Etichettatura del miele

Documenti analoghi
Etichettatura del miele. Dr Stefano Nonis - Servizio Veterinario - ASL 20 VR

SPORTELLO ETICHETTATURA E SICUREZZA ALIMENTARE

Apicoltura biologica ETICHETTATURA DEL MIELE NORMATIVA DI RIFERIMENTO

L informazione al consumatore: focus sull etichetta

ETICHETTATURA DEL MIELE E DENOMINAZIONI

Etichettatura del Miele. Vanni Floris etichettatura del miele

DIPARTIMENTO DELLE POLITICHE EUROPEE E INTERNAZIONALI E DELLO SVILUPPO RURALE DIREZIONE GENERALE DELLO SVILUPPO RURALE DISR

Etichettatura del Miele

Legislazione comunitaria in materia di etichettatura degli oli di oliva

ETICHETTE ALIMENTARI etichetta carta d identità dei prodotti alimentari confezione

ETICHETTATURA DEL MIELE E DENOMINAZIONI

DECRETO LEGISLATIVO 21 MAGGIO 2004 n. 179, ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2001/110/CE

Giugno L etichettatura nel confezionamento del miele

ETICHETTATURA DEL MIELE

Legge 12 ottobre 1982, n.753.(miele)legge 12 ottobre 1982, n.753 Recepimento della direttiva del Consiglio della Comunità economica europea

ETICHETTATURA DELL OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA DOP DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI VITERBO

ETICHETTATURA DELL OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA DOP DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI VITERBO

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Etichettatura dell Olio Extra Vergine di Oliva

SENATO DELLA REPUBBLICA

La nuova etichettatura degli alimenti. Valerio Giaccone Dipartimento di Medicina animale, Produzioni e Salute Università di Padova

Disciplinare di produzione per la birra

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

(Atti legislativi) DIRETTIVE

Informazione al consumatore sui prodotti alimentari. Ing. Vittorio Gagliardi Presidente dell Istituto Italiano Alimenti Surgelati (IIAS)

Frodi riguardanti L OLIO EXTRAVERGINE MADE IN ITALY

L apicoltura italiana: caratteristiche e prospettive di sviluppo

TUTELA DEL CONSUMATORE

TAVOLO TECNICO DI COORDINAMENTO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO IN MATERIA DI SICUREZZA ALIMENTARE IN PROVINCIA DI LECCO 11/12/2014

Etichettatura Biologica Breve vademecum

Valerio Giaccone Dipartimento di Medicina animale, Produzioni e Salute Università di Padova. Il domani dell etichettatura.

Attuazione della direttiva 2001/110/CE concernente la produzione e la commercializzazione del miele (1/circ).

L esperienza della Camera di commercio di Torino nell attività di vigilanza

Mangiate più miele al posto dello zucchero: fa troppo bene!

home >> etichettatura ETICHETTATURA

L iter del verbale di accertamento

PRESENTAZIONE DEGLI OLII D OLIVA NEI PUBBLICI ESERCIZI

Dalla salute degli animali alimenti sicuri per i cittadini. Come nasce il miele?

etichettatura degli alimenti

Etichettatura del miele e dei prodotti dell alveare per il consumo diretto

Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

DETERMINAZIONE. Piano regionale di monitoraggio per la verifica della denominazione di vendita ed origine del miele. Anno 2017

L. 31 marzo 1980, n. 139.

Decreto Legislativo 25 febbraio 2000, n. 68

(1) Pubblicata nella G.U.C.E. 12 gennaio 2002, n. L 10. Entrata in vigore: 1 febbraio 2002.

Etichettatura nel controllo ufficiale. Monica Giannino Servizio Veterinario Modena

Frodi ed alterazioni del miele e dei prodotti dell alveare

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DEL MIELE De.Co. VALCHIAMPO

L 336/58 IT Gazzetta ufficiale dell Unione europea

Le funzioni sanzionatorie della Camera di commercio di Torino

NORMA DI COMMERCIALIZZAZIONE PER PIMENTI O PEPERONI DOLCI

LA NUOVA DISCIPLINA SULL'ETICHETTATURA DEGLI ALIMENTI: NOVITA E CRITERI APPLICATIVI. a cura di A.F. Ragone

NORMA DI COMMERCIALIZZAZIONE PER CETRIOLI

La responsabilità degli operatori del settore alimentare. Valeria Paganizza

Etichettatura prodotti alimentari

Non bisogna lasciarsi ingannare dalle raffigurazioni riportate in etichetta.

