1.2 Il concetto di settore nella teoria economica: criteri economici e regole empiriche di definizione dei confini settoriali OBIETTIVI SPECIFICI COMPRENDERE L INCERTEZZA INTRINSECA NELLA DEFINIZIONE DEI CONFINI SETTORIALI COMPRENDERE LA NATURA CONVENZIONALE DELLA DEFINIZIONE DI SETTORE ESSERE IN GRADO DI TRACCIARE, SE PUR IN MANIERA PROVVISORIA, I CONFINI DI UN SETTORE
IL DILEMMA DEI CONFINI SETTORIALI LA JAGUAR, DIVISIONE DELLA FORD MOTOR COMPANY, STA VALUTANDO LE SUE PROSPETTIVE PER I PROSSIMI DIECI ANNI. NELLA PREVISIONE DI REDDITIVITA DEL SETTORE, LA JAGUAR DEVE RITENERSI PARTE DEL SETTORE DEI VEICOLI A MOTORE E LORO PARTI (SIC 371)? SETTORE AUTOMOBILISTICO (SIC 3712)? SETTORE DELLE AUTO DI LUSSO? DEVE CONSIDERARE IL SUO SETTORE NAZIONALE (REGNO UNITO)? REGIONALE (EUROPA)? GLOBALE? COME TRACCIARE I CONFINI???
IL DILEMMA DEI CONFINI SETTORIALI I. DAL PUNTO DI VISTA DEL PRODOTTO SOSTITUIBILITA DAL LATO DELLA DOMANDA se i consumatori sono disposti a sostituire diversi tipi di automobili auto di lusso, sportive, berline, etc. sulla base del prezzo relativo, allora il mercato di riferimento della Jaguar è quello delle automobili piuttosto che il solo mercato delle auto di lusso SOSTITUIBILITA DAL LATO DELL OFFERTA se i produttori possono facilmente spostare la loro produzione dalle auto di lusso alle berline, alle auto sportive, etc. allora la Jaguar compete all interno del mercato automobilistico
IL DILEMMA DEI CONFINI SETTORIALI II. DAL PUNTO DI VISTA GEOGRAFICO SOSTITUIBILITA DAL LATO DELLA DOMANDA se i consumatori sono disposti a sostituire la auto disponibili sui diversi mercati nazionali allora il mercato è globale SOSTITUIBILITA DAL LATO DELL OFFERTA se i produttori possono facilmente spostare la loro produzione e la distribuzione nei diversi mercati nazionali allora il mercato è globale COME MISURARE LA SOSTITUIBILITA? COME DEFINIRE IL SETTORE?
IL CONCETTO DI SETTORE NELLA LETTERATURA ECONOMICA Nello schema neoclassico tradizionale (Marshall) un mercato è costituito dall insieme delle negoziazioni intercorrenti tra produttori e acquirenti di un prodotto, quindi un SETTORE è formato da tutte le imprese produttrici di un identico bene Prevale il criterio di similitudine tra prodotti che presuppone una totale 1 OMOGENEITA interna e DISOMOGENEITA esterna Questo criterio vale in condizioni di monopolio o concorrenza perfetta. Nelle altre forme di mercato è messo in discussione dalla INTERDIPENDENZA tra prodotti: sul fronte della DOMANDA riflette il grado di sostituibilità tra gli stessi (elasticità incrociata); la sostituibilità è funzionalmente dipendente dall ampiezza della variazione percentuale del prezzo sul fronte della OFFERTA che dipende dall organizzazione produttiva delle imprese e dalla loro capacità di diversificazione
IL CONCETTO DI SETTORE NELLA LETTERATURA ECONOMICA 2 L interdipendenza tra prodotti impedisce di tracciare demarcazioni precise e stabili nel tempo fra settori o gruppi di imprese. Si aggiunge quindi un secondo criterio, la similitudine tra processi produttivi, che esprime la sostituibilità sul fronte dell offerta 3 Dopo gli anni 50, gli economisti introducono un terzo criterio, l interdipendenza tra imprese che esprime la capacità di un impresa di sottrarre domanda al concorrente prescindendo da una similitudine di processi produttivi In sintesi, il grado di interdipendenza economica che si manifesta tra due prodotti deriva dal gioco congiunto di un numero elevato di fenomeni legati alla domanda, all offerta e alle dinamiche tra imprese COME MISURARE L INTERDIPENDENZA??
