Calcolo integrale per funzioni di più variabili reali

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CAPITOLO 4 Calcolo integrale per funzioni di più variabili reali La definizione di integrale definito per funzioni di una variabile reale è motivato dal problema del calcolo delle aree: si desidera calcolare l area della regione piana delimitata dal grafico della curva y f(x e dall asse delle ascisse. Per funzioni di due variabili reali il problema è quello di calcolare il volume del solido delimitato dal piano xy, dal grafico dell equazione z f(x,y e da un cilindro retto di base assegnata B. Le prime definizioni ricalcano la teoria dell integrale di Riemann vista lo scorso anno: i- nizialmente ci occuperemo del caso in cui B è un rettangolo (o, nel caso n-dimensionale, un prodotto di intervalli, definiremo somme superiori e somme inferiori in maniera ovvia. Successivamente ci occuperemo dell integrazione su domini più generali dei soli rettangoli: triangoli, cerchi, corone circolari,... e, nei casi di dimensione maggiore, cilindri, sfere,.... Il calcolo di volumi Trattiamo dapprima il caso di R, in cui si calcolano volumi. Supponiamo che f : R R sia una funzione limitata e, per fissare le idee, non negativa. Sia R il rettangolo [a,b] [c,d] e supponiamo che R domf. Calcoleremo il volume della regione {(x,y,z R 3 : (x,y R, z f(x,y} per successive approssimazioni dall alto e dal basso con somme di volumi di parallelepipedi. Dividiamo il rettangolo R in sottorettangoli scegliendo: a x < x < x <... < x r b c y < y < y <... < y s d echiamiamo partizionep l insieme formatoda{x,x,x,...,x r } {y,y,y,...,y s }. Siano inoltre R kj il rettangolo [x k,x k ] [y j,y j ] e m kj inf (x,y R kj f(x,y M kj sup (x,y R kj f(x,y. Definiamo la somma inferiore di Riemann della funzione f relativa alla partizione P scelta r s r s s(f,p m kj area(r kj m kj (x k x k (y j y j. k j k j

Capitolo 4 Questa somma fornisce un approssimazione dal basso del volume cercato. Analogamente, la somma superiore di Riemann della funzione f relativa alla partizione P è r s r s S(f,P M kj area(r kj M kj (x k x k (y j y j k j k j e fornisce un approssimazione dall alto del volume cercato. Ovviamente, se m e M sono rispettivamente l estremo inferiore e l estremo superiore della funzione sul rettangolo R si ha m(b a(d c s(f,p S(f,P M(b a(d c. Inoltre, se P P (ovvero la suddivisione P è più fine di P si ha s(f,p s(f,p S(f,P S(f,P. Definiamo l integrale inferiore di f su R mediante f sup{s(f,p : P partizione di R} R e l integrale superiore di f su R mediante f inf{s(f,p : P partizione di R}. R Definizione 4.. La funzione limitata f si dice integrabile(secondo Riemann sul rettangolo [a,b] [c,d] se l integrale superiore e l integrale inferiore di f su R sono uguali. In tal caso si indica tale valore con uno dei simboli f, f, f(x,ydxdy, f(x,ydxdy e talvolta R R R R si parla di integrale doppio. Una classe importante di funzioni integrabili sui rettangoli è la classe delle funzioni continue. Non dimostriamo questo fatto; intuitivamente pensiamo che una funzione continua presenta oscillazioni che si possono facilmente controllare su un rettangolo chiuso e limitato. ZEsempio 4.. Sia χ la funzione definita sul quadrato [,] [,] da { se (x,y Q χ(x,y altrimenti. Questa è una funzione non integrabile, perché comunque si scelga una partizione del quadrato unitario risulta sempre M kj m kj, da cui [,] [,] χ e [,] [,] χ.

4. Il calcolo di volumi 3 La domanda che ci poniamo adesso è come si possano calcolare gli integrali doppi. Teorema 4. (di riduzione. Sia f una funzione integrabile sul rettangolo R. a. Se, per ogni y [c,d] esiste l integrale F(y b f(x,ydx, allora a d d ( b f F(ydy f(x,ydx dy. R c c a b. Se, per ogni x [a,b] esiste l integrale G(x d f(x,ydy, allora c b b ( d f G(xdx f(x,ydy dx. R a a c Interessante è l interpretazione geometrica del Teorema di riduzione: si tratta di una sorta di integrazione a fette. Infatti, per ȳ fissato in [c,d], l integrale F(y b f(x,ydx a rappresenta l area della regione che si ottiene intersecando il piano y ȳ con la regione di cui si desidera calcolare il volume. Il volume si ottiene integrando tali aree tra c e d. Si osservi che se f è continua allora tutte le ipotesi del teorema di riduzione sono soddisfatte e che quindi d c ( b a b ( d f(x,ydx dy f(x,ydy dx, a c ovvero l ordine di integrazione non conta. ZEsempio 4.3. Integrare la funzione f(x,y x 3 e y/x, sul rettangolo R [,] [,]. Si tratta di una funzione continua su R, quindi integrabile e possiamo integrare prima rispetto a x e poi rispetto a y, oppure viceversa, indifferentemente. Vediamo cosa ci conviene: se desideriamo integrare prima rispetto a x, occorre calcolare x 3 e y/x dx; se desideriamo integrare prima rispetto a y, occorre calcolare x 3 e y/x dy. Siccome il secondo integrale è più facile del primo, decidiamo di integrare prima rispetto a y. Con la sostituzione t y/x si ha x 3 e y/x dy x 3 e y/x dy /x x 3 e t xdt x [ e t] /x x ( e /x.

4 Capitolo 4 Quindi, eventualmente con la sostituzione t /x, R f / x ( e /x dx e t dt [ e t] / [ x x dx ] e e. x e /x dx x dx ZEsempio 4.4. La funzione f(x,y { y Q, x / altrimenti è integrabile sul quadrato [,] [,], ma non a fette. Infatti, se scegliamo partizioni formate da rettangoli di altezza sempre più sottile, diventa trascurabile l apporto dell integrale superiore, cosa d altra parte credibile dal momento che desidereremmo calcolare il volume di una sorta di parallelepipedo che ha una dimensione nulla. Si noti che non esiste f(,ydy, quindi non ha senso per ogni x fissato l operazione di integrazione rispetto a y. Vogliamo ora integrare su regioni più generali, non solo sui rettangoli, ma anche su cerchi, corone circolari, ecc. Sia una regione limitata del piano e f : R. Per utilizzare la definizione di integrale appena vista, possiamo includere in un rettangolo R e estendere la funzione al rettangolo R, ponendola uguale a al di fuori di. A livello di calcolo di volumi, nulla dovrebbe cambiare. Data f : R, definiamo f : R R ponendo (4. f(x,y { f(x,y (x,y (x,y R\. Definizione 4.. Diciamo che f è integrabile in una regione limitata del piano secondo Riemann se f è integrabile in R e in tal caso poniamo f f. R

