Politecnico di Milano Corso di Analisi e Geometria 1. Federico Lastaria

Documenti analoghi
Indice. Calcolo differenziale Parte seconda. Mauro Saita Versione provvisoria. Novembre

Soluzioni degli Esercizi per il Corso di Istituzioni di Matematica. x2 1 x x + 7 ; d) f (x) =

Definizione (Derivata come limite del rapporto incrementale) Se esiste finito (cioè, non + o ) il limite del rapporto incrementale

APPELLO C AM1C 19 Gennaio f(x) = log( x + 2) x

Funzione derivabile. La derivata.

Argomento 6 Derivate

1) Applicando la definizione di derivata, calcolare la derivata in x = 0 delle funzioni: c) x + 1 d)x sin x.

CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi risolti

ESERCIZI SUI PUNTI DI NON DERIVABILITÀ TRATTI DA TEMI D ESAME

Matematica Lezione 19

Esercizi svolti. a 2 x + 3 se x 0; determinare a in modo che f risulti continua nel suo dominio.

Argomento 6: Derivate Esercizi. I Parte - Derivate

Funzioni derivabili (V. Casarino)

Calcolo differenziale I

Osservazione: ogni informazione ricavata va inserita immediatamente nel grafico.

Corso di Analisi Matematica Calcolo differenziale per funzioni di una variabile

Politecnico di Milano Corso di Analisi e Geometria 1. Federico Lastaria Formule di Taylor Ottobre 2012

4. CALCOLO DIFFERENZIALE PER FUNZIONI DI UNA VARIABILE REALE.

1 Note ed esercizi risolti a ricevimento

QUESITI DI ANALISI Derivate versione senza graci

3. CALCOLO DIFFERENZIALE PER FUNZIONI DI UNA VARIABILE REALE.

Universitá degli Studi Roma Tre - Corso di Laurea in Matematica. Tutorato di AM120

SECONDO TEST DI ANALISI 1 per i CdL in FISICA e MATEMATICA, a.a. 2016/17 assegnato in data lim

Laurea in Informatica Corso di Analisi Matematica Calcolo differenziale per funzioni di una variabile

Calcolo differenziale. Parte seconda. CALCOLO DIFFERENZIALE Parte Seconda. Mauro Saita. Versione provvisoria. Gennaio 2016.

Derivate. 24 settembre 2007

Limiti. Lezione per Studenti di Agraria Università di Bologna. (Università di Bologna) Limiti 1 / 24

Lezioni di Matematica 1 - I modulo

Retta Tangente. y retta tangente. retta secante y = f(x) f(x )

y retta tangente retta secante y = f(x)

Esercizi proposti. x b) f(x) = 2. Determinare i punti di non derivabilità delle funzioni

Esempi di QUESITI sulle derivate con risoluzione

Corso di Analisi Matematica

M174sett.tex. 4a settimana Inizio 22/10/2007. Terzo limite fondamentale (sul libro, p. 113, è chiamato secondo ) lim x 1 x 0 x

10 - Massimi, minimi e flessi

Appunti di Matematica 5 - Derivate - Derivate. Considero una funzione e sia e definita in un intorno completo di.

Corso di Analisi Matematica

1 Polinomio di Taylor 1. 2 Formula di Taylor 2. 3 Alcuni sviluppi notevoli 2. 4 Uso della formula di Taylor nel calcolo dei limiti 4

Istituzioni di Matematiche quarta parte

Lezione 11 (30 novembre)

CORSO DI ANALISI MATEMATICA 2 SOLUZIONI ESERCIZI PROPOSTI 11/03/2013

PROVA SCRITTA ANALISI II

Università degli Studi di Verona

Derivate di funzioni 1 / 40

rapporto tra l'incremento della funzione e l' incremento corrispondente della

ISTITUTO SUPERIORE XXV APRILE LICEO CLASSICO ANDREA DA PONTEDERA classi 5A-5B PROGRAMMA DI MATEMATICA

Limiti di funzioni. Mauro Saita Versione provvisoria. Ottobre 2015

La derivata. variabile indipendente x. Definiamo f := f(x) f(x 0 ) l incremento (positivo o negativo) della variabile dipendente.