INTRODUZIONE E REQUISITI SULLA ETICHETTATURA

SPORTELLO ETICHETTATURA E SICUREZZA ALIMENTARE

Scenario, storia ed etica dell'agricoltura Biologica. Maria Ciaula -13 settembre 2016 Fondazione ITS "Basile - Caramia"

ETICHETTATURA MANGIMI per i prodotti da agricoltura biologica

Dal campo all etichetta, esercizi di filiera corta: Castagne fresche

DOMANDA DI REGISTRAZIONE (art. 5 del Reg. CE n. 510/2006)

L IMPORTANZA DEL CONTROLLO DI FILIERA NEL LATTE ALIMENTARE

NORMA DI COMMERCIALIZZAZIONE PER LE PESCHE E LE NETTARINE

La filiera agroalimentare

Le funzioni sanzionatorie della Camera di commercio di Torino

Regolamento (CE) n. 1019/2002 della Commissione del 13 giugno 2002

Etichettatura del miele e dei prodotti alimentari contenenti miele

L esperienza della Camera di commercio di Torino nell attivit

DOMANDA DI REGISTRAZIONE (art. 5 del Reg. CE n. 510/2006)

LETTURA DELLE ETICHETTE DEI PRODOTTI CONFEZIONATI

SCHEDA TECNICA: ASPARAGI IGP (aggiornamento al 20/07/17)

ETICHETTATURA PRODOTTI ALIMENTARI per i prodotti da agricoltura biologica

Norme in materia di leggibilità delle informazioni inerenti l'origine dei prodotti alimentari.

NORMA DI COMMERCIALIZZAZIONE PER I FUNGHI DI COLTIVAZIONE (Agaricus)

Prot Pos. 16 SEDE

IL CONTROLLO NELLA FILIERA ITTICA. (Reg. CE 1224/09)

Il contenuto di un'etichetta è destinato a fornire una - vera, - corretta - trasparente informazione al consumatore

Disciplinare per il settore miele

Istituto Salumi Italiani Tutelati

b) non attribuire al prodotto alimentare effetti o proprietà che non possiede (miele curativo)

L'etichettatura di composizione dei prodotti tessili

NORMA DI COMMERCIALIZZAZIONE PER I FUNGHI DI COLTIVAZIONE (Agaricus)

ETICHETTATURA del MIELE e OGM: aggiornamenti in materia

1) L apicoltura italiana

insieme delle indicazioni riportate non solo sull'etichetta apposta sul prodotto, ma anche sull'imballaggio o sul dispositivo di chiusura

Art. 1. Campo di applicazione. 2. Le norme del presente decreto non si applicano:

NUOVE DISPOSIZIONI MERCATO INTERNO DEL RISO ED ETICHETTATURA. -Castello d Agogna- 6 novembre 2017

tel fax

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME 12/20/CU03/C10

IL REG. UE 1169/2011 LO STATO DELL ARTE CON RIGUARDO AI PRODOTTI DA FORNO.

Etichette alimentari: come districarsi in una giungla di indicazioni e consigli

Confetture, gelatine, marmellate e crema di marroni

CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME 12/28/CU13/C10

Le novità per l etichettatura degli alimenti introdotte con il Reg. 1169/2011

NORMA DI COMMERCIALIZZAZIONE PER LE CIPOLLE

IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Camera di Commercio di Venezia

PREMIO. Parco dell Etna Catania - ITALY dal 4 al 6 dicembre 2009

Transcript:

Convegno Iniziative di supporto alla filiera del miele Etichettatura del miele 13.11.2011 Dr. Massimo Benvenuti Mpaaf

Etichettatura: normativa di rilievo Decreto Legislativo N. 181/2003 norma generale sull'etichettatura e presentazione dei prodotti alimentari (modifica del D. Lgs. 109/92); Decreto Legislativo N. 179 del 21/05/04 relativo all'attuazione della Direttiva 2001/110/CE concernente la produzione e la commercializzazione del miele.

Decreto Legislativo N. 181/2003

Articolo 2 - l etichettatura non deve: indurre in errore l acquirente; attribuire all alimento effetti o proprietà che non possiede; suggerire che l alimento possegga caratteristiche particolari, quando tutti i prodotti analoghi possiedono caratteristiche identiche; attribuire all alimento proprietà atte a prevenire, curare, guarire una malattia. Sanzione (pubblicità ingannevole): da 3500 a 18000.

Decreto Legislativo N. 179 del 21/05/04 Produzione e commercializzazione del miele

Definizione di Miele Sostanza dolce naturale che le api (Apis mellifera) producono dal nettare di piante o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o dalle sostanze secrete da insetti succhiatori che si trovano su parti vive di piante che esse bottinano, trasformano, combinandole con sostanze specifiche proprie, depositano, disidratano, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell'alveare.

