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G It Diabetol Metab 2015;35:290-295 Attività Diabetologica e Metabolica in Italia Studio osservazionale e di intervento di educazione alimentare in popolazione con pregresso diabete gestazionale a rischio per sviluppo di diabete mellito di tipo 2: risultati preliminari RIASSUNTO Premessa. Il diabete mellito gestazionale (gestational diabetes mellitus, GDM) è definito come una condizione di iperglicemia diagnosticata durante il secondo o terzo trimestre di gravidanza che non è chiaramente diabete manifesto. Le donne affette da GDM presentano maggiore rischio di sviluppare successivamente sindrome metabolica o diabete mellito di tipo 2 (DMT2). Scopo dello studio. Esaminare i fattori di rischio associati ad alterazioni del metabolismo glucidico in donne con pregresso GDM. Pazienti e metodi. Sono state richiamate le pazienti con gravidanza complicata da GDM seguite a livello ambulatoriale tra il 2007 e il 2011. Sono stati raccolti: anamnesi, dati antropometrici ed ematochimici, abitudini alimentari e stile di vita. Sono stati consigliati dosaggi dei principali parametri glicometabolici e la compilazione di un diario alimentare di 3 giorni per valutare l assunzione giornaliera energetica con le percentuali glucidica, lipidica e proteica. È stata anche valutata la conoscenza delle pazienti dei contenuti in macronutrienti degli alimenti. Risultati. Di 255 donne arruolabili, 66 hanno aderito (63 italiane, 3 nordafricane): età al concepimento 34,1 ± 4,7 anni; età attuale 39,6 ± 4,9 anni; peso pregravidico 67,6 ± 15,0 kg con BMI 25,7 ± 5,0 kg/m 2 ; peso attuale 69,7 ± 16,5 kg con BMI kg/m 2 26,6 ± 5,4; glicemia basale 94,5 ± 18,9 mg/dl alla settimana gestazionale media 20,8 ± 6,8; glicemia basale 106,7 ± 33,6 mg/dl al follow-up. Il 12% delle donne al controllo presentava già un DMT2 conclamato, il 24% rientrava nella categoria IFG (impaired fasting glucose), avendo una glicemia basale compresa tra 100 e 125 mg/dl. La curva da carico orale di glucosio (oral glucose tolerance test: OGTT 75 g) post-partum è stata eseguita nei tempi consigliati dalle linee guida solo dal 10,6% delle donne. Peso (p < 0,05), BMI (p < 0,05) e glicemia basale (p < 0,005) sono risultati allo stato attuale significativamente aumentati rispetto alla condizione pregravidica. Tra i fattori di rischio emergono la familiarità per il DMT2 e uno scorretto stile di vita. Conclusioni. I valori ematici e antropometrici rilevati appaiono peggiorati rispetto alla condizione pregravidica, con conseguente aumento dei fattori di rischio per la sindrome metabolica o DMT2. Nel prossimo futuro ci proponiamo di svolgere ulteriori controlli V. De Mori 1, E. Menegola 1, G. Meregalli 2, W. Pedrini 3, A. Balini 2, D. Berzi 2, G. Buonaiuto 2, R. Carpinteri 2, A.C. Bossi 2 1 Università degli Studi di Milano, Corso di Laurea Magistrale in Biologia Applicata alle Scienze della Nutrizione; 2 UO Malattie Metaboliche e Diabetologia, AO Treviglio (BG); 3 Servizio di Dietetica, AO Treviglio Corrispondenza: dott.ssa De Mori Valentina, Unità Operativa Malattie Metaboliche e Diabetologia, Azienda Ospedaliera Ospedale Treviglio Caravaggio di Treviglio, piazzale Ospedale 1, 24047 Treviglio (BG) e-mail: demorivalentina@gmail.com G It Diabetol Metab 2015;35:290-295 Pervenuto in Redazione il 01-04-2015 Accettato per la pubblicazione il 20-07-2015 Parole chiave: diabete gestazionale, diabete mellito di tipo 2, follow-up, educazione alimentare, prevenzione Key words: gestational diabetes, type 2 diabetes mellitus, follow-up, nutritional education, prevention per verificare l efficacia dell intervento educativo che si sta operando sulle pazienti. SUMMARY Observational study and dietary education intervention in women with gestational diabetes mellitus at risk of developing type 2 diabetes: preliminary findings Gestational diabetes mellitus (GDM) is diabetes diagnosed in the second or third trimester of pregnancy that is not clearly overt