4.3 Teoremi sulle funzioni derivabili

1 è l estremo inferiore della funzione (inf f = 1 R) e quindi la funzione è limitata inferiormente

DERIVATA DI UNA FUNZIONE REALE. In quanto segue denoteremo con I un intervallo di IR e con f una funzione di I in IR.

Dominio di f ed eventuali simmetrie: Il dominio di f è definito dall insieme degli x R che verificano le condizioni:

SOLUZIONI 3. f (x) = (x 2 1) 2/3 e x. (x 2 1) 2/3 e x 0 x R. x 4/3 e x = e 4/3 log x e x

Equazione della retta tangente al grafico di una funzione

Analisi I - IngBM COMPITO B 20 settembre 2014 MATRICOLA... VALUTAZIONE =...

Lo studio di funzione. 18 febbraio 2013

SOLUZIONE DEGLI ESERCIZI DEL FOGLIO N. 7

Corso di Analisi Matematica Limiti di funzioni

Esercizio 1. Per quali valori di h e k le seguenti funzione sono derivabili? x 3 sin 1 x 0. 0 x = 0. x cos 1 x > 0

Esercizi di Matematica per le Scienze Studio di funzione

Matematica e Statistica per Scienze Ambientali

Funzioni continue. quando. se è continua x I.

Corso di Laurea in Matematica Applicata PROVA DI ANALISI MATEMATICA 1 Mod. 1-1/12/2014 Tipologia A

Per cominciare, osserviamo che f si ottiene traslando di 2, nella direzione negativa dell asse x, la funzione. g(x) = x e x

Per cominciare, osserviamo che f si ottiene traslando di 2, nella direzione negativa dell asse x, la funzione. g(x) = x e x

STUDIO di FUNZIONE. c Paola Gervasio - Analisi Matematica 1 - A.A. 2018/19 Studio di funzione cap6b.pdf 1

Retta Tangente. y retta tangente. retta secante y = f(x) f(x )

Università degli Studi di Verona

Analisi e Geometria 1 Politecnico di Milano Ingegneria

Teoremi fondamentali dell'analisi Matematica versione 1

Teoremi sulle funzioni derivabili. 18 febbraio 2013

Matematica A Corso di Laurea in Chimica. Prova scritta del Tema A

ANALISI MATEMATICA I MODULO, I e II MODULO, II MODULO CORSO DI LAUREA IN INFORMATICA

1. Calcolo Differenziale per funzioni di una variabile

Corso di Analisi Matematica. Calcolo differenziale

2 + 2(seny) 2 per (x, y) (0, 0),

Università degli Studi di Verona

Correzione del secondo compitino di Analisi 1 e 2 A.A. 2014/2015

Sviluppi e derivate delle funzioni elementari

Derivate. Hynek Kovarik. Analisi A. Università di Brescia. Hynek Kovarik (Università di Brescia) Derivate Analisi A 1 / 33

Limiti di funzioni di una variabile

a a e coincide quindi con la lunghezza del lato della ruota quadrata. 3) Dalla similitudine dei triangoli ACL e ALM, abbiamo che CL AL CA = AM

Derivate. Rette per uno e per due punti. Rette per uno e per due punti

Politecnico di Milano Ingegneria Industriale Analisi Matematica 1 e Geometria

Regole di derivazione Ulteriori concetti Teorema di Fermat Monotonia e punti di estremo Convessità e punti di flesso Teorema di de l Hôpital

Analisi Matematica I Primo Appello ( ) - Fila 1

1.3. Se esistono i limiti sinistro e destro della funzione in un punto, allora esiste anche il limite della funzione nel punto stesso.

Dispense di Matematica Analisi Matematica. Riccarda Rossi

SOLUZIONI ESERCIZI ASSEGNATI LEZIONI Contents 1. SOLUZIONI ESERCIZI LEZIONI SOLUZIONI ESERCIZI LEZIONI

STUDIO DI UNA FUNZIONE INTEGRALE. Z x. ln t ln t 2 2 dt. f(x) =

Infiniti e infinitesimi col simbolo di Laudau

a) Determinare il dominio, i limiti agli estremi del dominio e gli eventuali asintoti di f. Determinare inoltre gli zeri di f e studiarne il segno.

