurare la comorbidità e quindi il Casemix, validato in numerose esperienze, produce valori ben correlati con i dati di mortalità, morbilità e consumo di risorse sanitarie. Nel lavoro originale, l indice è costruito in base alla presenza nel singolo paziente di 19 patologie traccianti. In GPGNetwork viene utilizzato l'algoritmo adattato alla previsione di spesa delle malattie croniche nelle cure primarie(). Le patologie traccianti sono 23 ciascuna delle quali contribuisce allo score con un punteggio tra 1 e 6; la somma dei punteggi da malattie coesistenti viene poi anche ponderata per l età. Lo score grezzo varia da 0 a 42, mentre il Charlson age adjusted Index è compreso tra 0 a 48, con eccellente validità predittiva per un gran numero di outcome clinici in ambito oncologico, geriatrico e internistico. Nonostante l ampiezza del range, uno score > 5 è in genere espressione di importante impegno clinico. Nel lavoro originale di Charlson la validazione dello score su una casistica di pazienti neoplastici rivelava che uno score > 3 era associato ad una probabilità di sopravvivenza del 45% in 10 anni.
patologia Peso Patologia Peso Classi di età peso Infarto miocardio 1 DM senza complicanze 1 0-40 0 Insufficienza cardiaca Malattia vascolare periferica Malattie cerebrovascolari 1 depressione 1 41-50 1 1 DM con complicanze croniche 2 51-60 2 1 Emiplegia o paraplegia 2 61-70 3 demenza 1 Malattia renale 2 71-80 4 Malattie Respiratorie Croniche 1 Tumori linfomi o leucemie 2 81-90 5 Malattia reumatica 1 Ulcera della pelle 2 91 6 Ulcera peptica 1 Insufficienza epatica grave Insufficienza epatica lieve 1 metastasi 6 Uso di AVK 1 AIDS/HIV 6 Ipertensione 1 3
LEGGE 833/78 ARTICOLO 1 La Repubblica tutela la salute come fondamentalediritto dell individuo e interesse della collettività mediante il servizio sanitario nazionale. Il servizio sanitario nazionale è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza distinzione di condizioni individuali o sociali e secondo modalità che assicurino l eguaglianza dei cittadini.
LEGGE 833/78 ARTICOLO 2 Il conseguimento delle finalitàdi cui al precedente articolo è assicurato mediante: 1) la formazione di una moderna coscienza sanitaria sulla base di un adeguata educazione sanitaria del cittadino e delle comunità
LEGGE 833/78 ARTICOLO 14 Nell ambito delle proprie competenze, l unitàsanitaria locale provvede in particolare: a) all educazione sanitaria b). c).