Studio osservazionale e di intervento di educazione alimentare in popolazione con pregresso diabete gestazionale 291 diabetes. GDM is a risk factor for the development of type 2 diabetes mellitus (T2DM) later in life. This study examined risk factors associated with abnormal glucose metabolism in women with previous GDM. Outpatients with pregnancy complicated by GDM between 2007 and 2011 were recalled and we recorded their medical history, anthropometric data and blood chemistry, eating habits and lifestyle. Blood tests for the main glyco-metabolic parameters were recommended, and they were asked to complete a three-day food diary to assess their daily energy intake of carbohydrates, proteins, and fats. We also assessed their knowledge of the macronutrient content in foods. In all, 255 women were recalled; 66 gave informed consent (63 Italian, 3 North African); their age was 34.1 ± 4.7 years (mean ± SD) at conception and 39.6 ± 4.9 at final observation; pre-pregnancy weight was 67.6 ± 15.0 kg, with BMI (kg/m 2 ) 25.7 ± 5.01; current weight was 69.7 ± 16.5, BMI 26.6 ± 5.4; fasting plasma glucose (FPG: mg/dl) was 94.5 ± 18.9 at mean gestational week 20.8 ± 6.8, 106.7 ± 33.6 at follow-up. During the observation period, 12% developed T2DM, 24% had impaired fasting glucose (IFG). Only 10.6% of women were given an oral glucose tolerance test (75 g) within six months from delivery. Weight (p < 0.05), BMI (p < 0.05) and FPG (p < 0.005) were significantly higher at follow-up than before pregnancy. Among risk factors, family history of T2DM and improper lifestyle emerged. In conclusion, women with GDM had worse metabolic blood levels and anthropometric parameters after pregnancy, implying an increased risk of metabolic syndrome or T2DM. We plan further evaluation in the near future to verify the effectiveness of this educational intervention. Introduzione Il GDM è definito come una condizione di iperglicemia diagnosticata durante il secondo o terzo trimestre di gravidanza che non è chiaramente diabete manifesto (1). Questa definizione è comunque indipendente dal tipo di terapia e non accenna al fatto che questa condizione possa persistere o ricomparire dopo il parto (2). In genere si assiste a un ritorno alla condizione di euglicemia pregravidica, anche se una minoranza di soggetti presenta un immediata evoluzione del GDM in DMT2. Il GDM complica circa il 6-7% di tutte le gravidanze nei Paesi Occidentali, arrivando fino al 14% in alcune regioni nord-americane (3,4) : la variabilità dei dati relativi alla sua incidenza, disponibili in letteratura, è dovuta ai diversi criteri diagnostici e metodi di screening utilizzati (screening universale o basato sui fattori di rischio) e alle diverse caratteristiche della popolazione studiata. Dai dati epidemiologici italiani è emersa una prevalenza del 7,8%, ma disomogenea nel territorio, risultando maggiore nel Nord Italia (Lombardia 12,4%, Veneto 10,8%) e minore nel Sud e nel Centro (Toscana 6,0%, Umbria 5,6%) (3,5). La sua incidenza correla con l incremento dell età, la presenza di precedenti gravidanze con