4. Il calcolo di volumi 5 Osserviamo che la definizione è ben posta, ossia non dipende dal rettangolo R che adoperiamo per racchiudere l insieme. Tuttavia non è molto maneggevole, perché f non sarà, in generale, continua e quindi capire se f sia integrabile non sarà immediato. Introduciamo ora una classe di regioni su cui le funzioni continue sono integrabili. Definizione 4.3. Si dice dominio normale rispetto all asse y un sottoinsieme di R della forma { (x,y R : x [a,b], g (x y g (x }, dove g e g sono funzioni continue sull intervallo [a,b]. Analogamente, si dice dominio normale rispetto all asse x un sottoinsieme di R della forma { (x,y R : y [c,d], h (y x h (y }, dove h e h sono funzioni continue sull intervallo [c,d]. Dominio normale rispetto all asse x Dominio normale rispetto all asse y Dominio normale rispetto a entrambi gli assi Teorema 4.5. Sia un dominio normale rispetto a uno dei due assi e sia f : R una funzione continua. Allora f è integrabile in e b g (x f dx f(x,ydy se è normale rispetto all asse y f a d dy g (x h (y c h (y f(x,ydx se è normale rispetto all asse x. ZEsempio 4.6. Sia f(x,y xy. Calcolare C f e S f dove C è il cerchio x +y e S il semicerchio C {x }. Si tratta di una funzione integrabile sul cerchio, perché il cerchio è normale rispetto agli assi (ad esempio C { (x,y R : x, x y x } e f è continua. Anche senza calcolare l integrale, possiamo dire che vale, perché f è dispari rispetto a x e il dominio è simmetrico nella x.

6 Capitolo 4 La funzione f è anche integrabile sul semicerchio, perché il semicerchio è normale rispetto agli assi (ad esempio S { (x,y R : x, x y x } e f è continua. Si ha, con la sostituzione t x : ( x f xy dy dx x S 3 x [ y 3 /3 ] x dx x t 3/ dt 3 [ t 3/+ 3/+ 3 x( x 3/ dx ] 5. Notare che S è anche normale rispetto all asse x, perché possiamo scrivere S {(x,y R : y, x } y. Usando questa decomposizione si ha ( y f xy dx dy S y [ x / ] y dy [ y 3 (y y 4 dy 3 y5 5 y ( y dy ] 5, ovvero lo stesso risultato, come dovevasi. ZEsempio 4.7. Sia f(x,y e x. Calcolare f dove T è il triangolo di vertici (,, (,, T (,. Si tratta di una funzione continua su T, dominio normale rispetto sia all asse x, sia rispetto all asse y. Infatti abbiamo T { (x,y R : x, y x } T { (x,y R : y, y x } Se consideriamo il dominio come normale rispetto all asse y abbiamo ( x f e x dy dx e x xdx [ e x] e ; T se invece consideriamo il dominio come normale rispetto all asse x abbiamo ( f e x dx dy??? T y/ In questo caso non sappiamo valutare, se non in maniera approssimata, l integrale interno e quindi non possiamo portare a termine il conto facilmente (in realtà si può integrare per

4. Teorema di cambiamento di variabili 7 parti, ma è più delicato: ( f e x dx dy T y/ [yh(y] yh (ydy H( yh (ydy H(y dy H(y ye y /4 dy Infatti H( e x dx e H (y e y /4 ; da cui T f ye y /4 dy e s ds e, y/ e x dx come prima. Tutto quanto visto sinora vale anche se il dominio non è normale rispetto agli assi, ma si può scrivere come unione finita di domini normali rispetto agli assi, che si sovrappongono solo sui bordi, sfruttando l additività dell integrale. B A D C Ad esempio, un poligono può essere scritto come unione finita di domini normali rispetto agli assi. Oppure una corona circolare: non è normale rispetto a nessuno degli assi, tuttavia è unione di quattro domini normali, ad e- sempio come in figura rispetto all asse x. Risulta x +y f(x,ydxdy A f + B f + C f + D f. Notiamo anche che, in coordinate polari (r, θ, sarebbe molto facile descrivere la corona circolare: basterebbe richiedere r, θ < π. Potremmo quindi pensare di scrivere l integrale sulla corona della funzione f(x,y come π f(rcosθ,rsinθdθdr. Questa formula però non è quella giusta. Come vedremo nella prossima sezione, manca un fattore di correzione nella misura delle aree.. Teorema di cambiamento di variabili Per capire meglio a cosa è legato il fattore di correzione di cui poco sopra, ripassiamo le trasformazioni lineari.

8 Capitolo 4 u θ v Siano u (u,u e v (v,v due vettori linearmente indipendenti. ( Allora il parallelogramma P generato da u e v ha area det u v. u v Infatti, se θ è l angolo compreso tra u (u,u e v (v,v, allora e l area del parallelogramma è data da cosθ u,v u v u v sinθ u v ( u,v cos θ u v u v u v u,v (u +u (v +v (u v +u v u v +u v +u v +u v u v u v u v u v ( (u v u v det u v. u v Chiamiamo U la matrice ( u v, cosicché area(p detu. u v ( a a Applichiamo ora una trasformazione lineare, legata alla matrice invertibile L a a. Il trasformato secondo la mappa L del parallelogramma P generato dai vettori uevèancora un parallelogramma, che chiamiamo L(P e è generato dai vettori Lu e Lv. Quindi l area di L(P è data da det(lu Lv. D altra parte ( area(l(p det a u +a u a v +a v det(lu a u +a u a v +a v detl area(p. Quindi la trasformazione lineare associata alla matrice L dilata le aree di un fattore det L. Se consideriamo la trasformazione che si ottiene facendo seguire alla trasformazione lineare associata alla matrice L una traslazione, ancora otteniamo una trasformazione che dilata le aree di un fattore detl, perché le traslazioni non variano le aree. Esaminiamo ora il problema del cambiamento di variabile in un integrale.

