PRINCIPALI BARRIERE ALL EXPORT DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI IN PAESI TERZI

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PRINCIPALI BARRIERE ALL EXPORT DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI IN PAESI TERZI Embargo Russo: sarebbe opportuno avere aggiornamenti circa l embargo russo, i suoi effetti, le possibili strategie d intervento a sostegno dei settori colpiti e le previsioni per il futuro. Le relazioni commerciali esistenti con la Russia rimangono cruciali per molti settori dell agroalimentare italiano. In generale, l embargo ha determinato una forte ricaduta sulla redditività dei produttori, laddove la quasi totalità dei prodotti che venivano prima esportati in Russia (in primis ortofrutta, salumi, formaggi, in particolare DOP), si è riversata poi quasi esclusivamente sul mercato interno, andando di fatto a creare un eccesso di offerta che ha a sua volta determinato la contrazione dei prezzi e dunque una forte instabilità economica. Inoltre, la svalutazione della valuta nazionale russa, il rublo, perdendo valore nei confronti dell euro, ha determinato una contrazione anche di quei prodotti non direttamente colpiti dall embargo (come il vino). Lattiero caseario: in generale, si elencano di seguito le principali problematiche riscontrate in alcuni Paesi terzi: 1. Brasile: necessario conseguire la certificazione DIPOA, pratica autorizzativa complessa e della durata di 6-8 mesi necessaria per singola sotto-famiglia di prodotti; 2. India: necessaria dichiarazione sulla origine vegetale del caglio. Ciò non è compatibile con nostri cagli per DOP. 3. Cina: lieviti non consentiti nei formaggi 4. Corea del Sud: limiti microbiologici per i formaggi, prodotti a base di latte crudo non autorizzati. 5. Turchia: richiesta di pastorizzazione particolare per i formaggi 6. Colombia e Perù: lunghe procedure di autorizzazione Vitivinicolo: in generale, si registra l'esistenza di elevati dazi applicati ai vini importanti in tutti i mercati Asiatici. In particolare: 1. Thailandia: I nostri operatori rilevano l'esistenza di elevati dazi applicati ai vini importanti, differenziati per Paese d'origine del vino. Questo determina condizioni d'accesso diverse al mercato tailandese, con ripercussioni negative in termini di competitività delle nostre imprese. La differenziazione di trattamento esiste sicuramente per i vini europei rispetto ai vini provenienti dai principali concorrenti dell'ue, Cile, Australia, solo per fare qualche esempio. 2. Australia: rimane aperta la questione relativa al vino Prosecco. Sono opportuni aggiornamenti circa le possibili modalità d intervento relative all uso improprio del termine prosecco dalle produzioni australiane. Biologico: in generale, l aspetto più complesso per l export di prodotti biologici in Paesi Terzi concerne il mancato riconoscimento come equivalente del metodo comunitario di produzione biologico. Si segnala inoltre che l accordo di equivalenza tra UE (Reg. Biologico CE 834/2007) e USA (Reg.NOP National Organic Program), firmato nel febbraio 2012, non comprende il vino biologico,