GDM, alterata tolleranza glucidica, obesità pregravidica, pregressa macrosomia fetale, familiarità per diabete mellito, sindrome dell ovaio policistico e appartenenza a etnie a elevata incidenza di DMT2 (popolazioni dell Asia meridionale, afro-caraibiche e del Medio Oriente). Già nei primi 5 anni dopo il parto, le donne affette da GDM presentano un rischio maggiore di sviluppare alterazioni metaboliche (insulino-resistenza, sindrome metabolica e DMT2) rispetto alle donne con gravidanza fisiologica, anomalie legate al declino della funzione delle cellule β-pancreatiche (6,7). Si rende pertanto necessario coinvolgere questa popolazione di donne a programmi di follow-up e strategie di prevenzione al fine di ridurre il rischio di sviluppo del DMT2 e di patologie metaboliche e cardiovascolari correlate (8). American Diabetes Association (ADA), European Association for the Study of Diabetes (EASD) e Società Italiana di Diabetologia (SID) concordano nel raccomandare che le donne con GDM vengano rivalutate mediante l esecuzione di OGTT 75 g dopo 6-10 settimane dal parto, al fine di rilevare possibili persistenti anomalie glucidiche. Le donne con IFG (impaired fasting glucose) o IGT (impaired glucose tolerance) dovrebbero ripetere l OGTT dopo un anno, mentre quelle con test non patologico dovrebbero ripeterlo regolarmente ogni 3 anni, come suggerito dai più recenti standard italiani per la cura del diabete (9). Tuttavia, secondo studi recenti, meno del 40% delle donne si sottopone allo screening dopo il parto (10-12). Il follow-up di questa popolazione potrebbe rappresentare un importante occasione di prevenzione del diabete; ciononostante sono poco chiare le raccomandazioni di possibili interventi di prevenzione primaria del DMT2 da parte delle società scientifiche (9). Come dimostrato in un sottogruppo del Diabetes Prevention Program, un sano stile di vita (regolare attività fisica e adeguato peso corporeo con eventuale calo ponderale) rappresenta il cardine per prevenire o posticipare la comparsa del DMT2, anche nelle donne con pregresso GDM. Nel presente studio si è voluta indagare la comparsa di alterazioni del metabolismo glucidico in donne con pregresso GDM, esaminare i fattori di rischio che determinano la comparsa di tali alterazioni e impostare un intervento educativo in merito allo stile di vita e alle abitudini alimentari delle donne, per valutarne poi l efficacia alla fine dei 3 incontri proposti ai soggetti. Segnaliamo che nel prossimo futuro ci proponiamo di svolgere ulteriori controlli per verificare l efficacia dell intervento educativo che si sta operando sulle pazienti. Pazienti e metodi Sono state ritenute arruolabili per lo studio tutte le donne con gravidanza complicata da GDM (n = 255), seguite tra gli anni 2007 e 2011 presso l ambulatorio per la cura del diabete gestazionale dell Unità Operativa di Diabetologia e Malattie Metaboliche dell Azienda Ospedaliera Treviglio. La diagnosi di GDM era stata posta secondo i criteri vigenti nel periodo della gravidanza stessa. In particolare, secondo le indicazioni SID, fino al febbraio 2010 è stato utilizzato un iter diagnostico in due fasi, con minicarico da 50 g di glucosio e, se positivo, un carico da 100 g, secondo i criteri di Carpenter e Coustan. Dal mese di marzo 2010 la diagnosi è stata posta secondo i criteri dell International Association of Diabetes and Pregnancy Study Groups (IADPSG), eseguendo un solo OGTT da 75 g. Sono state escluse dallo studio tutte le donne con diabete mellito preesistente alla gravidanza. Lo studio, approvato dal Comitato Etico della provincia di Bergamo, è stato strutturato in

