L accelerazione di gravitá g - La caduta dei Gravi (Corpi)

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L accelerazione di ravitá - La caduta dei Gravi (Corpi) Francesco Zumbo www.francescozumbo.it http://it.eocities.com/zumbof/ Questi appunti voliono essere un ulteriore strumento didattico per li studenti. Idea che mi é venuta dopo essere stato a contatto con bambini e studenti affetti da Sclerosi Multipla, costretti a lunhe deenze presso il Reparto di Neuroloia dell Ospedale di Fidenza (Parma), Divisione Diretta da una Eccezionale persona, il Prof. Enrico Montanari a cui mia riconoscenza e stima andranno Sempre. A coloro che vorranno dare un piccolo contributo all Associazione Nazionale per la Lotta Contro la Sclerosi Multipla (sezione di Parma) un Grande Grazie!!! Conto Corrente Postale : 13 50 34 38 - Intestato a: AISM di Parma (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) di Parma - Indirizzo: Piazzale S. Sepolcro, 3-43100 Parma (PR) - Telefono : 0521-231251. Con la seuente Causale: + Matematica,- Sclerosi Multipla 1. GENERALITÁ La caduta dei ravi, nome dato da Galileo Galilei a questo movimento, é un caso particolare del moto rettilineo uniformemente accelerato. I ravi si muovono attratti verso il centro della terra con accelerazione costante di modulo = 9, 81m/sec 2 detta accelerazione di ravitá. Ció non é del tutto preciso, poiché il valore di varia da punto a punto della terra e a seconda di quanto siamo distanti dal centro di essa, cioé l accelerazione di ravitá varia in funzione delle coordinate sferiche del punto sulla terra (lonitudine,latitudine,altitudine). Quanto per fissare le idee, se si calcola sul Monte Bianco e si calcola a Reio Calabria, i due valori saranno diversi. Con buona approssimazione, per comprendere il fenomeno di caduta dei ravi possiamo considerare il valore di costante a 9, 81 m sec 2. 1

2 Fiura 1 2. L ACCELERAZIONE DI GRAVITÁ L accelerazione di ravitá é un vettore, quindi come tutti i vettori deve essere descritta secondo: il modulo, la direzione e verso. Il modulo di é di 9, 81 m sec 2 la direzione é quella della coniunente tra il corpo che cade e il centro della terra. il verso é orientato verso il centro della terra. Giá da tali sommarie descrizioni si capisce il perché un corpo che cade al polo sud, cade verso la terra e non va verso lo spazio, perché la direzione e il verso di sono orientati verso il centro della terra. 3. ALCUNE FORMULE FONDAMENTALI DEL MOTO RETTILINEO UNIFORMEMENTE ACCELERATO Sapendo che il seno + nelle seuenti formule é da mettersi se v i e a hanno lo stesso verso, mentre il seno se hanno verso opposto. Fisicamente sinifica che se il moto é rettilineo e uniformemente accelerato occorre il seno +, mentre se il moto é rettilineo e uniformemente decelerato occorre il seno. (3.1) v f = v i ± at

equazione che rappresenta il leame tra la velocitá finale e quella iniziale nel moto rettilineo uniformemente accelerato e 3 (3.2) S = v i t ± 1 2 at2 Lee oraria del moto rettilineo uniformemente accelerato. I simboli hanno il seuente sinificato e si misurano nelle seuenti unitá: v i, velocitá iniziale, si misura in m/sec o in Km/h v f, velocitá finale, si misura in m/sec o in Km/h a, accelerazione, si misura in m/sec 2 t, tempo, si misura in sec o in ore h S, spazio, si misura in m o in Km 4. LA CADUTA DEI GRAVI (CORPI) Le equazioni di tale moto, derivano dalle (3.1) e (3.2) sostituendo al valore della enerica accelerazione a quella dell accelerazione di ravitá (4.1) v f = v i ± t (4.2) S = v i t ± 1 2 t2 Nell equazioni (4.1) e (4.2) va considerato il seno + se l accelerazione di ravitá e la velocitá iniziale v i hanno lo stesso verso, cioé se sono entrambe orientate verso il centro della terra. Invece se l accelerazione di ravitá é orientata verso il centro della terra e la velocitá iniziale dalla parte opposta si considera in seno.

4 Voliamo adesso ricavare un equazione che coinvole lo spazio S, la velocitá e l accelerazione, ma Non il Tempo. Per semplicitá di notazione anziché lavorare con il ± lavoriamo con il +, ma la convenzione dei seni é sempre da applicare. Ricaviamo dalla (4.1) il tempo t. (4.3) v f v i = t (4.4) t = v f v i e lo sostituiamo nella (4.2) (4.5) S = v i ( v f v i Sviluppiamo i prodotti e il quadrato del binomio ) + 1 2 (v f v i ) 2 (4.6) S = v i v f v 2 i da cui + 1 2 (v2 f + v2 i 2v i v f 2 ) (4.7) S = v i v f v 2 i essendo 2 il m.c.m. si ha + v2 f + v2 i 2v i v f 2 (4.8) S = 2v iv f 2v 2 i + v 2 f + v2 i 2v i v f 2 raccoliendo per termini simili, si ottiene l importantissima equazione (4.9) S = v2 f v2 i 2 che coinvole: lo spazio S, la velocitá iniziale v i, la velocitá finale v f, e l accelerazione di ravitá, ma NoN il tempo t. Lo spazio é dato dal quadrato della velocitá finale vf 2 meno il quadrato di quella iniziale v 2 i diviso il doppio dell accelerazione di ravitá 2.

5 Dalla (4.9) possiamo ricavare un altra equazione molto sinificativa, calcolando. Allo scopo moltiplichiamo ambo i membri della (4.9) per 2. (4.10) 2S = v 2 f + v 2 i e dividiamo per 2S (4.11) = v2 f + v2 i 2S tale formula ci permette di calcolare il valore di conoscendo la velocitá iniziale, la velocitá finale e lo spazio percorso. Sempre dalla (4.9) ricaviamo la velocitá finale v f (4.12) v 2 f v 2 i = 2S (4.13) v 2 f = 2S + v 2 i (4.14) v f = 2S + v 2 i Tale importantissima equazione ci permette di calcolare la velocitá finale di un corpo che cade da una altezza S per effetto dell accelerazione di ravitá. Come caso particolare della (4.14) consideriamo un corpo che cade con velocitá iniziale nulla, v i = 0. La (4.14) diviene (4.15) v f = 2S Cioé la velocitá finale di un corpo che cade da un altezza S ed ha velocitá iniziale nulla é data dalla (4.15)