Corso di Laurea in Scienze Biologiche Prova scritta di Matematica del 26/01/2007

Esercizi di Analisi Matematica 1, utili per la preparazione all esame scritto - Seconda parte SOLUZIONI

ESERCIZIARIO SULL'APPLICAZIONE DELLE DERIVATE

ANALISI MATEMATICA I per Ingegneria Aerospaziale - A.A Diario delle lezioni. Mercoledì 2 ottobre 2013 (2 ore)

Transcript:

Politecnico di Milano Corso di Analisi e Geometria 1 Federico Lastaria federico.lastaria@poi.it Limiti di derivate. Punti angolosi e di cuspide. Ottobre 2012 Indice 1 Limiti della derivata e punti di non derivabilità 1 1.1 Limiti delle derivate................................ 2 1.2 Osservazioni..................................... 4 1.3 Punti angolosi e di cuspide............................ 6 1 Limiti della derivata e punti di non derivabilità Sia f una funzione definita su un intorno U di x 0 R, continua su U e derivabile in ogni punto x U diverso da x 0. (Non facciamo inizialmente nessuna ipotesi sull esistenza o meno della derivata in x 0 ). Vediamo quali informazioni si possono trarre dallo studio dei iti f (x), f (x), f (x) Lo scopo è di avere informazioni sulla eventuale derivabilità di f in x 0 e sul grafico locale di f in un intorno di x 0. Lo strumento teorico che useremo è il teorema di de L Hôspital, conseguenza del teorema degli incrementi finiti di Cauchy. Per comodità, ricordiamo l enunciato di questo teorema (senza ripeterne la dimostrazione) nel caso dei iti da destra. Un enunciato del tutto simile sussiste ovviamente nel caso dei iti da sinistra (cioè per x x 0, se le funzioni α(x) e β(x) sono definite su uno stesso intervallo del tipo [a, x 0 ]) e quindi per il ite ordinario per x x 0 (nel caso in cui le funzioni siano definite su un intorno completo di x 0 ). Teorema 1.1 (de L Hôspital. Forma indeterminata 0 ) Siano α e β due funzioni continue sull intervallo [x 0, b] e derivabili in (x 0, b). Supponiamo che valgano le seguenti 0 ipotesi: 1

1. α(x 0 ) = β(x 0 ) = 0. 2. β (x) 0 per ogni x (x 0, b). 3. Esiste (finito, o + ) il ite Allora esiste anche il ite α(x) β(x) α (x) β (x) = L (1.1) ed è uguale al precedente: α(x) β(x) = L (1.2) Osservazione. L ipotesi α(x 0 ) = β(x 0 ) = 0 può essere riformulata come α(x) = β(x) = 0 Ovviamente le due formulazioni sono equivalenti, perché, per ipotesi, α e β sono continue in x 0. 1.1 Limiti delle derivate Un importante applicazione del teorema di de L Hôspital riguarda l esistenza della derivata (o anche solo della derivata a sinistra, o a destra) di una funzione f in un punto x 0. Ricordiamo le definizioni. Si dice derivata di f nel punto x 0 (rispettivamente: derivata a destra, o derivata a sinistra) il ite (quando esiste finito) del rapporto incrementale quando x tende a x 0 (rispettivamente: quando x tende a x 0 da destra, o da sinistra). La derivata si denota con f (x 0 ) ((rispettivamente: con f +(x 0 ), f (x 0 )). Dunque, quando i iti in questione esistono finiti, abbiamo: f (x 0 ) = (1.3) f +(x 0 ) = f (x 0 ) = (1.4) (1.5) Una funzione f è derivabile in x 0 se e solo se esistono, nel punto x 0, sia la derivata a destra che la derivata a sinistra, e sono uguali tra loro. (Infatti, si ricordi che vale g(x) = L se e solo se il ite da sinistra g(x) e il ite da destra g(x) esistono entrambi e sono 2