I CRITERI EMPIRICI DI SUDDIVISIONE SETTORIALE: l elasticità incrociata Il criterio tradizionalmente adottato è l elasticità incrociata della domanda rispetto al prezzo Il criterio pone diverse problematiche: Quante elasticità incrociate considerare; Quale orizzonte temporale; Soglia di elasticità (e implicazioni sul profitto); È difficile depurare il fenomeno analizzato dall effetto di fattori esterni (domanda e tecnologia). Si assume che i consumatori siano informati sulle variazioni di p. Il grado di diversificazione dell offerta influenza l interdipendenza tra prodotti. L elasticità incrociata ha una scarsa operatività intrinseca (rischia di considerare tutti i prodotti in qualche misura interdipendenti) ma non si può scartare Si rende necessario ricercare ulteriori CRITERI EMPIRICI aggiuntivi o sostitutivi su cui basare i due necessari elementi di omogeneità (sia pure parziale) interna al settore e di disomogeneità (sia pure parziale) verso tutti i restanti settori
I CRITERI EMPIRICI DI SUDDIVISIONE SETTORIALE: i fattori di omogeneità I. OMOGENEITA E DISOMOGENEITA SUL FRONTE DEI BISOGNI Nella società moderna non si parla più di singolo bisogno, ma di grappoli di bisogni tra loro interrelati: Il singolo atto di acquisto soddisfa contemporaneamente più bisogni che diventano così interdipendenti (es. acquisto di cibi raffinati) Il bisogno può essere soddisfatto da una quantità interminabile di prodotti, ciascuno dei quali assume una certa sostituibilità con tutti gli altri (es. il bisogno di affermare il proprio status sociale) IL CRITERIO DEI BISOGNI COME UNICO FATTORE DI DEMARCAZIONE SETTORIALE E ALEATORIO
I CRITERI EMPIRICI DI SUDDIVISIONE SETTORIALE: i fattori di omogeneità II. OMOGENEITA E DISOMOGENEITA SUL FRONTE DELLA TECNOLOGIA Il processo di industrializzazione delle società moderne favorisce le interconnessioni tecnologiche all interno di ciascun prodotto e tra settori diversi disomogeneità tecnologica non significa necessariamente assenza di concorrenza: i prodotti originati dall impiego di tecnologie diverse provocano una interdipendenza tra più settori omogeneità tecnologica non significa necessariamente concorrenza: la medesima tecnologia può essere utilizzata per prodotti del tutto estranei sotto il profilo del confronto concorrenziale IL CRITERIO DELLA TECNOLOGIA COME UNICO FATTORE DI DEMARCAZIONE SETTORIALE E ALEATORIO
I CRITERI EMPIRICI DI SUDDIVISIONE SETTORIALE: i fattori di omogeneità III. OMOGENEITA E DISOMOGENEITA SUL FRONTE DELLA STRUTTURA DELL OFFERTA E DELLA DOMANDA Sul fronte dell offerta: grado di concentrazione e frammentazione, canali distributivi, rilevanza economie di scala, integrazione e lunghezza del ciclo produttivo, struttura dei costi, etc. Sul fronte della domanda: grado di concentrazione, tipologia, tipo di bisogno che soddisfa, importanza della qualità del prodotto, etc. IL CRITERIO DELLA STRUTTURA DELL OFFERTA E DELLA DOMANDA HA UN PRECISO SIGNIFICATO ECONOMICO, GARANTISCE UN ELEVATA FLESSIBILITA OPERATIVA MA IL SUO IMPIEGO RICHIEDE UNA BUONA DOSE DI SOGGETTIVITA
I CRITERI EMPIRICI DI SUDDIVISIONE SETTORIALE In SINTESI Tutti i sistemi di classificazione sono inevitabilmente convenzionali e consentono una rappresentazione STATICA del settore Il settore è una realtà DINAMICA i cui confini sono resi MOBILI da mutamenti sul fronte dell offerta, della domanda e della tecnologia L identificazione di uno specifico settore ha una VALIDITA STORICAMENTE DETERMINATA: nel tempo cambiano non solo i criteri di disomogeneità esterna, ma anche quelli di omogeneità interna giacché le imprese diventano soggetti attivi di cambiamento Una definizione eccessivamente rigida di settore rischia di privare le imprese di ogni specifica connotazione e autonomia operativa
IL SETTORE COME CATEGORIA CONCETTUALE Eliminare il concetto di settore significa perdere un termine di paragone concreto su cui valutare il grado di efficienza delle imprese che verrebbero così confrontate con l intero sistema economico isolare le singole imprese, quasi che le loro strategie non abbiano alcuna influenza l una sull altra, e annullare il concetto di concorrenza La definizione di settore costituisce necessariamente un operazione teorica, preliminare all analisi della struttura settoriale e sistematicamente soggetta a revisioni via via che procede lo studio e quindi la conoscenza del settore. Il settore non è una realtà oggettiva ma una creazione dell economista, utile per circoscrivere una parte dell intero sistema economico ed analizzarla in modo isolato.
