Sondaggio nazionale di Se non ora quando Aperto nei mesi di novembre 2011 e febbraio 2012 Con la collaborazione di Snoq Genova ed Eva Provedel 1
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- Pio Puglisi
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1 Con la collaborazione di Snoq Genova ed Eva Provedel 1 Risultati del sondaggio di Se non ora quando Parte 1. Donne e Movimenti
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4 Considerazioni Con 757 risposte (di cui 607 complete) provenienti da tutta Italia, questo sondaggio è rappresentativo della popolazione di Se non ora quando a livello nazionale. Essa risulta divisa in due parti quasi uguali: le donne che non hanno mai avuto esperienza di femminismi, né fatto parte di associazioni legate ai temi delle donne (il 53-54%), e le donne che ne hanno esperienza ed hanno fatto o fanno tuttora parte di associazioni impegnate su questi fronti (46-47%). Appare necessario creare una reciproca fiducia ed abitudine all ascolto ed alla collaborazione. Snoq è il luogo di incontro e lo strumento per coordinarci. La grande maggioranza (83.5%) è convinta che oggi, per migliorare lo status delle donne, sia necessario agire su due fronti: coinvolgere gli uomini ed attuare un sistema di quote rosa nei luoghi decisionali, in tutti i settori della società. Le quote rosa sono viste in maggioranza come un primo passo necessario per aumentare il numero di donne in questi luoghi, seguendo l esempio dei paesi del Nord Europa. Per farlo, bisogna però essere più solidali tra donne. L 84,1% delle rispondenti crede che si debba migliorare molto in questo senso. Alcune soluzioni proposte sono quelle di darci fiducia ed ascolto, sostenerci senza competitività, ed unire le forze. I principali ostacoli delle donne ad un miglioramento del loro status sono: la cultura che ci sminuisce (49,7%), la scarsa rappresentanza nei luoghi decisionali (44,8%) e l immagine distorta e svilente proposta sui media (40,2%). Inoltre, sono riconosciuti come fattori determinanti anche la discriminazione sul lavoro, la scarsa attitudine delle donne a ribellarsi, la mancanza di leggi adeguate e di educazione su questi temi nelle scuole.
5 Con la collaborazione di Snoq Genova ed Eva Provedel 5 Parte 2. Che cosa possiamo fare?
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10 Considerazioni Rispetto ai temi del lavoro, della cultura, della rappresentanza nei luoghi decisionali e dell immagine distorta delle donne nei media, ci siamo chieste quali siano le azioni collettive che possiamo fare insieme per avviare un cambiamento profondo e diffuso sul territorio. Una volta identificati gli ostacoli, abbiamo condiviso alcune soluzioni. Sul tema del lavoro, l 88,5% afferma che dobbiamo prima di tutto fare delle proposte di legge che affrontino i temi caldi del lavoro, della conciliazione e del welfare (dimissioni in bianco; quote rosa; congedi parentali anche per i padri; indennità di maternità a carico della fiscalità generale; precarietà; occupazione femminile ecc). Riteniamo molto importante coinvolgere le aziende in iniziative che portino le pari opportunità nella cultura aziendale (62,6%), e può esserci d aiuto collaborare di volta in volta con le altre associazioni e movimenti che affrontano il tema del lavoro e del welfare (35,3%). Sul tema della cultura, appare cruciale rivolgersi alle giovani generazioni: l 84,2% afferma che per avviare un processo di cambiamento culturale e di rispetto della dignità delle donne sia fondamentale realizzare progetti con i giovani e le scuole. Riteniamo importante anche organizzare una capillare campagna di comunicazione (56,4%) e coinvolgere attivamente gli uomini in attività culturali e di apprendimento (50,7%). Le nostre tematiche non sono di nicchia, ma riguardano tutta la società ed il Paese. E molto importante agire anche sul linguaggio di tutti i giorni. Sul tema di una maggiore rappresentanza e della presenza femminile nelle istituzioni, ci sono tre azioni fondamentali da avviare insieme: sostenere la campagna elettorale delle donne anche chiedendo che vengano inserite nelle liste in alternanza agli uomini e non sempre alla fine (60,6%); far