http://www.sinedi.com ARTICOLO 15 SETTEMBRE 2007 IL RAPPORTO BANCA IMPRESA STA CAMBIANDO? Fin dal passato il rapporto tra banca e soggetti economici non è mai stato stabile e lineare e questo dipende in buona parte dalla struttura del tessuto economico italiano. Le piccole e medie imprese, che rappresentano la maggior parte del mercato, fanno molto ricorso all autofinanziamento e si rivolgono al mondo creditizio soprattutto per finanziamenti di breve periodo. La conseguenza di tutto ciò è la presenza di aziende sottocapitalizzate con molto credito a breve e poco credito a medio lungo termine. Secondo una ricerca condotta da Banca d Italia API su dati 2006, la durata media della relazione con la banca principale è di circa 9 anni (si veda la tabella sotto riportata). Fonte: Banca d Italia-API, 2006 Il processo di concentrazione in atto negli ultimi anni nel settore bancario e l introduzione di Basilea 2 stanno determinando dei cambiamenti nelle relazioni tra istituti di credito e imprese. Le banche rispetto al passato richiedono sempre più alle aziende interventi sui mezzi
propri, e pongono una maggiore attenzione alla classe di portafoglio rispetto al singolo cliente. L azienda, da parte sua, deve cominciare a considerare un nuovo indicatore direzionale, il rating; con Basilea 2, infatti, il miglioramento o il peggioramento della classe di rating esprime un giudizio esterno tangibile sulle scelte aziendali, in quanto impatta sulla dimensione e sul costo del credito. In altre parole il rating è l impresa e la sua strategia vista dalla banca. Ciononostante, da alcune ricerche condotte dall Ufficio Studi della Banca d Italia poche imprese hanno notato cambiamenti nelle banche. Tra quelli evidenziati ci sono: aumenti nei tempi di istruttoria e nella durata delle operazioni; richiesta di maggiori informazioni qualitative. Dalla stessa indagine emerge che le imprese hanno come esigenza la riduzione del numero di banche finanziatrici. Fonte: Banca d Italia API. Per quanto riguarda gli effetti di Basilea 2, circa il 50% delle PMI italiane ne è a conoscenza; in particolare due sono gli aspetti principali rilevati: 1. un nuovo ruolo della banca, che dovrà essere considerato come uno dei fornitori strategici per le imprese, una sorta di consulente finanziario di medio lungo periodo. Oggi, sovente, la finanza a breve termine viene dopo le decisioni aziendali; c è bisogno in futuro di una finanza che si affianchi alle scelte strategiche dell impresa, attraverso una maggiore condivisione dei programmi e dei piani di sviluppo tra banca ed impresa; 2/5
2. un aumento del grado di trasparenza e patrimonializzazione dell impresa con conseguente maggiore solidità patrimoniale che è, insieme alla capacità di generare flussi di cassa, uno degli elementi cardine dei sistemi di valutazione di rating. Da un altra analisi condotta su imprese di medio-grandi dimensioni dall Associazione Italiana Tesorieri d Impresa e da Financial Innovations, emerge che tali aziende: Non hanno un rapporto conflittuale con le banche e solo il 5% ritiene che aumentare la concorrenza possa portare dei benefici alla propria situazione finanziaria; Continuano a focalizzarsi esclusivamente su strumenti di debito, in particolare quelli bancari; Non hanno ancora ben identificato le azioni da intraprendere per migliorare il rating; Hanno una scarsa conoscenza degli strumenti innovativi: solo il project financing si inserisce tra gli strumenti presi in considerazione. Da notare, a differenza delle piccole e medie imprese, come le medio- grandi imprese abbiano notato l importanza di aumentare i mezzi propri, ma sono meno disponibili a farlo. Dal punto di vista del sistema bancario, accanto al consolidamento dei rapporti di finanziamento tradizionali, saranno sempre più proposte azioni correttive attraverso interventi di venture capital, private equity e di corporate finance. Inoltre, il processo di aggregazione bancaria in atto se da un lato avrà una ricaduta positiva per le aziende, in termini di maggiori servizi, specializzazioni e l opportunità di essere proiettate all estero, dall altro bisognerà: evitare il rischio di una spersonalizzazione del rapporto banca impresa, che rimane pur sempre di tipo fiduciario; velocizzare le decisioni, perché, a causa dello spostamento dei centri di comando queste potrebbero diventare più lente, mentre gli imprenditori hanno bisogno di risposte rapide e immediate. La sfida per gli istituti di credito sarà quella di essere glocal, ovvero essere globali ma allo stesso tempo con radici locali per conoscere l economia territoriale ed essere in grado di comprendere e rispondere con rapidità alle esigenze delle imprese. 3/5
In questo scenario in cui le aziende sono chiamate a dare maggiore attenzione alla struttura finanziaria, i canali di comunicazione con il sistema bancario dovranno essere rafforzati, in modo da ridurre l asimmetria informativa. L asimmetria informativa si genera quando l informazione non è distribuita in modo uniforme tra gli operatori; con riferimento al mercato del credito l asimmetria informativa può essere definita: ex ante, come l incapacità dei soggetti finanziatori di valutare il profilo di rischio dei soggetti da finanziare e quindi riduce l accesso al credito e/o non attrae aziende buone prenditrici (adverse selection); ex post, come l impossibilità di controllare le azioni dell impresa finanziata una volta erogato il finanziamento. Per ridurre questa asimmetria, il ruolo dell azienda, in particolare della PMI, deve essere proattivo nel fornire dati ed informazioni relativamente a : Dati di bilancio (es: budget, forecast, riclassificazioni gestionali); Dati andamentali (es: utilizzo linee per singola banca, evoluzione futura dei saldi); Informazioni qualitative e gestionali (es: andamento portafoglio ordini vendita, grado di concentrazione clienti e fornitori, grado di utilizzo della capacità produttiva); Informazioni settoriali (es: dimensione del mercato, competitor di riferimento, KPI fisici ed economico-finanziari). Sono tutte informazioni e dati di cui l azienda dispone in anticipo sulla banca, che, se forniti e condivisi, le permettono di non finire in situazioni di adverse selection. 4/5
PER APPROFONDIRE Golonia D., 2006, Guida a Basilea 2. Buffetti Editore, Milano. Lenonci F., Peola S., 2004, Negoziare con le banche alla luce di Basilea 2. Ipsoa, Milano. Materiale Convegno IFFI 2007, Il costo del credito fra prassi consolidate e Basilea 2, Milano Merlo M., 2007, Il nuovo rapporto banca-impresa. Guida pratica per imprenditori, dirigenti aziendali e quadri direttivi bancari. Edizioni Franco angeli, Milano. www.fondazionenordest.net 5/5