IL SETTORE COME CATEGORIA CONCETTUALE Il settore come categoria concettuale viene inteso come LUOGO ECONOMICO AL CUI INTERNO OPERANO LE IMPRESE IN GRADO DI ESERCITARE RECIPROCAMENTE UN GIOCO DI CONCORRENZA EFFETTIVA O POTENZIALE (Caves e Porter, 1977) I più recenti studi di economia industriale definiscono il settore come porzione del sistema economico nella quale sono aggregate imprese simili che producono beni simili e sono tra loro interdipendenti Tre diventano gli elementi rilevanti: Similitudine tra processi produttivi (sostituibilità dal lato dell offerta) Similitudine tra prodotti (sostituibilità dal lato della domanda) Interdipendenza tra produttori
REGOLE EMPIRICHE PER DEFINIRE I CONFINI SETTORIALI I confini settoriali non possono essere determinati da caratteristiche permanenti di un prodotto, di una tecnologia o di un mercato, ma devono essere definiti dagli elementi (tanto nella struttura della domanda che dell offerta) che appaiono maggiormente in grado di influenzare il gioco concorrenziale: A. Nel breve periodo si può ricorrere all elasticità incrociata B. Nel medio periodo bisogna selezionare i criteri empirici che riflettono la direzione più probabile della dinamica di trasformazione settoriale, ovvero individuare i fattori in grado di trasformare la concorrenza da potenziale ad effettiva C. La regola del 50% di Bain
REGOLE EMPIRICHE PER DEFINIRE I CONFINI SETTORIALI A. IL CRITERIO DELL ELASTICITA INCROCIATA Se una piccola variazione percentuale del prezzo del bene B (in aumento o in diminuzione) è in grado di influenzare sensibilmente (in percentuale) la quantità venduta (in aumento o in diminuzione) del bene A, allora vi è un evidente rapporto concorrenziale che impone di considerare A e B come imprese appartenenti allo stesso settore. Questo criterio è valido solo nel breve (brevissimo) periodo, in condizioni di stabilità di mercato: nel lungo periodo perde la sua applicabilità perché richiederebbe di misurare fenomeni che non si sono ancora verificati.
REGOLE EMPIRICHE PER DEFINIRE I CONFINI SETTORIALI B. IL CRITERIO DELLE OMOGENEITA Una soluzione tecnicamente semplificata di questo approccio suggerisce di definire il settore come luogo economico dato dall intersezione di alcuni fondamentali fattori di omogeneità, I fattori di omogeneità possono essere tipo di bisogno soddisfatto tipo di tecnologia utilizzata nella produzione tipo di materiali impiegati tipo di struttura commerciale Le imprese che presentano una elevata omogeneità in tutti e quattro i fattori sono da considerare concorrenti effettivi e quindi appartenenti al medesimo settore Le imprese che presentano elementi di omogeneità solo in alcuni fattori sono da considerare concorrenti potenziali
REGOLE EMPIRICHE PER DEFINIRE I CONFINI SETTORIALI IMPRESE AVENTI OMOGENEITA NEL BISOGNO SODDISFATTO SETTORE IMPRESE AVENTI OMOGENEITA TECNOLOGICHE IMPRESE AVENTI OMOGENEITA COMMERCIALI IMPRESE AVENTI OMOGENEITA NEI MATERIALI
REGOLE EMPIRICHE PER DEFINIRE I CONFINI SETTORIALI C. LA REGOLA DEL 50% DIBAIN Due imprese appartengono allo stesso settore se condividono almeno il 50% della domanda e almeno il 50% dell offerta Le condizioni devono essere soddisfatte contemporaneamente: se due imprese condividono il 100% della clientela ma meno del 50% dell offerta appartengono a due settori diversi (diversa tecnologia produttiva) se due imprese condividono il 100% della tecnologia ma meno del 50% della clientela appartengono a mercati diversi
SPAZIO DEDICATO ALLA DIDATTICA INTERATTIVA COMPLETARE LA SEGUENTE TABELLA PRODOTTO SOSTITUIBILE DAL PUNTO DI VISTA DELLA DOMANDA MA NON DELL OFFERTA PRODOTTO SOSTITUIBILE DAL PUNTO DI VISTA DELLA OFFERTA MA NON DELLA DOMANDA
SPAZIO DEDICATO ALLA DIDATTICA INTERATTIVA TRA GLI ESEMPI INDIVIDUATI, IN QUALI CASI SI SVILUPPA UNA INTERDIPENDENZE TRA IMPRESE, OVVERO IN QUALI CASI LE IMPRESE POSSONO RITENERSI CONCORRENTI? RANA, BARILLA, FINDUS E FERRERO POSSONO CONSIDERARSI CONCORRENTI? EFFETTIVI O POTENZIALI? IN BASE A QUALI DEI CRITERI INDIVIDUATI (omogenita bisogni, tecnologia, struttura settore)?