entrambi uguali a L. Nel nostro caso, la funzione g(x) è il rapporto incrementale relativo a x 0 ). Teorema 1.2 Sia f una funzione reale definita su un intorno aperto I del punto x 0. Supponiamo che f sia continua nel punto x 0 e sia derivabile in ogni punto x x 0. Valgono allora i fatti seguenti. 1. Se esiste finito il ite da destra f (x), allora esiste la derivata a destra f +(x 0 ) e 2. Se esiste finito il ite da sinistra e f +(x 0 ) = f (x) (1.6) f (x), allora esiste la derivata a sinistra f (x 0 ) f (x 0 ) = f (x) (1.7) 3. Di conseguenza: Se esiste finito il ite f (x), allora f è derivabile in x 0 e f (x 0 ) = f (x) (1.8) Osservazione. In particolare, se esistono sia il ite di f (x) da destra (1.6) che il ite di f (x) da sinistra (1.7) e sono uguali tra loro, allora esiste anche il ite 1.19 e quindi la funzione f è derivabile in x 0. In tale caso, f (x 0 ) = f +(x 0 ) = f (x 0 ). Se invece i due iti 1.6 e 1.7 esistono entrambi ma sono diversi fra loro (f +(x 0 ) f (x 0 )), allora f non è derivabile in x 0. Dimostrazione. 1. Per dimostrare che esiste la derivata destra, calcoliamo il ite del rapporto incrementale da destra: (1.9) Applichiamo a tale ite il teorema dell Hôspital (in un intorno destro del punto x 0 ), del quale sono soddisfatte le ipotesi. Il rapporto delle derivate è f (x)/1, quindi dobbiamo studiare il ite f (x) (1.10) 3

Poiché, per ipotesi, questo ite esiste finito, deve esistere anche il ite 1.9 e i due iti sono uguali. Dunque esiste la derivata destra di f in x 0 e da sinistra f +(x 0 ) = f (x) 2. La dimostrazione è la stessa del punto 1. Si calcoli il ite del rapporto incrementale usando L Hôspital. 3. Si tratta di un immediata conseguenza dei primi due punti: se esiste finito il ite f (x), allora esistono il ite sinistro e il ite destro, e sono uguali tra loro. Dunque esistono la derivata a sinistra e la derivata a destra e sono uguali tra loro, e quindi f è derivabile in b x 0. Allo stesso risultato si arriva calcolando direttamente il ite del rapporto incrementale, usando L Hôspital. 1.2 Osservazioni Osservazione 1.3 Supponiamo che f (x) = + (1.11) Allora, sempre per il teorema di de L Hôpital, possiamo concludere che anche il ite a destra del rapporto incrementale è uguale a + : Possiamo scrivere, anche se impropriamente, f +(x 0 ) = +. Analogamente, se si avrà e scriveremo f (x 0 ) = +. Analoghe considerazioni valgono per i iti a sinistra. = + (1.12) f (x) = (1.13) = (1.14) 4

Osservazione 1.4 Può succedere che il f (x) non esista, ma che la funzione f sia derivabile in x 0. Si veda il seguente esercizio. Esercizio 1.5 Verificare che la funzione { x f(x) = 2 sin 1 se x 0 x 0 se x = 0 (1.15) è derivabile in x 0 = 0, ma non esiste il f (x). Figura 1: Grafico di x 2 sin 1 x vicino all origine. Soluzione. Per studiare la derivabilità di f in 0, usiamo la definizione di derivata come ite del rapporto incrementale: f(x) f(0) x 2 sin 1 x = 0 = x sin 1 x 0 x 0 x 0 x x 0 x = 0 (1.16) Dunque f è derivabile in x 0 = 0 e f (0) = 0. La derivata f (x), per x 0, è data da f (x) = 2x sin 1 x cos 1 x Non esiste il ite di f (x) per x 0, perché 2x sin 1 x tende a zero e cos 1 x 1. (1.17) oscilla tra 1 e 5