Indicazioni obbligatorie (già in uso prima del 2004) Denominazione di vendita (es. miele); peso (quantità netta); nome (o la ragione sociale o il marchio depositato) e la sede o del produttore o del confezionatore o di un venditore UE; Numero di lotto.

Indicazioni obbligatorie (di nuova introduzione) La sede dello stabilimento di produzione o confezionamento (quando diverso dall'indirizzo del responsabile di commercializzazione già indicato in etichetta); il termine preferenziale di consumo (termine minimo di conservazione); indicazione del Paese di origine.

E possibile utilizzare ancora le vecchie etichette di scorta, purchè si aggiungano le indicazioni mancanti (es. mediante un semplice timbro).

1. DENOMINAZIONE di vendita

La denominazione corretta è quella di "MIELE". Ad essa possono essere aggiunte specificazioni riguardanti l'origine botanica e l'origine geografica (naturalmente se corrispondono al vero) ed eventuali criteri di qualità specifici previsti dalla normativa comunitaria (DOP, IGP, etc.). Vanno evitate altre denominazioni espressamente non previste dalla legislazione vigente (es. puro, purissimo, vergine integrale, ecc.)

Esempi corretti: "miele"; miele millefiori ; "miele di nettare ; miele di melata ; miele di fiori ; miele di fiori di montagna ; "miele di castagno"; "Miele di castagno della Toscana"; Miele di castagno del Monte Livata.

Esempi errati: (sanzione da 600 a 6000 ) "miele puro di api"; "miele naturale"; "miele purissimo integrale"; miele vergine integrale ; miele balsamico ; miele espettorante di eucalipto/ miele afrodisiaco della Val Brembana/ miele di prato/miele di montagna/ miele di flora mediterranea.

CIRCOLARE MIPAAF 8 marzo 2005, n.1 Applicazione del decreto legislativo 21 maggio 2004, concernente produzione e commercializzazione del miele Si millefiori

Altre possibili denominazioni secondo il metodo di produzione o estrazione: Miele di favo Miele con pezzi di favo Miele scolato Miele centrifugato Miele torchiato Miele filtrato

Destinazione industriale (con obbligo di menzione miele per uso industriale con l indicazione.destinato solo alla preparazione di cibi cotti) a) Miele con gusto od odore anomali; b) fermentato od effervescente; c) surriscaldato.

2. IL PESO NETTO

La tolleranza di errore nel peso ammessa è del 3% per confezioni fino a 250 g; del 2% fino a 1000 g; dell'1% da 1000 a 5000 g. Nell'etichetta va indicato il peso netto, indicato con il simbolo "g" senza alcuna punteggiatura (si può usare anche la misura in Kg) che segue il peso. La dicitura Peso netto può essere omessa.

ESEMPI SI: 500 g 500 grammi 1 Kg 1 chilogrammo NO: g 500 grammi 500 500 grammi circa Chilogrammi 1 g.1000 100gr.

La disciplina metrologica (DPR 391/80) regolamenta le altezze minime dei caratteri in base al peso (volume) del prodotto: - Fino a 50 g: 2 mm. - da 50 g a 200 g 3 mm. - da 200 g a 1000 g 4 mm. - oltre 1000 g 6 mm.

Sanzioni Previste: peso non corrispondente: da 600 a 6000 euro; altezze dei caratteri non corrispondenti: da 51,6 a 516 euro.

3. SEDE, NOME O RAGIONE SOCIALE

Nelle etichette deve essere sempre indicato il nome del produttore (o la regione sociale o il marchio) e la sede di almeno uno dei seguenti soggetti: produttore, confezionatore o venditore. Inoltre deve essere indicata la sede dello stabilimento (laboratorio) di confezionamento, se non coincide con l informazione precedente già inserita in etichetta.

Esempi corretti: "Mario Rossi, via Fiori 4, Marino (RM)"; "prodotto e confezionato da Mario Rossi, via Fiori 4, Marino (RM)"; "prodotto da Mario Rossi, via Fiori 4, Marino (RM) e confezionato da Andrea Bianchi, via delle Camelie 2, Genzano (RM)"; prodotto e confezionato per Giorgio Bianchi, via Tagliamento 37, Bussolengo (Vr), da Dolcemiele, Zona Industriale - via del Commercio 9, Bussolengo (Vr) ; prodotto da Neri Ugo, Loc. Bassone, 12 (Vr).