approvare un sistema di quote rosa a tutti i livelli istituzionali come proposta di legge (56,6%); e sostenere candidati che affrontino le questioni importanti per le donne come priorità nel programma (54,9%). Riteniamo utile anche avviare un processo di scelta di una donna ed un uomo nelle preferenze per le primarie (41,1%). Sul tema della rappresentazione del corpo delle donne, ci siamo interrogate su che cosa possiamo fare insieme per sensibilizzare i media a proporre in modo diverso l immagine delle donne. E emerso quanto sia sempre fondamentale, per avviare un cambiamento significativo, realizzare progetti con i giovani e le scuole (65,4%). Poi abbiamo identificato due azioni da attuare di pari passo: un azione di monitoraggio, segnalando le rappresentazioni offensive agli enti preposti e/o ai giornali (48%); ed un azione di proposta dello sguardo femminile, organizzando una contro- campagna pubblicitaria a livello nazionale e/o locale (47,6%). Riteniamo utile anche contattare le donne e gli uomini che lavorano nei media perché si facciano promotori di un'altra rappresentazione (45,1%), e coinvolgere altre associazioni e movimenti che lavorano su questi temi (36,2%). Infine, per coordinarci in maniera efficace, ci siamo chieste che cosa possiamo fare per rafforzare la rete che unisce tutti i comitati Se non ora quando e per utilizzare al meglio le competenze presenti sul territorio. E emerso il desiderio di creare una piattaforma social sulla rete per discussioni e condivisione di materiale, come un social network o un forum (64,5%). Inoltre, per facilitare la comunicazione tra comitati, riteniamo utile strutturarci con delle referenti per la comunicazione e per i progetti condivisi (56%); mettere a disposizione sintesi cadenzate delle attività svolte in tutta Italia, inviate dai singoli comitati (54,2%); ed organizzare incontri collettivi fra tutti i comitati con frequenza regolare (46,1%). Con gli incontri di Siena (luglio 2011), di Roma (ottobre 2011 e marzo 2012) ed i tavoli tematici di Firenze e Bologna (marzo 2012), il movimento ha già cominciato a valorizzare le relazioni e le azioni attraverso momenti di condivisione. Occorre continuare sulla strada della collaborazione e della condivisione.
11 Con la collaborazione di Snoq Genova ed Eva Provedel 1 1 Parte 3. Donne e Se non ora quando
12 Considerazioni Data la trasversalità che è propria del movimento Se non ora quando, abbiamo guardato più da vicino alle eventuali altre appartenenze delle e degli aderenti, ed alle loro motivazioni. Rispecchiando la divisione a metà tra chi ha avuto esperienza di associazioni e di femminismi, anche nel caso dell appartenenza a partiti o sigle sindacali, ci dividiamo a metà tra chi vi appartiene o vi è appartenuto, e chi invece non possiede tessere. Le sigle più ricorrenti sono PD e CGIL, con un orientamento generale a sinistra, ma senza escludere altre parti. La motivazione di una parte delle donne non appartenenti a sigle ad entrare nel movimento Se non ora quando è stata che non si identifica nei partiti (13,5%), mentre le motivazioni principali di adesione sono la volontà di lottare insieme ad altre donne per i nostri diritti, e la forte esigenza di partecipare alla società civile. Altre motivazioni comprendono: dare un futuro migliore ai figli, dare voce alle donne, abbattere la discriminazione, risvegliare la cittadinanza, costruirsi una vita in questo paese senza dover emigrare e perché Snoq è un movimento trasversale che può rappresentare una modalità diversa ed efficace dell'agire politico. Un dato importante da considerare è che l età media delle aderenti a Se non ora quando non è giovane. Il 73% è compreso fra i 40 anni e i 70 anni, di cui più di due terzi hanno un età superiore ai cinquant anni. Meno di un quarto del movimento è costituito di giovani tra i 20 ed i 40 anni, e di questi, solo un terzo ha un età sotto i trent anni. Le giovani ed i giovani sotto i vent anni non si affacciano ai nostri temi (solo lo 0,6% ha risposto al sondaggio). Questi dati confermano la necessità di aprire una riflessione su come coinvolgere le giovani generazioni sui nostri temi ed all interno del movimento.