4. Teorema di cambiamento di variabili 9 Supponiamo innanzi tutto di considerare una trasformazione lineare invertibile, ovvero legata come prima alla matrice L di determinante non nullo, { ( ( ( ( x ϕ(s,t a s+a t x a a cioè s s L y ψ(s,t a s+a t. y a a t t e approssimiamo l integrale con una sua somma (ad esempio superiore. Se è contenuto nel rettangolo R e f è l estensione di f a R come nella 4., si ha ( f sup area(r kj R f k,j k,j k,j ( (x,y R kj f(x,y sup f L L (x,y (x,y R kj ( sup f L(s,t (s,t L R kj area(r kj area(r kj indichiamo con P kj L R kj il parallelogramma trasformato a partire da R kj ; siccome L è lineare, area(p kj det(l area(r kj detl area(r kj e si ottiene ( k,j L (R L ( sup f L(s,t (s,t P kj f L(s,t detl dsdt f L(s,t detl dsdt. detl area(p kj Consideriamo ora cambiamenti di variabili più generali, ovvero supponiamo che A sia un insieme aperto limitato e T : A T(A R una mappa biunivoca (cioè iniettiva e suriettiva. La mappa T è una funzione a valori vettoriali T(s,t (ϕ(s,t,ψ(s,t e la pensiamo come il cambiamento di variabile { x ϕ(s,t (4. y ψ(s,t. Sia ora un sottoinsieme di T(A R e f : R una funzione continua e integrabile su. Desideriamo saperecomesi trasformal integrale f(x,ydxdy operandoilcambiamento di variabili T dato dalla formula (4.. Ci aspettiamo che diventi un integrale esteso alla regione T ( della funzione g(s,t f(ϕ(s,t,ψ(s,t. Per capire come si trasforma l elemento che misura le aree (cioè dxdy, immaginiamo di fissare un punto (s,t e un piccolo intorno di forma quadrata Q di questo punto e valutare

Capitolo 4 come si trasforma l area di Q. Approssimiamo le funzioni ϕ e ψ con i loro sviluppi del primo ordine centrati in (s,t ϕ(s,t ϕ(s,t + ϕ(s,t (s s + ϕ(s,t (t t ψ(s,t ψ(s,t + ψ(s,t (s s + ψ(s,t (t t. Il secondo membro dell ultima formula è una trasformazione lineare L composta con traslazioni. In formule, L è associata alla matrice J T (s,t ϕ(s,t ϕ(s,t ψ(s,t ψ(s,t, che si chiama matrice jacobiana della trasformazione T, calcolata in (s,t. Pertanto, per quanto visto sulle trasformazioni lineari, dxdy area(t(q area(l(q det(j T (s,t area(q det(j T (s,t dsdt. Questo a parziale giustificazione del Teorema 4.8 (di cambiamento di variabili. Sia A un aperto di R e T : A T(A R una mappa biunivoca di classe C (A, ovvero le funzioni ϕ e ψ abbiano derivate parziali continue in A. Sia inoltre detj T in A e sia un dominio semplice rispetto a uno degli assi contenuto in T(A. Allora se f è una funzione continua e integrabile in, vale f(x,ydxdy f(ϕ(s,t,ψ(s,t det(j T (s,t dsdt. T ( Un esempio molto importante di cambiamento di variabili è la mappa T(r, θ descritta dalle relazioni { x ϕ(r,θ r cosθ y ψ(r,θ r sinθ, con A (,+ (,π, ovvero il passaggio a coordinate polari. In tal caso, det(j T r. Quindi (4.3 f(x,ydxdy f(r cosθ,r sinθrdrdθ, T ( tutte le volte che è un sottoinsieme di T(A R \{(x, R : x }.

4. Teorema di cambiamento di variabili y θ T ( T r θ θ r θ r r x Notiamo anche che avremmo potuto definire la stessa trasformazione T(r, θ e considerare come aperto A l insieme A (,+ ( π,π. In questo caso, la formula (4.3 sarebbe stata valida per sottoinsieme di T(A R \ {(x, R : x }. In realtà nella formula (4.3 l insieme può essere un qualsiasi sottoinsieme limitato e unione finita di domini normali rispetto a uno degli assi. Infatti possiamo scrivere f come somma f + f, dove è l intersezione di con l asse delle ascisse: {(x, : x } e \. D altra parte f, perché rappresenta il volume di un cilindro con base di area nulla. ZEsempio 4.9. Calcolare il volume di un cono circolare retto di base un cerchio di raggio e altezza 3. Possiamo pensare al cono come alla differenza tra il cilindro { (x,y,z R 3 : z 3, x +y 4 } che ha volume π e il sottoinsieme { } S (x,y,z R 3 : x +y 4, z 3 x +y. Calcoliamo il volume di S. Si ha 3 vol(s x +y dxdy 3 3 {x +y 4} π r dr dθ 8π. { r, θ<π} r rdrdθ Quindi il volume del cono risulta π 8π 4π. ZEsempio 4.. Calcolare T ey x x+y dxdy, dove T è il parallelogramma delimitato dagli assi e dalle rette x+y, x+y. Possiamo scrivere T { (x,y R : x, max( x, y x }, ma gli integrali da calcolare sarebbero difficili. La funzione suggerisce le sostituzioni s y x, ( t x + y. Questa trasformazione è lineare e biunivoca, perché associata alla matrice. IlparallelogrammaT diventalaregiones {(s,t R : t, t s t}.

Capitolo 4 ( Quindi, poiché detj det T e y x x+y dxdy S, si ha e s t dsdt (et e tdt 3 4 ( t e s t ds dt t ( e e. ZEsempio 4.. Gli integrali doppi si possono utilizzare per calcolare aree: l area di una certa regione del piano, unione finita di domini normali rispetto agli assi, non è altro che dxdy. Calcoliamo, ad esempio, l area dell ellisse E di equazione x + y, con a,b >. Si ha a b area(e dxdy. E ( Con la sostituzione s x/a, t y/b, dato che detj a det ab, otteniamo b s +t πab. abdsdt Potevamo anche calcolare l ultimo integrale passando in coordinate polari dsdt s +t ( π dθ r dr π, ma perché fare tanta fatica, quando si tratta semplicemente dell area del cerchio di raggio. ZEsempio 4.. Calcolare xy dxdy, dove è la regione di piano compresa tra i grafici delle funzioni /x, /x, x, x, come disegnato in figura. yx Conviene una trasformazione che rettifichi le curve in figura: consideriamo pertanto il cambiamento di variabili s x t xy. y yx Tale trasformazione risulta biunivoca, con inversa data da x 3 st y 3 t s. xy xy Inoltre detj det x s y s x t y t det 3 3 3 3 t 3 s s 3 t t s 4 3 3 st 3s.

4. Teorema di cambiamento di variabili 3 Allora, notando che s x y e t xy, xy dxdy 3 3 8 [ ], [,] ( s 4/3 ds t 5/3 s /3 3s dsdt t 5/3 dt 3 ( 4 3 4... Complementi sulle funzioni a valori vettoriali. Nella parte precedente del corso non abbiamo mai focalizzato l attenzione sulle funzioni a valori vettoriali: nel calcolo dei limiti abbiamo semplicemente detto che, siccome possiamo effettuare i conti sulle singole componenti, ci basta trattare le funzioni a valori reali; nel calcolo differenziale la nostra attenzione si è rivolta a problemi di massimo e di minimo, quindi abbiamo considerato solo funzioni a valori reali (solo per queste ha senso porsi il problema di trovare un valore massimo/minimo. Tuttavia la nozione di differenziabilità (nel senso dell approssimazione con una funzione lineare ha senso anche per funzioni a valori vettoriali. Definizione 4.4. Si dice che F (f,...,f m : R n R m è differenziabile (o derivabile Frechét nel punto x interno al dominio di F se esiste una matrice D di tipo m n e una funzione (ω,...,ω m definita in un intorno U di x in R n a valori in R m tali che con F(x F(x +D(x x + x x (x x x U lim(t (. t Ricordiamo che i vettori che consideriamo sono vettori colonna. In particolare notiamo che il prodotto della matrice D (d ij con il vettore x x è un prodotto righe per colonne, ovvero D(x x d d d n d d d n... d m d m d mn x x x x. x n x n La matrice D dipende sia da F sia da x e si chiama matrice Jacobiana di F in x ; nelle formule si indica con il simbolo J F (x. Si può dimostrare facilmente che se le funzioni f,...,f m sono differenziabili in x, allora anche F (f,...,f m è differenziabile in x e che la matrice Jacobiana di F ha come righe.

