NOTA CONGIUNTURALE Marzo 2015 3. Mercati finanziari - Sommario - Analisi del mese 1
3.Mercati finanziari Sommario FED. L'appuntamento con il rialzo dei tassi si avvicina. Lo ha detto la presidente della Federal Reseve in un'udienza al Congresso, durante cui ha gettato le prime basi di una stretta monetaria che dovrebbe materializzarsi nell'anno in corso. Yellen ha lodato i progressi fatti dall'economia maggiore al mondo negli ultimi sei mesi. "La situazione occupazionale negli Stati Uniti sta migliorando sotto molti aspetti", ha dichiarato la numero uno dell'istituto centrale davanti alla Commissione Bancaria del Senato. BCE. La Banca centrale europea ha pubblicato per la prima volta le minute del suo ultimo vertice di politica monetaria E' stato il timore della deflazione a portare il Consiglio direttivo della Bce a lanciare, lo scorso 22 gennaio, il QE. Per la prima volta in assoluto, così come fa la Fed. La decisione è stata "ampiamente condivisa" ma non unanime. "Prendendo in considerazione sia l'outlook di medio termine relativo alla stabilità dei prezzi che si è indebolito e le misure di stimoli monetari adottate a giugno e settembre del 2014 inferiori a quanto immaginato, il grado prevalente della politica monetaria accomodante è stato reputato insufficiente a contrastare i rischi sugli obiettivi di stabilità dei prezzi di medio termine della Bce". Mercati azionari. Il clima sui mercati continua ad essere tranquillo in vista della chiusura del mese di febbraio con l appetito per il rischio che favorisce i listini azionari e la compressione dei rendimenti sul mercato obbligazionario, nonostante l incertezza del clima sia per gli sviluppi della situazione in Grecia che sul fronte geopolitico (Russia e terrorismo). Nell area dell euro, le quotazioni azionarie sono aumentate. La prevalenza di fattori frenanti, quali una crescita debole e le incertezze politiche in Grecia, è venuta meno nella settimana del Consiglio direttivo, in ragione dell aspettativa di imponenti misure, quali quelle adottate, di allentamento quantitativo da parte della BCE. Mercati valutari. L euro ha continuato a deprezzarsi a fronte di aspettative di un aumento della divergenza delle politiche monetarie tra l area dell euro e il resto del mondo. A fine febbraio, poche le novità per il cross Eur/Usd con le prove di consolidamento del tasso di cambio che, dopo aver fatto segnare i nuovi minimi dal 2003 a 1,11 punti, chiudono a 1,2227. 2
3.1 Mercati finanziari FED L'appuntamento con il rialzo dei tassi si avvicina. Lo ha detto la presidente della Federal Reseve in un'udienza al Congresso, durante cui ha gettato le prime basi di una stretta monetaria che dovrebbe materializzarsi nell'anno in corso. Yellen ha lodato i progressi fatti dall'economia maggiore al mondo negli ultimi sei mesi. "La situazione occupazionale negli Stati Uniti sta migliorando sotto molti aspetti", ha dichiarato la numero uno dell'istituto centrale davanti alla Commissione Bancaria del Senato. Se l'economia dovesse continuare a migliorare come la Fed anticipa la banca centrale "inizierà a prendere in considerazione un incremento della forchetta di obiettivo dei tassi di riferimento, riunione per riunione". Con tale avvertimento la presidente della Fed ha cambiato leggermente l'approccio della banca centrale in materia di outlook sui tassi. Dalle assicurazioni che il costo del denaro rimarrà basso per un periodo prolungato Yellen è passata a parlare delle discussioni su come e quando verranno alzati dal minimo storico dello zero dove si trovano da diversi anni. Le autorità di politica monetaria temono che una volta tolta la referenza sull'approccio improntato alla cautela nelle dichiarazioni ufficiali, gli investitori