13 Con la collaborazione di Snoq Genova ed Eva Provedel 1 3 La maggioranza delle rispondenti ha indicato nomi di donne del presente o passato, italiane o straniere, conosciute o sconosciute che sono state di ispirazione e modello nella nostra vita. Molte di queste sono figure forti e dignitose di famiglia: madri, nonne, sorelle. Altre sono donne della scienza, della politica, del femminismo e di molti settori della società, paesi del mondo ed epoche della storia. Alcuni nomi di donne ispiratrici, in ordine sparso, sono: Rita Levi Montalcini, Evita Duarte Peron, Maria Montessori, Hillary Clinton, Wangaari Mathai, Susanna Camusso, Aung San Suu Kyi, Nilde Iotti, Tina Anselmi, Rosy Bindi, Lidia Menapace, Lea Melandri, Lidia Cirillo, Anna Picciolini, Cristina e Francesca Comencini, Silvia Costa, Simona Ricciardelli, Stefania Cantatore, Rossana Ciambelli, Giuliana Cacciapuoti, Cristina Trivulzio, Emma Bonino, Oriana Fallaci, Ernestina Paper, Lina Furlan, Marie Curie, Sonia Gandhi, Margaret Thatcher, Lorella Zanardo, Madre Teresa di Calcutta, Indira Ghandi, Ilaria Alpi, Rita Atria, Lady Diana, Sibilla Aleramo, Anna Magnani, Francesca Cimarosa, Dorothy Parker, Jane Eyre, Giovanna D'Arco, le suffragette, Nadine Gordimer, la Madonna, Tina Lagostena Bassi, Olympe de Gouges, Virginia Woolf, Manal Al- Sharif, Milena Gabanelli, Giorgia Vezzoli, le madri di Plaza de Mayo, Sylvia Pankhurst, Anita Garibaldi, Simone de Beauvoir, Rosa Parks, Michelle Obama, Federica Pellegrini, Meryl Streep, Alda Merini, Frida Kahlo, Hannah Arendt, Rosa Luxemburg, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, Eve Ensler, Adelaide Aglietta, Michela Murgia, Gioconda Belli, Licia Maglietta, Anna Politkovskaja, Ipazia, Emma Zamparo, Caterina Da Siena, Simone Weil, Tina E Lina Merlin, Joyce Lussu, Verena Schmid, le Ostetriche dei parti a domicilio, Irene Sendler, Vandana Shiva, Marina Saba, Cynthia Enloe, Chiara Ingrao, Alessandra Bocchetti, Francesca Izzo, Gianna Nannini, Elisabetta Addis, la poetessa Saffo, trentacinquemila donne partigiane, e molte altre ancora. Abbiamo una rete potente e diffusa sul territorio, con più di 120 comitati in tutte le Regioni d Italia. Abbiamo una popolazione eterogenea, trasversale e fortemente motivata. Non ci mancano le competenze e le risorse per attuare insieme un vero e proprio cambiamento culturale, economico e legislativo di questo Paese. Per poter incidere come movimento, i dati ci dicono che dobbiamo coinvolgere gli uomini e le giovani generazioni, coordinarci sul territorio ed unire le forze. I numeri e l attenzione mediatica non ci mancano. E arrivato il momento di cambiare davvero le cose, insieme. Se non ora, quando? Elaborazione dati di Eva Provedel, Comitato Se non ora quando Genova
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