4 Capitolo 4 f j (x, ossia J F (x f (x f (x. f m (x f (x f (x n f (x f (x f (x n f (x... f m (x f m (x n f m (x (e viceversa, se F (f,...,f m è differenziabile in x allora tutte le funzioni f,...,f m sono differenziabili in x. In particolare, se n m allora la matrice Jacobiana si riduce alla derivata di f in x. Se F è differenziabile in x, la formula F(x F(x +J F (x (x x + x x (x x x U con lim t (t (, fornisce lo sviluppo di Taylor di F centrato in x di ordine. Diamo ora una versione più generale del teorema della funzione composta: supponiamo che G : A R n R m e F : B R m R k tali che G(A B, in modo da poter considerare la funzione composta F G : A R n R k. Teorema 4.3 (della funzione composta. Sia x un punto interno a A e sia y G(x un punto interno a B. Se G è differenziabile in x e F è differenziabile in y G(x, allora F G è differenziabile in x e J F G (x J F (y J G (x J F (G(x J G (x. Si intende che la matrice J F G (x (che è di tipo k n si ottiene facendo il prodotto righe per colonne della matrice J F (y (che è di tipo k m per la matrice J G (x (che è di tipo m n. Nel paragrafo precedente abbiamo considerato in particolare i cambi di variabile in R, ossia funzioni a valori vettoriali in cui n m biunivoche. In questo caso la matrice Jacobiana, come abbiamo visto, è quadrata... Invertibilità e matrice Jacobiana. Nel caso di una variabile, per sapere se una funzione regolare f : (a,b f(a,b è biunivoca, ci basta controllare che abbia derivata non nulla in ogni punto di (a,b. Questo corrisponde a dire che in ogni punto l approssimante lineare di f è una mappa invertibile. Nel caso di più variabili, dire che l approssimante lineare (in un punto di F : A R n F(A R n è una mappa invertibile vuol dire che la matrice Jacobiana di F in quel punto ha determinante non nullo. Infatti, nel punto x l approssimazione lineare è x F(x +J F (x (x x.

4.3 Integrali impropri (con n 5 Proviamo a invertirla, ovvero, dato y in F(A cerchiamo x tale che F(x +J F (x (x x y. Deve risultare J F (x (x x y F(x. Questo è un sistema lineare, che ammette sempre soluzione se e solo se detj F (x. Tuttavia, se n >, nonèdetto che unafunzione F : A R n F(A R n condeterminante Jacobiano non nullo in ogni punto di A sia biunivoca. Ad esempio F : R R R \{(,} F(ρ,θ (e ρ cosθ,e ρ sinθ hadeterminantejacobianodetj F (ρ,θ e ρ semprenonnullo,mafnonèiniettiva(f(ρ,θ F(ρ,θ +π. Si può dimostrare che se detj F (x, allora F è localmente invertibile in x, ossia esiste un intorno U di x tale che F : U F(U sia biunivoca. Ricordiamo che il viceversa di queste affermazioni non è vero: ossia non è detto che se F : A R n F(A R n è biunivoca, allora il suo determinante Jacobiano è non nullo in ogni punto di A (neanche per n, ad esempio x x 3 su A R è biunivoca ma ha derivata nulla in x. ZEsempio 4.4. Sappiamo che dxdy π. Immaginiamo di voler calcolare questo x +y integrale effettuando il cambio di variabili T { x u v y uv con matrice Jacobiana J T ( u v v u Il trasformato del cerchio diventa (u v +(uv cioè (u +v, ancora il cerchio unitario. Pertanto π π dxdy 4(u +v dudv 4r rdrdθ π. x +y u +v Dove è l errore? 3. Integrali impropri (con n Trattiamo inizialmente e più diffusamente il caso in cui il dominio di integrazione non è limitato e f è una funzione continua e non negativa. Segue il caso in cui il dominio di integrazione è limitato, f è non negativa, ma non è limitata.

6 Capitolo 4 3.. Funzioni continue su domini non limitati. Sia quindi un insieme unione finita di domini normali rispetto a uno degli assi, ma non limitato. Indichiamo con B R ( il cerchio centrato nell origine di raggio R, ossia B R ( { (x,y R : x +y R }. Allora B R ( è un insieme limitato e unione finita di domini normali rispetto agli assi. Sia f una funzione non negativa che sia continua in (o anche solamente integrabile in B R ( per ogni R >. Definizione 4.5. Diremo che f è integrabile in senso improprio in se esiste finito il (4.4 lim f(x,ydxdy. R + In tal caso poniamo B R ( f(x,ydxdy lim f(x,ydxdy. R + B R ( Osserviamo che avremmo potuto anche tagliare con una famiglia di sottoinsiemi che non necessariamente siano cerchi. Ad esempio, avremmo potuto considerare una famiglia composta da quadrati sempre più grandi, ponendo Q R ( {(x,y : x R, y R} e usando i quadrati Q R ( al posto dei cerchi B R (. Ebbene, avremmo ottenuto lo stesso risultato, ovvero: esiste finito il limite della formula(4.4 se e solo se esiste finito lim R + Q R f dxdy e sono uguali. Questo succede perché le ( famiglie dei cerchi e dei quadrati sono confrontabili, ossia ogni quadrato è contenuto in un cerchio di raggio opportuno e, viceversa, ogni cerchio è contenuto in un quadrato di ampiezza opportuna. ZEsempio 4.5. Per quali α > risulta integrabile in senso improprio sulla corona circolare {x +y > } la funzione f α (x,y? La funzione f (x +y α/ α è continua in, unione di due domini normali rispetto agli assi. Passando in coordinate polari otteniamo B R ( f α (x,ydxdy x +y R [,R] [,π π R dθ dxdy (x +y α/ r α rdrdθ r α dr