292 V. De Mori et al. due parti: una prima rivalutazione dello stato clinico-metabolico delle pazienti (visita basale) e un intervento di educazione alimentare sulla stessa popolazione (iniziato alla prima visita, verrà successivamente ripetuto a distanza) indipendentemente dallo stato glicemico rilevato. Durante la visita basale, sono stati raccolti l anamnesi fisiologica (con numero di parti normali o complicati da GDM, numero di aborti) e l anamnesi familiare (in particolare familiarità per DMT2). Sono state raccolte informazioni relative alla gravidanza con GDM, in particolare l età al momento del concepimento, il peso e il BMI prima della gravidanza, l incremento ponderale in gravidanza, la tipologia di parto (eutocico o cesareo), le caratteristiche dei neonati al momento della nascita (peso, lunghezza, Apgar score, episodi di ipo- o di iperglicemia). Con l ausilio di un questionario redatto ad hoc, sono stati indagati i dati relativi alla frequenza dell esecuzione di esami ematochimici, lo stile di vita (tabagismo, frequenza della pratica di attività fisica), le abitudini alimentari, come il consumo giornaliero di frutta e verdura, di alcolici, il numero di pasti e spuntini assunti normalmente nell arco delle 24 ore (Tab. 1). Sono stati registrati, nel corso della visita, i dati antropometrici quali: peso, altezza, BMI (kg/m 2 ), massa grassa (espressa in valore percentuale del peso corporeo) misurata attraverso il misuratore di massa adiposa OMRON BF306 (dispositivo medico prodotto da OMRON Healthcare Co., Kyoto Giappone, in conformità agli standard EN60601-1-2:2001), circonferenza vita e fianchi. Sono stati valutati gli eventuali dati ematochimici disponibili e l esito dell OGTT 75 g, se era stato eseguito dopo 6-10 settimane dal parto come raccomandato dalle principali linee guida nazionali e internazionali per la cura del GDM. Le donne sono quindi state sottoposte a prelievi ematici per glicemia basale, l emoglobina glicata, il quadro lipidico (colesterolo totale, HDL, trigliceridi e LDL calcolato). In caso di presenza di glicemia basale < 125 mg/dl, veniva eseguito OGTT 75 g. Al termine della visita le donne hanno partecipato a un incontro individuale di educazione alimentare in cui sono stati illustrati i gruppi dei macronutrienti (carboidrati, lipidi, proteine), evidenziando la differenza dell assimilazione dei carboidrati semplici e complessi, l importanza della fibra, le regole base della sana alimentazione applicate alla popolazione a rischio per il DMT2 e l importanza del saper scegliere la qualità dei nutrienti contenuti negli alimenti. Inoltre veniva spiegata l importanza del controllo del peso e dell implementazione dell attività fisica. Al temine dell incontro le donne, sempre in modo individuale, hanno rielaborato i concetti di educazione alimentare appresi tramite il mastery test attraverso un attività alimentare interattiva. Veniva, infatti, loro chiesto di dividere in gruppi gli alimenti, utilizzando il gioco educativo So cosa mangio? edito da Roche Diagnostics. Per ogni alimento collocato nel gruppo corretto veniva assegnato un punto, zero se collocato in un altra Tabella 1 Caratteristiche comportamentali della popolazione in studio (n = 66) emerse dalla compilazione del questionario somministrato. Questionario Numerosità Valore % Esami ematici eseguiti No 19 28,8 regolarmente Sì, secondo le indicazioni dei medici di assistenza primaria 31 47,0 dopo la gravidanza