Esempi errati: "prodotto e confezionato da Mario Rossi"; "prodotto e confezionato da Mario Rossi, per sé e per gli amici"; "apicoltura Mario Rossi, zona dei Castelli Romani"; Sanzione Prevista: da 600 euro a 3500 euro

4. L IDENTIFICATIVO DI LOTTO

Va indicato sempre, a tutela merceologica e sanitaria. I caratteri di stampa devono essere chiaramente leggibili. Si esprime con la lettera L seguita da: Numeri Lettere Numeri + lettere La lettera L può essere omessa solo se il lotto è ben distinto dalle altre indicazioni in etichetta. Può essere sostituito dal termine minimo di conservazione, se espresso con giorno/mese/anno

esempi corretti: "L 120/02"; "L aca 120"; L a 120/05 ; L 222 500 g ; "da consumarsi preferibilmente entro il 31./12/04". esempi errati: "numero di lotto 1333"; "(L) 120/02 ; L12@70. Sanzione prevista da 600 a 3500 euro.

5. IL PAESE DI ORIGINE

E obbligatorio menzionare sull etichetta il Paese o i Paesi d origine in cui il miele è stato raccolto. Nel nostro caso: Paese di origine: Italia, oppure: Miele italiano. Esempi: Paese d origine: Argentina ; Paese d origine: Italia ; Paesi di origine: Italia e Romania ; Paesi di origine Cina e Ungheria. Sanzione prevista: da 600 a 6000 euro.

Paese d origine 1) «miscela di mieli originari della CE»; 2) «miscela di mieli non originari della CE»; 3) «miscela di mieli originari e non originari della CE»; Con L. 11.3.2006 n. 81 : obbligo di indicazione in etichetta del Paese o dei Paesi in cui il miele è stato raccolto.

6. TERMINE MINIMO DI CONSERVAZIONE

E obbligatorio indicare la durabilità del miele come "termine minimo di conservazione" (T.M.C.) Il termine preferenziale di consumo è la data fino alla quale il responsabile della commercializzazione del prodotto ritiene che questo conservi le sue proprietà specifiche, restando entro i limiti di composizione stabiliti dalla norma.

In pratica si ritiene valido un T.M.C. = 18 mesi (indicato con mese ed anno). Altri, ritengono corretto un T.M.C. = 2 anni (in questo caso può essere indicato con il solo anno; ad es. da consumarsi preferibilmente entro la fine del 20011 ). Nel caso si volesse utilizzare il T.M.C. come numero di lotto, la data va messa come giorno/mese/anno

esempi corretti: "da consumarsi preferibilmente entro la fine del 2011"; "da consumarsi preferibilmente entro la fine di dicembre 2011"; "da consumarsi preferibilmente entro il 31/12/2011". esempi errati: "da consumarsi entro il 2011"; "da consumarsi preferibilmente entro il 2011. Sanzione prevista: da 600 a 3500 euro.

Decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7 (legge di conversione 2 aprile 2007, n. 40) Art. 4.Data di scadenza dei prodotti alimentari «2-bis. L'indicazione del termine minimo di conservazione deve figurare in modo facilmente visibile, chiaramente leggibile e indelebile ed in un campo visivo di facile individuazione da parte del consumatore».

Nello stesso campo visivo devono comparire Denominazione Peso netto Termine minimo di conservazione

7. IL SIGILLO DI GARANZIA

Il contenuto della confezione non deve essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata Il sigillo di garanzia garantisce il consumatore ed il produttore da eventuali manipolazioni Sul sigillo di garanzia si possono riportare i dati dell etichetta

Indicazioni facoltative Modalità di conservazione Anno di produzione Composizione Adempimenti ambientali

Grazie per l attenzione

MIELE: Che cosa indicare sugli imballaggi

MIELE: Che cosa indicare sugli imballaggi confezioni contenenti più unità di prodotto (ad esempio scatole con più i vasetti da 40 grammi) A) denominazione del prodotto (miele) B) numero delle confezioni e loro peso solo se queste informazioni non sono comprensibili chiaramente dall esterno C) il termine minimo di conservazione del prodotto con la durabilità più breve

MIELE: Che cosa indicare sugli imballaggi imballaggi di confezioni destinate alla vendita all ingrosso (ad esempio i pallets di vasetti destinati alla grande distribuzione) 1. indicare sui documenti di trasporto o sulle fatture accompagnatorie di vendita: a) denominazione di vendita (es. miele di acacia) b) quantità c) termine minimo di conservazione d) Lotto/i di appartenenza 2. indicare sull imballaggio a) denominazione di vendita (es. miele di acacia) b) quantità (es. 600 confezioni da 500 g) c) nome e sede del venditore

confezioni di miele sfuso destinate ad ulteriori lavorazioni (ad es. i fusti da 300 kg o i secchi da 25 kg) le indicazioni possono essere riportate sull'imballaggio o sul recipiente o sulla confezione o su una etichetta appostavi o sui documenti commerciali (fatture o documenti di trasporto) a. denominazione di vendita (es. miele di acacia) b. quantità netta c. nome o ragione sociale e sede del produttore o confezionatore o venditore d. lotto di appartenenza