Osservazione 1.6 Si noti che non basta dire Se esiste il ite di f (x) quando x x 0, allora esiste f (x 0 ). Occorre richiedere che f sia continua in x 0. Ad esempio, si consideri la funzione { 0 se x 0 f(x) = (1.18) 1 se x = 0 Il ite x 0 f (x) esiste e vale 0 (perché f (x) = 0 per ogni x 0), ma f non è derivabile in x 0 = 0 (perché non è continua in x 0 = 0). 1.3 Punti angolosi e di cuspide Riassumiamo i casi possibili, quando si studiano i iti della derivata prima: f (x) f (x) (1.19) Le nostre ipotesi sulla funzione reale f sono quelle del teorema 1.2: il dominio di f è un intorno aperto I del punto x 0 I, f è continua nel punto x 0 e derivabile in ogni punto x dell intervallo bucato I \ {x 0 }. 1. Primo caso. I due iti (1.19) esistono, entrambi finiti, e sono uguali tra loro. Per il teorema 1.2 essi coincidono rispettivamente con la derivata a sinistra f (x 0 ) e con la derivata a destra f +(x 0 ). Dunque la funzione f è derivabile in x 0 e f (x 0 ) = f (x 0 ) = f +(x 0 ) 2. Secondo caso. I due iti (1.19) esistono, entrambi finiti, e sono diversi tra loro. Allora (per il teorema 1.2 ) esistono in x 0 la derivata sinistra f (x 0 ) e la derivata destra f +(x 0 ) f (x 0 ) = f (x) f +(x 0 ) = f (x) (1.20) Poiché f (x 0 ) f +(x 0 ), la funzione f non è derivabile in x 0. (x 0, f(x 0 )) è punto angoloso per il grafico della funzione f. Si dice che il punto f (x 0 ) f +(x 0 ) Punto angoloso. 3. Terzo caso. Uno dei due iti (1.19) esiste finito e l altro vale + oppure. La funzione f non è derivabile in x 0 e ha in x 0 solo la derivata a sinistra, o solo a destra. Anche in questo caso si dice che (x 0, f(x 0 )) è punto angoloso per il grafico di f. 6

f +(x 0 ) = + f (x 0 ) finita f (x 0 ) finita f +(x 0 ) = Punto angoloso. Punto angoloso. 4. Quarto caso. Se f (x) = + f (x) = (o viceversa). Abbiamo visto (teorema di de L Hôspital) che anche il ite del rapporto incrementale da sinistra è +, e lo stesso rapporto da destra tende a. Dunque f non è derivabile in x 0. Il punto (x 0, f(x 0 )) è un punto di cuspide per il grafico della funzione f. f (x 0 ) = +, f +(x 0 ) = f (x 0 ) =, f +(x 0 ) = + Punto di cuspide. Esempio: x Punto di cuspide. Esempio: x 5. Quinto caso. I due iti (1.19) valgono entrambi +, o valgono entrambi. Ragionando come nell ultimo caso, si vede che ovviamente la funzione f non è derivabile in x 0. Il punto (x 0, f(x 0 )) del grafico di f è un punto con retta tangente verticale (di equazione x = x 0 ). f (x 0 ) = = f +(x 0 ) f (x 0 ) = + = f +(x 0 ) Punto a tangente verticale. Esempio: 3 x Punto a tangente verticale. Esempio: 3 x 6. Sesto caso. Uno (almeno) dei due iti (1.19) non esiste (né finito, né ± ). In questo caso, a priori non si può dire nulla sulla derivabilità di f in x 0. La funzione f potrebbe essere derivabile in x 0 oppure no. Per studiare in questo caso la derivabilità di f in x 0, si dovrà in generale studiare direttamente il ite del rapporto incrementale di f in x 0. Per illustrare quest ultimo caso, si considerino le due funzioni 7

f(x) = { x 2 sin 1 se x 0 x 0 se x = 0 g(x) = { x sin 1 se x 0 x 0 se x = 0 (1.21) Quando x 0, non esiste né il ite di né il ite di f (x) = 2x sin 1 x cos 1 x g (x) = sin 1 x 1 x cos 1 x (1.22) (1.23) (Infatti, se x = 1/2kπ (k Z), si ha g (x) = 2kπ, mentre se x = 1/(2k + 1)π, si ha g (x) = (2k + 1)π). Abbiamo già visto (esercizio 1.5) che la funzione f è derivabile in 0. Per vedere se la funzione g(x) è derivabile in 0, studiamo il rapporto incrementale: g(x) g(0) x sin 1 x = 0 = sin 1 x 0 x 0 x 0 x x 0 x (1.24) Ovviamente tale ite non esiste (vicino all origine sin 1 x derivabile in 0. oscilla) e quindi g non è 8