Sì, secondo indicazioni specialistiche 16 24,2 Tabagismo No 53 80,3 Sì 13 19,7 No 46 69,7 Attività fisica praticata Sì 1-2 volte/settimana 11 16,6 Sì 3-4 volte/settimana 3 4,5 Sì 5-6 volte/settimana 6 9,2 Colazione-pranzo-cena 49 74,3 Numero di pasti Pranzo-cena 4 6,0 nelle 24 ore Colazione-cena 13 19,7 Colazione-pranzo 0 0,0 Mai 20 30,3 Numero di spuntini 1 spuntino 13 19,7 nelle 24 ore 2 spuntini 22 33,3 3 o più spuntini 11 16,7 Porzioni di frutta Nessuna 7 10,6 e verdura consumate nelle 24 ore 1-2 porzioni 30 45,4 3-4 porzioni 27 41,0 5 o più porzioni 2 3,0 Mai 56 84,8 Consumo di alcolici A volte (1-2 volte/settimana) 10 15,2 Quasi tutti i giorni (4-5 volte/settimana) 0 0,0

Studio osservazionale e di intervento di educazione alimentare in popolazione con pregresso diabete gestazionale 293 categoria. Al termine dell incontro veniva anche consegnato un diario alimentare di 3 giorni da completare per la visita successiva. Sono in fase di attuazione ulteriori incontri per verificare il diario alimentare e implementare le conoscenze apprese nel primo colloquio educazionale. I valori dei risultati che vengono successivamente riportati sono espressi come media ± deviazione standard. Le differenze tra le medie sono state valutate mediante test t di Student per dati appaiati. È stata considerata statisticamente significativa una p < 0,05 a due code. Per l elaborazione statistica è stato utilizzato il software Statistical Package for Social Sciences (SPSS). Risultati Hanno firmato il consenso informato per la partecipazione allo studio 66 donne (98% italiane e 2% di altra nazionalità) pari al 25,8% dell intera casistica, le cui caratteristiche basali sono riportate in tabella 2. Non sono a oggi disponibili i dati attuali delle donne con pregresso GDM che non hanno accettato la convocazione per una valutazione del presente stato glicometabolico. I valori dei parametri clinici e metabolici delle donne che hanno partecipato allo studio sono espressi come media ± deviazione standard. I dati clinici relativi alla gravidanza sono stati estrapolati sia dalla cartella ambulatoriale cartacea sia dal software gestionale MyStar Connect (METEDA, Italia). Al primo incontro è stata valutata la sola glicemia basale su prelievo di sangue venoso, che ha evidenziato come già il 12% delle donne presentava criteri diagnostici per DMT2 (n = 8), il 24% (n = 16) mostrava livelli glicemici compatibili con diagnosi di IFG; il 64% (n = 42) risultava avere un valore minore di 100 mg/dl (Fig. 1). Successivamente è stata eseguita la curva da carico 75 g con evidenza di IGT nel 34% delle donne, di DMT2 nel 2%, di NGT (normal glucose tolerance) nel 64%. Di ogni donna sono stati registrati i dati antropometrici sia pregravidici sia attuali. Sono state confrontate le differenze tra il peso medio (kg) e il BMI pregravidico rispetto all attuale visita di follow-up. Si è osservato un aumento significativo del peso corporeo (p < 0,05) (Fig. 2A) e quindi del BMI (p < 0,05) (Fig. 2B) dal momento pregravidico al controllo attuale. Anche il quadro ematochimico ha mostrato un significativo aumento dei valori glicemici basali (p < 0,005) nel tempo trascorso dalla gravidanza all osservazione attuale (Fig. 2C). Il quadro lipidico 64% 12% 24% > 125 mg/dl 100-125 mg/dl < 100 mg/dl Figura 1 Glicemia basale delle donne con pregresso diabete mellito gestazionale al momento della prima osservazione del presente studio (n = 66), con indicazione delle percentuali di normalità (64%), di IFG (24%) e di DMT2 (12%). (Tab. 2) è da monitorare