4.3 Integrali impropri (con n 7 [ ] R r π α α α π [logr] R α π α (R α α π logr α. Quindi: se < α, allora B R ( f α(x,ydxdy R + +, ovvero f α non risulta integrabile in. Se invece α >, allora f B R ( α(x,ydxdy R + π, quindi f α α è integrabile in e f α (x,ydxdy π α. Se f non fosse non negativa, scriviamo f + max(f, e f min(f,. Diremo che f f + f è integrabile in senso improprio su se f ± lo sono e poniamo f(x,ydxdy f + (x,ydxdy f (x,ydxdy. C è un facile criterio per stabilire se una funzione sia integrabile, analogo al criterio del confronto asintotico visto l anno scorso per integrali impropri di una variabile. Teorema 4.6 (del confronto. Sia f : R R una funzione continua nella corona {(x,y : x +y > }. i Supponiamo che esistano α > e C tali che f(x,y C (x,y, (x +y α/ allora f è integrabile in. ii Se esistono α e C > tali che f(x,y C (x,y, (x +y α/ allora f non è integrabile in. ZEsempio 4.7. (Importante Calcolare R e (x +y / dxdy. Siccome la funzione f(x,y e (x +y / soddisfa banalmente le ipotesi del Teorema 4.6, allora f è integrabile in R, che è un dominio normale rispetto agli assi. Cerchiamo di calcolare questo integrale. Innanzi

8 Capitolo 4 tutto, abbiamo e (x +y / dxdy lim R R + B R ( e (x +y / dxdy e, passando in coordinate polari, otteniamo lim R + lim R + lim R + π. [,R] [,π R ( π R πe r rdr e r / rdrdθ e r rdθ dr Allo stesso risultato dobbiamo pervenire adoperando la famiglia dei quadrati Q R (. π e (x +y / dxdy R lim e (x +y / dxdy R + Q R ( R ( R lim e x / e y / dx dy R + lim R + lim R + ( R R R ( R ( R e x / dx R ( R R e x / dx. e x / dx R e y / dy Questo conto porta a una formula molto importante per i probabilisti: e x / dx π. R Il prossimo esempio mostra come il Teorema 4.6 del confronto, parte ii non funzioni qualora l insieme non sia una corona (o almeno un settore di una corona. ZEsempio 4.8. Sia {(x,y R : x >, < y < e x }. Verificare che f(x,y è integrabile in (sebbene non sia neanche infinitesima. Calcoliamo questo integrale, utilizzando la famiglia dei quadrati. Innanzi tutto, abbiamo dxdy lim dxdy R + Q R (

4.3 Integrali impropri (con n 9 siccome, per R grande, Q R ( {(x,y R : < x < R, < y < e x }, otteniamo lim R + R lim R + R e x e x dx lim R + ( e R. dydx 3.. Funzioni non limitate superiormente: singolarità isolate. Supponiamo che sia una regione limitata, f sia non negativa e non risulti limitata in, ma sia continua al di fuori di un insieme di misura bidimensionale nulla (come un insieme finito di punti, oppure un segmento. Indichiamo con B R (x,y il cerchio centrato in un punto (x,y R di raggio R e con Q R (x,y il quadrato centrato in (x,y di semilato R, ossia B R (x,y { (x,y R : (x x +(y y R } Q R (x,y {(x,y : x x R, y y R}. Il caso più facile è quello in cui f presenta una singolarità isolata in (x,y. In questo caso diremo che f è integrabile in quando esiste finito lim f(x,ydxdy. R \B R (x,y In tal caso poniamo Equivalentemente, f(x,ydxdy lim f(x,ydxdy. R \B R (x,y f(x,ydxdy lim f(x,ydxdy. R \Q R (x,y ZEsempio 4.9. Dire se f(x,y (x+y è integrabile in senso improprio sull insieme {(x,y : x (,], < y < x }.

Capitolo 4 Q R ( R La funzione f è continua in, ma presenta nell origine una singolarità. Si ha \Q R ( {(x,y : x (R,], < y < x } e valutiamo x f(x,ydxdy \Q R ( R (x+y dydx x R (x+y dx ( x dx x+x R R x+ dx log log(+r R log. Quindi f è integrabile in senso improprio in e f log. ZEsempio 4.. Dire se f(x,y è integrabile in senso improprio sull insieme xy {(x,y : x (,,x < y < x}. La funzione f è continua in, ma presenta nell origine una singolarità. Si ha \Q R ( {(x,y : x (R,,x < y < x} e valutiamo \Q R ( f(x,ydxdy x R R R x xy dydx x logy x x dx logx x dx logr log (R tdt +. R Quindi f non è integrabile in senso improprio in. ZEsempio 4.. Per quali α > risulta integrabile in senso improprio sulla corona circolare { < x +y } la funzione f α (x,y? La funzione f (x +y α/ α è continua in,

4.3 Integrali impropri (con n unione di due domini normali rispetto agli assi, ma non è superiormente limitata perché ha una singolarità isolata nell origine. Passando in coordinate polari otteniamo f α (x,ydxdy rdrdθ π r α dr \B R ( [R,] [,π rα R [ ] r π α π α α α ( R α α R π [logr] R α π logr α. Quindi: se < α <, allora f π \B R ( α(x,ydxdy, quindi f R α α è integrabile in e f α (x,ydxdy π α. Se invece α, allora B R ( f α(x,ydxdy R +, ovvero f α non risulta integrabile nella corona. Come nel caso precedente ricaviamo il seguente criterio. Teorema 4. (del confronto. Sia f : R R una funzione continua nella corona {(x,y : < (x x +(y y < }. i Supponiamo che esistano α < e C tali che f(x,y C (x,y, (x +y α/ allora f è integrabile in senso improprio in. ii Se esistono α e C > tali che f(x,y C (x,y, (x +y α/ allora f non è integrabile in. 3.3. Funzioni non limitate superiormente: singolarità non isolate. Più complicato è il caso in cui la singolarità non sia isolata, eventualmente su non limitato (è il caso ad esempio della funzione f(x,y y x in {(x,y : x y}. In questo caso si ricorre a una successione crescente di sottoinsiemi j di tali che f sia integrabile su ogni j e + j j (a meno di un insieme di misura nulla e si valuta lim j + j f. Qualora questo limite esista, si può dimostrare che non dipende dalla scelta della successione j e si pone, qualora sia finito, f lim f. j + j

Capitolo 4 ZEsempio 4.3. Dire se f(x,y x y è integrabile in {(x,y : x +y <, < y < x}. j La funzione f non è limitata, perché presenta una singolarità sui punti del tipo y x. Scegliamo { j (rcosθ,rsinθ : j 4 j } Allora π/4 /j f j /j r(cosθ sinθ dθrdr ( ( π/4 /j j sin(π/4 θ dθ ( ( /j j sin(u du +, j + π/4 perché u /sinu è un infinito di ordine in. Quindi f non è integrabile in senso improprio in. Se f non è non negativa, si ragioni come prima sulla sua parte positiva e sulla parte negativa. 4. Integrali n-dimensionali La teoria sviluppata nelle sezioni precedenti nel caso n si può estendere al caso di dimensioni maggiori. La definizione di integrale sui rettangoli viene sostituita dall integrazione sugli n-intervalli, ovvero insiemi del tipo I [a,b ] [a n,b n ]. In particolare, nel caso n 3, si considerano i parallelepipedi. In maniera del tutto analoga si definiscono somme superiori, inferiori e quindi si dà senso all integrale n-dimensionale. Vale ancora un analogo del Teorema 4. di riduzione, che ci permette di scrivere un integrale su un rettangolo come iterazione di due integrali -dimensionali. In dimensione maggiore esistono vari modi di ordinare e raggruppare le variabili. Ad esempio, se n 3, potremmo voler fissare (x,y e integrare prima lungo un filo a 3 z b 3, oppure possiamo fissare z e integrare prima su uno strato bidimensionale [a,b ] [a,b ]. Inoltre si potrebbe anche

