Nicola Magnavita Istituto di Medicina del Lavoro, UCSC, Roma
Finalità Questo studio indaga le relazioni tra caratteristiche individuali, fattori di rischio professionali fisici e psicosociali e disturbi muscolo- scheletrici nel personale di assistenza sociale.
I disturbi Le attività professionali di aiuto a pazienti con handicap psichico e motorio sono associate ad una elevata frequenza di disturbi muscoloscheletrici. Tra i fattori di rischio si pone al primo posto la movimentazione manuale degli assistiti, che si svolge generalmente in ambienti domestici sui quali il datore di lavoro e l operatore non hanno alcuna possibilità di intervento, e non di rado richiede sforzi non programmati e improvvisi con iperestensione ( saving people ), o il mantenimento prolungato di posture non corrette.
Causa dei disturbi E dimostrato che taluni fattori psicosociali, come il carico di lavoro e il sostegno sociale sul lavoro, o le specifiche caratteristiche psichiche del soggetto, influenzano la frequenza dei sintomi. La programmazione di un intervento preventivo non può prescindere dalla valutazione del rilievo di questi fattori.
Indagine La popolazione studiata si compone di 342 lavoratori di una cooperativa, addetti ad assistenza domiciliare, scolastica ed ambulatoriale.
Metodo lo studio, a carattere trasversale, ha fatto uso di: un questionario circa la presenza attuale o remota (ultimi 12 mesi) di disturbi muscoloscheletrici, la percezione del sostegno sociale da colleghi e superiori, la percezione dello stress da lavoro secondo il modello di Karasek, i livelli di ansia e depressione misurati con le scale di Goldberg.
Il rischio I lavoratori erano stati classificati a rischio alto o, rispettivamente, basso di movimentazione manuale in funzione della mansione lavorativa prevalente nel Documento di Valutazione dei Rischi aziendale. Il Documento attribuiva il rischio maggiore ai soggetti addetti all assistenza domiciliare di pazienti totalmente o parzialmente non autosufficienti per handicap fisico o psichico, mentre il livello di rischio minore era attribuito ai lavoratori addetti ad assistenza scolastica, assistenza di adulti autosufficienti e attività impiegatizie.
Analisi statistica Per valutare l influenza dei diversi possibili fattori determinanti sui disturbi muscoloscheletrici si è fatto ricorso all analisi di regressione logistica, con metodo di selezione forward stepwise basato sulla massima verosimiglianza
Risultati Circa l 80% dei lavoratori lamentava la presenza di almeno un sintomo muscoloscheletrico negli ultimi 12 mesi. Le regioni lombare, cervicale e dorsale del rachide sono le più colpite. Un discreto numero di lavoratori riferiva contemporaneamente numerosi sintomi, in più distretti corporei
I sintomi ULTIMO ANNO ATTUALI DISTRETTO N. % N. % CORPOREO Collo 173 50.6 70 20.5 Spalla 134 39.2 66 19.3 Gomito 38 11.1 21 6.1 Polsi 76 22.2 38 11.1 Dorso 145 42.2 65 19.0 Schiena 115 33.6 51 14.9 Anche, cosce 39 11.4 26 7.6 Ginocchia 80 23.4 34 9.9 Caviglie, piedi 64 18.7 52 15.2
Sintomi e tipo di lavoro La frequenza dei disturbi muscoloscheletrici variava a seconda delle diverse attività di assistenza, risultando minima tra gli addetti all assistenza scolastica, massima negli assistenti ai portatori di handicap sintomi muscoloscheletrici attuali sintomi muscoloscheletrici remoti anziani handicap diurno impiegati scolastici Totale anziani handicap N Media Std. Deviation 95% Confidence Interval for Mean Lower Bound Upper Bound 97.78 1.459.49 1.08 63 1.13 2.036.61 1.64 41.93 1.849.34 1.51 72 1.03 1.800.60 1.45 69.35.837.15.55 342.83 1.625.65 1.00 97 2.51 1.964 2.11 2.90 63 2.97 2.416 2.36 3.58 F= 2.406 p=.049 diurno impiegati 41 2.54 2.215 1.84 3.24 72 2.89 2.166 2.38 3.40 F=3.608 p=.006 scolastici 69 1.77 1.526 1.40 2.13 Totale 342 2.53 2.084 2.30 2.75
Lo stress da lavoro Anche lo strain da lavoro percepito, calcolato secondo il modello di Karasek come rapporto tra le richieste del lavoro ( demand ) e la discrezionalità di ciascun lavoratore ( control ), risultava minore tra gli addetti all assistenza scolastica, maggiore tra gli addetti all assistenza agli anziani e ai portatori di handicap