nel tempo dal momento che le anomalie lipidiche rappresentano un fattore di rischio indipendente per le patologie cardiovascolari. Il tempo medio trascorso dal momento della gravidanza al momento dell osservazione Tabella 2 Caratteristiche demografiche, antropometriche e cliniche delle donne con gravidanza complicata da diabete mellito gestazionale (GDM) seguite presso l AO di Treviglio tra gli anni 2007 e 2011. Donne con GDM richiamate (percentuale di italiane) 255 (72%) Donne arruolate (% del totale) (% italiane) 66 (25,8%) (98%) Anni trascorsi dal parto 5 (± 1,4) Età al concepimento (anni) 34,1 (± 4,7) Età attuale (anni) 39,6 (± 4,9) Incremento ponderale in gravidanza (kg) 10,0 (± 5,1) Settimana gestazionale a cui è stato riscontrato il GDM 20,8 (± 6,8) Settimana gestazionale a cui è avvenuto il parto 38,69 (± 2,3) Parto eutocico (n) 95 Parto cesareo (n) 27 Peso del neonato alla nascita (g) 3264 (± 683,3) Lunghezza del neonato alla nascita (cm) 49,96 (± 4,1) Numero di parti per donna (n) 1,8 (± 1,0) Numero di aborti per donna (n) 0,4 (± 0,7) Peso pregravidico (kg) 67,6 (± 15,0) Peso attuale (kg) 69,7 (± 16,5) BMI pregravidico (kg/m 2 ) 25,7 (± 5,0) BMI attuale (kg/m 2 ) 26,6 (± 5,4) PA sistolica gravidica (mmhg) 121,8 (± 12,2) PA diastolica gravidica (mmhg) 69 (± 9,6) PA sistolica attuale (mmhg) 117,2 (± 20,1) PA diastolica attuale (mmhg) 74,0 (± 12,2) Glicemia basale gravidica (mg/dl) 94,5 (± 18,9) Glicemia basale attuale (mg/dl) 106,7 (± 33,6) HbA 1c gravidica (mmol/mol) 37,1 (± 5,8) HbA 1c gravidica (%) 5,5 (± 2,7) HbA 1c attuale (mmol/mol) 42,2 (± 10,7) HbA 1c attuale (%) 6,0 (± 3,1) Colesterolo totale attuale (mg/dl) 198,9 (± 38,1) Colesterolo HDL attuale (mg/dl) 57,6 (± 15,6) Colesterolo LDL-C attuale (mg/dl) 121,2 (± 34,9) Trigliceridi attuale (mg/dl) 101,1 (± 67,7) Massa grassa (%) 35,8 (± 7,8) Circonferenza vita (cm) 102,4 (± 12,1) Dove non è indicato diversamente, i dati di riferiscono alla media (± deviazione standard). BMI: body mass index; HbA 1c : emoglobina glicata; HDL: high density lipoprotein; LDL-C: low density lipoprotein calcolato; PA: pressione arteriosa.

294 V. De Mori et al. attuale risulta essere di 5 ± 1,4 anni. Il box-plot permette di ottenere una rappresentazione visiva della distribuzione dei dati, evidenziando dove giacciono maggiormente alcuni valori, sottolineando quelli anomali (Fig. 3). Attraverso la compilazione A kg B kg/m 2 C 80 70 60 50 40 30 20 10 0 30 25 20 15 10 5 0 160,0 140,0 Peso 67,6 ± 15,0 69,7 ± 16,5 25,7 ± 5,0 BMI Glicemia basale 26,6 ± 5,0 Pregravidico Attuale Pregravidico Attuale Tabella 3 Fattori di rischio per lo sviluppo di alterazioni del metabolismo in donne con pregresso GDM. Familiarità per DMT2 75,7% Fumatrici 1 19,7% Consumo di alcol 2 15,1% Attività fisica 3 28,7% Riconoscimento di tutti i macronutrienti 4 15,1% Buone abitudini alimentari 5 19,7% Dati emersi dalla compilazione del questionario, del diario alimentare e dall anamnesi. 1 Fumatrici: 1 sigaretta al giorno; 2 consumo di alcol: 1 volta a settimana; 3 attività fisica: 2 volte a settimana; 4 riconoscimento macronutrienti: carboidrati, proteine, lipidi; 5 buone abitudini alimentari: consumo dei 3 pasti principali, 3-4 porzioni di frutta o verdura giornaliere. 