4.4 Integrali n-dimensionali 3 cambiare l ordine della variabili, ad esempio tenendo fisse (x,z e integrando su un filo a y b. In ogni caso, il Teorema di riduzione per integrali n-dimensionali afferma che se f è una funzione continua su un n-intervallo I, allora è possibile scrivere l integrale di f su I riducendolo al prodotto di un integrale k-dimensionale per un integrale n k dimensionale, prendendo le variabili in qualsiasi ordine, ad esempio ( f f(x,...,x n dx k+ dx n dx dx k. I [a,b ] [a k,b k ] [a k+,b k+ ] [a n,b n] Ci soffermeremo maggiormente sul caso n 3. In questo caso si parla talvolta di integrali tripli e ad esempio ( f f(x,y,zdz dxdy I [a,b ] [a,b ] [a 3,b 3 ] ( f(x,y,zdx dydz [a,b ] [a 3,b 3 ] [a,b ] ( f(x,y,zdxdz dy. [a,b ] [a,b ] [a 3,b 3 ] Le prime due formule sono esempi di integrazioni per fili; l ultima è un integrazione per strati. ZEsempio 4.4. Calcolare f dove f(x,y,z x+y +z. Si ha [,] [,3] [,] ( (x+y +z dxdydz (x+y +z dz [,] [,3] [,] [,] [,3] (x+y dxdy [,] [,3] ( 3 (x+y dy dx (x+5dx 6. dydz Potremo integrare su domini anche più generali dei 3-intervalli. Ad esempio, per n 3, risultano domini normali rispetto all asse z quei sottoinsiemi della forma E { (x,y,z R 3 : g (x,y z g (x,y, (x,y } con unione finita di domini -dimensionali e normali rispetto all asse x o all asse y e g,g : R funzioni continue. In modo analogo si definiscono i domini normali rispetto all asse x o all asse y.

4 Capitolo 4 Risultano integrabili le funzioni continue su tutti gli insiemi più conosciuti della geometria: cilindri, poliedri,...in particolare, questo fatto ci permette di calcolare volumi di questi insiemi E calcolando E. Ci sono analoghi del Teorema 4.5 per il calcolo di integrali su domini normali rispetto a uno degli assi e del Teorema 4.8 di cambiamento di variabili. In un dominio normale rispetto all asse z possiamo integrare per fili: Teorema 4.5. Sia f : R 3 R una funzione continua su un dominio E normale rispetto all asse z. Allora ( g (x,y f f(x,y,zdz dxdy E g (x,y ZEsempio 4.6. Calcolare il volume del solido E ottenuto tagliando il cilindro di raggio dato da {(x,y,z : x +y } con i piani z e z +y. Il solido E è un dominio normale rispetto all asse z, infatti, se poniamo B ( {(x,y : x +y }, abbiamo Quindi E { (x,y,z R 3 : z y, (x,y B ( }. volume(e E dxdydz B ( B ( ( y dxdy dxdy π. B ( ( y dz dxdy ZEsempio 4.7. Calcolare il volume del solido E {(x,y,z R 3 : x +y z 3 y}, ovvero del solido che si ottiene tagliando il paraboloide z x +y con il piano z 3 y. Il primo problema è descrivere meglio l insieme come normale rispetto all asse z: occorre calcolarelaproiezionesulpianoz. Dovràrisultarex +y 3 y,quindix +(y+ 4 e E { (x,y,z R 3 : x +y z 3 y(x,y B (, }. Quindi, passando in coordinate polari centrate in (,, 3 y vol(e dxdydz dzdxdy E B (, x +y (4 x (y + dxdy π B (, 4 tdt 8π. π (4 r rdθdr

4.4 Integrali n-dimensionali 5 ZEsempio 4.8. Si calcoli il volume dell intersezione di due cilindri di uguale raggio che si tagliano ortogonalmente, ovvero, a meno di una rotazione, calcoliamo il volume di E {(x,y,z R 3 : x +y r, x +z r }. Possiamo procedere per strati. Infatti, tagliando il solido a x costante otteniamo il quadrato Q x di lato r x e quindi r vol(e dxdydz area(q x dx r r E r 4(r x dx 6r 3 /3. UncambiamentodivariabilièunamappaT biunivocadefinitadat(s,...,s n (x,...,x n con x ϕ (s,...,s n Ad esso si associa la matrice jacobiana J T. x n ϕ n (s,...,s n ϕ ϕ... n ϕ ϕ ϕ... n ϕ... ϕ n ϕ n... n ϕ n Anche in questo caso il suo determinante è il fattore di dilatazione infinitesima richiesto per il. Teorema 4.9 (di cambiamento di variabili. Sia A un aperto di R n e T : A T(A R n una mappa biunivoca di classe C (A, ovvero le componenti ϕ j abbiano derivate parziali continue in A. Sia inoltre detj T in A e sia un dominio semplice rispetto a uno degli assi contenuto in T(A. Allora se f è una funzione continua e integrabile in, vale f(x,...,x n dx dx n f T(s,...,s n det(j T (s,...,s n ds ds n. T ( Nel caso n 3 sono particolarmente utilizzati i cambiamenti di coordinate seguenti. 4.. Coordinate cilindriche in R 3. Questo sistema di coordinate mantiene la coordinata cartesiana z inalterata e introduce coordinate polari nel piano xy. In formule, si tratta

6 Capitolo 4 della trasformazione T(r,θ,z : (,+ (,π R R 3 data da x r cosθ y r sinθ z z per cui detj rx θ x z x r y θ y z y r z θ z z z cosθ r sinθ sinθ r cosθ r. In questo caso A (,+ (,π R e T(A R 3 \ {(x,,z : x, z R}. Come nel caso delle coordinate polari nel piano, stiamo escludendo un insieme cui competerebbe comunque un volume nullo. Pertanto se è un dominio in R 3 (e non occorre che T(A si ha f(x,y,zdxdydz f(r cosθ,r sinθ,zrdrdθdz. T ( Le coordinate cilindriche sono utili quando il dominio di integrazione presenta una simmetria rispetto all asse z, oppure quando il dominio di integrazione è delimitato da superfici del tipo z costante (cioè un piano parallelo al piano xy, oppure θ costante (cioè un semipiano perpendicolare al piano xy generato nel piano dai punti con argomento θ, oppure da r costante (cioè da un cilindro infinito di raggio r. ZEsempio 4.3. Calcolare il volume di un toro T, ovvero di un solido ottenuto mediante rotazione attorno all asse z di un cerchio del piano xz non contenente l origine e con centro sull asse x. Supponiamo che il cerchio sia {(x,z R : (x +z }. I piani z costante, variabile tra e, intersecano il toro in corone circolari di raggio interno z e raggio esterno + z. Possiamo scrivere il toro generato da questo cerchio in coordinate cilindriche T (T {(r,θ,z : z, θ < π, z r + } z. Pertanto volume(t T π π dxdydz dθ dz T (T + z rdrdθdz z rdr π z dz 8π [ r z dz π ] + z z Infatti l ultimo integrale è l area di un quarto del cerchio unitario. ZEsempio 4.3. Si calcoli il volume della regione E interna alla sfera x +y +z 6 e sopra al paraboloide z x +y.