che per essere esportato negli USA deve rispettare quindi le normative statunitensi previste per l etichettatura e la vinificazione, e pone dei limiti anche per i prodotti alimentari derivati da animali trattati con antibiotici. Ortofrutta: numerose sono le barriere ad oggi ancora esistenti per i prodotti ortofrutticoli. In particolare per mele e pere (Cina, Cile, Sud-Africa, USA - accordo bilaterale tra Italia e Usa, che prevede tuttavia la condizione di pre-clereance), kiwi (Corea del Sud, India, Israele, Cina, Giappone, Messico, Vietnam), agrumi (Corea del Sud, Cina), uva da tavola (Canada, Sud Africa), susine (brasile). ecc. Riso: Permane il problema relativo all importazione di riso a dazio zero dai Paesi che hanno sottoscritto l accordo EBA. Sono opportuni aggiornamenti circa le azioni intraprese dalla Commissione europea a fronte della richiesta italiana dell applicazione della clausola di salvaguardia. Zucchero: in generale, data la fase ribassista dei prezzi del mercato nazionale e UE dello zucchero, è evidente la necessità di non aprire o di cercare almeno il massimo contenimento possibile dei flussi di importazione zucchero extra UE. Pertanto, considerando le intese in corso di definizione con Thailandia, Mercosur, USA, India e Vietnam (tutte aree caratterizzate da una importante produzione saccarifera) è necessario che siano evitate concessioni negoziate ad altri Paesi Extra UE, accordi di libero scambio con Paesi Extra UE, riduzione o soppressioni anche temporanee di dazi all'importazione, la modifica delle vigenti regole di origine a favore di nuove regole troppo lassiste, gare d importazione ad hoc aperte a soggetti non riconosciuti, un incontrollato uso del regime di Traffico di Perfezionamento Attivo (TPA). Carne: permangono numerosi problemi relativi alle esportazioni nel settore suinicolo che rimangono, purtroppo, legato anche a questioni di natura sanitaria. Esistono evidenti difficoltà a pesare nella definizione di accordi commerciali con Paesi extraeuropei, che adducono motivazioni sanitarie per dare luogo, di fatto, a vere e proprie forme di embargo. In questo contesto abbiamo in Italia alcune regioni, in particolare del meridione (Sardegna, Calabria, Campania), in cui il livello di sicurezza veterinaria non è all'altezza delle regioni ad alta vocazione e dei nostri partner comunitari. E' necessario quindi intervenire sia nei confronti dei Paesi che applicano tali barriere per far capire che non tutta la produzione nazionale è soggetta a problematiche sanitarie, sia nei confronti dei produttori e delle regioni italiane interessate da tale emergenza, che rappresentano comunque una percentuale molto bassa della suinicoltura italiana rispetto al totale nazionale.

ACCORDI COMMERCIALI TTIP/USA: i negoziati commerciali tra Unione europea e Stati Uniti d America (TTIP) costituiscono un importante occasione per trovare una soluzione ad alcuni problemi che i produttori europei incontrano ormai da anni nelle esportazioni verso gli USA. In generale il riconoscimento delle IG risulta di primaria importanza, per tutti i settori. Inoltre, è opportuno approfondire quali effetti determinerà l entrata in vigore del Food Safety Modernization Act e come impatterà con il negoziato TTIP in corso, oltre che sugli accordi bilaterali ad oggi esistenti tra Italia e USA. Sarebbe comunque necessario prevedere il superamento delle principali barriere, tariffarie e non, ad oggi ancora esistenti, come ad esempio: Settore-lattiero caseario: 1. Formaggi a latte crudo: secondo la legislazione federale, alcuni di questi formaggi possono essere commercializzati solamente dopo una stagionatura di almeno 60 giorni. L UE non prevede tali restrizioni. 2. Alcune problematiche relative alla stagionatura del prodotto su assi di legno, ritenuta strumentalmente a rischio dal punto di vista biologico dalle autorità americane, assumendo che il suo uso favorisca lo sviluppo di microorganismi patogeni. 3. Dairy Promotion Program: a partire dal 2011, il Farm Bill impone un imposta di 7,5 centesimi di dollaro per ogni 45,36 kg di latte (o equivalente latte) importato. L imposta viene utilizzata per promuovere il consumo di prodotti lattiero-caseari e finanziare programmi di ricerca, ma, nei fatti, i prodotti importati non possono poi beneficiare di tali misure promozionali. L imposta applicata alle importazioni costituisce, quindi, una forma di discriminazione. 4. Riconoscimento DOP/IGP; 5. Dazi e contingentamento delle quote; Settore biologico: 1. Vino biologico: tolleranza zero negli USA per i solfiti, mentre in UE c è una soglia minima tollerata. 2. Carni biologiche: esclusione dei prodotti alimentari derivati da animali trattati con antibiotici Ortofrutta 1. Sarebbe opportuno avere aggiornamenti in merito alla possibilità di superare le barriere fitosanitarie ad oggi esistenti. Carni 1. Sarebbe opportuno avere aggiornamenti in merito alla possibilità di superare le barriere ad oggi esistenti. Canada: Settore biologico: 1. E stata recentemente segnalata una problematica rispetto all export di insetti utilizzati per la lotta integrata nel periodo invernale. La legge Canadese equipara infatti gli insetti e gli acari destinati alla lotta biologica agli "animali vivi" e li assoggetta alle stesse normative di