7,2 7 6,8 6,6 6,4 6,2 6 5,8 5,6 5,4 5,2 5 4,8 4,6 4,4 4,2 4 3,8 3,6 3,4 3,2 3 2,8 Figura 3 Box-plot del tempo medio (5 ± 1,4 anni) trascorso dal momento della gravidanza al momento dell osservazione. La linea orizzontale all interno della scatola è la mediana (5,5 anni). Le linee verticali esterne al box rappresentano i valori minimi (3 anni) e massimi (7 anni): in questo caso la linea del valore massimo coincide con il limite del terzo quartile. mg/dl 120,0 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 94,5 ± 18,9 106,7 ± 33,6 Pregravidico Attuale del diario alimentare e del questionario si sono valutati i fattori di rischio che, oltre al GDM, predispongono le donne allo sviluppo di DMT2 nel corso degli anni. La maggioranza dei soggetti (75,76%) presenta familiarità per la patologia, però i fattori di rischio maggiormente presenti comprendono lo stile di vita e le abitudini alimentari scorrette: è emerso, infatti, che le donne per la maggior parte adottano comportamenti (sedentarietà o ridotta attività fisica, tabagismo, errate abitudini alimentari) che contribuiscono ad aumentare il rischio cardiovascolare e metabolico (Tab. 3). Figura 2 Evoluzione del peso (kg) (A), del BMI (kg/m²) (B) e della glicemia basale (mg/dl) (C) dal periodo pregravidico al momento dell osservazione attuale. Le differenze tra le medie sono state valutate mediante test t di Student per dati appaiati. È stata osservata una differenza significativa tra le media del peso (p < 0,05), del BMI (p < 0,05) e della glicemia basale (p < 0,005). Discussione e conclusioni Nella maggioranza delle gravidanze complicate da GDM, dopo il parto si ritorna a una condizione di normalità, ma le donne rimangono maggiormente esposte al rischio di sviluppare sindrome metabolica, IFG e DMT2 nel corso della vita.

Studio osservazionale e di intervento di educazione alimentare in popolazione con pregresso diabete gestazionale 295 Per potere attuare un piano preventivo sarebbe importante, già al momento della gravidanza, rendere consapevoli le donne del rischio a cui saranno esposte in futuro. Per fare questo, le donne dovrebbero essere educate a riconoscere i fattori di rischio modificabili e spinte a intervenire su di essi, motivandole a svolgere uno stile di vita sano e a mantenere corrette abitudini alimentari, verificando, infine, l efficacia dell intervento fatto. Le donne con pregresso GDM arruolate nel presente studio, però, non si sono dimostrate consapevoli del rischio a cui sono sottoposte: infatti, solamente il 26% delle donne richiamate ha aderito alla valutazione e, di queste, solo il 10,6% aveva effettuato un OGTT come consigliato dopo il parto, peraltro senza mai ripetere il test diagnostico negli anni successivi. Nel corso dello studio è stata inizialmente esaminata la comparsa di alterazioni del metabolismo glucidico attraverso la valutazione di un prelievo ematico. È stata, infine, consigliata l esecuzione dell OGTT 75 g a tutte le donne che hanno firmato il consenso informato. Dai risultati dell OGTT 75 g è possibile osservare un elevata prevalenza di alterazioni del metabolismo dei carboidrati. In attesa di completare lo studio e svolgere un adeguata analisi statistica multivariata è possibile ipotizzare che abbiano dato la disponibilità a partecipare allo studio le pazienti con maggiore conoscenza della patologia diabetica, con maggior numero di fattori di rischio e maggiore consapevolezza della problematica. Un quarto delle donne che ha avuto parti complicati da GDM tra gli anni 2007 e 2011, presenta un quadro di IFG, mentre il 12% presenta già DMT2. Probabilmente sarebbe stato possibile prevenire questa situazione sensibilizzando maggiormente la popolazione fin dal primo accesso in ambulatorio al momento della gravidanza. Successivamente, abbiamo valutato i fattori di rischio per indagarne la