4.4 Integrali n-dimensionali 7 Adoperando coordinate cilindriche, possiamo descrivere l insieme T (E { (r,θ,z : θ < π, z 6 r, r z }. Le ultime due disequazioni implicano che z e che r 4 6 r, quindi (r +3(r, ovvero r <. Quindi il volume richiesto è π 6 r dxdydz dzrdrdθ E π ( π π 4 ( 6 3 u3/ r ( 6 r r rdr ( udu 6 4 r 3 dr π(4 6 /3 π( 6 /3. 4.. Volume di un solido di rotazione. Sia data la funzione ϕ : [a,b] R non negativa e continua. Con solido di rotazione attorno all asse z intendiamo il solido S generato dalla rotazione attorno all asse z del trapezoide compreso tra l asse z [a,b] e il grafico della funzione x ϕ(z. Possiamo procedere in due modi. Per strati, a z fissato, l intersezione tra il piano a quota z e il solido è un cerchio C z di raggio ϕ(z. Pertanto il volume è vol(s b a area(c z dz Oppure descriviamo S in coordinate cilindriche da cui, come prima, b a π[ϕ(z] dz. T (S {(r,θ,z : z [a,b], θ [,π, < r ϕ(z} vol(s b π ϕ(z a rdrdθ dz b a π[ϕ(z] dz. ZEsempio 4.3. Si calcoli il volume del solido S generato dalla rotazione del trapezoide {(x,,z x e z : z [,]} attorno all asse z. Si calcoli inoltre S y dxdydz. Si ha vol(s πe z dz π ( e 4.

8 Capitolo 4 Usando la descrizione di S in coordinate cilindriche π e z y dxdydz r sinθ drdθ dz S 4 e z π r sinθdθdrdz 4 e z e 3z /3dz 4 9 ( e 6. r drdz 4.3. Coordinate sferiche in R 3. In questo sistema di coordinate a ogni punto P (x,y,z di R 3 corrisponde una terna (r,θ,φ [,+ [,π] [,π tramite la legge x r sinθ cosφ y r sinθ sinφ z r cosθ La coordinata r rappresenta la distanza dall origine del punto P (x,y,z, quindi le superfici corrispondenti a r costante sono le sfere centrate nell origine. La coordinata φ rappresenta l angolo formato dal vettore (x, y, con l asse x. Le superfici corrispondenti a φ costantesonosemipianiortogonalialpianoxy el intersezionetralasferax +y +z R e φ costante sono i meridiani della sfera; in questo senso, φ è la longitudine. La coordinata θ invece rappresenta l angolo che il vettore (x,y,z forma con l asse z. Le superfici corrispondenti a θ costante sono coni con punta nell origine e l intersezione tra la sfera x +y +z R e θ costante sono i paralleli della sfera; in questo senso, θ è la latitudine e varia tra al polo nord e π al polo sud. Calcoliamo ora il determinante della matrice jacobiana di questa trasformazione. detj rx θ x φ x r y θ y φ y r z θ z φ z sinθcosφ rcosθcosφ rsinθsinφ sinθsinφ rcosθsinφ rsinθcosφ cosθ rsinθ r sinθ. Scegliendo A (,+ (,π (,π, si ha T(A R 3 \{(x,,z : x, z R}. Di nuovo, l insieme che escludiamo in questa trasformazione ha volume nullo, quindi possiamo dire che se è un dominio in R 3 (e non occorre che sia contenuto in T(A si ha f(x,y,zdxdydz f(r sinθ cosφ,r sinθ sinφ,r cosθ r sinθdrdθdφ. T ( ZEsempio 4.33. Calcolare la massa di una semisfera (solida di raggio 3, sapendo che la densità è due volte la distanza dall origine (massadensità per volume. Possiamo pensare che la semisfera sia S { (x,y,z R 3 : x +y +z 9, z }

4.4 Integrali n-dimensionali 9 e che la densità sia regolata dalla funzione f(x,y,z x +y +z. Allora la massa è x +y +z dxdydz In coordinate sferiche tale integrale diventa sinθ { r 3, θ π }rr S 3 π r 3 dr dφ π/ sinθdθ 8π. ZEsempio 4.34. Si calcoli il volume di un cono gelato, ovvero dell insieme E {(x,y,z R 3 : x +y +z, z } x +y. In coordinate sferiche si ha T (E {(r,θ,φ : r, φ [,π, θ π/4} quindi vol(e π π/4 r sinθdθdφdr π/3( /. ZEsempio 4.35. Si calcoli dxdydz dove T è la differenza tra la sfera S T +x +y +z di raggio e centro (,, e la sfera S di raggio e centro (,,. Si possono usare coordinate sferiche (ma anche cilindriche. Utilizzando quelle sferiche, le sfere sono descritte da T (S T { (x,y,z : x +y +(z 4 } { (r,θ,φ : r 4rcosθ } Quindi T (S T { (x,y,z : x +y +(z } { (r,θ,φ : r rcosθ } da cui necessariamente θ [,π/] e +x +y +z dxdydz T T (S \S {(r,θ,φ : cosθ < r 4cosθ} π π π π dφ 4u π/ 4cosθ u cosθ ( +r +r r sinθdrdθ drdu (u arctan(4u + arctan(u du ( arctan(4+ log(7 +arctan( log(5 8 4.