incominceranno a ritenere immininente un incremento dei fed funds. Motivo per cui Yellen ha tenuto a precisare che "una modifica della 'forward guidance' non dovrebbe essere necessariamente interpretata come la volontà di alzare i tassi nel giro di un paio di riunioni". BCE La Banca centrale europea ha pubblicato per la prima volta le minute del suo ultimo vertice di politica monetaria E' stato il timore della deflazione a portare il Consiglio direttivo della Bce a lanciare, lo scorso 22 gennaio, il QE. Per la prima volta in assoluto, così come fa la Fed. La decisione è stata "ampiamente condivisa" ma non unanime. "Prendendo in considerazione sia l'outlook di medio termine relativo alla stabilità dei prezzi che si è indebolito e le misure di stimoli monetari adottate a giugno e settembre del 2014 inferiori a quanto immaginato, il grado prevalente della politica monetaria accomodante è stato reputato insufficiente a contrastare i rischi sugli obiettivi di stabilità dei prezzi di medio termine della Bce". "In questo contesto, è stata espressa in modo largamente condiviso l'opinione secondo cui le condizioni fossero tali da adottare una politica monetaria aggiuntiva nel corso del meeting attuale". E di fatto, in quella che è stata una decisione storica per l'eurotower, Mario Draghi ha annunciato il lancio di un piano di acquisti di titoli di stato di 60 miliardi di euro al mese. E così, con le trascrizioni delle discussioni che a gennaio hanno portato all adozione del programma di acquisto di titoli di Stato, ecco emergere dei retroscena. Chi non era d accordo aveva chiesto un espansione del piano alle sole obbligazioni private. Inizialmente si era parlato di soli 50 miliardi di euro al mese. E, all idea di lasciare il rischio in capo alle banche centrali dei singoli Paesi, qualcuno aveva avvertito contro la percezione di frammentazione. 3
Rivelazioni ben più sorprendenti sono arrivate invece dai conti della Bce: bassi tassi di interesse, stipendi e assunzioni in vista della supervisione unica bancaria hanno fatto calare i profitti della banca delle banche di quasi un terzo: 989 milioni di euro. 1.Tassi ai minimi storici Federal Reserve. La Fed mantiene invariato il costo del denaro. I tassi sui Fed Funds restano fermi in una forchetta fra lo 0 e lo 0,25%. ''Una politica monetaria accomodante resterà appropriata per un considerevole periodo di tempo dopo che il programma di acquisto di asset sarà finito'', afferma la Fed, sottolineando che tassi bassi saranno appropriati fino a quando il tasso di disoccupazione scenderà ben al di sotto del 6,5%, soprattutto se l'inflazione resterà sotto l'obiettivo del 2%. BCE. Il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,05%, allo 0,30% e al -0,20%, dopo il taglio operato a settembre. Banca Centrale d'inghilterra. La Banca d'inghilterra spegne le residue aspettative di un rialzo del costo del denaro in Gran Bretagna nel 2015 e anzi segnala che nuovi possibili tagli saranno possibili se l'inflazione scenderà in negativo più di quanto atteso. Il governatore della banca centrale britannica Mark Carney ha dichiarato di aspettarsi un'inflazione sotto lo zero nei prossimi mesi, in scia alla discesa dei prezzi petroliferi, pur spiegando che ciò non significa che il paese è in deflazione. "Il comitato di politica monetaria si tiene pronto ad adottare qualsiasi azione necessaria, man mano che gli eventi si sviluppano, per assicurare che l'inflazione rimanga in grado di tornare verso il target (del 2%) in maniera tempestiva", afferma Carney. Tuttavia il tono complessivo del rapporto sull'inflazione è apparso positivo, con l'economia britannica vicina a tornare alla piena capacità. Se l'inflazione è ora attesa al tasso 4