correlazione con alterazioni del metabolismo glucidico. Tra i fattori di rischio non modificabili per lo sviluppo del DMT2 o di alterazioni metaboliche, oltre alla presenza del GDM, abbiamo indagato la familiarità per la patologia, che risulta essere presente nella maggioranza delle donne (75,7%). Ci siamo poi concentrati su quei fattori di rischio modificabili attraverso un intervento educativo. Dal questionario e dall anamnesi nutrizionale è emerso, infatti, che le donne non conducono uno stile di vita sano e non seguono corrette abitudini alimentari, nonostante durante il pregresso stato gravidico avessero ricevuto adeguata educazione sanitaria (Tab. 3). Quasi il 20% fuma almeno una sigaretta al giorno, solo il 29% pratica attività fisica in modo costante, il 15% ha dichiarato di consumare alcolici quotidianamente e solamente il 20% assume il quantitativo giornaliero di frutta e verdura consigliato dalle linee guida della sana alimentazione. Dopo avere identificato i fattori di rischio per lo sviluppo di DMT2 è stato studiato un intervento volto alla diminuzione dei fattori classificati come modificabili. I dati finora raccolti possono essere considerati quali risultati basali di uno studio (attualmente in corso) che prevede una rivalutazione a distanza dei parametri antropometrici, dello stile di vita e delle abitudini alimentari. Il risultato atteso consiste nel raggiungimento di un miglioramento dei fattori di rischio per lo sviluppo del DMT2 e delle alterazioni metaboliche a esso correlate. Le conclusioni di tale studio verranno poi completate al termine dell osser- vazione di tutte le pazienti contattate che hanno aderito al programma. Sarebbe sicuramente interessante poter valutare anche l etnia di appartenenza della popolazione come ulteriore potenziale fattore di rischio, dal momento che le donne di nazionalità non italiana con GDM sono in rapido aumento. Fino a ora, però, sono state riscontrate difficoltà sia nel rintracciare le donne straniere sia nel superare le barriere linguistiche e culturali con coloro che si sono presentate in ambulatorio. Nella popolazione con GDM valutata, un quarto delle donne erano immigrate nel nostro Paese, ma è stato possibile comunicare solamente con il 6% di loro. Di queste, solo 3 pazienti si sono presentate in ambulatorio. Abbiamo quindi progettato di proporre interventi adeguati alle diverse culture, semplificati e fruibili, in modo da non trascurare la salute futura di questa popolazione ad alto rischio per lo sviluppo di DMT2. Conflitto di interessi Nessuno. Bibliografia 1. American Diabetes Association. Standards of medical care in diabetes-2015. Diabetes Care 2015;38(suppl. 1):S1-94. 2. American Diabetes Association. Gestational diabetes mellitus. Diabetes Care 2003;26(suppl. 1):S103-5. 3. Lapolla A, Dalfrà MG, Lencioni C, Di Cianni G. Epidemiology of diabetes in pregnancy: a review of Italian data. Diabetes Nutr Metab 2004;17:358-67. 4. Jovanovic L, Pettitt DJ. Gestational diabetes mellitus. JAMA 2001;286:2516-8. 5. Di Cianni G, Benzi L, Casadidio I, Orsini P, Rossi L, Fontana G et al. Screening of gestational diabetes in Tuscany: results in 2000 cases. Ann Ist Sup Sanità 1997;33:389-91. 6. Bellamy L, Casas JP, Hingorani AD, Williams D. Type 2 diabetes mellitus after gestational diabetes: a systematic review and metaanalysis. Lancet 2009;373:1773-9. 7. Verma A, Boney C, Tucker R, Vohr B. Insulin resistence syndrome in women with prior history of gestational diabetes mellitus. 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