Job strain Media Std. Deviation 95% Confidence Interval for Mean anziani handicap Lower Bound Upper Bound Anova 1.0695.34562.9998 1.1391.9854.39009.8871 1.0836 diurno impiegati scolastici Totale.8020.23341.7283.8757.9794.42801.8788 1.0799.7111.22212.6578.7645.9306.36598.8917.9696 F=13.313 p=.000
Sostegno sociale Media Std. Deviation 95% Confidence Interval for Mean anziani handicap Lower Bound Upper Bound Anova 19.01 4.360 18.13 19.89 19.35 3.293 18.52 20.18 diurno impiegati scolastici Total 20.41 3.667 19.26 21.57 20.36 3.728 19.49 21.24 20.71 3.930 19.77 21.65 19.87 3.920 19.45 20.29 F= 2.774 p=.027 Il sostegno sociale, viceversa, era maggiore per gli addetti ai servizi scolastici e al diurno rispetto alle altre categorie di lavoratori
Mal di schiena (1 anno) Variable(s) entered on step 1: DEPRESS. Variable(s) entered on step 2: DEMAND. Step 2(b) DEMAND DEPRESS B S.E. Sig. Exp(B) 95.0% C.I.for EXP(B) Lower Upper.090.043.034 1.095 1.007 1.190.163.059.005 1.177 1.050 1.321 Constant -3.681.752.000.025
Mal di schiena (attuale) Variable(s) entered on step 1: DEPRESS. Variable(s) entered on step 2: DEMAND. Step 2(b) DEMAND DEPRESS B S.E. Sig. Exp(B) 95.0% C.I.for EXP(B) Lower Upper.339.088.000 1.403 1.181 1.666.285.092.002 1.329 1.110 1.591 Constant -10.338 1.578.000.000 Sia il mal di schiena acuto che quello cronico, (presente nell ultimo anno) sono risultati significativamente associati con il carico di lavoro ( demand ) e con la depressione.
Disturbi attuali al dorso Variable(s) entered on step 1: DEPRESS. bvariable(s) entered on step 2: ETA. Step 2(b) ETA DEPRESS B S.E. Sig. Exp(B) 95.0% C.I.for EXP(B) Lower Upper.043.020.035 1.044 1.003 1.086.422.081.000 1.524 1.300 1.788 Constant -8.836 1.363.000.000 I disturbi dorsali acuti sono risultati correlati con fattori personali, quali l età e la depressione. I disturbi al dorso comparsi nell ultimo anno sono risultati correlati, oltre che all età e alla depressione, anche all ansia dei soggetti che li riportano
Disturbi cervicali (attuali) Variable(s) entered on step 1: DEPRESS. Variable(s) entered on step 2: CONTROL. Variable(s) entered on step 3: DEMAND. Variable(s) entered on step 4: SESSO Step 6(e) SESSO DEMAND CONTROL ANXIETY Costante B S.E. Sig. Exp(B) 95.0% C.I.for EXP(B) Lower Upper 1.442.444.001 4.231 1.772 10.102.125.065.055 1.133.997 1.286 -.100.042.018.905.833.983.253.071.000 1.288 1.122 1.480-7.693 1.558.000.000 Nel caso dei disturbi cervicali presenti al momento della visita, l analisi di regressione ha identificato il concorso di fattori psicologici (l ansia entra nel modello finale, la depressione è inclusa nel modello al primo step, quindi risulta esclusa dopo il quinto step), individuali (più colpito il genere femminile) e legati al lavoro ( demand e control ).
Conclusioni La nostra osservazione conferma che i lavoratori addetti all assistenza sociale presentano con elevata frequenza disturbi muscolo- scheletrici, a carico dei diversi distretti corporei, ma con maggior prevalenza a carico del dorso, della regione lombare e cervicale. E riconosciuto il rapporto di questi disturbi con le attività di movimentazione dei pazienti
Contrariamente alle attese, i disturbi muscoloscheletrici non risultano correlati con l esposizione al rischio di movimentazione dei pazienti, o almeno con la stima di tale rischio che deriva dal documento di valutazione dei rischi professionali redatto a cura del datore di lavoro.
Ciò potrebbe indicare una erronea attribuzione delle classi di rischio, derivante dalla mobilità interna dei lavoratori tra mansioni a maggiore o minore rischio, e ancora di più dalla imprevedibilità degli sforzi fisici, che variano nel tempo in funzione delle condizione di salute degli assistiti.
E segnalata da tempo una associazione dei disturbi muscoloscheletrici con condizioni di stress da lavoro) e, più in generale, con la percezione psicosociale dell ambiente di lavoro. Le cooperative sociali potrebbero rappresentare un ambiente lavorativo più sano di quello delle strutture ospedaliere, nonostante l elevato grado di precarietà del lavoro cooperativo, proprio per la peculiarità socio- culturale del modello, caratterizzato da alta aggregazione sociale e bassa costrittività