annuale dell zero percento nel secondo trimestre di quest'anno, il minimo storico, la stima sulla crescita del Pil è stata confermata ad un +2,9% per il 2015 e alzata ad un +2,9% anche per il 2016, dal 2,6% indicato nel precedente rapporto, di novembre. Bank of Japan. La Bank of Japan (BoJ) sta tenendo sotto stretto controllo gli sviluppi nelle negoziazioni in corso dei salari tra le imprese e i sindacati per portare al rialzo le aspettative sui prezzi. E' quanto emerge dai verbali della banca centrale giapponese relativi alla riunione di politica monetaria della BoJ tenutasi lo scorso 20-21 gennaio, durante la quale i membri del Board hanno deciso di mantenere invariata la crescita della base monetaria a 80 mila miliardi di yen all'anno. I membri del Board hanno riconosciuto che gli stimoli lanciati a ottobre stanno avendo gli effetti sperati. Tuttavia non mancano i dubbi sul raggiungimento del target dell'inflazione al 2%. Cresce, infatti, all'interno del comitato di politica monetaria lo scetticismo sulla tempistica per il raggiungimento dell'obiettivo sui prezzi al consumo, anche alla luce degli effetti del calo delle quotazioni petrolifere. A gennaio la BoJ ha rivisto al ribasso la stima sull'inflazione dal +1,7% di ottobre al +1% per l'anno fiscale che inizia ad aprile, mentre per l'esercizio 2016-2017 la stima è al 2,2%. 1. Si conferma il positivo andamento degli indici azionari. Il clima sui mercati continua ad essere tranquillo in vista della chiusura del mese di febbraio con l appetito per il rischio che favorisce i listini azionari e la compressione dei rendimenti sul mercato obbligazionario, nonostante l incertezza del clima sia per gli sviluppi della situazione in Grecia che sul fronte geopolitico (Russia e terrorismo). Nell area dell euro, le quotazioni azionarie sono aumentate. La prevalenza di fattori frenanti, quali una crescita debole e le incertezze politiche in Grecia, è venuta meno nella settimana del Consiglio direttivo, in ragione dell aspettativa di imponenti misure, quali quelle adottate, di allentamento quantitativo da parte della BCE. Gli indici dell Area euro restano in prossimità di soglie rilevanti e segnano i massimi di periodo: chiusura sopra gli 11mila punti per il Dax mentre il FtseMib prova ad avvicinarsi ai 22mila punti tornando ai livelli del luglio scorso. Nuovi record a Wall Street per lo S&P500 che ha segnato il nuovo massimo storico a 2.100 punti (il Nasdaq Composite è sempre a ridosso dei 5.000 punti) mentre il Nikkei (+2,3%) si porta sopra i 18.300 punti segnando il livello più elevato degli ultimi quindici anni. 2. Si conferma il trend di debolezza della divisa unica. L euro ha continuato a deprezzarsi a fronte di aspettative di un aumento della divergenza delle politiche monetarie tra l area dell euro e il resto del mondo. L euro si è indebolito rispetto al dollaro statunitense, a causa dell incertezza del mercato che riflette, oltre ad una attesa dell aumento dei tassi, un contesto di prezzi del petrolio in calo e di tensioni geopolitiche in aumento. L euro ha altresì continuato a deprezzarsi, sebbene a un ritmo più moderato, nei confronti della sterlina britannica, e dello yen giapponese 5
In seguito, inoltre, all annuncio della Banca nazionale svizzera del 15 gennaio 2015 circa l abbandono dell obiettivo di un cambio minimo di 1,20 franchi svizzeri per un euro, l euro si è notevolmente deprezzato nei confronti del franco svizzero, raggiungendo circa la parità con la valuta elvetica. A fine febbraio, poche le novità per il cross Eur/Usd con le prove di consolidamento del tasso di cambio che, dopo aver fatto segnare i nuovi minimi dal 2003 a 1,11 punti, chiudono a 1,2227. Cambio euro/dollaro Fonte:cambioeuro 6