3 Capitolo 4 4.4. Coordinate sferiche in R n. In R n il passaggio a coordinate polari è definito da x r cosθ x r sinθ cosθ x 3 r sinθ sinθ cosθ 3. x n r sinθ sinθ sinθ n cosφ x n r sinθ sinθ sinθ n sinφ r [,+, θ j [,π], φ [,π. Si può dimostrare che il determinante jacobiano di questa trasformazione è det(j T r n (sinθ n (sinθ n 3 sinθ n. In particolare, se f è una funzione che dipende solo dalla distanza dall origine, cioè f(x f ( x, allora x <R R f(xdx ω n f (rr n dr, dove ω n èun numero che dipende solo dalla dimensione dello spazio e rappresenta l area della sfera di raggio in R n (ad esempio, per n, si ottiene la lunghezza della circonferenza: ω π; per n 3 si ottiene l usuale area della sfera ω 3 4π; in ogni caso, si intende l area della superficie della sfera {x R n : x } come oggetto (n -dimensionale. 4.5. Integrazione impropria in R n. Analogamente a quanto visto per n, possiamo definire l integrale improprio di una funzione continua f anche nel caso in cui il dominio di integrazione non è limitato e f è una funzione continua e non negativa. Le definizioni sono le stesse viste nella sezione 3 qualora si considerino funzioni definite su R n e i cerchi o i quadrati vengano sostituiti con i loro analoghi n-dimensionali. Indicheremo ancora con B R ( la palla di R n centrata nell origine e con Q R ( l ipercubo centrato nell origine B R ( {x R n : x < R} Q R ( {x(x,...,x n R n : x j < R j,...,n}. ZEsempio 4.36. Per quali α > risulta integrabile in senso improprio sulla corona circolare { x > } la funzione f α (x x α? La funzione f α è continua in. Passando in

4.4 Integrali n-dimensionali 3 coordinate polari otteniamo B R ( f α (xdx x R R x dx ω α n r α rn dr R ω n r n α dr [ ] R r ω n α n α n n α ω n [logr] R α n ω n n α (Rn α α n ω n logr α n. Quindi: se < α n, allora B R ( f α(xdx R + +, ovvero f α non risulta integrabile in. Se invece α > n, allora B R ( f α(xdx R + ω n f α ω n α n. α n, quindi f α è integrabile in e Il criterio per stabilire se una funzione sia integrabile diventa Teorema 4.37 (del confronto. Sia f : R n R una funzione continua nella corona {x : x > }. i Supponiamo che esistano α > n e C tali che f(x C x, x α allora f è integrabile in. ii Se f è non negativa ed esistono α n e C > tali che f(x C x, x α allora f non è integrabile in.

3 Capitolo 4 5. La funzione Gamma di Eulero L integrale improprio + e x x t dx risulta convergente per ogni t >. Pertanto è ben definita e con dominio (,+ la funzione che è detta funzione Gamma. Γ(t + e x x t dx, In Analisi, molte sono le proprietà interessanti della funzione Gamma. Innanzi tutto, calcoliamo alcuni valori di questa funzione. È immediato controllare che Γ(. Un altro valore importante si ottiene per t. Infatti, con la sostituzione y (x/ si ottiene dy (x / dx e quindi + Γ( x / e x dx + π π. e y dy R e y / dy Quindi abbiamo visto che (4.5 Γ( Γ ( π. La proprietà fondamentale della funzione Gamma è la formula (4.6 Γ(t+ tγ(t t >, di facile verifica. Con una integrazione per parti si ottiene Γ(t+ + e x x t dx [ e x x t] + t + + + e x tx t dx e x x t dx tγ(t.

4.5 La funzione Gamma di Eulero 33 Altri valori particolari si ricavano mediante le formule (4.6 e (4.5: per ogni n,,3,... Γ(n+ nγ(n n(n Γ(n... n(n Γ( n! ( Γ n+ Γ (n ( + n ( Γ n (... n ( n 3 ( (... Γ ( n ( n 3 ( π.... ( n ( Γ n + La funzione Gamma (gamma per MATLAB ha grafico.5.5 5 7.5 -.5 e tende a + a +. Si può dimostrare che tende a + per t + come t t te t : è il contenuto del Teorema 4.38 (Formula di Stirling. Si ha In particolare lim t + lim n + Γ(t+ t t. πte t n! n n. πne n

34 Capitolo 4 5.. Area e volume delle sfere in R n. L idea per calcolare l area della sfera in R n è quella di calcolare R n e x / dx in due modi diversi. Innanzi tutto, l integrale improprio è convergente e e x / dx lim e x / dx lim R n R + R + Q R ( Ricordando che x x + +x n, si ha R R e x / dx e x / dx Q R ( R ( R e x / dx R R + ( π n. R n B R ( e x / dx. R e x / dx e xn/ dx n R L altro modo che abbiamo per calcolare l integrale è quello di vederlo come limite degli integrali sulle palle e passare in coordinate polari: e x / dx lim e x / dx R n R + B R ( lim R + ω n ω n lim R + R R e r / r n dr e s (s n ds + n ω n e s s n ds ( n n ω n Γ. Il risultato deve essere lo stesso; questo vuol dire che quindi ( π n n ω n Γ ( n, ω n (πn/ Γ (. n Se n è pari, allora Γ ( ( n n! Se invece n è dispari, allora Γ ( ( n Γ n ( + n ( n π. Quindi la sfera di R n con n k ω k (πk k!

4.6 Esercizi 35 mentre in dimensione dispari n k + ω k+ k (π k (k!! dove (k!! (k (k 3. Infine, il volume della sfera piena B R ( {x R n : x } vale R vol(b R ( ω n r n dr ω n R n n. Calcolare i seguenti integrali: [,] [,] T (x+ydxdy {x +y,y } 6. Esercizi (x 3 +xy dxdy xydxdy dove il bordo di è formato da y x,x y {x +y } x y ey dxdy dove { x, x y x } (attenzione, è improprio arctg y x +y 4 + dxdy logxdxdy dove il bordo di è formato da x >,y >,x+y 5,xy (x+ydxdy dove è il quadrilatero di vertici (,, (,, (,, (, x dxdy dove T è il triangolo di vertici (,, (,, (, +xy xydxdy dove { x, y, x +4y 4 } (x ydxdy dove { y, x +y x, x +y +3 4x } x y x +y dxdy dove { x, y, x +y }

36 Capitolo 4 Adoperando le sostituzioni indicate, oppure passando in coordinate polari, calcolare xydxdy dove C è il quarto della corona circolare di raggi e nel primo quadrante C 4 x y dxdy dove S { (x,y : x, y, x +y 4 } S { x + y } P e x+y dxdy (elaborato (x +y dxdy dove P è il parallelogramma delimitato da { x+y, x+y, 3x+4y 5, 3x+4y 6 D (porre s x+y, t 3x+4y x y dxdy dove D è il triangolo di vertici (,,(,,(, +xy (può essere utile porre x s(+t, y s( t 3 Calcolare l area della regione piana racchiusa dalla curva γ(t (cos 3 t,3sin 3 t con t [,π]. 4 Calcolare D x dxdy dove D è la regione piana definita dalle disequazioni y x + x+3, y x x, y x +x. 5 Disegnare l insieme A {(x,z R : x e z, z }. Calcolare il volume del solido ottenuto ruotando l insieme A {(x,,z : (x,z A} attorno all asse z. 6 Calcolare il volume del solido di rotazione attorno all asse z generato da {(y,z, z y, z, z +y, y }. y 7 Calcolare f dove f(x,y,z e x f(x,y,z f(x,y,z x { (x,y,z R 3 : x, y x, z 4 } { (x,y,z R 3 : y + z x } { (x,y,z R 3 : (x +y, x z x y }