cani, gatti, bovini, ecc che prevedono un blocco invernale per ragioni di benessere animale. Tuttavia, tali insetti vengono trasportati in scatole climatizzate e pertanto non sono soggetti alle condizioni climatiche esterne. Giappone: In generale il riconoscimento delle IG risulta di primaria importanza, per tutti i settori. E inoltre necessario prevedere l autorizzazione di alcuni additivi, in particolare per il settore vitivinicolo e ortofrutticolo. Nello specifico: Settore vitivinicolo: 1. E essenziale il riconoscimento delle pratiche enologiche, come disciplinato dal Reg. CE n. 606/2009 o, in alternativa, almeno delle pratiche raccomandate dall OIV. 2. E comunque necessario ottenere almeno il riconoscimento dell acido metatartico e della Carbossimetilcellulosa (Gomme di Cellulosa). 3. Infine, deve essere evitato la menzione dell acido citrico e ascorbico in etichetta, essendo additivi già autorizzati. 4. Sarebbe utile avere chiarimenti in merito al riconoscimento della DOC prosecco. Settore ortofrutticolo 1. E necessario autorizzare gli additivi utilizzati per gli agrumi per il trattamento di prodotto destinato a lunghi trasporti, ovvero la cera polietilenica ossidata e la cera carnauba, come già previsto nel Reg. UE n 1129/2011. 2. Per quanto riguarda l autorizzazione all esportazione di kiwi, ci era stato anticipato che entro il prossimo mese di gennaio sarebbero state fatte pervenire alcune richieste di integrazione dei dati forniti. Secondo quanto segnalatoci, pero, buona parte dei dati mancanti/test integrativi necessari potranno essere eseguiti direttamente in occasione della prossima missione ispettiva in Italia del MAFF (prossimo passo previsto dalla procedura autorizzativa). Quando è calendarizzata? 3. Altri prodotti come uva da tavola, pere, mele sono di interesse per questo mercato e se si riuscisse a fare massa critica con diverse referenze (v. arance autorizzate dal 2007), avrebbe ricadute molto positive anche sui tempi di transito: le compagnie navali potrebbero diminuire i tempi di tratta. 4. Occorre aprire i canali necessari anche per la commercializzazione di taluni mezzi di produzione. Settore lattiero-caseario: 1. Si segnala che le autorizzazioni alle importazioni non sono concesse in maniera coerente. 2. Vi sono problemi relativi al sistema sulla sicurezza alimentare. Carni: Permangono le problematiche relative alla BSE e alla tolleranza zero della listeria monocytogenes. Corea del Sud: In generale il riconoscimento delle IG risulta di primaria importanza, per tutti i settori. E inoltre necessario prevedere l autorizzazione di alcuni additivi. Settore lattiero-caseario:

1. È noto il problema relativo all ammissibilità di formaggi a latte crudo, sebbene sia altresì notorio da un punto di visto scientifico che, nel caso di formaggi stagionati, il processo di stagionatura è equipollente da un punto di vista igienico-sanitario a quello della pastorizzazione. Settore ortofrutticolo 1. Dal 2012 si è iniziato ad esportare i kiwi, pur con una procedura complicata che prevede la pre-clearance e di conseguenza la necessaria presenza degli ispettori coreani in Italia con costi a carico completamente delle imprese. 2. Attualmente è in fase di esame il dossier Agrumi. Il processo complessivo di valutazione del rischio si trova alla fase 3 (Preliminary Import Risk Analysis) di 8 previste nella procedura per la rimozione del bando alle importazioni di vegetali e prodotti vegetali proibiti dalle Autorità coreane. 3. Altri prodotti ortofrutticoli di interesse per questo mercato sono uva da tavola, mele e pere (i dossier sono stati inviati nel 2007) Cina: richiesta di aggiornamenti sugli sviluppi dell accordo e del riconoscimento delle IG.